CNPI La laurea più vicina al lavoro EPPI Sinergia tra le Casse
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CNPI La laurea più vicina al lavoro EPPI Sinergia tra le Casse
venerdì 24 giugno 2016 CNPI La laurea più vicina al lavoro Italia Oggi pag. 35 del 24/06/2016 EPPI Sinergia tra le Casse garantendo l’autonomia degli enti Italia Oggi pag. 35 del 24/06/2016 PROFESSIONI Ingegneri contro l’Antitrust: l’abolizione delle tariffe rappresenta un nervo ancora scoperto www.lavoripubblici.it del 24/06/2016 RISPARMIO ENERGETICO Tra il 2007 e il 2015 spesi 28 miliardi di euro in efficienza energetica www.edilportale.com del 24/06/2016 PREVIDENZA Contributo integrativo Inarcassa anche per le società d’ingegneria www.edilportale.com del 24/06/2016 P ERITI INDUSTRIALI Venerdì 24 Giugno 2016 35 Il Consiglio nazionale tra i partecipanti al tavolo istituito dalla Conferenza dei rettori La laurea più vicina al lavoro I periti coinvolti per creare percorsi professionalizzanti L’ università costruisce il percorso professionalizzante (anche) con la collaborazione dei periti industriali. Al tavolo di lavoro «percorsi professionalizzanti», istituito dalla Conferenza dei rettori all’interno di quell’Osservatorio università-imprese con cui il mondo accademico punta a rafforzare un più efficace dialogo con il mondo del lavoro, siede infatti, anche il Consiglio nazionale, in rappresentanza delle professioni. L’obiettivo di quel tavolo è chiaro: ricostituire quel legame, in molto casi inesistente, tra università e mondo del lavoro attraverso la creazione di una formazione terziaria professionalizzante, capace di riallineare la domanda di competenze tecnico-professionali e l’offerta di capitale umano. Secondo i professori universitari si tratterebbe semplicemente di dar attuazione a quel passaggio contenuto nel decreto di riforma del 3+2 (dm 270/04) secondo il quale «il corso di laurea (triennale) ha l’obiettivo di assicurare allo studente un’adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, anche nel caso in cui sia orientato all’acquisizione di specifiche conoscenze professionali». Sempre lo stesso decreto evidenzia la necessità di un effettivo collegamento «fra lo sviluppo di determinate conoscenze professionali e le richieste del mondo del lavoro». Come articolare questo nuo- vo percorso? Varie le ipotesi: c’è chi ipotizza un triennio articolato in un anno di teoria, un anno di laboratorio e un anno on the job, chi invece opta per un modello che prevede una prima parte comune (il primo anno) e un’articolazione successiva in due percorsi di carattere culturale o professionalizzante. Almeno il 50% dell’insegnamento, poi, sarà focalizzato su aspetti professionalizzanti e ogni anno dovrà essere assicurata una quota minima di tirocinio, per il cui svolgimento i periti industriali mettono a disposizione gli studi professionali dei propri iscritti. Tutto dovrà essere pronto per la fine del 2016 così da iniziare con le prime sperimentazioni dall’anno 2016/17. Per il Cnpi questa è la scommessa del futuro. «Solo questo tipo di formazione, infatti», ha spiegato Sergio Molina- Al via l’Osservatorio sulla professione Periti industriali a raggi X. È partita lo scorso 16 giugno, infatti, l’indagine sulla categoria che costituirà la base dell’Osservatorio sulla professione. Si tratta di uno strumento messo a punto dal Centro Studi Opificium per monitorarne lo stato di salute, la sua evoluzione e poi accompagnarne il processo di riforma in corso. A partire da quella data oltre 30 mila iscritti sono stati contattati via mail e invitati a partecipare all’ indagine online tramite la compilazione di un questionario. Obiettivo principale è quello di monitorare l’andamento della categoria, nelle sue componenti, anagrafiche, territoriali e professionali, fotografando i tanti elementi che vi concorrono, le specializzazioni e i contenuti specifici dell’attività. L’indagine cercherà anche di capire i mercati di riferimento, i modelli organizzativi, l’orientamento all’innovazione e all’internazionalizzazione. Infine una sezione si soffermerà sul rapporto tra iscritti e organi di governo e sulla domanda di welfare. L’indagine si chiuderà il 15 luglio. ri, consigliere delegato alla formazione e all’università, «potrà rispondere alle esigenze di alcune professioni come la nostra. Da un lato la tradizionale formazione tecnica di livello secondario è andata sempre più depauperandosi, risultando inadeguata; dall’altro, le lauree triennali non sono riuscite a fare quel salto necessario. Abbiamo sentito l’esigenza di farci parte attiva per costruire questo nuovo percorso e siamo a disposizione delle istituzioni e del mondo accademico per essere motore del cambiamento». Proprio in questo senso il Cnpi sarà presente alla manifestazione «Conoscenza in festa» che si terrà a Udine dal 1 al 3 luglio. All’incontro, nato su iniziativa dell’Università degli Studi di Udine, con il patrocinio di Miur e Crui si affronteranno diverse questioni cardine per il sistema universitario, tra cui proprio il tema delle lauree professionalizzanti oggetto di una specifica sessione a cui parteciperà il consigliere Cnpi Sergio Molinari. IL PRESIDENTE EPPI RISPONDE ALLA PROPOSTA DI AGGREGAZIONE DELLA COVIP Sinergie tra le Casse garantendo l’autonomia degli enti Sì alle sinergie fra Casse previdenziali («nell’ottica di razionalizzare gli interventi» a beneficio degli iscritti), ma va salvaguardata l’autonomia degli Enti, che svolgono una fondamentale funzione di «sussidiarietà», in un quadro economico in cui «la garanzia di uno Stato sociale regredisce sempre di più». Così il presidente dell’Eppi (Ente previdenziale dei periti industriali e dei periti industriali laureati), Valerio Bignami, commenta lo stimolo all’aggregazione degli istituti pensionistici privati, contenuto nell’ultima relazione della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), illustrata alcuni giorni fa dal presidente Mario Padula, alla Camera. E, punto per punto, affronta altri capitoli importanti sul versante della previdenza dei professionisti, dal sistema dei controlli («molteplici e sovrapposti», senza che ciò ne valorizzi l’efficacia) alla («necessaria») semplificazione burocratica. Domanda. Qual è la valutazione generale che fa della relazione della Covip sull’attività del 2015? Risposta. Positiva, poiché l’autorità di vigilanza ha rappresentato un importante ruolo nel monitoraggio della gestione finanziaria e ha consentito di analizzare i risultati non semplicemente in chiave numerica, ma anche qualitativa e organizzativa. Ci ha così fornito un importante spaccato su come gli enti e i fondi partecipino al sostegno e allo sviluppo dell’economia reale. Auspico però che in futuro i rapporti della Covip siano strutturati in due se- zioni distinte ed autonome: fondi pensione e casse di previdenza dei professionisti. Altrimenti si rischia di operare valutazioni che non tengono conto dei tratti specifici propri delle due realtà. Come mi sembra sia accaduto in quei passaggi della relazione dove viene espresso un auspicio indistinto verso forme di aggregazione e di fusione. tività del settore agroalimentare che si basa, oramai, su oltre un 50% di quote detenute da diverse Casse di previdenza dei professionisti. Citare questa iniziativa, inoltre, mi consente di rimarcare come nel decreto sul credito d’imposta per gli investimenti nell’economia reale del Paese (il «bonus» del 9% per i Fondi e del 6% per le Casse private, fino a un «tetto» di 80 milioni di euro disponibili a decorrere dal 2016, approvato nell’ambito della legge di Stabilità 2015) il settore agroalimentare non sia contemplato fra i comparti produttivi nei quali è possibile immettere risorse, usufruendo dello sconto fiscale. D. Perché? R. Ritengo che la nostra funzione di sussidiarietà giustifichi ampiamente la necessità di avere delle Casse autonome, diverse fra loro, perché chiamate a fornire previdenza ed assistenza a specifiche categorie di lavoratori autonomi indipendentemente dal numero di aderenti. D. Nella relazione della Covip, Quanto, invece, alla messa a fattor poi, si affronta il tema del Recomune di servizi ed attività, sosten- golamento sulle risorse finango da tempo questa opportunità. E ziarie degli Enti, sui conflitti di osservo come l’attuale presidente interesse e la banca depositaria. dell’Adepp (Associazione degli Enti Qual è la sua opinione sulle vapensionistici dei professionisti), Al- lutazioni espresse? berto Oliveti, stia dando un’impron- R. Innanzitutto, noto come il Legislata forte sulla possibilità di unificare tore tardi ad emanare una chiara dideterminate azioni a vantaggio della sciplina che regolamenti gli investitotalità delle Casse; nel dettaglio, mi menti e che al tempo stesso incentivi riferisco alla centrale degli acquisti, le iniziative «domestiche», mentre la nonché alla tendenza di molti istitu- Covip ha concretamente promosso presso gli enti l’adoti di investire nei mezione di quelle buone desimi fronti. A tal pratiche necessarie proposito, mi piace ad una corretta ed ricordare l’esperienefficace gestione za in corso, riguardelle risorse. Anche dante il progetto del Pagina a cura DELL’UFFICIO STAMPA noi abbiamo colto parco agroalimenC ONSIGLIO NAZIONALE DEL tale giusto suggeritare Fico (acronimo E DELL’ENTE DI PREVIDENZA mento, e nei primi che sta per Fabbrica DEI PERITI INDUSTRIALI italiana contadina), E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI mesi di quest’anno, abbiamo adottato i a Bologna: si tratta www.cnpi.it - www.eppi.it Regolamenti per la di un fondo di un’at- gestione delle risorse e dei conflitti d’interesse, mentre il servizio della banca depositaria era già attivo dal 2011, a comprova della volontà di gestire professionalmente e responsabilmente le risorse affidateci dagli iscritti. In ultimo, l’importante attività svolta dall’ente in materia di trasparenza, valore trasversale all’intero processo gestionale. D. Infine, presidente, c’è l’annosa questione dei controlli, su cui lei ha una posizione netta e nota. R. Premetto, e non è una novità, che noi non vogliamo affatto sottrarci alle verifiche sul nostro operato. Anzi. Auspichiamo siano precise e valide, vista la funzione pubblica che esprimiamo, tuttavia vorremmo si svolgessero all’insegna dell’essenzialità e della semplificazione, senza trasformarsi in un fardello burocratico fine a se stesso, con l’unico effetto di moltiplicare le procedure, allungare i tempi e, conseguentemente, far lievitare i costi. Mi rammarico nel constatare, invece, come la sovrapposizione dei controlli e delle richieste che giungono all’Eppi dalle differenti autorità incaricate della vigilanza crei un aggravio di lavoro ai nostri funzionari, che impiegano innumerevoli ore a rispondere alle istanze. Dev’esserci una regia che individui quali sono i soggetti cui dobbiamo fornire i dati, in maniera razionale. È assurdo, infatti, spendere tanto tempo nel confezionare le medesime informazioni in modi diversi, prima di sottoporle ad oltre una decina di organismi di controllo. PROFESSIO ONE Ingeggneri controo l'An ntitrusst: "ll’aboliizione dellee tariffee rapp presen nta un nervo o ancorra scop perto" " 24/06/2016 6 Giornata di passion ne al 61° Congresso C o Naziona ale degli Ingegnerii che ha visto ieri la partecipa azione tra gli altri de el Presiden nte dell'Au utorità Garrante della a Concorre enza e del Mercato Giovanni G Pitruzzella ha scald dato la pla atea torna ando sul delicato disscorso deii minimi ta ariffari. Sollecitato sul tem ma delle ta ariffe, il Prresidente Pitruzzella a ha rispo osto categ gorico che e sulla loro o abolizione non si torna in ndietro. Afffermazione che non poteva a passare e inosserva ata e che ha provoccato molte e voci di dissenso d m anche ma e diverse domande, d , che hann no conferm mato come e il tema dell'abolizi d one delle tariffe rap ppresenti ancora a un nervo scoperto pe er gli ingegneri ita aliani (com me per tu utti i proffessionisti dell'area tecnica). Il Preside ente del CN NI Arman ndo Zamb brano non n si è potu uto esimerre da un commento o e ha affermato "Neessun proffessionista europeo attualment a te ha gli ob bblighi ai quali q sono o sottopostii i professiionisti italiiani. Noi la a riforma l’abbiamo fatta fino o in fondo.. Ora, non n chiediamo o il ripristin no delle ta ariffe obblig igatorie. Tu uttavia, occcorre fare una riflesssione seria a sulle presstazioni prrofessionalli e il corrretto valorre che ad esse va d dato. Tutto o questo a garanzia della d qualiità della prrestazione e, quindi, delle d esigen nze dei com mmittenti". Pitruzzella ha, quin ndi, propo osto una riflessione r e più ampia rendendosi dispo onibile ad un serio confronto o con il CNI. C "Servee un confr fronto tra noi – ha detto il Presidente P e dell'AGCM M - Il mond do è camb biato radiccalmente. Ci C sono prroblemi da a risolvere ma anchee molte opportunità. Credo che le professioni in questo avranno un ruolo fondamentale se sapranno cambiare i loro modelli organizzativi". La sessione di lavoro è stata caratterizzata anche da un interessante contributo del Presidente della Cassa di Previdenza di Architetti e Ingegneri (Inarcassa) Giuseppe Santoro che si è reso disponibile ad una maggiore collaborazione tra le due istituzioni. A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata RISPARMIIO ENERGE ETICO Tra il i 2007 e il 20 015 sp pesi 28 m miliar rdi dii euro o in effficien nza energ e getica a di Paola Maammarella 24 4/06/2016 Dall’En nea il V Rappor rto Effic cienza Energeti E ica ‘Italiia in cla asse A’.. Ancora qualche e barrier ra nella riqualifi r icazione e dei con ndomini 24/06/20 016 – L’Ita alia è un Pa aese in cla asse A, ma ha ancora a molto da fare sul frronte della a sostenibillità. È quanto emerg ge dal V Rapporto R sull’Effic cienza energetica presentato p o dall’Enea al Ministeero dello Svviluppo Eco onomico. Investim menti in effficienza energetic ca Tra il 200 07 e il 20115 le famig glie italian ne hanno speso s circa a 28 milia ardi di eu uro per la a realizzazio one di 2,5 5 milioni di interventi di effficientameento energ getico dellle propriee abitazionii. Gli invesstimenti ha anno creatto un indottto da 50m mila posti d di lavoro. Grazie G alla a riduzione dei consu umi nell’im mportazionee delle fontti fossili so ono stati riisparmiati 3 miliardii di euro e non n sono stati s emessse in atmossfera 26 miilioni di tonnellate dii anidride carbonica.. Il Rapporrto evidenzzia che nel 2014 la domanda d di energiia è calatta del 3,4% rispetto o all’anno precedente p e, attestan ndosi sui 151 1 Mtep p. Il 37,1% % dei con nsumi fina ali è stato o assorbito dal settore civile, seguito da trasporti (33,3%) e industria (21,3%). Nel 2014 il settore residenziale ha visto scendere i consumi del 15% rispetto al 2013 con 25,5 Mtep. Nel settore non residenziale i consumi hanno registrato un calo del 6,7% attestandosi a 19,2 Mtep. Anche nei trasporti l’utilizzo di combustibili fossili è sceso al 95,7% rispetto al 99% del 2007. Sempre nel 2014 i consumi finali dell’industria sono stati pari a 25,7 Mtep, in calo del 2,4% rispetto all’anno precedente. La riduzione è dovuta in gran parte alla crisi economica, ma anche al D.lgs. 102/2014 di recepimento della Direttiva 2012/27/UE che ha introdotto la diagnosi energetica per le imprese. Il risultato è stata la presentazione, nel 2015, di 10.823 diagnosi all’ENEA. In ambito regionale, sono stati spesi per progetti di efficienza energetica 2,4 miliardi di euro di fondi POR-FESR relativi al periodo 2014-2020. Nel biennio 2014-2015 gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici della Pubblica Amministrazione hanno riguardato una superficie di 855.235 metri quadri. Efficienza energetica, il ruolo degli incentivi Secondo il Rapporto dell’Enea, l’Italia ha raggiunto il 32% dell’obiettivo di risparmio al 2020 fissato dal Piano Nazionale di Efficienza Energetica 2014. Sul risultato hanno pesato positivamente i certificati bianchi e gli Ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici, che sono stati utilizzati prevalentemente per interventi di isolamento termico, sostituzione degli infissi e installazione di impianti di riscaldamento più efficienti. Per far conoscere meglio a cittadini e imprese le potenzialità degli interventi di efficientamento energetico è stato avviata la Campagna nazionale “Italia in classe A”. Nel primo anno della campagna, particolare attenzione sarà dedicata alla PA dato che gli oltre 13mila edifici pubblici consumano circa 4,3 TWh di energia/anno, con una spesa complessiva di 644 milioni di euro. Con gli interventi di efficientamento questi consumi potrebbero essere ridotti fino al 40%. Efficienza energetica, le barriere da superare Secondo il presidente dell’Enea, Federico Testa, finora si è fatto poco per icondomìni degli anni Sessanta e Settanta, ma “bisognerebbe consentire di diventare ‘green’ anche a quanti vivono in questi complessi e non hanno risorse da investire”. Per questo l’Enea ha proposto l’attivazione di un Fondo pubblico e il coinvolgimento delle Esco. Si tratta di società che effettuano interventi di efficientamento energetico sostenendo il rischio dell’investimento, ma che poi usufruiscono del risparmio che l’intervento genera. Cedendo il bonus a queste società, i condòmini potrebbero riqualificare le proprie abitazioni senza sostenere le spese iniziali. Una maggiore informazione sull’accesso agli incentivi sarebbe - a detta del direttore dell’Unità tecnica efficienza energetica, Roberto Moneta - un fattore chiave per far decollare gli investimenti anche in questo ambito. © Riproduzione riservata PREVIDENZA Contrributo integgrativvo Ina arcassa ancche per p lee Societtà d’In ngegneeria 24/06/2016 6 Nonostan nte le recenti rassicurrazioni del d Pressidente dell'Anticcorruzione e (ANAC)Ra affaele Ca antone, ch he in audiizione con ngiunta Ca amera e Senato parrlando del nuovo Co odice degli Appalti lo o ha defin nito "un otttimo lavorro", contin nuano le perplessità p à applicativ ve da parte e degli operatori di settore. Tra i pro oblemi rilevati, vi è senz'alttro quello o previden nziale dovvuto al co ontributo o integratiivo Inarc cassa perr le Sociietà di Ingegneria a (leggi a articolo). L'art. 90 0 dell'orma ai defunto o D.Lgs. n. 163/2006, nella definizione d e delle soccietà di in ngegneria,, stabiliva "ai corrisp pettivi relattivi alle preedette attivvità professsionali si applica il contributo o integrativo o qualora previsto dalle d normee legislativve che rego olano la Ca assa di preevidenza dii categoria cui ciasccun firmattario del progetto p fa f riferimeento in fo orza della iscrizionee obbligatorria al relattivo albo prrofessionale. Detto co ontributo dovrà d essere versato pro quota a alle rispetttive Casse secondo gli g ordinam menti statuttari e i rego olamenti viigenti". Le nuove e disposizioni del D..Lgs. n. 50 0/2016 (arrt. 24- Pro ogettazione e interna e esterna a alle amm ministrazioni aggiudicatrici in materia di d lavori pubblici) p d definendo i soggettii che posso ono esple etare i nuo ovi livelli di d progetta azione, pre evedono g gli operato ori inseritii nell'art. 46 (Operatori economici per l’affidamento dei servizi di architettura e ingegneria). Tra questi sono previste le società di ingegneria, la cui definizione ricalca quella del vecchio codice, fatta esclusione la parte che riguarda appunto il contributo integrativo. In realtà, all'interno del nuovo Codice nulla è stato inserito sulla contribuzione integrativa, anche per le società tra professionisti. Pronta era arrivata la reazione delle Casse Tecniche aderenti all’Adepp (Inarcassa, CIPAG, EPAP, EPPI) che, in un comunicato congiunto, hanno chiesto di ottenere, nel quadro della prevista adozione delle Linee guida dell’ANAC in fase di elaborazione, le necessarie integrazioni alle norme previste nel Dlgs 50/2016 sul nuovo Codice dei Contratti Pubblici. In riferimento alle Società di Ingegneria, le Casse tecniche hanno rilevato l'anomalia del nuovo Codice nel quale è stato omesso ogni riferimento al versamento del contributo integrativo del 4% (leggi articolo). A distanza di poche settimane e giocando d'anticipo su una eventuale risposta dei Ministeri competenti, Inarcassa ha pubblicato la seguente nota: "Al fine di evitare erronei comportamenti, ricordiamo che in base all’art. 5.2 del Regolamento Generale di Previdenza 2012, approvato dai Ministeri, le Società di Ingegneria - alla pari del singolo professionista - sono ancora tenute a versare ad Inarcassa il contributo integrativo, cui sono soggetti tutti i corrispettivi derivanti dall’esercizio della professione di ingegnere o architetto. Il contributo è ripetibile nei confronti del committente in fattura". Nessun passo indietro per Inarcassa, il contributo integrativo, dunque, continua a valere anche per le Società di Ingegneria. Interessante sarà certamente la risposta dell'OICE, il cui Presidente Gabriele Scicolone aveva recentemente affermato "Non possiamo che prendere atto della scelta del legislatore delegato di non riproporre il contributo introdotto nel 1998. Non vogliamo entrare nel merito delle ragioni che hanno spinto il Governo a muoversi in tal senso. Potrebbero anche essere legate al fatto che si tratta di una contribuzione in alcuni casi riguardante quelle attività non esclusivamente professionali che spesso le nostre società rendono a committenti pubblici e privati, nonché al fatto che le società hanno al loro interno dipendenti INPS non iscritti agli albi professionali" (leggi articolo). A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata