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Scuola di medicina estetica del Fatebenefratelli di Roma Rendi la

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Scuola di medicina estetica del Fatebenefratelli di Roma Rendi la
Pagina a cura di Press Service Italia – [email protected] – Grafica: Milano Graphic Studio Srl – Realizzata per MDT Media srl
Fondazione Fatebenefratelli per la Ricerca e la Formazione Sanitaria e Sociale
DOC Generici offre ai pazienti diabetici uno spazio per esprimersi liberamente
Scuola di medicina estetica Rendi la parola terapeutica,
del Fatebenefratelli di Roma scrivi a www.iltuodiabete.it
Intervista con Sara Lanfredi, direttore per le attività formative
DI ANDREA SERMONTI
L
a Scuola di Medicina Estetica
è giunta ormai al 24° anno e
ad oggi si sono diplomati oltre 1000 medici tra italiani e stranieri.
Dal 2004, tra l’altro, la Scuola ha ottenuto la certificazione di qualità che
ne attesta la correttezza e la linearità
dei protocolli e dei flussi nella gestione anche dei discenti. Negli ultimi
anni, poi, si è deciso insieme al direttore della Scuola, Dr. Emanuele
Bartoletti di accreditare ai fini Ecm
ben 50 ore dell’intero percorso didattico per ogni anno di corso: ogni
discente, così, frequentando la scuola riesce a maturare il monte massimo di crediti riconosciuti e richiesti
annualmente da Agenas. Un valore
aggiunto per i discenti non di poco
conto, che riescono così ad avere un
riconoscimento della valenza dei
programmi didattici che seguono
frequentando la Scuola.
Oggi, in genere, le scuole piangono
carenza di iscritti…
Non certo la nostra, fortunatamente.
Ogni anno ci sono circa 80 nuovi
iscritti e anche quest’anno didattico
ha visto una classe composta da 82
iscritti.
Qual è il rapporto tra la
Scuola e gli
ambulatori
di Medicina
Estetica del
Fatebenefratelli dell’isola Ti- Carlo Alberto Bartoletti
berina?
Il servizio ambulatoriale di Medicina
Estetica è stato il primo esperimento
di ambulatorio ospedaliero per il
pubblico. Questa struttura ha una
duplice finalità: essere
sede di tirocinio pratico
per i medici iscritti alla
scuola fin dal secondo
anno e per i diplomati;
offrire ad un più largo
strato sociale di popolazione con tariffe ospidaliere, quindi contenute, l’opportunità di
usufruire di una Sara Lanfredi
medicina essenzialmente preventiva che si rivolge a chi
vive a disagio la propria vita per un
inestetismo mal accettato.
Qual è il plus dell’offerta al pubblico
di un servizio di medicina estetica
da parte di un ospedale religioso?
Gli ambulatori nascono dal connubio tra il concetto di umanizzazione
della cura proprio del Fatebenefra-
Aspetti clinici e autobiografici, insieme per un diabete “DOC”
telli e l’intuizione di Carlo Alberto
Bartoletti, padre della Medicina Estetica, che negli anni 70 definiva l’inestetismo mal accettato
come una sofferenza e
un disagio sociale. I Fatebenefratelli, quindi,
a partire dal 1994, hanno condiviso questo
concetto aprendo il
Servizio Ambulatoriale
di Medicina Estetica
dell’ Isola tiberina. Si è
trattato del primo servizio ambulatoriale di
questo tipo all’interno di un ospedale. Con oltre 345 mila prestazioni erogate e nessun contenzioso in 20 anni
di storia, gli ambulatori rappresentano un modello unico al mondo per
bagaglio esperienziale sia per quanto
riguarda i numeri sia per quanto riguarda la casistica.
A Roma il XXXV° Congresso Nazionale della SIME
Si chiude oggi a Roma il XXXV° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica – SIME, presieduto da Emanuele Bartoletti.
“La medicina estetica in Italia è da quasi 40 anni una realtà seria e
consolidata – sottolinea il presidente – grazie alle attività della SIME
e della vision illuminata del suo fondatore, il professor Carlo Alberto
Bartoletti, scomparso lo scorso novembre. E’ grazie a lui che in Italia
la medicina estetica ha una connotazione rigorosa e riconosciuta in
tutto il mondo, perché si fonda su solide evidenze scientifiche, senza
avventurarsi prematuramente verso novità non opportunamente
collaudate. Ciò significa che tutto quello che viene validato dalla società italiana di medicina estetica è stato ampiamente sperimentato.
Come società scientifica, siamo molto attenti e agiamo con grande
prudenza prima di dare il consenso a una nuova metodologia o ad
un nuovo prodotto. Le novità, che siano un prodotto o un device, ricevono il via libera dalla SIME solo dopo aver dimostrato di avere un
margine di sicurezza assolutamente elevato e, naturalmente, di essere
efficaci”. (A. S.)
DI LARA LUCIANO
I
l 90% degli italiani va a caccia di
notizie sul diabete nella rete, ma
da oggi il Dottor Web varca i confini del virtuale: prima in Italia, DOC
Generici offre ai pazienti diabetici
uno spazio per esprimersi liberamente con
il supporto di chi i pazienti li segue davvero:
L’AMD, Associazione
Medici Diabetologi e la
SIMG, Società Italiana
di Medicina Generale.
Da oggi, il sito ‘www.iltuodiabete.it’ consentirà ai pazienti di diventare protagonisti attivi
della loro salute attraverso la condivisione
della quotidianità in rete perché gli aspetti clinici non sono più separati dagli aspetti autobiografici della malattia, dagli stili di vita e
dalla prevenzione. Accompagnare i malati
cronici di diabete nell’autogestione
della propria patologia rappresenta
ormai da anni una prerogativa essenziale dell’approccio medico-scientifico. E se il rapporto medico-paziente
rimane fondamentale, la condivisione di sintomi e dubbi legati alla malattia con una più ampia cerchia di
persone permette di rispondere alle
incertezze velocemente e in una modalità che fa bene al cuore, perché la
parola è terapeutica e cura insieme
ai farmaci. Ieri il sintomo veniva condiviso soprattutto nell’ambito fami-
Se internet aumenta la paura più che la conoscenza
Spesso il Dottor Web, più che offrire un valido aiuto al potenziale paziente, finisce per incrementarne l’ansia, favorendo la diffusione di un
fenomeno noto come “Cybercondria”. Ipocondria e internet, un cocktail
davvero micidiale per chi convive con la paura di essere affetto da qualche patologia e che spesso tenta la strada della diagnosi online.
gliare, in cerca di un parere vicino e
di un conforto: parenti, amici stretti,
persone fidate rappresentavano, e ancora rappresentano, il primo e più naturale salvagente alle insicurezze e
paure di ciascuno; attraverso lunghe
telefonate, le confidenze richiamavano esperienze simili che fornivano
rassicuranti termini di paragone. Oggi
la domanda è: come si autogestisce
il diabete nell’era della Salute 2.0? Al
consiglio di parenti e amici viene affiancato, se non addirittura sostituito,
un conforto di più ampio respiro che
si nutre ed alimenta nella
grande famiglia della rete, dove le informazioni
sono veloci, chiare e facilmente interpretabili.
Se la responsabilità delle
cure resta affidata al medico, al web le persone
chiedono qualcosa che
integri la disponibilità del
medico a comunicare e
informare. Si sta evolvendo una nuova specie: il
paziente “surfer”, che naviga
costantemente
nell’oceano del web e incalza il medico curante,
lo mette alla prova, ne
contesta le affermazioni,
quasi si contrappone alla
pari. Ma se da un lato la
rete consente l’accesso a un serbatoio
illimitato di notizie, dall’altro la cosiddetta diagnosi online espone gli
utenti al rischio di incorrere in informazioni scorrette, non aggiornate,
parziali e inaffidabili. All’efficienza
con il quale il browser rintraccia le informazioni desiderate purtroppo non
corrisponde un livello di qualità adeguato. È fondamentale dunque raccogliere le informazioni in un terreno
valido e certificato, che sia attendibile
senza per questo rinunciare alla chiarezza.
NOTIZIE
4 articoli inediti su questioni bioetiche mai affrontate prima
La denuncia nel VI Rapporto sulla condizione dei pazienti oncologici
Approvato il nuovo Codice Deontologico dei medici
La lotta al cancro sia al centro dell’agenda UE
DI ISABELLA SERMONTI
Il Governo italiano, nel semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea, deve portare al centro
dell’agenda politica di tutti i Paesi membri le gravi problematiche legate all’epidemia del cancro. E intervenire per accelerare la realizzazione di un piano d’azione comunitario contro la malattia. A partire dai
principi cardine contenuti nella direttiva (2011/24/UE) sull’Assistenza Sanitaria Transfrontaliera, oggi
messi a rischio dalle complesse procedure burocratiche introdotte dalle norme di recepimento di alcuni
Paesi, inclusa l’Italia (decreto legislativo 38/2014, entrato in vigore il 5 aprile 2014). La denuncia, contenuta
nel VI Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, arriva dalla Federazione italiana delle
Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) nella IX Giornata nazionale del malato oncologico, che
si tenuto nei giorni scorsi all’Auditorium della Conciliazione a Roma. «Questa direttiva – spiega Francesco
De Lorenzo, presidente FAVO e dell’European Cancer Patient Coalition (ECPC) – rappresenta un passo in
avanti fondamentale per superare le diseguaglianze ed eliminare le barriere che impediscono ai pazienti
europei l’accesso ai centri di cura dei vari Paesi. Ma gli elementi di novità, che la direttiva europea introduce
e che avrebbero potuto migliorare la condizione dei malati nell’ampliare le chance di cura a livello continentale, sono in parte compromessi dall’approvazione della recente normativa italiana. La disciplina
dell’autorizzazione preventiva alla ASL di appartenenza è, in tal senso, paradigmatica: da eccezione nella
direttiva, è diventata passaggio obbligato nel nostro ordinamento. Lo Stato italiano, infatti, l’ha resa obbligatoria per tutte le prestazioni sottoposte a esigenze di pianificazione, allungando, rispetto alla situazione
preesistente, i tempi di rilascio da circa 15 giorni fino a 45». L’individuazione esatta di tali prestazioni è
affidata ad un regolamento governativo da
adottare entro 60 giorni dall’entrata in vigore
del decreto legislativo. «Chiediamo – sottolinea Elisabetta
Iannelli, segretario FAVO – che
venga semplificato l’iter burocratico, con l’eliminazione del
primo passaggio di autorizzazione preventiva, che siano
coinvolte attivamente le associazioni dei pazienti per una
corretta ed efficace campagna
di informazione sui diritti dei
malati riconosciuti dalla direttiva EU e che sia garantito il
rimborso delle spese extrasanitarie, quantomeno di quelle
connesse alle condizioni di disabilità del paziente che ricorre all’assistenza
transfrontaliera». (IS. SER.)
Sedici ore di consultazioni, centoquaranta votazioni, settanta emendamenti accolti sui trecento presentati:
il nuovo Codice Deontologico dei Medici è stato approvato a Torino, a larghissima maggioranza, dal Consiglio
Nazionale della Fnomceo. Ottantasette sono stati i voti favorevoli, dieci i contrari, due i Presidenti astenuti.
Presenti, sino all’ultimo, i presidenti delle Commissioni Odontoiatriche, i quali hanno proposto, vedendoli
tutti accolti, emendamenti di specifico interesse professionale. Il “Codice di Torino” nasce dopo un’amplissima
consultazione, estesa questa volta anche a soggetti esterni – bioeticisti, giuristi, società scientifiche, organizzazioni sindacali, associazionismo sociale - e con un’attivissima partecipazione dei presidenti d’ordine
e Cao alla definizione del testo. “Ringrazio le centinaia di colleghi medici e odontoiatri – è stato il primo
commento che il Presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco, ha rilasciato – ringrazio le personalità di
cultura impegnate nelle Istituzioni pubbliche e private, nella vita civile e sociale, che ci hanno accompagnato
in questo cammino: le ringrazio per le critiche e per i consensi, quali perfetta testimonianza di una complessità delle questioni trattate, amplificata da una profonda crisi di sistemi e di valori, che non può e non
deve ridursi a un pensiero unico. Resta il larghissimo consenso su una sintesi, credo ampia e qualificata,
che certamente non oscura quanto di diverso è stato pensato e proposto. Siamo sempre in cammino”.
SCLEROSI MULTIPLA. Giornata “porte aperte” in 100 ospedali
Il 30 maggio primo “h-open day” in tutta Italia
O.N.Da, l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna,
con il patrocinio dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla
(AISM), indice per il 30 maggio, in occasione della Settimana
di informazione e sensibilizzazione promossa dall’Associazione dei pazienti, la prima edizione dell’iniziativa “Ospedali
a Porte Aperte”, rivolta alle donne che soffrono di questa malattia, tipicamente declinata al femminile: è infatti di 2:1 il rapporto di incidenza tra donne e uomini con SM. Cronica, imprevedibile e spesso invalidante, la sclerosi multipla è una grave malattia cronica del sistema nervoso centrale. Colpisce i
giovani tra i 20 e i 40 anni e le donne, nel pieno della loro vita. Le persone con SM sono 72 mila in Italia e
2,5 - 3 milioni nel resto del mondo. Il suo costo sociale è considerevole, pari a 2,7 miliardi di euro l’anno
solo nel nostro Paese. Durante la giornata, in oltre 100 ospedali, gran parte dei quali premiati con i Bollini
Rosa per la loro attenzione alla salute femminile, sarà possibile usufruire di servizi clinici, di consulenza e
d’informazione, offerti anche grazie alla collaborazione attiva di molte sezioni AISM presenti sul territorio
nazionale. Obiettivo dell’iniziativa è offrire alle donne con sclerosi multipla e ai loro caregiver un piccolo
ma concreto aiuto nella gestione di questa difficile malattia.
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