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Perché la «banda» di Gianfranco Lande ha potuto esercitare

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Perché la «banda» di Gianfranco Lande ha potuto esercitare
STORIA DI COPERTINA I COME È NATA LA T R U F F A
Il quadrilatero degli imbrogli / quattro indirizzi delle eleganti sedi romane
nelle quali, secondo la procura di Roma, si sarebbe giocata la truffa finanziaria
di Gianfranco Lande e dei suoi soci. 1) Via Bocca di Leone, 32: la sede
della Dharma hokiings e ufficio di rappresentanza della Eim e della Egp.
2) Via Sgambati, 1 : la sede della Agharti e ufficio per incontri con i clienti.
3) Via Luigi Luciani, 4: la sede della Eim e ufficio destinato ai contatti
con la clientela. 4) Viale di Villa Grazioli, 12/15: la sede della Dharma holdings
e di un altro ufficio di rappresentanza. A destra, Lande trasformato in Bernard
Madoff, con lo stesso trucco diabolico che il settinumale «New York Magazine» utilizzò
per una celebre copertina sul finanziere, quando questi fu arrestato l'I! dicembre 2008.
La rete del Re Sòia
Perché la «banda» di Gianfranco Lande ha potuto esercitare abusivamente
per due decenni l'attività d'intermediazione finanziaria? Facile: è bastata
una ragnatela di 26 società estere. E se non fosse stato per Paola V, preoccupata
nel 2009 per i suoi soldi che non tornavano, nessuno se ne sarebbe accorto.
DI G I A C O M O A M A D O R I
UN BUCO DA 200 MILIONI, PER MILLE RISPARMIATORI
STORIA DI COPERTINA I COME È NATA LA T R U F F A
P
ei molti è già lafrodedel decennio. I
giornali hannoriempitopagine con
gli elenchi e le foto di presunti truffati,
più o meno famosi. Trascurando,
forse la questione centrale: come sia stato
possibile che un ex funzionario di banca
(Gianfranco Lande), un suo ex collega
supersporùvo ( Roberto Torregjani) e un aristocratico romano (Gian Piero Castellaci de
Villanova), tutti dal 24 marzofinitia Regina
Coeli per associazione per delinqueree altri
reati, abbiano potuto esercitare per almeno
due decenni in modo abusivo l'attività di
intermediazione finanziaria nel cuore di
Roma senza che nessuno se ne accorgesse
Basta davvero un elegante ufficio di rappresentanza (gli arrestati ne avevano quattro)
con targhe dorate sulla porta per evitare i
sospetti dei risparmiatori?
Forse questa storia, vip a parte, ci
racconta come il sistema globale non
abbia gli anticorpi per difendersi da chi
promette rapidi arricchimenti in cambio
di rischi non calcolati. Secondo l'accusa,
Lande ha potuto creare una struttura
ambiziosa, anche se abusiva. Infatti il
guru dei Parioli, dopo l'esperienza in
San Paolo-Imi Invest, nei primi anni
90 inaugura i suoi prodotti competitivi:
offre rendite superiori ai concorrenti e
almeno in parte mantiene le promesse.
Il motivo è semplice: il gruppo raccoglie
fondi soprattutto attraverso una rete di
26 società dall'intestazione simile (la
sigla più gettonata è Eim, European
investment^ management), quasi tutte
ubicate all'estero, anche in paesi offshore.
Queste scatole esotiche non sono re-
I beni al sole
dei cinque
finiti agli arresti
GIANFRANCO LANDE
I
Amministratore della Eim, presidente
della Egp, investiva il denaro raccolto.
ROBERTO T O R R E G I A N I
Amministratore della Eim.
IJfeMtaui»,
Raccoglieva fondi per la
Eim. ha «scudato» i clienti.
fltaLflhL
Un appartamento a Londra,
inGrosvenorsquare
Un immobile a Orari (Nuoro),
in vicolo Pozzo n.7
Un appartamento a Roma,
in via Edoardo Arbibn. 4
GIANPIERO
CASTELLACCI
DEVILLANOVA
urnUn
aappartamento
n3aH
J
a Cortina,
in largo delle Poste n. 29/32
Un appartamento in multiproprietà
a Venezia, sull'isola della Giudecca,
in corte Ferrando n. 409/C-D
Due appartamenti a Roma, in via
Giacinta Pezzana n. 13
Un appartamento all'Argentario,
località Pozzarello
ima u
la a nniJ
Tre appartamenti a Roma:
uno in viale Bruno Buozzi
n.82,
uno in via Luigi Luciani n. 4,
uno in via dei Monti Parioli
n.51
Una Mercedes classe A
160, una Volkswagen
Golf
Una barca in leasing
Una Mercedes MI 320 Cdi, una Smart
Fortwo, una moto Honda Sh 150
^m®
Una Porsche Boxster con
targa svizzera, un'Audi Q5,
una Bmw serie 3 e una moto
Honda Sh 125
^ ^ ^
^M^
Circa 706 mila euro
su vari conti correnti
Circa 6 mila euro su vari
conti correnti
I signori
della stangata
gistrate negli albi delle nostre autorità
di controllo, una scelta che per anni ha
permesso di dribblare i controlli della
vigilanza e di agire al di fuori delle regole
che hanno un costo, ma sono una garanzia
per gli investitori. Qui, invece, si vola ad
alta quota senza il paracadute
Ora i presunti truffati si fanno coraggio
su internet, ben sapendo che la dura legge
del 2005 sul risparmio (conseguenza dei
crac Parmalat e Cirio) non restituirà loro
il maltolto e che non esiste un fondo di
garanzia per i clienti di società abusive.
Intanto gli uomini del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia
di finanza stanno cercando di salvare
il salvabile e attendono le risposte alle
rogatorie, indirizzate nei paradisi fiscali
dove Lande e soci avevano costituito fon-
Carlo Ponzi II pioniere romagnolo sbarcato a Boston
È entrato nella storia per avere organizzato una delle più colossali truffe finanziarie
ed è il padre riconosciuto dello schema a piramide che prende il suo nome. Nato
a Lugo di Romagna nel 1882 e sbarcato negli Usa a 21 anni con 2 dollari e mezzo
in tasca, Carlo Ponzi inizia subito ad avere problemi con la giustizia per piccoli
furti. Ripara in Canada, dove lavora per una banca che offre rendimenti molto
alti agli immigrati italiani (sistema simile al metodo Ponzi) e che fallirà. Rientrato
a Boston, avvia un'attività finanziaria che lucra sulla differenza di prezzo dei
francobolli internazionali: un buono spagnolo per l'acquisto di francobolli
americani (costo in dollari 10 centesimi) ècambiato negli Stati Uniti con francobolli
da 15 o 20 centesimi, garantendo un guadagno del 50-100 per cento. Con la sua
società Securities Exchange Company, Ponzi promette rendimenti trimestrali
del 45 per cento pagando i vecchi clienti con i soldi dei nuovi. Arriva a raccogliere
9 milioni dell'epoca truffando 100 mila persone. Scoperto, nel 1902 viene
condannato per frode postale a 7 anni di prigione.
\t»-
f a s e 1/1 gestore prende
2 euro dai primi
due clienti, promettendo un
rendimento annuo del 100%.
f a s e 2 Per onorare la promessa
(e tenersi i 2 euro), il gestore
convince altre quattro persone
a investire 1 euro a testa.
f a s e 3 Nel terzo momento
dovranno essere trovati
otto clienti, e cosi via.
RAFFAELLA R A S P I
Compagna di Lande, teneva
i rapporti con l'estero.
Un appartamento a Roma,
in via Paolo Frisi n. 15
Un appartamento a Roma,
in via Ruggero Fauro n. 112
Fasel
ANDREA RASPI
^ * ®
Una Mini Minor, una Mini
Cooper, una Jaguar X) 3.0,
una Vespa 125
Circa 11 mHa euro su più conti
correnti
Fase 2
•
Amministratore della Egp,
curava i rapporti con
la Consob e si occupava
di «scudate» i clienti.
Fase 3
Circa 46 mila euro
su un conto corrente
Fase 4
•
•
MI A^Lfc A^Lfc
•
STORIA DI COPERTINA
di chiusi in cui sarebbero raccolte azioni
e obbligazioni per quasi 140 milioni di
euro: bisognerà vedere se contengano
ancora soldi o se il presunto tesoretto
sia di... carta straccia. Dopo avere risolto
questo dilemma, i magistrati di Roma,
coordinati dal procuratore aggiunto
Nello Rossi, potrebbero valutare ipotesi
diriciclaggioe di evasione fiscale
Il gioco, in realtà, viene scoperto già
nel 2009, grazie a un esposto. Quello
della signora Paola V, che non riesce a
riavere indietro i soldi che aveva affidato
aTorregiani. Da un anno è iniziata la crisi
economica internazionale e i miracolosi
rendimenti della Eim e del gruppo Dharma, con base in viale di Villa Grazioli, la
preoccupano. Grazie a Paola V. parte la
valanga. Sulle piste della presunta associazione per delinquere si lanciano i segugi
delle Fiamme gialle Nei computer finisce
l'elenco delle tre diverse Eim: la buccia di
banana su cui cadono gli attuali arrestati
è la mancata iscrizione all'albo della
Consob (la Commissione nazionale per
le società e la borsa) e delle parallele autoritàfinanziarieestere La pistola fumante:
l'abusivismo è un reato che prevede una
pena sino a 8 anni, ben superiore ai 3
previsti per la truffa.
La procura apre un fascicolo contro
la presunta «banda del buco». I militari
controllano sull'anagrafe tributaria i
movimenti della Eim ine. che ha un conto
corrente in Italia, attraverso il quale una
quantità enorme di denaro vola oltre
confine. Vengono effettuati accertamenti bancari per verificare se l'attività sia
rivolta al pubblico: decine di bonifici lo
confermano. A questo punto i finanzieri
identificano i primi dienti e li convocano
come testimoni. Un viavai di persone qualunque e di vip, d'impiegati e di politici,
preoccupati di avere perso i risparmi.
La truffa inizia a emergere dalla nebbia
degli schermi societari. Gli investigatori
compulsano su internet le banche dati
delle camere di commercio estere della
Bernard Madoff II più grande
La versione moderna di Ponzi è Bernard
Madoff invece di francobolli, il finanziere
di New York si occupa di hedge fund, ma
il meccanismo è lo stesso, pagare i vecchi
clienti con i soldi dei nuovi investitori.
Madoff nasce a New York nel 1938 in una
famiglia di origini ebraiche. Molto stimato
nella comunità, inizia la sua attività negli
anni Ottanta come broker. La sua società,
la Bernard Madoff Investment Securities,
dietro lo schermo di una sede prestigiosa
piena di computer, nasconde in realtà una
colossale truffa che si regge fino
a quando i mercati continuano ad avere
un andamento regolare. Madoff mantiene
un profilo basso e garantisce rendimenti
ragionevoli, del 10 per cento all'anno. Tra
i suoi clienti, star dello spettacolo e banche,
anche italiane. L'aspetto cunoso è che
i rendimenti restano costanti nonostante
gli alti e bassi dei mercati. Ma il crollo della
borsa del 2007 e la richiesta di rimborsi dei
clienti per 7 miliardi di dollari hanno fatto
franare il castello di Madoff. Arrestato, è
stato condannato nel 2009 a 150 anni di
prigione dopo avere lasciato un buco da 50
miliardi.
Kazutsugi Nami Moneta planetaria
Kazutsugi Nami, un uomo d'affari giapponese e titolare di una azienda specializzata in biancheria e materassi, negli anni
Novanta convinse 37 mila connazionali
a dargli l'equivalente di oltre 1 miliardo
di euro. A che titolo? Per investire
nell'«enten». una moneta unica planetaria inventata da Kazutsugi Nami
che garantiva il 36 per cento all'anno.
È stato arrestato nel 2009.
Companies house britannica, della Zefix
svizzera, della Legilux lussemburghese Si
ricostruisce un reticolo di società che parte
dal Lussemburgo (Dharma holdings),
passa per la Francia (Européenne de
gestion privée la Egp iscritta alla Camera
di commercio di Parigi) e la Gran Bretagna (Eim), ma opera nel microcosmo
dei Parioli di Roma, dove ha quasi tutti
i suoi clienti. E proprio qui c'è il rischio
di un effetto domino, visto che in un
altro circolo esclusivo ha recentemente
fatto decine di vittime un broker la cui
società, la Orconsult, è appena finita in
liquidazione coatta.
Nel gennaio 2010 su internet viene
lanciato il primo sos: Pietro Di Prato, in
un forum dell'Aduc, associazione di difesa
dei consumatori, racconta la disavventura di un amico che ha investito con la
Dharma holdings: «La scorsa settimana
ha chiesto di avere indietro il capitale,
ma gli è stato risposto di attendere fino
ad aprile e che nel frattempo non riceverà
più gli interessi».
La Dharma holdings replica con una
lunga precisazione Per qualche mese il
web tace ma gli investigatori scoprono
altre irregolarità. Per esempio che gli
investitori, in cambio dei loro soldi, non
firmano alcun contratto: ricevono solo
fotocopie dei propri assegni, estratti conto su carta non intestata; a volte siglano
complessi documenti in lingua inglese
che autorizzano Lande e soci a investire
nei derivati d'Oltremanica, i prodotti più
rischiosi. E nessuno, al contrario di quel
che prevede la direttiva comunitaria Mifid,
chiede airisparmiatorila loro propensione
al rischio.
In fondo, molti degli interlocutori sono
persone con esperienza: commercialisti
(persino un consulente del tribunale),
avvocati, manager. Lande li convince tutti
e i soldi vengono investiti nei suoi fondi
chiusi non liquidabili, prodotti finanziari
che studia in maniera maniacale. Spesso si
trovano in paradisi fiscali segnalati nelle
S T O R I A DI C O P E R T I N A
Grandi bidonisti
Da sinistra, Gianpiero
Addis Melaiu,
Joseph Forte
e Giovanni Sucato.
liste nere della comunità intemazionale.
Piccole Tortuga, dove non esiste la parola
impossibile E con la crisifinanziariaintemazionale del 2008, per l'accusa, quei
fondi diventano buchi neri: 75 milioni
di euro, raccolti da Lande e compagni,
sono convertiti in azioni, 55finisconoalle
Isole Vergini britanniche (52 solo nel Blu
water fund), 11,5 alle Bahamas ( 10 nello
Eim Bahamas Eurofund). Otto milioni
e mezzo prendono la strada del Belgio.
Le obbligazioni, invece inghiottono altri
63 milioni. Il fondo EuxBB 0,05, un'altra
creatura di Lande entra nei portafogli dei
clienti con 35 milioni di euro di bond.
Altri 10 milioni diventano titoli Dharma.
La banda, secondo gli inquirenti, a questo punto smette di essere una finanziaria
(seppure abusiva) e inizia a «vendere il
Colosseo» con una specie di catena di
Sant'Antonio: i risparmi degli ultimi
arrivati (cui vengono fatti sottoscrivere
pacchi di obbligazioni Dharma) servono
a liquidare gli investitori più preoccupati.
Lande e i suoi non li avvertono delle diffi-
Joseph Forte Viaggio nel «future»
Tra i re della truffa americani, un posto speciale
spetta a Joseph Forte che è riuscito a raccogliere
50 milioni di dollari tra un'ottantina di ricchi
clienti per investirli in contratti future. In realtà
il sistema di Forte era il classico schema Ponzi
che ha funzionato per più di un decennio, dal
1995 al 2008, offrendo rendimenti che
oscillavano dal 18 al 37 per cento annui.
Giorgio Monodia Imbonitore in tv
Negli anni Ottanta la sua attività principale
era la raccolta di risparmio tra i telespettatori
di Retemia, promettendo interessi dal 25 al
29 per cento mensili: 14 mila i risparmiatori
coinvolti. Con i soldi accumulati, nel 1988
Mendella aveva acquistato anche una banca,
il Banco di Trigesimo. Nel 1999 il Tribunale di
Lucca ha condannato Mendella a 9 anni di
reclusione per bancarotta fraudolenta.
Giovanni Sucato Sicilia tragica
Non per tutti i truffatori «made in Italy» il
sipario si chiude con la fuga o con qualche
anno di galera: a Giovanni Sucato è andata
peggio. Negli anni Novanta fece sognare la
Sicilia facendo raddoppiare i soldi che i clienti
gli portavano sempre più numerosi. Raccolti
10 miliardi di lire, sparì. Ma evidentemente
aveva truffato anche un importante mafioso.
Così, prima furono assassinati 5 suoi agenti. E
poi, il 30 maggio 1996, il suo corpo fu trovato
dentro l'auto, carbonizzato.
Gianpiero Addis Metani L'ambasciatore
Investigatori Alcuni agenti
del Nucleo speciale di polizia
tributaria della Guardia
di finanza romana: hanno
aperto loro il caso «Madoff».
È cronaca di poche settimane fa: cittadino
svizzero residente in Italia e titolare di due
società,laGdConsultingelaGeneral Dynamics,
Melaiu si presentava ai potenziali clienti come
ambasciatore della Repubblica di Vanuatu.
Offriva rendimenti annui del 15-20 per cento.
11 meccanismo si è inceppato quando i soldi dei
nuovi clienti non sono stati più sufficienti per
rimborsare i vecchi.
colta e anzi li rassicurano sino all'ultimo.
Per uscire dall'impasse, le varie Eim (il
braccio illegale della holding) provano
a trasferire i clienti alla Egp, società riconosciuta dalla Consob, e propongono ai
malcapitati di avvalersi dello scudo fiscale
secondo gli specialisti delle Fiamme gialle
è l'ultimo gioco delle tre carte per rimandare ancora la restituzione dei denari. Tra
i dienti, in pochi rifiutano la proposta
visto che l'importante è riavere i soldi.
Per chi indaga, però, la maggioranza dei
sottoscrittori Eim era in buona fede e non
aveva bisogno di regolarizzare la propria
posizione con il fisco, avendo investito
i soldi in Italia. Al contrario, bisognerà
capire se ci sia qualcun altro che ha approfittato della «invisibilità» delle Eim per far
sparire i propri averi dall'Italia e farli poi
rientrare legalmente con lo scudo.
L'inchiesta decolla nell'autunno 2010:
i finanzieri perquisiscono gli uffici dei
sospettati, mentre 36 persone sporgono
denuncia. I giornali iniziano a occuparsi
di Egp: a fine anno viene nominato un
commissario liquidatore in Francia, nel
gennaio 2011 in Italia (ha appena dichiarato l'insolvenza della società). Lande
resta a lavorare a un piano di ristrutturazione Sino all'arresto dei membri della
banda, il 24 marzo scorso.
Ora i loro piani potrebbero essere svelati dalle tre «gole profonde», legate agli
inquisiti, che stanno collaborando con
chi indaga. Ma le disavventure giudiziarie
del gruppo non sembrano rasserenare i
vecchi dienti, anche perché i loro nomi
sonofinitisu quotidiani e tv. Su internet,
Jonny riassume cosi il pensiero di tutti:
«Inizio a ricevere telefonate del tipo:
"Sei tu o non sei tu?". Non solo questi
truffatori ci hanno rovinato la vita, ma
adesso ci si mettono anche i giornali a
darci il colpo di grazia».
•
STORIA DI COPERTINA I IL MEMORIALE DI LANDE
Da Regina Coeli Gianfranco
Lande, 49 anni, arrestato
il 24 marzo per associazione
a delinquere e abusivismo
finanziario.
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«Sbagliate,
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Dice: «Non sapevo nulla dei miei soci», Promette: «Collaborerò col pm». E in cella continua a non nutrirsi.
DI G I A N F R A N C O LANDE
ai secondi, con i primi che hanno percepito quasi esdusìvamente
Quattro pagine, vergate a mano a Regimi Coeli in esclusiva per «Panorareddito
ma»: così Gianfranco Lande (difeso dall'avvocato Salvatore ScMb),
uno da
dei lavoro e i secondi che hanno percepito commissioni;
che le attività svolte da Torregiani (e in misura molto minore da
cinque arrestati nell'inchiesta sulla presunta truffa che a Roma ha4)coinvolto
Castellacd
olav 1.000 persone, racconta lasuapartedivetità. E si difende dalle
accuse. per quantoriguardavalarelazionecon la sua dientda)
non erano da me concedute né alcuna autorizzazione era richiesta
crivo questa nota in stampatello per fadlitame la lettura. da Torregiani per la movimentazione ddla liquidità, che avveniva a
Ho consumato il mio ultimo pasto la sera di mercoledì sua completa discrezione come può essere fadlmente dimostrato
23 marzo, non ho bevuto dalle ore 14 del 24 marzofinoa dall'analisi dei conti accesi presso la Cassa di risparmio dell'Aquila
domenica 27 alle 12 arca, momento dal quale ho ripreso a (e dai suoi conti personali presso Crédit agricole Suisse per quanto
bere acqua ndla misura di un bicchiere al giorno arca. Ho notifi- riguarda alcune spedfidie transazioni) in virtù dd fatto che si tratcato agli agenti di custodia la mia dedsione di non alimentarmi, tava della dientda di Tonegiani. Nd caso si trattasse di dientda
che è stata catalogata «per motivi di giustizia» secondo quanto altrui, Torregiani si arrogava una sorta di direzione implidta, forse
affermato da qudlo che mi ha accompagnato alla visita medica; dovuta alla maggiore «anzianità»rispettoagli altri; 5 ) che il fatto di
non conosco la catalogazione completa, quindi accetto quella essermi messo a disposizione dd pubblico ministero sin dal mese
propostami. Il mio rifiuto ad alimentarmi non vuole costituire una di settembre 2010, unitamente al fatto die tutta la mia attività (in
protesta contro l'ordinanza di custodia cautelare è l'unico modo per cui si indude e spiega l'utilizzo degli uffid di viale di Villa Grazioli)
testimoniare in maniera tangibile quanto da me affermato durante dal momento ddla notifica di indagini su Torregiani, ma anche in
l'interrogatorio di garanzia, ovvero: 1 ) che nessuna concertazione precedenza dato lo stato di crisi dd gruppo Dharma, i problemi
è mai esistita tra le persone oggetto dd provvedimento allo scopo verificatisi in Egp entrambi originati da Eim, è stata volta a ricostruire
di truffare chicchessia, né di recare danno alcuno, né in generale la movimentazione delle sodetà implicate e a trovare una soluzione
a commettere reati di alcun tipo; 2) che lafinalitàperseguita dai il più possibile soddisfacente per tutti i dienti coinvolti.
rappresentanti di Egp e dd gruppo Dharma in generale era diverQuesto fatto è materializzato in una serie di documenti e
sa e per molti aspetti conflittuale rispetto a quella perseguita dai contatti di cui la sintesi, condivisa con alcuni consulenti e dienti
rappresentanti del circuito Eim; 3) che gli assetti patrimoniali dei promotori di una soluzione transattiva, è stata consegnata al
primi sono qualitativamente e quantitativamente diversi rispetto pubblico ministero in occasione dell'interrogatorio di garanzia.
S
STORIA DI COPERTINA I IL MEMORIALE
Gli elementi citati smentiscono alla radice l'esistenza di un'associazione a delinquere e il rischio di reiterazione dei reati o
d'inquinamento delle prove È chiaro che la mia motivazione è
sottolineare il fatto che la custodia cautelare sia a mio avviso non
solo innecessaria ma anche controproducente ai fini del rapido
accertamento della realtà dei fatti e alla conseguente ricerca di
una soluzione a cui sono determinato, se mi sarà consentito, a
collaborare pienamente, dato che dispongo delle informazioni
storiche e, qualora non ne disponga, posso agevolmente mettere
in contesto le informazioni reperite successivamente.
Il mio primo pensiero è che Raffaella Raspi e suo fratello
Andrea tornino al più presto in libertà o almeno agli arresti
domiciliari. La prima perché ha avuto il solo torto di essere la
mia compagna e di fidarsi decamente di me, eseguendo tutto
quanto le ho richiesto; il secondo perché difficilmente avrebbe
potuto diffidare di sua sorella e del suo compagno. Entrambi
hanno sempre avuto un inquadramento da dipendenti, per cui
è diffirile immaginare da parte loro un interesse economico di
qualsiasi tipo in un piano criminale peraltro inesistente.
La lista dei beni sottoposti a sequestro parla chiarissimo in
merito e testimonia la loro estraneità strutturale a qualsiasi
arricchimento a danno di dienti. Entrambi hanno una figlia, la
prima nella ddicata fase dell'adolescenza e per cui nutro lo stesso
affetto che per una mia figlia, il secondo ndl'ancora più delicata
fase ddl'infanzia in cui ogni evento traumatico può lasdare segni
duraturi. Secondariamente, trovo che la libertà o almeno gli arresti
domidliari siano appropriali (in virtù di quanto ho esposto e
che verrà immancabilmente confermato dallo svolgimento ddle
indagini) per me e le altre persone oggetto dd provvedimento,
soprattutto Castdlacd a causa ddla sua estrema fragilità. A causa
ddl'assenza di concertazione e obiettivi comuni, non ho elementi
per valutare le posizioni di Torregiani e Castdlacd oltre a qudli
ricavati dalle mie analisi sulla movimentazione storica di Eim
Inc. e dalla dooimentazione rdativa alle ordinanze di sequestro.
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Per quanto mi riguarda, però, ho una conoscenza diretta dd fatti e
posso affermare in maniera documentata di non avere mai inteso
nuocere finanziariamente o in altro modo ai clienti, fossero essi
dienti Eim, Dharma o Egp.
Posso altresì affermare di non aver mai tratto un vantaggio economico dai problemi che si sono creati per la dientda. Al contrario, a
partire dal 2004 ho contribuito in maniera sostanziale alla continuità
dd gruppo Dharma e ai disinvestimenti dd diend Eim attribuendo
a favore di Agharti un contratto legato alla mia attività professionale
personale die ha generato oltre 10 milioni di euro di ricavi. Non
aedo sia errato affermare che tale atteggiamento è dedsamente
incompatibile con qudlo di un truffatore che si arricchisce e accumula alle spalle dd suoi dienti. La lista dd mid beni sottoposta al
sequestro d'altra parte è chiarissima: le mie disponibilità bancarie
sono pari a zero, gli unid immobili a me intestati sono la quota di
un immobile di proprietà di mio padre che ho ereditato prò quota
con mia madre e le mie due sorelle e la casa di mio nonno materno
che ho acquistato allo stato di rudere per soli 20 mila euro.
In aggiunta a ciò, non incluso nell'ordinanza di sequestro possiedo un appartamento di Londra dove ho la mia residenza e che
ho acquistato nel 1998 in gran parte grazie a un mutuo erogato da
Hsbc (la banca, ndr), presso cui intrattengo un rapporto di conto
corrente noto agli inquirenti. Da ultimo, sempre non compresa
nell'ordinanza di sequestro, possiedo una barca, anch'essa finanziata da Hsbc, sui cui canoni di finanziamento sono in arretrato
di diversi mesi. Se si considera infine che non ho potuto pagare
le tasse in Inghilterra sui redditi degli scorsi due anni, è evidente
che il mio profilo non è qudlo di chi ha sottratto milioni ai suoi
dienti appropriandosene e alimentando le proprie disponibilità.
Ciò è talmente chiaro ai dienti che mi hanno incontrato d i e
nonostante e a dispetto delle esortazioni che sono giunte da più
soggetti, essi non hanno proceduto a sporgere denunda nei miei
confronti. E se pure il numero ddle denunce nei confronti miei e
di altri sia consistente, esso è una frazione dd numero totale dei
dienti, siano essi Dharma, Egp o Eim.
•
STORIA DI COPERTINA I I V I P F I N I T I NELLA RETE
Enrico Vanzina
631.5341
leinz neck
H170.000C
Carlo Vanzina
400.000€
Claudio Sorrentino
( lauuia Ruspo
270.000 €
242.0001
Tra mille gabbati
Uomini di spetuicolo,
spoitivi, nobildonne:
ecco alcune vittime
del crac romano.
In totale, i clienti
delle società dei
«Madoff dei Parioli»
anopiùdi 1.000.
Fernando Masiilu
280.900*
Samantha De Carnet
260.000 *€l ' h a recuperato la cifra
Stefano Desideri
575.8B0€
Mi disse:
«Vede, signora,
il denaro sale
e scende...
... ma se lei lo intercetta a metà strada, potrà ottenere
dei bei guadagni)). Questa è la storia
del grande imbroglio, raccontato dalla viva voce
di chi ci è cascato: scrittrici, avvocati, cantautori, attrici.
Tutti illusi, anche dalle apparenze.
DI A N T O N E L L A P I P E R N O
D
ifficile ipotizzare che un top manager
tome Danide De Crandis, responsabile per l'Italia ddl'Lltc, colosso taiwanesedei tdefoni cdlulari, sia uno
sprovveduto. Complicato crederìo pure dd
generale Ciro Di Martino, ex capo di stato
maggiore ddl'eserdto e ora vicepresidente
dell'As Roma. Eppure illusi dal passaparola di parenti e amid e dalla promessa di
rendimenti stratosferid, insieme ad altri
mille sono cascati anche loro ndla grande
messinscena finanziaria dei «Madoff dei
Parioli», affidandorispettivamente342 mila
e 109.135 euro a Gianfranco Lande & Co.
Neanche delle grosse perdite considerando i quasi 5 milioni di euro investiti dall'ex
attaccante della Roma Ruggiero Rizzitdli
e dall'imprenditrice Daniela Malpighi. Si
fidavano pure dell'amicizia, spesso antica,
con il nobilbroker Giampiero Castdlacd de
Villanova e ddla gentilezza di Roberto Torregiani che racconta la showgiri Samantha
De Grenet, la raggiungeva sempre in centro
«per caffè e rendiconto».
Con il sistema dei capitali freschi che
coprivano le liquidazioni dei dienti in
usata hanno guadagnato tutti per parecchi
anni, anche se, come racconta la piene
Alessandra Pipemo, qualcosa di irrituale
s'era visto subito, a partire dai nomi dei
conti: «Minnie e Topolino». Lei, che sta
curando il lancio ddl'area ristorazione
del museo Maxxi, e suo ffatdlo Matteo,
dipendente dell'Agenzia delle entrate a
Castdlacd hanno affidato rispettivamente
375 mila e 449 mila euro, l'eredità del
padre Claudio: «Giampiero era un amico
di papà, pariolino come noi, inevitabile
fidarsi. Per anni abbiamo avuto buoni
rendimenti; poi nel 2009 il patatrac».
Pure il penalista Titta Madia frequentava
Castdlacd, «il più snob della compagnia»,
da sempre: «Ho capito che qualcosa non
quadrava quando sono andato ndl'uffido
di viale di Villa Grazioli: troppo lusso, soffitti
alti 6 metri, boiserie quadri, una sfilza di
segretarie degantissime scrivanie di cristallo
ed enormi sale d'attesa». Qui Lande si faceva
aspettare per mezz'ora, «neanche fosse il
presidente ddla Banca d'America» chiarisce
un'altra truffata famosa, la nobildonna
Claudia Ruspoli, che nutre fioche speranze
di rivedere i suoi 270 mila euro. Anche Id
presa all'amo da Castdlacd: pariolino, figlio
di una nobildonna vacanze tra Porto Ercole
Capri e Cortina, presenzafissaagli eventi
mondani della capitale era intimo di tanti
sod di circoli ad alta densità di portafogli
gonfi come il Parioli e l'Aniene dove sono
iscritti i registi Carlo ed Enrico Vanzina:
STORIA DI COPERTINA
I V I P F I N I T I NELLA RETE
in nome dell'amicizia hanno affidato a
Castdlacd circa 400 mila e 631mila euro.
All'Aniene, negli anni Ottanta, si era
infilato anche Torregiani, ma solo come
insegnante di nuoto. Ndla cricca era soprattutto l'addetto al comparto caldatori: tifoso
sfegatato della Roma, sempre presente in
tribuna Tevere, ne ha abbindolati un bd po',
dal portiere Alexander Doni agli ex Stefano
Desideri e Massimo Agostini, fino all'ex
laziale Giovanni Stroppa. «Frequentava
la sodetà, era un grande tifoso, non c'era
motivo di non fidarsi» allarga le bracda
Rizzitdli, mito ddla Roma degli anni 70 e
oggi commentatore di Sky.
Ma oltre a «solare» i suoi miti giallorossi,
Tonegiani ha fregato pure 800 mila euro
alla sua fidanzata, Fausta Pugliese. Perché
la cricca pescava ovunque a strasdco, anche
organizzando raffinati cocktail acchiappadienti ndla sontuosa sede: sono finiti nella
rete il produttore Marco Valsania (qudlo
del Macellaio, con Alba Panetti), Ruggero
Deodato, regista ddla serie tv / ragazzi del
muretto, e Anna Blefari Melazzi, ex ambasdatrice d'Italia in Polonia. C'è cascato
anche chi alle storie maledette è avvezzo,
La sòia
La «truffa dei Parioli» riassunta
con un sonetto al modo di Pasquino.
DI LUCIANO S A N T I t t l
Pissi pissi, 'na vocetta tentatrice
gira sottobanco com' a versione a scóla:
«Sai che pòi fa 'r grano, èsse più felice.
senza move paia, e senza pijà la sòia?
«Conosco du' tizi, fàcce affidamento;
je dai 'r contante, te pàgheno palanche:
venti cucùzze d'interesse ogni cento,
più che a fa 'r cravattàro o dalli a 'e banche.
«So' come 'n cavallo bóno a Capannelle.
fanno cresce i sórdi e c'hanno la coda:
clienti ricchi ai Parioli. belle pischèlle.
nóbbili, ggènte de sinistra e de moda».
I furbi hanno sentito puzza de stàbbio,
artri, ingordi, se credevano paraculi.
Dar giorno che 'r Gatto e 'a Vorpe
[stanno argàbbio
quanti Pinocchi ar Campo d'i Miracoli!
senza move paja.
sema fare niente
cravattàro. usuraio
puzza de stàbbio.
sgradevole, di guai
ar gàbbio: in prigione
Anche la politica
A lato, altre tre
vittime della truffa:
l'ex giocatore
Stroppa, il deputato
del Pd Garofani
e l'attore Riondino.
come l'anatomopatologo Giancarlo Umani
Ronchi: è stato il perito dd gip nel dditto di
Meredith Kercher a Perugia e ha lasdato da
poco il pool difensivo di Michele Misseri,
presunto mostro di Avetrana: «Castdlacd
me Io aveva presentato un amico, che aveva
visto fruttare parecchio il suo investimento».
Spedalista della ricca borghesia e dei
blasonati, il nobilbroker non ha però
trascurato il coté di sinistra. Una ventina
di anni fa frequentava anche il Folkstudio,
dove suonavano Francesco De Gregori e
Antonello Venditti. È Ti che ha conosduto
Emesto Bassignano, cantautore (era uno
dei «4 ragazzi con la chitarra» cantati da
Venditti in Notte prima degli esami) nonché
conduttore radiofonico di culto: «Giampiero era diventato un amico, sempre in
primafilaalla presentazione dd mid libri e
dei miei dischi. Me lo presentò la moglie di
Nini Salerno, quello dei Gatti di vicolo Miracoli: avevano avuto rendimenti favolosi».
Giampy gli ha giocato pure un'ultima beffa da 12 mila euro: «Facciamo
lo scudo fiscale così sei più sicuro, mi
ha detto. Mai rivisto un euro». Adesso
Bassignano è preoccupato per sua sorella
Ida, regista: ha investito 200 mila euro
«e non ha più niente neanche la casa».
Ma a sinistra d sono cascati in tanti: oltre ai due deputati pd Francesco Saverio
Garofani e Giandomenico Martino, le
sorelle Sabina e Caterina Guzzanti (vedere
l'articolo a pagina 77), David Riondino, il
vicedirettore di Rai 3 Fernando Masullo,
Maura Misiti autrice dd programma Parla
con me, la giornalista e scrittrice Laura Lilli,
anima delle pagine culturali di Repubblica.
Lilli racconta di essere stata portata al cospetto di Torregiani, cui ha affidato 292 mila
euro («Soldi sui quali ho sempre pagato le
tasse»), nella sede di via Bocca di Leone,
da un'amica, soddisfatta diente da anni:
«Si presentò questo ragazzo alto, degante
e abbronzato perché spiegò, faceva pesca
subacquea ndla bassa California».
Per convincerla disegnò su un foglio due
freccette una in alto e una in basso. Disse:
«Vede signora, il denaro fa così; va un po'
su e un po' giù. Ma se lei lo intercetta a
metà, potrà avere dei bei guadagni». La
scrittrice ovviamente non ha più visto un
centesimo.
•
STORIA DI COPERTINA I I V I P A L L A G 0 6 N A
lo, da truffato a linciato
La mia famiglia, le mie figlie sono state ingannate. Le attaccano solo perché chi ha soldi va punito.
DI PAOLO GUZZANTI
I
o non ho mai dato un soldo ai cosiddetti «Madoff dei Parioli», ma mi ritrovo
egualmente sulle cronache perché mia
madre (morta a 94 anni nd 2006) aveva
affidato a questa gente i suoi risparmi per
più di 10 anni. A me toccava un'incombenza filiale: andare da lei ogni anno per
decifrare la rdazione annuale dì Roberto
Torregiani, un giovanottone che si esprimeva in un linguaggiofinanziariotonenziale
Mia madre voleva soltanto sapere se
poteva o no permettersi il solito mese in
montagna ad agosto. Quando poi chiedevo
a Tonegiani come diavolo facessero, lui e la
sua sodetà, a garantire utili superiori al 15
per cento, mi investiva con uno tsunami di
parole gergali borsistiche Ma, visto che mia
madre aveva garantita l'estate in montagna,
potevo salutare e andare via.
Quando mia madre morì, mi trovai
erede di una parte dei suoi risparmi in
mano a questa gente e con il problema
di prendermi cura di mia sorella. Tutto
andò ancora lisdo per un po'finchéil
tonitruante Torregiani non mi disse che
avrei fatto meglio a pagare di mia tasca un con Gianfranco Lande e Raffadla Raspi, che
mensile a mia sorella in attesa che si risol- ho conosduto pallida e spaventatafralibrevessero alcuni «problemi di liquidità». Poi rie vuote centralinisti nervosi ed espressioni
comìndarono a telefonarmi amid e parenti
tese quando anche io andai a chiedere che
spaventati. Nel frattempo Torregiani era
fine avessero fatto i soldi di famiglia (le
stato sostituito da un nuovo personaggio,
risposte erano vaglie e rassicuranti:fradue
Gianfranco Lande un signore che veste e
o tre mesi tutto sarà a posto). Seppi poi
parla come un banchiere svizzero, parti- che Lande aveva raccontato di essere stato
colarmente abile nd fronteggiare scenate
minacdato da certi calabresi che rivolevano
ai limiti ddl'aggressionefisicae che oggi i soldi e ho letto che questi calabresi erano
fa lo sdopero ddla fame in cdla.
più predsamente mafiosi dd dan Piromalli.
Ho di conseguenza assistito sulla stampa
Questa gente intanto aveva cambiato
liberal al vergognoso lindaggjo di mia figlia
sede: da via Bocca di Leone, nel centro
storico, si era trasferita in un degante villino Sabina, truffata anche ld, e alla esposizione
di viale di Villa Grazioli. Poiché nessuno di dd mio nome carognescamente awidnato
questi indirizzi è ai Parioli, non so spiegarmi a quello dei mafiosi calabresi. Così, mentre
perché la vicenda sia stata ribattezzata come migliaia dì persone perdevano tutti i loro
rispanni e altri l'intero frutto di una vita
«truffa dei Parioli», ma probabilmente il
di lavoro, partiva una valorosa cacda alle
nome del quartiere evoca
facili vizi e smodate ric- vittime marchiate con la stella gialla del
chezze nelle macellerie vip. In Italia, paese fasdocattocomunista, il
denaro è sempre e comunque «merda del
di bassa cronaca.
Adesso Torregiani diavolo» e chi viene derubato, come si legge
è in galera, o meglio sulla bibbia degli italiani che è Pinocchio, va
•
in custodia cautdare. severamente punito.
Parlamentare
Paolo Guzzanti,
deputato, tra
le figlie Sabina
e Caterina.
^ J ^ J ^ [ J J j " afra investili da SUA madre
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