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italiani veri

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italiani veri
italiani veri
lo straordinario successo della musica italiana in Russia
un film di
Marco Raffaini e Giuni Ligabue
press contact
Marco Raffaini
[email protected]; [email protected]
+39.333.3049753
www.italianiverifilm.com
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italiani veri
SINOSSI
Italiani veri è un documentario sullo straordinario successo della canzone italiana in
Russia e negli altri paesi dell’ex URSS negli ultimi 50 anni. Frequentando la Russia ci si
rende conto di quanto grande sia la conoscenza e la simpatia che la musica leggera
italiana incontra in quel paese e dell’intensità dei sentimenti che questa provoca tra
persone dei più diversi strati sociali e delle più diverse generazioni.
La narrazione parte dall’inizio degli anni 60, quando la voce di Robertino, il bambino
prodigio, che all’epoca aveva dodici anni, entra in Unione Sovietica e si diffonde fino a
fargli vendere più di 50 milioni di dischi. La sua popolarità è talmente grande che
Valentina Tereshkova, la prima donna cosmonauta, chiede di poter ascoltare le sue
canzoni a bordo della navicella spaziale, mentre in occasione di un incontro di calcio a
Mosca tra le nazionali di URSS e Italia, gli altoparlanti dello stadio diffondono, prima
dell’esecuzione degli inni nazionali, una canzone di Robertino.
Negli anni 80 la televisione sovietica inizia a trasmettere ogni anno la serata finale del
festival di Sanremo, vera e propria finestra sul “libero” Occidente e le canzoni italiane di
musica leggera possono essere ascoltate senza censure, a differenza di quanto avveniva
con i maggiori gruppi rock inglesi e americani. Questo fa sì che la fama dei cantanti
italiani più rappresentativi (Toto Cutugno, Adriano Celentano, Al Bano e Romina Power,
Pupo, Ricchi e Poveri, Riccardo Fogli, per citarne solo alcuni) si propaghi massicciamente
in ogni angolo di un paese sconfinato. Agli anni 80 risalgono anche le prime esibizioni dal
vivo dei cantanti italiani in Unione Sovietica, davanti a stadi e palazzetti esauriti.
Oggi, a più di vent’anni dal crollo dell’Unione Sovietica, la loro popolarità resiste, grazie
anche a una nuova veste, a un nuovo modo di proporsi: il duetto con artiste e artisti
russi.
Il film ripercorre le tappe di questo successo, cerca di spiegarne il motivo e ne trova le
radici nell’immenso favore che la cultura italiana gode tra la popolazione russa, che risale
a ben prima della comparsa della musica leggera: basti pensare, come esempio, a quanti
pittori e scrittori russi raccontarono l’Italia nell’Ottocento o alla diffusione che ebbero in
Unione Sovietica i film del Neorealismo italiano.
Italiani veri si sviluppa attraverso interviste ai maggiori protagonisti di questo successo
(Robertino, Al Bano, Pupo, Toto Cutugno), a cantanti russi e russe che hanno collaborato
con loro (Tat’jana Bulanova, Svetlana Svetikova, Diana Gurtskaja), a esponenti della
scena underground pietroburghese (Oleg Garkusha, Viktor Sologub), a critici musicali,
giornalisti, professori universitari e a semplici appassionati di musica italiana.
Marco Raffaini
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ideato e scritto da
Marco Raffaini
con
Robertino Loreti, Albano Carrisi, Enzo Ghinazzi, Toto Cutugno,
Tat’jana Bulanova, Svetlana Svetikova, Diana Gurtskaja, Julija Mikhal’chik,
Mikhail Cherchik, Aleksandr Danilevskij, Gian Piero Piretto
fotografia
Marco Mello
riprese
Giuni Ligabue, Marco Mello, Alex Scorza, Marco Raffaini
suono
Roberto Cois
montaggio
Giuni Ligabue e Marco Raffaini
musica
Regipsy Jazz Ensemble
regia
Marco Raffaini e Giuni Ligabue
prodotto da
Marco Raffaini, Giuni Ligabue e Marco Mello
Italia, Russia, 2013
durata: 66’
lingue originali: russo, italiano
sottotitoli: ita, rus, eng
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Valentina Tereshkova, la prima donna cosmonauta
“Valentina Tereshkova, la famosa astronauta russa, chiede di ascoltare le canzoni di quello che
chiamano il bambino delle stelle. Valentina Tereshkova, mentre girava intorno alla terra, le
chiedevano ‘Come va? Come stai? Tutto bene?’ E lei disse ‘Sì, io sto tanto bene, tutto funziona
bene, sono tranquilla’, dice ‘Ma come stai, lì da sola?’, dice ‘Beh, quassù è bellissimo, l’unica cosa
c’è tanto silenzio, un profondo e assoluto silenzio’. Dice ‘E che cosa possiamo fare per aiutarti,
Valentina? Vuoi sentire un po’ di musica? Ti mandiamo qualche poesia?’, dice ‘No, se proprio mi
volete fare un regalo, fatemi ascoltare una canzone di Robertino’ ”
Robertino Loreti
Robertino nel 1961, a quindici anni
“Una volta in Russia abbiamo interpretato la canzone di Toto Cutugno L’italiano, e alla
fine del concerto si avvicinò una ragazza e ci disse in inglese: ‘Bravi, avete cantato in
italiano un brano russo’”
Fabrizio Masci (tastierista di Robertino)
Fabrizio Masci e Robertino Loreti al Museo Etnografico di Khabarovsk
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Marco Raffaini, nato a Parma nel 1967, vive a Bologna. Traduttore, scrittore, laureato in russo con
una tesi sull’ubriachezza nella letteratura russa contemporanea, è alla prima esperienza
cinematografica. Nel 2012 ha scritto Eto sluchilos’ so mnoj (Ѐ capitato proprio a me), romanzo
biografia di Robertino Loreti, in via di pubblicazione in Russia. Nel 2003 ha pubblicato il romanzo
Storia della Russia e dell’Italia, insieme a Paolo Nori, per la casa editrice Fernandel e suoi racconti
sono stati pubblicati su varie riviste e antologie. Ha tradotto dal russo i romanzi Manuale di
disegno di Maksim Kantor per Feltrinelli e Maksim e Fjodor di Vladimir Shinkarjov per Einaudi,
oltre a diversi racconti. Frequenta abitualmente la Russia per passione.
Giuni Ligabue (Modena 1980) è autore e regista. Da sempre appassionato, si avvicina al mondo del
cinema nel 2003 e da allora ha realizzato e partecipato alla realizzazione di svariati progetti quali
videoclip musicali, cortometraggi, lungometraggi, spot e documentari. Si dedica per passione alla
realizzazione di progetti di cinema popolare nelle realtà degli spazi occupati e autogestiti.
Collabora con diverse realtà indipendenti principalmente tra Bologna e Roma, ed è attualmente
impegnato nella realizzazione di altri importanti progetti.
Marco Mello (Firenze 1983) fin dalla giovane età sperimenta il linguaggio fotografico sia nella
pratica del reportage amatoriale, sia nello sviluppo della pellicola in camera oscura. Iscritto al
DAMS nel 2002 si avvicina al mezzo audio video, e a Bologna comincia a sperimentare la ricerca
del linguaggio fotografico nel cinema, sperimentando concetti come la luce disponibile e la
bidimensionalità del discorso filmico-digitale. Da tempo collabora con diverse realtà locali e
nazionali come direttore della fotografia apportando in ogni progetto il proprio bagaglio
personale.
Il film ha partecipato al festival internazionale “Biografilm”, a Bologna nel giugno 2013, dove si è
aggiudicato il Premio del pubblico nella categoria “Biografilm Italia”.
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