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ARRIVEDERCI IN TUTTE LE LINGUE!
PIAZZA MERCANTI CASTELLO SFORZESCO STAZIONE CENTRALE E IL “PIRELLONE” DUOMO MILANO: LUOGHI, TEMPI E PERSONE TEATRO LA SCALA SANTA MARIA DELLE GRAZIE PIAZZA LA SCALA SANT’AMBROGIO GALLERIA VITTORIO EMANUELE II ARRIVEDERCI IN TUTTE LE LINGUE! MILANO: LUOGHI, TEMPI E PERSONE MILANO OGGI Potete trovare alcune immagini di Milano sul nostro sito di classe. Clicca qui Il nostro viaggio Ore 8.40, Venerdì 24 Febbraio 2012. Siamo arrivati a Milano, in Stazione Centrale, non c’era la guida, ma c’era comunque tantissima gente: chi scendeva e saliva dai treni, chi vendeva oggetti e chi, come noi, si stava dirigendo fuori dalla Stazione o verso la Metropolitana. Eravamo stanchi più che mai, perché il ritrovo in Stazione era previsto per le 7.45 e molti di noi si erano svegliati alle 6.45 circa. Era molto divertente osservare le facce dei nostri compagni, perché più che degli esseri umani sembravano degli zombie, con le occhiaie e con uno sguardo imbambolato, probabilmente perché si sono svegliati prima del loro orario abituale. Appena scesi dal treno eravamo già molto affamati, ma dovevamo tenere duro fino alle 13.00: fortunatamente, per “bontà” degli accompagnatori, a sorpresa, abbiamo fatto uno spuntino. Nella Piazza Duca d’Aosta, antistante la Stazione, c’era molta gente di passaggio, ma ci è rimasto impresso un ragazzo che si è unito a noi nel fare la nostra foto di classe, con in mano un giornale con scritto in prima pagina: “Yes, we can!” affiancato dalla foto del presidente Obama. Quando siamo arrivati alla stazione della Metropolitana, abbiamo preso la linea verde in direzione Abbiate Grasso. La metropolitana era colma di gente di ogni tipo, età, lingua e gusti ed eravamo molto alle strette… Che caldo! Ci siamo diretti verso la Chiesa di S. Ambrogio, dove ci aspettava Loudovic, la nostra guida di origine francese. Loudovic ci ha accompagnato in una visita guidata attraverso la città di Milano. Durante questa gita abbiamo incontrato persone di varie etnie, probabilmente turisti. Abbiamo dedotto che Milano è una città multietnica non solo osservando ciò che accadeva intorno a noi o annusando gli odori, ma ascoltando le varie lingue: abbiamo riconosciuto l’inglese e il francese, forse anche il cinese e le lingue africane, dato che coloro che le parlavano parevano cinesi ed africani. Nazione FILIPPINE EGITTO CINESE REP POPOLARE PERU ECUADOR SRI LANKA CEYLON ROMANIA MAROCCO UCRAINA ALBANIA Abitanti 33.745 28.643 18.946 % 15,5 13,2 8,7 17.672 13.542 13.340 8,1 6,2 6,1 11.154 5,6 7.618 3,5 5.728 2,6 5.283 2,4 Fonte : Comune di Milano – 31/12/2010 Questa tabella rappresenta il numero di stranieri a Milano. Pensavamo ci fossero parecchi albanesi e cinesi, ma la tabella ci ha smentito: la maggior parte di stranieri proviene dalle Filippine. Sapendo che nella nostra scuola c’è un ragazzo Filippino di nome Gian Marco, che però ha vissuto per circa 8 anni a Milano lo abbiamo invitato subito in classe . Finalmente è arrivata l’ora di pranzo, ci siamo accalcati sulle panchine di Piazza della Scala e ci siamo gustati il nostro pranzo al sacco. Lungo il nostro tragitto abbiamo incontrato anche molti mendicanti, forse malati e denutriti, che chiedevano umilmente l’elemosina. Abbiamo incontrato più volte alcuni musicisti ed artisti di strada, per esempio, davanti all’entrata del Castello Sforzesco abbiamo incontrato un mimo travestito da statua e un nostro compagno molto generoso ha donato qualche moneta ed è stato contraccambiato con un saluto ed una “strizzatina” d’occhio. Nella nostra cittadina, Chiari, non si incontrano nella stessa giornata tante persone di diverse etnie oppure mendicanti, musicisti ed artisti di strada, quindi Milano è sicuramente diversa dai paesi in cui noi viviamo, proprio quello che deve essere la città capoluogo della Lombardia. Siamo stati molto fortunati perché siamo andati a visitare la città di Milano durante la settimana della moda e in alcune zone della città, per esempio al Castello Sforzesco, c’erano degli stand dove le modelle e i modelli sfilavano. In Via Dante inoltre c’era un teleschermo in cui si potevano osservare le sfilate e i modelli che presentavano dei prodotti commerciali. Aspetto economico Milano, oltre che essere la Capitale della Moda, è anche la città scelta come sede dell’EXPO, un’esposizione internazionale del 2015 che si terrà dal 1° Maggio al 31 Ottobre, intitolata: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Il tema sarà il diritto ad un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti della Terra. Il comune di Milano, visto che l’EXPO è un evento molto importante, anche se sarà nel 2015, si sta già preparando tanto che in Via Dante abbiamo notato molte bandiere rappresentanti i Paesi partecipanti. Aspetto culturale Durante la nostra visita, spesso per strada abbiamo incontrato persone mascherate per il Carnevale, soprattutto bambini che giocavano e si lanciavano i coriandoli; infatti Piazza Duomo e Via Dante erano piene di coriandoli. In questa città non si festeggia solo il Carnevale comune del Martedì Grasso, ma si festeggia anche il Carnevale Ambrosiano, il Sabato dopo, quindi è vacanza tutta la settimana… Che fortuna! Secondo la tradizione l’arcivescovo di Milano Ambrogio era in pellegrinaggio il giorno esatto della liturgia quaresimale, il Mercoledì, e chiese al popolo di aspettarlo prima di celebrare le liturgie quaresimali, che infine vennero eseguite la prima Domenica di Quaresima. Da quel giorno questo evento non fu più dimenticato, tanto che oggi a Milano il rito delle ceneri si svolge la prima Domenica di Quaresima. Aspetto fisico e politico Milano si trova nella regione Lombardia, a sudovest. Milano è la città capoluogo della Lombardia. Ci sono 4 fiumi importanti per la città di Milano : il Ticino, l’Adda, il Mincio e il Po. In Lombardia ci sono 4 laghi: il lago di Garda, il lago d’Iseo, il lago di Como, il lago Maggiore. Per andare a Milano abbiamo preso il treno da Chiari, sulla rete ferroviaria che si estende da Milano in tutta la Regione; noi abbiamo preso la linea Milano – Venezia. Ci sono anche tante autostrade che collegano Milano con il resto d’ Italia. In Piazza La Scala si trova il Palazzo Marino e il municipio della città, dove si trovano gli uffici del Sindaco, Giuliano Pisapia e della Giunta Comunale. Durante la nostra visita abbiamo incontrato molta gente, ma non avremmo mai pensato che questa città avesse circa 1.338.436 abitanti e una superficie di 181,76 Km², quindi con una densità di 76.363,75 abitanti per km². Elena, Luca e Lorenzo IL CASTELLO SFORZESCO NELL’I-PAD Erano circa le 11.00 quando ci siamo trovati a lato di un monumento meraviglioso e imponente… Appena siamo entrati nel castello, abbiamo notato molte persone: bambini con costumi carnevalizi e scolaresche intente ad osservare il castello e ad ascoltare la guida. Ma la nostra guida era diversa da tutte le altre: proprio davanti alla facciata del castello, ha tolto dalla sua borsa un I-Pad, con il quale ci ha mostrato alcune immagini riguardanti il castello qualche secolo fa. Vi è mai capitato di vedere una guida che utilizza per spiegare un I-Pad? Non vi sembra raro? La storia del castello I resti attuali del castello sono solo una piccola parte della cittadella originale che comprendeva altre fortificazione circondate da bastioni a forma di stella. È comunque il più grande castello italiano, anche se nel tempo ha subito moltissimi danni. È un opera maestosa con interni e cortili in stile gotico-rinascimentale. Fu edificato da Francesco Sforza nel 1450 sui resti della Rocca Viscontea, costruita sui ruderi del castello di Porta Giovia. Il castello divenne proprietà di Lodovico Maria Sforza, detto il Moro, nel 1495. Nel castello lavorarono grandi architetti e pittori del tempo, come Bramante e Leonardo. Con la morte dell’ultimo degli Sforza, Francesco II, il castello divenne una fortezza. Durante la dominazione spagnola, francese ed austriaca fu trasformato in caserna e dopo la sconfitta degli austriaci si pensò di restaurarlo. Questo compito fu affidato all’architetto Luca Beltrami. Nel 1893 il castello divenne del comune e la caserma venne trasformato nel magnifico edificio attuale. Il castello subì altri danni durante i bombardamenti del 1943, ma successivamente vennero ricostruiti alcuni edifici, sistemato il museo di arte antica e i saloni della rocchetta. Il castello è rivolto verso la città e presenta ai lati due torrioni rotondi. Nel mezzo della cortina si trova la torre del Filarete ricostruita nel 1900. Fra le varie torri, si trova la torre aggiunta nel 1477 da Bona di Savoia. Il museo di arte antica è famoso nel mondo per le opere di Leonardo e Michelangelo, i più grandi artisti italiani. In quale periodo storico? Durante il Basso Medioevo… Cartina Italia (1454)- libro di Storia Con la pace di Lodi, nel 1454, l’Italia venne divisa in alcuni Stati e le cinque piccole potenze regionali erano il Ducato di Milano, la Repubblica di Venezia, la Signoria di Firenze, lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli. La forza politica si basava su tre Stati: Venezia, Firenze e Milano. Nel 1447 morì Filippo Maria Visconti e, non avendo eredi maschi, il Ducato passò a Francesco Sforza, suo genero. Alla sua morte suo figlio Ludovico, detto il Moro, usurpò il trono Ducale che spettava a suo fratello Gian Galeazzo. Ludovico scatenò la prima guerra d’Italia. I Navigli Sono canali artificiali che erano destinati alla navigazione, all’irrigazione del suolo, ma erano anche una rete commerciale per la città. Per la città di Milano fu importante il Naviglio Grande, utilizzato per trasportare il marmo per la costruzione del Duomo. La costruzione del primo tratto navigabile dei Navigli risale alla seconda metà del XII secolo. Il primo canale fu il Ticinello, inaugurato nel 1179, lungo 50 chilometri, diede via alla costruzione del Naviglio Grande. Nel 1457 Francesco Sforza affidò a Bertola da Novate la costruzione del Naviglio della Martesana. In soli 35 anni, dal 1439 al 1475, nel territorio milanese furono costruiti ben 90 chilometri di canali resi navigabili dalla presenza di 25 conche. Le conche di navigazione sono opere in muratura che permettono alle barche di superare i dislivelli di un corso d'acqua. La conca di navigazione è costituita da due portoni, uno a monte uno a valle, che racchiudono un tratto di canale contenente il dislivello tra il canale di monte e il canale di valle. Le barche provenienti dal lago Maggiore entravano nella conca, si chiudevano le porte di monte e si riduceva l’acqua facendo abbassare le navi fino a raggiungere la quota del Naviglio. Raggiunto il livello del canale di valle, si aprivano le relative porte e le barche potevano immettersi nel nuovo canale. Per realizzare i navigli, si misero all’opera grandi ingegneri, per es. Leonardo da Vinci che ideò un sistema di chiuse che esiste ancora, su richiesta di Ludovico il Moro che verso la fine del Quattrocento lo incaricò di rendere possibile la navigazione dal lago di Como fino a Milano. Nella seconda metà dell’Ottocento i trasporti via fiume diminuirono a causa della lentezza dei viaggi (3 km all’ora), sostituiti dalle ferrovie e dalle linee tranviarie. Infine le automobili causarono l’abbandono dei navigli, le cui acque furono inquinate dalle industrie che le utilizzarono. I navigli furono trascurati per molti anni e nel 1977 lo Stato incaricò la regione Lombardia di gestire il Naviglio della Martesana, cosa che fu realizzata a partire dal 1980. In passato i navigli erano molto popolari e rappresentavano il punto di ritrovo di negozi e mercatini, mentre ora si trovano locali alla moda frequentati da giovani universitari, modelle, artisti, ma anche botteghe antiquarie e di artigiani. ALCUNI NAVIGLI DI MILANO Naviglio Grande Naviglio Grande, il più antico, fu costruito negli anni 1177 a 1257 e nasce dal Ticino. Con la sua lunghezza di 50 km serviva come sistema di trasporto fluviale dal Lago Maggiore e la Svizzera e fu essenziale per trasportare i marmi utilizzati per la costruzione del Duomo. Ancora oggi i Navigli servono per irrigare i campi e sono indispensabili per lo sviluppo dell'agricoltura. Naviglio Pavese Il Naviglio Pavese fu costruito all'inizio del 1300. Parte dalla Darsena e, passando Binasco e Pavia, dopo 33 km confluisce nel Ticino. Alla Porta Ticinese si incontrano il Naviglio Grande e Naviglio Pavese nella Darsena. Rappresentava il porto della città, fu costruita nel 1603 e serviva per agevolare il trasporto delle merci a Milano. Naviglio di Martesana Riceve l'acqua dall'Adda, percorre 38 chilometri attraverso la campagna e entra in Milano, dove svanisce sotterraneo. Ancora oggi serve per l'irrigazione dei campi. Lungo il Naviglio della Martesana è la pista ciclabile, che porta da Milano all'Adda. Nicolò, Giulia e Marius PIRELLONE E STAZIONE CENTRALE NOI A MILANO Finalmente, alle ore 9.00, siamo arrivati a Milano, ma Loudovic, la nostra guida, purtroppo, quando siamo arrivati in stazione centrale non c'era e perciò non abbiamo molte informazioni al riguardo. Abbiamo però notato che: - sulla facciata principale c'è un numero in caratteri romani e pensiamo che sia la data di costruzione, - a sud della Stazione c'è un grattacielo con il numero “0” in evidenza, - ma la cosa che più ci ha colpito e che forse abbiamo capito meglio è che noi siamo VERAMENTE fortunati e questo ce l' hanno fatto capire i senza tetto che erano fuori dalla stazione. La cosa bella di quelle persone è che sorridono! Sorridono e hanno voglia di dire il motto di Obama: ”Yes, we can!” e uno lo ha dimostrato infiltrandosi nella foto di gruppo che stavamo facendo con il giornale di Obama e la citazione scritta prima. C'è stata anche un'altra persona che l’ha dimostrato: un ragazzo che aveva solo una gamba e, mentre noi facevamo un'altra foto di gruppo tutti sorridendo e con felicità, si è messo a guardarci sorridendo anche lui e abbiamo pensato che forse era felice per noi, ma provava anche un po' di malinconia o invidia, perché magari lui i suoi “anni d'oro” non li ha passati così bene come li stiamo passando noi. Stazione Centrale Si trova nella piazza Duca D’Aosta. Dicembre 1906: è stato lanciato il primo “Concorso per la facciata della nuova stazione viaggiatori”. Luglio 1907: la commissione designata a giudicare i progetti, è presieduta dall’architetto milanese Camillo Boito, preside della locale Accademia di Belle Arti. la commissione scartò ben dieci dei diciassette progetti presentati perché “non soddisfano alle condizioni del programma… o non rispondono nel loro insieme alle esigenze dell’arte applicata allo speciale soggetto”, e non aggiudicò né il primo né il secondo premio, pur segnalando due progetti come i più meritevoli. Settembre 1911: un nuovo concorso, e nel frattempo il progetto di base fu rivisto in diverse parti. Questa volta al bando partecipò anche il Comune di Milano, che, col suo contributo, elevò notevolmente il livello dei premi destinati ai vincitori. I progetti presentati al secondo concorso furono ben quarantatré, e a giudicarli fu una commissione ancora presieduta da Boito; anche questa volta ne furono selezionati sette, dai quali estrarre i quattro da premiare. Alla fine degli esami la commissione fu unanime nell’assegnare il primo premio al progetto intitolato “In motu vita” di Ulisse Stacchini, ed il secondo al progetto “Per non dormire” di Boni e Redaelli. Agosto 1912: il consiglio di amministrazione delle FF.SS. (Ferrovie dello Stato) fece suo definitivamente il progetto di Stacchini, ma già da subito i timori che il tumultuoso sviluppo in atto per il traffico ferroviario portasse alla costruzione di un manufatto insufficiente fecero scattare una serie di richieste di varianti ed adeguamenti. Marzo 1913: Stacchini presentò una prima variante: in essa era degno di particolare nota il fatto che veniva eliminata la galleria anteriore per i tram, inizialmente prevista, e che la facciata, nel primo progetto essenzialmente a sviluppo orizzontale, acquistava ora anche degli elementi verticali. La variante ottenne, come previsto, anche l’approvazione del Consiglio Comunale di Milano, ma nel passaggio alla successiva fase di valutazione dei costi di costruzione e dei compensi per il progettista, cominciarono a manifestarsi pesanti divergenze di opinione fra Stacchini e la direzione. Febbraio 1914: la Direzione deliberò di abbandonare il progetto di variante, e di troncare ogni rapporto con il progettista, dando però nel contempo il via all’esecuzione del fabbricato interno dei servizi tecnici della stazione, con l’intenzione che essa potesse così entrare in funzione nel 1917. 1915: ma il Comune non era propenso a questa soluzione riduttiva; dopo una serie di batti e ribatti e nuove trattative, svolte sia a Milano che a Roma, si arrivò ad una convenzione definitiva con l’architetto, ed alla redazione di un terzo progetto. Pochi mesi dopo, l’entrata in guerra dell’Italia provvide a bloccare l’inizio di concreti lavori di costruzione, dando per altro tempo a Stacchini di perfezionare il progetto ed i disegni. Agosto 1917: l’ Architetto presentò il progetto della facciata sistemato. 1924: all’approvazione del progetto definitivo, non prima di aver tardivamente inserito una ulteriore, importante variante, cioè la realizzazione delle grandi coperture a tettoia che oggi caratterizzano la stazione, al posto delle pensiline che fino a quel momento erano state previste. Dicembre 1924: i lavori poterono finalmente riprendere 1926: partirono gli scavi delle fondamenta dell’edificio centrale. 1929: Le pesanti strutture in acciaio , realizzate tutte per chiodatura a caldo, furono costruite dalle Officine di Savigliano, vennero messe abbastanza facilmente in opera con gru e paranchi, anche grazie alle cerniere di cui erano dotate, al culmine ed alla base. Pirellone E’ un edificio moderno e si nota perché ha linee essenziali e slanciate. Si trova nella piazza Duca D’Aosta, sul lato sinistro della Stazione centrale. Fu progettato nel 1950, iniziarono a costruirlo nel 1956 ed inaugurato il 4 Aprile 1960. All’ inizio è stato la sede della Telecom Italia poi nel 1978 venne venduto alla regione Lombardia: ora vi raccontiamo meglio tutta la sua storia. 1950: la società Pirelli decide di realizzare una nuova sede direzionale, che Alberto Pirelli già immagina essere un avveniristico grattacielo. Come posto viene scelta la Piazza Duca D’Aosta. Tra il 1956 e il 1960: è stato costruito e rimane con i suoi 127,10 m. l'edificio più alto di Milano. All'interno dei suoi 30 piani trovano posto la sala del Consiglio Regionale e gli uffici di otto Direzioni Generali. I restanti uffici della Regione sono distribuiti tra le altre sedi situate a Milano e nelle province lombarde. 4 aprile 1960: inaugurazione 1978: il grattacielo viene venduto alla Regione Lombardia. Le trattative vengono condotte da Leopoldo Pirelli e da Cesare Golfari, allora Presidente della Regione. Nel Giugno 1978 fu approvata la legge regionale che dava mandato alla giunta di procedere all'acquisto, nonché alle necessarie ristrutturazioni. 1983: trasformazione degli uffici e dei servizi con la supervisione dell'Architetto Bob Noorda. 18 Aprile 2002: un aereo da turismo pilotato dall'italo-svizzero Luigi Fasulo, 64 anni, si schianta contro il 26° piano del palazzo, danneggiando gravemente la struttura esterna. Oltre a Fasulo, le vittime sono due dipendenti della Regione Lombardia. Oggi il 26° piano ospita un memoriale del grave incidente dedicato alle due vittime. Maggio 2005: è stato riaperto dopo un completo restauro delle facciate esterne in curtain wall e degli spazi interni, ed è tornato ad ospitare la Giunta regionale e le sedute del Consiglio regionale, che rimarranno qui fino alla costruzione della nuova sede della Regione nella zona Garibaldi. Ora la giunta della Regione Lombardia ha cambiato sede e si ritrova nel Palazzo della Lombardia. La giunta regionale è composta da: . presidente: Roberto Formigoni; . vice presidente: Andrea Angelo Gibelli; . assessori: Daniele Belotti (Commercianti e Esercenti di Negozio ) Giulio Boscagli (Professioni non altrove Classificabili ) Massimo Buscemi (Imprenditori Titolari e Amministratori Delegati di Imprese Industriali, dei Trasporti, del Credito dei Servizi ) Raffaele Cattaneo (Professioni non altrove Classificabili) Romano Maria La Russa (Imprenditori Titolari e Amministratori Delegati di Imprese Industriali, dei Trasporti, del Credito dei Servizi ) Carlo Maccari (Farmacisti ) Stefano Giovanni Maullu (Imprenditori Titolari e Amministratori Delegati di Imprese Industriali, dei Trasporti, del Credito dei Servizi ) Marcello Raimondi (Scrittori, Giornalisti e Pubblicisti ) Giovanni Rossoni (Insegnanti non Altrove Classificati ) Domenico Zambetti (Direttori Generali e Categorie Similari della Pubblica Amministrazione ) “…fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.” (Divina Commedia, Dante Alighieri, Inferno, canto XXVI, vv.119-120) Abbiamo voluto concludere con questa frase perché il ragazzo con mezza gamba che ci guardava sembrava che pensasse: “Fortunati voi che potete studiare e che potete viaggiare!” Elena e Mihai PIAZZA LA SCALA UN VENERDI’ DI SOLE, PICCIONI E CIBO Ore 13.15: su queste panchine, in piazza della Scala abbiamo pranzato! Loudovic, la nostra guida francese, ci ha lasciati nella Galleria Vittorio Emanuele II. Dopo pochi metri di cammino siamo giunti in piazza La Scala, per un voluto e meritato ristoro. Lì ci ha colpiti la folla che, come noi, pranzava. C’era gente di tutte le età, ma anche i piccioni che si abbuffavano, come noi, con le patatine di Luca. C’era una persona che colpiva, era una ragazza non molto alta e di media corporatura con i capelli corti blu, notata grazie a una nostra compagna. Un’altra cosa che abbiamo notato appena arrivati in piazza è stato uno striscione appeso a Palazzo Marino con un’immagine di Rossella Urru e ci siamo subito chiesti chi fosse questa donna e perché le avessero dedicato uno striscione. Questa pausa ci è servita non solo per mettere qualcosa sotto i denti, ma anche per riposarci un po’: faceva molto caldo quel giorno e i nostri accompagnatori si sono seduti su una panchina a parte ed erano sfiniti più di noi! LA STORIA La piazza è ottocentesca, infatti venne costruita nel 1855. Nei decenni seguenti venne rinnovata soprattutto da Luca Beltrami che disegnò i quattro lampioni a candelabro, la recinzione, la fontanella e la sistemazione dell’aiuola a forma circolare. Luca Beltrami nacque a Milano nel 1854 e morì nel 1933. Si laureò al Politecnico di Milano, poi si trasferì a Parigi e studiò alla scuola delle Belle Arti. Tornato in Italia ottenne prestigiosi incarichi. Nel 1890 completò la facciata di Palazzo Marino. Nel 1893 fondò l’Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti e come responsabile dell’Ufficio fece diversi interventi nelle chiese milanesi. Beltrami va ricordato non solo nel campo della ristrutturazione storica e progettazione, ma anche nel settore politico e civile, infatti fu governatore e parlamentare. Negli anni in cui visse Beltrami l’Italia non era ancora unita. STORIA PALAZZO MARINO In questa piazza si trova Palazzo Marino, ovvero la sede del comune che si estende da Piazza San Fedele a Piazza della Scala fra via Case Rotte e via Tommaso Marino ed ha un ampio cortile interno. Il committente fu un banchiere genovese: Tommaso Marino. Questo palazzo è sede dell'amministrazione comunale milanese dal 9 settembre 1861. TEMPI STORICI Negli anni della costruzione della piazza l’Italia non era ancora unita, infatti ci furono battaglie per unirla. Le truppe franco-piemontesi sconfissero quelle austriache (anche Chiari era dominata dagli austriaci) nella battaglia di Magenta nel 1859, a Solferino e a San Martino, strappando la Lombardia agli austriaci. Un anno dopo l’Italia era divisa: a Nord c’era il Regno di Sardegna che comprendeva Lombardia, Liguria,Toscana ed Emilia Romagna, mentre il Veneto era ancora austriaco. Lo Stato della Chiesa rimaneva sempre in Centro Italia e a Sud il Regno delle Due Sicilie. Nel 1860 oltre alle battaglie di Magenta, San Martino e Solferino, ci fu la spedizione dei Mille chiamata così perché combatterono in mille uomini per l’ unità d’Italia e molti di loro provenivano dalla Lombardia, soprattutto da Bergamo, infatti quando siamo andati a Bergamo sul cartello della città c’è scritto “ Bergamo la città dei Mille”. MONUMENTO A LEONARDO DA VINCI Oltre al Palazzo Marino c’è un monumento dedicato a Leonardo Da Vinci. L’idea di realizzare la statua è nata nel 1856 per un concorso delle belle arti di Brera, alla fine vinse questa statua che venne inaugurata nel 1872. La costruzione del monumento si intrecciò con la nascita dello Stato Italiano, che decise di finanziare le spese chiedendo anche la partecipazione del Comune di Milano. Le spese sostenute dallo stato arrivarono soltanto dieci anni dopo. Ai piedi della statua di Leonardo si trovano i suoi quattro discepoli: Andrea Salaino, G. Antonio Boltraffio, Cesare da Sesto e Marco d’Oggiono. Le statue sono state realizzate in marmo bianco di Carrara (come il duomo di Siena), mentre il basamento è in granito di Baveno. Leonardo Da Vinci fu un grande pittore, infatti realizzò le più grandi opere dell’arte, come la Dama con l’ermellino e la Monnalisa (Gioconda). LETTERATURA Nell’Ottocento ci furono dei grandi scrittori : Alessandro Manzoni, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Giovanni Verga, Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Gabriele D’Annunzio. “Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta.” Alessandro Manzoni, Opere, 1821. Abbiamo concluso con questa strofa scritta dal milanese Alessandro Manzoni perché parla della morte di Napoleone, un generale dell’Ottocento, descritta da un grande scrittore e anche perché racconta quello che è successo in quel periodo. Alice e Luca SANT’AMBROGIO L’UOMO DELLA FRUSTA E DEL PASTORALE Durante il tragitto tra la metropolitana e Sant' Ambrogio continuavamo a pensare come sarebbe stata la nostra guida. Sapevamo che si chiamava Alice, e visto che una nostra compagna di classe ha il suo stesso nome, immaginavamo che anche lei avrebbe potuto assomigliarle, ma arrivati davanti alla basilica, non abbiamo trovato nessuno, solo due uomini, che pian piano si avvicinavano e ci hanno comunicato che la nostra guida non era potuta venire, perché malata. Al suo posto c'era Loudovic, un uomo alto, molto simpatico e con uno strano accento, perché francese. Al suo fianco, un uomo "muto", non ci parlava mai, sembrava fosse la nostra guardia del corpo, peccato non averlo conosciuto, perché uno che si veste completamente di nero e si mette delle All Star rosse, deve essere per forza matto come noi! La storia Sant’Ambrogio è una delle cinque basiliche romaniche fondate da Ambrogio ed è una delle più antiche chiese di Milano. L’edificazione iniziò nel 379 e terminò nel 386, anno in cui fu consacrata da Ambrogio e dedicata ai Santi martiri perché costruita nel "Cimitero dei Martiri". Quattro secoli dopo, nel 789, l'arcivescovo Pietro fondò accanto alla basilica un monastero benedettino. Fra il IX e il XII secolo, grazie agli arcivescovi Angilberto II e Ansperto presero avvio le trasformazioni che configurarono la Basilica, mentre più tardi seguirono le decorazioni pittoriche del Bramante, del Bergognone e del Luini. Nel settembre del 1395, davanti alla basilica, Gian Galeazzo Visconti venne incoronato primo Duca di Milano. Nel 1857 ci fu un radicale restauro statico e artistico con il consolidamento delle strutture per evitare ulteriori crolli alle volte. Le aggiunte barocche vennero smantellate e ci furono degli scavi archeologici e una ricognizione sotto l'altare d'oro per ritrovare i corpi dei Santi. Altri lavori di consolidamento furono realizzati nel 1937-40. Dopo i danni dei bombardamenti alleati del 1943 la basilica fu oggetto di un radicale risanamento esterno. Basilica ieri e oggi La vita del santo Ambrogio nacque nel 339-340 circa, nella Gallia (attuale Francia) esattamente a Treviri. Sant'Ambrogio aveva due fratelli, Marcellina, (consacratasi a Dio nelle mani di Papa Liberio nel 353) e Satiro, anch'essi venerati poi come santi. Era figlio di un funzionario romano e, dopo la sua morte, Ambrogio con la madre e i fratelli Marcellina e Satiro, rientrò a Roma. Ambrogio studiò diritto e retorica e iniziò la sua carriera giuridica a Sirmio. Divenne amministratore della Liguria e dell'Emilia in Milano, dove si trovava nel 374 quando il vescovo Aussenzio, ariano, morì. Per evitare disordini, in qualità di governatore, egli radunò i fedeli per eleggere il nuovo vescovo. Dopo il discorso del governatore, dall’assemblea si alzò un grido: ‘’Ambrogio Vescovo!’’. Ambrogio, sorpreso e anche spaventato, proclamò di non essere neppure battezzato, tentando di fuggire. Tutto fu inutile. Ricevette così il Battesimo, e otto giorni dopo, la consacrazione episcopale, il 7 dicembre di quell’anno. La sua influenza fu particolarmente decisiva nella situazione ecclesiastica e politica dei suoi tempi. Lottò estremamente ed inflessibilmente per il riconoscimento esclusivo della Chiesa di fronte al paganesimo, all'arianesimo e alle altre eresie; come fece per la sua libertà e autonomia dal potere politico, sostenne anche dinanzi all’Imperatore non solo i diritti della Chiesa, ma l’autorità dei suoi pastori e difese con gli scritti e con l'azione la dottrina della vera fede contro gli ariani. Morì il 4 aprile del 397, sabato santo. La frusta e il pastorale Abbiamo deciso di mettere come sottotitolo "l'uomo con il pastorale e la frusta” perché Sant’Ambrogio è raffigurato con lo staffile, una frusta formata da una lunga e robusta striscia di cuoio assicurata a un manico, e con il pastorale, lungo bastone ricurvo in alto, simbolo dell'autorità ecclesiastica e spirituale del vescovo. La prima iconografia di Sant’Ambrogio con in mano lo staffile compare su un bassorilievo del secolo XI, che si trova nell’atrio della basilica. Un secolo dopo troviamo la stessa iconografia nei rilievi che ornano la Porta Romana dopo la ricostruzione di Milano seguente la rovina del Barbarossa. Gli episodi leggendari che riguardano lo staffile di Ambrogio sono numerosi. Lo staffile simboleggia la forza del suo ingegno di Dottore della Chiesa impegnato a combattere l’eresia ariana con la predicazione e con gli scritti. La Basilica Nel IV secolo, tra il 379 e il 386, Sant' Ambrogio volle edificare sull'area del cimitero dei Martiri cristiani la chiesa intitolata "Basilica Martirum" che, alla morte del santo Vescovo, assunse il suo nome. Essa è fonte e simbolo della religiosità milanese. Nel IX secolo fu trasformata pressa poco con le caratteristiche attuali. I campanili sono di due epoche diverse: quello dei monaci è del IX secolo, mentre quello detto dei Canonici è del XII. Alla fine del 1400 il cardinale Ascanio Sforza, essendo Abate commendatario, chiamò il Bramante per la ricostruzione della canonica e del monastero, ma i lavori rimasero incompiuti per la caduta del Moro. Nel 1630 procedettero ad opera di Francesco Maria Richini e continuarono fino al 1797 anno in cui la basilica venne usata come ospedale militare. Nel 1943 la basilica fu colpita due volte dai bombardamenti, ma a guerra finita se ne iniziò subito il restauro: i lavori si conclusero nel 1968. La colonna del diavolo Nella piazza, sul lato sinistro rispetto alla basilica, è presente una colonna, comunemente detta "la colonna del diavolo". Si tratta di una colonna di epoca romana, oggetto di una leggenda secondo la quale la colonna fu testimone di una lotta tra sant'Ambrogio ed il demonio. Il maligno cercando di trafiggere il santo con le corna finì invece per conficcarle nella colonna. Dopo aver tentato a lungo di divincolarsi, il demonio riuscì a liberarsi e, spaventato, fuggì. La tradizione popolare vuole che i fori odorino di zolfo e che appoggiando l'orecchio alla pietra si possano sentire i suoni dell'inferno. L'ARTE: l'altare di Voulvinio L'altare ideato da Voulvinio per la basilica di Sant'Ambrogio a Milano è l'opera più raffinata di età carolingia in Italia: tutto rivestito di lamine d'oro e d'argento a sbalzo (cioè lavorate con un martelletto dall'interno), è composto da panelli con scene della vita di Gesù sul fronte e di Sant'Ambrogio sul retro. Pietre preziose, smalti e piccoli cammei abbelliscono le cornici dei quadrati. LETTERATURA: poesia di Giuseppe Giusti dedicata a Sant'Ambrogio Uno dei poeti che dedicò la sua poesia è Giuseppe Giusti (18091850), un tempo certamente più conosciuto dagli studenti (i suoi versi si imparavano a memoria fin dalle elementari, spesso senza capirci un’acca). I suoi versi sono in un linguaggio, la parlata toscana, spesso oscuro e comunque di non facile impatto. Eppure chiamava le sue poesie “scherzi”, senza prendersi troppo sul serio. Su uno di questi “scherzi”, Sant’Ambrogio lavorò a lungo per giungere ad una poesia dal tono narrativo, fondendo l’emozione lirica con l’occasione comica. La lirica prende spunto da un fatto realmente accaduto: mentre si trovava a Milano, ospite di Alessandro Manzoni, Giusti fece visita alla basilica di Sant’Ambrogio e s’imbatté in un gruppo di soldati austriaci che a quei tempi occupavano il Lombardo-Veneto. Il canto intonato da quei soldati suscitò nel poeta una commozione inaspettata da cui scaturì una riflessione profonda sulla sorte dei popoli che spesso sono soltanto delle marionette nelle mani di chi detiene il potere. Immaginando di rivolgersi ad un alto funzionario della polizia granducale (il poeta è pistoiese) o austriaca, Giusti inizia con questi versi: Vostra Eccellenza, che mi sta in cagnesco per que’ pochi scherzucci di dozzina, e mi gabella per anti-tedesco perché metto le birbe alla berlina, o senta il caso avvenuto di fresco a me che girellando una mattina càpito in Sant’Ambrogio di Milano, in quello vecchio, là, fuori di mano. Denis e Vanessa LA GALLERIA VITTORIO EMANUELE II RACCONTA L’ITALIA Erano le ore 12.45 del 24.02.2012 e finalmente si avvicina sempre più il momento del balletto “Giselle” al teatro La Scala, ma soprattutto l’ora di pranzo! Una volta terminata la visita al Duomo, ci siamo recati nella Galleria Vittorio Emanuele II, ultima nostra tappa accompagnati dalla nostra guida Loudovic. Questa galleria è un insieme di negozi e storia, ed è per questo che c’è tanta gente, ma tutti noi ci siamo stupiti vedendo un ragazzo con una cresta molto alta anche perché non avevamo mai visto niente del genere, poi abbiamo notato anche due “spose” che secondo noi erano cinesi. Beh… forse perché era la settimana della moda e del carnevale?! Ci siamo impressionati, perché non avevamo mai visto una coppia di sposi nella famosa galleria di Milano così “conciata”, di solito in Italia, o meglio a Chiari, si va in chiesa e si celebra la cerimonia con abbigliamento sobrio, ma forse in Cina è diverso. EPOCA E TEMPI E adesso un po’ di storia. La Galleria Vittorio Emanuele II è stata costruita e progettata nel 1865 da Giuseppe Mengoni. La prima pietra fu posta in presenza del re Vittorio Emanuele II. Venne costruita in stile eclettico tipico della seconda metà dell’Ottocento milanese. Essa è a forma di croce e collega piazza Duomo con piazza Scala. Negli anni sessanta è stata ristrutturata la pavimentazione a forma di ottagono centrale realizzando un mosaico con gli stemmi dei Savoia. E’ di forma ottagonale, perché dalla cupola centrale partono otto vie. La galleria subì molti danni durante la II Guerra Mondiale, infatti Loudovic, la nostra guida di origine francese, prima di farci entrare ci ha fatto notare dei fossili incastrati nel marmo del pavimento. Questo ricorda le giovani origini del nostro Paese. La galleria fu terminata nel 1877 e fu concesso l’accesso a tutto il pubblico ed oggi è una delle principali sedi dello shopping, ma non solo, ci sono anche bar, fastfood ristoranti e un hotel molto rinomato. Essa è ancora la più bella contrada di Milano. STEMMI All’interno della galleria abbiamo osservato, nella pavimentazione dell’ottagono centrale, gli stemmi che raccontano l’evoluzione della storia dell’unità d’Italia attraverso le sue capitali. Gli stemmi delle 4 città: 1. TORINO: toro e lo stemma sabaudo 2. FIRENZE: giglio 3. ROMA: lupa 4. MILANO: scrofa semilanuta 1. Stemma Sabaudo Il simbolo milanese nasce dall’ unione dell’ insegna della nobiltà, che è il rosso, e del popolo, che è il bianco. 3. Lupa di Roma La leggenda racconta che, dopo l’ abbandono dei due gemelli Romolo e Remo da parte dello zio, una lupa allattò i fratellini che crebbero e, dopo che Romolo uccise Remo, pentendosene gli intitolò la città che aveva fondato: Roma. 2. Giglio Fiorentino Il giglio fiorentino è diventato simbolo della città di Firenze, probabilmente perché nei dintorni della città ne crescevano di una varietà particolare. 4. Toro di Torino Una leggenda, scritta da Ghirardi nell’Almanacco di Torino per il 1881, narra di un toro coraggioso che affrontò ed uccise un terribile serpente, che terrorizzava la città. Enxhi e Michele SANTA MARIA DELLE GRAZIE INTERESSANTE… Alle ore 11.00 noi alunni della classe seconda A siamo giunti a ”Santa Maria delle Grazie” accompagnati da una guida francese di nome Loudovic. STORIA Nel xv secolo in Italia si affermarono gli Stati regionali e Milano era la capitale del Ducato di Milano. Il duca della città, che era Francesco Sforza, fece costruire molti monumenti in Milano e dintorni tra cui la chiesa di S. Maria delle Grazie. Il terreno su cui fu costruita era di proprietà dei monaci domenicani, infatti la chiesa inizialmente era intitolata a S. Domenico, il fondatore dell’ordine dei domenicani, ma nel 1469 cambiò il nome in S. Maria delle Grazie. La costruzione iniziò il 10 Settembre del 1463 e le ultime ristrutturazioni furono fatte nel 1934-37. Nel 1492 Ludovico il Moro fece demolire l’abside il tiburio ARTE . della chiesa per costruirci La costruzione della chiesa e del convento fu eseguita dal 1465 al 1482 su progetto di Guiniforte Solari. La chiesa è costruita in stile gotico lombardo con all’interno tre navate con cappelle laterali che rappresentano lo stile compositivo tradizionale anche se si trovano dei segni rinascimentali come le colonne al posto dei pilastri e la decorazione della navata centrale. Dal 1490 vennero realizzate trasformazioni architettoniche da Ludovico il Moro che voleva fare della chiesa il mausoleo della sua famiglia. Egli affidò a Bramante il compito di costruire una nuova tribuna per sostituire il presbiterio solariano, a Leonardo commissionò l’Ultima Cena mentre a Cristoforo Solari dovette scolpire il coperchio del sepolcro di Ludovico e della moglie Beatrice da collocare al centro del coro. Ludovico il Moro voleva rifare anche la facciata ma i lavori si interruppero per la morte della moglie Beatrice nel 1497 e la caduta del governo del Moro nel 1499 mentre la tribuna, la sagrestia e l’Ultima Cena (Il Cenacolo nel refettorio) furono completate. All’interno è presente un coro in legno, ovvero una struttura dove le persone si riunivano a pregare. Ci è piaciuta molto la chiesa, ma la parte che ci è piaciuta di più è stata la cupola illuminata vista dall’interno perché abbiamo notato molto i particolari delle finestre e le decorazioni sul muro. TRACCE STORICHE All’uscita della chiesa la guida ci ha fatto notare che sul muro di una casa c’erano due frecce che indicavano le lettere U.S., che significavano “Uscita di Sicurezza”. Infatti alcuni milanesi, per ricordare la guerra, hanno lasciato questi segni sul muro per avvisare i cittadini che potevano nascondersi in quella cantina in caso di bombardamenti. IL CENACOLO Il cenacolo fu realizzato nella seconda metà del Quattrocento dove Leonardo dipinse l’Ultima Cena. L’aula è rettangolare, chiusa da volte a lunette e decorata con due rappresentazioni pittoriche: oltre all’Ultima Cena, la Crocifissione di Donato Montorfano. Le due scene sono unite da un fregio pittorico, che prima era su tutte le pareti laterali, con ghirlande vegetali che sostengono cartelli con delle citazioni della Bibbia in cui si ispira la vita monastica. Sopra ci sono ritratti di monaci e di santi, opere di Donato Montorfano, che oggi sono incomplete a causa dei bombardamenti del 1943 che distrussero la volta e la parete orientale mentre la parte dell’Ultima Cena fu salvata grazie a dei sacchi di sabbia. Prima dell’intervento di Leonardo questo ambiente era diverso: aveva una forma simmetrica con sedici finestre, otto per parete, allineate alle lunette al di sopra della trabeazione. Si pensa che sia stato Leonardo ad imporre la diversa sistemazione delle finestre per realizzare “L’Ultima Cena”. Filippo e Arianna IL TEATRO LA SCALA “GISELLE” Questa è La Scala vista dall’esterno, non è per niente come ce l’aspettavamo, anzi è il contrario rispetto all’esterno. Come vedete La Scala è tutta un’altra cosa vista dall’interno, infatti appena vista siamo rimasti colpiti dalla sua maestosità e bellezza. Può contenere ben millecinquecento persone e, quando ci siamo andati noi, i posti erano quasi tutti esauriti. Appena varcato l’ingresso ci siamo diretti verso i nostri palchi, ma prima di arrivarci abbiamo dovuto salire un’infinità di scale fino ad arrivare al terzo piano nella sezione di destra. Una volta sistemati abbiamo cominciato subito ad avvertire un gran caldo ed essendo vestiti per bene, con camicie e maglioni il caldo è diventato intenso e fastidioso. Come vedete in questa foto, alcuni nostri compagni di classe cercano di allungare le mani verso la platea per cercare un po’ di aria fresca. La trama di “Giselle” I atto La storia si svolge in un villaggio, durante la vendemmia. La protagonista è Giselle, una giovane contadina: la sua più grande passione è ballare. Un giorno incontra un giovane, Albrecht, e se ne innamora. Albrecht è un principe, ma si traveste da popolano per conquistare Giselle. Albrecht viene smascherato da un giovane popolano, innamorato di Giselle, quando nel villaggio arriva la corte di Albrecht e la sua futura sposa. Giselle impazzisce e muore per il dolore. II atto Nel mezzo della notte Albrecht trova la tomba di Giselle, dalla tomba escono Giselle trasformata in una villi, la regina delle villi e altre villi che lo fanno danzare fino allo svenimento. Giselle, però, innamorata di Albrecht, lo sostiene fino all’alba e le villi scompaiono. Che simbolo è? Osservando ci siamo accorti che quello è lo stemma dei Savoia. La storia Il teatro La Scala è stato costruito tra il 1776 e il 1778. Prima di essere costruito c’era la chiesa di S. Maria della Scala e il teatro ha preso il nome dalla chiesa che c’era prima. L’architetto che decise di costruire la Scala fu Giuseppe Piermarini. La Scala venne inaugurata il 3 Agosto 1778.. L’edificio subì grandissimi danni il 15 e 16 Agosto del 1943, durante la II Guerra mondiale, causati da bombardamenti aerei, ma il teatro fu ricostruito esattamente come era e dove era. Fu riaperto l’ 11 Maggio 1946 con un concerto di Arturo Toscanini “L’Europa Riconosciuta” di Antonio Salieri. PER CHI NON E’ ANDATO MAI AL TEATRO LA SCALA, CONSIGLIAMO DI ANDARCI: E’ STUPENDO! VI VOGLIAMO DARE DUE PICCOLI CONSIGLI: “VESTITEVI LEGGERI” E ANDATE IN COMPAGNIA, ALTRIMENTI CON CHI VI CONFRONTERETE, SCAMBIERETE LE VOSTRE OPINIONI AL TERMINE DELLO SPETTACOLO? Denise e Paul Il DUOMO DI MILANO “MARIAE NASCENTI” Abbiamo scelto di colorare questa pagine perché sul nostro libro di Geografia le pagine riguardanti le città più importanti hanno lo sfondo colorato. Finalmente si arriva in Duomo alle ore 12,45. La piazza del Duomo era affollatissima: c’erano bambini travestiti e festeggiavano il carnevale, c’erano turisti che fotografavano il Duomo e lo ammiravano e un ragazzo che aveva una cresta molto lunga. Infine abbiamo visto dei ragazzi neri che hanno regalato dei braccialetti porta fortuna ai nostri compagni e non solo. Il Duomo di Milano è l’opera più importante dell’architettura gotica in Italia. La costruzione maestosa è in marmo bianco e si estende su una lunghezza di oltre 157 metri. Le bellissime finestre di vetro colorato sono attraversate dalla luce che illumina l’interno. Il Duomo fu iniziato nel 1386 e nella costruzione intervennero diversi architetti. La facciata, fu iniziata nel 1567 e venne costruita in stile classico-barocco. Nel 1805, si conclusero i lavori della facciata, mentre proseguì per tutto il novecento la creazione delle piccole e piccolissime torri. GIAN GALEAZZO 1351-1402 I lavori sono iniziati per volere di Gian Galeazzo e Antonio da Saluzzo. Gian Galeazzo è nato nel 1351 ed è morto nel 1402. Figlio di Galeazzo II e di Bianca di Savoia. Nel 1361 sposò Isabella di Valois, figlia del re di Francia che nel 1373 morì. Nel 1378 morì anche il padre, Galeazzo II. Il 1° maggio 1395 l’imperatore Venceslao concedeva a Gian Galeazzo il titolo di duca di Milano per 100.000 fiorini; l'anno dopo lo investiva della contea di Pavia e nel 1397 lo proclamava duca di Lombardia: era la solenne investitura, da lui lungamente desiderata. ANTONIO DA SALUZZO Saluzzo-Milano Antonio da Saluzzo proveniva da una famiglia aristocratica, forse imparentata con i potenti marchesi della regione Lombardia e fu eletto vescovo di Savona nel 1356. Fu l'iniziatore della costruzione del Duomo di Milano nel 1386. L'opera venne avviata con il contributo del Duca Gian Galeazzo Visconti, non solo per rispondere alle esigenze ed alle aspirazioni dei milanesi di avere una nuova cattedrale più capiente per la celebrazione delle funzioni liturgiche, ma anche perché già dal 1392 l'antica chiesa metropolitana di Santa Tecla era stata reputata ormai inutilizzabile perché pericolante. di riferimento durante i bombardamenti nemici. Accettando il progetto di Simone Arsenego, Antonio da Saluzzo in quello stesso anno si preoccupò della posa della prima pietra sul luogo dove sorgeva la chiesa di Santa Maria Maggiore e nelle immediate vicinanze del battistero di San Giovanni alle Fonti, ancora visibile tutt'oggi sotto il sagrato. Entrambi gli edifici sacri erano stati fondati da Sant'Ambrogio nel IV secolo. LA MADONNINA Sulla guglia maggiore del Duomo è posta la statua in rame dorata raffigurante la Madonna Assunta, alta 4,16 m. La statua venne disegnata da Giuseppe Perego, fusa dall'orafo Giuseppe Bini ed inaugurata il 30 dicembre 1774. Durante la 2^ Guerra Mondiale la Madonnina venne ricoperta di stracci per evitare che i riflessi potessero venire usati come punto PAPA MARTINO V E IL RINASCIMENTO ITALIANO Nel 1418, Papa Martino V consacrò l'altare maggiore del Duomo. Papa Martino V nacque a Genezzano nel 1368 e morì a Roma nel 1431. Apparteneva a una delle più antiche e importanti famiglie di Roma. Studiò all'Università di Perugia. Martino V fu il primo papa ad occuparsi del rilancio di Roma anche in termini monumentali e artistici. Nel 1423 indisse un giubileo per celebrare la rinascita cittadina. Il suo piano mirava a ridare lustro alla città, ma aveva anche una precisa finalità politica: recuperando lo splendore della Roma Imperiale egli si proclamava anche il suo continuatore e diretto erede. Alessia, Massimiliano e Claudio PIAZZA MERCANTI UN MODO DI PARLARSI MOLTO CURIOSO Siamo arrivati in Piazza Mercanti alle ore 12.00. …un giorno uggioso… Appena arrivati in Piazza Mercanti, Loudovic ci ha raccontato che in passato si usava mettersi sotto il portico, in angoli opposti e si conversava di affari o di argomenti privati. Il nostro compagno Luca, non ha potuto trattenersi dall’urlare alla Professoressa, che era dall’altra parte del portico, “Le voglio bene!”. La storia Piazza Mercanti fu creata come centro della vita cittadina in epoca medioevale, precisamente nel basso medioevo, nel XIII secolo, con una pianta rettangolare. In quest’epoca i mercanti vendevano erbe, spezie … La piazza gremita dai banchi dei mercanti e dai negozianti cittadini serviva in occasioni straordinarie per le pubbliche ordinanze. Al centro della piazza c'è un pozzo, fino al 1879 posto sull'altro lato, su via Mercanti, poi restituito al Broletto nel 1921. In origine aveva funzione di Chiuso nel 1583, fu rifatto un ulteriore RESTAURO. pozzo pubblico. Verso il 1866 fu aperta al pubblico distruggendo gli ingressi che comunicavano con le sei porte della città. Ora è circondata dalla Loggia degli Osii, dalle Scuole Palatine e dal Palazzo della Ragione che presenta su una colonna una scrofa mezza coperta di pelo e mezza senza: da qui nacque il nome Mediulanum, cioè mezzalana. La Piazza Mercanti è lontana dal caos e dal traffico cittadino. Venne costruita nel 1316 per ordine di Matteo Visconti, che intendeva realizzare attorno al Palazzo della Ragione un sistema di portici nei quali comporre le attività giuridico notarili della città. Deve il nome ai palazzi e alle proprietà degli Osii site in questo punto prima della sua realizzazione. Dalla Loggia degli Osii i magistrati annunciavano alla cittadinanza editti e sentenze, affacciandosi dal balconcino (detto "parlerà"), ornato da un'aquila che stringe una preda, simbolo della giustizia con le insegne dei quartieri di Milano e gli stemmi Viscontei ed è costruita con marmo nero e bianco. Dopo il Medioevo, la Loggia venne deturpata nel Seicento e nel Settecento, con il tamponamento delle arcate, l'aggiunta di una scala esterna e altre modifiche. Nel restauro del 1904 venne eliminato il fastigio settecentesco che era stato aggiunto al centro del palazzo, sul cornicione, e vennero sostituiti con nuove colonne i pilastri del portico a piano terra; questi pilastri, del Seicento, avevano a suo tempo sostituito le colonne originarie cui le attuali si ispirano. Venne inoltre liberato il primo piano loggiato che era stato anche soppalcato e vennero riaperte le arcate tamponate. L’EXPO L’expo avrà luogo a Milano tra il 1° maggio e il 31 ottobre 2015. Il tema proposto per la Expo è Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, e vuole includere tutto ciò che riguarda l'alimentazione, dal problema della mancanza di cibo per alcune zone del mondo, a quello dell'educazione alimentare. Il Palazzo della Ragione Il Palazzo della Ragione fu il centro della vita della città dall'anno della sua costruzione, nel 1233, quando esso fu eretto per volontà del podestà Oldrado da Tresseno o Dresano, e rimase inutilizzato per un lunghissimo periodo, sino al 1776. Divenuto sede degli archivi notarili, nel 1773 - durante il regno dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria - per incrementate esigenze di spazio fu completamente rinnovato dall'architetto Francesco Croce, che obliterò le trifore medievali, sopraelevò l'edificio realizzando degli ampi finestroni ovali e lo ridusse allo stile neoclassico. Nel 1854, il portico del pianterreno fu chiuso da vetrate sostenute da tralicci di ghisa e il soffitto fu poi sostituito da archi a volte a vela. Il Palazzo della Ragione è uno dei palazzi più antichi di Milano e negli anni ‘80 divenne proprietà del comune, il quale ha eseguito i lavori di restauro e ristrutturazione: oggi ci tengono molte mostre, in particolare fotografiche. Le stanze hanno spazi ampi e il soffitto alto e la luce fioca permette di regolare l’illuminazione anche di giorno. Il Palazzo delle Scuole Palatine, così chiamato dal 1605 e interamente rifatto nel 1664 dopo un incendio che lo rase al suolo, si trova nel lato sud occidentale della Piazza dei Mercanti. L’architettura presenta una certa ricchezza ornamentale, con busti imperiali nei riquadri sopra le colonne binate, figure femminili nei triangoli ai lati degli archi; nel 1657 fu collocata la statua di Sant’Agostino in una nicchia del piano superiore. Nella seconda metà del settecento insegnarono qui Parini e Beccaria. Eleonora e Luca NOTA 1: Alla fine del XVIII secolo, i processi dell’industria portarono alla realizzazione di nuovi materiali edilizi, quali ferro, ghisa, cemento armato, che offrono possibilità di ideazione impossibili con quelli tradizionali di pietra. Le innovazioni ebbero inizio in Inghilterra, paese in cui l’industria siderurgica era all’avanguardia rispetto al resto d’Europa, e poi si allargarono rapidamente in tutti i paesi industrializzati. Da allora, invenzioni tecniche, nuovi materiali, esigenze espressive e funzionali sollecitarono la ricerca, offrendo sempre nuove possibilità agli architetti come Ulisse Stacchini che usò questo stile per costruire la stazione Centrale. NOTA 2: Abside: termine usato per le basiliche e nelle chiese cristiane per indicare la tribuna o grande nicchia con volta a cupola, dietro il coro, all'estremità degli stessi edifici. NOTA 3: Tiburio: è un elemento architettonico che racchiude al suo interno una cupola proteggendola. Può assumere svariate forme, come quella cilindrica, cubica, a parallelepipedo o prismatica, a seconda se la cupola ha pianta poligonale o circolare. Generalmente è costituito da un tetto a spioventi chiuso in sommità da una lanterna. NOTA4: Leggenda: C’era una volta un gran serpente, che abitava nei dintorni di Torino ed era la paura dei cittadini, poiché tanti venivano presi altrettanti divorati. I Nessuno lo affrontava perché il mostro, appena decideva la preda, il poveretto era spacciato; se invece il viandante fosse stato il primo ad attaccare il brutto animale, questo perdeva tutta la sua forza e ferocia. Nessuno riusciva mai a sconfiggere il serpente. Però in città c’era un grande toro e, spinto il quadrupede contro il mostruoso divoratore di uomini, a forza di cornate lo uccise e liberò la città, dove fu ricevuto con grandi feste e,il popolo, lo fece diventare simbolo della città. Arrivederci in tutte le lingue! Francese: Aurevoirre! Inglese: Good bye! Portoghese: Adeus! Russo: Прощай! Spagnolo: ¡Adiós! Cinese: 再见!待会儿见! Giapponese: またね。 Tedesco: Auf Wiedersehen! Polacco: Do widzenia! Ungherese: Viszlát! Olandese: Tot ziens! Rumeno: La revedere! Turco: Hoşçakal! Svedese: Hejdå! Italiano: Arrivederci! Finlandese: Näkemiin! Ebraico: !היי Norvegese: Ha det! Slovacco: Nazdar Croato: Doviđenja! Arabo: لا! مع السلمة! الى اللقاء ً مرحبا! أه Greco: Γειά! Coreano: 안녕히 계세요/안녕히 Ceco: Na shledanou! Albanese: mirupafshim Danese: Farvel! Esperanto: Adiaŭ! Sloveno: Na svidenje Catalano: Adéu! Serbo: Zbogom! Irlandese: Dia duit Estone: Nägemiseni Lituano: Sveiki Thailandese: ! Urdu: ع ل ی کم ال س الم Bulgaro: Сбогом! Portoghese brasiliano: Tchau! Latino: Salvete Islandese: Bless! Africano: Goeie dag Faroese: Bei Curdu: Xwahafiz Macedone: Догледање Azerbaigiano: Sağol Lettone: Uz drīzu redzēšanos! Indonesiano: Selamat siang Ucraino: Побачимось! Malese: Jumpa lagi! Bretone: Kenavo! Frisone: Oan't sjen!