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condizione al contorno va chiaramente ricercata in relazione alla
Correnti a superficie libera 175 condizione al contorno va chiaramente ricercata in relazione alla causa perturbatrice che determina il profilo stesso e pertanto va ricercata a monte della corrente se essa è veloce o a valle se lenta. Il caso di un alveo orizzontale (i=0) o in contropendenza (i<0), può essere interpretato come caso particolare di un alveo a debole pendenza in cui per effetto della non esistenza del tirante di moto uniforme, poiché di valore infinito se i=0 o di valore immaginario se i<0, non è possibile l’instaurarsi del profilo di corrente lenta ritardata. Infine nel caso di un alveo a pendenza critica, si osserva l’assenza del profilo di corrente intermedio compreso tra lo stato critico e quello di moto uniforme. I due profili quindi di corrente veloce ritardata e lenta ritardata tendono a disporsi pressoché orizzontalmente. In un alveo indefinito a monte e a valle, la corrente tenderà a disporsi con un tirante prossimo allo stato critico: in tali condizioni si osservano sperimentalmente accentuate ondulazioni del pelo libero giustificate anche analiticamente dal sovrapporsi dell’effetto stabilizzante del numeratore e di quello destabilizzante del denominatore della (8-103). 8.8. Risalto idraulico Si consideri un alveo di lunghezza finita delimitato da due paratoie: una a monte che determina l’instaurarsi di una corrente veloce e una a valle che comporta la presenza di una corrente lenta. Alla luce delle soluzioni della (8-103) si osserva che, nell’ipotesi di corrente lineare, non è possibile il passaggio da corrente veloce a lenta. Pertanto è necessario rimuovere l’ipotesi di gradualità del moto ed assumere che per effetto dell’espansione della corrente si realizzi in un breve tratto dell’alveo, una dissipazione localizzata. Il fenomeno viene denominato risalto idraulico (Figura 8-20). Figura 8-20 La corrente veloce in arrivo da monte si espande, perdendo la linearità, con formazione di un vortice stazionario ad asse orizzontale caratterizzato da 176 Dispense di Idraulica un’intumescenza superficiale e da fenomeni di areazione della vena fluida. Solo più a valle si ripristinano le condizioni di gradualità del moto con tiranti di corrente lenta. Come negli altri fenomeni in cui si osservano dissipazioni localizzate, non è possibile ricorrere a bilanci di energia, ma occorre far ricorso all’equazione globale dell’equilibrio idrodinamico. Nell’ipotesi di alveo cilindrico, applicando l’equazione globale della dinamica al volume di controllo costituito dal tronco di corrente in cui si osserva assenza di gradualità del moto, proiettando la stessa nella direzione del moto, e avendo assunto trascurabili, poiché piccole e di segno contrario, la componente del peso e la resistenza al moto del contorno dell’alveo, si ha γA1ς 1 + βρ Q2 Q2 = γA2ς 2 + βρ A1 A2 (8-107) essendo i pedici 1 e 2 riferiti rispettivamente alla sezione di corrente veloce di monte e lenta di valle. Anche il coefficiente di ragguaglio di Boussinesq viene solitamente posto pari all’unità. La somma della spinta idrostatica e del flusso di quantità di moto prende il nome di spinta totale. Per la (8-84) la spinta totale dell’ultima sezione di corrente veloce gradualmente variata a monte del risalto, coincide con quella della prima sezione di corrente lenta gradualmente variata a valle del risalto: i due tiranti, rispettivamente di corrente veloce e lenta, si dicono coniugati nel risalto. La spinta totale, ponendo pari all’unità il coefficiente di Boussinesq, è pari a S = γAς + ρ Q2 A (8-108) e, ad assegnato valore di portata, ha un andamento, riportato in Figura 8-21, caratterizzato da valori infiniti per h tendente a zero e all’infinito, e da un valore minimo Smin. Correnti a superficie libera 177 Figura 8-21 La spinta totale può anche essere scritta come S = γ ∫ ydA + ρ Q2 A (8-109) Annullando la derivata di tale relazione rispetto al tirante h, si ottiene dS Q 2 dA = γ ∫ ydB − ρ 2 =0 dh A dh (8-110) dS Q2 = γA − ρ 2 B = 0 dh A (8-111) ovvero che fornisce l’espressione A3 Q 2 = B g (8-112) coincidende con la condizione (8-68) di stato critico. Il valore minimo di spinta, ad assegnata portata, si osserva quindi in condizioni di stato critico. La funzione Q(h) ad assegnato valore di S=S0, è espressa dalla relazione 178 Dispense di Idraulica S Q = gA 0 − Aς γ (8-113) che si ottiene dalla (8-108) esplicitando la portata. Il relativo diagramma è rappresentato in Figura 8-22. Figura 8-22 Il valore h* di Figura 8-22 rappresenta la soluzione dell’equazione S 0 = A(h *)ς (h *) (8-114) Per ottenere il valore del tirante che fornisce il massimo di portata, si pone uguale a zero la derivata della (8-113) rispetto al tirante, ottenendo S0 dA dh dQ = g dh 2 A γ gA − Aς − 2 S0 γ − Aς dAς =0 dh (8-115) che diventa S0 γ − Aς = A dAς B dh (8-116) cioè Q 2 A 2 dAς = g B dh (8-117) Correnti a superficie libera 179 Figura 8-23 Poiché, come si nota dalla Figura 8-23, dAς ∫ ydA = ydb = A =d ∫ dh dh (8-118) la (8-117) può scriversi come Q 2 A3 = g B (8-119) coincidente con la condizione (8-68) di stato critico1. Il valore massimo di portata, ad assegnato valore di spinta, si osserva quindi in condizioni di stato critico. A seconda del numero del numero di Froude della corrente veloce di monte, cambia l’aspetto del risalto idraulico. Per numeri di Froude maggiori di 1,7 il risalto risulta caratterizzato da un vortice ad asse orizzontale, che scompare per valori compresi tra 1 e 1,7 essendo presenti delle ondulazioni che si smorzano attorno al tirante di valle: in questo caso il risalto viene denominato ondulato. Per quanto riguarda la lunghezza dello sviluppo del risalto essa è stata misurata sperimentalmente in funzione del tirante di valle e del tirante di monte. Orientativamente la linghezza risulta pari a circa 6-7 volte la differenza tra il tirante di valle e quello di monte. Ad ogni modo la lunghezza del risalto risulta in genere limitata rispetto alle lunghezze degli alvei: per tal motivo in una rappresentazione in cui la scala delle quote viene sfalsata rispetto a quella delle 1 Tale risultato è rigoroso nelle ipotesi fatte sui coefficienti di ragguaglio posti entrambi pari all’unità. 180 Dispense di Idraulica lunghezze, il tronco all’interno del quale si sviluppa il risalto è rappresentato tramite un’unica sezione trasversale. 8.9. Profili di corrente a portata variabile lungo il percorso Per correnti a portata variabile si intendono i flussi a pelo libero nei quali avviene una sottrazione o un’immissione continua di portata lungo il percorso. Le più frequenti opere idrauliche nelle quali la portata decresce sono i canali con stramazzo laterale o griglia di fondo, mentre quelle dove la portata cresce sono i canali di gronda. Si consideri un tronco di una corrente, di lunghezza infinitesima ds, in corrispondenza del quale avviene un ingresso di portata (Figura 8-24). Figura 8-24 Si valuti come qds la portata entrante nel tronco, se il termine q è positivo, o uscente, se q è negativo. Il significato di q è quindi di una portata entrante lateralmente per unità di percorso. Nell’ipotesi di moto permanente, i termini dell’equazione globale della dinamica applicata al tronco di corrente, delimitato dalla sezione di monte A, e quella di valle A+dA, proiettati sull’asse s del canale, sono G s = γAids (8-120) dγAς Π s = γAς − γAς + ds − γσJds + F p ds (8-121) Correnti a superficie libera 181 Q2 dρ Q2 Q2 A ds + ρ qU ds Ms = ρ −ρ + s A A ds (8-122) avendo indicato con Us la componente della velocità di ingresso della portata laterale lungo l’asse del canale s, e con Fp la componente su s della forza risultante dalle pressioni agenti sul contorno dell’alveo (Fp è un termine positivo se il canale diverge, negativo se converge e nullo se il canale è cilindrico). La proiezione su s dell’equazione globale si scrive quindi Q2 dρ d γ Aς A ds + ρ qU ds + F = 0 γσ ( i − J ) ds − ds − s p ds ds (8-123) ovvero Fp dS = γA(i − J ) + ρqU s + ds ds (8-124) che rappresenta l’equazione differenziale che regge il problema del moto per una corrente gradualmente variata a portata variabile lungo il percorso. Nell’ipotesi di afflusso di portata in direzione ortogonale alla corrente, la (8-124) diventa Fp dS = γA(i − J ) + ds ds (8-125) Sviluppando la derivata totale di S, funzione di s e Q, si ha dAξ Q 2 dA 2Q dQ dS =γ − 2 + ds gA ds gA ds ds (8-126) che può essere scritta, essendo la variazione di A legata a quella del tirante h e a quella della sezione per effetto della non cilindricità del canale, come ∂Aξ ∂Aξ dh Q 2 ∂A ∂A dh 2Q dQ dS =γ + − + + ds ∂h ds gA 2 ∂s ∂h ds gA ds ∂s Per l’equazione (8-19), a parità di tirante, si ha (8-127) 182 Dispense di Idraulica Fp ∂Aς ds = ∂s γ (8-128) che permette, tramite anche la (8-118), di poter scrivere la (8-127) come Fp dS dh Q 2 ∂A dh 2Q dQ =γ +A − 2 +B + ds ds gA ∂s ds gA ds γds (8-129) L’equazione (8-125) diventa quindi dh Q 2 ∂A dh 2Q dQ − 2 +B + ds gA ds ds gA ∂s γA(i − J ) = γ A (8-130) per cui i−J = dh Q 2 B Q 2 ∂A 2Q dQ 1 − − + ds gA3 gA3 ∂s gA2 ds (8-131) ottenendo dh = ds i−J + Q 2 ∂A 2Q dQ Q 2 ∂A 2Q dQ − i − J + − gA3 ∂s gA 2 ds gA 3 ∂s gA 2 ds = Q2B 1 − Fr 2 1− gA 3 (8-132) Volendo non considerare le dissipazioni di energia legate alla variazione di portata, si potrebbe scrivere l’equazione (8-98) che sviluppando la derivata totale di H=H[h(s), A(s), Q(s)], diventa dH dh Q 2 ∂A ∂A dh Q dQ = − + =i−J + ds ds gA3 ∂s ∂h ds gA 2 ds (8-133) ottenendo dh Q 2 B Q 2 ∂A Q dQ 1 − − 3 + =i−J 3 ds gA gA ∂s gA 2 ds ovvero (8-134) Correnti a superficie libera 183 dh = ds i−J + Q 2 ∂A Q dQ − 2 3 gA ∂s gA ds 1 − Fr 2 (8-135) Confrontando quest’ultima con la (8-132) si deduce che l’immissione di portata comporta un incremento dell’energia dissipata per unità di percorso pari a Q dQ gA 2 ds (8-136) Tale termine è da attribuire quindi alle dissipazioni derivanti dal mescolamento tra la portata affluente e la corrente prinicipale. 8.8.1 Sfioratore laterale Nelle fognature miste si presenta, in caso di pioggia intensa, la necessità di non convogliare all’impianto di depurazione l’intera portata proveniente dalla fognatura urbana: grazie infatti al ridotto carico inquinante si preferisce scaricare la parte eccedente alla portata massima dell’impianto di depurazione, direttamente al corpo idrico recettore (lago, fiume, mare). Ovviamente nei periodi in cui la portata in arrivo dalla fognatura risulta inferiore a quella massima del depuratore, sarà necessario far arrivare l’intera portata all’impianto di depurazione. Per ottenere ciò viene spesso realizzato uno scaricatore laterale. Esso è costituito essenzialmente da una soglia sfiorante posta a distanza hsf dal fondo, realizzata su uno o entrambe le pareti laterali del canale in arrivo con un canale derivatore posto a valle. In Figura 8-25 è mostrato lo schema di uno sfioratore laterale con una soglia laterale. 184 Dispense di Idraulica Figura 8-25 Chiaramente quando il profilo di corrente presenta quote inferiori ad hsf, lo sfioratore deriva l’intera portata. Nel caso contrario, quanto maggiore sarà la quota del pelo libero, tanto maggiore sarà la portata sfiorata. Pertanto la determinazione del profilo di corrente appare fondamentale per la definizione del funzionamento dell’opera. Per valutare il profilo di corrente negli sfioratori laterali, si effettua l’ipotesi che il processo di sfioro avvenga ad energia specifica della corrente costante. Ciò avviene se le masse fluide abbandonano la corrente principale con una velocità quanto più possibile vicina a quella media trasversale. Si preferisce non utilizzare la (8-124) essendo non nota la direzione con la quale i filetti fluidi abbandonano la corrente principale. Osservando l’andamento del grafico della funzione Q=Q(h) a carico costante (Figura 8-13) si nota che nel ramo delle correnti lente a riduzioni di portata corrisponde un aumento del tirante, mentre in quello delle correnti veloci si osserva una riduzione dei tiranti. A ciò si arriva anche scrivendo nell’ipotesi di carico costante l’uguaglianza: dH ∂H dh ∂H dQ = + =0 ds ∂h ds ∂Q ds che diventa (8-137) Correnti a superficie libera 185 ∂H ∂H dh ∂Q dQ ∂Q dQ =− =− ∂H ds ds 1 − Fr 2 ds ∂h (8-138) Poichè la derivata parziale del carico H rispetto alla portata Q è sempre positiva poichè pari a ∂H Q = ∂Q gσ 2 (8-139) la (8-139) permette di asserire che nel caso di correnti lente (Fr<1) la corrente risulta caratterizzata da tiranti crescenti con l’ascissa s; essendo la portata decrescente con s, anche la velocità si riduce verso valle ovvero la corrente è decelerata. Nel caso delle correnti veloci (Fr>1) la corrente presenta tiranti decrescenti con s; per la costanza del carico H, ad una riduzione di tirante segue un aumento dell’altezza cinetica e quindi la corrente risulta accelerata (Figura 8-26). Figura 8-26 Per determinare quantitativamente il profilo occorre scrivere, per la costanza del carico h1 + Q1 2 2 gA1 2 = h2 + Q2 2 2 gA2 2 (8-140) avendo indicato col pedice 1 le grandezze di una sezione generica e con 2 quella a valle distante ∆s dalla sezione 1. Ovviamente se si traccia una corrente lenta, 186 Dispense di Idraulica le grandezze di valle sono note e quelle di monte sono incognite; il contrario avviene per una corrente veloce. La portata che fuoriesce in un tratto ∆s è usualmente determinata con la formula dello stramazzo e risulta quindi: Q1 − Q2 = µ∆sh' 2 gh' (8-141) dove µ è il coefficiente di efflusso che dipende dal particolare stramazzo e h’ è il carico sullo stramazzo che può essere posto pari a. h' = h1 + h2 − hsf 2 (8-142) Il problema richiede quindi la soluzione, tramite un procedimento iterativo, del sistema costituito dalle equazioni (8-140), (8-141) e (8-142) nelle incognite h1, Q1 e h’ se la corrente è lenta, h2, Q2 e h’ se la corrente è veloce. 8.8.2 Canale di gronda Il canale di gronda è un canale che raccoglie le acque per farle defluire secondo una direzione voluta come ad esempio le grondaie disposte al piede dello spiovente di una tettoia. Seguendo lo schema di Figura 8-25, il canale emissario che raccoglie le acque provenienti dallo sfioratore laterale è anch’esso un canale di gronda. Nell’ipotesi di canale cilindrico e di trascurabilità dei termini della pendenza e delle resistenze, la (8-124) diventa dS = ρ qU s ds (8-143) Se l’afflusso di portata avviene in direzione ortogonale alla corrente principale, la (8-143), scritta diventa dS =0 ds (8-144) Non è possibile, in questo caso, affrontare il problema a carico costante poiché il mescolamento tra la corrente principale e quella affluente avviene con formazione di vortici e quindi con perdite energetiche significative. Per avere indicazioni sull’andamento qualitativo del profilo si può osservare l’andamento del grafico della funzione Q=Q(h) a spinta costante (Figura 8-22): nel ramo delle correnti lente a riduzioni di portata corrisponde un aumento del tirante, mentre in quello delle correnti veloci si osserva una riduzione dei tiranti (Figura 8-27). Correnti a superficie libera 187 Figura 8-27 A tale conclusione si può giungere anche scrivendo nell’ipotesi di spinta S costante, la relazione dS ∂S dh ∂S dQ = + =0 ds ∂h ds ∂Q ds (8-145) ∂S dh ∂Q dQ =− ∂S ds ds ∂h (8-146) che diventa Poichè la derivata parziale della spinta S rispetto alla portata Q è sempre positiva poichè pari a ∂S 2γQ = ∂Q gσ (8-147) la (8-146) permette di asserire che nel caso di correnti lente (∂S/∂h>0), la corrente risulta caratterizzata da tiranti decrescenti con l’ascissa s; essendo la portata crescente con s, la velocità aumenta verso valle ovvero la corrente è accelerata. Nel caso delle correnti veloci (∂S/∂h<0) la corrente presenta tiranti crescenti con s; per la costanza della spinta, ad una riduzione di tirante segue un aumento della spinta dinamica ovvero d Q2 ρ ds A < 0 (8-148) 188 Dispense di Idraulica che diventa 2Q ∂Q Q 2 ∂A − <0 gA ∂s gA2 ∂s (8-149) ovvero 2 ∂Q Q ∂A − <0 ∂s A ∂s (8-150) e cioè ∂V Q ∂A ∂A 2V +A <0 − ∂s A ∂s ∂s (8-151) fornendo la disequazione ∂V V ∂A < ∂s 2 A ∂s (8-152) che permette di concludere che la corrente risulta ritardata. Per determinare quantitativamente il profilo occorre scrivere, per la costanza della spinta S (Q + ∆Q ) Q1 Q = γA2ς 2 + ρ 2 = γA2ς 2 + ρ 1 A1 A2 A2 2 γA1ς 1 + ρ 2 2 (8-153) avendo indicato col pedice 1 le grandezze di una sezione generica e con 2 quella a valle distante ∆s dalla sezione 1. Anche, qui in modo ovvio, se si traccia una corrente lenta, le grandezze di valle sono note e quelle di monte sono incognite, mentre il contrario avviene per una corrente veloce. Nota la portata ∆Q che si immette nel tratto ∆s, la (8-153) si risolve tramite un procedimento iterativo nell’incognita h1, se la corrente è lenta, o nell’incognita h2, se la corrente è veloce. 8.10. Brusche variazioni di larghezza In un alveo può verificarsi per cause diverse, la presenza di un improvviso e localizzato restringimento o allargamento. Si ipotizzi di avere un restringimento localizzato dalla larghezza B a quella b, in un alveo rettangolare cilindrico indefinito a monte e a valle come schematicamente indicato nella pianta di Figura 8-28. Correnti a superficie libera 189 Figura 8-28 Per determinare il profilo di corrente complessivo relativo al deflusso di una portata defluente Q, è necessario effettuare un bilancio di energia tra la sezione 1 subito a monte del restringimento e la sezione 2 subito a valle. I casi possibili sono: • alvei a monte e a valle del restringimento entrambi a forte pendenza; • alvei a monte e a valle del restringimento entrambi a debole pendenza; • alveo a monte a forte pendenza mentre quello a valle a debole pendenza; • alveo a monte a debole pendenza mentre quello a valle a forte pendenza. Si consideri a titolo di esempio il primo caso. Si ipotizzi che la corrente di moto uniforme di tirante ho1, proveniente da monte si estenda fino al restringimento. L’uguaglianza dell’energia tra la sezione 1 e 2, trascurando la differenza di quota geodetica del fondo, si può quindi scrivere H 1 = h01 + Q2 Q2 = H 2 + ∆H = h2 + + ∆H 2 gBh01 2 gbh2 (8-154) Nell’ipotesi semplificatica di trascurare la perdita di carico nel restringimento ∆H, tale equazione ammette soluzione se H1 risulta superiore a Hcb, valore minimo di energia compatibile col deflusso della portata Q nell’alveo di larghezza b (Figura 8-29). 190 Dispense di Idraulica Figura 8-29 In questo caso il profilo di corrente complessivo è di moto uniforme fino al restringimento e a valle del restringimento di corrente veloce tendente al moto uniforme con condizione a monte pari a h2. Se tale valore risulta inferiore al tirante ho2, di moto uniforme dell’alveo di larghezza b il profilo a valle del restringimento sarà di corrente veloce ritardata (Figura 8-30) altrimenti di corrente veloce accelerata. Figura 8-30 Se H1 risulta inferiore a Hcb, nella sezione subito a valle del restringimento si stabilirà proprio il valore minimo di energia compatibile col deflusso della portata Q nell’alveo di larghezza b (Figura 8-29). A monte del restringimento si determinerà quindi un tirante di corrente lenta, hm, che porta alla formazione di Correnti a superficie libera 191 un risalto a monte del restringimento (Figura 8-31). A valle invece si determinerà una corrente veloce con condizioni di monte pari al tirante critico kb, dell’alveo di larghezza b. Figura 8-31 In questo caso va osservato che la teoria unidimensionale presenta dei limiti a modellare il fenomeno fisico nel dettaglio poiché in corrispondenza di brusche deviazioni planimetriche, in particolar modo se la corrente è rapida, si possono sviluppare fronti d’onda che modificano il campo di moto. Si lascia al lettore il compito del tracciamento del profilo di corrente negli altri casi di restringimento e in quelli di allargamento brusco, presentando dal punto di vista concettuale le stesse complessità. 8.11. Breve restringimento di sezione Molto spesso ci si trova in presenza di brevi tratti in cui nel canale la sezione disponibile al deflusso si restringa. E’ questo il caso di un avvicinamento delle sponde del canale o della presenza nell’alveo di una o più pile ponte. Si faccia riferimento al canale a pendenza costante i, di sezione rettangolare di larghezza B, indefinito a monte e a valle nel quale sia stato inserito un breve tronco a sezione ristretta di larghezza b. La rappresentazione in pianta di tale canale è riportata in Figura 8-32. Figura 8-32 192 Dispense di Idraulica Si ipotizzi che il restringimento di sezione non provochi perdite di carico localizzate ovvero si ammette che, al passaggio attraverso il restringimento, l’energia specifica H della corrente si mantenga costante. Nota la portata defluente Q, l’energia Hu del moto uniforme hu che compete all’alveo di larghezza B, può essere maggiore o minore di quella minima che compete alla sezione ristretta di larghezza b. Nel primo caso, ovvero se il rapporto b/B è di poco inferiore all’unità, si osserverà nel tronco ristretto un valore del tirante h minore di quello del moto uniforme h0, valutabile dall’equazione esplicita H u = h0 + Q2 2 g (Bh0 ) 2 = h+ Q2 2 g (bh ) 2 (8-155) Il profilo che si osserva nel canale è quindi di moto uniforme ad eccezione del restringimento all’interrno del quale il profilo subisce un abbassamento. Figura 8-33 Nel caso di rapporto b/B molto inferiore all’unità, il valore di H nella sezione ristretta sarà proprio pari al minore valore possibile ovvero Hcb (Figura 8-33): nella sezione ristretta il tirante sarà quindi proprio il valore critico kb pari a Correnti a superficie libera 193 kb = 3 Q2 gb 2 (8-156) Il profilo si presenterà quindi di corrente lenta a monte del restringimento e di corrente veloce a valle (Figura 8-34). Figura 8-34 Il tirante di corrente lenta hm che si stabilisce a monte del restringimento si valuta tramite la relazione implicita hm + Q2 2 g (Bhm ) 2 = kb + Q2 2 g (bk b ) 2 (8-157) mentre quello di valle di corrente veloce hv si valuta tramite la relazione ancora implicita hv + Q2 2 g (Bhv ) 2 = kb + Q2 2 g (bk b ) 2 (8-158) Per esprimersi sul profilo di corrente che si stabilisce a monte e a valle del restringimento, è necessario distinguere il caso di alveo a debole pendenza da quello a forte pendenza. 194 Dispense di Idraulica Figura 8-35 Nel primo caso a partire da hm verso monte si stabilisce un profilo di corrente lenta ritardata risultando hm maggiore di h0. A valle invece si avrà un profilo di corrente veloce ritardata dal tirante hv fino al tirante coniugato nella spinta di h0 (Figura 8-35). E’ bene notare che nella Figura 8-35, si è voluto rappresentare il profilo di corrente nell’intero alveo. La scala delle distanze verticali è quindi diversa da quella delle altezze orizzontali1 e ciò comporta che il tronco del venturimetro viene a coincidere con un’unica sezione verticale tratteggiata in figura. Nel caso di alveo a forte pendenza a partire da hm verso monte si stabilisce un profilo di corrente lenta ritardata fino, procedendo verso monte, al tirante coniugato nella spinta di h0 (Figura 8-36); verso valle il profilo a quello di una corrente veloce ritarda che parte dal valore hv Figura 8-36 1 Si noti che la pendenza dell’alveo, pur essendo piccola, viene esaltata nella rappresentazione grafica. Correnti a superficie libera 195 8.12. Sbocco e imbocco Lo sbocco di un canale all’interno di un serbatoio a livello invariabile, è uno schema che si ritrova in molti casi come ad esempio l’immissario di un lago. Nel caso in cui la corrente subito a monte dello sbocco sia lenta, il moto è comandato da valle ovvero dal tirante nell’ultima sezione del canale. Se la differenza di quota, hv, tra la superficie libera nel serbatoio e il fondo del canale alla sezione di sbocco è maggiore o uguale dell’altezza di stato critico (Figura 8-37), si può scrivere un bilancio di energia tra monte e valle dell’ultima sezione ovvero V12 h1 + = hv + ∆H 2g (8-159) indicando con h1 e V1 il tirante e la velocità nella sezione 1 di sbocco del canale e con ∆H la perdita di energia tra la sezione 1 e quella immediatamente a valle. In questo caso la dissipazione di energia è pari proprio all’altezza cinetica della corrente in arrivo, ed è possibile ottenere quindi che h1 = hv (8-160) Figura 8-37 La corrente a monte dello sbocco sarà quindi una lenta accelerata nel caso di alveo a debole pendenza e contemporaneamente hv minore dell’altezza di moto uniforme del canale, o una lenta ritardata negli altri casi (alveo a debole pendenza e contemporaneamente hv maggiore dell’altezza di moto uniforme, oppure alveo a forte pendenza). 196 Dispense di Idraulica Se la differenza di quota, hv, tra la superficie libera nel serbatoio e il fondo del canale alla sezione di sbocco risulta invece minore dell’altezza di stato critico, si avrà necessariamente il passaggio attraverso lo stato critico proprio nell’ultima sezione del canale (Figura 8-38): tale situazione è quindi possibile solo nel caso di alveo a debole pendenza. Figura 8-38 Nel caso in cui la corrente subito a monte dello sbocco sia veloce, ovvero il moto sia influenzato da condizioni poste a monte, essa si manterrà tutta veloce se la differenza di quota, hv, tra la superficie libera nel serbatoio e il fondo del canale alla sezione di sbocco risulta minore dell’altezza di stato critico. Nel caso di differenza di quota, hv, maggiore dell’altezza di stato critico, sarà necessario confrontare la spinta della corrente veloce nell’ultima sezione con quella relativa alla corrente lenta di tirante hv, per individuare se il risalto avvenga a monte o a valle della sezione di sbocco. In numerosi casi si possono verificare situazioni in cui il canale presenta un imbocco da un serbatoio a livello invariabile assegnato, come un canale di derivazione di un impianto idroelettrico, un canale di irrigazione o un emissario di un lago. In questo caso la portata diventa un’incognita e la condizione di monte sulla portata defluente è sostituita da una condizione energetica nella prima sezione del canale: nell’ipotesi di trascurare le perdite di imbocco, la differenza di quota, H0, tra la superficie libera nel serbatoio e il fondo del canale nella sezione di imbocco, risulta pari al carico specifico riferito al fondo della sezione iniziale del canale. In generale il problema si risolve assegnando una portata di tentativo, Q*, ricostruendo il profilo nel canale con tale portata e verificando che tra monte e valle dell’imbocco sia verificata la seguente uguaglianza di energia H 0 = h* + Q* 2 [ ( )] 2g A h* 2 (8-161) Correnti a superficie libera 197 dove con h* si è indicato il valore del tirante nella sezione iniziale del canale ottenuto tracciando il profilo con la portata Q* di tentativo. Nel caso tale uguaglianza non sia soddisfatta è necessario reiterare il procedimento ipotizzando una nuova portata. Ovviamente i valori di tentativo della portata dovranno essere minori del valore massimo per l’assegnato carico specifico H0. Nel caso esemplificativo di un alveo indefinito a valle che presenta un imbocco da un bacino a livello invariabile assegnato, è possibile effettuare alcune considerazioni interessanti. Figura 8-39 Nell’ipotesi che il canale sia a debole pendenza, il profilo nel canale è di moto uniforme (Figura 8-39) ed è possibile quindi scrivere il sistema costituito dalla relazione tra tirante di moto uniforme h0 e portata ovvero una relazione del moto uniforme (ad esempio quella di Gauckler-Strickler) 2 A(h0 ) 3 12 Q = k GS A(h0 ) i χ (h0 ) (8-162) e dalla relazione di uguaglianza dell’energia a monte e a valle dell’imbocco H 0 = h0 + Q2 2 g [A(h0 )] 2 (8-163) Da tale sistema è possibile ottenere il valore del tirante di moto uniforme h0 e la portata Q*. La risoluzione del sistema è equivalente al procedimento grafico di intersezione tra la scala di deflusso e il diagramma h=h(Q) ad assegnato carico specifico H0. 198 Dispense di Idraulica Figura 8-40 Se il tirante di moto uniforme h0 risulta di corrente lenta (Figura 8-39), ovvero maggiore del tirante di stato critico k, valutato tramite la relazione 1− Q* 2 g [ A(k )] 3 B (k ) = 0 (8-164) l’ipotesi di alveo a debole a pendenza è corretta e i valori di h0 e Q* risultano corretti. Se h0 risulta invece un tirante di corrente veloce (Figura 8-41), l’ipotesi di alveo a debole pendenza non è corretta e il valore di portata Q* è quindi errato. Correnti a superficie libera 199 Figura 8-41 Ciò vuol dire che l’alveo è a forte pendenza e che quindi si stabilirà un profilo di corrente veloce accelerata con condizione a monte pari al tirante di stato critico (Figura 8-42). Figura 8-42 Il valore della portata effettivamente defluente potrà quindi essere determinato dalla risoluzione del sistema costituito dalla relazione di uguaglianza dell’energia a monte e a valle dell’imbocco 200 Dispense di Idraulica H0 = k + Q2 2 g [ A(k )] 2 (8-165) e dalla condizione di stato critico 1− Q2 g [ A(k )] 3 B (k ) (8-166) Ovviamente il valore di Q che si ottiene dal sistema è pari al massimo valore Qmax che può defluire per l’assegnato carico H0 (Figura 8-41). Il valore del tirante di moto uniforme h0 al quale il profilo tende verso valle, si ottiene dalla scala di deflusso per Q=Qmax.