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Ancora Taranto-Catania, la finale maledetta del 2001. Dopo

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Ancora Taranto-Catania, la finale maledetta del 2001. Dopo
Sport
58
anni L’attuale tecnico
del Sorrento è nato a
Saviano (Na) il 23 ottobre
del 1952.
Gianni
Simonelli
Ancora Taranto-Catania, la finale maledetta del 2001.
Dopo Ermanno Pieroni, la parola passa al tecnico
campano. Che giura: «La squadra non c’entra. Ma la
mia sensazione è che gli etnei fossero stati prescelti.
Intervista di pietro cinieri
12 marzo 2010
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sport
A
ncora Taranto-Catania? Sì, ancora Taranto-Catania. Non per
masochismo, non per forzata ricerca di scandalismo, non per spiccata
tendenza alla jihad calcistica. Molto
più semplicemente perchè è giusto. È
giusto affrontare i dubbi di una partita che ha cambiato la storia sportiva
di due generazioni di ragazzi, tifosi,
giornalisti, addetti ai lavori e più in
generale, di una città intera.
Certo, è più facile lasciare che tutto scorra nell’oblio dello Ionio, sempre, come sempre, ancora e ancora:
in fondo a cosa può portare la verità?
A cosa può servirci avere la consapevolezza che quella partita sia entrata
in un circutito di calcio malato? La finale non si rigiocherà mica, il Taranto
è rimasto in C1, il Catania, adesso di Pulvirenti, è arrivato a giocare
all’Olimpico e a San Siro.
La domanda da porgersi però è
un’altra: la verità ha una scadenza?
Secondo noi no. E il non averla cercata
prima, non ci esime dal cercarla oggi.
In fondo è tutto qui: nè masochismo,
nè scandalismo, nè jihad calcistica.
Solo la verità.
Ecco perchè dopo aver ascoltato
Ermanno Pieroni era necessario sentire anche Gianni Simonelli, l’allenatore del Taranto ai tempi di quella finale maledetta. E il professore, oggi
sulla panchina del Sorrento, purtroppo, conferma tante cose. Ecco le sue
parole.
Mister Simonelli, il picco massimo della
sua carriera è arrivato nel 2004, quando
ha allenato il Pescara in B. A inficiare il
suo successo sono sempre state le finali
play-off. Quante ne ha giocate?
Quattro per la promozione in B e
una, con il Benevento, per la C1. In
più, se vuole può aggiungere anche
un’altra semifinale per la B con
l’Ascoli.In totale, insomma, sono
arrivato ai play-off per sei volte.
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Trentatrè
panchine per
Simonelli
a Taranto.
Subentrò dopo
5 turni
a Capuano.
con pieroni. Il tecnico campano sull’ex patron: «Un uomo di calcio d’alto livello». foto: studio r.ingenito
Qualcosa di poco chiaro c’è stato,
questo però non l’ho capito
subito dopo la partita, ma in un secondo
momento, ragionando sugli episodi»
E non ha mai vinto, vero?
Esatto.
È mai successo che ai rimpianto si mescolasse qualche sospetto?
Non capisco dove vuole arrivare.
Mister, lei è un uomo di cultura e
sa benissimo dove vogliamo arrivare. A una finale giocata otto
anni fa.
Cosa vuole sapere su TarantoCatania?
capito subito dopo la partita ma in
un secondo momento, ragionando su
quello che era accaduto in quei giorni.
Sia chiaro: io non ho certezze, ma solo
sensazioni.
Ci parla di queste sensazioni?
Sensazioni...anzi impressioni...
che...insomma..il Catania fosse...fosse...
...stato prescelto?
Ecco, sì, ma le ripeto che le mie
sono solo sensazioni, non ho nessuna certezza.
Soltanto cosa pensa su quella partita.
Le rispondo subito: qualcosa di poco
chiaro c’è stato. Questo però non l’ho
Sa che le sue sensazioni combaciano
con quelle di Ermanno Pieroni?
12 marzo 2010
sport
la carriera
la laurea in
lettere e la
serie b del ‘04
il professore
Taranto 2001/02. Una formazione ionica. In basso Graziani, che con Pellegrino era tecnico del Catania ai tempi della finale.
Quindi lei sa che attorno a quella partita l’ex patron disegna un complotto politico? Che è arrivato a citare il Ministro
degli Interni di allora, il catanese Enzo
Bianco, e il sindaco di Catania, Scapagnini, medico personale di Berlusconi?
Però, come abbiamo fatto notare a lui,
in campo ci andavano i giocatori, non i
politici. I giocatori che lei allenava.
L’arbitrò Brighi se non sbaglio, o
De Marco (Christian Brighi di Cesena, ndr.) e lo fece male. Me lo ricordo ancora il gol non convalidato a Marziano su calcio d’angolo,
quando fischiò un precedente, assurdo fallo in area. Il vero problema però fu quello che successe
all’intervallo, con tutti i dirigenti del Perugia,
Gaucci in testa,
che entrarono in
campo e lo aggredirono. Per non
parlare poi del
pugno a fine partita a Galeoto.
Nella finale di ritorno, allo Iacovone,
Cazzarò s’infortunò dopo pochi minuti.
Ci dice che problema ha avuto?
Quando tornaste
a Taranto, insomma, l’atmosfera
era tutt’altro che
tranquilla.
L’ho incontrato un anno fa, Pieroni. E abbiamo parlato a lungo anche di quella partita.
E su loro metto non la mano, ma il
braccio sul fuoco...qualcosa c’è stata, ma non ha riguardato la squadra, gliel’assicuro.Erano tutti dei
grandi professionisti.
Non lo ricordo, ma glielo ripeto: la
squadra non c’entrava nulla.
Ci racconta qualcosa sui primi novanta
minuti di Catania?
La partita al Cibali fu molto dura.
12 marzo 2010
Cercai di preparare la partita come tutte
le altre, ma quella settimana a Ca-
Laureato in Lettere antiche, Gianni Simonelli è
soprannominato il professore. «A diciotto anni mi
sono iscritto all’università.
A causa di alcune vicissitudini, nonchè della carriera
di tecnico, però ho dovuto
interrompere gli studi. La
laurea l’ho presa molto più
tardi, a 42 anni. Per la felicità di mio padre, che era
insegnante di matematica
e fisica». Il bagaglio culturale, assai raro nell’ambiente calcistico, gli è
tornato utile anche nel suo
lavoro. «Allenare non comporta un livello di cultura
particolare, ma lo studio
dei classici e soprattutto
della filosofia orientale mi
hanno portato a vedere le
cose in maniera diversa,
molto più pragmatica»
le panchine
Inizia ad allenare nel
1980 nella sua Saviano.
Dopo la gavetta, passa
nei professionisti nel
‘96, a Giulianova. Il salto
è fatto: Catania, Ascoli,
Taranto, Pisa. Nel 2004 la
prima e unica esperienza
in B col Pescara, poi di
nuovo fra C1 e C2 con
Martina, Benevento e
Sorrento, dove allena
tuttoggi, nel girone A
delle Lega Pro.
a taranto
«A prescindere da
come sia andata,
quella di Taranto, è
stata un’esperienza
professionale ed
umana importantissima. Ho trovato un
ambiente coinvolto ed
un grande entusiasmo».
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sport
1
istruzioni per l’uso. Il modulo utilizzato dall’allenatore campano a Taranto fu il 4-3-3. foto: studio r.ingenito
2
Ciò che è successo in TarantoCatania, purtroppo fa parte
del calcio. Quando ti trovi di fronte a una
partita del genere o lasci o volti pagina»
3
tania fecero opera mediatica per la
posizione di Pietro Parente.
Dicevano che il suo tesseramento
non era legale e che se il Taranto
avesse vinto, la Lega avrebbe annullato la finale e avrebbe dato la
promozione al Catania. Fecero, insomma, una campagna d’intimidazione molto violenta. E a onor del
vero, riuscirono a destabilizzarci.
Seppur subdola, però, l’intimidazione
mediatica è ben diversa da una decisione presa a tavolino.
Sono passati tanti anni, cosa vuole che le dica? Nell’ambiente, su
quella partita, circolano tante
voci. Io che l’ho vissuta in prima
persona gliel’ho detto: secondo me
nasconde troppi lati oscuri.
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Ci dica una cosa: se le sensazioni corrispondessero a realtà, Gianni Simonelli come ne uscirebbe da quella finale?
Danneggiato, ovviamente.
La mia carriera avrebbe potuto prendere una piega assai diversa. Ma resto dell’opinione che
oggi non ci sia più molto da fare.
Guardi, io penso una cosa: ciò
che è successo in Taranto-Catania, purtroppo, fa parte del calcio.
Quando ti trovi di fronte a partite
del genere hai due alternative: o
esci dal calcio o tuo malgrado accetti e volti pagina. Io ho scelto la
seconda.
Un’ultima cosa mister: cosa pensa di
Ermanno Pieroni?
Al di là di quello che ha fatto, Pie-
amarcord
1- L’arbitro Christian
Brighi della sezione
di Cesena. Diresse
Catania-Taranto,
match d’andata della
finale promozione.
2- Ciccio Galeoto,
qui con la maglia del
Crotone. Nel tunnel
del Cibali prese un
pugno in faccia.
3- L’inconfondibile
Eziolino Capuano. Simonelli gli subentrò
a Taranto nel 2001.
roni è un uomo di calcio d’alto livello, appassionato e generoso.
Lo dico anche se io e lui ci siamo
scontrati spesso.
Perchè durante il ritiro, dette le dimissioni da allenatore del Taranto?
Dopo quella finale le cose erano
precipitate, era venuto meno il
feeling con l’ambiente e andare
avanti era diventato davvero impossibile.
Ci tornerebbe a Taranto?
Di corsa.
Intanto in bocca al lupo per la sua avventura di Sorrento. Ce la fa a salvarsi?
Me lo auguro. Le sensazioni, questa volta, sono buone.
12 marzo 2010
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