«L`innovazione della carta è qui E la portiamo Oltreoceano»
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«L`innovazione della carta è qui E la portiamo Oltreoceano»
Codice cliente: 5801256 Corriere Imprese Lunedì 16 Maggio 2016 5 FI LOCOMOTIVE «L’innovazione della carta è qui E la portiamo Oltreoceano» L’Ad del colosso Sofidel: obiettivo costruire una rete di nove stabilimenti A ogni Paese il suo prodotto, e negli Stati Uniti la manifattura è molto indietro Bugnion Una sede fiorentina per i «guardiani della creatività» S i chiamano «asset intangibili» e, spesso, sono quelli che creano il valore del prodotto. «Basta pensare al lusso: il prodotto in sé è un pezzo di pelle. Il valore vero, che giustifica il prezzo, è come viene percepito il marchio dal cliente», spiega Renata Righetti, presidente di Bugnion, azienda specializzata nella tutela della proprietà intellettuale che ha deciso di puntare su Firenze, dove ha aperto recentemente una nuova sede. «La Toscana è un mercato importante e, nel quadro di una ripresa economica che notiamo in tutto il Paese, è una regione particolarmente vivace. Stanno ripartendo anche settori pesantemente toccati dalla crisi come il tessile», prosegue Righetti. I professionisti di Bugnion si occupano di tutelare la proprietà intellettuale e i risultati della ricerca, Il presidente dell’innovazione e della Renata Righetti creatività delle aziende: registrano e difendono brevetti e marchi, modelli industriali e processi produttivi, monitorano la concorrenza e trovano le misure più efficaci per contrastarla, guidano le aziende nelle strategie di sviluppo sui mercati nazionali e internazionali. Fondata mezzo secolo fa, oggi Bugnion conta su un team di oltre duecento professionisti che gestiscono 27.000 brevetti e modelli e più di 45.000 marchi. Fra i loro clienti figurano nomi prestigiosi, come Fila, Colussi, Meliconi, Errea e Parmacotto, ma anche tante altre piccole e medie imprese che brillano per vivacità e voglia di affermarsi, costruendo il proprio vantaggio competitivo non solo sulla qualità del prodotto, ma anche sui beni immateriali. Bugnion ha chiuso il 2015 con quasi 50 milioni di fatturato. S.O. © RIPRODUZIONE RISERVATA 50 Anni dalla fondazione del gruppo Sofidel, leader della carta per uso domestico 1,8 Miliardi di fatturato nel 2015 registrato dal gruppo con sede a Porcari 13 Paesi in cui è presente Sofidel, il nuovo fronte è quello del Nord America N uovi stabilimenti negli Usa ed espansione di quelli europei. È la strategia di Sofidel, il colosso della carta per uso domestico e igienico, con sede a Lucca da 50 anni, arrivata a un fatturato da 1,8 miliardi e presente in 13 Paesi. Il nuovo fronte è proprio quello del Nord America. Luigi Lazzareschi, Ad di Sofidel: perché la scelta di sbarcare negli Usa? «Il gruppo Sofidel era abbastanza internazionalizzato ma presente soltanto in Europa. Dopo aver visto l’Asia e il Sud America, per tipologia dei mercati, legislazione e cultura, erano il mercato più semplice. Negli Usa, sono rimasti indietro nella manifattura, soprattutto per i prodotti di largo consumo. E questo ha portato meno competizione e una spinta al rinnovamento tecnologico. Siamo negli Usa per Luigi Lazzareschi, amministratore delegato del gruppo Sofidel portare innovazione». Anche per un prodotto «maturo» come il vostro, la tecnologia resta importante. Quanta ricerca fate e come? «La maggior parte la facciamo con i produttori locali, soprattutto la Fabio Perini, leader mondiale nella produzione di macchine in questo settore. Il nostro è un prodotto maturo, ma deve cambiare da Paese a Paese. In Francia vogliono la carta igienica rosa, quella che vendiamo in Italia sarebbe fuori mercato in Germania dove la vogliono a molti strati e resistente. E quella non potrebbe essere venduta in Inghilterra. In Usa ne usano quantità enormi, occorrono rotoli diversi. E così via». Uno dei punti dolenti, per i vostri stabilimenti italiani, è il costo dell’energia. «Sì, ma non siamo andati negli Usa per questo. Purtroppo l’Italia resta con costi energetici più cari del 30-40% della media europea. Anche la politica delle rinnovabili non è stata lungimirante: da zero incentivi a molti incentivi per tornare poi a quasi nessun incentivo. Così, i costi sulla bolletta sono aumentati». Molta tecnologia, molta ricerca e anche molta occupazione. E un tasso di incidenti sul lavoro più basso della media del vostro settore, uno dei più esposti su questo fronte. «Da anni teniamo particolarmente a questo aspetto. Abbiamo una fondazione, intitolata a mio padre, che dà premi ai migliori performer del settore: c’è n’è uno anche per questo (Obiettivo Zero). Per aumentare la sicurezza facciamo tanta formazione. Evitiamo il più possibile la commistione tra personale a terra e personale sui mezzi di trasporto. Stiamo cercando di eliminare l’interferenza tra persone e macchine, con livelli più elevati di robotizzazione e la gestione dei magazzini con laser guidati. Insomma, meno muletti e personale più preparato, con ingegneri elettronici che si occupano di movimentazione grazie a robot e magazzini automatici». Farete ulteriore acquisizioni? Ci sono nuovi mercati in futuro? «In Europa la crescita avverrà con l’aumento d e l l a ca p a c i t à produttiva dei siti attuali. Negli Usa stiamo costruendo un n u ovo s t a b i l i mento vicino Columbus, a Circleville. Dobbiamo aumentare i siti produttivi e pensiamo che il nostro prodotto possa viaggiare al massimo per 700 km: questo significa avere più o meno uno stabilimento ogni 1.400 km. In teoria a regime avremo 8 o 9 stabilimenti: ora siamo in 6 Stati, con cinque stabilimenti già in funzione più quello di Circleville in costruzione. Valuteremo gli eventuali investimenti in futuro». Marzio Fatucchi © RIPRODUZIONE RISERVATA