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“Non usciamo dalle Atl”

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“Non usciamo dalle Atl”
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Tel 0171/697232
Agosto/Settembre 2008
Anno XVI - E1,03
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB/CN
Iscrizione Trib. Cuneo -14/6/1989 n. 426
Edito dal C.S.I. Cuneo - Contiene I.P.
Direttore Responsabile: Fabrizio Pepino
Chiuso in redazione il 4 agosto 2008
Redazione
Autorivari
studio associato
Tel 0171/601962
Fax 0171/436301
[email protected]
Aspettando l’Asti-Cuneo
L’autostrada
si avvicina
al capoluogo
Albadoro
-1289
giorni
1° agosto 2008 - 11 febbraio 2012
Servizio a pag. 5
I grandi
problemi vanno
risolti insieme
Cambio ai vertici
L’Ance punta su
Filippo Monge
ed Elena Lovera
Interviste alle pagine 10 e 11
“Non usciamo dalle Atl”
La decisione della Giunta
regionale di estromettere i
soci privati delle Atl, adeguandosi alle disposizioni del
decreto Bersani, ha scatenando le proteste dei rappresentanti degli interessati, a
difesa di una sinergia che, a
detta di tutti, avrebbe finora
dato buoni frutti.
Perché, allora, cambiare? La
decisione sarebbe da ricondursi alla necessità per la
pubblica Amministrazione di
esercitare sulle Atl un controllo “analogo”, in sostanza
lo stesso che essa esercita sui
propri servizi. E ciò presuppone intanto una partecipazione totalitaria da parte
dell’ente pubblico. L’Atl
diverrebbe allora un ente
strumentale della Regione.
1938/2008
La dolce storia di
Granda Zuccheri
Fabrizio Gardinali a pag. 20
Confindustria
si dice contraria
all’intenzione
delal Regione
di estromettere
i soci privati
entro fine anno
Di qui la legittimazione dell’in house, ovvero dell’affidamento diretto senza confronto concorrenziale, in deroga
alle regole dell’evidenza pubblica.
La strada sembra tracciata,
ma molti sperano che nell’iter di approvazione, il disegno di legge possa trovare
Nel 2008 le presenze di turisti nella Granda sono aumentante di 73.765 unità
soluzioni di compromesso.
Quali è presto dirlo. è probabile che venga comunque
ritagliato un ruolo ai privati
in consorzi affiancati alle Atl.
Con il pericolo, avverte però
qualcuno, che dalla collaborazione sinergica si passi alla
concorrenza conflittuale.
Servizio a pag. 2
dopo-alluvione
La norma
Affidamento
“in house”
e società miste
Marcegaglia-Antoniotti
Due voci all’unisono
Nella splendida cornice
dell’albergo dell’Agenzia
di Pollenzo, si è svolta, los
corso 10 luglio, l’asssemblea
annuale degli associati a
Confindustria Cuneo. Ospite
d’eccezione per quella che
è stata l’ultima assemblea
da presidente di Antonio
Antoniotti, il presidente di Confindustria Emma
Marcegaglia, da pochi mesi
alla guida degli industriali
italiani. Nei nostri servizi
mettiamo a confronto le
relazioni dei due presidenti
su alcuni punti di forte attualità per il mondo imprenditoriale, senza dimenticare di
dedicare un’attezione particolare ai quattro imprenditori cuneesi premiati per la
loro carriera.
Servizi alle pag. 12 e 13
contratti pubblici
Servizio a pag. 3
Gli imprenditori
chiedono regole
chiare e condivise
offrendo la loro
manodopera sugli
interventi da fare
Il provvedimento varato dal
Consiglio dei Ministri, secondo il quale l’unico elemento
da prendere in considerazione
per aggiudicare una gara d’appalto di è l’entità del ribasso
sul prezzo offerto, ha aperto il
dibattito tra imprenditori ed
enti pubblici
Gilberto Manfrin a pag. 4
Fanno discutere
le modifiche
al codice sulle
gare d’appalto
per lavori, servizi
e forniture
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Servizio a pag. 15
speciale assemblea 2008
Un piano per regolare Non sempre il prezzo
cave e corsi d’acqua giusto è il più basso
Regione e Aipo ammettono
che le leggi sono datate e
le risorse sono insufficienti. Le imprese chiedono un
piano generale e condiviso
che regoli - a livello regionale e provinciale - le attività
estrattive e la manutenzione
dei corsi d’acqua.
Granda in rete
Un consorzio
per ridurre il
divario digitale
Servizio a pag. 17
pubblico & privato
di Ilario Bruno
7
N°
Autorizzazione n.123 del 24/06/05
Emma Marcegaglia a Pollenzo
I due presidenti
nei loro interventi
hanno dimostrato
una forte sintonia
nell’approccio
sui punti critici
Mollo
Ogni famiglia ha
la sua passione
Beppe Malò a pag. 21
Agosto/Settembre 2008
pubblico & privato
atl del Cuneese & ente turismo langhe e roero
di Ilario Bruno
“Per come è organizzata oggi
l’Atl cuneese sta lavorando
bene. Le risorse dei privati sono importanti, sia dal
punto di vista economico
sia per apporto di progettualità: infatti sono motivo di stimolo per portare
una visione più ampia della
realtà turistica provinciale”.
Bruno Vallepiano rappresenta Confindustria Cuneo
nell’Azienda turistica locale
(Atl del Cuneese) ed esprime
contrarietà al provvedimento della regione Piemonte
(un disegno di legge della
Giunta che andrà comunque ancora discusso in
Consiglio) che, adeguandosi
a disposizioni comunitarie,
stabilisce che i privati debbano uscire dalle Aziende
entro fine 2008. Una decisione recepita dalle Atl, con
la modifica dello Statuto,
pena la rinuncia alle erogazioni regionali che, per il
2008, sono stabilite in base a
quelle dell’anno precedente.
Unica eccezione, ad oggi,
Alessandria che resiste e
non si adegua alla disposizione contenuta nell’articolo 26 dell’ultima Legge
Finanziaria regionale.
L’uscita del capitale privato
dovrebbe coincidere con un
controllo più forte (analogo)
da parte dell’ente pubblico
(Regione); di qui la legittimazione dell’in house (quindi
Atl come braccio operativo
dell’Ente pubblico).
Dove il modello funziona
non c’è motivo di uscire
Confindustria
si dice contraria
all’intenzione
della Regione
di estromettere
i soci privati
dalle aziende
turistiche entro
la fine del 2008
in cifre
turismo in crescita
nella granda
Presenze 2006
2007
Atl del 889.525 920.291
Cuneese
Ente
400.000 442.999
turismo
Langhe
e Roero
Totale
1.289.525 1.363.290
Saldo
+ 73.765 presenze
il peso dei soci privati
Nell’Atl del Cuneese i soci privati
rappresentano il 35%. nell’Ente
turisrmo Langhe e Roero sono
addirittura il 50%
Dati: Atl del Cuneese
ed Ente turismo Langhe e Roero
Anche Federico Ceretto,
imprenditore
che
Confindustria Cuneo ha
indicato nell’Ente Turismo
Langhe e Roero, critica la
volontà di cambiare “un
modello che funziona”.
“Abbiamo trovato un equilibrio tra pubblico e privato
con partecipazioni al 50%
- spiega Ceretto -, ma i diri-
genti della Regione interpretano restrittivamente
la norma e non ci ascoltano. Abbiamo un’auto che
funziona, ma senza i privati ci mancheranno i soldi
per mettere benzina. Credo
che si sia arrivati a questo
risultato, forse per eliminare strutture in eccesso ma
anche per poter gestire più
poltrone. Non si capisce
che gli imprenditori devono
essere coinvolti e ascoltati.
In questi anni abbiamo sempre aumentato il numero di
turisti nel nostro territorio;
c’è ottimismo, ma manca
chiarezza e, soprattutto, pianificazione”.
In linea con la posizione
degli imprenditori, i verti-
ci dell’Atl cuneese. Il presidente Gianni Vercellotti
si augura ancora soluzioni
diverse rispetto a quelle prospettate “che nascono solo
da una interpretazione della
legge Bersani; ma ci può
essere un’interpretazione
autentica, oppure, se necessario, si dovrebbe modificare
la norma.” Nell’Atl cuneese
la quota di partecipazione
dei privati ha raggiunto il
35% e sono in fase di crescita. “Nella nuova riorganizzazione - spiega Vercellotti
- per recuperare i privati
si costituirebbero strutture separate, con potenziali
contrasti, mentre finora c’è
sempre stata piena collaborazione. Non si dimentichi
che Cuneo è la terza provincia turistica, con circa
un milione di visitatori ogni
anno”.
Aggiunge il direttore Paolo
Bongioanni: “La collaborazione con i soci privati si è
rivelata una soluzione virtuosa, sarebbe anacronistico
fare un passo indietro”.
Più attendista il direttore
dell’Atl di Langhe e Roero,
Mauro Carbone: “Quella
della Regione è una scelta politica, com’è normale
che sia. Vediamo qual è la
vera volontà della Giunta,
poi il Ddl sarà sottoposto
comunque all’Assemblea
regionale. Il ruolo del socio
privato verrà recuperato con
un nuovo soggetto.”
Circolano diverse ipotesi per
far rientrare dalla finestra
i privati che escono dalla
porta: si parla di costituzione di comitati di indirizzo a
fianco dei Cda delle Atl; di
“club di prodotto”, forse in
forma consortile: una aggregazione tra imprese, finalizzata alla creazione di un prodotto turistico specifico per
un mercato specifico.
dentro la norma
Affidamento in house
società miste ed enti
La presenza, anche minoritaria, del socio privato in
una società affidataria di un
servizio da parte di un’amministrazione pubblica, rende
illegittimo l’affidamento in
house ovvero quell’affidamento diretto senza confronto concorrenziale. La
presenza di un socio privato
esclude infatti il cosiddetto
controllo analogo dell’amministrazione sulla società.
Lo ha affermato e più volte
ribadito la Corte di giustizia
dell’Unione europea (ma
anche la giurisprudenza italiana del Consiglio di Stato)
ricordando perciò che la
gara pubblica resta la regola
generale in tema di affidamenti pubblici.
Affidamento in house e ricorso a società miste. “Sono
due realtà completamente
diverse - spiega il responsabile dell’ufficio legale
dell’Unione industriale di
Cuneo, Giacomo Tassone
-. Nell’affidamento in house
devono essere rispettati
precisi requisiti: la totalità
della partecipazione pubblica; l’esercizio del cosiddetto
controllo analogo (l’espressione era già contenuta nella
sentenza relativa all’azienda
tedesca Teckal del 1999,
La presenza dei soci privati pone
il problema del controllo analogo
dell’amministrazione sulla società.
La giurisprudenza, sia comunitaria
che italiana, si è pronunciata in vari
modi, portando alla luce pro e contro
ndr) da parte dell’affidante
sull’affidatario, in sostanza
lo stesso controllo che la
pubblica amministrazione
esercita sui propri servizi.
Per questo motivo si parla
di delegazione interorganica: l’affidatario è una sorta
di longa manus dell’ente
affidante. Altro requisito è l’esercizio dell’attività a vantaggio prevalente
e in alcuni casi esclusivo
dell’ente o degli enti che
esercitano il controllo”. In
virtù di questi requisiti l’ente in house non può ritenersi terzo rispetto all’amministrazione controllante,
ma deve considerarsi come
un’appendice dell’amministrazione stessa.
Nel sistema delle società
miste per l’affidamento dei
servizi, si sono confrontate
in dottrina e in giurispru-
denza due posizioni, agli
antipodi l’una dell’altra:
l’ente pubblico sceglie il
socio tramite gara pubblica,
poi affida ad esso i servizi;
l’altra tesi, che era quella
più restrittiva, prevedeva
anche una gara a valle per
l’affidamento del servizio.
La giurisprudenza ha via via
trovato la sintesi tra i due
orientamenti: il socio privato è selezionato con gara
pubblica, ma al contempo
si determinano gli ambiti
di operatività dello stesso
nella società e le prestazioni
che esso potrà erogare; inoltre si stabilisce la durata del
contratto, che dovrà essere ragionevole in rapporto
al mercato di riferimento:
la società avrà una durata
pari al tempo necessario per
svolgere il servizio oggetto
di affidamento.
dopo-alluvione
Agosto/Settembre 2008
attività estrattive & manutenzione corsi d’acqua
Un piano per regolare cave e fiumi
Regione e Aipo ammettono il vuoto normativo, le leggi datate e la carenza di risorse
Gli imprenditori tendono la mano offrendo manodopera e chiedendo di essere coinvolti
di Gilberto Manfrin
L’alluvione che ha colpito
diverse zone della Granda
alla fine del mese di maggio
ha lasciato il segno. Urgono
sempre più interventi che
portino ad una rapida manutenzione dei corsi d’acqua,
coinvolgendo quegli imprenditori che, a capo di aziende
di attività estrattive, possono
sicuramente dare un mano
affinché si stili un piano
generale condiviso per intervenire sulle aste fluviali. Di
questo si è parlato nel corso
del seminario informativo
svoltosi giovedì 17 luglio in
Confindustria alla presenza
di alcuni sindaci dei territori che nel corso dell’ultima
alluvione hanno riportato
seri danni dovuti alle esondazioni. Un seminario in cui
si è discusso della necessità
di dover approdare quanto
prima ad un aggiornamento
o alla revisione delle normative sulle attività estrattive,
della perdurante mancanza di
una pianificazione del settore estrattivo, ma soprattutto
dell’importanza di dare avvio
ad un tavolo di concertazione
per la gestione degli interventi sulle aste fluviali.
Primo ad intervenire è stato
Paolo Peveraro, vice presidente regione Piemonte e
assessore alle Attività estrattive: “Urge quanto prima
un riordino legislativo del
settore cave - ha affermato
l’assessore - tenendo presente che la legge n. 69 del
1978 è vecchia. Si sente sempre più forte la necessità di
creare un Testo Unico che
tenga conto delle necessità di
aggiornamento, degli obiettivi di snellimento burocratico, regolando i rapporti tra
gli enti locali e soprattutto avere quanto prima una
pianificazione sulle attività
estrattive”. Una tesi sottoscritta anche da Pierpaolo
Varetto, dirigente settore Attività estrattive della
confindustria/ance
gli imprenditori
pulire i fiumi senza penalizzare le cave
stabilire norme chiare e condivise
Per Maurilio Verna, vice presidente di Confindustria Cuneo e fino a
pochi giorni fa alla guida regionale dell’Ance, l’alluvione verificatasi
a maggio è strettamente collegata alla scarsa manutenzione dei letti
fluviali. “Ma - attacca Verna - è necessaria anche una riconsiderazione delle problematiche connesse all’attività estrattiva”. Rispondendo
all’assessore Peveraro, che aveva ribadito la necessità di avere una
pianificazione di queste attività, Verna dice: “In molti casi coloro che
redigono i Prg e le stesse pubbliche amministrazioni non sanno neppure che esiste un piano di programmazione delle cave, un chiaro
segnale di come manchino i rapporti tra i vari uffici”. Venendo al
nocciolo della questione, Verna sottolinea che una cosa è tenere
presente la legge sulla “coltivazione di cave e torbiere”, un altro il
discorso sul mantenimento dei fiumi legato alla salvaguardia del territorio. “Il materiale a cui si attinge - continua Verna - è sì lo stesso, ma
il problema di come gestire le operazioni è totalmente diverso. I sindaci dei paesi rivieraschi, giustamente, sostengono di dover fermare
le cave e di ripulire i fiumi, un discorso a loro caro perché ne va della
salvaguardia e della protezione del loro territorio in quanto i depositi
facilitano l’asportazione di campi e terreni, modificando il percorso
stesso dei fiumi, danneggiando le opere. Sotto questo punto di vista
i consorzi irrigui, se vogliamo, sono ancora più arrabbiati, perché non
riescono più a prelevare l’acqua con gravi danni in primis per l’agricoltura”. Come risolvere la situazione allora? Per Verna è necessario
cominciare a fare i rimodellamenti dei fiumi laddove si può prelevare
del materiale: “È sempre stata la richiesta dell’Ance, peraltro condivisa dai sindaci. Bisogna estrarre materiale litoide dai fiumi, cosa
che consentirebbe anche di ridurre il peso di cave a cielo aperto
e costruire argini più resistenti e con il ricavato rimpinguare le casse
dell’erario regionale. Quanto alla pulizia dei fiumi - conclude Verna va sicuramente fatta, ma questo non deve giustificare la diminuzione
di concessioni e il restringimento delle attività delle cave. Appoggio
la proposta dell’assessore Sibille che ha lanciato l’idea di fare uno
studio di comune accordo con Confindustria, Sezione cavatori e
Politecnico di Torino sulle aste dei fiumi provinciali e poi fare la lista
dei corsi sui quali è necessario intervenire. Certo, i soldi a disposizione
per poter intervenire sono quelli che sono”.
All’incontro di giovedì 17 hanno preso parte anche numerosi imprenditori del comparto Attività estrattive. Tra questi Pier Franco Blengini,
della Saisef di Mondovì: “Vorrei innanzitutto sottolineare l’interesse
generale di amministratori e politici nel riconoscere l’importanza
nell’economia generale delle attività estrattive. Ci sono sicuramente tutte le migliori premesse per rivedere finalmente la legge
sulla coltivazione di cave e torbiere, ormai vecchia di 30 anni. Ho
apprezzato la volontà dell’assessore Bruna Sibille di istituire un tavolo
di consultazione per riesaminare la normativa: spero - ha concluso
Blengini - che possa essere un primo passo verso la redazione di un
Piano cave di cui la Provincia ha assoluto bisogno”. Sulla stessa linea
Remo Filippi, della Fag di Savigliano, per cui “è ormai necessario
avere quanto prima regole chiare e precise per tutto il settore”. Per
Marisa Tomatis, presidente della Tomatis Giacomo di Caraglio, è
stato un incontro interessante: “I relatori - afferma - hanno mostrato
tutta la loro determinazione nel provare a risolvere un problema,
qual è la manutenzione dei corsi d’acqua, non più rimandabile. Da
parte nostra - continua Marisa Tomatis - c’è tutta la disponibilità a
sederci al tavolo che la Regione istituirà coinvolgendo noi cavatori.
Appoggerò tutte quelle iniziative che si vorranno prendere per evitare che avvenimenti simili a quelli di fine maggio possano creare in
futuro ulteriori disagi. Forse negli ultimi anni non sono stati fatti i dovuti
interventi di pulizia e contenimento dei fiumi, per questo credo sia
doveroso, da parte nostra, unirci alle amministrazioni comunali nella
gestione di quei territori attraversati da fiumi e torrenti potenzialmente
pericolosi. Siamo pronti a portare in sede di discussione tutta la nostra
esperienza e competenza in materia, anche perché nessuno meglio
di noi conosce il proprio territorio”. “Durante l’incontro - aggiunge
Marco Rapalino, della Saega di Alba, presidente degli Estrattori da
alveo - abbiamo dato la piena disponibilità a concorrere alle spese
di sistemazione idraulica e soprattutto di messa in sicurezza degli
alvei”. Si è a più riprese parlato della mancanza di un Testo Unico:
“Sarebbe opportuno redigerlo - conclude Rapalino - a patto che tutti
concorrano alla sua stesura, cavatori, enti locali e Confindustria. È
vero, oggi esiste un Piano cave regionale, ma troppo spesso i Comuni
non lo recepiscono”.
Regione Piemonte, che ha
definito disomogenei i piani
fin qui adottati. “L’obiettivo
- ha aggiunto Peveraro - resta
quello di approvare il Testo
Unico nell’arco di questa
amministrazione regionale”.
Bruna Sibille, assessore alla
Montagna, Protezione civile,
Difesa del suolo della Regione
Piemonte, nonché presidente
dell’Aipo, ha invece puntato il dito sulla mancanza di
fondi per portare a termine
i necessari lavori di pulizia
e contenimento dei fiumi:
“L’alluvione è trascorsa, ma
- ammette - non sono ancora
stati decisi i finanziamenti.
La realtà è che abbiamo a
disposizione poco più di un
decimo nel reale fabbisogno
per difenderci dalle acque e
difendere le acque. Provincia
e Regione lavorano in continuazione con l’Aipo per
ridurre al minimo i disagi,
ma ci vuole quanto prima un
piano generale condiviso per
intervenire sui corsi d’acqua e
gestire le emergenze”.
A chiudere la seduta è intervenuta la dirigente Aipo
Area Idrografica piemontese
Claudia Chicca, che ha evidenziato come i fatti accaduti
a fine maggio siano arrivati
in un momento in cui l’Aipo si stava già occupando
della gestione dei sedimenti,
facendo notare come si sia
già attivata una convenzione
con il Politecnico di Torino:
“è opportuno definire quanto prima con le autorità, le
comunità locali e i cavatori le tipologie di intervento che possono essere prese
in considerazione. Credo sia
indispensabile dare avvio ad
un tavolo di concertazione
per gli interventi sulle aste
fluviali, con l’obiettivo di
affidare la manutenzione dei
corsi ad imprenditori locali
ed evitare così una frammentazione operativa i cui risultati, in genere, sono sempre
poco soddisfacenti”.
Agosto/Settembre 2008
certezze & opinioni
gare d’appalto per lavori, servizi e forniture
di Gilberto Manfrin
Lo scorso 27 giugno il
Consiglio dei Ministri ha
varato alcune modifiche al
decreto legislativo del 12
aprile 2006 n. 163 recante il
codice dei contratti pubblici
di lavori, servizi e forniture.
Tra le novità di indiscusso
rilievo una riguarda il criterio
di aggiudicazione del “prezzo
più basso”, criterio nel quale
l’unico elemento che viene
preso in considerazione ai fini
dell’aggiudicazione di una
gara è l’entità del ribasso sul
prezzo offerto.
Un provvedimento, quello del
Consiglio dei Ministri, che
non ha mancato di far sorgere
grossi interrogativi. Unanimi
i cori di disapprovazione di
associazioni, enti locali e pubbliche amministrazioni, per
una legge che potrebbe scatenare una sorta di far west tra
le aziende, pronte a tutto pur
di accaparrarsi i lavori.
Per Filippo Monge, presidente
Ance Cuneo, “il mercato sarà
esposto a rischi che vanno
dalla sicurezza sul lavoro alla
qualità del lavoro stesso.
Sono scenari inquietanti: per
un semplice principio economico questo provvedimento
porterà alla mortalità di tutte
le piccole e medie imprese.
Tutte le teorie economiche
confermano questa situazione di conclamata emergenza.
Non posso che anticipare la
mia collaborazione a tutte le
amministrazioni pubbliche ed
enti locali per poter valutare
Non sempre il prezzo
giusto è quello più basso
dentro la norma
pro e contro del provvedimento del governo
Il provvedimento prevede che le offerte anomale possano essere individuate alternativamente in due modi
diversi, a scelta dell’ente appaltante: automaticamente, tramite un meccanismo di calcolo aritmetico di
medie, o concretamente, attraverso la verifica delle giustificazioni delle singole voci di prezzo offerte. Il
Governo sta proprio pensando di abolire questa possibilità di scelta (prevista al comma 9 dell’articolo 122
della legge), eliminando la facoltà di ricorrere all’esclusione automatica delle offerte anomale negli appalti
di lavori sotto la soglia comunitaria fissata a 5.278.000 euro. La disciplina delle offerte anomale negli appalti
sotto soglia viene di fatto allineata a quella degli appalti sopra soglia. In tal modo vengono evitati tutti quegli
effetti distorsivi derivanti dalla determinazione di una soglia matematica di anomalia che presta il fianco
a possibili turbative d’asta. Peraltro, verrebbe così tolto l’unico elemento in grado di calmierare i ribassi e si
aggraverebbe il “carico burocratico” a cui imprese ed enti appaltanti sarebbero costretti dalla preparazione e dalla verifica delle giustificazioni di tutte le voci di prezzo che costituiscono l’offerta, indipendentemente dall’importo del contratto da affidare. “Considerato che attualmente la quasi totalità dei contratti sottosoglia viene aggiudicato con il sistema di esclusione automatica delle offerte anomale - afferma Giacomo
Tassone, responsabile ufficio Legale di Confindustria Cuneo -, è probabile che questo cambiamento avrà
un impatto molto rilevante sul settore degli appalti di lavori pubblici”. Il Governo ha tempo fino al prossimo
mese di settembre per apportare eventuali correzioni e approvare definitivamente il decreto.
con attenzione la congruità
delle offerte che arriveranno
quando bisognerà iniziare dei
lavori”.
La pensano più o meno così
anche le amministrazioni
pubbliche locali: “Siamo di
fronte ad un’arma a doppio
taglio - dicono dall’ufficio
Lavori pubblici del Comune
di Cuneo -. È molto probabile
che chi presenterà l’offerta
più bassa poi effettui lavori
fatti male. Purtroppo alcune
ditte sono sviluppate più dal
punto di vista giuridico che
tecnico così grazie al lavoro
dei propri avvocati si aggrappano a leggi e codici pur di
ottenere un lavoro che magari non sanno realizzare. Sarà
una corsa all’ultimo sangue”.
“Siamo legati alla serietà delle imprese - il com-
mento che giunge dall’ufficio tecnico della Provincia
-. Bisognerebbe tornare ad
effettuare dei controlli sulle
qualifiche delle aziende, per
capire quali sono le loro reali
potenzialità sul mercato.
Certo, resta anche la scelta dell’ “offerta economicamente più vantaggiosa”, ma
anche in questo caso c’è da
sperare che i progetti pre-
Fanno discutere
le modifiche
varate al Codice
del contratti
pubblici, secondo
le quali l’unico
elemento preso
in considerazione
per vincere una
gara è l’entità
del ribasso
sentanti siano correttamente
vagliati”.
Sulla questione interviene
anche Giovanni Resio, direttore dell’Atc (Agenzia territoriale per la casa): “Se il
provvedimento sarà definitivo salteranno fuori tutte quelle imprese che pur di aggiudicarsi dei lavori spareranno
ribassi impraticabili, finendo
per non terminare le opere.
Negli ultimi tempi abbiamo
avuto due fallimenti di ditte
del sud Italia che come conseguenza non hanno ultimato
i lavori assegnati dopo un
ribasso del 9%. Avevamo
fatto notare loro che avrebbero difficilmente terminato
le opere e così è stato: in un
cantiere di Verzuolo i lavori
sono stati abbandonati prima
di arrivare al tetto delle abitazioni; a Racconigi addirittura,
sono stati effettuati solo gli
scavi. Questa nuova disposizione rappresenta per noi una
grossa perplessità. Da qui al
prossimo anno avremo 5-6
grossi appalti: c’è solo da sperare nella serietà delle ditte
che se li aggiudicheranno”.
Meno pessimista si è mostrato invece l’ex presidente dell’Ance Piemonte, Maurilio
Verna, che reputa tutto
sommato positivo il decreto:
“Diminuiranno i partecipanti
alle gare e resteranno solo
i veri interessati, facendo di
fatto sparire gli avventurieri
- sostiene Verna - Ci saranno
meno sub appalti e credo che
dopo alcuni mesi di comprensibile confusione il mercato si
stabilizzerà. Il consiglio che
darei alle imprese cuneesi che
presentano i ribassi è quello
di andare a verificare all’interno dei registri degli appalti
di ogni singolo comune l’indice delle percentuali storiche
presentate per bandi di gara
di precedenti lavori, ed attenersi a quelli come base di
partenza”.
botta & risposta
perché bisogna SAlvaguardare il genepi autoctono cuneese
Egregio Direttore,
ho letto con grande interesse l’articolo di Fabrizio Gardinali sulla tutela del genepy su “Provincia Oggi” del
mese di Luglio 2008. Mi chiamo Matteo Laugero e da più di 30 anni coltivo in alta Valle Maira il genepy che
utilizzo per produrre il mio liquore che commercializzo da circa 7 anni con il nome “Palent”. Applico da sempre la biodinamica, per la quale ho la certificazione DEMETER da 6 anni e utilizzo per tutti i miei infusi alcool
di frumento biologico e zucchero di canna anch’esso biologico. Il genepy coltivato è artemisia mutellina
di origine autoctona. Non ho mai voluto, per scelta, utilizzare il genepy di importazione svizzera e intendo
seguire questa strada anche in futuro perché credo fermamente nella salvaguardia di una pianta officinale
autoctona di elevata qualità e di immenso pregio.
La domanda che pongo, in qualità di produttore indipendente, slegato da qualsiasi associazione, è di sapere perché non ci si batta per la salvaguardia di genepy autoctono delle nostre valli ma si punti a coltivazioni
di genepy di importazione. C’è forse un collegamento a quanto riportato nel suo articolo dove si parla di
“migliorare” il genepy da coltivare, la collocazione dello stesso e metologie di lavoro sicuro per ottenere un
prodotto sano e adatto alla successiva trasformazione in liquore?
Sono fiducioso di ottenere una risposta alla mia domanda in tempi brevi.
In attesa di un Suo gentile riscontro voglia gradire i miei più cordiali saluti.
AA. Laugero Matteo
Egregio direttore,
le sono grato di avermi chiesto di dare una risposta alla lettera che il Sig. Matteo Laugero le ha inviato
a commento dell’ articolo sulla tutela del genepy. Innanzitutto perché conosco il Sig. Matteo Laugero e
l’impegno con il quale lui si è battuto e si batte per la salvaguardia del nostro genepy. Matteo infatti è fra
le poche persone della montagna che tanti anni fa, anche per l’incitamento e con l’aiuto di mio fratello
Mario, avevano dato inizio alla coltivazione del genepy ed è fra coloro che hanno sempre continuato
anche nei momenti difficili. Posso quindi dire che abbiamo la stessa passione e la stessa convinzione e che
a lungo andare il nostro impegno darà i frutti sperati.
Io però ho ritenuto opportuno adoperarmi per costituire un’Associazione che unisse i coltivatori e i trasformatori nel liquore affinchè si lavorasse collegialmente e ci si presentasse più autorevoli nel colloquio con le
istituzioni per coinvolgerle verso i nostri obiettivi e ottenere gli aiuti necessari.
È così è stato, in particolare con l’intervento regionale che ha consentito lo svolgimento di un progetto
tecnico – scientifico che interessa sia la coltivazione che la produzione del liquore, e con il riconoscimento
da parte della Comunità Europea di “ indicazione geografica” per il genepy del nostro Piemonte, riconoscimento indispensabile per i provvedimenti di protezione.
Quello che non è assolutamente vero è che “ si punti a coltivazioni di genepy di importazione”: la verità è
esattamente il contrario, ed è quanto Matteo Laugero scrive, e cioè che “ ci si batt(e) per la salvaguardia (
del) genepy autoctono delle nostre valli” e per la trasformazione nel liquore secondo i metodi tradizionali.
L’Associazione intende peraltro garantire ai montanari un reddito non aleatorio per i rischi delle malattie e le
oscillazioni dei prezzi, e promuovere un liquore che abbia le caratteristiche organolettiche tipiche del nostro
tradizionale genepy, ma che possa affermarsi con la disponibilità di quantità significative, con un costo
adeguato al mercato e con il pieno rispetto delle normative di legge italiane ed europee.
Ogni collaborazione in questa direzione è e sarà sempre ben accetta dall’Associazione, che è aperta a tutti
coloro che sono interessati sia per ragioni di lavoro che per personale convincimento.
Pier Giovanni Bordiga
Presidente associazione “Genepi Occitan”
Agosto/Settembre 2008
lavori in corso
aspettando l’asti-cuneo
L’autostrada si avvicina al capoluogo
Mentre il 29 luglio è stato avviato il cantiere per collegare Cuneo alla rete autostradale,
in Provincia gli amministratori propongono a Giachino un’agenda per le infrastrutture
di Ilario Bruno
Con ottimismo accompagnato da realismo martedì
29 luglio si è ufficializzato
l’avvio del cantiere relativo
ai lotti che collegheranno
finalmente il capoluogo al
sistema autostradale italiano.
“Di momenti storici la AstiCuneo ne ha vissuti molti
- ricorda il presidente del
Comitato di monitoraggio e
sindaco di Alba, Giuseppe
Rossetto - quella di oggi è
una tappa ulteriore di un percorso che gradualmente ci
porterà verso il traguardo che
attendiamo da decenni.”
Soddisfatto anche il presidente della Provincia
Raffaele Costa: “Ce l’abbiamo quasi fatta. La Provincia
ha fatto nulla di più che la
sua parte, ma serve l’impegno corale per completare
l’opera”.
Dopo la cantierazione si
attende, a breve, l’avvio dei
lavori, mentre gli occhi sono
già puntati sulla conferenza
dei servizi che il prossimo
autunno dovrà discutere e
riapprovare, nella loro stesura originaria, i lotti del
tratto verso Alba. I progetti
definitivi che hanno ottenuto l’ok dall’Anas pochi
giorni fa, riguardano il lotto
1.4-3 Consovero-Castelletto
Stura-Cuneo e il lotto 1.5
Cuneo-Statale 231: oltre
12,5 chilometri di autostrada
per un impegno complessivo
di 330 milioni di euro. Il
primo lotto conta tre ponti,
la galleria di Sant’Albano,
tre cavalcavia e cinque sottopassi.
Il progetto definitivo del
lotto 1.5 si sviluppa verso
Sud-Est nel comune di
Cuneo per oltre due chilometri, cui si devono aggiungere uno svincolo e la bretella di collegamento alla strada statale della Bovesana.
Tra le opere d’arte: il ponte
Stura di Demonte, un viadotto, una galleria artificiale
e il ponte canale CherascoBenevagienna.
Resta aperta la questione del
collegamento ad Est e ad
Ovest di Asti. Il sindaco di
anas-regione
cap: società mista per opere stradali
Si chiama Cap (Concessioni autostradali piemontesi S.p.A)
la nuova società mista Regione-Anas che avrà il compito di
progettare e realizzare le opere stradali in Piemonte. Società
congiunta e paritetica come “strumento più adeguato per
lavorare in modo efficace, in sinergia e senza intoppi, per il
completamento della rete autostradale di interesse regionale”, commenta la presidente della Regione Mercedes Bresso.
La società mista dovrebbe consentire di individuare con una
certa rapidità le risorse e dare in tempi rapidi risposte concrete
ai piemontesi. “Cambia il modo di fare le opere in Piemonte
- puntualizza l’assessore regionale alle Infrastrutture, Daniele
Borioli -. Abbiamo già individuato cinque infrastrutture sui cui
il nuovo soggetto inizierà a lavorare da subito: il collegamento Biella-A4 e Biella- A26 della pedemontana piemontese, il
collegamento di corso Marche, la tangenziale est di Torino, il
raccordo autostradale Strevi-Predosa. Ora si tratta di andare
avanti con la progettazione delle opere per poi procedere alla
ricerca del promotore finanziario per la loro realizzazione”.
29 LUGLIO 2008. Foto di gruppo delle autorità presenti all’avvio del cantiere dell’Asti-Cuneo a Morozzo
Fossano Francesco Balocco
ricorda al rappresentante
Anas, Colletta la richiesta
di valutare il collegamento
tra Ceriolo e la tangenziale
di Fossano, che rientra tra
le opere di complemento.
Al pari della bretella verso
Savigliano-Saluzzo, sollecitata dal territorio. Tutte
richieste che saranno valutate in sede di Comitato
di monitoraggio, assicura
Rossetto.
D’altra parte l’Asti-Cuneo,
opera utile alla Granda,
diventa sempre più un
caso di interesse nazionale. “Dobbiamo sottolineare
l’importanza dell’autostrada
per il Paese”, ha rimarcato lo stesso sottosegretario
ai Trasporti Bartolomeo
Giachino, ospite di Costa
in Provincia, ad un incontro cui hanno partecipato
politici amministratori e
mondo produttivo, per definire l’agenda del Governo
nel settore dei trasporti per
la Granda
Ne è venuto fuori quasi
un cahier des doléances,
con i problemi di sempre,
tutti insoluti o in stand-by:
raddoppio ferroviario tra
Fossano e Cuneo, piattaforma logistica, aeroporto,
trafori.
Il titolare della delega ai
Trasporti, di origini cuneesi
(è di Canale d’Alba) è uomo
concreto e va al sodo: “La
provincia di Cuneo cresce
di più rispetto al resto del
Nord-Ovest, il sistema economico negli ultimi 20 anni
è profondamente cambiato
e la Granda merita un’attenzione particolare”. Ma le
casse sono vuote e occorre concordare le priorità.
Obiettivo principale: investire in infrastrutture, u settore in passato trascurato al
pari di quello dell’energia.
“Oggi il modello Cuneo
- interviene il presidente
della Camera di Commercio
Ferruccio Dardanello - ha
bisogno degli strumenti assicurati ad altre parti
del Paese. La pazienza ha
un limite, attendiamo un
segnale forte.” D’accordo
Walter Lannutti, imprenditore leader nella logistica:
“Bisogna rispondere all’evoluzione veloce del mondo
e togliere la testa da sotto
la sabbia, ammettendo che
abbiamo infrastrutture in
condizioni pietose. Dica lei,
Sottosegretario, che cosa
intende fare per questa provincia. Il mercato non può
attendere. Dopo dieci anni
che si parla di piattaforma
non ho visto risultati; da
parte nostra ci siamo mossi
il punto sulla viabilità
La strada provinciale 50 ampliata all’altezza di Castagnito
Il Consiglio provinciale ha approvato con voto unanime l’acquisto di una porzione di fabbricato per
permettere l’ampliamento della provinciale 50, nel tratto Guarene-Castagnito-Baraccone. La strada,
nell’attraversare l’abitato di Castagnito, forma infatti una strettoia tra vecchi edifici che obbliga al
transito a senso unico alternato. L’intervento avrà un costo, a carico della Provincia, pari a 42.072 euro,
comprese le spese per il rogito notarile.
Rotatoria a Monteu Roero: approvato progetto definitivo
Realizzazione di una rotatoria in località Sant’Anna di Monteu Roero: la Giunta provinciale ha approvato il progetto definitivo dei lavori sulla provinciale 29, nel tratto tra Canale e Monteu Roero. L’intervento
avrà un costo complessivo di 120 mila euro, da finanziare mediante la contrazione di mutuo.
Rotatoria all’innesto provinciali tra Cervere e Marene
Via libera dalla Giunta provinciale al progetto definitivo dei lavori di sistemazione delle strade provinciali
165, detta Reale, e 309 tra Cervere e Marene. L’intervento prevede la realizzazione di una rotatoria con
aiuola all’innesto fra le carreggiate per un importo complessivo di 350 mila euro, finanziabili tramite
contrazione di mutuo.
per trovare in autonomia le
risposte migliori”.
Giachino si difende: “A due
mesi dall’insediamento del
Governo e dopo aver risolto la rivolta dei Tir, abbiamo cominciato la revisione
del codice degli appalti per
incentivare il project finan-
cing e abbiamo sbloccato 15
miliardi di investimenti con
la modifica delle convenzioni
autostradali. è partita la riforma dei porti, avremo 2 milioni di tasse portuali in più se
recupereremo il traffico via
mare. Poi dobbiamo investire
in logistica, da settembre un
pool di esperti lavorerà ad un
piano, integrando i dati della
mobilità”.
L’appuntamento è per settembre a Roma. “Su quanto decideremo insieme mi
impegnerò - promette il
Sottosegretario -, ma desidero vedere più ottimismo”.
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Agosto/Settembre 2008
dalla provincia
nuovo ospedale di alba e bra
La fondazione chiama
a raccolta altre imprese
di Beppe Malò
Sabato 5 aprile La “Sala Gosso” del San Lazzaro ha ospitato la presentazione della
“Fondazione Nuovo Ospedale
di Alba e Bra”. L’atto costitutivo era stato siglato pochi
giorni prima - il 28 marzo - da
11 soci fondatori che ora costituiranno il nucleo centrale
di una task force che lavorerà
sostegno del progetto e poi del
nuovo ospedale. A presiedere
la fondazione è stata chiamata
Elisa Miroglio, figlia di Carlo
e Gabriella Miroglio, consigliere nell’ambito della multinazionale tessile albese, già
al vertice della Fondazione
“Elena e Gabriella Miroglio”.
La vice presidenza è stata affidata all’imprenditore braidese Dario Rolfo, titolare della
“Rolfo spa, una delle maggiori
aziende italiane nel settore
della carrozzeria industriale.
La fondazione rappresenta è
rappresentativa di tutto il territorio: Alba, Bra, le Langhe,
il Roero ed anche la Valle
Bormida dove una trentina di
imprenditori ha fatto sinergia
per raccogliere i 100.000 euro
che rappresentano la soglia
d’accesso alla fondazione. A
promuovere l’iniziativa che
ha chiamato a raccolta i 34
soci dell’associazione “Santo
Spirito aziende cortemiliesi e
dei paesi limitrofi” sono stati
il presidente, ingegner Giancarlo Veglio, il vice Gianni
Bonino e l’imprenditore Piero
Bagnasco. La loro iniziativa
ha consentito di raggiungere
Una cordata di
34 imprenditori
provenienti dalla
valle Bormida
ha costituito
un’associazione
per entrare
a far parte della
compagine albese
I SOCI FONDATORI
Foto di gruppo degli imprenditori
che hanno costituito l’associazione “Santo Spirito aziende cortemiliesi e dei paesi limitrofi”
e superare la soglia di eleggibilità e di portare nel CdA
della Fondazione il presidente
Veglio.
“Per noi - spiega il vice presidente Gianni Bonino - si tratta di un risultato di grande rilevanza. Perché siamo riusciti
ad esprimere una territorialità
che si compatta intorno alla
volontà comune di 34 piccoli
e medi imprenditore di Cortemilia e dell’area circostante
e per il fatto che un rappresentante della nostra cordata
potrà partecipare direttamente alle attività della Fondazione”.
Un argomento, quello della
centralità rispetto al territorio, che il nuovo ospedale di
Alba e Bra si pone come ele-
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mento centrale della logica
del progetto. Verduno, infatti, dovrà essere un ospedale di
territorio tanto nella capacità
di rispondere alla domanda di
salute espressa dal comprensorio, quanto nel rappresentare allo stesso modo le zone più
centrali e quelle più esterne
dell’Asl Cn2.
“La nostra presenza nella Fon-
dazione - riprende Gianni Bonino -a punta a sostenere un
progetto d’eccellenza e, accanto ad esso, un incremento
dei servizi sanitari presenti
nella nostra area. Pensiamo
ad una sede per la guardia
medica diurna e ad una base
per un’eliambulanza abilitata
anche per il soccorso nelle
ore notturne. La distanza e
la difficoltà del collegamento
stradale, infatti, resta un problema per noi molto rilevante
in caso d’urgenze o emergenze. In questa direzione collaboreremo anche con i sindaci
e con il comitato promotore
dell’iniziativa ‘Una strada per
le Langhe’ per un nuovo collegamento Alba-Cortemilia”.
“L’obiettivo principale della
Fondazione - spiega la presidente Elisa Miroglio - sarà
quello di raccogliere risorse
da destinare al progetto di
finalizzazione dell’ospedale
di Verduno e lo scopo quello
di contribuire ad elevare la
nuova struttura ad un livello
di eccellenza, fargli fare quel
“salto di qualità” che un ospedale di questo genere merita”.
Fanno parte dell’associazione
“Santo Spirito”: Piero Bagnasco, Bonino Expo, Brovind, Fratelli Caffa, Impresa
Marenco, Molino Stenca,
Nocciole Marchisio, Opera,
Piesse Plastic, Alp, Marmi
Bemer, Tullio Chiotti, Cartitalia, Giordano Servizi, Giordano snc, Collino SpA, La
Ceramica, Idalgreco, Rossello
snc, Carlo Troia, Valverde,
Davide Delmonte, Edilmorena, Hotel San Carlo, Siv di
Viglietti, Studio Crema, Verde on line, tutti di Cortemilia; Studio Sanesi (Castino),
Farmacia Gallo e Autoequipe lavaggi (Castino), Omb
(Pezzolo Valle Uzzone), Caseificio Alta Langa (Bosia) e
Soggiorno Smeraldo (Torre
Bormida).
Agosto/Settembre 2008
dalla provincia
verso un patto territoriale alba-bra
poli di innovazione della regione
La sicurezza interessa Cuneo e Asti capitali
anche gli imprenditori dell’agroalimentare
di Beppe Malò
È stato Michelino Davico,
Sottosegretario agli Interni,
a raccogliere il documento
elaborato dai sindaci di Bra,
Alba ed altri 84 Comuni
del comprensorio locale. Presentato lo scorso 21
luglio nel corso del convegno “Verso un patto territoriale per la sicurezza” svoltosi
presso il teatro Politeama di
Bra, il documento riassume
e presenta alle istituzioni
le istanze del territorio in
materia di sicurezza. Istanze
prodotte da un comprensorio
ancora alieno da importanti
fenomeni criminali, ma elle
prese con una diffusa attività
microcriminale.
La tesi proposta dai sindaci
è stata quella di prendere
atto con sollievo del fatto
che non esiste in zona un
vero e proprio allarme sociale, ma che occorra comunque intraprendere strategie
di tipo preventivo proprio
per evitare l’attecchimento
di fenomeni per ora assenti
e il radicamento di quelli
presenti.
Lo strumento migliore come sottolineato dal titolo
del convegno - per garantire
“Non si può
lavorare sotto
la minaccia della
microcriminalità
- dice Francesco
Bellotti - senza
porvi rimedio”
un elevato standard di sicurezza potrebbe essere quello
di un “patto” sottoscritto dai
Comuni: una iniziativa trasversale agli schieramenti e
finalizzata ad incrementare
la coesione tra le persone e
la sicurezza “percepita”. Un
patto sociale dunque e non
solo un’iniziativa di controllo territoriale per il quale la
Regione ha stanziato - come
sottolineato dalla presidente
Bresso - 250 mila euro destinati a potenziare le Polizie
Municipali attraverso un
progetto di sicurezza integrata.
L’importanza determinante
della sicurezza anche per il
settore produttivo è sottolineata da Francesco Bellotti
del Consiglio direttivo di
Confindustria Cuneo. “La
sicurezza - spiega - è una
condizione fondamentale e
irrinunciabile per le aziende
per le quali il lavoro in serenità equivale ad una vera e
propria materia prima. Non
si può lavorare sentendosi
minacciati da effetti criminali. Anche quando di parla
genericamente di microcriminalità e se ne parla come
di un qualcosa di accettabile
di fronte a prospettive peggiori, in realtà si parla di un
fenomeno che è ‘micro’ solo
per le statistiche, ben altro
invece per chi lo subisce.
Si deve mettere in atto prosegue - e in questo senso
auspico una forte collaborazione tra imprese e amministrazioni locali, una strategia
che faccia in modo che chi è
furbo non possa prevalere su
chi è onesto. Ben vengano
iniziative locali per incrementare il controllo territoriale - conclude - ma a livello centrale non dovranno
più essere concordate misure
che, come l’indulto, di fatto
rendono inutile ogni iniziativa in materia di prevenzione
e sicurezza”.
di Sonia Pellegrino
Agroalimentare nel cuneese
e nell’astigiano; biotecnologie e biomedicale nelle aree
del canavese e del vercellese; chimica sostenibile nel
novarese e nell’alessandrino;
creatività digitale e multimedialità nel torinese; energie rinnovabili, risparmio e
sostenibilità energetica nelle
aree del verbano-cusio-ossola, nel torinese, nel tortonese
e vercellese; Information &
Communication Technology
nel torinese e canavese; meccatronica e sistemi avanzati
di produzione nel torinese;
tessile nel biellese. Sono questi gli ambiti settoriali e tecnologici di competenza e le
aree territoriali di riferimento, individuate dalla Giunta
regionale, che diverranno dei
veri e propri poli di innovazione per valorizzare le potenzialità presenti sul territorio.
Lo scorso 3 luglio in Camera
di Commercio a Cuneo, l’assessore regionale alla Ricerca,
Innovazione e Industria,
Andrea Bairati, insieme a
Mario Calderini, presidente
di Finpiemonte e a Giuseppe
Benedetto, direttore regionale alle Attività Produttive, ha
presentato la nuova misura
Por-Fesr, che prevede l’avvio
di otto poli di innovazione.
“Sono 60 i milioni di euro
destinati ai poli d’innovazione - ha dichiarato l’assessore
Bairati -. I fondi derivano
dal Programma Operativo
Regionale (Por) e potranno
essere successivamente integrati. Attraverso i poli ci
auguriamo di stimolare lo sviluppo dell’attività di ricerca e
di innovazione delle imprese,
valorizzando le potenzialità
presenti, favorendo i processi
di internazionalizzazione delle
imprese e incrementando l’attrazione di investimenti produttivi nel nostro territorio”.
I poli, che avranno dimensione regionale, saranno
strumenti di coordinamento
sinergico tra i diversi attori del processo innovativo e
renderanno disponibili infrastrutture e servizi ad alto
valore aggiunto. Essi avranno il compito di interpretare le esigenze tecnologiche
delle imprese, per indirizzare
le azioni regionali a sostegno
della ricerca e dell’innovazione.
confcommercio cuneo
dardanello riconfermato presidente
Sarà ancora Ferruccio Dardanello a rappresentare, per altri
quattro anni, fino al 2012, i commercianti della Granda. Al
presidente di Confcommercio Cuneo è stato, infatti, rinnovato
il mandato a fine giugno, nel corso dell’incontro del direttivo
dell’associazione, che si è svolto al castello di Grinzane Cavour.
Al suo fianco ci sarà Luigi Isoardi di Cuneo, con il ruolo di vice
presidente vicario. Svolgeranno il ruolo di vice presidenti anche
Alberto Anello di Verzuolo, Carlo Costa di Alba, Andreino
Durando di Pradleves (per gli albergatori ed esercenti) e Pietro
Rubiolo di Savigliano. Ricoprirà il ruolo di vice presidente anche
il ristoratore Giacomo Badellino di Bra, titolare dell’omonimo
ristorante, che alla fine del precedente mandato era subentrato allo storico presidente dell’Ascom di Bra, Alfredo Bersano.
I.P.
focus di confindustria
In data 16 luglio 2008 si è
tenuto,
presso il Meeting
Center Diageo, un incontro
con gli imprenditori sul delicato tema del Decreto Legislativo
231/2001 - “Quali responsabilità per le imprese?”.
Le società di consulenza albesi Free Managers (www.freemanagers.it) e RW Consulting
(www.rwc.it), operanti sul territorio da circa 20 anni, hanno
organizzato in partnership questo convegno per offrire un supporto alle aziende nella analisi e
valutazione dei rischi derivanti
dal decreto 231/2001. Il decreto 231/2001 ha introdotto la
responsabilità amministrativa
delle persone giuridiche (società
e associazioni, anche prive di
personalità giuridica) a fronte
di determinati reati commessi
dal loro personale nello svolgimento delle attività aziendali o
societarie.
Le fattispecie di reato sono di
varia tipologia, fino a comprendere i reati societari, i reati contro la pubblica amministrazione,
i reati informatici e i reati commessi in violazione delle norme
di sicurezza e prevenzione degli
infortuni sul lavoro. Le sanzioni previste sono molto pesanti,
come la sospensione/revoca delle
autorizzazioni, interdizione allo
svolgimento dell’attività, divieto
Il commercio internazionale
è uno dei fattori più importanti della competitività
delle imprese. Un calo o un
aumento della percentuale
dell’export sulla produzione
provinciale, può significare
una perdita o un aumento
di competitività sui mercati
internazionali.
Nei primi tre mesi del 2008
l’export della provincia di
Cuneo conferma il trend
positivo del trimestre precedente. Dai dati pubblicati
dall’Istat e rielaborati dall’ufficio Studi & Mercati di
Confindustria Cuneo nel
Focus trimestrale sull’export
provinciale, si evince che il
saldo della bilancia commerciale, ovvero la differenza tra
i valori delle esportazioni e
delle importazioni, è positivo per quasi 613 milioni
di euro, il aumento (6,09%)
rispetto allo stesso periodo
del 2007. Il dato congiunturale, ovvero in rapporto con
l’ultimo trimestre del 2007,
evidenzia, invece, un calo
di quasi 97 milioni di euro
(-13,66%).
Nel corso del primo trimestre del 2008 la provincia di
Cuneo con 1.509 milioni di
euro, ha contribuito per il
15,90% all’export piemon-
Le nuove responsabilità Continua la crescita
delle persone giuridiche dell’export cuneese
di pubblicizzare beni e servizi. I relatori, consulenti delle
due società coadiuvati dall’Avv.
Maurizio Bortolotto di Torino,
hanno presentato il tema attraverso interventi sia teorici sia
pratici, con riferimenti a casi
aziendali e a procedure oggettive. Uno degli scopi dell’evento
era infatti quello di individuare
gli strumenti di lavoro con cui
un’impresa, grande o piccola
che sia, possa tutelarsi nei confronti dei rischi che la norma
pone in essere.
La platea degli imprenditori ha
risposto in maniera fortemente
partecipativa agli interventi dei
relatori, esponendo questioni e
dubbi utili all’approfondimento del tema e necessari per
dare risposta a quesiti di natura
legislativo - organizzativa che
la 231 ha fatto emergere. Le
imprese presenti rappresentano
pienamente il nostro tessuto piemontese, fatto di piccole, medie
e grandi imprese, a dimostrazione di un forte interesse nei
confronti di una norma tanto
complessa quanto importante e
a dimostrazione di un vivo coinvolgimento nelle nuove dinamiche aziendali che la legge pone.
Durante la trattazione è stato
inoltre esposto, a grandi linee, il
percorso che un’impresa dovrebbe seguire nella stesura di un adeguato Modello Organizzativo,
come richiesto dalla legge. RW
Consulting e Free Managers,
molto soddisfatti dell’esito del
convegno, ringraziano tutte le
aziende presenti ed estendono
un ulteriore ringraziamento alla
struttura Diageo ed allo staff
per l’ospitalità e professionalità
dimostrata.
Secondo i dati
dell’Istat, nel
primo trimestre
2008 la Granda
conferma il trend
positivo con cui
ha chiuso il 2007
tese, collocandosi in seconda posizione dopo la provincia di Torino (49,35%).
La quota dell’export cuneese
conferma quindi, in linea
di massima gli stessi valori
rilevati nel primo trimestre
del 2007. Nello stesso periodo, l’import della provincia
Granda ammonta a circa
896 milioni di euro, pari al
12,13% del totale regionale.
L’analisi per settori conferma
i dati tendenziali dell’ultimo
anno: il comparto agroalimentare rappresenta la voce
maggiore dell’export ed incide per il 22,5% sul totale.
Tra i prodotti importati una
significativa incidenza è rappresentata dall’agricoltura
e dall’allevamento con una
quota di oltre il 16% sul
totale.
Nel primo trimestre 2008 si
evidenzia che il saldo commerciale, positivo per quasi
613 milioni di euro, è da
attribuirsi per quasi il 33%
al settore mezzi di trasporto (+224 milioni di euro) e
per il 31,7% al settore degli
alimenti e bevande (+216,6
milioni). Positiva anche la
bilancia commerciale per i
comparti macchine ed apparecchi meccanici (+115,8
milioni), gomma e materie
plastiche (+104,7 milioni), pasta-carta ed editoria
(+32,9 milioni), metalli e
prodotti in metallo (+21,3
milioni) e prodotti da minerali non metalliferi (+12,9
milioni di euro). I settori,
la cui bilancia commerciale
risulta maggiormente negativa, sono i prodotti dell’agricoltura, caccia e pesca
le cui importazioni cuneesi
superano di quasi 63 milioni di euro le corrispondenti
esportazioni.
Negativi, inoltre, i saldi dei
comparti dei prodotti chimici e fibre (-53,4 milioni
di euro) e legno-prodotti in
legno (-10,5 milioni di euro).
I dati, tuttavia, rimangono
tendenzialmente in linea
con quelli riferiti agli ultimi
4 anni.
Agosto/Settembre 2008
formazione & lavoro
prove di dialogo
Ritorna il sorriso tra industriali e Poli
L’occasione è stata la consegna di otto borse di studio, ad altrettanti studenti cuneesi
laureatisi al Politecnico di Mondovì, da parte della Confindustria e dell’Ance di Cuneo
di Raffaele Sasso
Grandi sorrisi e parole di
reciproca stima. E non solo.
Per la prima volta dopo un
lungo periodo di critiche, il
presidente di Confindustria
Cuneo, Antonio Antoniotti
ed il presidente del “Centro
servizi per la gestione della
sede di Mondovì” (Cesmo),
ovvero il responsabile del
Politecncino monregalese,
professor Massimo Sorli, sono
apparsi convinti di come si
dovrà evolvere la collaborazione fra le due grosse realtà,
permettendo alla prima di
interagire nelle future scelte
della seconda, che portino al
miglioramento delle ziende
sul territorio.
L’occasione del riavvicinamento è stata la consegna
delle borse di studio a otto
laureati (due di primo livello
e sei di laurea specialistica)
voluta da Confindustria e
dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance),
di Cuneo, rappresentata dal
presidente, in quel periodo in carica, il monregalese Pierfranco Blengini. Alla
cerimonia ha partecipato
anche il sindaco di Mondovì,
Il presidente di Confindustria Antoniotti ed il presidente dell’Ance Blengini mentre premiano due studenti sotto lo sguardo del professor Sorli
Stefano Viglione, che ha
portato il saluto ed il grazie
della Città per quanto profuso a favore degli studenti del
Politecnico.
“Gli assegni di studio - ha
detto il professor Sorli - sono
stati consegnati ad allievi
che hanno presentato tesi
suggerite da aziende cuneesi,
instaurando quella positiva
collaborazione con le industrie della provincia, da sempre auspicata. Le tesi sono
un tipo di rapporto, ma ne
esistono anche altri, che pos-
sono vedere utilizzare, dalle
piccole e medie aziende, i
nostri studenti con rapporti
di consulenza, per meglio utilizzare tutte le opportunità di
ricerca. In pratica offrire alle
aziende due idee: un supporto
a iniziative volte ad ottenere
finanziamenti per introdurre
le innovazioni e necessità di
un confronto sul territorio,
con giovani preparati”.
“Sono certo - ha risposto il
presidente Antoniotti - che la
presenza dell’Università e del
Politecnico sul territorio non
debba essere solo volta alla
formazione dei nuovi tecnici,
ma deve promuovere una cultura sul territorio, avvicinando e migliorando il rapporto
fra industria manifatturiera
e mondo della scienza. Senza
questo rapporto perdiamo
una opportunità. è dal 1990
che cerchiamo questa collaborazione, che sino ad oggi
non si è verificata, pur se
abbiamo contribuito da allora
con borse di studio che complessivamente superano i 200
mila euro. Da anni chiedeva-
mo che il rapporto con l’Università portasse ad avere un
occhio particolare alle tesi,
in modo tale da tener conto
delle esigenze delle aziende.
Ciò è avvenuto quest’anno,
con lo svolgimento di lavori
di interesse dell’industria e
del settore delle costruzioni
e per celebrare questo passo
avanti abbiamo pensato
all’appuntamento di consegna dei riconoscimenti a
giovani laureati, separandolo
dalla tradizionale cerimonia,
che ogni anno si svolge con
l’inaugurazione dell’Anno
Accademico”.
Quindi il saluto del presidente Ance, architetto Pierfranco
Blengini: “In provincia sono
200 le imprese di costruzioni:
la metà sono piccole e le altre
per lo più del settore medio.
La partecipazione dell’Ance
ai premi delle tesi, è stata
fortemente voluta per fare
emergere come il ‘costruito’
rappresenti ovunque, il vero
biglietto da visita del territorio”. è poi seguita l’illustrazione dei lavori da parte
degli otto studenti, ricevendo
poi la borsa di studio di 1.500
euro.
Sono stati premiati da
Antonio Antoniotti, presidente di Confindustria
Cuneo: Claudio Balbo di
Cuneo; Lorenzo Giordano di
Caraglio; Federico Bianchini,
di Villanova Mondovì;
Manuele Botasso, di Busca;
Veronica Medlin di Bussana
di San Remo e Federica Inz, di
Mondovì. Piefranco Blengini
ha invece consegnatol’assegno ad Elisa Marchionni, di
Boves; Cristiana Taricco, di
Cuneo e Barbara Viale, di
Priocca d’Alba.
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L’Arte del Verde
Agosto/Settembre 2008
formazione & lavoro
il rapporto “excelsior 2008”
Occupazione in crescita nella Granda
Nonostante la congiuntura sfavorevole, le previsioni delle aziende per il 2008 sono
abbastanza positive. Il 2007 si è chiuso con un saldo negativo solo per il commercio
di Lorenzo Boratto
Rallenta la crescita economica, ma tiene e anzi cresce
leggermente l’occupazione
nella Granda, con le aziende
che dicono di voler assumere
sempre più personale, soprattutto qualificato. Venerdì 25
luglio la Camera di commercio di Cuneo, prima a livello nazionale, ha presentato
i dati elaborati dal sistema
informativo “Excelsior”: è
l’undicesima indagine annuale che, attraverso interviste a
1.135 aziende di 15 diversi
settori, fotografa le prospettive per il 2008 del mercato
del lavoro provinciale.
“Il sistema produttivo della
Granda - ha precisato il presidente camerale Ferruccio
Dardanello - esprime la
volontà di reagire alle crescenti difficoltà congiunturali, grazie soprattutto alle
piccole e medie imprese.
Il tasso di crescita previsto è dello 0,6%, alla pari
con Torino e con il dato
medio regionale. Il ‘modello Cuneo’ è specializzato in
il commento
in cifre
Merlo: “crediamo nelle persone”
15.800 - Le assunzioni previste
nel 2008 dalle 1.135 aziende
intervistate nell’indagine. Le
uscite saranno 10.600.
2.241 - I cuneesi laureati nel
2006, il 70% in più del 2001.
580 - Le assunzioni di laureati
previste nel 2008.
2,2 - Il tasso percentuale di
disoccupazione nella Granda
secondo l’Istat nel 2007. Nel
2006 era del 2,7.
61,2 - La percentuale di contratti a tempo determinato
per le nuove assunzioni di
personale. È la percentuale
più alta si sempre, superiore
a quella piemontese (54,8) e
italiana (56,2).
“L’occupazione è fondamentale per il futuro: la sezione meccanica
di Confindustria ha condotto una ricerca interna per individuare
le figure professionali più richieste e potere così attivare, tramite le
agenzie formative, percorsi mirati alla crescita del personale interno
e al soddisfacimento delle necessità delle imprese stesse”. Sono le
parole del cavaliere Amilcare Merlo, vicepresidente di Confindustria
Cuneo, che ha preso parte alla presentazione dell’indagine Excelsior.
“Il nostro impegno - ha proseguito - si esprime anche attraverso la
partecipazione diretta ai Poli formativi, per una più stretta relazione
tra il mondo della formazione professionale, quello del lavoro ed il
sistema territoriale, assumendosi il compito di portare a conoscenza le reali esigenze aziendali. Non solo: anche l’Università si deve
impegnare per soddisfare le esigenze del territorio, creando figure
appetibili per il mercato del lavoro”. Infine una considerazione sulla
situazione attuale: “Serve più innovazione in Italia, perché altrove c’è
una burocrazia meno stringente e un costo del lavoro inferiore. Noi
crediamo nelle persone e si deve fare squadra per crescere, trasformarsi, innovare, stare al passo con la competizione internazionale”.
diversi settori, quindi ha le
potenzialità per rispondere al
meglio ai cambiamenti della
globalizzazione”. Anche se
la congiuntura economica è
sfavorevole, l’occupazione
dovrebbe migliorare, mantenendo un tasso di disoc-
cupazione di poco superiore al 2%, uno dei più bassi
d’Europa: le aziende hanno
manifestato l’intenzione di
assumere nel corso di quest’anno 15.800 persone (di
cui 4.420 nel comparto agricolo). Il direttore del Centro
Amilcare Merlo
“L’Università si
deve impegnare
per soddisfare
le esigenze del
nostro territorio”
studi Unioncamere di Roma,
Claudio Gagliardi, ha spiegato: “Nella Granda cresce il
profilo dei lavoratori richiesto dalle aziende. Assumono
di più le realtà più dinamiche: società di capitali e
imprese votate all’export”.
Per quanto riguarda i diversi
settori, il saldo occupazione è positivo per turismo
(2,2%), costruzioni (1,5%),
servizi (1,2%) e industria (0,4%), l’unico segno
“meno” si registra nel commercio (-0,1%). Ancora:
le aziende richiedono sempre più laureati e diplomati
(queste due figure sono quasi
la metà delle nuove assunzioni), investono in formazione
e c’è da registrare un’alta
partecipazione ai corsi di
aggiornamento, soprattutto
in banche e assicurazioni.
Inoltre, aumentano le assunzioni rivolte solo alle donne
(nelle piccole imprese e nei
settori commercio e servizi), si riduce il part-time, ma
il 61,2% dei nuovi posti di
lavoro sarà a tempo determinato: è il record di sempre.
Da segnalare poi un ridimensionamento nelle assunzioni di extracomunitari (uno
su 4 quest’anno, uno su 3
nel 2007). Al termine della
presentazione, è seguita una
tavola rotonda.
Sebastiano Dutto, presidente Confartigianato Imprese
Cuneo: “La conferma di un
tessuto imprenditoriale sano
e vitale che intende reagire
alla crisi dei consumi e alle
difficoltà investendo nelle
risorse umane”.
ricerca dell’ires piemonte
Lavorare a cinquant’anni
tra opportunità e difficoltà
di Sonia Pellegrino
lavoro, partecipando di fatto
ai processi di innovazione in
corso, e al contempo devono
prendersi cura degli anziani,
che vivono più a lungo. Sono
il gruppo di popolazione su
cui si concentra il maggior
numero di domande di cambiamento e sono anche quelli
che possono contare su meno
aiuti per trovare risposte.
Proprio i “nuovi cinquantenni” sono stati al centro
di un convegno dal titolo
“Cinquantenni in Piemonte
tra lavoro e attività” che si
è svolto lo scorso 9 luglio in
Provincia, nel corso del quale
sono stati diffusi i dati di un
complesso percorso di ricerca portato avanti da Luciano
Abburrà ed Elisabetta Donati
dell’Ires Piemonte. Nel corso
dell’incontro il presidente della Provincia Raffaele
Costa, il presidente della
Camera di Commercio,
Ferruccio Dardanello e il dirigente di staff della Direzione
Istruzione,
Formazione
Professionale e Lavoro della
Regione Piemonte, Giuliana
Fenu, hanno riflettuto sulle
dinamiche socio-economiche e formative che vedono aumentare il numero di
occupati ultracinquantenni e
che impongono di imboccare
la strada dell’utilizzo ottimale
della forza lavoro disponibile.
I cinquantenni piemontesi,
secondo la ricerca dell’Ires,
sono soggetti ancora solidamente inseriti tanto nella
sfera esterna dell’occupazione
e delle attività, quanto nella
sfera privata delle relazioni
familiari e personali: si tratta
di adulti in senso pieno e
maturo, non di anziani.
Un focus sugli ultracinquantenni cuneesi ha messo in
evidenza la superiorità degli
occupati (68%) rispetto ai
pensionati. Essi hanno un
livello di scolarizzazione basso
(i tre quarti degli intervistati possiedono al massimo la
licenza media) e sono ancora al lavoro non solo perché non hanno ancora raggiunto i requisiti, ma anche
per migliorare il reddito
(48,8%) e perché il lavoro
piace (42,2%). Insomma, i
cinquantenni cuneesi sono
molto o almeno abbastanza
soddisfatti del lavoro (83%).
Tra le condizioni per continuare a lavorare anche una
volta raggiunti i limiti d’età, i
cinquantenni cuneesi pongo-
no la soddisfazione e l’utilizzo
al meglio delle loro capacità,
un ambiente di lavoro gradevole, una retribuzione adeguata e orari compatibili con
le altre loro responsabilità.
“Sta progressivamente aumentando il numero di cinquantenni in attività - afferma
Federica Giordano del servizio
Formazione di Confindustria
Cuneo -. Occorre valorizzare
le loro competenze e l’esperienza maturata nel corso
degli anni e fornire loro gli
strumenti affinché essi siano
parte attiva nei processi di
innovazione”.
partners-cn.it
Se per Dante “il mezzo del
cammin di nostra vita” era
intorno ai trentacinque anni,
oggi, che si è allungata di
molto la prospettiva di vita,
possiamo spostare questo
scoglio in avanti, arrivando
a fissarlo ai cinquant’anni.
Non più ai margini dell’attività produttiva, i cinquantenni degli anni Duemila sono
donne e uomini pienamente
adulti, al centro sia delle relazioni di lavoro sia di quelle
familiari: essi, infatti, devono
in parte sostituire i giovani “mancanti” nei posti di
In provincia di Cuneo il 68% degli
ultracinquantenni non è in pensione.
A fronte di una bassa scolarizzazione
hanno competenze ed esperienza.
Spesso lavorano anche per necessità.
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Agosto/Settembre 2008
10
confindustria notizie
associazione costruttori edili della provincia di cuneo
Il lavoro stabile contro il precariato
Il nuovo presidente dell’Ance Cuneo, Filippo Monge, parla di un’economia reale
il cui obiettivo primario è quello di pagare gli stipendi e investire sulle risorse umane
di Fabrizio Pepino
Lo sguardo a scrutare l’orizzonte, i piedi ben piantati
per terra. Filippo Monge,
alla sua seconda settimana
da presidente dell’Ance di
Cuneo, ben incarna le due
anime dell’imprenditore e
del professore, di chi nella
vita si dedica ora alla pratica,
ora alla teoria: due mondi
che spesso vivono separati
in comparti stagni, ma che
ora, anche grazie al nuovo
incarico alla guida dell’associazione dei costruttori edili
cuneesi, possono entrare in
sinergia in un’unica esperienza imprenditoriale, professionale e umana.
Perché di neo-Umanesimo
di impresa si tratta, quando
Monge parla di un’economia reale che, di fatto, pensa
prima di tutto a pagare gli
stipendi, superando l’idea
del precariato (contratti a
progetto) portata dalla corrente più dirompente della
new economy, per ribadire
il valore di una strategia
d’impresa che mira a creare
occupazione stabile (il lavoro dipendente dell’old economy), investendo sull’unico
capitale che non mancherà
mai in nessuna azienda: le
risorse umane.
Presidente, non stiamo
volando troppo alto?
“Sì e no. Sì, perché si tratta di
obiettivi e teorie che appartengono ad una cultura d’impresa
che richiede tempo per diventare reale. No, perché ogni
imprenditore sa che se vuole
raggiungere 10, deve puntare
a 100”.
Insisto: fa strano sentir parlare di lavoro stabile nell’era
della flessibilità, che spesso
fa rima con precarietà...
“È proprio qui il fraintendimento. Io sono, senza alcun
dubbio, per la flessibilità: ogni
imprenditore edile, infatti, sa
benissimo che il subappalto
intelligente è il primo alfiere
CHIRURGIA AMBULATORIALE
: OCULISTICA E OCULOPLASTICA:
NIRC - ringiovanimento cutaneo non
invasivo a radiofrequenza - eliminazione
inestetismi della pelle - rughe periorbitali e
lassità naso-labiale senza anestesia
ESTETICA, PLASTICA E
DERMATOLOGICA: nevi, lipomi, cisti,
correzione rughe, labbra, palpebre,
orecchie- tossina botulinica.
CHIRURGIA UROLOGICA:
frenuloplastica, circoncisione, biopsia
prostatica transrettale ecoguidata.
CHIRURGIA DELLA MANO: tunnel
carpale, dito a scatto, malattia di
Depuytren, neoformazioni, lesioni
nervose, tendinee e legamentose,
trattamento della mano reumatica.
MEDICINA ESTETICA
Visite specialistiche
Medicina estetica: Check up PEFS Check up viso computerizzato - Doppler
Filippo Monge
dell’outsourcing, della flessibilità e quindi, della competitività.
Il problema è che l’idea di flessibilità che va per la maggiore
oggi, non è esatta. Faccio un
esempio: se i tanti giovani laureati in materie umanistiche
fossero più flessibili, orientando le loro ambizioni in ambiti applicativi diversi da quello
di riferimento di studio, sono
sicuro che potrebbero portare
a casa degli stipendi, per così
dire, tradizionali”.
Quindi il vero problema
delle nuove generazioni non
è l’impennata dei tassi sui
mutui per l’acquisto della
prima casa...
“È evidente che la situazione
delle banche statunitensi, per
fortuna, non mi risulta essere
quella delle banche italiane, che
si sono dimostrate più previdenti e caute nella selezione dei
loro potenziali debitori. Inoltre
in Italia, soprattutto in provincia, è ancora fortemente diffusa una cultura che considera
il debito un’onta nei confronti
della società, non per nulla
proprio i cuneesi sono famosi
per l’abitudine a non fare mai
il passo più lungo della gamba.
D’altro canto, proprio l’esperienza appena conclusa come
presidente della Scuola Edile,
mi porta a dire che la possibilità di avere un lavoro stabile e
qualificato è alla portata di tutti
anche a casa nostra. Lo dimo-
venoso - Scleroterapia - Dietoterapia.
Trattamenti viso: Peelings superficiali,
medi e medio profondi - Rivitalizzazione Dermafiller.
Trattamenti PEFS: Biointradermo Elettrolipolisi - Idrolipoctasia ultrasonica Crioelettroforesi - Pressoterapia LGP Endermologie.
strano le migliaia di giovani che
in questi anni sono passati sui
banchi dell’ente bilaterale, ricevendo gratuitamente formazione e occupazione. Il problema è
che spesso mancano le risorse,
sia umane che finanziare”.
A proposito di risorse, proprio la presidente nazionale di Confindustria Emma
Marcegaglia, a Pollenzo il
10 luglio scorso per l’assemblea provinciale degli industriali cuneesi, ha insistito
sulla necessità di riattivare
gli investimenti pubblici...
“Sono perfettamente d’accordo. Penso che in questa fase di
‘conclamata emergenza’ siano
indispensabili degli interventi di
finanza pubblica per rilanciare
le infrastrutture: e quando dico
infrastrutture penso sia alle
strade, che alle scuole, ospedali, beni culturali ma anche
nuovi interventi di edilizia sovvenzionata (case popolari ndr).
Quello che manca è l’elaborazione di una doppia strategia di
rilancio territoriale - a livello
nazionale e locale - che deve
essere pattuita di concerto con
gli enti pubblici”.
Ma non sarebbe il caso di
abbandonare, almeno un
po’, l’abitudine di bussare sempre alla porta del
Pubblico, soprattutto in
una fase di forte carenza di
disponibilità di risorse da
parte degli enti?
“La strada maestra per innescare una profonda diversificazione del mercato delle imprese
costruttrici (e non solo), che
storicamente hanno avuto nel
pubblico il loro cliente di riferimento, è quella di attrarre in
provincia di Cuneo dei nuovi
investimenti. Quando una
nuova impresa arriva sul territorio, infatti, innesca un ciclo
di insediamento che non può
che portare ricchezza e lavoro
per tutti: l’avvio di un’attività
comporta sempre la realizzazione di opere di urbanizzazione,
strade, piazzali, capannoni,
centri direzionali etc. Il fatto
è che oggi come oggi, purtroppo, le imprese straniere non
ritengono strategico il nostro
territorio”.
Quale suggerimento arriva
dal professor Monge?
“Un territorio si rende strategico con l’ensemble, un nuovo
soggetto che si occupi della promozione del livello di competitività e faccia marketing del
territorio, che non vuol dire
solo attrarre turisti. Tutti i portatori di interesse dei benefici
che si possono trarre da un
simile processo (enti pubblici
come associazioni di categoria), devono superare gli interessi di parte, sedersi allo stesso
tavolo e formare un ‘insieme’
che si muova unitariamente in
questa direzione. Certo, non è
facile attrarre investimenti, ma
almeno abbiamo il dovere di
provarci. Servono nuove idee e
atti di coraggio”.
Ammesso che nuove imprese arrivino nel Cuneese, poi
bisognerà trovare il modo di
rendersi presentabili, cioè
di metterle in condizione
di poter operare sul nostro
territorio...
“È un lavoro parallelo che rientra tra le priorità della mia presidenza. Anche in questo caso,
ci sono azioni immediate che
bisogna portare a compimento
per far fronte ad una carenza
del passato, e misure a mediolungo termine che necessitano
di una fase di gestazione più
complessa. Sul primo fronte,
ad esempio, è fuor di dubbio
che per i prossimi cinque anni
la precedenza assoluta dovrà
essere data alla messa in sicurezza del territorio, la cui fragilità è stata messa ancora una
volta in evidenza dall’ultima
alluvione di fine maggio. Sul
secondo livello, invece, servono Piani strategici territoriali che coinvolgano territori (o
comprensori più estesi) e non
un solo Comune e che indichino priorità e urgenze a breve-
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imprenditore e professore
Il saviglianese Filippo Monge, 40 anni compiuti a giugno, il 4 luglio
scorso è stato eletto all’unanimità presidente di Ance Cuneo per
i prossimi tre anni. Monge succede a Pierfranco Blenigini, 61 anni,
amministratore delegato della Saisef spa di Mondovi, che per 6 anni
ha guidato l’associazione dei costruttori edili cuneesi. Venerdì 18
luglio, inoltre, Monge è stato eletto vicepresidente di Ance Piemonte
con la delega al Centro studi.
Il nuovo presidente è amministratore della Farm sas di Savigliano,
impresa familiare di terza generazione con cantieri in Piemonte
e Liguria di Ponente, che fa capo alle famiglie Monge-Rabbone di
Savigliano. Il capostipite, Filippo Monge, nel secolo scorso aveva già
partecipato alla ricostruzione del Dopoguerra realizzzando importanti stabilimenti (tra cui le celebri Carrozzerie Fissore di Savigliano).
Attiva nel settore delle infrastrutture pubbliche, ha completato negli
ultimi anni importanti lavori (la stazione Ferroviaria di Cuneo, la chiesa di Santo Stefano a Mondovi, ora aula magna del Politecnico, Villa
Santa Croce a Cuneo, una parte dell’Ospedale Carle, la Castiglia
di Saluzzo, il teatro di Busca, la Croce Rossa di Busca, oltre a numerosi interventi di edilizia scolastica, socio-assistenziale e, in ultimo,
turistica).
Laureato in Economia e Commercio a Torino, ha perfezionato i propri
studi a Londra, presso la London School of Economics (è stato allievo
di Michael Barzelay) e alla Sda Bocconi. Docente di Economia e
gestione delle Imprese presso l’Università di di Torino, è autore di
numerose pubblicazioni sul rapporto tra impresa e territorio.
Dal 1988, ha incarichi direttivi nel sistema confindustriale, nel cui
gruppo giovani è entrato nel 1986, ricoprendo, poi, quasi tutte le
cariche provinciali e regionali e arrivando a dar vita, nel 1996, al
Gruppo Giovani Imprenditori Edili di cui è poi anche diventato presidente regionale. Nell’ultimo triennio è stato presidente degli enti
bilaterali Scuola Edile e del Cpt.
È stato amministratore di Sitraci spa, Autostrada Albenga-GaressioCeva spa, Fondazione Cassa di Risparmio di Savigliano, Consorzio
dei Servizi sociali del Monregalese, Atc Cuneo e Atc Si srl.
medio periodo. L’esperienza da
poco conclusa come firmatario
del Piano strategico territoriale
del Casalese, dove sono stati
coinvolti tutti i 42 Comuni del
territorio, è la dimostrazione
che si può fare”.
Secondo lei l’Ance di
Cuneo è riconosciuta come
un interlocutore autorevole per affrontare temi così
strategici?
“È l’ora di ricordare che l’Ance in Italia produce oltre 35
del Pil (dati 2008 de “Il Sole
24 Ore”, ndr), un numero
che deve cominciare a valere nella rappresentanza e nel
peso istituzionale della categoria. Tuttavia occorre dare una
nuova visibilità ai costruttori
edili, che devono farsi percepire diversamente dall’esterno,
devono diventare un soggetto forte da interpellare, devono imparare a investire sulla
comunicazione. È un percorso che avvierò da subito con
la nuova squadra che guiderà
l’Ance di Cuneo per i prossimi tre anni. Sulla bandiera
dello Stato americano del New
Mexico campeggia un motto
latino, eundo crescit, andando
avanti si cresce. E noi non
possiamo permetterci di stare
POLO OCULISTICO
Difetti refrattivi.
Cataratta.
Glaucoma.
Degenerazione maculare.
Consulenza retina medica e chirurgica.
Trattamento laser per retina e glaucoma.
PNT-trattamento ipertono oculare.
Tossina botulinica.
Inestetismi e malattie delle palpebre.
Ecografia
Uretrocistoscopia flessibile
Uroflussometria
POLO ORTOPEDICO
Ortopedia generale.
DIAGNOSTICA PER
IMMAGINI E STRUMENTALE
Patologia della mano: tunnel carpale, dito a
Ecografia internistica.
Ecografia infantile dell’anca.
Ecocardio.
ECG.
Ecocolordoppler.
Test da sforzo.
Densitometria ossea computerizzata
monosegmento ad ultrasuoni.
Dermatoscopia in epiluminescenza.
Spirometria.
Reumatologia: artrosi, artrite, osteoporosi,
DIAGNOSTICA UROLOGICA
DI 1° LIVELLO:
scatto, malattia di Depuytren, ecc.
spondiloartriti, connettivi, ecc.
Ortopedia infantile.
Patologia della spalla.
Terapia con onde d’urto: tendiniti, gomito del
tennista e golfista, ecc.
Terapia con dispositio di diatermia: eventi
traumatici postumi da fratture, contratture, ecc.
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UVB a banda stretta per il trattamento di psoriasi, vitiligine ed altre affezioni cutanee.
Agosto/Settembre 2008
confindustria notizie
11
gruppo giovani imprenditori edili della provincia di cuneo
Pensare al futuro, non solo il nostro
Elena Lovera, riconfermata alla guida dei giovani di Ance Cuneo, invita le istituzioni
e gli imprenditori a fare scelte lungimiranti, i cui effetti benefici siano a lunga scadenza
di Fabrizio Pepino
Il coraggio dell’arte, la tentazione della tecnica. Elena
Lovera - trent’anni (a settembre) passati tra famiglia,
azienda, scuola, impegno
sociale e culturale - coglie
l’occasione della sua recente riconferma alla guida del
Gruppo giovani imprenditori edili della sezione Ance
di Cuneo, per spingere il
mondo politico e istituzionale, cuneese e non solo, a
spiccare il volo verso un orizzonte che supera quello del
proprio naso, in uno slancio
ideale e pragmatico allo stesso tempo, in grado di anteporre all’interesse particolare
il bene comune. “Dobbiamo
avere il coraggio di fare scelte lungimiranti - spiega -, di
puntare ad obiettivi a lunga
scadenza, di guardare al futuro prossimo della nostra economia, società, territorio, di
seminare e avere la pazienza
di aspettare che il tempo
faccia il suo corso, per poi
raccogliere il frutto”.
Presidente, spieghi meglio...
“È presto detto. Il mondo istituzionale, la politica, le amministrazioni pubbliche, anche a
livello locale, il più delle volte
operano scelte che portano ad
un risultato immediato, tangibile a breve periodo, consapevoli del fatto che spesso non
si tratta delle decisioni migliori
per risolvere un determinato
problema a vantaggio del territorio su cui insistono. Voglio
dire: se l’interesse degli uomini
che stanno al potere è unicamente quello di mantenere
la posizione che occupano, è
chiaro che il loro operato deve
raggiungere visibilità prima
della fine del loro mandato, in
quanto è la miglior premessa
alla loro riconferma!”
Dobbiamo generalizzare o
si riferisce a qualche caso
specifico?
“Si tratta di un fenomeno
abbastanza diffuso, purtrop-
Elena Lovera
po. Gli amministratori locali
hanno un atteggiamento troppo
accomodante con gli enti pubblici di riferimento che hanno
competenza sul loro territorio,
favorendo così il permanere di
uno stato di fatto che non fa
che rimandare ad oltranza le
discussione e la soluzione dei
problemi, storici e nuovi, della
nostra provincia”
Vada avanti...
“Dobbiamo rompere con la
‘cuneesità’, con il luogo comune
per cui tanto nella Granda alla
fine va sempre tutto abbastanza
bene. Bisogna che miriamo ad
uno sviluppo sostenibile, che
pensiamo al futuro, che smettiamo di accontentarci di quello
che abbiamo e continuiamo a
crogiolarci nella nostra ovatta.
Le amministrazioni, per fare un
altro esempio, devono puntare
ad una rete infrastrutturale che
qualifichi le nostre città, evitando di fare piani regolatori e
piani strategici dequalificanti”.
Ma non sarà una questione
generazionale dell’attuale
classe dirigente?
“Qui tocchiamo un tasto
dolente, che riguarda il pubblico come il privato, gli enti come
le aziende: il problema del passaggio generazionale. In Italia,
cioè, va sempre più affermandosi la tendenza a continuare a lavorare ad oltranza, a
ritardare l’entrata in pensione.
In questo modo però è chiaro
che le fasi decisionali rimangono saldamente in mano alle
generazioni più vecchie, mentre il ricambio avviene solo
nelle posizioni meno strategiche. Senza voler togliere nulla
all’apporto fondamentale dato
dall’esperienza di chi da tanti
anni occupa una determinata posizione, è evidente che,
d’altra parte, il nuovo stenta
ad avanzare. È un problema
che abbiamo già cominciato ad
affrontare con i giovani edili
negli anni scorsi con l’iniziativa
‘Di padre in figlio’. L’Italia è
controtendenza sull’argomento, dovremo sicuramente tornarci sopra”.
Tra l’altro, mi pare si tratti
di un problema che lei vive
in prima persona...
“Vero. Io devo ringraziare mio
padre Franco e mio fratello
Enrico se sono qui a portare
avanti un impegno in associazione, senza il loro consenso e
la loro spinta non avrei maturato questa sensibilità. Credo
che un’azienda come quella
della mia famiglia sia abbastanza tipica nel panorama delle
imprese costruttrici della nostra
provincia. Credo che, al di là
della mia esperienza personale,
si tratti di un tessuto sano ed
efficiente, in cui si riescono
ancora a trasmettere dei valori
di cultura d’impresa grazie al
persistere dei rapporti umani
come collante nelle varie fasi
lavorative. Per me lavorare nel
settore edile è bellissimo, in
quanto credo che sia rimasto
uno dei pochi lavori in cui il
dialogo ed il confronto continuo
tra amministratore e capocantiere, preserva la dimensione
umana dell’impresa, componente fondamentale nel processo di svolgimento del lavoro.
Spesso si pensa che l’impresa
debba tendere verso una organizzazione sempre più razionale, dimenticando che in realtà
sono i processi decisionali che
devono essere razionalizzati,
non i rapporti”.
E di conseguenza nasce
l’esigenza di un impegno
nella vita associativa...
“Soprattutto tra i costruttori,
c’è un forte turn over generazionale. Per questo è di fondamentale importanza che le
imprese che hanno degli associati giovani li spingano a partecipare alla vita dell’associazione. È bene che ogni giovane
che vuole fare l’imprenditore,
cominci ad interessarsi fin da
subito ai problemi che incontrerà per la strada. Il futuro delle
aziende dei nostri padri dipende
da noi, la vita non è una prova
generale a cui assistere!”.
Qual è il contributo alla
causa che arriva dai giovani
costruttori edili cuneesi?
“L’esperienza fatte negli ultimi
tre anni alla guida dei giovani
dell’Ance di Cuneo è stata
molto importante per me.
Grazie all’ampio margine di
libertà concesso alle nostre iniziative dall’expresidente Pier
Franco Blengini, infatti, abbiamo partecipato ai convegni
nazionali, addentrandoci nelle
macrotematiche del Consiglio
nazionale, abbiamo fatto un
gemellaggio con il Gruppo di
Verona, realizzato un percorso formativo di alto livello
sul passaggio generazionale,
instaurato relazioni professionali e, con le idee dei giovani
edili della provincia, ci siamo
confrontati con gli altri gruppi
piemontesi nel Comitato regionale e abbiamo collaborato con
il Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Cuneo
al Progetto Scuola e Progetto
Università. Rinnovo tutta la
mia disponibilità al nuovo presidente di Ance Cuneo, Filippo
Monge, che ben conosce la realtà dei giovani edili in quanto è
già stato presidente del gruppo,
a continuare la partecipazione
e la collaborazione con i senior.
Ora il mio desiderio resta quello di poter consolidare il gruppo, con l’aspirazione di riuscire
ulteriormente a ‘fare squadra’,
carta d’identità
imprenditrice e laureanda
La saluzzese Elena Lovera, 30 anni a settembre, il 4 luglio scorso
è stata riconfermata alla guida del Gruppo giovani imprenditori
edili della sezione Ance di Cuneo per il prossimo triennio. Già presidente del sodalizio dal 2005, il medesimo anno è stata eletta nel
Consiglio centrale dell’Ance a Roma e dal 2007 è vice presidente
del Piemonte del Gruppo Ance. Nel 2006 è entrata a far parte del
Consiglio di amministrazione dell’Afm, organismo che si occupa
dell’alta formazione manageriale, organizzando corsi per i giovani imprenditori. Come presidente de giovani edili, è consigliere
nel Direttivo senior di Ance Cuneo. A giugno era già stata eletta
e nominata vice presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di
Confindustria Cuneo.
Laureanda in Etica ed Economia (Facoltà di Scienze Politiche
Professionali dell’Università di Torino), lavora nella Costrade srl di
Saluzzo, azienda di famiglia che prevalentemente realizza lavori
pubblici stradali e opere di urbanizzazione primaria e di ingegneria
naturalistica, parallelamente all’attività di estrazione e vendita di
ghiaione naturale di cava. Oltre alla ordinaria amministrazione, è
responsabile del Sistema Qualità e Referente per la Sicurezza nel
Lavoro. Si occupa di risorse umane, gestione clienti, progetti di riqualificazione ambientale e innovazione.
Elena Lovera fa parte di un Comitato della Fondazione Bertoni di
Saluzzo ed organizza da circa 10 anni manifestazioni culturali, musicali, sportive ed artistiche ed eventi di valorizzazione del territorio, in
collaborazione con varie associazioni come l’Aido, l’Admo, l’Avis, la
Libertas, lo Slow Food, Fattoria Amica, alcune Onlus che seguono
progetti per Africa e India e il Rotary, di cui è socia. Di recente ha
iniziato ad occuparsi di comunicazione ed eventi legati al mondo
del golf per il Castellar Golf Club.
preparandoci ad affrontare il
turn over generazionale, con
nuove iscrizioni, collaborando
con l’omologo Gruppo giovani
imprenditori di Confindustria,
nell’intento di creare una compagine imprenditoriale cuneese
che si distingua per essere energica, compatta e strutturata
alle sfide dell’era global”.
Qualche anticipazione?
“Presto, grazie alla collaborazione con il responsabile dell’ufficio legale di Confindustria
Cuneo, Giacomo Tassone,
concluderemo il manuale sui
lavori pubblici, una sorta di
prontuario da tenere sempre
a portata di mano per districarci nella giungla di lacci e
lacciuoli delle leggi che regolano l’edilizia. Poi, per quanto
concerne la formazione, voglio
portare a Cuneo un corso di
eccellenza rivolto ai giovani
imprenditori, che spesso non
hanno il tempo e la possibilità
di spostarsi a Roma o Milano
per frequentare master specifici
sull’argomento. Infine, intendo
creare un tavolo di discussione
trasversale a tutte le sezioni
giovanili delle associazioni di
categorie e degli ordini professionali della nostra provincia.
Un tavolo che diventi un luogo
dove discutere e confrontarsi
su problematiche comuni alla
nostra generazione. Voglio
lavorare per unire, non per
dividere”.
A proposito del dualismo
iniziale tra arte tecnica, scriveva l’austriaco Kraus a fine
Ottocento: “L’arte è ciò che
il mondo diventerà, non ciò
che il mondo è”. è quello
che tutti speriamo.
Agosto/Settembre 2008
12
confindustria notizie
di Gilberto Manfrin
pollenzo
L’assemblea annuale degli associati
Prima l’attesa per il suo arrivo, poi le premiazioni degli
associati “storici” direttamente dalle sue mani, quindi
il discorso, più volte interrotto da lunghi applausi.
È intervenuta anche Emma
Marcegaglia,
presidente
nazionale di Confindustria,
all’assemblea annuale degli
associati cuneesi dal titolo
“Energia e energie: punti
fermi per l’industria”, svoltasi giovedì 10 luglio nella
splendida cornice dell’Albergo dell’Agenzia di Pollenzo.
Ricevuta dal presidente
di Confindustria Cuneo,
Antonio Antoniotti e dagli
applausi delle centinaia di
industriali che l’attendevano, Emma Marcegaglia si è
prestata con emozione alla
premiazione degli imprenditori storici di Confindustria
Cuneo, ascoltando con particolare interesse la relazione
del presidente Antoniotti,
ultima alla guida degli industriali cuneesi, per poi catalizzare su di sé l’attenzione
delle centinaia di industriali
che attendevano di sentire parole di sprono e incoraggiamento dalla sua stessa
voce.
Frasi che hanno subito colto
nel segno: “È sempre un piacere arrivare in una provincia solida e dinamica come
quella di Cuneo, dove opera
la parte più sana della nostra
industria”. Ha esordito così
al microfono la numero uno
degli industriali italiani, in
un discorso che ha fatto il
paio con quello del presidente cuneese; due relazioni
molti simili quelle dei due
presidenti, che hanno toccato un po’ tutti i temi di
maggior attualità nello scenario politico ed economico italiano ed internazionale. Discorsi incentrati sulla
necessità di aiutare il Paese
a crescere, aumentando la
competitività e la produttività delle imprese.
ALLARME CRESCITA
Partendo da un’analisi del contesto economico mondiale, il presidente
di Confindustria Cuneo,
Antonio Antoniotti, ha
ricordato che la produzione
industriale della Granda ha
registrato nel 2007 un incremento del 5% e che nel primo
trimestre del 2008 è continuato il trend in espansione,
indicando però nel marcato
rialzo dei prezzi delle materie
prime la causa scatenante
delle spinte inflazionistiche
che hanno di fatto azzerato
la crescita generale dell’Italia: “Temiamo - ha affermato Antoniotti - che questa
situazione possa arrivare a
penalizzare anche il nostro
“modello Cuneo”, additato
come un esempio da seguire”. Un problema fatto proprio anche dalla presidente
nazionale degli imprenditori
nel suo discorso a braccio
che ha colpito tutti per la
determinazione e la chiarezza con cui la prima donna
degli industriali si è rivolta
alla platea: “La crisi finanziaria che stiamo vivendo
e l’aumento dei prezzi delle
ingrandimento
contratti al centro dei discorsi
La trattativa sui contratti - come ha dichiarato la presidente
Emma Marcegaglia da Pollenzo - sarà chiusa entro il 30 settembre 2008. Con ogni probabilità l’indice per il rinnovo del
contratto proposto da Confindustria ai sindacati si aggirerà
intorno al 2%, più alto dell’1,7% previsto dall’inflazione programmata dal Governo, ma più basso del 3,8%, che è il tasso
reale. “Di questo 3,8% - ha dichiarato Emma Marcegaglia
- circa l’1,8% è un’inflazione importata con i rincari delle
materie prime, su tutte il petrolio. È un costo che non possono
pagare le imprese, perché significherebbe portare l’inflazione all’8% come negli anni ‘70 e poi perchè le imprese già
subiscono i costi dell’inflazione importata”. Il presidente di
Confindustria ha riconosciuto come vi sia un problema di
reddito spendibile, invitando anche il Governo a fare la sua
parte per un recupero del potere di acquisto, cominciando
ad esempio dalle liberalizzazioni dei servizi e delle imprese
pubbliche locali.
Emma Marcegaglia e Antonio Antoniotti
La sala dell’albergo dell’Agenzia di Pollenzo stracolma di imprenditori alll’assemblea del 10 luglio scorso
I due presidenti
nei loro interventi
hanno dimostrato
una forte sintonia
nell’approccio
sui punti critici
materie prime impongono
un netto cambio di rotta. Le
banche soprattutto devono
tornare a supportare le aziende sane. E noi che portiamo
avanti piani di produzione
dobbiamo pretenderlo, a
maggior ragione se si pensa
che le nostre banche hanno
subito meno la crisi internazionale. Vanno aumentati il
credito e la collaborazione
con le aziende”.
più COMPETITIVITà
Al centro dell’attenzione è
poi finita la competitività
delle imprese: “È pressoché
fantasioso immaginare che le
aziende possano essere competitive in un paese che non
lo è e in cui non vige il
principio della concorrenza
– ha rimarcato Antoniotti -.
Fortunatamente con la legge
Biagi si è sbloccato un rigido
meccanismo nella gestione
dei contratti di lavoro, introducendo il concetto di flessibilità, ormai indispensabile”.
Questione, quello dei contratti sul lavoro, affrontata
anche da Emma Marcegaglia:
“Vogliamo provare con il
sindacato ad aumentare la
Antoniotti-Marcegaglia
Due voci all’unisono
produttività delle aziende
italiane, per innalzare di conseguenza salari e crescita. Per
farlo vogliamo fare un buon
accordo, ma non a tutti i
costi. Questo accordo - ha
sottolineato la Marcegaglia
- deve salvaguardare la competitività per abbattere così
il grosso problema dell’Italia,
che è la crescita zero”. La
lady d’acciaio ha ricordato
come si sia riaperto il dialogo con i sindacati, ma ha
anche tenuto a precisare che
la trattativa si dovrà chiudere
tassativamente entro il 30
settembre: “Basta lungaggini.
Noi - ha aggiunto - chiediamo di stabilire regole sui rinnovi contrattuali e sanzioni
per chi non le rispetta; non
siamo interessati ad accordi di facciata”. Entrando
nel merito della questione
ha voluto spiegare come
Confindustria “non voglia
cancellare il contratto nazionale, ma alleggerirlo, perché
rimanga una sorta di paracadute per tutti, anche se
poi dovrà lasciare più spazio
alla contrattazione a livello
aziendale”. Non sono mancanti ampi accenni al tema
della tasse e alla Finanziaria.
RIDURRE LE TASSE
Il presidente Antoniotti si
è rivolto direttamente ad
Emma Marcegaglia per chiedere a Confindustria di non
avallare più decisioni come
sono state l’introduzione dell’Irap e la riforma del Tfr. La
lady d’acciaio ha rincarato
la dose: “Gli italiani pagano
il 43% del Pil in tasse. Il
Dpef prevede una pressione
fiscale che per i prossimi tre
anni resterà immutata: questo non va bene. Le entrate
tributarie - come confermato dallo stesso dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia - sono
aumentate di circa 5 miliardi
di euro, per un incremento
del 3,3% nei prossimi cinque
mesi del 2008”. Ed anche
la presidente punta il dito
sull’Irap: “Chiederemo al
Governo di ridurre questa
tassa iniqua e di utilizzare le
maggiori entrate fiscali derivanti dalla lotta all’evasione
per abbassare le tasse sulle
imprese”.
ENERGIA E INFRASTRUTTURE
Gli ultimi due grandi temi
affrontati: “Paghiamo 19
miliardi di euro all’anno per
la carenza di infrastrutture - ha sottolineato Emma
Marcegaglia -. Vorremmo un
impegno di finanza pubblica per venire incontro alle
carenze. Per questo stiamo
preparando un documento
da presentare al ministro
delle Infrastrutture, Altero
Matteoli, su come semplificare la prassi per velocizzare
le opere. È ora di dire basta
ai cosiddetti Comitati del
No che ostacolano solo la
crescita”.
Ampi cenni alle necessarie innovazioni in campo
energetico: sia il presidente Antoniotti che il presidente Marcegaglia hanno
evidenziato la necessità di
riaprire all’energia nucleare
e di avere quanto prima un
sostanzioso programma di
costruzione di rigassificatori,
senza dimenticare, come ha
più volte rimarcato il presidente Antoniotti, la necessità di dare concretizzazione
alle numerose fonti alternative di energia di cui proprio la Provincia di Cuneo
è in possesso: idroelettrica,
fotovoltaica, eolica, biomasse legnose, rifiuti speciali e
urbani non pericolosi”.
UNA NUOVA CULTURA
Da ultimo un cenno alle generazioni future. Antoniotti:
“Manca una cultura d’impresa che noi vogliamo assolutamente riportare nelle scuole - ha detto il presidente
degli industriali cuneesi -. Si
deve lavorare affinché possa
essere introdotta nelle aule
e nelle università, in particolare per quanto concerne concetti di ottenimento
degli obiettivi, di risultato
e di meritocrazia. Concetti,
tra l’altro, che stanno alla
base anche di una corretta cultura della sicurezza nei
luoghi di lavoro”. “Istituti
tecnici e università devono
tornare all’altezza. Da questo
dipende il futuro delle nuove
generazioni - ha aggiunto
Emma Marcegaglia, che ha
concluso il suo intervento
con un messaggio di speranza: “Nonostante molti punti
oscuri non penso che l’Italia sia condannata alla non
crescita; ma non ci sono più
alibi, è il momento di andare
avanti e anche noi industriali dobbiamo e vogliamo essere una voce forte di questo
cambiamento”.
confindustria notizie
Agosto/Settembre 2008
13
I quattro imprenditori
premiati all’assemblea
Lucia Germanetti (Bragas srl)
Carlo Miroglio (Miroglio spa)
Prima della relazione dei presidenti Antonio Antoniotti
ed Emma Marcegaglia, il
direttivo di Confindustria
Cuneo ha voluto procedere
alla premiazione di Giuseppe
Giordano, Guido Girardi,
Lucia Germanetti e Carlo
Miroglio, figure storiche dell’imprenditoria cuneese, che
con il loro impegno e la loro
lungimiranza hanno contribuito, a capo delle rispettive
aziende, a far crescere il tessuto socio economico della
Granda. Insieme a loro sono
stati premiati i dipendenti
Valerio D’Alessandro per i 25
anni di attività, Maddalena
Bertaina per i 35 anni di attività e Laura Bordiga per i 25
anni di attività. Imprenditori
e dipendenti hanno ricevuto
i premi alla carriera direttamente dalla presidente
Emma Marcegaglia, che non
ha mancato di esprimere loro
le proprie congratulazioni.
Ma ecco una breve scheda
degli imprenditori premiati.
Lucia Germanetti
... Giordano (Giordano & C. spa)
Guido Girardi (Girardi snc)
Da 40 anni Lucia Germanetti
conduce ininterrottamente la sua società, recandosi
quotidianamente in azienda.
Nata a Bra il 20 settembre
1931, frequenta la scuola
secondaria delle Magistrali;
da subito comincia a lavorare con il padre nell’azienda
di famiglia che si occupava, a
quel tempo, di autotrasporti
prima, e di servizi di autolinee
in un secondo tempo, accumulando esperienza anche in
altri settori commerciali. Nel
1968, insieme con il padre
Natale ed il fratello Carlo
Michele, fonda la Bragas Sas,
società per la vendita di gas
liquido in bombole, apparecchiature per gas ed articoli da campeggio. Nel corso
degli anni la Bragas, trasformatasi poi in Srl, aumenta progressivamente il giro
di affari e consolida la sua
posizione di società leader
del gpl espandendosi nelle
province di Cuneo, Torino,
Asti, Alessandria e Pavia. La
principale attività diventa
l’installazione ed il rifornimento dei piccoli serbatoi di
gas gpl e, alle altre attività
“storiche” come la vendita di
bombole, delle apparecchiature gas e da campeggio, vengono ad aggiungersi gradualmente anche la distribuzione
e la vendita del gas gpl in
rete nell’ambito di numerosi
Comuni delle Langhe, del
Canavese e della Valle Susa,
la distribuzione e la vendita
di gas metano, la vendita
di gas gpl per autotrazione.
In azienda si occupa personalmente di sovrintendere
la gestione contabile, oltre
a partecipare attivamente a
tutte le principali iniziative
societarie, in questo affiancata ora anche dai due nipoti
Giacomo e Natale.
Giuseppe Giordano
Ottantuno anni e non sentirli: ancora oggi Giuseppe
Giordano, nato a Cuneo il
13 maggio 1927, si reca in
azienda, una realtà che opera
ormai in tutto il mondo e
che in Italia si colloca tra
le prime quindici società nel
proprio settore. Conseguita
la maturità scientifica si
iscrive al corso di Ingegneria
Elettrotecnica presso la
Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa. Sul finire dell’Università è costretto
ad interrompere gli studi e a
rientrare a Cuneo per sostituire il padre ammalato nella
conduzione dell’azienda di
famiglia, la “Enrico Giordano
Impianti
e
Forniture
Elettriche”, fondata nel 1924
con sede in corso Nizza 17.
Nel 1953 subentra definitivamente al padre, mutando il nome della società in
“Giordano & C.” e nel 1960
costruisce una nuova sede
in via Bongioanni a Cuneo.
Continuando a lavorare, nel
1957 consegue la laurea in
Ingegneria Elettrotecnica.
Approfittando di un mercato
in forte espansione negli anni
Sessanta e Settanta consolida la posizione dell’azienda
nell’impiantistica industriale acquisendo alla propria
clientela gruppi industriali di
rilievo mondiale. Nel 1979
muta la forma societaria della
Giordano & C. in Società per
Azioni per meglio adeguarla
alle dimensioni raggiunte ed
al mercato in cui opera. Negli
anni Ottanta e Novanta continua la crescita dell’azienda,
nella quale nel frattempo ha
fatto ingresso il figlio Roberto
assieme a Giorgio Meinardi
come nuovo socio. Nel 2001
segue la costruzione della
nuova e prestigiosa sede di
Boves dove la Giordano &
C. trasloca nella primavera
del 2002.
Guido Girardi
Figlio di impresari, Guido
Girardi, nato a Cuneo nel
1926, non ha potuto sottrarsi a questo destino; suo
nonno Giovanni costruì e
battezzò via XX Settembre
a Cuneo, in quanto reduce della Breccia di Porta
Pia; il padre, realizzatore di
grandi opere pubbliche, fu il
primo presidente della sezione costruttori dell’Unione
Industriale di Cuneo. Finita
la guerra da partigiano e
completati gli studi, il testimone passa in mano a lui;
realizza, con la sorella Ada,
alcune opere pubbliche a
Cuneo e provincia: scuole e licei, il provveditorato
agli studi, la sede Iacp nel
centro storico, gli ospedali
di Demonte, Villafalletto e
Dronero, le case popolari in
Cuneo2 e a Busca, il centro
Snam a Fossano e in Cuneo
il centro incontri della
Provincia e la nuova sede
della Confcommercio. Per
privati e iniziative proprie ha
portato a compimento inoltre: tre alberghi in Liguria,
tre condomini a Sanremo,
la realizzazione della stazione sciistica tre Amis a
Limone Piemonte, appartamenti e albergo a Quota
1400, condomini a Borgo
San Dalmazzo, a Cuneo, a
Ronchi, a Fossano, il Palazzo
del Tramwai a Caraglio e
ciò, fino ai giorni nostri, ma
ora a supporto della quarta generazione, sia pure con
responsabilità ancora in essere. Insomma: una vita dedicata al lavoro. Sposato nel
‘63 con Gabriella Salvagni,
ha quattro figli e sei nipoti
e nonostante i suoi 82 anni
continua a seguire da vicino
la sua azienda.
Carlo Miroglio
Lavoro di squadra, stretto controllo dell’attività e
determinazione nel perseguire l’obiettivo finale. Su
queste basi è nato l’impero
di Carlo Miroglio, nato ad
Alba l’11 ottobre del 1922
da Giuseppe Miroglio ed
Elena Viglino. Dopo gli studi
inizia la sua attività a fianco
del padre nel primo negozio
di tessuti e nel 1954 diventa presidente delle Tessiture
Miroglio Spa. Viene fondata
la Vestebene, il cui obiettivo
è offrire sul mercato femminile italiano, abiti “pronti” già
confezionati. Impressionanti
fasi di sviluppo convincono
il Rag. Miroglio, insieme al
fratello Franco, amministratore delegato, di delocalizzare la produzione in Paesi
stranieri. Gioca un ruolo
fondamentale la struttura
organizzativa ideata e implementata da Carlo Miroglio,
che si regge su un sistema
informativo unico nel settore abbigliamento perché
realizzato “su misura”, e che
nel tempo diventerà la solida base su cui si poggerà
lo sviluppo internazionale del Gruppo. L’attività di
Carlo Miroglio si concretizza
anche nella realizzazione di
opere e attività sociali. Nel
1989 riceve una medaglia di
Benemerenza dal presidente della Confindustria, Ing.
Pininfarina, per aver contribuito a far diventare la città
di Alba la zona più ricca e
sviluppata del cuneese. Nel
1992 ottiene il premio di
“Benemerito del Lavoro e
del progresso economico e
sociale”, nell’ambito della
premiazione “Fedeltà al
lavoro” e nel 2002 riceve
l’onorificenza di “Cavaliere
di Gran Croce”. Oggi, Carlo
Miroglio, all’età di 85 anni,
è presidente del Gruppo
Miroglio: 11.000 dipendenti in 44 sedi operative nel
mondo.
14
Agosto/Settembre 2008
meccanizzazione agricola
La Regione presenta
il nuovo programma
di Sonia Pellegrino
Lo scorso 21 luglio la Giunta
regionale ha approvato le
disposizioni attuative del programma di meccanizzazione
agricola, che fornirà sostegno
finanziario a quelle aziende
che intendono acquistare o
sostituire macchine e attrezzature agricole. Mercoledì 3
settembre, alle ore 11, presso la sede di Confindustria
Cuneo il programma di meccanizzazione agricola della
Regione Piemonte verrà presentato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Mino
Taricco, alla presenza del vice
presidente di Confidustria
Piemonte, Amilcare Merlo.
Il bando 2008 verrà illustrato da Loredana Conti,
responsabile del Settore
Sviluppo Agroindustriale
dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte,
e da Giovanni Castagno
del Settore provinciale
Agricoltura. Modererà gli
interventi Ermanno Maritano,
vice segretario generale di
Confindustria Piemonte.
“Il programma di meccanizzazione agricola - afferma l’assessore all’Agricoltura Mino
Taricco - permette di inte-
Il 3 settembre
l’assessore Mino
Taricco sarà
a Cuneo ospite
di Confindustria
per parlare dei
finanziamenti
grare ciò che non è stato
possibile attivare direttamente con il Programma di svi-
luppo rurale, che prevede il
finanziamento per l’acquisto
di macchine solo nell’ambito
di progetti di miglioramento
aziendale o in relazione ai
piani di insediamento giovani. Proprio per ovviare a
queste limitazioni, la Regione
ha deciso di sostenere con
ulteriori risorse proprie il programma di meccanizzazione,
che favorirà il rinnovamento del parco macchine e in
ultima istanza porterà a una
riduzione dei costi e a un
miglioramento degli standard
di qualità e sicurezza”.
detto & fatto
Seminario dell’ance sulla nuova direttiva cantieri
Il 10 luglio si è tenuto in Confindustria l’incontro, organizzato
dall’Ance di Cuneo, che ha analizzato le novità introdotte
dal Titolo IV del nuovo decreto legislativo 81/2008 per la
sicurezza nei luoghi di lavoro e i dettami della “nuova direttiva cantieri”.
le novità in tema di lavoro della manovra d’estate
Lo scorso 15 luglio si è tenuto presso la sede di Confindustria
Cuneo un incontro di approfondimento sulle nuove disposizioni in materia di lavoro, previste dal decreto legge 112
dello scorso 25 giugno. L’avvocato Diego Dirutiliano dello
studio Dedominicis del foro di Torino ha analizzato nel dettaglio i contenuti del provvedimento.
I.P.
I mali della schiena
Le spondiloartropatie
Le spondiloartropatie costituiscono un gruppo di malattie
reumatiche infiammatorie croniche che presentano caratteristiche comuni; esse comprendono la spondilite anchilosante
(la forma classica di spondiloartropatia), l’artrite reattiva, l’ artropatia psoriasica,
l’ artrite associata a malattie
croniche intestinali e una forma
idiopatica giovanile. Una netta
differenziazione tra le varie
forme spesso risulta difficile,
soprattutto nelle fasi iniziali di
malattia.
Sono coinvolte principalmente
le entesi, le articolazioni sacroiliache e lo scheletro della colonna, le articolazioni degli arti, il
tratto gastrointestinale, la cute,
l’occhio e la valvola aortica
cardiaca.
E’ presente una stretta associazione con HLA-B27 che varia
notevolmente fra etnie diverse.
Esiste una predisposizione genetica alla malattia che pio essere
scatenata da fattori ambientali;
non è ancora completamente
chiaro il meccanismo cellulare
e molecolare dell’infiammazione.
La spondilite anchilosante può
sovrapporsi con altre spondiloartriti tra qui: l’artropatia
psoriasica le artriti reattive e le
artropatie enteropatiche.
confindustria notizie
i corsi di formazione di settembre
“Il nuovo regime fiscale delle autovetture aziendali”
10 settembre, h. 14-18 – Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51
La lezione, della durata di quattro ore, è rivolta ai responsabili amministrativi e si pone come
obiettivo quello di fornire ai partecipanti un quadro aggiornato delle deducibilità ai fini delle
imposte sul reddito ed Irap e sulle novità in materia di detrazione Iva.
Corso per Rspp modulo A
10/17/24/25 settembre, h. 9-13/14-18 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51
Il corso ha la finalità di far acquisire ai nuovi Rspp e Aspp gli elementi relativi alla normativa
generale e specifica in tema di igiene e sicurezza del lavoro in attuazione del D.Lgs. del 23
giugno 2003 n. 195, secondo l’Accordo definito in Conferenza Stato-Regioni il 26 gennaio 2006.
Il corso è rivolto agli addetti e ai responsabili Spp, in possesso di titolo di studio non inferiore al
diploma di scuola media superiore. Il modulo A è propedeutico agli altri.
Corso per Rspp modulo B
12/19/26/29 settembre, h. 9-13/14-18 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51
Il corso ha la finalità di aggiornare le competenze degli addetti e dei responsabili dei Servizi
Prevenzione e Protezione in attuazione del D.lgs del 23 giugno 2003 n. 195 secondo l’Accordo definito in Conferenza Stato-Regioni il 26 gennaio 2006. Il corso è rivolto agli addetti e ai
responsabili Spp in possesso del diploma di scuola media superiore che sono stati nominati
dopo il febbraio del 2003 e che hanno già frequentato il corso di base previsto dal Dm del 16
gennaio 1997 oppure il modulo A.
Corso base di Pronto Soccorso per aziende del gruppo B e C
15 settembre, h. 9-13/14-18, 16 settembre, h. 9-13 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51
Il corso mira a fornire ai partecipanti le conoscenze e le capacità operative di base necessarie
per l’attuazione degli interventi di primo soccorso in caso di infortunio sul lavoro. Esso è rivolto
ai lavoratori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso in aziende o unità produttive
classificate nelle tipologie di gruppo B e C.
Corso di qualifica operatori per l’esecuzione dei lavori elettrici
15/16 settembre, h. 9-13/14-17 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51
Il ciclo di lezioni mira a fornire le necessarie conoscenze teoriche e la modalità di organizzazione e conduzione dei lavori, al fine di affrontare i lavori elettrici, ed in particolare i lavori sotto
tensione su impianti elettrici in Bt, nelle migliori condizioni ottenibili di sicurezza. Il corso è rivolto
al personale addetto alla gestione e alla esecuzione dei lavori elettrici già in possesso di reale
esperienza pratica e formazione generica in elettrotecnica ed impiantistica, ai responsabili
tecnici e ai datori di lavoro.
Corso base per responsabili privacy
16 settembre, h. 9-13/14,30-16,30 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51
Il corso consentirà un’analisi ed un aggiornamento della materia al fine di fornire idonei strumenti per la gestione quotidiana della problematica “privacy” all’interno dell’azienda. Esso è
rivolto ai responsabili privacy, a imprenditori e incaricati di trattamento dati personali.
Corso per addetti alla guida dei carrelli elevatori
17 settembre, h. 9-13/14-18 – Centro di Formazione e Ricerca Macchine Merlo, S. Defendente di Cervasca
Il corso ha la finalità di fornire le conoscenze e le capacità operative di base per il corretto
impiego dei carrelli elevatori nel rispetto delle specifiche prescrizioni di sicurezza. Il corso è
rivolto agli addetti alla conduzione dei carrelli elevatori.
Corso di aggiornamento di Pronto Soccorso per aziende gruppo A
18 settembre, h. 9-13/14-16, - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51
Il corso, rivolto ai lavoratori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso in aziende o unità
produttive classificate nelle tipologie di gruppo A, mira a fornire ai partecipanti le conoscenze
e le capacità operative di base necessarie per l’attuazione degli interventi di primo soccorso
in caso di infortunio sul lavoro.
Corso di fatturazione elettronica e archiviazione ottica
18 settembre, h. 9,30-13/14-17 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51
Il corso si pone come finalità quella di fornire ai partecipanti un quadro sulle regole, sui vincoli
e sulle procedure per il passaggio alla conservazione sostitutiva dei documenti aziendali e per
la fatturazione elettronica. Esso è rivolto ai responsabili e addetti delle aree: contabilità, fisco,
amministrazione, It, di aziende di ogni tipo e dimensione.
Corso di prevenzione incendi rischio medio
22 settembre, h. 9-13/14-18 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51
Il corso vuole fornire ai partecipanti le conoscenze di base per lo svolgimento dei compiti
previsti a carico dei lavoratori addetti alla prevenzione incendi (attività a rischio di incendio
medio). Esso è rivolto ai lavoratori incaricati di attuare le misure di prevenzione incendi in luoghi
di lavoro classificati a livello di rischio di incendio medio.
Le forme indifferenziate di
spondiloartriti, che sfuggono
frequentemente alla diagnosi
comprendono sindromi cliniche
isolate, come l’oligoartrite o
poliartrite sieronegativa soprattutto degli arti inferiori: esse
non riconoscono un preciso fattore scatenante infettivo, non
presentano caratteristiche cliniche extra-articolari né malattie
infiammatorie intestinali o psoriasi cutanea.
I pazienti possono manifestare
dattilite ed entesiti (tendinopatia achillea e fascite plantare).
Altri esordiscono con episodi
acuti d’uveite anteriore(irite
acuta dell’occhio), oppure
insufficienza valvolare aortica
con blocco cardiaco.
Sarà compito del medico reumatologo distinguere una forma
dall’altra ed iniziare al più presto una terapia adeguata per
prevenire l’avanzamento della
malattia.
Dott. Ioannis Latinakis
Medico Chirurgo
Specialista in Reumatologia
Tel: 338/4499633
E-mail:
[email protected]
Sito http: //www.mediciitalia.it/latinakisioannis
Corso per Rspp – datori di lavoro
29/30 settembre, h. 9-13/14-18 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51
Il corso si propone l’obiettivo di fornire ai partecipanti le conoscenze di base per lo svolgimento
dei compiti previsti a carico del responsabile e degli addetti al Servizio prevenzione e protezione. Esso è destinato ai datori di lavoro e ai candidati al ruolo di responsabile o di addetto al
Servizio prevenzione e protezione. Si ricorda che i datori di lavoro che ricoprono direttamente
la funzione di Rspp in aziende con meno di 30 dipendenti sono tenuti alla frequenza solo di
questo corso e non dei successivi modulo B e modulo C.
Come partecipare
É sufficiente contattare l’Ufficio Formazione di Confindustria Cuneo
(telefono:
0171/455.532/425/424 – fax: 0171/697.544 – mail: [email protected]). Verrà fornita la
Scheda Tecnica del Corso ed un Modulo di partecipazione. Verrà inoltre segnalato se il corso
beneficia del contributo erogato dalla Camera di Commercio. Su richiesta i corsi si possono
tenere anche presso l’azienda.
Agosto/Settembre 2008
confindustria notizie
nasce “granda in rete”
Un consorzio per ridurre
il divario digitale cuneese
Il primo obiettivo
è di realizzare
una struttura
wireless in grado
di garantire
la connettività
a banda larga
di Gilberto Manfrin
ciate a Confindustria Cuneo.
Granda In Rete si è costituto
lo scorso 11 luglio con l’obiettivo di partecipare al bando
regionale, sviluppare progetti basati su servizi Internet
sul territorio, in sinergia con
enti e istituzioni, e attivare
accordi a favore delle imprese associate a Confindustria,
per fornire servizi basati su
connettività a banda larga
con soluzioni alternative
alla tradizionale connessione
Adsl. Costituiscono Granda
in Rete il Centro Servizi
per l’Industria, la società
di servizi di Confindustria
Cuneo; Fingranda, che prevede tra le principali finalità la promozione dello svi-
luppo della comunità della
provincia; System Service
(Fossano), che ha realizzato i
sistemi di videosorveglianza
basati su tecnologie wireless
per i comuni del Fossanese;
Elsynet (Bra), operatore wi-fi
per la connettività via radio
che ha creato la rete wireless
metropolitana nel Comune
di Bra; Informatica System
(Cuneo e Vicoforte), che
ha portato a termine la realizzazione di un’infrastruttura wireless nelle comunità
montane della provincia di
Cuneo, e fa parte di un’aggregazione che recentemente si è aggiudicata una
frequenza regionale della
nuova tecnologia Wimax.
“La nostra Provincia - dice
Mauro Danna, responsabile
dell’ufficio Organizzazione di
Confindustria Cuneo - anche
a causa della sua conformazione morfologica, è una
zona in ‘Digital divide’, inteso come mancanza di accesso
e di fruizione alle tecnologie
informatiche. Questo divario
tende ad aumentare con lo
sviluppo tecnologico, che se
da una parte offre maggiori
possibilità di sviluppo, dall’altra penalizza chi sta all’interno di aree non sviluppate.
Oltre ad avere un’importante valenza sociale, il problema rappresenta un ostacolo
significativo per le nostre
aziende che quotidianamente ci segnalano problemi di
qualità e continuità di servizio. Per questo abbiamo
lanciato un’indagine per
individuare i loro fabbisogni
di connettività, alla quale
hanno già risposto oltre 200
di esse. L’associazione - conclude Danna - utilizzerà questo sondaggio per mappare
le criticità digitali e concordare con il consorzio azioni
e interventi a favore delle
imprese”.
commercio elettronico
Cuneo premiata
per la “Business
Community”
Primi riconoscimenti per
la Business Community
Confindustria, la piattaforma
on-line presentata a maggio
e offerta alle piccole medie
imprese per effettuare negoziazioni elettroniche e commercializzare i propri prodotti in
Italia e all’estero. Nel corso di
un convegno
svoltosi presso
il Future Centre
Telecom di Venezia lo
scorso 22 luglio, dal titolo
“Marketing: un occhio al
futuro”, Confindustria Cuneo
ha ricevuto direttamente da
Marino Vago, vice presidente Confindustria per l’Organizzazione e il Marketing
Associativo, il Premio
Speciale riservato alle associazioni territoriali e di categoria
del sistema. All’associazione
cuneese è stato riconosciuto il
premio per il maggior numero
di transazioni effettuate dalle
aziende associate sul portale
Bcc. All’incontro erano presenti più di 150 responsabili della Rete Marketing del
Sistema Confindustria; per
l’associazione cuneese hanno
partecipato alla giornata
Mauro Danna, responsabile
convenzioni e progetto Bcc
e Raffaella Rozio, responsabile marketing associativo.
Nel corso del
convegno sono
stati presentati
i dati delle attività relative ai
servizi al business con riferimenti specifici
alla Bcc e alle
convenzioni. Convenzioni
che nel 2007, a livello nazionale, hanno interessato 130
mila imprese, portando alla
stipula di 104 mila contratti (telefonia, carte di credito
e fornitura carburante i più
richiesti), per un risparmio
complessivo di 148 milioni
di euro, 1200 euro per ogni
azienda”. Ha chiuso la giornata il qualificato intervento di Carlo Marchini, Sales
Manager Enterprise Division
di Google Italia, che ha illustrato la visione di Google dei
prossimi anni, presentando la
filosofia del cloud computing
come strategia della piattaforma.
La Granda
ha il record
di transazioni
effettuate
BMW Financial Services: la più avanzata realtà nei servizi finanziari. BMW e
. Incontro al vertice della tecnologia.
Consumi (litri/100km) ciclo urbano/extraurbano/misto: da 9.6/5.9/7.2 (2.0d) a 14.3/8.0/10.3 (3.0si). Emissioni CO2 (g/km): da 191 (2.0d) a 248 (3.0si).
Un consorzio per ridurre il
divario digitale nel Cuneese.
A fronte del progetto Rdd
(Reduce digital divide),
avviato lo scorso anno
dalla Regione Piemonte per
sostenere e incrementare il
livello di competitività del
sistema economico regionale, Confindustria Cuneo
ha favorito la nascita del
consorzio Granda In Rete,
aggregando operatori di
informatica e telecomunicazione che fanno parte del
sistema. Il progetto consiste nella realizzazione di una
struttura wireless per rendere
disponibile la connettività a
banda larga in quei Comuni
che sono in divario digitale. Un obiettivo non solo
di carattere tecnico-commerciale, ma anche con fini
sociali, per ridurre le distanze comunicative in tutta
la provincia. In futuro ne
usufruiranno aziende, singoli
cittadini ed enti pubblici.
Secondo alcune stime, saranno interessati al servizio 68
Comuni della Granda, oltre
68 mila abitanti, 11.900 partite iva e 170 aziende asso-
15
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aziende & imprenditori
Agosto/Settembre 2008
17
albadoro spa
I grandi problemi si risolvono insieme
Intervista al presidente del gruppo proprietario del pastificio albese, Alberto Barbero:
“Nessuno ci riconosce quello che abbiamo fatto, ma faremo di tutto per andare avanti”
di Gilberto Manfrin
Un’azienda che sta attraversando un periodo non
semplice, ma sostenuta da
un gruppo che crede nel
suo risanamento e nella possibilità di ridare un futuro lavorativo a decine di
lavoratori in difficoltà. Da
tempo il pastificio Albadoro
è costretto a fare i conti con
produzione sospesa, dipendenti in cassa integrazione
e ingenti perdite. Il presidente del gruppo di famiglia, Alberto Barbero, resta
comunque fiducioso.
Presidente Barbero, che
cosa sta succedendo all’Albadoro?
“Prima ancora del nostro
ingresso in Albadoro l’azienda pativa rilevanti perdite
economiche. Esisteva già
quattro anni or sono un
progetto di concordato preventivo che prevedeva la
totale chiusura dello stabilimento. Solo con il nostro
ingresso è sfumato questo
scenario apocalittico e per
tre anni abbiamo, con tutte
Alberto Barbero
le energie, cercato di portare
l’azienda ad una situazione
di pareggio di bilancio, con
enormi sforzi economicofinanziari. Purtroppo questo
non ci è stato riconosciuto
da nessuno e come sempre
l’impresa si trova a dover
affrontare da sola i problemi di un mercato che non
regge”.
Nel 2004 l’Albadoro, anno
in cui è stata rilevata, aveva
un deficit di oltre 12 milioni di euro, sceso ora ad un
solo milione…
“Ebbene sì, qualcosa di grande penso sia stato fatto. In
queste affermazioni non si
calcolano mai le centinaia
di fornitori che sono stati
ripagati, le centinaia di posti
di lavoro dell’indotto che
hanno trovato risposte con
la nostra gestione”.
Dal prossimo mese di
autunno ci sarà un’importante collaborazione con
una grande realtà produttiva del settore: potrebbe
essere la svolta?
“Sono in corso alcune trattative per l’approntamento
di nuovi scenari. Il progetto
è aggressivo e le intenzioni ci sono; purtroppo
però non decidiamo da soli.
Vedremo”.
Una crisi, quella dell’Albadoro, che in questi anni ha
però accompagnato anche
quelle di tante altre realtà
legate al settore…
“Albadoro subisce una crisi
che è di ampissime dimensioni. A livello nazionale il
settore pasta è gravemente
colpito da una serie di fat-
tori negativi che lo rendono molto statico e molto
vulnerabile. Basta pensare
che negli ultimi 15 anni il
numero dei pastifici in Italia
si è praticamente dimezzato. Senza dimenticare gli
aumenti delle materie prime,
dell’energia, dei costi generali, dei trasporti (la pasta
pesa molto e costa poco:
il trasporto incide in modo
determinante), la sovra
offerta che abbassa i prezzi al
dettaglio, la debolezza contrattuale del settore nei confronti della distribuzione”.
Che ne sarà dei dipendenti
in cassa integrazione?
“Ad Alba fortunatamente il
problema è meno marcato
che in altre zone dell’Italia.
Le nostre industrie stanno
lavorando e ci sono sempre assunzioni in atto. Lo
stesso gruppo Barbero sta
preparando nuovi impianti produttivi, che nel 2009
potrebbero dare spazio a
nuove forme di assunzione.
Non vedo nessuna tragicità
nella rigenerazione di uno
stabilimento che ormai ha
compiuto i 60 anni di vita”.
Lo scorso 8 luglio il tavolo di lavoro convocato dal
presidente della Provincia
Raffaele Costa ha ridato
fiducia al gruppo; a settembre vi ritroverete con quale
volontà?
“Come ho specificato esistono progetti al riguardo
e non solo miope progettualità di produrre pasta in
un sito, già partendo dal
presupposto che non saremo
competitivi e che i costi
ci sovrasteranno. Questa è
la logica del distruggere le
aziende non del rigenerarle
ed aggiornarle. Vedremo se i
nostri progetti prenderanno
forma. Non dipende ovviamente solo da noi”.
Che atteggiamento si aspetta dai sindacati in vista
del prossimo incontro di
settembre?
“La logica direbbe un atteggiamento di collaborazione
perché, come dissi anche
nella riunione provinciale,
chiudere uno stabilimento
è prima di tutto una grossa
ferita al petto dell’imprenditore e quindi come tale
va vissuta con solidarietà
di tutte le parti sociali. Per
discutere queste problematiche bisogna sapersi spogliare
ognuno della propria divisa
ed indossare la divisa italiana, cuneese. Bisogna saper
guardare la realtà in faccia,
coordinarsi in progettualità
costruttive, saper affrontare
i problemi che questa globalizzazione pone in modo
compatto, cosciente e realistico. Penso di interpretare il pensiero di quasi tutti
gli imprenditori italiani nel
dire che siamo stanchi di
queste lotte intestine, di
dover sperperare energie per
combattere falsi problemi e
invisibili nemici. L’impresa
è parte della società e come
tale la società stessa deve
difenderla, accudirla, viverla tralasciando ogni forma
di sterile ideologia. Questo
è fare nazione, questo è rendere un Paese forte e combattivo”.
Agosto/Settembre 2008
18
calce dolomia spa
di Gilberto Manfrin
Dare continuità all’esistente
rispettando l’ambiente e il territorio. È questo l’imperativo
della società Calce Dolomia,
l’azienda di Bernezzo specializzata nella produzione della
calce. Abbandonati 5 anni
fa i progetti di ampliamento dello stabilimento e di
parziale utilizzo del carbone
come fonte energetica alternativa, la Calce Dolomia sta
ora pensando di consolidare
e ottimizzare l’attività e le
strutture esistenti. “Abbiamo
la necessità di risolvere problemi urgenti, in particolare
quello della grande quantità
di ghiaia e sabbia non utilizzabile per la produzione
della calce - afferma Vittorio
Vanz, Consigliere delegato della Calce Dolomia -.
Questi inerti hanno trovato
finora impiego nel settore
delle costruzioni, ma oggi le
nuove norme europee sulla
qualità dei calcestruzzi ne
limitano fortemente l’utilizzo. Attualmente la risorsa naturale non è utilizzata
in modo ottimale, visto che
la percentuale di recupero
della pietra per la produzione della calce è ferma al
55% del totale estratto dalla
cava. Per continuare con il
processo esistente - continua
- sarebbe necessario ingrandire notevolmente i piazzali
per i cumuli, occupando aree
vergini in attesa di trovare
un impiego diverso, che in
ogni caso deve essere individuato per evitare il fermo
aziende & imprenditori
Un nuovo forno nel
rispetto dell’ambiente
Vittorio Vanz
“La tecnologia
Bat permette
di ottenere
risultati migliori
e di diminuire
l’impatto
ambientale”
dell’attività. In alternativa
si dovrebbe incrementare a
breve il trasporto all’esterno
con i camion”. Dopo aver
considerato diverse possibilità, per i vertici aziendali
la migliore soluzione è risultata quella di fare ricorso
a nuovissime tecnologie di
impianto per trasformare una
parte degli inerti inutilizzati
in calce: “Per realizzare tutto
ciò il nuovo progetto prevede
la sostituzione di un forno
esistente, dismesso nel 1996,
con uno nuovo di Migliore
Tecnologia Disponibile (Bat)
- aggiunge Vittorio Vanz -
alimentato a gas metano e
con tutti gli accorgimenti per
l’abbattimento della polvere dai fumi”. Un intervento
che permetterà, a regime,
una maggiore produzione di
calce, con diminuzione di
inerti e miglior recupero della
pietra estratta dalla cava,
che arriverà al 68%. “Ma
ciò che vorrei fosse messo
in luce - sottolinea Vanz - è
la compatibilità ambientale
che questo progetto ha con
il territorio: in proporzione,
infatti, si estrarrà meno pietra dalla cava, i camion in
uscita dallo stabilimento non
aumenteranno ed anzi, per
alcuni anni, saranno inferiori
a quelli attuali; le emissioni
in atmosfera, fra quelle emesse dai camini e quelle diffuse,
risulteranno nel complesso
invariate. Lo stabilimento è soggetto a normative
ambientali molto restrittive
e sta seguendo un percorso
volontario di certificazione ambientale che rafforza
e garantisce il proprio operato. Recentemente è stata
conseguita la certificazione
ambientale ISO 14001:2004
e per la fine di quest’anno
dovrebbe arrivare la massima certificazione ambientale
con la registrazione al protocollo Emas II - 2001”.
La Società ha appena avviato
il lungo percorso necessario
per il rilascio delle autorizzazioni. Per il prossimo autunno si entrerà probabilmente nel vivo con il progetto
dettagliato e la richiesta di
Autorizzazione integrata
ambientale (Aia). Nella primavera 2009 partirà la richiesta del “permesso di costruire” al Comune di Bernezzo.
Il tutto nella massima trasparenza possibile: “Ci teniamo
al confronto con il territorio
- conclude Vanz -; abbiamo
già incominciato a informare e a presentare l’iniziativa
all’amministrazione comunale e ad altre associazioni; con
il rientro dalle ferie estive
sarà organizzata una serata
pubblica di presentazione del
progetto in modo da raggiungere tutti gli interessati”.
merlo spa
Proposte concrete in vista del rinnovo
I vertici del gruppo industriale ed il presidente della Confindustria di Cuneo sono
intervenuti sulla vertenza in corso per la stipula del nuovo contratto integrativo
Da marzo la Merlo Spa sta definendo il rinnovo del Contratto
Integrativo con i rappresentanti del personale; la trattativa
finora è arrivata all’attenzione
dell’opinione pubblica soprattutto per gli scioperi e i “pic-nic
di protesta” organizzati dal
Sindacato. Sentiamo a questo
punto gli interventi di Antonio
Antoniotti, presidente di Confindustria Cuneo, e del cavalier
Amilcare Merlo, presidente del
Gruppo Merlo, che ci aiutano
a comprendere meglio tutti gli
aspetti della vicenda.
Offriamo miglioramenti
importanti
La trattativa sul rinnovo del
contratto integrativo della
Merlo SpA si trova oggi in
una situazione di conflitto
troppo enfatizzato che mi
sembra francamente immotivato.
Fin dal 1 marzo scorso,
quando c’è stata la richiesta
di rinnovo e nei 6 incontri successivi, l’azienda si è
dimostrata pronta al dialogo,
non irrigidendosi sulle proprie proposte iniziali ma anzi
prendendo in seria considerazione tutte le istanze presentate dalle Organizzazioni
Sindacali.
Per quanto riguarda la
mensa, precise scelte aziendali hanno fatto preferire la
soluzione “esterna” a quella
“interna” dopo aver attentamente valutato le esigenze
delle maestranze. Già oggi
tutto il personale può disporre di un comodo punto di
ristoro presso un ristorante interaziendale a pochi
passi dallo stabilimento.
Inoltre, all’interno dell’azienda vi sono da tempo locali
appositamente destinati alla
consumazione dei pasti per
coloro che desiderino portarseli da casa, senza dimenticare che, a motivo della vicinanza, numerosi dipendenti
preferiscono tuttora pranzare
in famiglia.
L’azienda ha proposto tra
l’altro l’assegnazione di Ticket Restaurant spendibili
liberamente anche presso
ristoranti convenzionati o
altri esercizi commerciali.
Sul premio di risultato abbiamo voluto venire incontro
alle richieste, inserendo ine-
vitabilmente dei contenuti
che favoriscano la qualità,
l’efficienza e la produttività
ed articolando un sistema
che premia la presenza al
lavoro e penalizza l’eccesso di
assenteismo, come già fatto
da moltissime altre aziende,
anche locali.
Abbiamo un estremo bisogno
di valorizzare questi punti
fermi e i lavoratori lo sanno
bene. Un aumento del premio di circa il 40% rispetto a
quanto previsto dal vecchio
accordo non mi sembra cosa
da poco.
La produttività passa dall’utilizzo continuativo degli
impianti e delle nuove e
costose tecnologie. Per questo abbiamo spontaneamente proposto un aumento del
66% dell’attuale indennità
prevista per il terzo turno
notturno ed offerto inoltre
un’indennità di presenza
per i lavoratori il cui orario
include il sabato.
Ultimo argomento in ordine di analisi ma non certo
di importanza è la sicurezza.
È in cima alle nostre priorità e, stante l’importanza
della materia in termini di
monitoraggio, prevenzione
ed azioni da intraprendere,
fin da subito vi è stato ampio
accordo.
Vorrei concludere con una
considerazione più generale: nel contesto economico
provinciale degli ultimi mesi
vediamo giornalmente aziende che purtroppo chiudono o
sono comunque in crisi.
Qui ci troviamo di fronte
invece ad una azienda sana,
ad un gioiello che tutto il
mondo ci riconosce, capace
di aumentare i propri livelli
occupazionali e produttivi
costantemente negli ultimi
anni la quale, per continuare a svilupparsi nel contesto
locale ed operare a livello
internazionale su mercati
molto difficili, deve anche
ed assolutamente mantenere la propria competitività
industriale.
Le proposte che abbiamo presentato sono valide, migliorative ed offrono
risposte concrete: ora spetta
alla controparte tenerle in
debita considerazione.
Progettualità da difendere
Amilcare Merlo
Antonio Antoniotti
La trattativa sindacale in
corso alla Merlo rientra nella
normale logica contrattuale. Sottolineo come questa
sia coerente con le indicazioni di Confindustria di
valorizzare la contrattazione
a livello locale, trasferendo
a vantaggio dei lavoratori
l’andamento positivo delle
singole realtà aziendali. Dal
mio punto di vista si deve
evitare che in un’azienda di
questo livello ed in continua crescita occupazionale
si determinino le premesse
per un ripensamento dei progetti. Non sono tempi facili per le aziende e non lo
saranno nel futuro prossimo.
Mi pare che l’azienda abbia
risposto adeguatamente a
tutte le richieste ricevute;
auspico che i prossimi passi
inducano a ragionevoli conclusioni. Questo consentirà,
da un lato, di progredire nello
sviluppo industriale, dall’altro di garantire a centinaia di
famiglie di continuare a progettare fiduciose il futuro.
aziende & imprenditori
Agosto/Settembre 2008
diageo operations italy spa
Inaugurata la palestra
riservata ai dipendenti
La realizzazione
rientra in una
precisa politica
aziendale che
ha come scopo
la valorizzazione
e lo sviluppo
del capitale
umano, prima
della qualità
dei prodotti
e dei marchi
di Beppe Malò
È stata inaugurata venerdì
4 luglio la palestra aziendale Diageo. Ad un anno dal
taglio del nastro del ristorante aziendale, la Diageo
Operations Italy spa di
Santa Vittoria ha messo a
disposizione dei dipendenti
una nuova interessante realtà realizzata grazie al riconoscimento erogato dalla
multinazionale al “Migliore
stabilimento
dell’anno
2007”. La scelta di investire
a beneficio dei dipendenti fa parte della politica di
attenzione nei confronti del
personale che l’azienda ha
scelto da tempo come filo
conduttore dei rapporti con
le maestranze. La palestra si
estende su un’area completamente nuova che misura
oltre 200 mq, è climatizzata
e illuminata per via naturale. Sarà aperta dalle 7.30
alle 20.30 e sarà possibile
accedervi nel tempo libero ed anche nei giorni di
vacanza. L’impianto integra il Circolo Polisportivo
Aziendale e consentirà di
ampliare in modo considerevole le attività organizzate
dal circolo per i dipendenti
e le loro famiglie. A gestire le oltre 20 attrezzature
della Technogym sarà personale qualificato ed esperto,
capace di consigliare chiunque al migliore approccio
ed utilizzo delle macchine
per le diverse pratiche ginnico-sportive. Nel mirino,
naturalmente, le “patologie”
che spesso accompagnano il
lavoro sedentario: posture
errate, dolore per contrattura muscolare, affaticamento.
“Nello scenario sempre più
competitivo in cui le grandi
aziende si trovano ad operare - spiega l’amministratore
delegato Enrico Lavagnino
- le aziende leader si devono distinguere non solo per
la qualità dei prodotti e la
notorietà dei marchi, ma
soprattutto per la qualità
delle persone: l’innovazione
rappresenta per noi uno strumento indispensabile per lo
sviluppo e la valorizzazione
fonti di vinadio srl
del capitale umano. Dare a
tutti l’opportunità di svolgere attività fisica - prosegue
Lavagnino - fa parte di un
approccio aziendale verso
la persona in quanto tale e
non in modo riduttivo, un
dipendente o un lavoratore.
In questo senso da tempo
Diageo promuove l’attività
sportiva ritenendo sia a tutti
gli effetti un generatore di
benessere nelle persone”.
La costruzione della nuova
palestra si integra all’interno
del programma di investimento sulla qualità di vita
dei dipendenti e rientra a
pieno merito nell’ambito di
altre iniziative quali “Diageo
per te”, un servizio attraver-
so il quale i dipendenti possono usufruire di commissioni personali di varia natura,
l’organizzazione di vacanze
per i loro figli, conferenze
mediche in azienda ed il tradizionale appuntamento con
il Natale dei bimbi.
“Diageo - prosegue avagnino - significa anche attenzione da parte dell’azienda
verso il sociale. Da anni la
nostra azienda - che occupa
a Santa Vittoria 430 persone
- è impegnata a sostenere le
categorie più disagiate attraverso adozioni a distanza e
attività di volontariato in
favore di associazioni operanti sia a livello locale che
internazionale”.
19
marcopolo srl
Il Tar non blocca
l’impianto Mesad
di Vignolo
di Gilberto Manfrin
“Una bellissima notizia che
ripaga la Marcopolo, i nostri
collaboratori, il Comune,
la Provincia e tutti coloro
che da sempre credono nell’ambiente protetto e nella
bontà di questo progetto”.
Così Antonio Bertolotto,
presidente della Marcopolo
Environmental Group di
Borgo San Dalmazzo, commenta il responso del Tar
del Piemonte che ha respinto la richiesta di sospensione dei lavori dell’impianto
Mesad di Vignolo per il
recupero di letami selezionati. Una richiesta che era
stata avanzata dai delegati
del “Comitato per la valorizzazione e salvaguardia del
territorio di Vignolo” (una
quarantina le persone che
hanno fatto ricorso) contro
l’iter procedimentale autorizzativo dell’impianto. Due
i motivi principali che avevano spinto al ricorso: la
collocazione dell’opera (in
piena campagna e ad oltre
300 metri dalla frazione
Santa Croce) e il trasporto
dei letami con i camion, che
a detta del Comitato, avrà
pesanti ricadute sul traffico e sull’ambiente. L’ultimo
ostacolo da superare per la
Marcopolo sarà il prossimo 6
novembre: il Tar infatti, pur
ammettendo che “non esistono ragioni di estrema gravità e urgenza per dare luogo
Antonio Bertolotto
a misure cautelari” ha però
riconosciuto la “legittimazione ad agire” del Comitato,
fissando un’udienza pubblica.
Nel mirino del Comitato la
presunta mancanza, da parte
della Marcopolo, dell’autorizzazione relativa al trattamento di letame e insilato.
Antonio Bertolotto ribatte:
“Per il comitato letame e
insilato devono essere considerati a livello regionale
dei rifiuti; ma c’è una legge
nazionale che dice che il
letame e soprattutto l’insilato, sono dei sottoprodotti,
non dei rifiuti. Per questo
motivo siamo fiduciosi che il
6 novembre venga completamente riconosciuto il nostro
‘Stato di diritto’. E comunque, siamo sotto il quantitativo massimo previsto
per legge. Noi, nel rispetto
di tutto e di tutti, andremo
avanti con i lavori di costruzione dell’impianto e contiamo di ultimare l’opera entro
la fine di quest’anno”.
I.P.
Acqua Sant’Anna “Test genetici” con la Bios di Mondovì
vince due premi
di Sonia Pellegrino
Per il quarto anno consecutivo Acqua Sant’Anna è
il primo e unico marchio
di acqua minerale premiato nella categoria “bevande
e birra” del Brands Award
2008, la competizione organizzata dal settimanale “Gdo
Week” che ogni anno mette
a confronto le migliori marche del mercato italiano e
premia le migliori performance di mercato.
Il Brands Award 2008 è stato
consegnato a pochi giorni
da un altro importante riconoscimento. Per il secondo
anno consecutivo, secondo
uno studio pubblicato a fine
giugno da Icm Advisors sul
valore del brand delle medie
imprese eccellenti, il marchio Sant’Anna è in testa
nelle prime dieci posizioni
della classifica dei marchi
più dinamici.
Intanto prosegue anche l’attività dell’Acqua Sant’Anna
sul fronte delle tematiche
ambientali. Dopo aver inventato la prima bottiglia d’acqua
biodegradabile, l’azienda di
Vinadio ha siglato un accordo con l’Amiat di Torino
perché monitori il comportamento della biobottiglia
nell’impianto di compostaggio. Il progetto, condotto con
la collaborazione scientifica
del Cic (Consorzio italiano
compostatori), prevede la
realizzazione di tre diversi
gruppi da tre sacchi in materiale traspirante all’interno
dei quali le biobottiglie di
Acqua Sant’Anna, opportunamente sminuzzate, saranno
miscelate al materiale organico in fase di compostaggio in percentuali crescenti. Per tre mesi la miscela
verrà controllata al fine di
verificare i corretti parametri
di processo. Prima e dopo
la sperimentazione l’organico in decomposizione verrà
analizzato chimicamente per
verificarne la qualità come
compost.
Meglio prevenire che curare. É questa la filosofia che sta dietro
al progetto, portato avanti dall’ambulatorio Bios di Mondovì,
che mira a promuovere una verifica annuale del proprio stato di
salute attraverso appositi test genetici. Tradizionalmente la cura e
i trattamenti da effettuare vengono prescritti dal medico curante
successivamente alla diagnosi della malattia.
Oggi, invece, grazie a test genetici che valutano la predisposizione ad alcune patologie, è possibile prevenirle prima che esse si
manifestino. Si tratta di particolari esami di laboratorio in cui si
analizza il Dna di una persona, studiandone il genoma. I risultati
non sono in grado di stabilire se e quando qualcuno si ammalerà
ma consentono di identificare, in base al Dna, le persone che
presentano un rischio di ammalarsi più elevato rispetto alla popolazione generale, dando loro la possibilità di prevenire l’eventuale
insorgenza della malattia. Sfruttando le nuove tecnologie e le
avanzate conoscenze della ricerca scientifica è possibile stabilire la
predisposizione a disturbi quali l’osteoporosi, il diabete, malattie
cardiovascolari quali ipertensione e infarto, dislipidemie come la
colesterolemia e l’ipertrigliceridemia, stress ossidativi e malattie
neurodegenerative. La salute passa non solo attraverso una
buona condotta di vita, ma anche per un’approfondita conoscenza di sé: oggi la ricerca genetica ci dà nuove possibilità per prevenire le malattie e vivere in buone condizioni fisiche e mentali, sta
a noi saperle cogliere.
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Agosto/Settembre 2008
20
aziende & imprenditori
granda zuccheri srl
di Fabrizio Gardinali
È una bella storia. C’è tutto:
una verde vallata, un paesino
di gente seria e operosa, un
uomo che ha un’idea in testa
- forse un sogno - e che grazie
al lavoro costante e alla capacità di vedere lontano riesce
a realizzarlo. Ha anche una
bella famiglia unita, che continuerà ciò che ha iniziato e,
generazione dopo generazione, lo amplierà e consoliderà. Anche il “lieto fine” non
poteva mancare.
Sembra un racconto di una
fiaba o di uno di quei film
holliwoodiani che narravano
in chiave ottimistica il sogno
americano. Invece è una realtà. Pare un po’ dolce? È inevitabile, visto che si parla di
Granda Zuccheri, l’azienda di
Busca leader nella confezione
e distribuzione dello zucchero: in grado di lavorarne 60
tonnellate al giorno e che nel
2006 ha avuto un volume di
affari di 73.000 tonnellate, in
gran parte (il 75%) vendute
all’industria, che a settembre
festeggia i 70 anni di attività.
Come detto, la storia comincia in una vallata alpina, la
Val Varaita, e in un paese,
Venasca, dove Chiaffredo
Rinaudo nel 1934 aveva un
negozio di alimentari, per la
precisione di commestibili,
come si diceva allora, e dove
si trovava un po’ di tutto.
In verità era della moglie,
perché fino al 1937 il signor
Chiaffredo lavorava presso la centrale idroelettrica
Una “dolce” storia che
va avanti da 70 anni
Chiaffredo Rinaudo, il fondatore
L’azienda
di Busca è leader
nella confezione
e distribuzione
dello zucchero
della cartiera Burgo attiva in
Venasca.
Poi, nel 1938, abbandona
l’impiego, avviando un’attività di vendita all’ingrosso
e al dettaglio di zucchero.
Negli anni difficili della guerra diventa fiduciario per la
distribuzione del dolce prodotto della barbabietola per
la valle, più Busca e Verzuolo.
Un lavoro che, terminato il
conflitto, continuerà in diverse condizioni.
Alla morte di Chiaffredo,
gli subentra il figlio Guido.
Dal 1964 è agente e depositario del colosso industriale Eridania, inizialmente per
la provincia di Cuneo, che
percorreva con la sua 600
Multipla, poi con un camion
Fiat 615. In seguito, dal 1975,
si ampliò l’area di competen-
za con le province di Asti
e Alessandria e la Riviera
ligure di Ponente. Si ingrandisce anche il parco automezzi, viste le mutate necessità
distributive del mercato.
Nel frattempo, nel 1966,
Rinaudo aveva avviato la per allora - pionieristica attività di confezionamento di
bustine di zucchero, risultando il secondo a livello nazio-
nale nel settore. Nel 1974 vi
è il trasferimento dell’azienda
in frazione San Martino di
Busca, per ragioni organizzative e logistiche. Nella nuova
sede oggi operano quattordici
macchine per l’imbustinamento e per il confezionamento pacchi da 1 Kg (attività iniziata nel 1976) e, dal
1996 due mulini per la produzione di zucchero a velo.
Nel 1993 Granda Zuccheri
apre un magazzino doganale
privato per la movimentazione di materia prima da aree
extracomunitarie e destinata
a imprese per la lavorazione
di prodotti finiti, a loro volta
destinati ai mercati fuori
Europa. La vocazione familiare dell’impresa cuneese si
mantiene: nel 1990 Fausto,
fresco di studi, non cede ad
altri allettamenti professionali e trasferisce il suo entusiasmo in azienda, forte di
un’esperienza in Eridania, che
volentieri l’avrebbe arruolato
in modo definitivo. Nel 1999
è la volta del genero Roberto,
ingegnere chimico, che si
appassionerà alle bustine di
zucchero. Dopo il 2000, dalla
“casa madre” si hanno due
emanazioni: “Granda Itinera”,
che si occupa di trasporto
e logistica, essenzialmente per l’azienda buschese, e
“Cuneo Zuccheri”, che opera
a Genova attuando, ancora
in via sperimentale, un sistema di distribuzione diffusa e
capillare su una grande area
urbana.
Oggi Granda Zuccheri è in
grado di coprire, nel settore,
tutto il mercato, rispondendo
alle esigenze specifiche dei
clienti, dalla grande industria,
fra cui vi sono colossi come
Ferrero, Bacardi-Martini,
Diageo, Nestlè, Campari, alla
grande e piccola distribuzione, fino alla personalizzazione
delle bustine anche semplicemente per bar e pasticcerie.
Agosto/Settembre 2008
“prototipo roero” anno terzo
di Beppe Malò
Ogni famiglia ha
la sua passione
mollo
“Prototipo Roero” è una
scommessa, è un’iniziativa
in ambito ambientale, è un
lungimirante progetto agricolo e vitivinicolo destinato
a far rivivere una collina
ferita dall’apertura di una
cava. Siamo nel territorio di Monticello d’Alba,
lungo la sponda sinistra del
Tanaro, e la collina è quella
di Monteoliveto di Casà.
“Prototipo Roero” è il progetto che prevede il recupero di una collina dove la vite
ed altre colture di tradizione
roerina hanno segnato nel
tempo una presenza significativa sia dal punto di vista
storico che economico e
produttivo.
Memori delle loro radici, nel
2000 Gianni Mollo e la sua
famiglia hanno cominciato
a pensare ad un progetto
destinato a riportare all’antico splendore la collina con
vigneti, piccoli frutteti, zone
destinate al bosco e altre
coltivazioni storicamente
presenti del Roero. Il progetto è la creazione di una
realtà produttiva che sia un
“prototipo del Roero” per
ciò che riguarda le tipicità
espresse dal territorio e dalla
tradizione locale. Il 2005 e
il 2006 sono stati dedicati
al recupero ambientale del
sito, alla messa a dimora
di circa 8.000 barbatelle
di Nebbiolo e Barbera in
un primo vigneto di 1,76
ettari e alla sistemazione
di una strada intrapoderale
che percorre la collina in
tutta la sua lunghezza. Nel
corso della primavera 2007
è stata ampliata la superficie
a vigneto ponendo a dimora
- su una superficie di 4,53
ettari - oltre 20.000 barbatelle d’Arneis e Nebbiolo.
L’avanzamento dei lavori
compiuto nel corso dell’anno ed in particolare la posa
della prima pietra della cantina che costituirà il cuore
Gianni, Giacomo
e la scommessa
di far rinascere
la collina ferita
di Monteoliveto
di Casà
pulsante del progetto sono
stati presentati venerdì 27
giugno nel corso di “Vigne
in festa a Monteoliveto”,
la tradizionale serata sull’aia che Gianni e Giacomo
Mollo dedicano agli amici
del progetto. L’inverno e la
primavera 2008 hanno visto
l’impianto di nuove vigne,
per un totale di 2,50 ettari
e 11.000 piante tra Arneis,
Barbera e Nebbiolo. Su una
superficie complessiva di
21 ettari, l’estensione vitata a Monteoliveto di Casà
è ora di circa 7 ettari per
un numero di viti messe
a dimora con un rigoroso
rispetto dell’ambiente che
supera le 32.000 unità. Ma il
progetto “Prototipo Roero”
non è ancora ultimato. A
sud ci saranno ancora altre
vino e filosofia
A sinistra: Gianni e Giacomo
Mollo nello scavo della cantina
in fase di costruzione.
In alto: la posa della prima pietra
della cantina, il 27 giugno scorso.
Sopra: la copertina del secondo
numero del “Tacuinum vitineum”,
la rivista di filosofia del vino
lanciata l’anno scorso.
vigne, negli spazi più bassi
con il sistema particolarissimo dell’alteno, dove la vite
– “sposata” ad alberi d’alto
fusto - recupera sistemi di
coltivazione d’antica memoria. Infine verranno anche
altre colture, in particolare frutticole, per dare piena
applicazione al disegno di
sviluppo che il tempo ha
tracciato tra le colline del
Roero. Protagonista della
serata del 27 giugno è stata
però la cantina di produzione e affinamento intorno
alla quale sorgerà l’azienda agricola “Moteoliveto di
Casà”. La cantina sarà costituita da un unico corpo edilizio, disposto su due livelli,
che si addentrerà nel cuore
della collina in modo da
lasciare fuori terra soltanto
la parte dell’accoglienza e
della lavorazione realizzata
con una copertura in legno
lamellare, rame e coppi
in laterizio, ed il punto di
conferimento delle uve.
Tutto il resto della struttura sarà nascosto sotto una
spessa coltre di terra e di
vigneti, che maschereranno
interamente il manufatto
e garantiranno condizioni
termocondizionate naturali e rispetto dell’ambiente
esterno.
La bellezza dell’ampio scenario dei vigneti aziendali
farà da sfondo al fronte della
cantina che si specchierà in
un particolare gioco d’acque,
concentrate in un laghetto
artificiale antistante l’edificio, utili per l’irrigazione
a goccia dei vigneti. Nel
livello sottostante si svilupperanno entrambe le aree,
quella ipogea e quella a sud,
per un’ampiezza complessiva di circa 2.000 metri
quadrati, per una capacità
produttiva annua di 150.000
bottiglie.
Nella prima saranno concentrati i locali di maturazione ed affinamento, mentre nella seconda il cosiddetto “piano terra” conterrà
i locali di lavorazione, i
laboratori, gli uffici, le sale
di degustazione e le aree
dedicate all’accoglienza. Il
cammino delle lavorazioni dall’uva fino al vino - avverrà senza forzature meccaniche, sfruttando al massimo
la forza di gravità legata al
dislivello tra i due piani
della costruzione. Al piano
terra, la cantina disporrà di
locali per le attività accessorie (uffici, laboratori, magazzini, ecc.) ed in particolare
per l’accoglienza dei visitatori, ai quali sarà riservata
la massima attenzione, proprio sull’esempio di ciò che
accade in molte aziende che
operano in Francia ed in
California.
Agosto/Settembre 2008
22
impresa & cultura
di Fabrizio Gardinali
design
torino 2008 - world design capital
Aggiornata nei contenuti e
con l’aggiunta della sezione
“Grandi storie di piccoli prodotti”, che narra attraverso
gli oggetti stessi alcuni esempi
di prodotti che hanno inciso
su un’epoca e un modo di
vivere, torna a Torino, presso
il Palazzo della Regione, dal
28 giugno al 29 settembre,
la mostra “Piemonte Torino
Design”.
L’evento, diretto da Giorgio
De Ferrari, curato da Claudio
Germak e Claudia De Giorgi,
era nato nel 2006, in occasione delle Olimpiadi invernali
nel capoluogo piemontese, e
nei due anni seguenti è stato
portato in un lungo itinerario
internazionale.
La mostra racconta le migliori realizzazioni del design del
Piemonte, presentato attraverso circa 200 elementi di
produzione seriale che sono
stati progettati o costruiti in
regione da oltre 150 progettisti e 170 aziende, non solo di
grandi dimensioni, ma anche
medio – piccole.
Sono raggruppati in una ventina di sezioni tematiche, che
dimostrano, da un lato, l’importanza della progettazione
per rispondere alle mutate e
variabili esigenze di mercato
e organizzative, non solo in
settori tradizionali e consolidati, come l’automotive, le
attrezzature sportive e domestiche, ma anche in ambiti
nuovi, come il “food design”
o quello direzionato, in senso
lato, all’ambiente inteso come
soluzioni per una vivibilità
condivisa.
Dall’altro la vivacità di un
sistema Piemonte vario e flessibile, dove, accanto a distretti industriali ove si trovano
aziende dalla riconosciuta leadership, si hanno molte medie
e piccole realtà che guardano
al design con interesse non
imitativo, cercando di coniugare innovazione, tecnologie
sofisticate con tradizioni del
territorio, che hanno sovente
una matrice artigianale che si
vuole mantenere come qualificante dei propri output.
Nell’insieme di “Piemonte
Torino Design”, la provincia
Forte presenza
delle imprese
della Granda alla
seconda edizione
di “Piemonte
Torino Design”
ingrandimento
al filatoio di caraglio “pop design” mette in mostra l’arte dell’oggetto quotidiano
In che misura il design, e molte volte la forma dell’arte, è presente
oggi nel nostro quotidiano non è da tutti rendersene pienamente
conto. Si pensi alla più banale delle penne a sfera: la notissima e onnipresente “Bic Cristal”, nasce da un progetto del 1950 del Décolletage
Plastique Design Team per la ditta francese di Clichy che l’ha prodotta fino ad ora. Quanto essa ha pesato nella vita di ognuno di noi è
incalcolabile.
Negli anni successivi alla nascita della famosa “Bic” (ormai è universalmente conosciuta così), a partire dall’Inghilterra e poi con particolare
successo negli Stati Uniti, nacque la “Pop Art”, che con ironia utilizzò e
prese a modello elementi e schemi della produzione seriale industriale, trasferendoli nel mondo dell’arte.
Nonostante la presenza di personaggi del calibro di Andy Warhol,
Roy Lichtenstein o Claes Oldenburg, la nuova tendenza non fu inizialmente bene accolta. Al proposito scrisse G. R. Swenson: “In genere la
critica d’arte si rifiuta di dire che un oggetto può essere paragonato
a un vissuto significativo o estetico, soprattutto se l’oggetto ha una
marca”.
Il mondo artistico Pop degli anni Sessanta ha in se una doppia corrente: da un lato trae “ispirazione”, in un certo senso, dagli oggetti di uso
comune, tipici della grande produzione, o dai modelli di vita indotti
nella società dalla spinta al consumo di massa, per creare opere che
rientrano nell’ambito dell’estetica artistica e, nel contempo, sono
espressione o sguardo critico di quel mondo nel quale gli artefici stessi
sono immersi. Dall’altro lato, la Pop Art suggerisce, a sua volta, stili,
linee, uso di materiali al comparto produttivo, entrando a pieno titolo
nell’ambito del design, sia pure in modo un po’ irridente e ironico, ma
quanto mai efficace nella sua immediatezza e chiarezza percepibile
a tutti. Nascono oggetti d’arredo, soprammobili, grafica pubblicitaria
caratterizzati da colori sgargianti, volute sproporzioni dimensionali,
una sensualità golosa e un po’ sfacciata. E questo accade non solo in
ambito anglosassone, ove la corrente trae origine, ma pure, con esiti
interessanti, in altri Paesi, tra i quali l’Italia.
Al design italiano e alle sue creazioni un po’ folli, in particolare degli
anni fra il ’60 e il ’70, che si possono far entrare nella definizione di
“Pop design”, è dedicata l’omonima mostra al Filatoio di Caraglio;
curata da Luisa Bocchietto, aperta fino al 14 settembre, è inclusa nelle
manifestazioni di “Torino 2008 World Design Capital”.
Sottotitolata “Fuori luogo, fuori scala, fuori schema”, illustra, con
occhio divertito, in otto percorsi non didascalici, ma trasversali, un
mondo, il nostro mondo, a partire dal boom economico e dalle trasformazioni radicali che portarono l’Italia a essere un’altra. Tramonta
la società rurale tradizionale, è l’Italia dell’industria e della piccola
impresa, del commercio e delle ferie di massa. Crollano schemi, si
mettono in discussione valori come la famiglia, istituzioni come la
scuola, le gerarchie, retaggio del primo ‘900.
Ma ciò avviene più per il propilene isotattico (il Moplen, di una nota
pubblicità televisiva) e le varie plastiche, per i prodotti a basso costo,
gli elettrodomestici e le auto alla portata di tutti, la comunicazione
facile, che non per gli scontri di Valle Giulia, le manifestazioni studentesche, gli “autunni caldi” o le P 38 degli “anni di piombo”. L’Italia
adulta è una società dei consumi, delle possibilità, del rifiuto del
razionalismo formale, della moda e del “made in Italy”.
Come asserisce la curatrice della mostra: “Nel mondo del consumo il
messaggio si identifica con il prodotto e anche per gli individui la personalità si comunica con l’aspetto esteriore; apparire coincide con
essere”. Sono parole che aiutano, come gli oggetti esposti nelle sale
dell’antica fabbrica caragliese, a capire, senza troppi sofismi, molto
di più di quello che è il nostro modo di essere di oggi.
f.g.
Torino chiama
Cuneo risponde
di Cuneo è abbondantemente
rappresentata con le sue realtà imprenditoriali, che vanno
dalla meccanica all’agro
– alimentare, dall’arredo per
interni ed esterni allo studio dei materiali, mettendo
in luce varietà, originalità e
dinamismo progettuale.
Citando senza un particolare ordine: la Mondo, che è
presente come MondoMotors
con la minuziosa riproduzione, in diverse scale, della
Nuova Cinquecento della
Fiat, con le sue pavimenta-
zioni sportive, dall’erba artificiale completamente riciclabile al rivestimento per
piste d’atletica “Mondotrack
FTX”, adottato per gli stadi
delle Olimpiadi di Pechino
2008, fino al monopattino
in nylon rinforzato con fibra
di vetro.
Della Merlo è documentato
il versatile e razionale sollevatore “Turbofarmer P 41.7”
e, sempre nella sezione dedicata ai trasporti, si passa al
quotidiano col carrello per la
spesa della La Sphera, realiz-
zato mediante il riciclaggio di
bottiglie di PET.
L’oggetto tecnologico, specie
elementi robotizzati e macchine utensili, deve essere
attento alla comprensibilità,
alla facilità d’uso, anche di
sistemi complessi, come gli
impianti di lavorazione del
vetro della Bottero, con consolle di comando intuitive e
semplici.
Punto importante è il binomio
design (come anche nell’arte)
e materiali, che nel processo seriale industriale diventa
a volte elemento di criticità. Un esempio di avanzata
eccellenza è la Abet Laminati
che fin dagli anni Sessanta
ha collaborato con designer e
architetti per rinnovare l’immagine e pure la fruibilità del
semilavorato laminato HPL.
Pure in un settore, come
quello dell’arredo, dove in
Piemonte, e nel Cuneese in
particolare, dominano ancora tradizioni di operatività
artigianale, tendente più al
pezzo unico che alla produzione seriale, l’avvicinamento
colophon
Chiuso in redazione
il 4 agosto 2008
Tiratura: 10.000 copie
Direttore responsabile:
FABRIZIO PEPINO
Redazione:
Autorivari studio associato
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Agosto/Settembre 2008
impresa & cultura
23
Il libro del mese
cosa, dove, quando
“manufatto” nella castiglia di saluzzo
Negli spazi della ex fortezza – carcere della Castiglia, a Saluzzo,
restituita alla fruizione pubblica “civile” come polo culturale dal
Sistema Territoriale “Artea” e dalla Associazione “Marcovaldo”,
è ospitata la mostra “Manufatto. Artigianato Comunità Design”,
curata da Claudio Germak e Claudia De Giorgi.
Il tema è importante e complesso: è il rapporto fra artigianato
e design, stimolato dall’occasione di “Torino 2008 World Design
Capital” e da un’oggettiva necessità di trovare sistemi e modi
che possano valorizzare sistemi produttivi locali, fornendo le
caratteristiche di inserirli in un mercato arduo per ampiezza e
articolazione, coniugando tradizione e innovazione. Scrive Paolo
Giaccaria: “La fondamentale posta in gioco è nientemeno che
il rapporto che più o meno faticosamente ogni comunità deve
stabilire con la modernità, con l’irrompere della razionalità e della
standardizzazione nei propri modi di produrre, ma anche di organizzare e, in ultima analisi, di vivere il proprio territorio”.
L’esposizione presenta delle esperienze di collaborazione fra
designer e artigiani di alcune aree del Piemonte dove esistevano
e sono rimaste tradizioni di competenze, saperi, culture materiali,
tramandatesi da generazioni, costituendo intriganti risultati di
manufatti di grande suggestione e interessanti reinterpretazioni
del patrimonio “storico” del fare di una zona.
Sono documentate, tra le altre, le linee d’arredo della Valle
Varaita, la collaborazione Alessi – Twergi nel Cusio, la rinnovata linea della tradizione delle ceramiche nel Monregalese, le
stufe di Castellamonte, la collaborazione interculturale “Torino
– Marrakesh”, fra designer italiani e marocchini con artigiani del
Paese nordafricano.
“summer school” a pollenzo
con lo studio delle linee e
delle forme ha portato a esiti
aggiornati e di interessante
considerazione, come la linea
”Chair” o quella “Seating” di
Origlia o la “Outdoor seating”
di Barel, progettata da Luisa
Bocchietto nel 2004.
Dato ormai per acquisito il
ruolo chiave del design nell’ambito della competitività,
recenti indagini hanno dato
tre interpretazioni sul suo
ruolo. Per gli “addetti ai lavori” è visto sostanzialmente
come un valore aggiunto d’ordine culturale; per le imprese
è una via razionale (a volte
originale) per ottenere una
maggiore funzionalità e appetibilità del proprio prodotto;
per il consumatore, invece,
è importante la componente
formale, persuasiva.
In effetti l’aspetto emotivo,
irrazionale gioca un ruolo
insospettato nella scelta
di un prodotto, anche, se
non specialmente, quando
“alto di gamma”. Nel settore dell’alimentare, dove
la “Granda” può vantare
eccellenze assolute, diverse
aziende si sono incontrate
col design, che ha fornito
a ciò che era già ottimo di
per se, un “surplus” che ne
accentua la gradevolezza e
l’unicità. Come le bottiglie
di Ceretto, uno dei primi
casi di coinvolgimento di un
designer e un produttore di
vino; la rigorosa e signorile
etichetta del Barolo Riserva
1999 di Fontanafredda. O
la Venchi, con le sue microsfere di massa di cacao fondente al 75% o 90%, che
ricordano nella forma e nella
confezione il caviale, sottolineandone la preziosità
e raffinatezza. Un’idea che
è valsa all’azienda cuneese
il premio “Vassoio d’Oro” a
Cibus 2004 come migliore
innovazione nel settore.
Si è tenuta dal 13 al 29 luglio scorso, presso l’Università di Scienze
Gastronomiche di Pollenzo, “Designing Connected Places”, una
scuola estiva di design svolta nell’ambito di “Torino World Design
Capital 2008”. è stata organizzata su sei workshop tematici di una
settimana ciascuno, due settimane di design estivo e sei incontri
con “visiting professor” di fama internazionale. A ogni corso poteva prendere parte un gruppo, al massimo, di trenta “studenti”,
accuratamente preselezionati, provenienti dall’Italia e dall’estero. Non si è trattato solo di una scuola estiva per il settore; ha
voluto anche essere un programma legato al territorio. Utilizzando
gli strumenti del design, si sono affrontate le questioni proposte da
interlocutori locali, ai quali i giovani progettisti che hanno preso
parte ai lavori, accompagnati da personaggi di comprovata
esperienza, hanno fornito soluzioni concrete, dando nel contempo un’idea delle potenzialità del design per lo sviluppo territoriale
in modo compatibile alla sostenibilità ambientale.
Come detto, sei erano i temi: salute e benessere, alimentazione e
nuove reti alimentari, sistemi produttivi distribuiti, mobilità urbana,
sicurezza e vivibilità della città, rappresentazione di fenomeni
complessi. I primi tre sono stati proposti da realtà del Cuneese.
In particolare dalla ASL Cuneo 1, per quanto riguarda un nuovo
modo di garantire e fornire il welfare e i servizi necessari alla salute
e al benessere dei cittadini. L’Università di Scienze Gastronomiche,
per l’alimentare e, in particolare, l’attuale problema della deintermediazione, per avvicinare produttore e consumatore.
Mentre la delicata questione della “Symbiotic production”, ovvero la possibilità di sviluppare sistemi produttivi integrati, nei quali gli
output di materiali, trascurati e smaltiti come rifiuti da un’attività,
possano diventare risorse per altre, è stata commissionata da
“Tecnogranda, parco scientifico tecnologico per l’agroalimentare” di Cuneo.
Fonti energetiche
Un campionario
Riccardo
Varvelli,
Le energie
del futuro, Etas,
Milano 2008,
pp. 196,
euro 16,50
di Paolo Gerbaldo
Non si può sbagliare, la sentenza è certa: la supremazia degli idrocarburi come
fonti energetiche è destinata a scomparire. I tempi
non saranno però brevi! A
mettere sotto osservazione
il futuro energetico del pianeta è Riccardo Varvelli,
ingegnere, docente al Politecnico di Torino, esperto
di tematiche energetiche, in
un testo che si segnala per
l’aggiornamento in materia
e per le novità di prospettive
indicate per il dopo petrolio.
Il futuro, quello a breve termine, presenta però ancora
i modi e gli spazi per una
persistenza del peso delle
fonti energetiche tradizionali: carbone, petrolio, gas e
nucleare. Infatti, come scrive Varvelli, “i consumi energetici mondiali per tutto il
XXI secolo e buona parte
del XXII saranno dominati ancora dagli idrocarburi,
cioè da fonti energetiche
non rinnovabili e inquinanti” (p. 2).
Con uno stile chiaro, vivace, in grado di comunicare al lettore aspetti tecnici
complessi, Varvelli passa
allora in rassegna quelle che
sono le energie rinnovabili: solare, eolica, biomassa,
rifiuti, idrica e geotermica.
Ad ognuna di esse, l’autore
dedica un capitolo ponendo
attenzione agli aspetti storici, energetici ed economici:
costi e benefici sono infatti
determinanti per far prevalere l’uso di queste forme
di energia nei confronti di
quelle tradizionali non rinnovabili.
Le premesse, però, partono
dalla constatazione che il
peso delle energie rinnovabili sulla produzione e i
consumi mondiali è stato,
negli ultimi cinquant’anni,
modesto (6-7%), mentre nel
prossimo cinquantennio esse
cresceranno fino al 12-15%,
ben al di sotto, per incidenza, di gas naturale (34%),
petrolio (30%) e carbone
(19%).
Detto che le riserve di fonti
non rinnovabili potranno aumentare o meno non
solo per la disponibilità ma
anche per l’economicità del
loro utilizzo, Varvelli osserva
come, per la prima volta
nella storia dell’economia
moderna, una fonte energetica possa essere “socializzata” o “democratizzata”. Si
tratta dell’energia solare per
la cui produzione l’investimento, acquisto di pannelli,
risulta piuttosto contenuto.
Inoltre, grazie agli incentivi
statali, essa può poi essere
venduta ed immessa nella
rete pubblica: “Per questa
caratteristica la produzione
di energia solare viene a far
parte di una sorta di ‘capitalismo familiare’ seguendo
l’iter da consumatore a produttore e da imprenditore a
imprenditore” (p. 107).
Il saggio muove perciò dall’intento di allargare seriamente la cultura nel campo
energetico allontanandosi
così dai troppo facili catastrofismi e dalle descrizioni
di effetti drammatici e apocalittici. Un atteggiamento
che permette a Varvelli “di
essere attento studioso dei
comportamenti energetici e
delle conseguenze che essi
portano nella qualità della
vita. Essere anticatastrofisti
non significa essere incoscienti o ingenui” (p. 16).
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