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“Non usciamo dalle Atl”
Pubblicità Partners srl Tel 0171/697232 Agosto/Settembre 2008 Anno XVI - E1,03 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB/CN Iscrizione Trib. Cuneo -14/6/1989 n. 426 Edito dal C.S.I. Cuneo - Contiene I.P. Direttore Responsabile: Fabrizio Pepino Chiuso in redazione il 4 agosto 2008 Redazione Autorivari studio associato Tel 0171/601962 Fax 0171/436301 [email protected] Aspettando l’Asti-Cuneo L’autostrada si avvicina al capoluogo Albadoro -1289 giorni 1° agosto 2008 - 11 febbraio 2012 Servizio a pag. 5 I grandi problemi vanno risolti insieme Cambio ai vertici L’Ance punta su Filippo Monge ed Elena Lovera Interviste alle pagine 10 e 11 “Non usciamo dalle Atl” La decisione della Giunta regionale di estromettere i soci privati delle Atl, adeguandosi alle disposizioni del decreto Bersani, ha scatenando le proteste dei rappresentanti degli interessati, a difesa di una sinergia che, a detta di tutti, avrebbe finora dato buoni frutti. Perché, allora, cambiare? La decisione sarebbe da ricondursi alla necessità per la pubblica Amministrazione di esercitare sulle Atl un controllo “analogo”, in sostanza lo stesso che essa esercita sui propri servizi. E ciò presuppone intanto una partecipazione totalitaria da parte dell’ente pubblico. L’Atl diverrebbe allora un ente strumentale della Regione. 1938/2008 La dolce storia di Granda Zuccheri Fabrizio Gardinali a pag. 20 Confindustria si dice contraria all’intenzione delal Regione di estromettere i soci privati entro fine anno Di qui la legittimazione dell’in house, ovvero dell’affidamento diretto senza confronto concorrenziale, in deroga alle regole dell’evidenza pubblica. La strada sembra tracciata, ma molti sperano che nell’iter di approvazione, il disegno di legge possa trovare Nel 2008 le presenze di turisti nella Granda sono aumentante di 73.765 unità soluzioni di compromesso. Quali è presto dirlo. è probabile che venga comunque ritagliato un ruolo ai privati in consorzi affiancati alle Atl. Con il pericolo, avverte però qualcuno, che dalla collaborazione sinergica si passi alla concorrenza conflittuale. Servizio a pag. 2 dopo-alluvione La norma Affidamento “in house” e società miste Marcegaglia-Antoniotti Due voci all’unisono Nella splendida cornice dell’albergo dell’Agenzia di Pollenzo, si è svolta, los corso 10 luglio, l’asssemblea annuale degli associati a Confindustria Cuneo. Ospite d’eccezione per quella che è stata l’ultima assemblea da presidente di Antonio Antoniotti, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, da pochi mesi alla guida degli industriali italiani. Nei nostri servizi mettiamo a confronto le relazioni dei due presidenti su alcuni punti di forte attualità per il mondo imprenditoriale, senza dimenticare di dedicare un’attezione particolare ai quattro imprenditori cuneesi premiati per la loro carriera. Servizi alle pag. 12 e 13 contratti pubblici Servizio a pag. 3 Gli imprenditori chiedono regole chiare e condivise offrendo la loro manodopera sugli interventi da fare Il provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri, secondo il quale l’unico elemento da prendere in considerazione per aggiudicare una gara d’appalto di è l’entità del ribasso sul prezzo offerto, ha aperto il dibattito tra imprenditori ed enti pubblici Gilberto Manfrin a pag. 4 Fanno discutere le modifiche al codice sulle gare d’appalto per lavori, servizi e forniture Ambulatorio Chirurgico Specialistico Dir.San Dott. G.Rivarossa CHIRURGIA PLASTICA ed ESTETICA NUOVO CENTRO LASER Rinoplastica, Otoplastica, Blefaroplastica, Mastoplastica, Addominoplastica Lifting e minilifting, Liposuzione e lipoferesi, Filler (riempimento delle rughe) Chirurgia Dermatologica, Chirurgia della Calvizie, Laser, Crioterapia Liposound specifico per Cellulite. Dott. Alberto Rivarossa: Spec. Chirurgia Plastica ed Otorinolaringoiatria FOSSANO (Cn) via C. Battisti, 81 - Tel. 0172 636057 - ore pomeridiane [email protected] Servizio a pag. 15 speciale assemblea 2008 Un piano per regolare Non sempre il prezzo cave e corsi d’acqua giusto è il più basso Regione e Aipo ammettono che le leggi sono datate e le risorse sono insufficienti. Le imprese chiedono un piano generale e condiviso che regoli - a livello regionale e provinciale - le attività estrattive e la manutenzione dei corsi d’acqua. Granda in rete Un consorzio per ridurre il divario digitale Servizio a pag. 17 pubblico & privato di Ilario Bruno 7 N° Autorizzazione n.123 del 24/06/05 Emma Marcegaglia a Pollenzo I due presidenti nei loro interventi hanno dimostrato una forte sintonia nell’approccio sui punti critici Mollo Ogni famiglia ha la sua passione Beppe Malò a pag. 21 Agosto/Settembre 2008 pubblico & privato atl del Cuneese & ente turismo langhe e roero di Ilario Bruno “Per come è organizzata oggi l’Atl cuneese sta lavorando bene. Le risorse dei privati sono importanti, sia dal punto di vista economico sia per apporto di progettualità: infatti sono motivo di stimolo per portare una visione più ampia della realtà turistica provinciale”. Bruno Vallepiano rappresenta Confindustria Cuneo nell’Azienda turistica locale (Atl del Cuneese) ed esprime contrarietà al provvedimento della regione Piemonte (un disegno di legge della Giunta che andrà comunque ancora discusso in Consiglio) che, adeguandosi a disposizioni comunitarie, stabilisce che i privati debbano uscire dalle Aziende entro fine 2008. Una decisione recepita dalle Atl, con la modifica dello Statuto, pena la rinuncia alle erogazioni regionali che, per il 2008, sono stabilite in base a quelle dell’anno precedente. Unica eccezione, ad oggi, Alessandria che resiste e non si adegua alla disposizione contenuta nell’articolo 26 dell’ultima Legge Finanziaria regionale. L’uscita del capitale privato dovrebbe coincidere con un controllo più forte (analogo) da parte dell’ente pubblico (Regione); di qui la legittimazione dell’in house (quindi Atl come braccio operativo dell’Ente pubblico). Dove il modello funziona non c’è motivo di uscire Confindustria si dice contraria all’intenzione della Regione di estromettere i soci privati dalle aziende turistiche entro la fine del 2008 in cifre turismo in crescita nella granda Presenze 2006 2007 Atl del 889.525 920.291 Cuneese Ente 400.000 442.999 turismo Langhe e Roero Totale 1.289.525 1.363.290 Saldo + 73.765 presenze il peso dei soci privati Nell’Atl del Cuneese i soci privati rappresentano il 35%. nell’Ente turisrmo Langhe e Roero sono addirittura il 50% Dati: Atl del Cuneese ed Ente turismo Langhe e Roero Anche Federico Ceretto, imprenditore che Confindustria Cuneo ha indicato nell’Ente Turismo Langhe e Roero, critica la volontà di cambiare “un modello che funziona”. “Abbiamo trovato un equilibrio tra pubblico e privato con partecipazioni al 50% - spiega Ceretto -, ma i diri- genti della Regione interpretano restrittivamente la norma e non ci ascoltano. Abbiamo un’auto che funziona, ma senza i privati ci mancheranno i soldi per mettere benzina. Credo che si sia arrivati a questo risultato, forse per eliminare strutture in eccesso ma anche per poter gestire più poltrone. Non si capisce che gli imprenditori devono essere coinvolti e ascoltati. In questi anni abbiamo sempre aumentato il numero di turisti nel nostro territorio; c’è ottimismo, ma manca chiarezza e, soprattutto, pianificazione”. In linea con la posizione degli imprenditori, i verti- ci dell’Atl cuneese. Il presidente Gianni Vercellotti si augura ancora soluzioni diverse rispetto a quelle prospettate “che nascono solo da una interpretazione della legge Bersani; ma ci può essere un’interpretazione autentica, oppure, se necessario, si dovrebbe modificare la norma.” Nell’Atl cuneese la quota di partecipazione dei privati ha raggiunto il 35% e sono in fase di crescita. “Nella nuova riorganizzazione - spiega Vercellotti - per recuperare i privati si costituirebbero strutture separate, con potenziali contrasti, mentre finora c’è sempre stata piena collaborazione. Non si dimentichi che Cuneo è la terza provincia turistica, con circa un milione di visitatori ogni anno”. Aggiunge il direttore Paolo Bongioanni: “La collaborazione con i soci privati si è rivelata una soluzione virtuosa, sarebbe anacronistico fare un passo indietro”. Più attendista il direttore dell’Atl di Langhe e Roero, Mauro Carbone: “Quella della Regione è una scelta politica, com’è normale che sia. Vediamo qual è la vera volontà della Giunta, poi il Ddl sarà sottoposto comunque all’Assemblea regionale. Il ruolo del socio privato verrà recuperato con un nuovo soggetto.” Circolano diverse ipotesi per far rientrare dalla finestra i privati che escono dalla porta: si parla di costituzione di comitati di indirizzo a fianco dei Cda delle Atl; di “club di prodotto”, forse in forma consortile: una aggregazione tra imprese, finalizzata alla creazione di un prodotto turistico specifico per un mercato specifico. dentro la norma Affidamento in house società miste ed enti La presenza, anche minoritaria, del socio privato in una società affidataria di un servizio da parte di un’amministrazione pubblica, rende illegittimo l’affidamento in house ovvero quell’affidamento diretto senza confronto concorrenziale. La presenza di un socio privato esclude infatti il cosiddetto controllo analogo dell’amministrazione sulla società. Lo ha affermato e più volte ribadito la Corte di giustizia dell’Unione europea (ma anche la giurisprudenza italiana del Consiglio di Stato) ricordando perciò che la gara pubblica resta la regola generale in tema di affidamenti pubblici. Affidamento in house e ricorso a società miste. “Sono due realtà completamente diverse - spiega il responsabile dell’ufficio legale dell’Unione industriale di Cuneo, Giacomo Tassone -. Nell’affidamento in house devono essere rispettati precisi requisiti: la totalità della partecipazione pubblica; l’esercizio del cosiddetto controllo analogo (l’espressione era già contenuta nella sentenza relativa all’azienda tedesca Teckal del 1999, La presenza dei soci privati pone il problema del controllo analogo dell’amministrazione sulla società. La giurisprudenza, sia comunitaria che italiana, si è pronunciata in vari modi, portando alla luce pro e contro ndr) da parte dell’affidante sull’affidatario, in sostanza lo stesso controllo che la pubblica amministrazione esercita sui propri servizi. Per questo motivo si parla di delegazione interorganica: l’affidatario è una sorta di longa manus dell’ente affidante. Altro requisito è l’esercizio dell’attività a vantaggio prevalente e in alcuni casi esclusivo dell’ente o degli enti che esercitano il controllo”. In virtù di questi requisiti l’ente in house non può ritenersi terzo rispetto all’amministrazione controllante, ma deve considerarsi come un’appendice dell’amministrazione stessa. Nel sistema delle società miste per l’affidamento dei servizi, si sono confrontate in dottrina e in giurispru- denza due posizioni, agli antipodi l’una dell’altra: l’ente pubblico sceglie il socio tramite gara pubblica, poi affida ad esso i servizi; l’altra tesi, che era quella più restrittiva, prevedeva anche una gara a valle per l’affidamento del servizio. La giurisprudenza ha via via trovato la sintesi tra i due orientamenti: il socio privato è selezionato con gara pubblica, ma al contempo si determinano gli ambiti di operatività dello stesso nella società e le prestazioni che esso potrà erogare; inoltre si stabilisce la durata del contratto, che dovrà essere ragionevole in rapporto al mercato di riferimento: la società avrà una durata pari al tempo necessario per svolgere il servizio oggetto di affidamento. dopo-alluvione Agosto/Settembre 2008 attività estrattive & manutenzione corsi d’acqua Un piano per regolare cave e fiumi Regione e Aipo ammettono il vuoto normativo, le leggi datate e la carenza di risorse Gli imprenditori tendono la mano offrendo manodopera e chiedendo di essere coinvolti di Gilberto Manfrin L’alluvione che ha colpito diverse zone della Granda alla fine del mese di maggio ha lasciato il segno. Urgono sempre più interventi che portino ad una rapida manutenzione dei corsi d’acqua, coinvolgendo quegli imprenditori che, a capo di aziende di attività estrattive, possono sicuramente dare un mano affinché si stili un piano generale condiviso per intervenire sulle aste fluviali. Di questo si è parlato nel corso del seminario informativo svoltosi giovedì 17 luglio in Confindustria alla presenza di alcuni sindaci dei territori che nel corso dell’ultima alluvione hanno riportato seri danni dovuti alle esondazioni. Un seminario in cui si è discusso della necessità di dover approdare quanto prima ad un aggiornamento o alla revisione delle normative sulle attività estrattive, della perdurante mancanza di una pianificazione del settore estrattivo, ma soprattutto dell’importanza di dare avvio ad un tavolo di concertazione per la gestione degli interventi sulle aste fluviali. Primo ad intervenire è stato Paolo Peveraro, vice presidente regione Piemonte e assessore alle Attività estrattive: “Urge quanto prima un riordino legislativo del settore cave - ha affermato l’assessore - tenendo presente che la legge n. 69 del 1978 è vecchia. Si sente sempre più forte la necessità di creare un Testo Unico che tenga conto delle necessità di aggiornamento, degli obiettivi di snellimento burocratico, regolando i rapporti tra gli enti locali e soprattutto avere quanto prima una pianificazione sulle attività estrattive”. Una tesi sottoscritta anche da Pierpaolo Varetto, dirigente settore Attività estrattive della confindustria/ance gli imprenditori pulire i fiumi senza penalizzare le cave stabilire norme chiare e condivise Per Maurilio Verna, vice presidente di Confindustria Cuneo e fino a pochi giorni fa alla guida regionale dell’Ance, l’alluvione verificatasi a maggio è strettamente collegata alla scarsa manutenzione dei letti fluviali. “Ma - attacca Verna - è necessaria anche una riconsiderazione delle problematiche connesse all’attività estrattiva”. Rispondendo all’assessore Peveraro, che aveva ribadito la necessità di avere una pianificazione di queste attività, Verna dice: “In molti casi coloro che redigono i Prg e le stesse pubbliche amministrazioni non sanno neppure che esiste un piano di programmazione delle cave, un chiaro segnale di come manchino i rapporti tra i vari uffici”. Venendo al nocciolo della questione, Verna sottolinea che una cosa è tenere presente la legge sulla “coltivazione di cave e torbiere”, un altro il discorso sul mantenimento dei fiumi legato alla salvaguardia del territorio. “Il materiale a cui si attinge - continua Verna - è sì lo stesso, ma il problema di come gestire le operazioni è totalmente diverso. I sindaci dei paesi rivieraschi, giustamente, sostengono di dover fermare le cave e di ripulire i fiumi, un discorso a loro caro perché ne va della salvaguardia e della protezione del loro territorio in quanto i depositi facilitano l’asportazione di campi e terreni, modificando il percorso stesso dei fiumi, danneggiando le opere. Sotto questo punto di vista i consorzi irrigui, se vogliamo, sono ancora più arrabbiati, perché non riescono più a prelevare l’acqua con gravi danni in primis per l’agricoltura”. Come risolvere la situazione allora? Per Verna è necessario cominciare a fare i rimodellamenti dei fiumi laddove si può prelevare del materiale: “È sempre stata la richiesta dell’Ance, peraltro condivisa dai sindaci. Bisogna estrarre materiale litoide dai fiumi, cosa che consentirebbe anche di ridurre il peso di cave a cielo aperto e costruire argini più resistenti e con il ricavato rimpinguare le casse dell’erario regionale. Quanto alla pulizia dei fiumi - conclude Verna va sicuramente fatta, ma questo non deve giustificare la diminuzione di concessioni e il restringimento delle attività delle cave. Appoggio la proposta dell’assessore Sibille che ha lanciato l’idea di fare uno studio di comune accordo con Confindustria, Sezione cavatori e Politecnico di Torino sulle aste dei fiumi provinciali e poi fare la lista dei corsi sui quali è necessario intervenire. Certo, i soldi a disposizione per poter intervenire sono quelli che sono”. All’incontro di giovedì 17 hanno preso parte anche numerosi imprenditori del comparto Attività estrattive. Tra questi Pier Franco Blengini, della Saisef di Mondovì: “Vorrei innanzitutto sottolineare l’interesse generale di amministratori e politici nel riconoscere l’importanza nell’economia generale delle attività estrattive. Ci sono sicuramente tutte le migliori premesse per rivedere finalmente la legge sulla coltivazione di cave e torbiere, ormai vecchia di 30 anni. Ho apprezzato la volontà dell’assessore Bruna Sibille di istituire un tavolo di consultazione per riesaminare la normativa: spero - ha concluso Blengini - che possa essere un primo passo verso la redazione di un Piano cave di cui la Provincia ha assoluto bisogno”. Sulla stessa linea Remo Filippi, della Fag di Savigliano, per cui “è ormai necessario avere quanto prima regole chiare e precise per tutto il settore”. Per Marisa Tomatis, presidente della Tomatis Giacomo di Caraglio, è stato un incontro interessante: “I relatori - afferma - hanno mostrato tutta la loro determinazione nel provare a risolvere un problema, qual è la manutenzione dei corsi d’acqua, non più rimandabile. Da parte nostra - continua Marisa Tomatis - c’è tutta la disponibilità a sederci al tavolo che la Regione istituirà coinvolgendo noi cavatori. Appoggerò tutte quelle iniziative che si vorranno prendere per evitare che avvenimenti simili a quelli di fine maggio possano creare in futuro ulteriori disagi. Forse negli ultimi anni non sono stati fatti i dovuti interventi di pulizia e contenimento dei fiumi, per questo credo sia doveroso, da parte nostra, unirci alle amministrazioni comunali nella gestione di quei territori attraversati da fiumi e torrenti potenzialmente pericolosi. Siamo pronti a portare in sede di discussione tutta la nostra esperienza e competenza in materia, anche perché nessuno meglio di noi conosce il proprio territorio”. “Durante l’incontro - aggiunge Marco Rapalino, della Saega di Alba, presidente degli Estrattori da alveo - abbiamo dato la piena disponibilità a concorrere alle spese di sistemazione idraulica e soprattutto di messa in sicurezza degli alvei”. Si è a più riprese parlato della mancanza di un Testo Unico: “Sarebbe opportuno redigerlo - conclude Rapalino - a patto che tutti concorrano alla sua stesura, cavatori, enti locali e Confindustria. È vero, oggi esiste un Piano cave regionale, ma troppo spesso i Comuni non lo recepiscono”. Regione Piemonte, che ha definito disomogenei i piani fin qui adottati. “L’obiettivo - ha aggiunto Peveraro - resta quello di approvare il Testo Unico nell’arco di questa amministrazione regionale”. Bruna Sibille, assessore alla Montagna, Protezione civile, Difesa del suolo della Regione Piemonte, nonché presidente dell’Aipo, ha invece puntato il dito sulla mancanza di fondi per portare a termine i necessari lavori di pulizia e contenimento dei fiumi: “L’alluvione è trascorsa, ma - ammette - non sono ancora stati decisi i finanziamenti. La realtà è che abbiamo a disposizione poco più di un decimo nel reale fabbisogno per difenderci dalle acque e difendere le acque. Provincia e Regione lavorano in continuazione con l’Aipo per ridurre al minimo i disagi, ma ci vuole quanto prima un piano generale condiviso per intervenire sui corsi d’acqua e gestire le emergenze”. A chiudere la seduta è intervenuta la dirigente Aipo Area Idrografica piemontese Claudia Chicca, che ha evidenziato come i fatti accaduti a fine maggio siano arrivati in un momento in cui l’Aipo si stava già occupando della gestione dei sedimenti, facendo notare come si sia già attivata una convenzione con il Politecnico di Torino: “è opportuno definire quanto prima con le autorità, le comunità locali e i cavatori le tipologie di intervento che possono essere prese in considerazione. Credo sia indispensabile dare avvio ad un tavolo di concertazione per gli interventi sulle aste fluviali, con l’obiettivo di affidare la manutenzione dei corsi ad imprenditori locali ed evitare così una frammentazione operativa i cui risultati, in genere, sono sempre poco soddisfacenti”. Agosto/Settembre 2008 certezze & opinioni gare d’appalto per lavori, servizi e forniture di Gilberto Manfrin Lo scorso 27 giugno il Consiglio dei Ministri ha varato alcune modifiche al decreto legislativo del 12 aprile 2006 n. 163 recante il codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Tra le novità di indiscusso rilievo una riguarda il criterio di aggiudicazione del “prezzo più basso”, criterio nel quale l’unico elemento che viene preso in considerazione ai fini dell’aggiudicazione di una gara è l’entità del ribasso sul prezzo offerto. Un provvedimento, quello del Consiglio dei Ministri, che non ha mancato di far sorgere grossi interrogativi. Unanimi i cori di disapprovazione di associazioni, enti locali e pubbliche amministrazioni, per una legge che potrebbe scatenare una sorta di far west tra le aziende, pronte a tutto pur di accaparrarsi i lavori. Per Filippo Monge, presidente Ance Cuneo, “il mercato sarà esposto a rischi che vanno dalla sicurezza sul lavoro alla qualità del lavoro stesso. Sono scenari inquietanti: per un semplice principio economico questo provvedimento porterà alla mortalità di tutte le piccole e medie imprese. Tutte le teorie economiche confermano questa situazione di conclamata emergenza. Non posso che anticipare la mia collaborazione a tutte le amministrazioni pubbliche ed enti locali per poter valutare Non sempre il prezzo giusto è quello più basso dentro la norma pro e contro del provvedimento del governo Il provvedimento prevede che le offerte anomale possano essere individuate alternativamente in due modi diversi, a scelta dell’ente appaltante: automaticamente, tramite un meccanismo di calcolo aritmetico di medie, o concretamente, attraverso la verifica delle giustificazioni delle singole voci di prezzo offerte. Il Governo sta proprio pensando di abolire questa possibilità di scelta (prevista al comma 9 dell’articolo 122 della legge), eliminando la facoltà di ricorrere all’esclusione automatica delle offerte anomale negli appalti di lavori sotto la soglia comunitaria fissata a 5.278.000 euro. La disciplina delle offerte anomale negli appalti sotto soglia viene di fatto allineata a quella degli appalti sopra soglia. In tal modo vengono evitati tutti quegli effetti distorsivi derivanti dalla determinazione di una soglia matematica di anomalia che presta il fianco a possibili turbative d’asta. Peraltro, verrebbe così tolto l’unico elemento in grado di calmierare i ribassi e si aggraverebbe il “carico burocratico” a cui imprese ed enti appaltanti sarebbero costretti dalla preparazione e dalla verifica delle giustificazioni di tutte le voci di prezzo che costituiscono l’offerta, indipendentemente dall’importo del contratto da affidare. “Considerato che attualmente la quasi totalità dei contratti sottosoglia viene aggiudicato con il sistema di esclusione automatica delle offerte anomale - afferma Giacomo Tassone, responsabile ufficio Legale di Confindustria Cuneo -, è probabile che questo cambiamento avrà un impatto molto rilevante sul settore degli appalti di lavori pubblici”. Il Governo ha tempo fino al prossimo mese di settembre per apportare eventuali correzioni e approvare definitivamente il decreto. con attenzione la congruità delle offerte che arriveranno quando bisognerà iniziare dei lavori”. La pensano più o meno così anche le amministrazioni pubbliche locali: “Siamo di fronte ad un’arma a doppio taglio - dicono dall’ufficio Lavori pubblici del Comune di Cuneo -. È molto probabile che chi presenterà l’offerta più bassa poi effettui lavori fatti male. Purtroppo alcune ditte sono sviluppate più dal punto di vista giuridico che tecnico così grazie al lavoro dei propri avvocati si aggrappano a leggi e codici pur di ottenere un lavoro che magari non sanno realizzare. Sarà una corsa all’ultimo sangue”. “Siamo legati alla serietà delle imprese - il com- mento che giunge dall’ufficio tecnico della Provincia -. Bisognerebbe tornare ad effettuare dei controlli sulle qualifiche delle aziende, per capire quali sono le loro reali potenzialità sul mercato. Certo, resta anche la scelta dell’ “offerta economicamente più vantaggiosa”, ma anche in questo caso c’è da sperare che i progetti pre- Fanno discutere le modifiche varate al Codice del contratti pubblici, secondo le quali l’unico elemento preso in considerazione per vincere una gara è l’entità del ribasso sentanti siano correttamente vagliati”. Sulla questione interviene anche Giovanni Resio, direttore dell’Atc (Agenzia territoriale per la casa): “Se il provvedimento sarà definitivo salteranno fuori tutte quelle imprese che pur di aggiudicarsi dei lavori spareranno ribassi impraticabili, finendo per non terminare le opere. Negli ultimi tempi abbiamo avuto due fallimenti di ditte del sud Italia che come conseguenza non hanno ultimato i lavori assegnati dopo un ribasso del 9%. Avevamo fatto notare loro che avrebbero difficilmente terminato le opere e così è stato: in un cantiere di Verzuolo i lavori sono stati abbandonati prima di arrivare al tetto delle abitazioni; a Racconigi addirittura, sono stati effettuati solo gli scavi. Questa nuova disposizione rappresenta per noi una grossa perplessità. Da qui al prossimo anno avremo 5-6 grossi appalti: c’è solo da sperare nella serietà delle ditte che se li aggiudicheranno”. Meno pessimista si è mostrato invece l’ex presidente dell’Ance Piemonte, Maurilio Verna, che reputa tutto sommato positivo il decreto: “Diminuiranno i partecipanti alle gare e resteranno solo i veri interessati, facendo di fatto sparire gli avventurieri - sostiene Verna - Ci saranno meno sub appalti e credo che dopo alcuni mesi di comprensibile confusione il mercato si stabilizzerà. Il consiglio che darei alle imprese cuneesi che presentano i ribassi è quello di andare a verificare all’interno dei registri degli appalti di ogni singolo comune l’indice delle percentuali storiche presentate per bandi di gara di precedenti lavori, ed attenersi a quelli come base di partenza”. botta & risposta perché bisogna SAlvaguardare il genepi autoctono cuneese Egregio Direttore, ho letto con grande interesse l’articolo di Fabrizio Gardinali sulla tutela del genepy su “Provincia Oggi” del mese di Luglio 2008. Mi chiamo Matteo Laugero e da più di 30 anni coltivo in alta Valle Maira il genepy che utilizzo per produrre il mio liquore che commercializzo da circa 7 anni con il nome “Palent”. Applico da sempre la biodinamica, per la quale ho la certificazione DEMETER da 6 anni e utilizzo per tutti i miei infusi alcool di frumento biologico e zucchero di canna anch’esso biologico. Il genepy coltivato è artemisia mutellina di origine autoctona. Non ho mai voluto, per scelta, utilizzare il genepy di importazione svizzera e intendo seguire questa strada anche in futuro perché credo fermamente nella salvaguardia di una pianta officinale autoctona di elevata qualità e di immenso pregio. La domanda che pongo, in qualità di produttore indipendente, slegato da qualsiasi associazione, è di sapere perché non ci si batta per la salvaguardia di genepy autoctono delle nostre valli ma si punti a coltivazioni di genepy di importazione. C’è forse un collegamento a quanto riportato nel suo articolo dove si parla di “migliorare” il genepy da coltivare, la collocazione dello stesso e metologie di lavoro sicuro per ottenere un prodotto sano e adatto alla successiva trasformazione in liquore? Sono fiducioso di ottenere una risposta alla mia domanda in tempi brevi. In attesa di un Suo gentile riscontro voglia gradire i miei più cordiali saluti. AA. Laugero Matteo Egregio direttore, le sono grato di avermi chiesto di dare una risposta alla lettera che il Sig. Matteo Laugero le ha inviato a commento dell’ articolo sulla tutela del genepy. Innanzitutto perché conosco il Sig. Matteo Laugero e l’impegno con il quale lui si è battuto e si batte per la salvaguardia del nostro genepy. Matteo infatti è fra le poche persone della montagna che tanti anni fa, anche per l’incitamento e con l’aiuto di mio fratello Mario, avevano dato inizio alla coltivazione del genepy ed è fra coloro che hanno sempre continuato anche nei momenti difficili. Posso quindi dire che abbiamo la stessa passione e la stessa convinzione e che a lungo andare il nostro impegno darà i frutti sperati. Io però ho ritenuto opportuno adoperarmi per costituire un’Associazione che unisse i coltivatori e i trasformatori nel liquore affinchè si lavorasse collegialmente e ci si presentasse più autorevoli nel colloquio con le istituzioni per coinvolgerle verso i nostri obiettivi e ottenere gli aiuti necessari. È così è stato, in particolare con l’intervento regionale che ha consentito lo svolgimento di un progetto tecnico – scientifico che interessa sia la coltivazione che la produzione del liquore, e con il riconoscimento da parte della Comunità Europea di “ indicazione geografica” per il genepy del nostro Piemonte, riconoscimento indispensabile per i provvedimenti di protezione. Quello che non è assolutamente vero è che “ si punti a coltivazioni di genepy di importazione”: la verità è esattamente il contrario, ed è quanto Matteo Laugero scrive, e cioè che “ ci si batt(e) per la salvaguardia ( del) genepy autoctono delle nostre valli” e per la trasformazione nel liquore secondo i metodi tradizionali. L’Associazione intende peraltro garantire ai montanari un reddito non aleatorio per i rischi delle malattie e le oscillazioni dei prezzi, e promuovere un liquore che abbia le caratteristiche organolettiche tipiche del nostro tradizionale genepy, ma che possa affermarsi con la disponibilità di quantità significative, con un costo adeguato al mercato e con il pieno rispetto delle normative di legge italiane ed europee. Ogni collaborazione in questa direzione è e sarà sempre ben accetta dall’Associazione, che è aperta a tutti coloro che sono interessati sia per ragioni di lavoro che per personale convincimento. Pier Giovanni Bordiga Presidente associazione “Genepi Occitan” Agosto/Settembre 2008 lavori in corso aspettando l’asti-cuneo L’autostrada si avvicina al capoluogo Mentre il 29 luglio è stato avviato il cantiere per collegare Cuneo alla rete autostradale, in Provincia gli amministratori propongono a Giachino un’agenda per le infrastrutture di Ilario Bruno Con ottimismo accompagnato da realismo martedì 29 luglio si è ufficializzato l’avvio del cantiere relativo ai lotti che collegheranno finalmente il capoluogo al sistema autostradale italiano. “Di momenti storici la AstiCuneo ne ha vissuti molti - ricorda il presidente del Comitato di monitoraggio e sindaco di Alba, Giuseppe Rossetto - quella di oggi è una tappa ulteriore di un percorso che gradualmente ci porterà verso il traguardo che attendiamo da decenni.” Soddisfatto anche il presidente della Provincia Raffaele Costa: “Ce l’abbiamo quasi fatta. La Provincia ha fatto nulla di più che la sua parte, ma serve l’impegno corale per completare l’opera”. Dopo la cantierazione si attende, a breve, l’avvio dei lavori, mentre gli occhi sono già puntati sulla conferenza dei servizi che il prossimo autunno dovrà discutere e riapprovare, nella loro stesura originaria, i lotti del tratto verso Alba. I progetti definitivi che hanno ottenuto l’ok dall’Anas pochi giorni fa, riguardano il lotto 1.4-3 Consovero-Castelletto Stura-Cuneo e il lotto 1.5 Cuneo-Statale 231: oltre 12,5 chilometri di autostrada per un impegno complessivo di 330 milioni di euro. Il primo lotto conta tre ponti, la galleria di Sant’Albano, tre cavalcavia e cinque sottopassi. Il progetto definitivo del lotto 1.5 si sviluppa verso Sud-Est nel comune di Cuneo per oltre due chilometri, cui si devono aggiungere uno svincolo e la bretella di collegamento alla strada statale della Bovesana. Tra le opere d’arte: il ponte Stura di Demonte, un viadotto, una galleria artificiale e il ponte canale CherascoBenevagienna. Resta aperta la questione del collegamento ad Est e ad Ovest di Asti. Il sindaco di anas-regione cap: società mista per opere stradali Si chiama Cap (Concessioni autostradali piemontesi S.p.A) la nuova società mista Regione-Anas che avrà il compito di progettare e realizzare le opere stradali in Piemonte. Società congiunta e paritetica come “strumento più adeguato per lavorare in modo efficace, in sinergia e senza intoppi, per il completamento della rete autostradale di interesse regionale”, commenta la presidente della Regione Mercedes Bresso. La società mista dovrebbe consentire di individuare con una certa rapidità le risorse e dare in tempi rapidi risposte concrete ai piemontesi. “Cambia il modo di fare le opere in Piemonte - puntualizza l’assessore regionale alle Infrastrutture, Daniele Borioli -. Abbiamo già individuato cinque infrastrutture sui cui il nuovo soggetto inizierà a lavorare da subito: il collegamento Biella-A4 e Biella- A26 della pedemontana piemontese, il collegamento di corso Marche, la tangenziale est di Torino, il raccordo autostradale Strevi-Predosa. Ora si tratta di andare avanti con la progettazione delle opere per poi procedere alla ricerca del promotore finanziario per la loro realizzazione”. 29 LUGLIO 2008. Foto di gruppo delle autorità presenti all’avvio del cantiere dell’Asti-Cuneo a Morozzo Fossano Francesco Balocco ricorda al rappresentante Anas, Colletta la richiesta di valutare il collegamento tra Ceriolo e la tangenziale di Fossano, che rientra tra le opere di complemento. Al pari della bretella verso Savigliano-Saluzzo, sollecitata dal territorio. Tutte richieste che saranno valutate in sede di Comitato di monitoraggio, assicura Rossetto. D’altra parte l’Asti-Cuneo, opera utile alla Granda, diventa sempre più un caso di interesse nazionale. “Dobbiamo sottolineare l’importanza dell’autostrada per il Paese”, ha rimarcato lo stesso sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino, ospite di Costa in Provincia, ad un incontro cui hanno partecipato politici amministratori e mondo produttivo, per definire l’agenda del Governo nel settore dei trasporti per la Granda Ne è venuto fuori quasi un cahier des doléances, con i problemi di sempre, tutti insoluti o in stand-by: raddoppio ferroviario tra Fossano e Cuneo, piattaforma logistica, aeroporto, trafori. Il titolare della delega ai Trasporti, di origini cuneesi (è di Canale d’Alba) è uomo concreto e va al sodo: “La provincia di Cuneo cresce di più rispetto al resto del Nord-Ovest, il sistema economico negli ultimi 20 anni è profondamente cambiato e la Granda merita un’attenzione particolare”. Ma le casse sono vuote e occorre concordare le priorità. Obiettivo principale: investire in infrastrutture, u settore in passato trascurato al pari di quello dell’energia. “Oggi il modello Cuneo - interviene il presidente della Camera di Commercio Ferruccio Dardanello - ha bisogno degli strumenti assicurati ad altre parti del Paese. La pazienza ha un limite, attendiamo un segnale forte.” D’accordo Walter Lannutti, imprenditore leader nella logistica: “Bisogna rispondere all’evoluzione veloce del mondo e togliere la testa da sotto la sabbia, ammettendo che abbiamo infrastrutture in condizioni pietose. Dica lei, Sottosegretario, che cosa intende fare per questa provincia. Il mercato non può attendere. Dopo dieci anni che si parla di piattaforma non ho visto risultati; da parte nostra ci siamo mossi il punto sulla viabilità La strada provinciale 50 ampliata all’altezza di Castagnito Il Consiglio provinciale ha approvato con voto unanime l’acquisto di una porzione di fabbricato per permettere l’ampliamento della provinciale 50, nel tratto Guarene-Castagnito-Baraccone. La strada, nell’attraversare l’abitato di Castagnito, forma infatti una strettoia tra vecchi edifici che obbliga al transito a senso unico alternato. L’intervento avrà un costo, a carico della Provincia, pari a 42.072 euro, comprese le spese per il rogito notarile. Rotatoria a Monteu Roero: approvato progetto definitivo Realizzazione di una rotatoria in località Sant’Anna di Monteu Roero: la Giunta provinciale ha approvato il progetto definitivo dei lavori sulla provinciale 29, nel tratto tra Canale e Monteu Roero. L’intervento avrà un costo complessivo di 120 mila euro, da finanziare mediante la contrazione di mutuo. Rotatoria all’innesto provinciali tra Cervere e Marene Via libera dalla Giunta provinciale al progetto definitivo dei lavori di sistemazione delle strade provinciali 165, detta Reale, e 309 tra Cervere e Marene. L’intervento prevede la realizzazione di una rotatoria con aiuola all’innesto fra le carreggiate per un importo complessivo di 350 mila euro, finanziabili tramite contrazione di mutuo. per trovare in autonomia le risposte migliori”. Giachino si difende: “A due mesi dall’insediamento del Governo e dopo aver risolto la rivolta dei Tir, abbiamo cominciato la revisione del codice degli appalti per incentivare il project finan- cing e abbiamo sbloccato 15 miliardi di investimenti con la modifica delle convenzioni autostradali. è partita la riforma dei porti, avremo 2 milioni di tasse portuali in più se recupereremo il traffico via mare. Poi dobbiamo investire in logistica, da settembre un pool di esperti lavorerà ad un piano, integrando i dati della mobilità”. L’appuntamento è per settembre a Roma. “Su quanto decideremo insieme mi impegnerò - promette il Sottosegretario -, ma desidero vedere più ottimismo”. s. di Dalmasso L. & C. s.n.c. SISTEMI DI SICUREZZA ANTIFURTI VIDEO CONTROLLI CASSAFORTI A R M A D I B L I N D AT I ARMADI IGNIFUGHI ASSISTENZA 24 H 12084 MONDOVÌ (CN) - Corso Italia, 6 Tel. 0174. 55 41 07 - Fax 0174. 48 17 56 - cell. 348 7247543 Agosto/Settembre 2008 dalla provincia nuovo ospedale di alba e bra La fondazione chiama a raccolta altre imprese di Beppe Malò Sabato 5 aprile La “Sala Gosso” del San Lazzaro ha ospitato la presentazione della “Fondazione Nuovo Ospedale di Alba e Bra”. L’atto costitutivo era stato siglato pochi giorni prima - il 28 marzo - da 11 soci fondatori che ora costituiranno il nucleo centrale di una task force che lavorerà sostegno del progetto e poi del nuovo ospedale. A presiedere la fondazione è stata chiamata Elisa Miroglio, figlia di Carlo e Gabriella Miroglio, consigliere nell’ambito della multinazionale tessile albese, già al vertice della Fondazione “Elena e Gabriella Miroglio”. La vice presidenza è stata affidata all’imprenditore braidese Dario Rolfo, titolare della “Rolfo spa, una delle maggiori aziende italiane nel settore della carrozzeria industriale. La fondazione rappresenta è rappresentativa di tutto il territorio: Alba, Bra, le Langhe, il Roero ed anche la Valle Bormida dove una trentina di imprenditori ha fatto sinergia per raccogliere i 100.000 euro che rappresentano la soglia d’accesso alla fondazione. A promuovere l’iniziativa che ha chiamato a raccolta i 34 soci dell’associazione “Santo Spirito aziende cortemiliesi e dei paesi limitrofi” sono stati il presidente, ingegner Giancarlo Veglio, il vice Gianni Bonino e l’imprenditore Piero Bagnasco. La loro iniziativa ha consentito di raggiungere Una cordata di 34 imprenditori provenienti dalla valle Bormida ha costituito un’associazione per entrare a far parte della compagine albese I SOCI FONDATORI Foto di gruppo degli imprenditori che hanno costituito l’associazione “Santo Spirito aziende cortemiliesi e dei paesi limitrofi” e superare la soglia di eleggibilità e di portare nel CdA della Fondazione il presidente Veglio. “Per noi - spiega il vice presidente Gianni Bonino - si tratta di un risultato di grande rilevanza. Perché siamo riusciti ad esprimere una territorialità che si compatta intorno alla volontà comune di 34 piccoli e medi imprenditore di Cortemilia e dell’area circostante e per il fatto che un rappresentante della nostra cordata potrà partecipare direttamente alle attività della Fondazione”. Un argomento, quello della centralità rispetto al territorio, che il nuovo ospedale di Alba e Bra si pone come ele- Vuoi moltiplicare le tue potenzialità? con noi puoi .... • CONSULENZA DIREZIONALE • CONSULENZA ORGANIZZATIVA • STRUMENTI DI MANAGEMENT: MODELLO EFQM • CONTROLLO DI GESTIONE • BILANCIO SOCIALE • PROGETTAZIONE, IMPLEMENTAZIONE DEI SISTEMI DI GESTIONE, QUALITÀ, AMBIENTE, SICUREZZA, RESPONSABILITÀ SOCIALE • STANDARD ALIMENTARI BRC, IFS, EUREPGAP, HACCP • FORMAZIONE IN AMBITO: ORGANIZZAZIONE, GESTIONE RISORSE UMANE, QUALITÀ, AMBIENTE, SICUREZZA FREE MANAGERS s.r.l. è certificata per progettazione, realizzazione e manutenzione/aggiornamento di sistemi di gestione per la Qualità, Ambientali, schemi “automotive”, sistemi HACCP. Progettazione ed erogazione di servizi di formazione manageriale. [email protected] CONSULENTI DI DIREZIONE www.freemanagers.it www.freemanagers.it Via Ognissanti, 30/b - 12051 ALBA (CN) - Tel. 0173 287374 - Fax 0173 280875 mento centrale della logica del progetto. Verduno, infatti, dovrà essere un ospedale di territorio tanto nella capacità di rispondere alla domanda di salute espressa dal comprensorio, quanto nel rappresentare allo stesso modo le zone più centrali e quelle più esterne dell’Asl Cn2. “La nostra presenza nella Fon- dazione - riprende Gianni Bonino -a punta a sostenere un progetto d’eccellenza e, accanto ad esso, un incremento dei servizi sanitari presenti nella nostra area. Pensiamo ad una sede per la guardia medica diurna e ad una base per un’eliambulanza abilitata anche per il soccorso nelle ore notturne. La distanza e la difficoltà del collegamento stradale, infatti, resta un problema per noi molto rilevante in caso d’urgenze o emergenze. In questa direzione collaboreremo anche con i sindaci e con il comitato promotore dell’iniziativa ‘Una strada per le Langhe’ per un nuovo collegamento Alba-Cortemilia”. “L’obiettivo principale della Fondazione - spiega la presidente Elisa Miroglio - sarà quello di raccogliere risorse da destinare al progetto di finalizzazione dell’ospedale di Verduno e lo scopo quello di contribuire ad elevare la nuova struttura ad un livello di eccellenza, fargli fare quel “salto di qualità” che un ospedale di questo genere merita”. Fanno parte dell’associazione “Santo Spirito”: Piero Bagnasco, Bonino Expo, Brovind, Fratelli Caffa, Impresa Marenco, Molino Stenca, Nocciole Marchisio, Opera, Piesse Plastic, Alp, Marmi Bemer, Tullio Chiotti, Cartitalia, Giordano Servizi, Giordano snc, Collino SpA, La Ceramica, Idalgreco, Rossello snc, Carlo Troia, Valverde, Davide Delmonte, Edilmorena, Hotel San Carlo, Siv di Viglietti, Studio Crema, Verde on line, tutti di Cortemilia; Studio Sanesi (Castino), Farmacia Gallo e Autoequipe lavaggi (Castino), Omb (Pezzolo Valle Uzzone), Caseificio Alta Langa (Bosia) e Soggiorno Smeraldo (Torre Bormida). Agosto/Settembre 2008 dalla provincia verso un patto territoriale alba-bra poli di innovazione della regione La sicurezza interessa Cuneo e Asti capitali anche gli imprenditori dell’agroalimentare di Beppe Malò È stato Michelino Davico, Sottosegretario agli Interni, a raccogliere il documento elaborato dai sindaci di Bra, Alba ed altri 84 Comuni del comprensorio locale. Presentato lo scorso 21 luglio nel corso del convegno “Verso un patto territoriale per la sicurezza” svoltosi presso il teatro Politeama di Bra, il documento riassume e presenta alle istituzioni le istanze del territorio in materia di sicurezza. Istanze prodotte da un comprensorio ancora alieno da importanti fenomeni criminali, ma elle prese con una diffusa attività microcriminale. La tesi proposta dai sindaci è stata quella di prendere atto con sollievo del fatto che non esiste in zona un vero e proprio allarme sociale, ma che occorra comunque intraprendere strategie di tipo preventivo proprio per evitare l’attecchimento di fenomeni per ora assenti e il radicamento di quelli presenti. Lo strumento migliore come sottolineato dal titolo del convegno - per garantire “Non si può lavorare sotto la minaccia della microcriminalità - dice Francesco Bellotti - senza porvi rimedio” un elevato standard di sicurezza potrebbe essere quello di un “patto” sottoscritto dai Comuni: una iniziativa trasversale agli schieramenti e finalizzata ad incrementare la coesione tra le persone e la sicurezza “percepita”. Un patto sociale dunque e non solo un’iniziativa di controllo territoriale per il quale la Regione ha stanziato - come sottolineato dalla presidente Bresso - 250 mila euro destinati a potenziare le Polizie Municipali attraverso un progetto di sicurezza integrata. L’importanza determinante della sicurezza anche per il settore produttivo è sottolineata da Francesco Bellotti del Consiglio direttivo di Confindustria Cuneo. “La sicurezza - spiega - è una condizione fondamentale e irrinunciabile per le aziende per le quali il lavoro in serenità equivale ad una vera e propria materia prima. Non si può lavorare sentendosi minacciati da effetti criminali. Anche quando di parla genericamente di microcriminalità e se ne parla come di un qualcosa di accettabile di fronte a prospettive peggiori, in realtà si parla di un fenomeno che è ‘micro’ solo per le statistiche, ben altro invece per chi lo subisce. Si deve mettere in atto prosegue - e in questo senso auspico una forte collaborazione tra imprese e amministrazioni locali, una strategia che faccia in modo che chi è furbo non possa prevalere su chi è onesto. Ben vengano iniziative locali per incrementare il controllo territoriale - conclude - ma a livello centrale non dovranno più essere concordate misure che, come l’indulto, di fatto rendono inutile ogni iniziativa in materia di prevenzione e sicurezza”. di Sonia Pellegrino Agroalimentare nel cuneese e nell’astigiano; biotecnologie e biomedicale nelle aree del canavese e del vercellese; chimica sostenibile nel novarese e nell’alessandrino; creatività digitale e multimedialità nel torinese; energie rinnovabili, risparmio e sostenibilità energetica nelle aree del verbano-cusio-ossola, nel torinese, nel tortonese e vercellese; Information & Communication Technology nel torinese e canavese; meccatronica e sistemi avanzati di produzione nel torinese; tessile nel biellese. Sono questi gli ambiti settoriali e tecnologici di competenza e le aree territoriali di riferimento, individuate dalla Giunta regionale, che diverranno dei veri e propri poli di innovazione per valorizzare le potenzialità presenti sul territorio. Lo scorso 3 luglio in Camera di Commercio a Cuneo, l’assessore regionale alla Ricerca, Innovazione e Industria, Andrea Bairati, insieme a Mario Calderini, presidente di Finpiemonte e a Giuseppe Benedetto, direttore regionale alle Attività Produttive, ha presentato la nuova misura Por-Fesr, che prevede l’avvio di otto poli di innovazione. “Sono 60 i milioni di euro destinati ai poli d’innovazione - ha dichiarato l’assessore Bairati -. I fondi derivano dal Programma Operativo Regionale (Por) e potranno essere successivamente integrati. Attraverso i poli ci auguriamo di stimolare lo sviluppo dell’attività di ricerca e di innovazione delle imprese, valorizzando le potenzialità presenti, favorendo i processi di internazionalizzazione delle imprese e incrementando l’attrazione di investimenti produttivi nel nostro territorio”. I poli, che avranno dimensione regionale, saranno strumenti di coordinamento sinergico tra i diversi attori del processo innovativo e renderanno disponibili infrastrutture e servizi ad alto valore aggiunto. Essi avranno il compito di interpretare le esigenze tecnologiche delle imprese, per indirizzare le azioni regionali a sostegno della ricerca e dell’innovazione. confcommercio cuneo dardanello riconfermato presidente Sarà ancora Ferruccio Dardanello a rappresentare, per altri quattro anni, fino al 2012, i commercianti della Granda. Al presidente di Confcommercio Cuneo è stato, infatti, rinnovato il mandato a fine giugno, nel corso dell’incontro del direttivo dell’associazione, che si è svolto al castello di Grinzane Cavour. Al suo fianco ci sarà Luigi Isoardi di Cuneo, con il ruolo di vice presidente vicario. Svolgeranno il ruolo di vice presidenti anche Alberto Anello di Verzuolo, Carlo Costa di Alba, Andreino Durando di Pradleves (per gli albergatori ed esercenti) e Pietro Rubiolo di Savigliano. Ricoprirà il ruolo di vice presidente anche il ristoratore Giacomo Badellino di Bra, titolare dell’omonimo ristorante, che alla fine del precedente mandato era subentrato allo storico presidente dell’Ascom di Bra, Alfredo Bersano. I.P. focus di confindustria In data 16 luglio 2008 si è tenuto, presso il Meeting Center Diageo, un incontro con gli imprenditori sul delicato tema del Decreto Legislativo 231/2001 - “Quali responsabilità per le imprese?”. Le società di consulenza albesi Free Managers (www.freemanagers.it) e RW Consulting (www.rwc.it), operanti sul territorio da circa 20 anni, hanno organizzato in partnership questo convegno per offrire un supporto alle aziende nella analisi e valutazione dei rischi derivanti dal decreto 231/2001. Il decreto 231/2001 ha introdotto la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (società e associazioni, anche prive di personalità giuridica) a fronte di determinati reati commessi dal loro personale nello svolgimento delle attività aziendali o societarie. Le fattispecie di reato sono di varia tipologia, fino a comprendere i reati societari, i reati contro la pubblica amministrazione, i reati informatici e i reati commessi in violazione delle norme di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro. Le sanzioni previste sono molto pesanti, come la sospensione/revoca delle autorizzazioni, interdizione allo svolgimento dell’attività, divieto Il commercio internazionale è uno dei fattori più importanti della competitività delle imprese. Un calo o un aumento della percentuale dell’export sulla produzione provinciale, può significare una perdita o un aumento di competitività sui mercati internazionali. Nei primi tre mesi del 2008 l’export della provincia di Cuneo conferma il trend positivo del trimestre precedente. Dai dati pubblicati dall’Istat e rielaborati dall’ufficio Studi & Mercati di Confindustria Cuneo nel Focus trimestrale sull’export provinciale, si evince che il saldo della bilancia commerciale, ovvero la differenza tra i valori delle esportazioni e delle importazioni, è positivo per quasi 613 milioni di euro, il aumento (6,09%) rispetto allo stesso periodo del 2007. Il dato congiunturale, ovvero in rapporto con l’ultimo trimestre del 2007, evidenzia, invece, un calo di quasi 97 milioni di euro (-13,66%). Nel corso del primo trimestre del 2008 la provincia di Cuneo con 1.509 milioni di euro, ha contribuito per il 15,90% all’export piemon- Le nuove responsabilità Continua la crescita delle persone giuridiche dell’export cuneese di pubblicizzare beni e servizi. I relatori, consulenti delle due società coadiuvati dall’Avv. Maurizio Bortolotto di Torino, hanno presentato il tema attraverso interventi sia teorici sia pratici, con riferimenti a casi aziendali e a procedure oggettive. Uno degli scopi dell’evento era infatti quello di individuare gli strumenti di lavoro con cui un’impresa, grande o piccola che sia, possa tutelarsi nei confronti dei rischi che la norma pone in essere. La platea degli imprenditori ha risposto in maniera fortemente partecipativa agli interventi dei relatori, esponendo questioni e dubbi utili all’approfondimento del tema e necessari per dare risposta a quesiti di natura legislativo - organizzativa che la 231 ha fatto emergere. Le imprese presenti rappresentano pienamente il nostro tessuto piemontese, fatto di piccole, medie e grandi imprese, a dimostrazione di un forte interesse nei confronti di una norma tanto complessa quanto importante e a dimostrazione di un vivo coinvolgimento nelle nuove dinamiche aziendali che la legge pone. Durante la trattazione è stato inoltre esposto, a grandi linee, il percorso che un’impresa dovrebbe seguire nella stesura di un adeguato Modello Organizzativo, come richiesto dalla legge. RW Consulting e Free Managers, molto soddisfatti dell’esito del convegno, ringraziano tutte le aziende presenti ed estendono un ulteriore ringraziamento alla struttura Diageo ed allo staff per l’ospitalità e professionalità dimostrata. Secondo i dati dell’Istat, nel primo trimestre 2008 la Granda conferma il trend positivo con cui ha chiuso il 2007 tese, collocandosi in seconda posizione dopo la provincia di Torino (49,35%). La quota dell’export cuneese conferma quindi, in linea di massima gli stessi valori rilevati nel primo trimestre del 2007. Nello stesso periodo, l’import della provincia Granda ammonta a circa 896 milioni di euro, pari al 12,13% del totale regionale. L’analisi per settori conferma i dati tendenziali dell’ultimo anno: il comparto agroalimentare rappresenta la voce maggiore dell’export ed incide per il 22,5% sul totale. Tra i prodotti importati una significativa incidenza è rappresentata dall’agricoltura e dall’allevamento con una quota di oltre il 16% sul totale. Nel primo trimestre 2008 si evidenzia che il saldo commerciale, positivo per quasi 613 milioni di euro, è da attribuirsi per quasi il 33% al settore mezzi di trasporto (+224 milioni di euro) e per il 31,7% al settore degli alimenti e bevande (+216,6 milioni). Positiva anche la bilancia commerciale per i comparti macchine ed apparecchi meccanici (+115,8 milioni), gomma e materie plastiche (+104,7 milioni), pasta-carta ed editoria (+32,9 milioni), metalli e prodotti in metallo (+21,3 milioni) e prodotti da minerali non metalliferi (+12,9 milioni di euro). I settori, la cui bilancia commerciale risulta maggiormente negativa, sono i prodotti dell’agricoltura, caccia e pesca le cui importazioni cuneesi superano di quasi 63 milioni di euro le corrispondenti esportazioni. Negativi, inoltre, i saldi dei comparti dei prodotti chimici e fibre (-53,4 milioni di euro) e legno-prodotti in legno (-10,5 milioni di euro). I dati, tuttavia, rimangono tendenzialmente in linea con quelli riferiti agli ultimi 4 anni. Agosto/Settembre 2008 formazione & lavoro prove di dialogo Ritorna il sorriso tra industriali e Poli L’occasione è stata la consegna di otto borse di studio, ad altrettanti studenti cuneesi laureatisi al Politecnico di Mondovì, da parte della Confindustria e dell’Ance di Cuneo di Raffaele Sasso Grandi sorrisi e parole di reciproca stima. E non solo. Per la prima volta dopo un lungo periodo di critiche, il presidente di Confindustria Cuneo, Antonio Antoniotti ed il presidente del “Centro servizi per la gestione della sede di Mondovì” (Cesmo), ovvero il responsabile del Politecncino monregalese, professor Massimo Sorli, sono apparsi convinti di come si dovrà evolvere la collaborazione fra le due grosse realtà, permettendo alla prima di interagire nelle future scelte della seconda, che portino al miglioramento delle ziende sul territorio. L’occasione del riavvicinamento è stata la consegna delle borse di studio a otto laureati (due di primo livello e sei di laurea specialistica) voluta da Confindustria e dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), di Cuneo, rappresentata dal presidente, in quel periodo in carica, il monregalese Pierfranco Blengini. Alla cerimonia ha partecipato anche il sindaco di Mondovì, Il presidente di Confindustria Antoniotti ed il presidente dell’Ance Blengini mentre premiano due studenti sotto lo sguardo del professor Sorli Stefano Viglione, che ha portato il saluto ed il grazie della Città per quanto profuso a favore degli studenti del Politecnico. “Gli assegni di studio - ha detto il professor Sorli - sono stati consegnati ad allievi che hanno presentato tesi suggerite da aziende cuneesi, instaurando quella positiva collaborazione con le industrie della provincia, da sempre auspicata. Le tesi sono un tipo di rapporto, ma ne esistono anche altri, che pos- sono vedere utilizzare, dalle piccole e medie aziende, i nostri studenti con rapporti di consulenza, per meglio utilizzare tutte le opportunità di ricerca. In pratica offrire alle aziende due idee: un supporto a iniziative volte ad ottenere finanziamenti per introdurre le innovazioni e necessità di un confronto sul territorio, con giovani preparati”. “Sono certo - ha risposto il presidente Antoniotti - che la presenza dell’Università e del Politecnico sul territorio non debba essere solo volta alla formazione dei nuovi tecnici, ma deve promuovere una cultura sul territorio, avvicinando e migliorando il rapporto fra industria manifatturiera e mondo della scienza. Senza questo rapporto perdiamo una opportunità. è dal 1990 che cerchiamo questa collaborazione, che sino ad oggi non si è verificata, pur se abbiamo contribuito da allora con borse di studio che complessivamente superano i 200 mila euro. Da anni chiedeva- mo che il rapporto con l’Università portasse ad avere un occhio particolare alle tesi, in modo tale da tener conto delle esigenze delle aziende. Ciò è avvenuto quest’anno, con lo svolgimento di lavori di interesse dell’industria e del settore delle costruzioni e per celebrare questo passo avanti abbiamo pensato all’appuntamento di consegna dei riconoscimenti a giovani laureati, separandolo dalla tradizionale cerimonia, che ogni anno si svolge con l’inaugurazione dell’Anno Accademico”. Quindi il saluto del presidente Ance, architetto Pierfranco Blengini: “In provincia sono 200 le imprese di costruzioni: la metà sono piccole e le altre per lo più del settore medio. La partecipazione dell’Ance ai premi delle tesi, è stata fortemente voluta per fare emergere come il ‘costruito’ rappresenti ovunque, il vero biglietto da visita del territorio”. è poi seguita l’illustrazione dei lavori da parte degli otto studenti, ricevendo poi la borsa di studio di 1.500 euro. Sono stati premiati da Antonio Antoniotti, presidente di Confindustria Cuneo: Claudio Balbo di Cuneo; Lorenzo Giordano di Caraglio; Federico Bianchini, di Villanova Mondovì; Manuele Botasso, di Busca; Veronica Medlin di Bussana di San Remo e Federica Inz, di Mondovì. Piefranco Blengini ha invece consegnatol’assegno ad Elisa Marchionni, di Boves; Cristiana Taricco, di Cuneo e Barbara Viale, di Priocca d’Alba. Produzione e vendita di piante ornamentali Piante ornamentali esemplari Studio e realizzazione parchi, giardini e terrazzi Impianti d’irrigazione “Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata...” Frazione LORETO, strada per Caraglio - BUSCA (CN) Tel. 0171.94.32.03 - 335.52.06.127 - Fax 0171.93.38.54 www.miretti.org - [email protected] L’Arte del Verde Agosto/Settembre 2008 formazione & lavoro il rapporto “excelsior 2008” Occupazione in crescita nella Granda Nonostante la congiuntura sfavorevole, le previsioni delle aziende per il 2008 sono abbastanza positive. Il 2007 si è chiuso con un saldo negativo solo per il commercio di Lorenzo Boratto Rallenta la crescita economica, ma tiene e anzi cresce leggermente l’occupazione nella Granda, con le aziende che dicono di voler assumere sempre più personale, soprattutto qualificato. Venerdì 25 luglio la Camera di commercio di Cuneo, prima a livello nazionale, ha presentato i dati elaborati dal sistema informativo “Excelsior”: è l’undicesima indagine annuale che, attraverso interviste a 1.135 aziende di 15 diversi settori, fotografa le prospettive per il 2008 del mercato del lavoro provinciale. “Il sistema produttivo della Granda - ha precisato il presidente camerale Ferruccio Dardanello - esprime la volontà di reagire alle crescenti difficoltà congiunturali, grazie soprattutto alle piccole e medie imprese. Il tasso di crescita previsto è dello 0,6%, alla pari con Torino e con il dato medio regionale. Il ‘modello Cuneo’ è specializzato in il commento in cifre Merlo: “crediamo nelle persone” 15.800 - Le assunzioni previste nel 2008 dalle 1.135 aziende intervistate nell’indagine. Le uscite saranno 10.600. 2.241 - I cuneesi laureati nel 2006, il 70% in più del 2001. 580 - Le assunzioni di laureati previste nel 2008. 2,2 - Il tasso percentuale di disoccupazione nella Granda secondo l’Istat nel 2007. Nel 2006 era del 2,7. 61,2 - La percentuale di contratti a tempo determinato per le nuove assunzioni di personale. È la percentuale più alta si sempre, superiore a quella piemontese (54,8) e italiana (56,2). “L’occupazione è fondamentale per il futuro: la sezione meccanica di Confindustria ha condotto una ricerca interna per individuare le figure professionali più richieste e potere così attivare, tramite le agenzie formative, percorsi mirati alla crescita del personale interno e al soddisfacimento delle necessità delle imprese stesse”. Sono le parole del cavaliere Amilcare Merlo, vicepresidente di Confindustria Cuneo, che ha preso parte alla presentazione dell’indagine Excelsior. “Il nostro impegno - ha proseguito - si esprime anche attraverso la partecipazione diretta ai Poli formativi, per una più stretta relazione tra il mondo della formazione professionale, quello del lavoro ed il sistema territoriale, assumendosi il compito di portare a conoscenza le reali esigenze aziendali. Non solo: anche l’Università si deve impegnare per soddisfare le esigenze del territorio, creando figure appetibili per il mercato del lavoro”. Infine una considerazione sulla situazione attuale: “Serve più innovazione in Italia, perché altrove c’è una burocrazia meno stringente e un costo del lavoro inferiore. Noi crediamo nelle persone e si deve fare squadra per crescere, trasformarsi, innovare, stare al passo con la competizione internazionale”. diversi settori, quindi ha le potenzialità per rispondere al meglio ai cambiamenti della globalizzazione”. Anche se la congiuntura economica è sfavorevole, l’occupazione dovrebbe migliorare, mantenendo un tasso di disoc- cupazione di poco superiore al 2%, uno dei più bassi d’Europa: le aziende hanno manifestato l’intenzione di assumere nel corso di quest’anno 15.800 persone (di cui 4.420 nel comparto agricolo). Il direttore del Centro Amilcare Merlo “L’Università si deve impegnare per soddisfare le esigenze del nostro territorio” studi Unioncamere di Roma, Claudio Gagliardi, ha spiegato: “Nella Granda cresce il profilo dei lavoratori richiesto dalle aziende. Assumono di più le realtà più dinamiche: società di capitali e imprese votate all’export”. Per quanto riguarda i diversi settori, il saldo occupazione è positivo per turismo (2,2%), costruzioni (1,5%), servizi (1,2%) e industria (0,4%), l’unico segno “meno” si registra nel commercio (-0,1%). Ancora: le aziende richiedono sempre più laureati e diplomati (queste due figure sono quasi la metà delle nuove assunzioni), investono in formazione e c’è da registrare un’alta partecipazione ai corsi di aggiornamento, soprattutto in banche e assicurazioni. Inoltre, aumentano le assunzioni rivolte solo alle donne (nelle piccole imprese e nei settori commercio e servizi), si riduce il part-time, ma il 61,2% dei nuovi posti di lavoro sarà a tempo determinato: è il record di sempre. Da segnalare poi un ridimensionamento nelle assunzioni di extracomunitari (uno su 4 quest’anno, uno su 3 nel 2007). Al termine della presentazione, è seguita una tavola rotonda. Sebastiano Dutto, presidente Confartigianato Imprese Cuneo: “La conferma di un tessuto imprenditoriale sano e vitale che intende reagire alla crisi dei consumi e alle difficoltà investendo nelle risorse umane”. ricerca dell’ires piemonte Lavorare a cinquant’anni tra opportunità e difficoltà di Sonia Pellegrino lavoro, partecipando di fatto ai processi di innovazione in corso, e al contempo devono prendersi cura degli anziani, che vivono più a lungo. Sono il gruppo di popolazione su cui si concentra il maggior numero di domande di cambiamento e sono anche quelli che possono contare su meno aiuti per trovare risposte. Proprio i “nuovi cinquantenni” sono stati al centro di un convegno dal titolo “Cinquantenni in Piemonte tra lavoro e attività” che si è svolto lo scorso 9 luglio in Provincia, nel corso del quale sono stati diffusi i dati di un complesso percorso di ricerca portato avanti da Luciano Abburrà ed Elisabetta Donati dell’Ires Piemonte. Nel corso dell’incontro il presidente della Provincia Raffaele Costa, il presidente della Camera di Commercio, Ferruccio Dardanello e il dirigente di staff della Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro della Regione Piemonte, Giuliana Fenu, hanno riflettuto sulle dinamiche socio-economiche e formative che vedono aumentare il numero di occupati ultracinquantenni e che impongono di imboccare la strada dell’utilizzo ottimale della forza lavoro disponibile. I cinquantenni piemontesi, secondo la ricerca dell’Ires, sono soggetti ancora solidamente inseriti tanto nella sfera esterna dell’occupazione e delle attività, quanto nella sfera privata delle relazioni familiari e personali: si tratta di adulti in senso pieno e maturo, non di anziani. Un focus sugli ultracinquantenni cuneesi ha messo in evidenza la superiorità degli occupati (68%) rispetto ai pensionati. Essi hanno un livello di scolarizzazione basso (i tre quarti degli intervistati possiedono al massimo la licenza media) e sono ancora al lavoro non solo perché non hanno ancora raggiunto i requisiti, ma anche per migliorare il reddito (48,8%) e perché il lavoro piace (42,2%). Insomma, i cinquantenni cuneesi sono molto o almeno abbastanza soddisfatti del lavoro (83%). Tra le condizioni per continuare a lavorare anche una volta raggiunti i limiti d’età, i cinquantenni cuneesi pongo- no la soddisfazione e l’utilizzo al meglio delle loro capacità, un ambiente di lavoro gradevole, una retribuzione adeguata e orari compatibili con le altre loro responsabilità. “Sta progressivamente aumentando il numero di cinquantenni in attività - afferma Federica Giordano del servizio Formazione di Confindustria Cuneo -. Occorre valorizzare le loro competenze e l’esperienza maturata nel corso degli anni e fornire loro gli strumenti affinché essi siano parte attiva nei processi di innovazione”. partners-cn.it Se per Dante “il mezzo del cammin di nostra vita” era intorno ai trentacinque anni, oggi, che si è allungata di molto la prospettiva di vita, possiamo spostare questo scoglio in avanti, arrivando a fissarlo ai cinquant’anni. Non più ai margini dell’attività produttiva, i cinquantenni degli anni Duemila sono donne e uomini pienamente adulti, al centro sia delle relazioni di lavoro sia di quelle familiari: essi, infatti, devono in parte sostituire i giovani “mancanti” nei posti di In provincia di Cuneo il 68% degli ultracinquantenni non è in pensione. A fronte di una bassa scolarizzazione hanno competenze ed esperienza. Spesso lavorano anche per necessità. ViOne Traduzioni _ CUNEO Cell. 335 7901173 [email protected] Traduzioni tecniche professionali: • Fra n ce s e • I n g l e s e • Te d e s co • S p a g n o l o • C i n e s e • G i a p p o n e s e Agosto/Settembre 2008 10 confindustria notizie associazione costruttori edili della provincia di cuneo Il lavoro stabile contro il precariato Il nuovo presidente dell’Ance Cuneo, Filippo Monge, parla di un’economia reale il cui obiettivo primario è quello di pagare gli stipendi e investire sulle risorse umane di Fabrizio Pepino Lo sguardo a scrutare l’orizzonte, i piedi ben piantati per terra. Filippo Monge, alla sua seconda settimana da presidente dell’Ance di Cuneo, ben incarna le due anime dell’imprenditore e del professore, di chi nella vita si dedica ora alla pratica, ora alla teoria: due mondi che spesso vivono separati in comparti stagni, ma che ora, anche grazie al nuovo incarico alla guida dell’associazione dei costruttori edili cuneesi, possono entrare in sinergia in un’unica esperienza imprenditoriale, professionale e umana. Perché di neo-Umanesimo di impresa si tratta, quando Monge parla di un’economia reale che, di fatto, pensa prima di tutto a pagare gli stipendi, superando l’idea del precariato (contratti a progetto) portata dalla corrente più dirompente della new economy, per ribadire il valore di una strategia d’impresa che mira a creare occupazione stabile (il lavoro dipendente dell’old economy), investendo sull’unico capitale che non mancherà mai in nessuna azienda: le risorse umane. Presidente, non stiamo volando troppo alto? “Sì e no. Sì, perché si tratta di obiettivi e teorie che appartengono ad una cultura d’impresa che richiede tempo per diventare reale. No, perché ogni imprenditore sa che se vuole raggiungere 10, deve puntare a 100”. Insisto: fa strano sentir parlare di lavoro stabile nell’era della flessibilità, che spesso fa rima con precarietà... “È proprio qui il fraintendimento. Io sono, senza alcun dubbio, per la flessibilità: ogni imprenditore edile, infatti, sa benissimo che il subappalto intelligente è il primo alfiere CHIRURGIA AMBULATORIALE : OCULISTICA E OCULOPLASTICA: NIRC - ringiovanimento cutaneo non invasivo a radiofrequenza - eliminazione inestetismi della pelle - rughe periorbitali e lassità naso-labiale senza anestesia ESTETICA, PLASTICA E DERMATOLOGICA: nevi, lipomi, cisti, correzione rughe, labbra, palpebre, orecchie- tossina botulinica. CHIRURGIA UROLOGICA: frenuloplastica, circoncisione, biopsia prostatica transrettale ecoguidata. CHIRURGIA DELLA MANO: tunnel carpale, dito a scatto, malattia di Depuytren, neoformazioni, lesioni nervose, tendinee e legamentose, trattamento della mano reumatica. MEDICINA ESTETICA Visite specialistiche Medicina estetica: Check up PEFS Check up viso computerizzato - Doppler Filippo Monge dell’outsourcing, della flessibilità e quindi, della competitività. Il problema è che l’idea di flessibilità che va per la maggiore oggi, non è esatta. Faccio un esempio: se i tanti giovani laureati in materie umanistiche fossero più flessibili, orientando le loro ambizioni in ambiti applicativi diversi da quello di riferimento di studio, sono sicuro che potrebbero portare a casa degli stipendi, per così dire, tradizionali”. Quindi il vero problema delle nuove generazioni non è l’impennata dei tassi sui mutui per l’acquisto della prima casa... “È evidente che la situazione delle banche statunitensi, per fortuna, non mi risulta essere quella delle banche italiane, che si sono dimostrate più previdenti e caute nella selezione dei loro potenziali debitori. Inoltre in Italia, soprattutto in provincia, è ancora fortemente diffusa una cultura che considera il debito un’onta nei confronti della società, non per nulla proprio i cuneesi sono famosi per l’abitudine a non fare mai il passo più lungo della gamba. D’altro canto, proprio l’esperienza appena conclusa come presidente della Scuola Edile, mi porta a dire che la possibilità di avere un lavoro stabile e qualificato è alla portata di tutti anche a casa nostra. Lo dimo- venoso - Scleroterapia - Dietoterapia. Trattamenti viso: Peelings superficiali, medi e medio profondi - Rivitalizzazione Dermafiller. Trattamenti PEFS: Biointradermo Elettrolipolisi - Idrolipoctasia ultrasonica Crioelettroforesi - Pressoterapia LGP Endermologie. strano le migliaia di giovani che in questi anni sono passati sui banchi dell’ente bilaterale, ricevendo gratuitamente formazione e occupazione. Il problema è che spesso mancano le risorse, sia umane che finanziare”. A proposito di risorse, proprio la presidente nazionale di Confindustria Emma Marcegaglia, a Pollenzo il 10 luglio scorso per l’assemblea provinciale degli industriali cuneesi, ha insistito sulla necessità di riattivare gli investimenti pubblici... “Sono perfettamente d’accordo. Penso che in questa fase di ‘conclamata emergenza’ siano indispensabili degli interventi di finanza pubblica per rilanciare le infrastrutture: e quando dico infrastrutture penso sia alle strade, che alle scuole, ospedali, beni culturali ma anche nuovi interventi di edilizia sovvenzionata (case popolari ndr). Quello che manca è l’elaborazione di una doppia strategia di rilancio territoriale - a livello nazionale e locale - che deve essere pattuita di concerto con gli enti pubblici”. Ma non sarebbe il caso di abbandonare, almeno un po’, l’abitudine di bussare sempre alla porta del Pubblico, soprattutto in una fase di forte carenza di disponibilità di risorse da parte degli enti? “La strada maestra per innescare una profonda diversificazione del mercato delle imprese costruttrici (e non solo), che storicamente hanno avuto nel pubblico il loro cliente di riferimento, è quella di attrarre in provincia di Cuneo dei nuovi investimenti. Quando una nuova impresa arriva sul territorio, infatti, innesca un ciclo di insediamento che non può che portare ricchezza e lavoro per tutti: l’avvio di un’attività comporta sempre la realizzazione di opere di urbanizzazione, strade, piazzali, capannoni, centri direzionali etc. Il fatto è che oggi come oggi, purtroppo, le imprese straniere non ritengono strategico il nostro territorio”. Quale suggerimento arriva dal professor Monge? “Un territorio si rende strategico con l’ensemble, un nuovo soggetto che si occupi della promozione del livello di competitività e faccia marketing del territorio, che non vuol dire solo attrarre turisti. Tutti i portatori di interesse dei benefici che si possono trarre da un simile processo (enti pubblici come associazioni di categoria), devono superare gli interessi di parte, sedersi allo stesso tavolo e formare un ‘insieme’ che si muova unitariamente in questa direzione. Certo, non è facile attrarre investimenti, ma almeno abbiamo il dovere di provarci. Servono nuove idee e atti di coraggio”. Ammesso che nuove imprese arrivino nel Cuneese, poi bisognerà trovare il modo di rendersi presentabili, cioè di metterle in condizione di poter operare sul nostro territorio... “È un lavoro parallelo che rientra tra le priorità della mia presidenza. Anche in questo caso, ci sono azioni immediate che bisogna portare a compimento per far fronte ad una carenza del passato, e misure a mediolungo termine che necessitano di una fase di gestazione più complessa. Sul primo fronte, ad esempio, è fuor di dubbio che per i prossimi cinque anni la precedenza assoluta dovrà essere data alla messa in sicurezza del territorio, la cui fragilità è stata messa ancora una volta in evidenza dall’ultima alluvione di fine maggio. Sul secondo livello, invece, servono Piani strategici territoriali che coinvolgano territori (o comprensori più estesi) e non un solo Comune e che indichino priorità e urgenze a breve- AMBULATORIO CHIRURGICO AMBULATORIO MEDICO POLISPECIALISTICO Direttore Sanitario: Dott. Fabio Pittano - Medico Chirurgo - Specialista in Clinica Oculistica Autorizzazione Sanitaria n. 25296 DERMOGRAFISMO ESTETICO CORRETTIVO Trucco semipermanente: sopracciglia, occhi (eye-liner) e bocca. Areola mammaria. Alopecia areata - Vitiligine. LASER E MEDICINA ESTETICA Macchie senili (mani-viso). Iperpigmentazioni cutanee. Epilazione definitiva. Lifting non chirurgico del volto. Formazioni vascolari: capillari (visogambe), angiomi, couperose,rosacea. Rimozione tatuaggi multicolore. Asportazione neo-formazioni cutanee. TRATTAMENTO DELLE CALVIZIE Tecnica dell’autotrapianto monobulbare Corso Nizza, 10 - 12100 CUNEO Tel. 0171 64416 - Fax 0171 631769 E-mail: [email protected] - www.centromedicoeuropeo.it VISITE SPECIALISTICHE: Allergologia ed Immunologia clinica Andrologia Cardiochirurgia Cardiologia Chirurgia della mano Chirurgia Generale Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Chirurgia ed Urologia pediatrica Chirurgia Vascolare Colonproctologia Dermatologia Endocrinologia e Diabetologia Fisioterapia Gastroenterologia Nefrologia e Studio dell’ipertensione arteriosa Neurochirurgia Oculistica Ortopedia Osteopatia Ostetricia e Ginecologia Otorinolaringoiatria Pediatria Podologia Pneumologia Psichiatria Psicologia Reumatologia Rieducazione Perineale Tisiologia e malattie apparato respiratorio Urologia carta d’identità imprenditore e professore Il saviglianese Filippo Monge, 40 anni compiuti a giugno, il 4 luglio scorso è stato eletto all’unanimità presidente di Ance Cuneo per i prossimi tre anni. Monge succede a Pierfranco Blenigini, 61 anni, amministratore delegato della Saisef spa di Mondovi, che per 6 anni ha guidato l’associazione dei costruttori edili cuneesi. Venerdì 18 luglio, inoltre, Monge è stato eletto vicepresidente di Ance Piemonte con la delega al Centro studi. Il nuovo presidente è amministratore della Farm sas di Savigliano, impresa familiare di terza generazione con cantieri in Piemonte e Liguria di Ponente, che fa capo alle famiglie Monge-Rabbone di Savigliano. Il capostipite, Filippo Monge, nel secolo scorso aveva già partecipato alla ricostruzione del Dopoguerra realizzzando importanti stabilimenti (tra cui le celebri Carrozzerie Fissore di Savigliano). Attiva nel settore delle infrastrutture pubbliche, ha completato negli ultimi anni importanti lavori (la stazione Ferroviaria di Cuneo, la chiesa di Santo Stefano a Mondovi, ora aula magna del Politecnico, Villa Santa Croce a Cuneo, una parte dell’Ospedale Carle, la Castiglia di Saluzzo, il teatro di Busca, la Croce Rossa di Busca, oltre a numerosi interventi di edilizia scolastica, socio-assistenziale e, in ultimo, turistica). Laureato in Economia e Commercio a Torino, ha perfezionato i propri studi a Londra, presso la London School of Economics (è stato allievo di Michael Barzelay) e alla Sda Bocconi. Docente di Economia e gestione delle Imprese presso l’Università di di Torino, è autore di numerose pubblicazioni sul rapporto tra impresa e territorio. Dal 1988, ha incarichi direttivi nel sistema confindustriale, nel cui gruppo giovani è entrato nel 1986, ricoprendo, poi, quasi tutte le cariche provinciali e regionali e arrivando a dar vita, nel 1996, al Gruppo Giovani Imprenditori Edili di cui è poi anche diventato presidente regionale. Nell’ultimo triennio è stato presidente degli enti bilaterali Scuola Edile e del Cpt. È stato amministratore di Sitraci spa, Autostrada Albenga-GaressioCeva spa, Fondazione Cassa di Risparmio di Savigliano, Consorzio dei Servizi sociali del Monregalese, Atc Cuneo e Atc Si srl. medio periodo. L’esperienza da poco conclusa come firmatario del Piano strategico territoriale del Casalese, dove sono stati coinvolti tutti i 42 Comuni del territorio, è la dimostrazione che si può fare”. Secondo lei l’Ance di Cuneo è riconosciuta come un interlocutore autorevole per affrontare temi così strategici? “È l’ora di ricordare che l’Ance in Italia produce oltre 35 del Pil (dati 2008 de “Il Sole 24 Ore”, ndr), un numero che deve cominciare a valere nella rappresentanza e nel peso istituzionale della categoria. Tuttavia occorre dare una nuova visibilità ai costruttori edili, che devono farsi percepire diversamente dall’esterno, devono diventare un soggetto forte da interpellare, devono imparare a investire sulla comunicazione. È un percorso che avvierò da subito con la nuova squadra che guiderà l’Ance di Cuneo per i prossimi tre anni. Sulla bandiera dello Stato americano del New Mexico campeggia un motto latino, eundo crescit, andando avanti si cresce. E noi non possiamo permetterci di stare POLO OCULISTICO Difetti refrattivi. Cataratta. Glaucoma. Degenerazione maculare. Consulenza retina medica e chirurgica. Trattamento laser per retina e glaucoma. PNT-trattamento ipertono oculare. Tossina botulinica. Inestetismi e malattie delle palpebre. Ecografia Uretrocistoscopia flessibile Uroflussometria POLO ORTOPEDICO Ortopedia generale. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI E STRUMENTALE Patologia della mano: tunnel carpale, dito a Ecografia internistica. Ecografia infantile dell’anca. Ecocardio. ECG. Ecocolordoppler. Test da sforzo. Densitometria ossea computerizzata monosegmento ad ultrasuoni. Dermatoscopia in epiluminescenza. Spirometria. Reumatologia: artrosi, artrite, osteoporosi, DIAGNOSTICA UROLOGICA DI 1° LIVELLO: scatto, malattia di Depuytren, ecc. spondiloartriti, connettivi, ecc. Ortopedia infantile. Patologia della spalla. Terapia con onde d’urto: tendiniti, gomito del tennista e golfista, ecc. Terapia con dispositio di diatermia: eventi traumatici postumi da fratture, contratture, ecc. FOTOTERAPIA UVB a banda stretta per il trattamento di psoriasi, vitiligine ed altre affezioni cutanee. Agosto/Settembre 2008 confindustria notizie 11 gruppo giovani imprenditori edili della provincia di cuneo Pensare al futuro, non solo il nostro Elena Lovera, riconfermata alla guida dei giovani di Ance Cuneo, invita le istituzioni e gli imprenditori a fare scelte lungimiranti, i cui effetti benefici siano a lunga scadenza di Fabrizio Pepino Il coraggio dell’arte, la tentazione della tecnica. Elena Lovera - trent’anni (a settembre) passati tra famiglia, azienda, scuola, impegno sociale e culturale - coglie l’occasione della sua recente riconferma alla guida del Gruppo giovani imprenditori edili della sezione Ance di Cuneo, per spingere il mondo politico e istituzionale, cuneese e non solo, a spiccare il volo verso un orizzonte che supera quello del proprio naso, in uno slancio ideale e pragmatico allo stesso tempo, in grado di anteporre all’interesse particolare il bene comune. “Dobbiamo avere il coraggio di fare scelte lungimiranti - spiega -, di puntare ad obiettivi a lunga scadenza, di guardare al futuro prossimo della nostra economia, società, territorio, di seminare e avere la pazienza di aspettare che il tempo faccia il suo corso, per poi raccogliere il frutto”. Presidente, spieghi meglio... “È presto detto. Il mondo istituzionale, la politica, le amministrazioni pubbliche, anche a livello locale, il più delle volte operano scelte che portano ad un risultato immediato, tangibile a breve periodo, consapevoli del fatto che spesso non si tratta delle decisioni migliori per risolvere un determinato problema a vantaggio del territorio su cui insistono. Voglio dire: se l’interesse degli uomini che stanno al potere è unicamente quello di mantenere la posizione che occupano, è chiaro che il loro operato deve raggiungere visibilità prima della fine del loro mandato, in quanto è la miglior premessa alla loro riconferma!” Dobbiamo generalizzare o si riferisce a qualche caso specifico? “Si tratta di un fenomeno abbastanza diffuso, purtrop- Elena Lovera po. Gli amministratori locali hanno un atteggiamento troppo accomodante con gli enti pubblici di riferimento che hanno competenza sul loro territorio, favorendo così il permanere di uno stato di fatto che non fa che rimandare ad oltranza le discussione e la soluzione dei problemi, storici e nuovi, della nostra provincia” Vada avanti... “Dobbiamo rompere con la ‘cuneesità’, con il luogo comune per cui tanto nella Granda alla fine va sempre tutto abbastanza bene. Bisogna che miriamo ad uno sviluppo sostenibile, che pensiamo al futuro, che smettiamo di accontentarci di quello che abbiamo e continuiamo a crogiolarci nella nostra ovatta. Le amministrazioni, per fare un altro esempio, devono puntare ad una rete infrastrutturale che qualifichi le nostre città, evitando di fare piani regolatori e piani strategici dequalificanti”. Ma non sarà una questione generazionale dell’attuale classe dirigente? “Qui tocchiamo un tasto dolente, che riguarda il pubblico come il privato, gli enti come le aziende: il problema del passaggio generazionale. In Italia, cioè, va sempre più affermandosi la tendenza a continuare a lavorare ad oltranza, a ritardare l’entrata in pensione. In questo modo però è chiaro che le fasi decisionali rimangono saldamente in mano alle generazioni più vecchie, mentre il ricambio avviene solo nelle posizioni meno strategiche. Senza voler togliere nulla all’apporto fondamentale dato dall’esperienza di chi da tanti anni occupa una determinata posizione, è evidente che, d’altra parte, il nuovo stenta ad avanzare. È un problema che abbiamo già cominciato ad affrontare con i giovani edili negli anni scorsi con l’iniziativa ‘Di padre in figlio’. L’Italia è controtendenza sull’argomento, dovremo sicuramente tornarci sopra”. Tra l’altro, mi pare si tratti di un problema che lei vive in prima persona... “Vero. Io devo ringraziare mio padre Franco e mio fratello Enrico se sono qui a portare avanti un impegno in associazione, senza il loro consenso e la loro spinta non avrei maturato questa sensibilità. Credo che un’azienda come quella della mia famiglia sia abbastanza tipica nel panorama delle imprese costruttrici della nostra provincia. Credo che, al di là della mia esperienza personale, si tratti di un tessuto sano ed efficiente, in cui si riescono ancora a trasmettere dei valori di cultura d’impresa grazie al persistere dei rapporti umani come collante nelle varie fasi lavorative. Per me lavorare nel settore edile è bellissimo, in quanto credo che sia rimasto uno dei pochi lavori in cui il dialogo ed il confronto continuo tra amministratore e capocantiere, preserva la dimensione umana dell’impresa, componente fondamentale nel processo di svolgimento del lavoro. Spesso si pensa che l’impresa debba tendere verso una organizzazione sempre più razionale, dimenticando che in realtà sono i processi decisionali che devono essere razionalizzati, non i rapporti”. E di conseguenza nasce l’esigenza di un impegno nella vita associativa... “Soprattutto tra i costruttori, c’è un forte turn over generazionale. Per questo è di fondamentale importanza che le imprese che hanno degli associati giovani li spingano a partecipare alla vita dell’associazione. È bene che ogni giovane che vuole fare l’imprenditore, cominci ad interessarsi fin da subito ai problemi che incontrerà per la strada. Il futuro delle aziende dei nostri padri dipende da noi, la vita non è una prova generale a cui assistere!”. Qual è il contributo alla causa che arriva dai giovani costruttori edili cuneesi? “L’esperienza fatte negli ultimi tre anni alla guida dei giovani dell’Ance di Cuneo è stata molto importante per me. Grazie all’ampio margine di libertà concesso alle nostre iniziative dall’expresidente Pier Franco Blengini, infatti, abbiamo partecipato ai convegni nazionali, addentrandoci nelle macrotematiche del Consiglio nazionale, abbiamo fatto un gemellaggio con il Gruppo di Verona, realizzato un percorso formativo di alto livello sul passaggio generazionale, instaurato relazioni professionali e, con le idee dei giovani edili della provincia, ci siamo confrontati con gli altri gruppi piemontesi nel Comitato regionale e abbiamo collaborato con il Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Cuneo al Progetto Scuola e Progetto Università. Rinnovo tutta la mia disponibilità al nuovo presidente di Ance Cuneo, Filippo Monge, che ben conosce la realtà dei giovani edili in quanto è già stato presidente del gruppo, a continuare la partecipazione e la collaborazione con i senior. Ora il mio desiderio resta quello di poter consolidare il gruppo, con l’aspirazione di riuscire ulteriormente a ‘fare squadra’, carta d’identità imprenditrice e laureanda La saluzzese Elena Lovera, 30 anni a settembre, il 4 luglio scorso è stata riconfermata alla guida del Gruppo giovani imprenditori edili della sezione Ance di Cuneo per il prossimo triennio. Già presidente del sodalizio dal 2005, il medesimo anno è stata eletta nel Consiglio centrale dell’Ance a Roma e dal 2007 è vice presidente del Piemonte del Gruppo Ance. Nel 2006 è entrata a far parte del Consiglio di amministrazione dell’Afm, organismo che si occupa dell’alta formazione manageriale, organizzando corsi per i giovani imprenditori. Come presidente de giovani edili, è consigliere nel Direttivo senior di Ance Cuneo. A giugno era già stata eletta e nominata vice presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo. Laureanda in Etica ed Economia (Facoltà di Scienze Politiche Professionali dell’Università di Torino), lavora nella Costrade srl di Saluzzo, azienda di famiglia che prevalentemente realizza lavori pubblici stradali e opere di urbanizzazione primaria e di ingegneria naturalistica, parallelamente all’attività di estrazione e vendita di ghiaione naturale di cava. Oltre alla ordinaria amministrazione, è responsabile del Sistema Qualità e Referente per la Sicurezza nel Lavoro. Si occupa di risorse umane, gestione clienti, progetti di riqualificazione ambientale e innovazione. Elena Lovera fa parte di un Comitato della Fondazione Bertoni di Saluzzo ed organizza da circa 10 anni manifestazioni culturali, musicali, sportive ed artistiche ed eventi di valorizzazione del territorio, in collaborazione con varie associazioni come l’Aido, l’Admo, l’Avis, la Libertas, lo Slow Food, Fattoria Amica, alcune Onlus che seguono progetti per Africa e India e il Rotary, di cui è socia. Di recente ha iniziato ad occuparsi di comunicazione ed eventi legati al mondo del golf per il Castellar Golf Club. preparandoci ad affrontare il turn over generazionale, con nuove iscrizioni, collaborando con l’omologo Gruppo giovani imprenditori di Confindustria, nell’intento di creare una compagine imprenditoriale cuneese che si distingua per essere energica, compatta e strutturata alle sfide dell’era global”. Qualche anticipazione? “Presto, grazie alla collaborazione con il responsabile dell’ufficio legale di Confindustria Cuneo, Giacomo Tassone, concluderemo il manuale sui lavori pubblici, una sorta di prontuario da tenere sempre a portata di mano per districarci nella giungla di lacci e lacciuoli delle leggi che regolano l’edilizia. Poi, per quanto concerne la formazione, voglio portare a Cuneo un corso di eccellenza rivolto ai giovani imprenditori, che spesso non hanno il tempo e la possibilità di spostarsi a Roma o Milano per frequentare master specifici sull’argomento. Infine, intendo creare un tavolo di discussione trasversale a tutte le sezioni giovanili delle associazioni di categorie e degli ordini professionali della nostra provincia. Un tavolo che diventi un luogo dove discutere e confrontarsi su problematiche comuni alla nostra generazione. Voglio lavorare per unire, non per dividere”. A proposito del dualismo iniziale tra arte tecnica, scriveva l’austriaco Kraus a fine Ottocento: “L’arte è ciò che il mondo diventerà, non ciò che il mondo è”. è quello che tutti speriamo. Agosto/Settembre 2008 12 confindustria notizie di Gilberto Manfrin pollenzo L’assemblea annuale degli associati Prima l’attesa per il suo arrivo, poi le premiazioni degli associati “storici” direttamente dalle sue mani, quindi il discorso, più volte interrotto da lunghi applausi. È intervenuta anche Emma Marcegaglia, presidente nazionale di Confindustria, all’assemblea annuale degli associati cuneesi dal titolo “Energia e energie: punti fermi per l’industria”, svoltasi giovedì 10 luglio nella splendida cornice dell’Albergo dell’Agenzia di Pollenzo. Ricevuta dal presidente di Confindustria Cuneo, Antonio Antoniotti e dagli applausi delle centinaia di industriali che l’attendevano, Emma Marcegaglia si è prestata con emozione alla premiazione degli imprenditori storici di Confindustria Cuneo, ascoltando con particolare interesse la relazione del presidente Antoniotti, ultima alla guida degli industriali cuneesi, per poi catalizzare su di sé l’attenzione delle centinaia di industriali che attendevano di sentire parole di sprono e incoraggiamento dalla sua stessa voce. Frasi che hanno subito colto nel segno: “È sempre un piacere arrivare in una provincia solida e dinamica come quella di Cuneo, dove opera la parte più sana della nostra industria”. Ha esordito così al microfono la numero uno degli industriali italiani, in un discorso che ha fatto il paio con quello del presidente cuneese; due relazioni molti simili quelle dei due presidenti, che hanno toccato un po’ tutti i temi di maggior attualità nello scenario politico ed economico italiano ed internazionale. Discorsi incentrati sulla necessità di aiutare il Paese a crescere, aumentando la competitività e la produttività delle imprese. ALLARME CRESCITA Partendo da un’analisi del contesto economico mondiale, il presidente di Confindustria Cuneo, Antonio Antoniotti, ha ricordato che la produzione industriale della Granda ha registrato nel 2007 un incremento del 5% e che nel primo trimestre del 2008 è continuato il trend in espansione, indicando però nel marcato rialzo dei prezzi delle materie prime la causa scatenante delle spinte inflazionistiche che hanno di fatto azzerato la crescita generale dell’Italia: “Temiamo - ha affermato Antoniotti - che questa situazione possa arrivare a penalizzare anche il nostro “modello Cuneo”, additato come un esempio da seguire”. Un problema fatto proprio anche dalla presidente nazionale degli imprenditori nel suo discorso a braccio che ha colpito tutti per la determinazione e la chiarezza con cui la prima donna degli industriali si è rivolta alla platea: “La crisi finanziaria che stiamo vivendo e l’aumento dei prezzi delle ingrandimento contratti al centro dei discorsi La trattativa sui contratti - come ha dichiarato la presidente Emma Marcegaglia da Pollenzo - sarà chiusa entro il 30 settembre 2008. Con ogni probabilità l’indice per il rinnovo del contratto proposto da Confindustria ai sindacati si aggirerà intorno al 2%, più alto dell’1,7% previsto dall’inflazione programmata dal Governo, ma più basso del 3,8%, che è il tasso reale. “Di questo 3,8% - ha dichiarato Emma Marcegaglia - circa l’1,8% è un’inflazione importata con i rincari delle materie prime, su tutte il petrolio. È un costo che non possono pagare le imprese, perché significherebbe portare l’inflazione all’8% come negli anni ‘70 e poi perchè le imprese già subiscono i costi dell’inflazione importata”. Il presidente di Confindustria ha riconosciuto come vi sia un problema di reddito spendibile, invitando anche il Governo a fare la sua parte per un recupero del potere di acquisto, cominciando ad esempio dalle liberalizzazioni dei servizi e delle imprese pubbliche locali. Emma Marcegaglia e Antonio Antoniotti La sala dell’albergo dell’Agenzia di Pollenzo stracolma di imprenditori alll’assemblea del 10 luglio scorso I due presidenti nei loro interventi hanno dimostrato una forte sintonia nell’approccio sui punti critici materie prime impongono un netto cambio di rotta. Le banche soprattutto devono tornare a supportare le aziende sane. E noi che portiamo avanti piani di produzione dobbiamo pretenderlo, a maggior ragione se si pensa che le nostre banche hanno subito meno la crisi internazionale. Vanno aumentati il credito e la collaborazione con le aziende”. più COMPETITIVITà Al centro dell’attenzione è poi finita la competitività delle imprese: “È pressoché fantasioso immaginare che le aziende possano essere competitive in un paese che non lo è e in cui non vige il principio della concorrenza – ha rimarcato Antoniotti -. Fortunatamente con la legge Biagi si è sbloccato un rigido meccanismo nella gestione dei contratti di lavoro, introducendo il concetto di flessibilità, ormai indispensabile”. Questione, quello dei contratti sul lavoro, affrontata anche da Emma Marcegaglia: “Vogliamo provare con il sindacato ad aumentare la Antoniotti-Marcegaglia Due voci all’unisono produttività delle aziende italiane, per innalzare di conseguenza salari e crescita. Per farlo vogliamo fare un buon accordo, ma non a tutti i costi. Questo accordo - ha sottolineato la Marcegaglia - deve salvaguardare la competitività per abbattere così il grosso problema dell’Italia, che è la crescita zero”. La lady d’acciaio ha ricordato come si sia riaperto il dialogo con i sindacati, ma ha anche tenuto a precisare che la trattativa si dovrà chiudere tassativamente entro il 30 settembre: “Basta lungaggini. Noi - ha aggiunto - chiediamo di stabilire regole sui rinnovi contrattuali e sanzioni per chi non le rispetta; non siamo interessati ad accordi di facciata”. Entrando nel merito della questione ha voluto spiegare come Confindustria “non voglia cancellare il contratto nazionale, ma alleggerirlo, perché rimanga una sorta di paracadute per tutti, anche se poi dovrà lasciare più spazio alla contrattazione a livello aziendale”. Non sono mancanti ampi accenni al tema della tasse e alla Finanziaria. RIDURRE LE TASSE Il presidente Antoniotti si è rivolto direttamente ad Emma Marcegaglia per chiedere a Confindustria di non avallare più decisioni come sono state l’introduzione dell’Irap e la riforma del Tfr. La lady d’acciaio ha rincarato la dose: “Gli italiani pagano il 43% del Pil in tasse. Il Dpef prevede una pressione fiscale che per i prossimi tre anni resterà immutata: questo non va bene. Le entrate tributarie - come confermato dallo stesso dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia - sono aumentate di circa 5 miliardi di euro, per un incremento del 3,3% nei prossimi cinque mesi del 2008”. Ed anche la presidente punta il dito sull’Irap: “Chiederemo al Governo di ridurre questa tassa iniqua e di utilizzare le maggiori entrate fiscali derivanti dalla lotta all’evasione per abbassare le tasse sulle imprese”. ENERGIA E INFRASTRUTTURE Gli ultimi due grandi temi affrontati: “Paghiamo 19 miliardi di euro all’anno per la carenza di infrastrutture - ha sottolineato Emma Marcegaglia -. Vorremmo un impegno di finanza pubblica per venire incontro alle carenze. Per questo stiamo preparando un documento da presentare al ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, su come semplificare la prassi per velocizzare le opere. È ora di dire basta ai cosiddetti Comitati del No che ostacolano solo la crescita”. Ampi cenni alle necessarie innovazioni in campo energetico: sia il presidente Antoniotti che il presidente Marcegaglia hanno evidenziato la necessità di riaprire all’energia nucleare e di avere quanto prima un sostanzioso programma di costruzione di rigassificatori, senza dimenticare, come ha più volte rimarcato il presidente Antoniotti, la necessità di dare concretizzazione alle numerose fonti alternative di energia di cui proprio la Provincia di Cuneo è in possesso: idroelettrica, fotovoltaica, eolica, biomasse legnose, rifiuti speciali e urbani non pericolosi”. UNA NUOVA CULTURA Da ultimo un cenno alle generazioni future. Antoniotti: “Manca una cultura d’impresa che noi vogliamo assolutamente riportare nelle scuole - ha detto il presidente degli industriali cuneesi -. Si deve lavorare affinché possa essere introdotta nelle aule e nelle università, in particolare per quanto concerne concetti di ottenimento degli obiettivi, di risultato e di meritocrazia. Concetti, tra l’altro, che stanno alla base anche di una corretta cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro”. “Istituti tecnici e università devono tornare all’altezza. Da questo dipende il futuro delle nuove generazioni - ha aggiunto Emma Marcegaglia, che ha concluso il suo intervento con un messaggio di speranza: “Nonostante molti punti oscuri non penso che l’Italia sia condannata alla non crescita; ma non ci sono più alibi, è il momento di andare avanti e anche noi industriali dobbiamo e vogliamo essere una voce forte di questo cambiamento”. confindustria notizie Agosto/Settembre 2008 13 I quattro imprenditori premiati all’assemblea Lucia Germanetti (Bragas srl) Carlo Miroglio (Miroglio spa) Prima della relazione dei presidenti Antonio Antoniotti ed Emma Marcegaglia, il direttivo di Confindustria Cuneo ha voluto procedere alla premiazione di Giuseppe Giordano, Guido Girardi, Lucia Germanetti e Carlo Miroglio, figure storiche dell’imprenditoria cuneese, che con il loro impegno e la loro lungimiranza hanno contribuito, a capo delle rispettive aziende, a far crescere il tessuto socio economico della Granda. Insieme a loro sono stati premiati i dipendenti Valerio D’Alessandro per i 25 anni di attività, Maddalena Bertaina per i 35 anni di attività e Laura Bordiga per i 25 anni di attività. Imprenditori e dipendenti hanno ricevuto i premi alla carriera direttamente dalla presidente Emma Marcegaglia, che non ha mancato di esprimere loro le proprie congratulazioni. Ma ecco una breve scheda degli imprenditori premiati. Lucia Germanetti ... Giordano (Giordano & C. spa) Guido Girardi (Girardi snc) Da 40 anni Lucia Germanetti conduce ininterrottamente la sua società, recandosi quotidianamente in azienda. Nata a Bra il 20 settembre 1931, frequenta la scuola secondaria delle Magistrali; da subito comincia a lavorare con il padre nell’azienda di famiglia che si occupava, a quel tempo, di autotrasporti prima, e di servizi di autolinee in un secondo tempo, accumulando esperienza anche in altri settori commerciali. Nel 1968, insieme con il padre Natale ed il fratello Carlo Michele, fonda la Bragas Sas, società per la vendita di gas liquido in bombole, apparecchiature per gas ed articoli da campeggio. Nel corso degli anni la Bragas, trasformatasi poi in Srl, aumenta progressivamente il giro di affari e consolida la sua posizione di società leader del gpl espandendosi nelle province di Cuneo, Torino, Asti, Alessandria e Pavia. La principale attività diventa l’installazione ed il rifornimento dei piccoli serbatoi di gas gpl e, alle altre attività “storiche” come la vendita di bombole, delle apparecchiature gas e da campeggio, vengono ad aggiungersi gradualmente anche la distribuzione e la vendita del gas gpl in rete nell’ambito di numerosi Comuni delle Langhe, del Canavese e della Valle Susa, la distribuzione e la vendita di gas metano, la vendita di gas gpl per autotrazione. In azienda si occupa personalmente di sovrintendere la gestione contabile, oltre a partecipare attivamente a tutte le principali iniziative societarie, in questo affiancata ora anche dai due nipoti Giacomo e Natale. Giuseppe Giordano Ottantuno anni e non sentirli: ancora oggi Giuseppe Giordano, nato a Cuneo il 13 maggio 1927, si reca in azienda, una realtà che opera ormai in tutto il mondo e che in Italia si colloca tra le prime quindici società nel proprio settore. Conseguita la maturità scientifica si iscrive al corso di Ingegneria Elettrotecnica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa. Sul finire dell’Università è costretto ad interrompere gli studi e a rientrare a Cuneo per sostituire il padre ammalato nella conduzione dell’azienda di famiglia, la “Enrico Giordano Impianti e Forniture Elettriche”, fondata nel 1924 con sede in corso Nizza 17. Nel 1953 subentra definitivamente al padre, mutando il nome della società in “Giordano & C.” e nel 1960 costruisce una nuova sede in via Bongioanni a Cuneo. Continuando a lavorare, nel 1957 consegue la laurea in Ingegneria Elettrotecnica. Approfittando di un mercato in forte espansione negli anni Sessanta e Settanta consolida la posizione dell’azienda nell’impiantistica industriale acquisendo alla propria clientela gruppi industriali di rilievo mondiale. Nel 1979 muta la forma societaria della Giordano & C. in Società per Azioni per meglio adeguarla alle dimensioni raggiunte ed al mercato in cui opera. Negli anni Ottanta e Novanta continua la crescita dell’azienda, nella quale nel frattempo ha fatto ingresso il figlio Roberto assieme a Giorgio Meinardi come nuovo socio. Nel 2001 segue la costruzione della nuova e prestigiosa sede di Boves dove la Giordano & C. trasloca nella primavera del 2002. Guido Girardi Figlio di impresari, Guido Girardi, nato a Cuneo nel 1926, non ha potuto sottrarsi a questo destino; suo nonno Giovanni costruì e battezzò via XX Settembre a Cuneo, in quanto reduce della Breccia di Porta Pia; il padre, realizzatore di grandi opere pubbliche, fu il primo presidente della sezione costruttori dell’Unione Industriale di Cuneo. Finita la guerra da partigiano e completati gli studi, il testimone passa in mano a lui; realizza, con la sorella Ada, alcune opere pubbliche a Cuneo e provincia: scuole e licei, il provveditorato agli studi, la sede Iacp nel centro storico, gli ospedali di Demonte, Villafalletto e Dronero, le case popolari in Cuneo2 e a Busca, il centro Snam a Fossano e in Cuneo il centro incontri della Provincia e la nuova sede della Confcommercio. Per privati e iniziative proprie ha portato a compimento inoltre: tre alberghi in Liguria, tre condomini a Sanremo, la realizzazione della stazione sciistica tre Amis a Limone Piemonte, appartamenti e albergo a Quota 1400, condomini a Borgo San Dalmazzo, a Cuneo, a Ronchi, a Fossano, il Palazzo del Tramwai a Caraglio e ciò, fino ai giorni nostri, ma ora a supporto della quarta generazione, sia pure con responsabilità ancora in essere. Insomma: una vita dedicata al lavoro. Sposato nel ‘63 con Gabriella Salvagni, ha quattro figli e sei nipoti e nonostante i suoi 82 anni continua a seguire da vicino la sua azienda. Carlo Miroglio Lavoro di squadra, stretto controllo dell’attività e determinazione nel perseguire l’obiettivo finale. Su queste basi è nato l’impero di Carlo Miroglio, nato ad Alba l’11 ottobre del 1922 da Giuseppe Miroglio ed Elena Viglino. Dopo gli studi inizia la sua attività a fianco del padre nel primo negozio di tessuti e nel 1954 diventa presidente delle Tessiture Miroglio Spa. Viene fondata la Vestebene, il cui obiettivo è offrire sul mercato femminile italiano, abiti “pronti” già confezionati. Impressionanti fasi di sviluppo convincono il Rag. Miroglio, insieme al fratello Franco, amministratore delegato, di delocalizzare la produzione in Paesi stranieri. Gioca un ruolo fondamentale la struttura organizzativa ideata e implementata da Carlo Miroglio, che si regge su un sistema informativo unico nel settore abbigliamento perché realizzato “su misura”, e che nel tempo diventerà la solida base su cui si poggerà lo sviluppo internazionale del Gruppo. L’attività di Carlo Miroglio si concretizza anche nella realizzazione di opere e attività sociali. Nel 1989 riceve una medaglia di Benemerenza dal presidente della Confindustria, Ing. Pininfarina, per aver contribuito a far diventare la città di Alba la zona più ricca e sviluppata del cuneese. Nel 1992 ottiene il premio di “Benemerito del Lavoro e del progresso economico e sociale”, nell’ambito della premiazione “Fedeltà al lavoro” e nel 2002 riceve l’onorificenza di “Cavaliere di Gran Croce”. Oggi, Carlo Miroglio, all’età di 85 anni, è presidente del Gruppo Miroglio: 11.000 dipendenti in 44 sedi operative nel mondo. 14 Agosto/Settembre 2008 meccanizzazione agricola La Regione presenta il nuovo programma di Sonia Pellegrino Lo scorso 21 luglio la Giunta regionale ha approvato le disposizioni attuative del programma di meccanizzazione agricola, che fornirà sostegno finanziario a quelle aziende che intendono acquistare o sostituire macchine e attrezzature agricole. Mercoledì 3 settembre, alle ore 11, presso la sede di Confindustria Cuneo il programma di meccanizzazione agricola della Regione Piemonte verrà presentato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Mino Taricco, alla presenza del vice presidente di Confidustria Piemonte, Amilcare Merlo. Il bando 2008 verrà illustrato da Loredana Conti, responsabile del Settore Sviluppo Agroindustriale dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte, e da Giovanni Castagno del Settore provinciale Agricoltura. Modererà gli interventi Ermanno Maritano, vice segretario generale di Confindustria Piemonte. “Il programma di meccanizzazione agricola - afferma l’assessore all’Agricoltura Mino Taricco - permette di inte- Il 3 settembre l’assessore Mino Taricco sarà a Cuneo ospite di Confindustria per parlare dei finanziamenti grare ciò che non è stato possibile attivare direttamente con il Programma di svi- luppo rurale, che prevede il finanziamento per l’acquisto di macchine solo nell’ambito di progetti di miglioramento aziendale o in relazione ai piani di insediamento giovani. Proprio per ovviare a queste limitazioni, la Regione ha deciso di sostenere con ulteriori risorse proprie il programma di meccanizzazione, che favorirà il rinnovamento del parco macchine e in ultima istanza porterà a una riduzione dei costi e a un miglioramento degli standard di qualità e sicurezza”. detto & fatto Seminario dell’ance sulla nuova direttiva cantieri Il 10 luglio si è tenuto in Confindustria l’incontro, organizzato dall’Ance di Cuneo, che ha analizzato le novità introdotte dal Titolo IV del nuovo decreto legislativo 81/2008 per la sicurezza nei luoghi di lavoro e i dettami della “nuova direttiva cantieri”. le novità in tema di lavoro della manovra d’estate Lo scorso 15 luglio si è tenuto presso la sede di Confindustria Cuneo un incontro di approfondimento sulle nuove disposizioni in materia di lavoro, previste dal decreto legge 112 dello scorso 25 giugno. L’avvocato Diego Dirutiliano dello studio Dedominicis del foro di Torino ha analizzato nel dettaglio i contenuti del provvedimento. I.P. I mali della schiena Le spondiloartropatie Le spondiloartropatie costituiscono un gruppo di malattie reumatiche infiammatorie croniche che presentano caratteristiche comuni; esse comprendono la spondilite anchilosante (la forma classica di spondiloartropatia), l’artrite reattiva, l’ artropatia psoriasica, l’ artrite associata a malattie croniche intestinali e una forma idiopatica giovanile. Una netta differenziazione tra le varie forme spesso risulta difficile, soprattutto nelle fasi iniziali di malattia. Sono coinvolte principalmente le entesi, le articolazioni sacroiliache e lo scheletro della colonna, le articolazioni degli arti, il tratto gastrointestinale, la cute, l’occhio e la valvola aortica cardiaca. E’ presente una stretta associazione con HLA-B27 che varia notevolmente fra etnie diverse. Esiste una predisposizione genetica alla malattia che pio essere scatenata da fattori ambientali; non è ancora completamente chiaro il meccanismo cellulare e molecolare dell’infiammazione. La spondilite anchilosante può sovrapporsi con altre spondiloartriti tra qui: l’artropatia psoriasica le artriti reattive e le artropatie enteropatiche. confindustria notizie i corsi di formazione di settembre “Il nuovo regime fiscale delle autovetture aziendali” 10 settembre, h. 14-18 – Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51 La lezione, della durata di quattro ore, è rivolta ai responsabili amministrativi e si pone come obiettivo quello di fornire ai partecipanti un quadro aggiornato delle deducibilità ai fini delle imposte sul reddito ed Irap e sulle novità in materia di detrazione Iva. Corso per Rspp modulo A 10/17/24/25 settembre, h. 9-13/14-18 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51 Il corso ha la finalità di far acquisire ai nuovi Rspp e Aspp gli elementi relativi alla normativa generale e specifica in tema di igiene e sicurezza del lavoro in attuazione del D.Lgs. del 23 giugno 2003 n. 195, secondo l’Accordo definito in Conferenza Stato-Regioni il 26 gennaio 2006. Il corso è rivolto agli addetti e ai responsabili Spp, in possesso di titolo di studio non inferiore al diploma di scuola media superiore. Il modulo A è propedeutico agli altri. Corso per Rspp modulo B 12/19/26/29 settembre, h. 9-13/14-18 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51 Il corso ha la finalità di aggiornare le competenze degli addetti e dei responsabili dei Servizi Prevenzione e Protezione in attuazione del D.lgs del 23 giugno 2003 n. 195 secondo l’Accordo definito in Conferenza Stato-Regioni il 26 gennaio 2006. Il corso è rivolto agli addetti e ai responsabili Spp in possesso del diploma di scuola media superiore che sono stati nominati dopo il febbraio del 2003 e che hanno già frequentato il corso di base previsto dal Dm del 16 gennaio 1997 oppure il modulo A. Corso base di Pronto Soccorso per aziende del gruppo B e C 15 settembre, h. 9-13/14-18, 16 settembre, h. 9-13 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51 Il corso mira a fornire ai partecipanti le conoscenze e le capacità operative di base necessarie per l’attuazione degli interventi di primo soccorso in caso di infortunio sul lavoro. Esso è rivolto ai lavoratori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso in aziende o unità produttive classificate nelle tipologie di gruppo B e C. Corso di qualifica operatori per l’esecuzione dei lavori elettrici 15/16 settembre, h. 9-13/14-17 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51 Il ciclo di lezioni mira a fornire le necessarie conoscenze teoriche e la modalità di organizzazione e conduzione dei lavori, al fine di affrontare i lavori elettrici, ed in particolare i lavori sotto tensione su impianti elettrici in Bt, nelle migliori condizioni ottenibili di sicurezza. Il corso è rivolto al personale addetto alla gestione e alla esecuzione dei lavori elettrici già in possesso di reale esperienza pratica e formazione generica in elettrotecnica ed impiantistica, ai responsabili tecnici e ai datori di lavoro. Corso base per responsabili privacy 16 settembre, h. 9-13/14,30-16,30 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51 Il corso consentirà un’analisi ed un aggiornamento della materia al fine di fornire idonei strumenti per la gestione quotidiana della problematica “privacy” all’interno dell’azienda. Esso è rivolto ai responsabili privacy, a imprenditori e incaricati di trattamento dati personali. Corso per addetti alla guida dei carrelli elevatori 17 settembre, h. 9-13/14-18 – Centro di Formazione e Ricerca Macchine Merlo, S. Defendente di Cervasca Il corso ha la finalità di fornire le conoscenze e le capacità operative di base per il corretto impiego dei carrelli elevatori nel rispetto delle specifiche prescrizioni di sicurezza. Il corso è rivolto agli addetti alla conduzione dei carrelli elevatori. Corso di aggiornamento di Pronto Soccorso per aziende gruppo A 18 settembre, h. 9-13/14-16, - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51 Il corso, rivolto ai lavoratori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso in aziende o unità produttive classificate nelle tipologie di gruppo A, mira a fornire ai partecipanti le conoscenze e le capacità operative di base necessarie per l’attuazione degli interventi di primo soccorso in caso di infortunio sul lavoro. Corso di fatturazione elettronica e archiviazione ottica 18 settembre, h. 9,30-13/14-17 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51 Il corso si pone come finalità quella di fornire ai partecipanti un quadro sulle regole, sui vincoli e sulle procedure per il passaggio alla conservazione sostitutiva dei documenti aziendali e per la fatturazione elettronica. Esso è rivolto ai responsabili e addetti delle aree: contabilità, fisco, amministrazione, It, di aziende di ogni tipo e dimensione. Corso di prevenzione incendi rischio medio 22 settembre, h. 9-13/14-18 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51 Il corso vuole fornire ai partecipanti le conoscenze di base per lo svolgimento dei compiti previsti a carico dei lavoratori addetti alla prevenzione incendi (attività a rischio di incendio medio). Esso è rivolto ai lavoratori incaricati di attuare le misure di prevenzione incendi in luoghi di lavoro classificati a livello di rischio di incendio medio. Le forme indifferenziate di spondiloartriti, che sfuggono frequentemente alla diagnosi comprendono sindromi cliniche isolate, come l’oligoartrite o poliartrite sieronegativa soprattutto degli arti inferiori: esse non riconoscono un preciso fattore scatenante infettivo, non presentano caratteristiche cliniche extra-articolari né malattie infiammatorie intestinali o psoriasi cutanea. I pazienti possono manifestare dattilite ed entesiti (tendinopatia achillea e fascite plantare). Altri esordiscono con episodi acuti d’uveite anteriore(irite acuta dell’occhio), oppure insufficienza valvolare aortica con blocco cardiaco. Sarà compito del medico reumatologo distinguere una forma dall’altra ed iniziare al più presto una terapia adeguata per prevenire l’avanzamento della malattia. Dott. Ioannis Latinakis Medico Chirurgo Specialista in Reumatologia Tel: 338/4499633 E-mail: [email protected] Sito http: //www.mediciitalia.it/latinakisioannis Corso per Rspp – datori di lavoro 29/30 settembre, h. 9-13/14-18 - Confindustria Cuneo, Corso Dante, 51 Il corso si propone l’obiettivo di fornire ai partecipanti le conoscenze di base per lo svolgimento dei compiti previsti a carico del responsabile e degli addetti al Servizio prevenzione e protezione. Esso è destinato ai datori di lavoro e ai candidati al ruolo di responsabile o di addetto al Servizio prevenzione e protezione. Si ricorda che i datori di lavoro che ricoprono direttamente la funzione di Rspp in aziende con meno di 30 dipendenti sono tenuti alla frequenza solo di questo corso e non dei successivi modulo B e modulo C. Come partecipare É sufficiente contattare l’Ufficio Formazione di Confindustria Cuneo (telefono: 0171/455.532/425/424 – fax: 0171/697.544 – mail: [email protected]). Verrà fornita la Scheda Tecnica del Corso ed un Modulo di partecipazione. Verrà inoltre segnalato se il corso beneficia del contributo erogato dalla Camera di Commercio. Su richiesta i corsi si possono tenere anche presso l’azienda. Agosto/Settembre 2008 confindustria notizie nasce “granda in rete” Un consorzio per ridurre il divario digitale cuneese Il primo obiettivo è di realizzare una struttura wireless in grado di garantire la connettività a banda larga di Gilberto Manfrin ciate a Confindustria Cuneo. Granda In Rete si è costituto lo scorso 11 luglio con l’obiettivo di partecipare al bando regionale, sviluppare progetti basati su servizi Internet sul territorio, in sinergia con enti e istituzioni, e attivare accordi a favore delle imprese associate a Confindustria, per fornire servizi basati su connettività a banda larga con soluzioni alternative alla tradizionale connessione Adsl. Costituiscono Granda in Rete il Centro Servizi per l’Industria, la società di servizi di Confindustria Cuneo; Fingranda, che prevede tra le principali finalità la promozione dello svi- luppo della comunità della provincia; System Service (Fossano), che ha realizzato i sistemi di videosorveglianza basati su tecnologie wireless per i comuni del Fossanese; Elsynet (Bra), operatore wi-fi per la connettività via radio che ha creato la rete wireless metropolitana nel Comune di Bra; Informatica System (Cuneo e Vicoforte), che ha portato a termine la realizzazione di un’infrastruttura wireless nelle comunità montane della provincia di Cuneo, e fa parte di un’aggregazione che recentemente si è aggiudicata una frequenza regionale della nuova tecnologia Wimax. “La nostra Provincia - dice Mauro Danna, responsabile dell’ufficio Organizzazione di Confindustria Cuneo - anche a causa della sua conformazione morfologica, è una zona in ‘Digital divide’, inteso come mancanza di accesso e di fruizione alle tecnologie informatiche. Questo divario tende ad aumentare con lo sviluppo tecnologico, che se da una parte offre maggiori possibilità di sviluppo, dall’altra penalizza chi sta all’interno di aree non sviluppate. Oltre ad avere un’importante valenza sociale, il problema rappresenta un ostacolo significativo per le nostre aziende che quotidianamente ci segnalano problemi di qualità e continuità di servizio. Per questo abbiamo lanciato un’indagine per individuare i loro fabbisogni di connettività, alla quale hanno già risposto oltre 200 di esse. L’associazione - conclude Danna - utilizzerà questo sondaggio per mappare le criticità digitali e concordare con il consorzio azioni e interventi a favore delle imprese”. commercio elettronico Cuneo premiata per la “Business Community” Primi riconoscimenti per la Business Community Confindustria, la piattaforma on-line presentata a maggio e offerta alle piccole medie imprese per effettuare negoziazioni elettroniche e commercializzare i propri prodotti in Italia e all’estero. Nel corso di un convegno svoltosi presso il Future Centre Telecom di Venezia lo scorso 22 luglio, dal titolo “Marketing: un occhio al futuro”, Confindustria Cuneo ha ricevuto direttamente da Marino Vago, vice presidente Confindustria per l’Organizzazione e il Marketing Associativo, il Premio Speciale riservato alle associazioni territoriali e di categoria del sistema. All’associazione cuneese è stato riconosciuto il premio per il maggior numero di transazioni effettuate dalle aziende associate sul portale Bcc. All’incontro erano presenti più di 150 responsabili della Rete Marketing del Sistema Confindustria; per l’associazione cuneese hanno partecipato alla giornata Mauro Danna, responsabile convenzioni e progetto Bcc e Raffaella Rozio, responsabile marketing associativo. Nel corso del convegno sono stati presentati i dati delle attività relative ai servizi al business con riferimenti specifici alla Bcc e alle convenzioni. Convenzioni che nel 2007, a livello nazionale, hanno interessato 130 mila imprese, portando alla stipula di 104 mila contratti (telefonia, carte di credito e fornitura carburante i più richiesti), per un risparmio complessivo di 148 milioni di euro, 1200 euro per ogni azienda”. Ha chiuso la giornata il qualificato intervento di Carlo Marchini, Sales Manager Enterprise Division di Google Italia, che ha illustrato la visione di Google dei prossimi anni, presentando la filosofia del cloud computing come strategia della piattaforma. La Granda ha il record di transazioni effettuate BMW Financial Services: la più avanzata realtà nei servizi finanziari. BMW e . Incontro al vertice della tecnologia. Consumi (litri/100km) ciclo urbano/extraurbano/misto: da 9.6/5.9/7.2 (2.0d) a 14.3/8.0/10.3 (3.0si). Emissioni CO2 (g/km): da 191 (2.0d) a 248 (3.0si). Un consorzio per ridurre il divario digitale nel Cuneese. A fronte del progetto Rdd (Reduce digital divide), avviato lo scorso anno dalla Regione Piemonte per sostenere e incrementare il livello di competitività del sistema economico regionale, Confindustria Cuneo ha favorito la nascita del consorzio Granda In Rete, aggregando operatori di informatica e telecomunicazione che fanno parte del sistema. Il progetto consiste nella realizzazione di una struttura wireless per rendere disponibile la connettività a banda larga in quei Comuni che sono in divario digitale. Un obiettivo non solo di carattere tecnico-commerciale, ma anche con fini sociali, per ridurre le distanze comunicative in tutta la provincia. In futuro ne usufruiranno aziende, singoli cittadini ed enti pubblici. Secondo alcune stime, saranno interessati al servizio 68 Comuni della Granda, oltre 68 mila abitanti, 11.900 partite iva e 170 aziende asso- 15 Nuova BMW X3. Siate curiosi. Una nuova agilità. Per passare in un istante da un percorso classico ad un itinerario sportivo. Un nuovo design. Ricercato anche nei preziosi materiali degli interni. Una nuova potenza. Quella del motore 2.0d da 177 CV disponibile con cambio automatico sequenziale Steptronic. Perché in ogni strada c'è sempre qualcosa di nuovo. Concessionaria BMW Ferrero Corso Canale, 8 - Tel. 0173 361306 - GUARENE D’ALBA (CN) Via Circonvallazione G. Giolitti - Tel. 0172 96222 - TORRE SAN GIORGIO (CN) Nuova BMW X3 2.0i 2.0d 2.5si 3.0si 3.0d 3.0sd www.x3.bmw.it Piacere di guidare aziende & imprenditori Agosto/Settembre 2008 17 albadoro spa I grandi problemi si risolvono insieme Intervista al presidente del gruppo proprietario del pastificio albese, Alberto Barbero: “Nessuno ci riconosce quello che abbiamo fatto, ma faremo di tutto per andare avanti” di Gilberto Manfrin Un’azienda che sta attraversando un periodo non semplice, ma sostenuta da un gruppo che crede nel suo risanamento e nella possibilità di ridare un futuro lavorativo a decine di lavoratori in difficoltà. Da tempo il pastificio Albadoro è costretto a fare i conti con produzione sospesa, dipendenti in cassa integrazione e ingenti perdite. Il presidente del gruppo di famiglia, Alberto Barbero, resta comunque fiducioso. Presidente Barbero, che cosa sta succedendo all’Albadoro? “Prima ancora del nostro ingresso in Albadoro l’azienda pativa rilevanti perdite economiche. Esisteva già quattro anni or sono un progetto di concordato preventivo che prevedeva la totale chiusura dello stabilimento. Solo con il nostro ingresso è sfumato questo scenario apocalittico e per tre anni abbiamo, con tutte Alberto Barbero le energie, cercato di portare l’azienda ad una situazione di pareggio di bilancio, con enormi sforzi economicofinanziari. Purtroppo questo non ci è stato riconosciuto da nessuno e come sempre l’impresa si trova a dover affrontare da sola i problemi di un mercato che non regge”. Nel 2004 l’Albadoro, anno in cui è stata rilevata, aveva un deficit di oltre 12 milioni di euro, sceso ora ad un solo milione… “Ebbene sì, qualcosa di grande penso sia stato fatto. In queste affermazioni non si calcolano mai le centinaia di fornitori che sono stati ripagati, le centinaia di posti di lavoro dell’indotto che hanno trovato risposte con la nostra gestione”. Dal prossimo mese di autunno ci sarà un’importante collaborazione con una grande realtà produttiva del settore: potrebbe essere la svolta? “Sono in corso alcune trattative per l’approntamento di nuovi scenari. Il progetto è aggressivo e le intenzioni ci sono; purtroppo però non decidiamo da soli. Vedremo”. Una crisi, quella dell’Albadoro, che in questi anni ha però accompagnato anche quelle di tante altre realtà legate al settore… “Albadoro subisce una crisi che è di ampissime dimensioni. A livello nazionale il settore pasta è gravemente colpito da una serie di fat- tori negativi che lo rendono molto statico e molto vulnerabile. Basta pensare che negli ultimi 15 anni il numero dei pastifici in Italia si è praticamente dimezzato. Senza dimenticare gli aumenti delle materie prime, dell’energia, dei costi generali, dei trasporti (la pasta pesa molto e costa poco: il trasporto incide in modo determinante), la sovra offerta che abbassa i prezzi al dettaglio, la debolezza contrattuale del settore nei confronti della distribuzione”. Che ne sarà dei dipendenti in cassa integrazione? “Ad Alba fortunatamente il problema è meno marcato che in altre zone dell’Italia. Le nostre industrie stanno lavorando e ci sono sempre assunzioni in atto. Lo stesso gruppo Barbero sta preparando nuovi impianti produttivi, che nel 2009 potrebbero dare spazio a nuove forme di assunzione. Non vedo nessuna tragicità nella rigenerazione di uno stabilimento che ormai ha compiuto i 60 anni di vita”. Lo scorso 8 luglio il tavolo di lavoro convocato dal presidente della Provincia Raffaele Costa ha ridato fiducia al gruppo; a settembre vi ritroverete con quale volontà? “Come ho specificato esistono progetti al riguardo e non solo miope progettualità di produrre pasta in un sito, già partendo dal presupposto che non saremo competitivi e che i costi ci sovrasteranno. Questa è la logica del distruggere le aziende non del rigenerarle ed aggiornarle. Vedremo se i nostri progetti prenderanno forma. Non dipende ovviamente solo da noi”. Che atteggiamento si aspetta dai sindacati in vista del prossimo incontro di settembre? “La logica direbbe un atteggiamento di collaborazione perché, come dissi anche nella riunione provinciale, chiudere uno stabilimento è prima di tutto una grossa ferita al petto dell’imprenditore e quindi come tale va vissuta con solidarietà di tutte le parti sociali. Per discutere queste problematiche bisogna sapersi spogliare ognuno della propria divisa ed indossare la divisa italiana, cuneese. Bisogna saper guardare la realtà in faccia, coordinarsi in progettualità costruttive, saper affrontare i problemi che questa globalizzazione pone in modo compatto, cosciente e realistico. Penso di interpretare il pensiero di quasi tutti gli imprenditori italiani nel dire che siamo stanchi di queste lotte intestine, di dover sperperare energie per combattere falsi problemi e invisibili nemici. L’impresa è parte della società e come tale la società stessa deve difenderla, accudirla, viverla tralasciando ogni forma di sterile ideologia. Questo è fare nazione, questo è rendere un Paese forte e combattivo”. Agosto/Settembre 2008 18 calce dolomia spa di Gilberto Manfrin Dare continuità all’esistente rispettando l’ambiente e il territorio. È questo l’imperativo della società Calce Dolomia, l’azienda di Bernezzo specializzata nella produzione della calce. Abbandonati 5 anni fa i progetti di ampliamento dello stabilimento e di parziale utilizzo del carbone come fonte energetica alternativa, la Calce Dolomia sta ora pensando di consolidare e ottimizzare l’attività e le strutture esistenti. “Abbiamo la necessità di risolvere problemi urgenti, in particolare quello della grande quantità di ghiaia e sabbia non utilizzabile per la produzione della calce - afferma Vittorio Vanz, Consigliere delegato della Calce Dolomia -. Questi inerti hanno trovato finora impiego nel settore delle costruzioni, ma oggi le nuove norme europee sulla qualità dei calcestruzzi ne limitano fortemente l’utilizzo. Attualmente la risorsa naturale non è utilizzata in modo ottimale, visto che la percentuale di recupero della pietra per la produzione della calce è ferma al 55% del totale estratto dalla cava. Per continuare con il processo esistente - continua - sarebbe necessario ingrandire notevolmente i piazzali per i cumuli, occupando aree vergini in attesa di trovare un impiego diverso, che in ogni caso deve essere individuato per evitare il fermo aziende & imprenditori Un nuovo forno nel rispetto dell’ambiente Vittorio Vanz “La tecnologia Bat permette di ottenere risultati migliori e di diminuire l’impatto ambientale” dell’attività. In alternativa si dovrebbe incrementare a breve il trasporto all’esterno con i camion”. Dopo aver considerato diverse possibilità, per i vertici aziendali la migliore soluzione è risultata quella di fare ricorso a nuovissime tecnologie di impianto per trasformare una parte degli inerti inutilizzati in calce: “Per realizzare tutto ciò il nuovo progetto prevede la sostituzione di un forno esistente, dismesso nel 1996, con uno nuovo di Migliore Tecnologia Disponibile (Bat) - aggiunge Vittorio Vanz - alimentato a gas metano e con tutti gli accorgimenti per l’abbattimento della polvere dai fumi”. Un intervento che permetterà, a regime, una maggiore produzione di calce, con diminuzione di inerti e miglior recupero della pietra estratta dalla cava, che arriverà al 68%. “Ma ciò che vorrei fosse messo in luce - sottolinea Vanz - è la compatibilità ambientale che questo progetto ha con il territorio: in proporzione, infatti, si estrarrà meno pietra dalla cava, i camion in uscita dallo stabilimento non aumenteranno ed anzi, per alcuni anni, saranno inferiori a quelli attuali; le emissioni in atmosfera, fra quelle emesse dai camini e quelle diffuse, risulteranno nel complesso invariate. Lo stabilimento è soggetto a normative ambientali molto restrittive e sta seguendo un percorso volontario di certificazione ambientale che rafforza e garantisce il proprio operato. Recentemente è stata conseguita la certificazione ambientale ISO 14001:2004 e per la fine di quest’anno dovrebbe arrivare la massima certificazione ambientale con la registrazione al protocollo Emas II - 2001”. La Società ha appena avviato il lungo percorso necessario per il rilascio delle autorizzazioni. Per il prossimo autunno si entrerà probabilmente nel vivo con il progetto dettagliato e la richiesta di Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Nella primavera 2009 partirà la richiesta del “permesso di costruire” al Comune di Bernezzo. Il tutto nella massima trasparenza possibile: “Ci teniamo al confronto con il territorio - conclude Vanz -; abbiamo già incominciato a informare e a presentare l’iniziativa all’amministrazione comunale e ad altre associazioni; con il rientro dalle ferie estive sarà organizzata una serata pubblica di presentazione del progetto in modo da raggiungere tutti gli interessati”. merlo spa Proposte concrete in vista del rinnovo I vertici del gruppo industriale ed il presidente della Confindustria di Cuneo sono intervenuti sulla vertenza in corso per la stipula del nuovo contratto integrativo Da marzo la Merlo Spa sta definendo il rinnovo del Contratto Integrativo con i rappresentanti del personale; la trattativa finora è arrivata all’attenzione dell’opinione pubblica soprattutto per gli scioperi e i “pic-nic di protesta” organizzati dal Sindacato. Sentiamo a questo punto gli interventi di Antonio Antoniotti, presidente di Confindustria Cuneo, e del cavalier Amilcare Merlo, presidente del Gruppo Merlo, che ci aiutano a comprendere meglio tutti gli aspetti della vicenda. Offriamo miglioramenti importanti La trattativa sul rinnovo del contratto integrativo della Merlo SpA si trova oggi in una situazione di conflitto troppo enfatizzato che mi sembra francamente immotivato. Fin dal 1 marzo scorso, quando c’è stata la richiesta di rinnovo e nei 6 incontri successivi, l’azienda si è dimostrata pronta al dialogo, non irrigidendosi sulle proprie proposte iniziali ma anzi prendendo in seria considerazione tutte le istanze presentate dalle Organizzazioni Sindacali. Per quanto riguarda la mensa, precise scelte aziendali hanno fatto preferire la soluzione “esterna” a quella “interna” dopo aver attentamente valutato le esigenze delle maestranze. Già oggi tutto il personale può disporre di un comodo punto di ristoro presso un ristorante interaziendale a pochi passi dallo stabilimento. Inoltre, all’interno dell’azienda vi sono da tempo locali appositamente destinati alla consumazione dei pasti per coloro che desiderino portarseli da casa, senza dimenticare che, a motivo della vicinanza, numerosi dipendenti preferiscono tuttora pranzare in famiglia. L’azienda ha proposto tra l’altro l’assegnazione di Ticket Restaurant spendibili liberamente anche presso ristoranti convenzionati o altri esercizi commerciali. Sul premio di risultato abbiamo voluto venire incontro alle richieste, inserendo ine- vitabilmente dei contenuti che favoriscano la qualità, l’efficienza e la produttività ed articolando un sistema che premia la presenza al lavoro e penalizza l’eccesso di assenteismo, come già fatto da moltissime altre aziende, anche locali. Abbiamo un estremo bisogno di valorizzare questi punti fermi e i lavoratori lo sanno bene. Un aumento del premio di circa il 40% rispetto a quanto previsto dal vecchio accordo non mi sembra cosa da poco. La produttività passa dall’utilizzo continuativo degli impianti e delle nuove e costose tecnologie. Per questo abbiamo spontaneamente proposto un aumento del 66% dell’attuale indennità prevista per il terzo turno notturno ed offerto inoltre un’indennità di presenza per i lavoratori il cui orario include il sabato. Ultimo argomento in ordine di analisi ma non certo di importanza è la sicurezza. È in cima alle nostre priorità e, stante l’importanza della materia in termini di monitoraggio, prevenzione ed azioni da intraprendere, fin da subito vi è stato ampio accordo. Vorrei concludere con una considerazione più generale: nel contesto economico provinciale degli ultimi mesi vediamo giornalmente aziende che purtroppo chiudono o sono comunque in crisi. Qui ci troviamo di fronte invece ad una azienda sana, ad un gioiello che tutto il mondo ci riconosce, capace di aumentare i propri livelli occupazionali e produttivi costantemente negli ultimi anni la quale, per continuare a svilupparsi nel contesto locale ed operare a livello internazionale su mercati molto difficili, deve anche ed assolutamente mantenere la propria competitività industriale. Le proposte che abbiamo presentato sono valide, migliorative ed offrono risposte concrete: ora spetta alla controparte tenerle in debita considerazione. Progettualità da difendere Amilcare Merlo Antonio Antoniotti La trattativa sindacale in corso alla Merlo rientra nella normale logica contrattuale. Sottolineo come questa sia coerente con le indicazioni di Confindustria di valorizzare la contrattazione a livello locale, trasferendo a vantaggio dei lavoratori l’andamento positivo delle singole realtà aziendali. Dal mio punto di vista si deve evitare che in un’azienda di questo livello ed in continua crescita occupazionale si determinino le premesse per un ripensamento dei progetti. Non sono tempi facili per le aziende e non lo saranno nel futuro prossimo. Mi pare che l’azienda abbia risposto adeguatamente a tutte le richieste ricevute; auspico che i prossimi passi inducano a ragionevoli conclusioni. Questo consentirà, da un lato, di progredire nello sviluppo industriale, dall’altro di garantire a centinaia di famiglie di continuare a progettare fiduciose il futuro. aziende & imprenditori Agosto/Settembre 2008 diageo operations italy spa Inaugurata la palestra riservata ai dipendenti La realizzazione rientra in una precisa politica aziendale che ha come scopo la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano, prima della qualità dei prodotti e dei marchi di Beppe Malò È stata inaugurata venerdì 4 luglio la palestra aziendale Diageo. Ad un anno dal taglio del nastro del ristorante aziendale, la Diageo Operations Italy spa di Santa Vittoria ha messo a disposizione dei dipendenti una nuova interessante realtà realizzata grazie al riconoscimento erogato dalla multinazionale al “Migliore stabilimento dell’anno 2007”. La scelta di investire a beneficio dei dipendenti fa parte della politica di attenzione nei confronti del personale che l’azienda ha scelto da tempo come filo conduttore dei rapporti con le maestranze. La palestra si estende su un’area completamente nuova che misura oltre 200 mq, è climatizzata e illuminata per via naturale. Sarà aperta dalle 7.30 alle 20.30 e sarà possibile accedervi nel tempo libero ed anche nei giorni di vacanza. L’impianto integra il Circolo Polisportivo Aziendale e consentirà di ampliare in modo considerevole le attività organizzate dal circolo per i dipendenti e le loro famiglie. A gestire le oltre 20 attrezzature della Technogym sarà personale qualificato ed esperto, capace di consigliare chiunque al migliore approccio ed utilizzo delle macchine per le diverse pratiche ginnico-sportive. Nel mirino, naturalmente, le “patologie” che spesso accompagnano il lavoro sedentario: posture errate, dolore per contrattura muscolare, affaticamento. “Nello scenario sempre più competitivo in cui le grandi aziende si trovano ad operare - spiega l’amministratore delegato Enrico Lavagnino - le aziende leader si devono distinguere non solo per la qualità dei prodotti e la notorietà dei marchi, ma soprattutto per la qualità delle persone: l’innovazione rappresenta per noi uno strumento indispensabile per lo sviluppo e la valorizzazione fonti di vinadio srl del capitale umano. Dare a tutti l’opportunità di svolgere attività fisica - prosegue Lavagnino - fa parte di un approccio aziendale verso la persona in quanto tale e non in modo riduttivo, un dipendente o un lavoratore. In questo senso da tempo Diageo promuove l’attività sportiva ritenendo sia a tutti gli effetti un generatore di benessere nelle persone”. La costruzione della nuova palestra si integra all’interno del programma di investimento sulla qualità di vita dei dipendenti e rientra a pieno merito nell’ambito di altre iniziative quali “Diageo per te”, un servizio attraver- so il quale i dipendenti possono usufruire di commissioni personali di varia natura, l’organizzazione di vacanze per i loro figli, conferenze mediche in azienda ed il tradizionale appuntamento con il Natale dei bimbi. “Diageo - prosegue avagnino - significa anche attenzione da parte dell’azienda verso il sociale. Da anni la nostra azienda - che occupa a Santa Vittoria 430 persone - è impegnata a sostenere le categorie più disagiate attraverso adozioni a distanza e attività di volontariato in favore di associazioni operanti sia a livello locale che internazionale”. 19 marcopolo srl Il Tar non blocca l’impianto Mesad di Vignolo di Gilberto Manfrin “Una bellissima notizia che ripaga la Marcopolo, i nostri collaboratori, il Comune, la Provincia e tutti coloro che da sempre credono nell’ambiente protetto e nella bontà di questo progetto”. Così Antonio Bertolotto, presidente della Marcopolo Environmental Group di Borgo San Dalmazzo, commenta il responso del Tar del Piemonte che ha respinto la richiesta di sospensione dei lavori dell’impianto Mesad di Vignolo per il recupero di letami selezionati. Una richiesta che era stata avanzata dai delegati del “Comitato per la valorizzazione e salvaguardia del territorio di Vignolo” (una quarantina le persone che hanno fatto ricorso) contro l’iter procedimentale autorizzativo dell’impianto. Due i motivi principali che avevano spinto al ricorso: la collocazione dell’opera (in piena campagna e ad oltre 300 metri dalla frazione Santa Croce) e il trasporto dei letami con i camion, che a detta del Comitato, avrà pesanti ricadute sul traffico e sull’ambiente. L’ultimo ostacolo da superare per la Marcopolo sarà il prossimo 6 novembre: il Tar infatti, pur ammettendo che “non esistono ragioni di estrema gravità e urgenza per dare luogo Antonio Bertolotto a misure cautelari” ha però riconosciuto la “legittimazione ad agire” del Comitato, fissando un’udienza pubblica. Nel mirino del Comitato la presunta mancanza, da parte della Marcopolo, dell’autorizzazione relativa al trattamento di letame e insilato. Antonio Bertolotto ribatte: “Per il comitato letame e insilato devono essere considerati a livello regionale dei rifiuti; ma c’è una legge nazionale che dice che il letame e soprattutto l’insilato, sono dei sottoprodotti, non dei rifiuti. Per questo motivo siamo fiduciosi che il 6 novembre venga completamente riconosciuto il nostro ‘Stato di diritto’. E comunque, siamo sotto il quantitativo massimo previsto per legge. Noi, nel rispetto di tutto e di tutti, andremo avanti con i lavori di costruzione dell’impianto e contiamo di ultimare l’opera entro la fine di quest’anno”. I.P. Acqua Sant’Anna “Test genetici” con la Bios di Mondovì vince due premi di Sonia Pellegrino Per il quarto anno consecutivo Acqua Sant’Anna è il primo e unico marchio di acqua minerale premiato nella categoria “bevande e birra” del Brands Award 2008, la competizione organizzata dal settimanale “Gdo Week” che ogni anno mette a confronto le migliori marche del mercato italiano e premia le migliori performance di mercato. Il Brands Award 2008 è stato consegnato a pochi giorni da un altro importante riconoscimento. Per il secondo anno consecutivo, secondo uno studio pubblicato a fine giugno da Icm Advisors sul valore del brand delle medie imprese eccellenti, il marchio Sant’Anna è in testa nelle prime dieci posizioni della classifica dei marchi più dinamici. Intanto prosegue anche l’attività dell’Acqua Sant’Anna sul fronte delle tematiche ambientali. Dopo aver inventato la prima bottiglia d’acqua biodegradabile, l’azienda di Vinadio ha siglato un accordo con l’Amiat di Torino perché monitori il comportamento della biobottiglia nell’impianto di compostaggio. Il progetto, condotto con la collaborazione scientifica del Cic (Consorzio italiano compostatori), prevede la realizzazione di tre diversi gruppi da tre sacchi in materiale traspirante all’interno dei quali le biobottiglie di Acqua Sant’Anna, opportunamente sminuzzate, saranno miscelate al materiale organico in fase di compostaggio in percentuali crescenti. Per tre mesi la miscela verrà controllata al fine di verificare i corretti parametri di processo. Prima e dopo la sperimentazione l’organico in decomposizione verrà analizzato chimicamente per verificarne la qualità come compost. Meglio prevenire che curare. É questa la filosofia che sta dietro al progetto, portato avanti dall’ambulatorio Bios di Mondovì, che mira a promuovere una verifica annuale del proprio stato di salute attraverso appositi test genetici. Tradizionalmente la cura e i trattamenti da effettuare vengono prescritti dal medico curante successivamente alla diagnosi della malattia. Oggi, invece, grazie a test genetici che valutano la predisposizione ad alcune patologie, è possibile prevenirle prima che esse si manifestino. Si tratta di particolari esami di laboratorio in cui si analizza il Dna di una persona, studiandone il genoma. I risultati non sono in grado di stabilire se e quando qualcuno si ammalerà ma consentono di identificare, in base al Dna, le persone che presentano un rischio di ammalarsi più elevato rispetto alla popolazione generale, dando loro la possibilità di prevenire l’eventuale insorgenza della malattia. Sfruttando le nuove tecnologie e le avanzate conoscenze della ricerca scientifica è possibile stabilire la predisposizione a disturbi quali l’osteoporosi, il diabete, malattie cardiovascolari quali ipertensione e infarto, dislipidemie come la colesterolemia e l’ipertrigliceridemia, stress ossidativi e malattie neurodegenerative. La salute passa non solo attraverso una buona condotta di vita, ma anche per un’approfondita conoscenza di sé: oggi la ricerca genetica ci dà nuove possibilità per prevenire le malattie e vivere in buone condizioni fisiche e mentali, sta a noi saperle cogliere. LABORATORIO ORAFO ARTIGIANO CREAZIONI DI GIOIELLI SU DISEGNO IN ESCLUSIVA ANALISI GEMMOLOGICHE RESTYLING GIOIELLI AMPIO ASSORTIMENTO DI GIOIELLERIA, OROLOGI DI MARCA E ARGENTERIA P E R C H E ’ L A Q U A L I TA ’ R I C O N O S C I U TA S I A R I C O N O S C I B I L E CUNEO - P.zza Europa, 12 Tel. 0171.695383 www.gioiellitassone.it E-mail: [email protected] Agosto/Settembre 2008 20 aziende & imprenditori granda zuccheri srl di Fabrizio Gardinali È una bella storia. C’è tutto: una verde vallata, un paesino di gente seria e operosa, un uomo che ha un’idea in testa - forse un sogno - e che grazie al lavoro costante e alla capacità di vedere lontano riesce a realizzarlo. Ha anche una bella famiglia unita, che continuerà ciò che ha iniziato e, generazione dopo generazione, lo amplierà e consoliderà. Anche il “lieto fine” non poteva mancare. Sembra un racconto di una fiaba o di uno di quei film holliwoodiani che narravano in chiave ottimistica il sogno americano. Invece è una realtà. Pare un po’ dolce? È inevitabile, visto che si parla di Granda Zuccheri, l’azienda di Busca leader nella confezione e distribuzione dello zucchero: in grado di lavorarne 60 tonnellate al giorno e che nel 2006 ha avuto un volume di affari di 73.000 tonnellate, in gran parte (il 75%) vendute all’industria, che a settembre festeggia i 70 anni di attività. Come detto, la storia comincia in una vallata alpina, la Val Varaita, e in un paese, Venasca, dove Chiaffredo Rinaudo nel 1934 aveva un negozio di alimentari, per la precisione di commestibili, come si diceva allora, e dove si trovava un po’ di tutto. In verità era della moglie, perché fino al 1937 il signor Chiaffredo lavorava presso la centrale idroelettrica Una “dolce” storia che va avanti da 70 anni Chiaffredo Rinaudo, il fondatore L’azienda di Busca è leader nella confezione e distribuzione dello zucchero della cartiera Burgo attiva in Venasca. Poi, nel 1938, abbandona l’impiego, avviando un’attività di vendita all’ingrosso e al dettaglio di zucchero. Negli anni difficili della guerra diventa fiduciario per la distribuzione del dolce prodotto della barbabietola per la valle, più Busca e Verzuolo. Un lavoro che, terminato il conflitto, continuerà in diverse condizioni. Alla morte di Chiaffredo, gli subentra il figlio Guido. Dal 1964 è agente e depositario del colosso industriale Eridania, inizialmente per la provincia di Cuneo, che percorreva con la sua 600 Multipla, poi con un camion Fiat 615. In seguito, dal 1975, si ampliò l’area di competen- za con le province di Asti e Alessandria e la Riviera ligure di Ponente. Si ingrandisce anche il parco automezzi, viste le mutate necessità distributive del mercato. Nel frattempo, nel 1966, Rinaudo aveva avviato la per allora - pionieristica attività di confezionamento di bustine di zucchero, risultando il secondo a livello nazio- nale nel settore. Nel 1974 vi è il trasferimento dell’azienda in frazione San Martino di Busca, per ragioni organizzative e logistiche. Nella nuova sede oggi operano quattordici macchine per l’imbustinamento e per il confezionamento pacchi da 1 Kg (attività iniziata nel 1976) e, dal 1996 due mulini per la produzione di zucchero a velo. Nel 1993 Granda Zuccheri apre un magazzino doganale privato per la movimentazione di materia prima da aree extracomunitarie e destinata a imprese per la lavorazione di prodotti finiti, a loro volta destinati ai mercati fuori Europa. La vocazione familiare dell’impresa cuneese si mantiene: nel 1990 Fausto, fresco di studi, non cede ad altri allettamenti professionali e trasferisce il suo entusiasmo in azienda, forte di un’esperienza in Eridania, che volentieri l’avrebbe arruolato in modo definitivo. Nel 1999 è la volta del genero Roberto, ingegnere chimico, che si appassionerà alle bustine di zucchero. Dopo il 2000, dalla “casa madre” si hanno due emanazioni: “Granda Itinera”, che si occupa di trasporto e logistica, essenzialmente per l’azienda buschese, e “Cuneo Zuccheri”, che opera a Genova attuando, ancora in via sperimentale, un sistema di distribuzione diffusa e capillare su una grande area urbana. Oggi Granda Zuccheri è in grado di coprire, nel settore, tutto il mercato, rispondendo alle esigenze specifiche dei clienti, dalla grande industria, fra cui vi sono colossi come Ferrero, Bacardi-Martini, Diageo, Nestlè, Campari, alla grande e piccola distribuzione, fino alla personalizzazione delle bustine anche semplicemente per bar e pasticcerie. Agosto/Settembre 2008 “prototipo roero” anno terzo di Beppe Malò Ogni famiglia ha la sua passione mollo “Prototipo Roero” è una scommessa, è un’iniziativa in ambito ambientale, è un lungimirante progetto agricolo e vitivinicolo destinato a far rivivere una collina ferita dall’apertura di una cava. Siamo nel territorio di Monticello d’Alba, lungo la sponda sinistra del Tanaro, e la collina è quella di Monteoliveto di Casà. “Prototipo Roero” è il progetto che prevede il recupero di una collina dove la vite ed altre colture di tradizione roerina hanno segnato nel tempo una presenza significativa sia dal punto di vista storico che economico e produttivo. Memori delle loro radici, nel 2000 Gianni Mollo e la sua famiglia hanno cominciato a pensare ad un progetto destinato a riportare all’antico splendore la collina con vigneti, piccoli frutteti, zone destinate al bosco e altre coltivazioni storicamente presenti del Roero. Il progetto è la creazione di una realtà produttiva che sia un “prototipo del Roero” per ciò che riguarda le tipicità espresse dal territorio e dalla tradizione locale. Il 2005 e il 2006 sono stati dedicati al recupero ambientale del sito, alla messa a dimora di circa 8.000 barbatelle di Nebbiolo e Barbera in un primo vigneto di 1,76 ettari e alla sistemazione di una strada intrapoderale che percorre la collina in tutta la sua lunghezza. Nel corso della primavera 2007 è stata ampliata la superficie a vigneto ponendo a dimora - su una superficie di 4,53 ettari - oltre 20.000 barbatelle d’Arneis e Nebbiolo. L’avanzamento dei lavori compiuto nel corso dell’anno ed in particolare la posa della prima pietra della cantina che costituirà il cuore Gianni, Giacomo e la scommessa di far rinascere la collina ferita di Monteoliveto di Casà pulsante del progetto sono stati presentati venerdì 27 giugno nel corso di “Vigne in festa a Monteoliveto”, la tradizionale serata sull’aia che Gianni e Giacomo Mollo dedicano agli amici del progetto. L’inverno e la primavera 2008 hanno visto l’impianto di nuove vigne, per un totale di 2,50 ettari e 11.000 piante tra Arneis, Barbera e Nebbiolo. Su una superficie complessiva di 21 ettari, l’estensione vitata a Monteoliveto di Casà è ora di circa 7 ettari per un numero di viti messe a dimora con un rigoroso rispetto dell’ambiente che supera le 32.000 unità. Ma il progetto “Prototipo Roero” non è ancora ultimato. A sud ci saranno ancora altre vino e filosofia A sinistra: Gianni e Giacomo Mollo nello scavo della cantina in fase di costruzione. In alto: la posa della prima pietra della cantina, il 27 giugno scorso. Sopra: la copertina del secondo numero del “Tacuinum vitineum”, la rivista di filosofia del vino lanciata l’anno scorso. vigne, negli spazi più bassi con il sistema particolarissimo dell’alteno, dove la vite – “sposata” ad alberi d’alto fusto - recupera sistemi di coltivazione d’antica memoria. Infine verranno anche altre colture, in particolare frutticole, per dare piena applicazione al disegno di sviluppo che il tempo ha tracciato tra le colline del Roero. Protagonista della serata del 27 giugno è stata però la cantina di produzione e affinamento intorno alla quale sorgerà l’azienda agricola “Moteoliveto di Casà”. La cantina sarà costituita da un unico corpo edilizio, disposto su due livelli, che si addentrerà nel cuore della collina in modo da lasciare fuori terra soltanto la parte dell’accoglienza e della lavorazione realizzata con una copertura in legno lamellare, rame e coppi in laterizio, ed il punto di conferimento delle uve. Tutto il resto della struttura sarà nascosto sotto una spessa coltre di terra e di vigneti, che maschereranno interamente il manufatto e garantiranno condizioni termocondizionate naturali e rispetto dell’ambiente esterno. La bellezza dell’ampio scenario dei vigneti aziendali farà da sfondo al fronte della cantina che si specchierà in un particolare gioco d’acque, concentrate in un laghetto artificiale antistante l’edificio, utili per l’irrigazione a goccia dei vigneti. Nel livello sottostante si svilupperanno entrambe le aree, quella ipogea e quella a sud, per un’ampiezza complessiva di circa 2.000 metri quadrati, per una capacità produttiva annua di 150.000 bottiglie. Nella prima saranno concentrati i locali di maturazione ed affinamento, mentre nella seconda il cosiddetto “piano terra” conterrà i locali di lavorazione, i laboratori, gli uffici, le sale di degustazione e le aree dedicate all’accoglienza. Il cammino delle lavorazioni dall’uva fino al vino - avverrà senza forzature meccaniche, sfruttando al massimo la forza di gravità legata al dislivello tra i due piani della costruzione. Al piano terra, la cantina disporrà di locali per le attività accessorie (uffici, laboratori, magazzini, ecc.) ed in particolare per l’accoglienza dei visitatori, ai quali sarà riservata la massima attenzione, proprio sull’esempio di ciò che accade in molte aziende che operano in Francia ed in California. Agosto/Settembre 2008 22 impresa & cultura di Fabrizio Gardinali design torino 2008 - world design capital Aggiornata nei contenuti e con l’aggiunta della sezione “Grandi storie di piccoli prodotti”, che narra attraverso gli oggetti stessi alcuni esempi di prodotti che hanno inciso su un’epoca e un modo di vivere, torna a Torino, presso il Palazzo della Regione, dal 28 giugno al 29 settembre, la mostra “Piemonte Torino Design”. L’evento, diretto da Giorgio De Ferrari, curato da Claudio Germak e Claudia De Giorgi, era nato nel 2006, in occasione delle Olimpiadi invernali nel capoluogo piemontese, e nei due anni seguenti è stato portato in un lungo itinerario internazionale. La mostra racconta le migliori realizzazioni del design del Piemonte, presentato attraverso circa 200 elementi di produzione seriale che sono stati progettati o costruiti in regione da oltre 150 progettisti e 170 aziende, non solo di grandi dimensioni, ma anche medio – piccole. Sono raggruppati in una ventina di sezioni tematiche, che dimostrano, da un lato, l’importanza della progettazione per rispondere alle mutate e variabili esigenze di mercato e organizzative, non solo in settori tradizionali e consolidati, come l’automotive, le attrezzature sportive e domestiche, ma anche in ambiti nuovi, come il “food design” o quello direzionato, in senso lato, all’ambiente inteso come soluzioni per una vivibilità condivisa. Dall’altro la vivacità di un sistema Piemonte vario e flessibile, dove, accanto a distretti industriali ove si trovano aziende dalla riconosciuta leadership, si hanno molte medie e piccole realtà che guardano al design con interesse non imitativo, cercando di coniugare innovazione, tecnologie sofisticate con tradizioni del territorio, che hanno sovente una matrice artigianale che si vuole mantenere come qualificante dei propri output. Nell’insieme di “Piemonte Torino Design”, la provincia Forte presenza delle imprese della Granda alla seconda edizione di “Piemonte Torino Design” ingrandimento al filatoio di caraglio “pop design” mette in mostra l’arte dell’oggetto quotidiano In che misura il design, e molte volte la forma dell’arte, è presente oggi nel nostro quotidiano non è da tutti rendersene pienamente conto. Si pensi alla più banale delle penne a sfera: la notissima e onnipresente “Bic Cristal”, nasce da un progetto del 1950 del Décolletage Plastique Design Team per la ditta francese di Clichy che l’ha prodotta fino ad ora. Quanto essa ha pesato nella vita di ognuno di noi è incalcolabile. Negli anni successivi alla nascita della famosa “Bic” (ormai è universalmente conosciuta così), a partire dall’Inghilterra e poi con particolare successo negli Stati Uniti, nacque la “Pop Art”, che con ironia utilizzò e prese a modello elementi e schemi della produzione seriale industriale, trasferendoli nel mondo dell’arte. Nonostante la presenza di personaggi del calibro di Andy Warhol, Roy Lichtenstein o Claes Oldenburg, la nuova tendenza non fu inizialmente bene accolta. Al proposito scrisse G. R. Swenson: “In genere la critica d’arte si rifiuta di dire che un oggetto può essere paragonato a un vissuto significativo o estetico, soprattutto se l’oggetto ha una marca”. Il mondo artistico Pop degli anni Sessanta ha in se una doppia corrente: da un lato trae “ispirazione”, in un certo senso, dagli oggetti di uso comune, tipici della grande produzione, o dai modelli di vita indotti nella società dalla spinta al consumo di massa, per creare opere che rientrano nell’ambito dell’estetica artistica e, nel contempo, sono espressione o sguardo critico di quel mondo nel quale gli artefici stessi sono immersi. Dall’altro lato, la Pop Art suggerisce, a sua volta, stili, linee, uso di materiali al comparto produttivo, entrando a pieno titolo nell’ambito del design, sia pure in modo un po’ irridente e ironico, ma quanto mai efficace nella sua immediatezza e chiarezza percepibile a tutti. Nascono oggetti d’arredo, soprammobili, grafica pubblicitaria caratterizzati da colori sgargianti, volute sproporzioni dimensionali, una sensualità golosa e un po’ sfacciata. E questo accade non solo in ambito anglosassone, ove la corrente trae origine, ma pure, con esiti interessanti, in altri Paesi, tra i quali l’Italia. Al design italiano e alle sue creazioni un po’ folli, in particolare degli anni fra il ’60 e il ’70, che si possono far entrare nella definizione di “Pop design”, è dedicata l’omonima mostra al Filatoio di Caraglio; curata da Luisa Bocchietto, aperta fino al 14 settembre, è inclusa nelle manifestazioni di “Torino 2008 World Design Capital”. Sottotitolata “Fuori luogo, fuori scala, fuori schema”, illustra, con occhio divertito, in otto percorsi non didascalici, ma trasversali, un mondo, il nostro mondo, a partire dal boom economico e dalle trasformazioni radicali che portarono l’Italia a essere un’altra. Tramonta la società rurale tradizionale, è l’Italia dell’industria e della piccola impresa, del commercio e delle ferie di massa. Crollano schemi, si mettono in discussione valori come la famiglia, istituzioni come la scuola, le gerarchie, retaggio del primo ‘900. Ma ciò avviene più per il propilene isotattico (il Moplen, di una nota pubblicità televisiva) e le varie plastiche, per i prodotti a basso costo, gli elettrodomestici e le auto alla portata di tutti, la comunicazione facile, che non per gli scontri di Valle Giulia, le manifestazioni studentesche, gli “autunni caldi” o le P 38 degli “anni di piombo”. L’Italia adulta è una società dei consumi, delle possibilità, del rifiuto del razionalismo formale, della moda e del “made in Italy”. Come asserisce la curatrice della mostra: “Nel mondo del consumo il messaggio si identifica con il prodotto e anche per gli individui la personalità si comunica con l’aspetto esteriore; apparire coincide con essere”. Sono parole che aiutano, come gli oggetti esposti nelle sale dell’antica fabbrica caragliese, a capire, senza troppi sofismi, molto di più di quello che è il nostro modo di essere di oggi. f.g. Torino chiama Cuneo risponde di Cuneo è abbondantemente rappresentata con le sue realtà imprenditoriali, che vanno dalla meccanica all’agro – alimentare, dall’arredo per interni ed esterni allo studio dei materiali, mettendo in luce varietà, originalità e dinamismo progettuale. Citando senza un particolare ordine: la Mondo, che è presente come MondoMotors con la minuziosa riproduzione, in diverse scale, della Nuova Cinquecento della Fiat, con le sue pavimenta- zioni sportive, dall’erba artificiale completamente riciclabile al rivestimento per piste d’atletica “Mondotrack FTX”, adottato per gli stadi delle Olimpiadi di Pechino 2008, fino al monopattino in nylon rinforzato con fibra di vetro. Della Merlo è documentato il versatile e razionale sollevatore “Turbofarmer P 41.7” e, sempre nella sezione dedicata ai trasporti, si passa al quotidiano col carrello per la spesa della La Sphera, realiz- zato mediante il riciclaggio di bottiglie di PET. L’oggetto tecnologico, specie elementi robotizzati e macchine utensili, deve essere attento alla comprensibilità, alla facilità d’uso, anche di sistemi complessi, come gli impianti di lavorazione del vetro della Bottero, con consolle di comando intuitive e semplici. Punto importante è il binomio design (come anche nell’arte) e materiali, che nel processo seriale industriale diventa a volte elemento di criticità. Un esempio di avanzata eccellenza è la Abet Laminati che fin dagli anni Sessanta ha collaborato con designer e architetti per rinnovare l’immagine e pure la fruibilità del semilavorato laminato HPL. Pure in un settore, come quello dell’arredo, dove in Piemonte, e nel Cuneese in particolare, dominano ancora tradizioni di operatività artigianale, tendente più al pezzo unico che alla produzione seriale, l’avvicinamento colophon Chiuso in redazione il 4 agosto 2008 Tiratura: 10.000 copie Direttore responsabile: FABRIZIO PEPINO Redazione: Autorivari studio associato Via Quintino Sella, 10 12100 - Cuneo Tel. 0171.601962 Fax 0171.436301 E-mail: [email protected] Editore: C.S.I. Centro servizi per l‘industria Corso Dante, 51 12100 - Cuneo Tel. 0171.455455 Stampa: ARTI GRAFICHE L.C.L. SpA Busca - Fraz. Roata Raffo, 63 Tel. 0171.934616 Pubblicità: PARTNERS srl Via Statuto, 6 12100 - Cuneo Tel. 0171.697232 Agosto/Settembre 2008 impresa & cultura 23 Il libro del mese cosa, dove, quando “manufatto” nella castiglia di saluzzo Negli spazi della ex fortezza – carcere della Castiglia, a Saluzzo, restituita alla fruizione pubblica “civile” come polo culturale dal Sistema Territoriale “Artea” e dalla Associazione “Marcovaldo”, è ospitata la mostra “Manufatto. Artigianato Comunità Design”, curata da Claudio Germak e Claudia De Giorgi. Il tema è importante e complesso: è il rapporto fra artigianato e design, stimolato dall’occasione di “Torino 2008 World Design Capital” e da un’oggettiva necessità di trovare sistemi e modi che possano valorizzare sistemi produttivi locali, fornendo le caratteristiche di inserirli in un mercato arduo per ampiezza e articolazione, coniugando tradizione e innovazione. Scrive Paolo Giaccaria: “La fondamentale posta in gioco è nientemeno che il rapporto che più o meno faticosamente ogni comunità deve stabilire con la modernità, con l’irrompere della razionalità e della standardizzazione nei propri modi di produrre, ma anche di organizzare e, in ultima analisi, di vivere il proprio territorio”. L’esposizione presenta delle esperienze di collaborazione fra designer e artigiani di alcune aree del Piemonte dove esistevano e sono rimaste tradizioni di competenze, saperi, culture materiali, tramandatesi da generazioni, costituendo intriganti risultati di manufatti di grande suggestione e interessanti reinterpretazioni del patrimonio “storico” del fare di una zona. Sono documentate, tra le altre, le linee d’arredo della Valle Varaita, la collaborazione Alessi – Twergi nel Cusio, la rinnovata linea della tradizione delle ceramiche nel Monregalese, le stufe di Castellamonte, la collaborazione interculturale “Torino – Marrakesh”, fra designer italiani e marocchini con artigiani del Paese nordafricano. “summer school” a pollenzo con lo studio delle linee e delle forme ha portato a esiti aggiornati e di interessante considerazione, come la linea ”Chair” o quella “Seating” di Origlia o la “Outdoor seating” di Barel, progettata da Luisa Bocchietto nel 2004. Dato ormai per acquisito il ruolo chiave del design nell’ambito della competitività, recenti indagini hanno dato tre interpretazioni sul suo ruolo. Per gli “addetti ai lavori” è visto sostanzialmente come un valore aggiunto d’ordine culturale; per le imprese è una via razionale (a volte originale) per ottenere una maggiore funzionalità e appetibilità del proprio prodotto; per il consumatore, invece, è importante la componente formale, persuasiva. In effetti l’aspetto emotivo, irrazionale gioca un ruolo insospettato nella scelta di un prodotto, anche, se non specialmente, quando “alto di gamma”. Nel settore dell’alimentare, dove la “Granda” può vantare eccellenze assolute, diverse aziende si sono incontrate col design, che ha fornito a ciò che era già ottimo di per se, un “surplus” che ne accentua la gradevolezza e l’unicità. Come le bottiglie di Ceretto, uno dei primi casi di coinvolgimento di un designer e un produttore di vino; la rigorosa e signorile etichetta del Barolo Riserva 1999 di Fontanafredda. O la Venchi, con le sue microsfere di massa di cacao fondente al 75% o 90%, che ricordano nella forma e nella confezione il caviale, sottolineandone la preziosità e raffinatezza. Un’idea che è valsa all’azienda cuneese il premio “Vassoio d’Oro” a Cibus 2004 come migliore innovazione nel settore. Si è tenuta dal 13 al 29 luglio scorso, presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, “Designing Connected Places”, una scuola estiva di design svolta nell’ambito di “Torino World Design Capital 2008”. è stata organizzata su sei workshop tematici di una settimana ciascuno, due settimane di design estivo e sei incontri con “visiting professor” di fama internazionale. A ogni corso poteva prendere parte un gruppo, al massimo, di trenta “studenti”, accuratamente preselezionati, provenienti dall’Italia e dall’estero. Non si è trattato solo di una scuola estiva per il settore; ha voluto anche essere un programma legato al territorio. Utilizzando gli strumenti del design, si sono affrontate le questioni proposte da interlocutori locali, ai quali i giovani progettisti che hanno preso parte ai lavori, accompagnati da personaggi di comprovata esperienza, hanno fornito soluzioni concrete, dando nel contempo un’idea delle potenzialità del design per lo sviluppo territoriale in modo compatibile alla sostenibilità ambientale. Come detto, sei erano i temi: salute e benessere, alimentazione e nuove reti alimentari, sistemi produttivi distribuiti, mobilità urbana, sicurezza e vivibilità della città, rappresentazione di fenomeni complessi. I primi tre sono stati proposti da realtà del Cuneese. In particolare dalla ASL Cuneo 1, per quanto riguarda un nuovo modo di garantire e fornire il welfare e i servizi necessari alla salute e al benessere dei cittadini. L’Università di Scienze Gastronomiche, per l’alimentare e, in particolare, l’attuale problema della deintermediazione, per avvicinare produttore e consumatore. Mentre la delicata questione della “Symbiotic production”, ovvero la possibilità di sviluppare sistemi produttivi integrati, nei quali gli output di materiali, trascurati e smaltiti come rifiuti da un’attività, possano diventare risorse per altre, è stata commissionata da “Tecnogranda, parco scientifico tecnologico per l’agroalimentare” di Cuneo. Fonti energetiche Un campionario Riccardo Varvelli, Le energie del futuro, Etas, Milano 2008, pp. 196, euro 16,50 di Paolo Gerbaldo Non si può sbagliare, la sentenza è certa: la supremazia degli idrocarburi come fonti energetiche è destinata a scomparire. I tempi non saranno però brevi! A mettere sotto osservazione il futuro energetico del pianeta è Riccardo Varvelli, ingegnere, docente al Politecnico di Torino, esperto di tematiche energetiche, in un testo che si segnala per l’aggiornamento in materia e per le novità di prospettive indicate per il dopo petrolio. Il futuro, quello a breve termine, presenta però ancora i modi e gli spazi per una persistenza del peso delle fonti energetiche tradizionali: carbone, petrolio, gas e nucleare. Infatti, come scrive Varvelli, “i consumi energetici mondiali per tutto il XXI secolo e buona parte del XXII saranno dominati ancora dagli idrocarburi, cioè da fonti energetiche non rinnovabili e inquinanti” (p. 2). Con uno stile chiaro, vivace, in grado di comunicare al lettore aspetti tecnici complessi, Varvelli passa allora in rassegna quelle che sono le energie rinnovabili: solare, eolica, biomassa, rifiuti, idrica e geotermica. Ad ognuna di esse, l’autore dedica un capitolo ponendo attenzione agli aspetti storici, energetici ed economici: costi e benefici sono infatti determinanti per far prevalere l’uso di queste forme di energia nei confronti di quelle tradizionali non rinnovabili. Le premesse, però, partono dalla constatazione che il peso delle energie rinnovabili sulla produzione e i consumi mondiali è stato, negli ultimi cinquant’anni, modesto (6-7%), mentre nel prossimo cinquantennio esse cresceranno fino al 12-15%, ben al di sotto, per incidenza, di gas naturale (34%), petrolio (30%) e carbone (19%). Detto che le riserve di fonti non rinnovabili potranno aumentare o meno non solo per la disponibilità ma anche per l’economicità del loro utilizzo, Varvelli osserva come, per la prima volta nella storia dell’economia moderna, una fonte energetica possa essere “socializzata” o “democratizzata”. Si tratta dell’energia solare per la cui produzione l’investimento, acquisto di pannelli, risulta piuttosto contenuto. Inoltre, grazie agli incentivi statali, essa può poi essere venduta ed immessa nella rete pubblica: “Per questa caratteristica la produzione di energia solare viene a far parte di una sorta di ‘capitalismo familiare’ seguendo l’iter da consumatore a produttore e da imprenditore a imprenditore” (p. 107). Il saggio muove perciò dall’intento di allargare seriamente la cultura nel campo energetico allontanandosi così dai troppo facili catastrofismi e dalle descrizioni di effetti drammatici e apocalittici. Un atteggiamento che permette a Varvelli “di essere attento studioso dei comportamenti energetici e delle conseguenze che essi portano nella qualità della vita. Essere anticatastrofisti non significa essere incoscienti o ingenui” (p. 16). 0ARTNERS!GENZIA0UBBLICITARIA!LLESTIMENTO!REE%SPOSITIVEWWWPARTNERSCNIT www.expotorre.it 800 577 385 festa delle opportunità NUMERO VERDE a Torre San Giorgio la acqua aria calore costruzioni la casa e il clima [email protected] impianti, materiali & finiture per l’abitare ecologico venerdì 12 - dalle ore 16,00 alle 20,00 - operatori sabato 13 - dalle ore 10,00 alle 20,00 - operatori domenica 14 - dalle ore 10,00 alle 18,00 - aperta a tutti Torre San Giorgio - CN - S.S. Torino-Saluzzo km 30 info al numero 0172 9121 idrocentro.com unimetal.net abitare.com alge.it aaenergy.it esi evac sourges des eaux