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5HYLVLRQH6HWWHPEUH Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Ingegneria Navale, del Mare e per l’Ambiente Lezioni di Statica della Nave – Parte II Prof. Alberto Francescutto Alberto Francescutto – Lezioni di Statica della Nave II CAPITOLO 15 FALLA Le falle sono aperture prodotte nel fasciame di carena delle navi. Esse possono verificarsi per cause accidentali, come incaglio, collisione con altre navi, strisciamenti lungo rocce o massi di ghiaccio, oppure per azioni guerresche. In conseguenza della falla, si allaga una parte o tutto lo scafo. Un allagamento può verificarsi anche in conseguenza dell’immersione di una apertura non stagna. I problemi fondamentali connessi con la trattazione della falla sono: a) la determinazione della posizione di equilibrio, se esiste, in conseguenza dell’allagamento; b) lo studio della stabilità residua; c) lo studio della compartimentazione. In questa studio, necessariamente semplificato, faremo una trattazione statica e dedicheremo principalmente l’attenzione alla ricerca della posizione finale di equilibrio. Assumeremo pertanto che i compartimenti allagati siano aperti superiormente all’atmosfera ed in libera comunicazione col mare. Nello studio delle fasi transitorie dell’allagamento si assumerà invece che sia stato imbarcato un dato peso di acqua. Il problema dello studio dell’allagamento è di grande complessità. Ci limiteremo nel seguito al caso della falla che provoca un allagamento simmetrico. Una discussione approssimata dell’allagamento asimmetrico può essere fatta mediante il metodo della sovrapposizione degli effetti considerando separatamente l’inclinazione trasversale e quella longitudinale. Come nei problemi discussi in precedenza, anche quelli di falla possono essere risolti con metodi esatti e metodi approssimati. I problemi di falla possono infine essere affrontati con due diverse metodologie, alternative ed equivalenti: 1. il compartimento allagato viene considerato perso ai fini della spinta Æ metodo per Sottrazione di Carena o a dislocamento costante; 2. lo scafo viene considerato integro ma si aggiunge il peso di acqua imbarcata (e si tiene conto dell’effetto di specchio liquido) Æ metodo per Imbarco di carico liquido. Bisogna a questo punto introdurre un po’ di terminologia (parte della quale sarà ripetuta nel capitolo della compartimentazione): a) Ponte delle paratie è il ponte più alto al quale si arrestano le paratie stagne trasversali; b) Immersione è la distanza verticale, misurata a mezzeria nave, tra la linea di costruzione ed il galleggiamento di compartimentazione considerato; c) Linea limite è una linea tracciata almeno 76 millimetri al di sotto dell’orlo superiore del ponte delle paratie a murata; d) Permeabilità P di uno spazio è la percentuale del volume fuori ossatura di tale spazio che può essere occupata dall’acqua1. Il volume di uno spazio che si estenda sopra la linea limite va calcolato solo fino alla linea stessa. Si introduce anche una permeabilità superficiale P S come la percentuale della superficie fuori ossatura che può essere occupata dall’acqua. In mancanza di informazioni più dettagliate, si assume di solito P S P . Valori tipici della permeabilità saranno dati nel Capitolo della Compartimentazione. In conformità con le normative, assumeremo che la falla abbia estensione verticale dalla linea di costruzione verso l’alto senza limitazione di altezza. Assumeremo infine che nel corso dell’evento che ha portato alla formazione della falla non ci siano state perdite di elementi strutturali, per cui la somma dei pesi e la loro distribuzione, cioè il peso 1 In generale, la permeabilità è funzione dell’altezza nel compartimento considerato. La normativa di compartimentazione basata sul metodo del Criterio di Servizio assume tuttavia un valore medio indipendente dall’altezza, mentre la normativa basata sull’indice di compartimentazione ammette anche di considerare una dipendenza dall’immersione. 2 Alberto Francescutto – Lezioni di Statica della Nave II totale e la posizione del centro di gravità, siano rimasti invariati. Trascureremo anche il contributo dato ai volumi dallo spessore del fasciame ( k 1 ). 15.1 DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE DI EQUILIBRIO CON IL METODO PER SOTTRAZIONE DI CARENA In questo metodo il dislocamento è costante. Il volume di spinta perso nel compartimento deve essere bilanciato da un ugual volume di sovraimmersione, cioè i due volumi a tratteggio diverso nella figura devono essere uguali. Per l’equilibrio dei momenti, centro di carena residua e baricentro dei pesi devono stare sulla stessa verticale. Usando il pedice H per indicare le caratteristiche della carena residua (cioè senza il contributo del compartimento allagato) e HF per indicare le quantità all’equilibrio finale, si ha TF WLF G WL BHF B Z WLF G TF BHF B KG KHF X K HF ° X BHF X G ® °tg -F K G K B G HF HF ¯ 15.1.1 Risoluzione con metodo approssimato per sottrazione di carena Nel metodo approssimato si disaccoppiano le due equazioni di equilibrio, cercando prima l’isocarena diritta e poi effettuando la rotazione mediante applicazione del metodo metacentrico. Si abbiano a disposizione i diagrammi o tabelle delle carene diritte nella nave e del compartimento allagato. Sia T l’immersione iniziale da LC . Si calcola il volume di spinta perso nel compartimento allagato vc Pc c con c c T 3 Alberto Francescutto – Lezioni di Statica della Nave II Si calcola poi il volume di spinta guadagnato per effetto della sovraimmersione GT s Aw P Sc Awc GT AwH GT Uguagliando i due volumi, si ha l’entità della sovraimmersione GT Pc c Aw P Sc Awc Si calcola la nuova immersione T ' T GT FH* FC GT F vC BC G FH B BH* AwH FC F FH Awc Trovata l’isocarena diritta che bilancia peso e spinta tenendo conto della sottrazione di carena per effetto della falla, si procede al calcolo dell’entità della rotazione isocarenica (nei limiti di validità del Teorema di Eulero) che bilancia i momenti. Supponendo che la svasatura delle murate sia trascurabile nell’ambito della sovraimmersione, si possono valutare tutti gli elementi della figura di galleggiamento sul galleggiamento iniziale; in particolare * X FH # X FH Aw X F P Sc Awc X Fc AwH Si calcolano poi le coordinate dei centri di galleggiamento e carena della isocarena residua al galleggiamento finale (il segno * indica che le grandezze sono state calcolate all’immersione T ' T GT ) * X BH * Z BH X B P c c X Bc s X BzH Z B P c c Z Bc s Z BzH nelle quali si possono operare le seguenti sostituzioni 4 Alberto Francescutto – Lezioni di Statica della Nave II s Pc c vc X BzH # X FH 1 Z BzH # T GT 2 Si calcolano poi i nuovi momenti d’inerzia della figura di galleggiamento mediante applicazione del Teorema del Trasporto (Steiner-Huygens) in quanto l’asse y baricentrico si sposta con lo * spostamento del baricentro (da F ad FH e da B a B H ) e tenendo conto della perdita di parte della figura di galleggiamento * I LH # I LH I L Aw X F X FH 2 P Sc I Lc P Sc Awc X Fc X FH 2 * I TH # I TH I T P Sc I Tc i raggi metacentrici * I LH * BH M LH * I TH * BH M TH Z MLH TF WLF G BHF BH * X K La condizione di equilibrio longitudinale in approssimazione metacentrica è data (vedi §8.1.2.2) da tg -F * X G X BH * GM LH * essendo GM LH * * * KB H BH M LH KG intendendo che KB H Z B *H , etc. Si ha infine 5 Alberto Francescutto – Lezioni di Statica della Nave II § Lbp X FH T A GT ¨¨ © 2 § Lbp TFF TF GT ¨¨ X FH © 2 15.1.2 La stabilità residua T AF · ¸ tg - F ¸ ¹ · ¸ tg - F ¸ ¹ La stabilità residua della nave allagata gioca un ruolo di grande importanza nella sicurezza della nave dal capovolgimento e sarà discussa in dettaglio nel Capitolo della Compartimentazione. Ci limiteremo a discutere qui la stabilità iniziale. L’altezza metacentrica iniziale residua è calcolabile con l’espressione: * * * GM H KB H BH M TH KG 15.1.3 Risoluzione con metodo esatto per sottrazione di carena Si possono usare, per una soluzione esatta, i Diagrammi Russo della nave e del compartimento con uno schema logico di ricerca del tipo di quello descritto per la soluzione del secondo problema degli assetti (§8.2.2.3). Per compartimenti di limitata estensione longitudinale può anche essere sufficiente la disponibilità del diagramma delle carene diritte del compartimento. Come nella soluzione del secondo problema degli assetti, anche qui si tratta di risolvere il sistema delle due equazioni di equilibrio, che devono essere simultaneamente soddisfatte. In una prima fase si cerca di costruire per punti il primo diagramma Russo per la nave con il compartimento allagato (o meglio, siccome stiamo parlando di sottrazione di carena, senza di esso). Operativamente, si parte da una terna di valori dell’immersione addietro T A1 , T A2 , T A3 e della differenza di immersioni 'T1 , 'T2 , 'T3 ottenuti ad esempio a partire da una soluzione ottenuta con metodo approssimato. Sia inoltre T A1 ! T A2 ! T A3 e 'T1 'T2 'T3 . Considerando le 9 coppie TAi , 'T j , si ottiene un reticolo composto da isobate con stazione a poppa (per i 1,3, j 1,3 i const ) e isocline (per j const ) . Mediante i diagrammi Russo di carena e compartimento si calcola per ogni coppia, cioè per ogni galleggiamento T A" , 'T" il volume della carena residua " P c c" . Si costruisce allora il diagramma seguente che generalizza il primo diagramma Russo al caso di carena con compartimento allagato (sottrazione di carena): H" TA ' T3 ' T2 ' T1 TA1 TAf3 TA2 TAf2 TAf1 TA3 4 6 Alberto Francescutto – Lezioni di Statica della Nave II Entrando con il volume iniziale di carena , si ottengono tre galleggiamenti TA f 1 , 'T1 ,..., TA f 3 , 'T3 che soddisfano la prima equazione di equilibrio (§15.1). Esplicitando ora la seconda equazione di equilibrio, si ottiene: XG X B HF tg - F K G G K HF B HF y - F y 'T La funzione y 'T può essere calcolata per ognuno dei tre galleggiamenti che soddisfano la prima condizione di equilibrio. I valori, riportati nel diagramma seguente: y y3 y2 XG y1 'T1 'Tf 'T2 ' T3 ' T permettono di trovate, per interpolazione, il valore di 'T f che soddisfa la condizione: XG y 'T f cioè la seconda condizione di equilibrio (e dunque entrambe). L’immersione addietro T A f corrispondente può essere ottenuta mediante interpolazione sul diagramma seguente: TAf TAf3 TAf2 TAf TAf1 'T 1 ' T f 'T 2 'T 3 'T ed infine si ottiene l’immersione avanti TF f tenendo conto che 'T f T A f TF f . 7 Alberto Francescutto – Lezioni di Statica della Nave II 15.2 DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE DI EQUILIBRIO CON IL METODO PER AGGIUNTA DI CARICO LIQUIDO In questo metodo la carena si considera la carena integra. Il peso pcF dell’acqua imbarcata nel compartimento fino al galleggiamento finale deve essere bilanciato da un ugual aumento di spinta dovuta alla sovra immersione. Per l’equilibrio dei momenti, centro di carena integra al galleggiamento finale e baricentro dei pesi, incluso quello del liquido imbarcato, devono stare sulla stessa verticale. Usando il pedice F per indicare le caratteristiche della carena al galleggiamento finale, si ha: TF BcF Z GF G BF B WLF WL K X Z WLF GF TF BF KGF KBF X K ' F ' pcF ° X BF X G F ®tg - F ° KGF GF K BF BF ¯ 15.2.1 Risoluzione con metodo approssimato per imbarco di carico liquido Anche qui, nel metodo approssimato si disaccoppiano le due equazioni di equilibrio, cercando prima l’isocarena diritta e poi effettuando la rotazione mediante applicazione del metodo metacentrico. La soluzione è però più complessa in quanto è richiesta un’iterazione. A differenza del metodo per sottrazione di carena, il volume di acqua imbarcata non è, infatti, noto a priori e dipende dall’entità della rotazione. 8 Alberto Francescutto – Lezioni di Statica della Nave II Si abbiano a disposizione i diagrammi o tabelle delle carene diritte nella nave e del compartimento allagato. Sia T l’immersione iniziale da LC ed indichiamo con * le quantità valutate al galleggiamento finale diritto. Il peso dell’acqua imbarcata nel compartimento allagato è dato da: pc* ws Pc *c ws Pc c P Sc Awc GT ws vc* con *c c T GT Si calcola poi la spinta guadagnata per effetto della sovraimmersione GT 's ws Aw GT Uguagliando le due espressioni si ha l’entità della sovraimmersione GT Pc c Aw P Sc Awc che è la stessa calcolata col metodo per sottrazione di carena (§15.1.1). Si calcola la nuova immersione T ' T GT MLC F' GT G B BC vC e si procede al calcolo dell’entità della rotazione che soddisfa la seconda condizione di equilibrio senza più modificare la sovraimmersione, se si considera, come fatto nella soluzione del secondo problema degli assetti la separazione tra fase della sovraimmersione e la fase della rotazione. Innanzitutto si calcolano il nuovo dislocamento e la posizione del centro di gravità: (***) ' ' ' pc* X G' 1 § ¨ X G ' X B* pc* ·¸ c ¹ '' © e ZG ' KG ' * · º § * 1 ª « ZG ' ¨¨ KB c Bc*M Lc ¸¸ pc* » '' «¬ »¼ ¹ © avendo tenuto conto dell’effetto di specchio liquido mediante innalzamento della posizione del centro di gravità. Con il metodo metacentrico si calcola allora l’entità della rotazione: tg - F p c* §¨ X B* X F' ·¸ ¹ © c ' ''GM L 9 Alberto Francescutto – Lezioni di Statica della Nave II e da questa le immersioni estreme: · § Lbp TA GT ¨¨ X F ¸¸ tg -F ¹ © 2 · § Lbp TF GT ¨¨ X F ¸¸ tg -F ¹ © 2 TAF TFF con le nuove immersioni estreme si calcola il nuovo livello medio nel compartimento ' TcF X cF X F' tg -F ' TcF al quale corrisponde un nuovo valore del peso dell’acqua imbarcata. Con il nuovo valore di pc* ' si riprende il calcolo al punto (***) e lo si itera fino a convergenza. I risultati ottenuti non sono però direttamente confrontabili con quelli del metodo precedente in quanto lo stesso valore dell’immersione isocarenica ottenuto nella prima fase si riferisce in realtà all’immersione del punto F che assume posizioni longitudinali diverse nei due metodi. Conviene allora calcolare il nuovo valore di T" dell’immersione di carena diritta corrispondente al nuovo dislocamento '' ' ' pc* ' e ritornare al punto (***). 15.2.2 La stabilità residua Rivolgendo anche qui l’attenzione alla stabilità iniziale, supponendo che la convergenza possa considerarsi raggiunta alla n ma iterazione, si ottiene un dislocamento 'n ed un’altezza metacentrica: GM n KB n BM (n) KG n tenendo anche qui conto dell’effetto di specchio liquido. 15.2.3 Risoluzione con metodo esatto per imbarco di carico liquido Si possono usare, per una soluzione esatta, i Diagrammi Russo della nave e del compartimento con uno schema logico di ricerca del tipo di quello descritto per la soluzione del secondo problema degli assetti. Per compartimenti di limitata estensione longitudinale può anche essere sufficiente la disponibilità del diagramma delle carene diritte del compartimento. Come nella soluzione del secondo problema degli assetti e nel metodo esatto per sottrazione di carena, anche qui si tratta di risolvere il sistema delle due equazioni di equilibrio, che devono essere simultaneamente soddisfatte. Sia il volume iniziale di carena integra. Si parte da una terna di valori dell’immersione addietro T A1 , T A2 , T A3 e della differenza di immersioni 'T1 , 'T2 , 'T3 ottenuti ad esempio a partire da una soluzione ottenuta con metodo approssimato. Sia inoltre T A1 ! T A2 ! T A3 e 'T1 'T2 'T3 . Considerando le 3 coppie TAi , 'T1 , si hanno tre isocline. Mediante i diagrammi Russo di i 1,3 carena e compartimento si calcola per ogni coppia, cioè per ogni galleggiamento TAi , 'T1 il 10