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1. I vestiti e le loro origini

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1. I vestiti e le loro origini
1. I vestiti e le loro origini
Il signore porta …
la camicia
Già Carlo Magno porta la camicia: una camicia semplice, in tela di lino, con le maniche
lunghe.
La camicia ha subito varie modifiche. Nel XVI secolo, per esempio, è lunga fino alle cosce e
senza colletto. Nel XVII secolo, invece, e ricca di pizzi. In seguito diventa più semplice, e
torna quasi al modello originale.
le calze
Già gli antichi romani conoscono le calze che poi, hanno un’evoluzione continua: lunghe o
corte, morbide o aderenti, di solito trattenute da un nastrino o da una giarettiera.
E sono sempre di lana, seta o cotone. Dopo la prima guerra mondiale però le calze sono anche
di nylon.
i pantaloni
Già gli antichi romani portano i pantaloni, per proteggersi dal freddo durante le campagne
militari all’estero. E, infatti, di solito sono di lana grezza.
Il modello attuale? Nasce nel XIX secolo quando in tutte le classi sociali cominciano a portare
pantaloni lunghi.
la cintura
L’hanno inventata gli antichi egizi.
Fino al XVII secolo ha solo una funzione estetica. In seguito non si porta più.
Gli uomini ricominciano ad usare la cintura regolarmente dal 1910 circa.
la cravatta
Una piccola sciarpa annodata al collo: è il prototipo della cravatta, ideato dai croati nel XVII
secolo. Solo due secoli più tardi, in pieno Romanticismo, nasce il nodo alla cravatta. I nodi,
in questo periodo sono spesso complicati. Solo all’inizio del nostro secolo, questi nodi
diventano più semplici.
le scarpe
Già gli egizi usano i sandali.
la giacca
Ufficialmente nasce nel 1670, quando Carlo II re d’Inghilterra porta una veste di origine
persiana. In questo periodo la giacca e lungha fino al ginocchio, piuttosto larga, senza colleto
e con molti bottoni.
Durante il secolo successivo, diventa più corta. Solo nell’Ottocento questo vestito assume la
semplicità attuale.
La signora porta …
il gilet
Fino all’inizio del Novecento è un vestito esclusivamente maschile. Il gilet nasce in Francia,
nel XVII secolo: in genere è di broccato, e piuttosto lungo.
Poi, via via, diventa meno elaborato. Le donne cominciano a portare il gilet solo intorno al
1915, con o senza la giacca del tailleur.
le calze
Le donne cominciano ad usare le calze nel XVI secolo.
Fino al 1939 le calze sono di lana o di seta. Poi trionfano il nylon e i filati sintetici. Il collant
si diffonde solo nel 1968. Perche? Permette, soprattutto, di portare la minigonna con
comodità.
la gonna
Esiste da sempre. Nell’antichità gli uomini e le donne usano la gonna.
Poi rimane solo nel guardaroba femminile. E la lunghezza? Nel 1915 arriva appena a scoprire
la caviglia. Nel 1966 nasce la minigonna.
il tailleur
Il tailleur è un completo composto da gonna e giacca di taglio maschile. È nato nel 1881 in
Francia, inventato dall’inglese Worth.
Nel 1914 il tailleur (ancora più semplificato) diventa il simbolo dell’emancipazione
femminile.
la borsetta
I romani invento la borsetta nel 1° secolo avanti Cristo.
Fino all’inizio del Novecento è sempre molto piccola, spesso di un tessuto uguale a quello
dell’abito: deve contenere al massimo la cipria ed il fazzoletto.
Solo in questo secolo le borse diventato più grandi: le donne lavorano e stanno fuori casa per
molto tempo e allora devono portare con sé più oggetti.
i guanti
Già i galli, nel VI secolo conoscono i guanti, e da allora, rimangono nel guardaroba.
La stilista Coco Chanel, negli anni Venti, consiglia addirittura di indossare i guanti in
spiaggia, per proteggere le mani dal sole.
il foulard
All’origine, nel Medioevo, le contadine usano il foulard per proteggere la testa dal sole. Le
nobili, invece, portano il foulard legato al polso o alla cintura per segnalare, con il colore, la
propria casata. In seguito, il foulard ha diversi usi.
2. Descrizione di due foto
La signora porta una giacchetta celeste
pastello su una camicetta di seta a motivo
geometrico. Indossa una gonna che
arriva all’altezza del ginocchio.
La sua borsetta e il suo baschetto sono di color marrone.
Il signore porta un capotto di lana e
pantaloni di velluto a coste.
La sua sciarpa è giallo senape.
Porta una cintura di cuoio
chiaro e delle scarpe sportive.
1 . Ve r s a c e
Nel 1997 Gianni Versace il più provocatorio e anticonformista degli stilisti italiani è stato
ucciso a Miami. Chi era Gianni Versace? Il suo successo è cominciato alla fine degli anni
Settanta con la sua moda aggressiva tutta pelle nera, borchie, catene. Oggi la sua azienda ha
un fatturato altissimo. Versace non ha disegnato solo vestiti, ma anche accessori e oggetti per
la casa: il 70 % del fatturato proviene appunto dalla linea per la casa. La sua moda si è
ispirata al Rinascimento, al Barocco, al Country inglese, a Picasso, a Kandinskij.
Chi porta i vestiti di Versace? P.es. Ornella Vanoni, una nota cantante italiana, Sting, Elton
John, Michael Jackson, Lady Diana e Jane Fonda.
Versace ha vissuto tra Milano, la sua lussuosa villa di Como e la casa di Miami, città dove
ha aperto l’ultima boutique.
Ha disegnato costumi per balletti e opere alla Scala di Milano (un famoso teatro italiano) e a
Parigi.
Nel ’93 a New York, ha ricevuto l’Oscar della moda.
Lady Diana che porta un
vestito di Versace
Gianni Versace
2 . Kr i z i a
“Krizia” è un nome d’arte, in realtà questa stilista si chiama Mariuccia Mandelli. Krizia, è
una dei cinque più grandi stilisti del mondo. Lavoro nel mondo della moda da più di
quarant’anni.
Ha tre fabbriche con centinaia di dipendenti e un fatturato altissimo. Ha boutiques in
moltissime città p.es. a Milano, Parigi, Londra New York o Tokio.
Ha ricevuto premi ed onorificenze ed è commendatore della Repubblica dall’86.
Ha anticipato molto mode: p.es. la minigonna o gli hot pant, che oggi piacciono tanto.
Krizia è stilista ma anche imprenditrice e segue il lavoro in tutte le sue fasi.
Le sue collezioni offrono una grande scelta e così ogni donna può trovare un vestito che va
bene proprio a lei. Secondo Krizia ogni donna deve vestirsi come vuole, il vestito deve
diventare per lei una seconda pelle.
3 . L a u r a Bi a g i o t t i
Forse Laura Biagiotti è la stilista italiana più conosciuta nel mondo e adesso è conosciuta
anche in Cina. Già nel 1988 ha sfilato a Pecchino, e qualche anno fa è stata invitata in Cina
non solo per aprire tre boutiques, ma anche per vestire ufficialmente i cinesi.
A conclusione della firma del contratto, la Biagiotti ha ricevuto lo speciale premio Marco
Polo dal vice-presidente della Repubblica Popolare Cinese.
Questo è un grande successo non solo per la Biagiotti ma anche per tutta la moda italiana che
è apprezzata in tanti paesi del mondo e adesso anche da 850 milioni di cinesi.
4. Franco Moschino
Franco Moschino è uno stilista di moda molto creativo. Disegna di tutto, dai vestiti agli
accessori.
È ribelle e volubile e da qualche tempo rifiuta di partecipare alle sfilate e lancia le sue
provocazioni antimoda.
Secondo Moschino la moda è una cosa inutile e vecchia.
“Attenzione, la pubblicità può nuocere gravemente al cervello e al portafoglio”,
ha detto in diverse occasioni.
Poco tempo fa, però, ha partecipato a una sfilata di beneficenza a Londra. Allora forse ha
cambiato idea.
Sono davanti ad un negozio di abbigliamento e in vetrina vedo una gonna che mi piace. Allora
entro.
Commessa: Buongiorno. Cosa posso fare per Lei?
Cliente(=io): Ho visto quella bella minigonna in vetrina. Posso provarla? Quali altri colori
avete?
Commessa: C’è in blu, verde e nero.
Cliente(=io): Mi faccia vedere la gonna nera, per favore.
Commessa: Sì, che taglia?
Cliente(=io): Ma non lo so … una 38 deve andare bene.
Commessa: Bene … Attenda un secondo … Eccomi. Può provarla in questa cabina … e
libera.
Commessa: Allora? Come Le sta?
Cliente(=io): Ma non lo so. È un po’ stretta.
Commessa: Ha ragione, non Le sta bene, La fa troppo grassa.
Cliente(=io): Sì lo penso anche io … Beh, allora voglio vedere quella camicetta a maniche
corte che è sempre in vetrina.
Commessa: Purtroppo mi è rimasta solo la misura più piccola, ma se vuole posso farLe
vedere un modello più o meno simile … Ha le maniche un po’ più lunghe ma
è ugualmente bella.
Cliente(=io): Va bene, me la faccia vedere.
Commessa: Ecco, questa è la misura media … C’è anche in nero, se preferisce.
Cliente(=io): No, no, azzurra mi piace molto. Posso provarla?
Commessa: Certo … Ecco la camicetta.
Cliente(=io): Come mi sta?
Commessa: Questa camicetta Le sta veramente bene.
Cliente(=io): Bene, la compro. Quant’è, per favore?
Commessa: Sono 59 euro.
Cliente(=io): Ecco.
Commessa: Grazie, ecco lo scontrino.
Cliente(=io): Sì … Arrivederci.
Commessa: Arrivederci, grazie.
Molta gente segua la moda perché:
le piace
vuole andare con i tempi
passa volentieri il tempo nei negozi
pensa che una persona che segue la moda ha più successo
si sente più bella e più a suo agio se è vestita bene
Molta gente non segue la moda perché:
preferisce spendere i soldi per altre cose
anche se non segue la moda non si sente fuori dal tempo
non ha molto tempo
pensa che la moda non è importante per avere successo
Io personalmente seguo la moda perché:
voglio andare con i tempi
la nuova moda mi piace molto
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