Ryan McadaMs| Direttore Paolo Fanale| Tenore luca GRassi
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Ryan McadaMs| Direttore Paolo Fanale| Tenore luca GRassi
TO R I NO | AUDITORIUM RAI | CONCERTI 14° giovedì 12 marzo 2015 ore 21.00 venerdì 13 marzo 2015 ore 20.30 Ryan McAdams | Direttore Paolo Fanale | Tenore Luca Grassi | Baritono Rosa Feola | Soprano Luca Tittoto | Basso Coro del Teatro Regio di Parma Martino Faggiani | Maestro del coro Bizet 14° giovedì 12 marzo 2015 ore 21.00 venerdì 13 marzo 2015 ore 20.30 Ryan McAdams | Direttore Paolo Fanale | Tenore Luca Grassi | Baritono Rosa Feola | Soprano Luca Tittoto | Basso Coro del Teatro Regio di Parma Martino Faggiani | Maestro del coro Georges Bizet (1838 - 1875) Les pêcheurs de perles (1863) opera in tre atti su libretto di Michel Carré e Eugène Cormon (esecuzione in forma di concerto con elementi semiscenici) personaggi e interpreti Nadir, pescatore Paolo Fanale tenore Zurga, capo dei pescatori Luca Grassi baritono Leïla, sacerdotessa di Brahma Rosa Feola soprano Nourabad, gran sacerdote di Brahma Luca Tittoto basso Durata: 2h ca. Ultima esecuzione Rai a Torino: 8 maggio 1932, Arrigo Pedrollo (Stagione lirica dell’EIAR). L’intervallo avrà luogo dopo il primo atto (50’ ca.) In collaborazione con il Centro di Produzione TV di Torino Redazione a cura di Irene Sala Il concerto di venerdì 13 marzo è trasmesso in collegamento diretto su Radio3 per il programma “RadioSuite”, sul circuito Euroradio e in streaming audio-video su www.osn.rai.it. La ripresa televisiva è effettuata dal Centro di Produzione TV di Torino e sarà trasmessa giovedì 23 aprile alle ore 21.15 su Rai5. Georges Bizet Les pêcheurs de perles La trama ATTO PRIMO Su una spiaggia di Ceylon i pescatori di perle celebrano la loro festa annuale ballando e cantando per cacciare gli spiriti maligni e spontaneamente decretano a loro capo uno del gruppo, Zurga, che subito con autorità pretende e ottiene ubbidienza. L’atmosfera assume un altro colore quando compare Nadir, amico di gioventù di Zurga, che dopo aver raccontato le sue avventure nella savana e nella foresta ricorda insieme a lui una donna d’incantevole fascino, una vera e propria “dea”, Leïla, che un giorno avevano incontrato a Candi e di cui si erano entrambi innamorati. Ma, per restare amici, avevano giurato reciprocamente che non avrebbero mai più cercato di rivederla, anche se sotto sotto la sua immagine li turba tuttora. In quel momento una piroga attracca e appare una donna misteriosa, velata, che i pescatori riconoscono come la vergine consacrata al dio Brahma per proteggerli nella loro attività. Zurga le fa giurare castità, devozione e di continuare a celarsi sotto il velo, e in questo modo riceverà in ricompensa la perla più bella. Ma lì per lì non Zurga né Nadir riconoscono sotto quel velo Leîla. Sarà invece lei stessa, alla fine della cerimonia, a riconoscere la voce di Nadir: Zurga si accorge dello strano turbamento della donna e Ia invita a decidere se continuare la missione di sacerdotessa o preferire la libertà. Leïla fermamente sceglie di continuare. Ora anche Nadir riconosce la voce di Leïla, che gli provoca una sensazione di dolce sogno, presto interrotto dal chiasso nel momento in cui la donna si avvia al tempio fra le rocce, scortata da Nourabad. Un piccolo movimento del velo permette a Nadir di vederla anche in volto, ed egli decide di proteggerla da tutti i pericoli a costo della propria vita. ATTO SECONDO Sulla roccia a picco sul mare, dopo la preghiera serale, Nourabad ricorda a Leïla i giuramenti e che sarà continuamente sorvegliata. Per dimostragli che non manca alla parola data, gli racconta che Ia collana che porta le fu donata da un uomo che ella aveva protetto dai nemici dai quali stava fuggendo. Nourabad, poco toccato da questa storia, si allontana. Rimasta sola, Leïla canta il proprio amore per Nadir e la speranza di rivederlo. Detto, fatto: Nadir si è avventurato fino alla roccia sacra e ora i due si scambiano dolci parole d’amore. Tutto questo è troppo per gli dei, che scatenano un temporale fortissimo che riporta i due innamorati alla ragione, ma troppo tardi: Nourabad si è accorto di tutto e grida al sacrilegio, fra lo sconcerto dei pescatori. Per Nourabad i due devono essere condannati a morte, e solo l’arrivo di Zurga impone il silenzio e l’ubbidienza, preferendo perdonare i due amanti. Senonché Nourabad alza il velo a Leïla: e Zurga, riconosciutala, cambia bruscamente idea accettando la condanna a morte, mentre tutti i pescatori in ginocchio supplicano gli dèi di placare il temporale della loro ira. ATTO TERZO Insonne, roso dal rimorso per la propria crudeltà, deluso da Nadir, intenerito ancora da Leïla, Zurga vorrebbe chiedere perdono ai due amanti per la sua decisione, ma non riesce ad arrivare al punto da revocarla. E Leïla, scortata da due pescatori, gli implora proprio la grazia, professandosi innocente, ma accettando di sacrificarsi purché venga salvata la vita di Nadir - gesto che non può che scatenare ulteriore gelosia in Zurga. Anzi, se ella ama Nadir, le risponde Zurga, non ci sarà grazia per lui. Profondamente colpita, Leïla lo maledice e, pronta a morire, si toglie la collana affidandola a un pescatore: in quel momento Zurga riconosce la collana e in Leïla la donna che lo aveva salvato e, sconvolto, decide di salvare la vita ai due amanti. Così, davanti alla pira accesa per sacrificare i due colpevoli, tra la folla che danza furiosamente, mentre Leïla si lancia fra le braccia di Nadir, un bagliore rosso comincia a invadere il campo dei pescatori: Zurga ha appiccato il fuoco al villaggio per salvare la vita ai due condannati, e mentre tutti fuggono spaventati li libera dalle catene e li guarda fuggire, restando solo nel mezzo dell’incendio. Per gentile concessione del Teatro Regio di Parma «La partitura dei Pêcheurs de perles fa il più grande onore a Bizet, tanto che saremo costretti ad accettarlo come compositore, malgrado il suo raro talento di pianista lettore». A scrivere queste righe l’8 ottobre 1863 sul «Journal des Débats» era Hector Berlioz dopo la rappresentazione dell’opera Les pêcheurs de perles di Georges Bizet al Théâtre-Lyrique di Parigi, che ebbe la sua prima assoluta il 30 settembre di quell’anno (la direzione era affidata ad Adolphe Deloffre, Leïla era Léontine de Maësen, ad interpretare Zurga c’era Jean-VitalIsmaël Jammes, Nadir era Giuseppe Morini e Nourabad era Guyot). Con questo lavoro Bizet sceglieva di dedicarsi alla composizione, abbandonando i propositi didattici e concertistici. Ma l’entusiasmo di Berlioz, che tra l’altro era stato nella giuria tra gli illustri nomi che avevano incoronato il giovane Bizet quale vincitore del “Prix de Rome” del 1857, restò una reazione isolata e l’opera fu un fiasco. Dopo diciotto repliche Les pêcheurs cadde nell’oblio e vi rimase sino al 1889, quando l’editore Sonzogno ripropose l’opera in traduzione italiana per l’Esposizione Universale di Parigi. Les pêcheurs de perles nacque grazie al sussidio che il Ministero delle Belle Arti francese aveva elargito al Théâtre-Lyrique - dove allora spopolava il Faust di Gounod, modello del nuovo gusto borghese - per far rappresentare un lavoro inedito a un vincitore del “Prix de Rome”. L’allora direttore del teatro parigino, Léon Carvalho, decise di affidarne la composizione al venticinquenne Bizet che in un lampo, da aprile a settembre, dovette completare la partitura. Michel Carré ed Eugène Cormon firmarono “in fretta e furia” a quattro mani un libretto tacciato di non essere particolarmente felice; i due discussero di molte scelte e Carré, preoccupato di non trovare il giusto finale, pare che avesse colto lo spunto dell’incendio del villaggio dei pescatori grazie a una frase di Carvalho, che a un certo punto della stesura gli avrebbe detto di “dare fuoco al libretto”! Certo Carré si sarebbe successivamente fregiato di testi come Les contes d’Hoffmann su musiche di Offenbach e Roméo et Juliette di Gounod. La vicenda dei Pescatori di perle, avvolta in un bizzarro oriente dai contorni sfumati, si svolge in India nell’antica isola di Ceylon (oggi Sri Lanka) e ripropone il triangolo amoroso tipico del teatro musicale ottocentesco: il tenore (il pescatore di perle, Nadir) e il baritono (il capo dei pescatori di perle, Zurga) amano il soprano (la sacerdotessa di Brahma, Leïla); lei ricambia i sentimenti del tenore Nadir, ma non può sottrarsi al voto sacro fatto al Dio Brahma, per il quale viene strettamente sorvegliata dal gran sacerdote Nourabad. A questo si aggiunge un’affiatata e fedele amicizia tra i due protagonisti maschili, protetta a costo di sacrificare la passione amorosa. Di tutti i personaggi, se si vuole un po’ piatti nella caratterizzazione drammatica, il baritono Zurga è il più complesso e sfaccettato e forse il ruolo vocalmente più interessante. E se il gusto per l’esotico era assai in voga a fine Ottocento, come testimoniano l’ode sinfonia Le désert di Félicien David, l’Africaine di Meyerbeer, Lakmé di Delibes, Le Roi de Lahore di Massenet, le celebri odalische di Delacroix o Salammbô di Flaubert, Enrico Maria Ferrando nota che nei Pescatori il genio di Bizet emerge proprio nella «messa a punto della ‘tinta’ esotica che attraversa l’intero lavoro». È un esotismo precursore dell’Art Nouveau e del nascente impressionismo pittorico (si pensi a Gauguin) e musicale (con Debussy e le sonorità giavanesi in primo piano). Il compositore non mancò infatti di incoraggiare questo gusto, creando un dettagliato mondo onirico grazie anche al sapiente dosaggio delle percussioni, dei violini in sordina, dei violoncelli e dei flauti. Al tempo della stesura dell’opera, Bizet era un promettente sconosciuto intriso della musica di Bellini, Donizetti e Verdi, ma anche di Gounod, Offenbach e Berlioz. Aveva alle spalle solo un’operetta, Le docteur Miracle, ed era ben lontano dalla fama che gli diede la Carmen (notorietà che realmente arrivò solo post mortem). Ciononostante nelle pagine dei Pescatori gli si riconosce già la cifra stilistica evidente, ovvero la grande maestria d’orchestrazione e la capacità di inventare intensi momenti lirici e d’atmosfera. Ne è un esempio la passionale romanza di Nadir “Je crois entendre encore”, cantata dai tenori di tutto il mondo e resa celebre da interpreti come Beniamino Gigli ed Enrico Caruso. Nell’opera è presente un’idea musicale ricorrente che è il motivo di Leïla, udito sin dall’inizio come sottofondo alle parole di Nadir e Zurga “Oui, c’est elle, c’est la déesse!”. Dovendo stringere i tempi della composizione, Bizet “riciclò” con astuzia anche un po’ della musica che aveva in cantiere bell’e pronta all’uso (ancora ineseguita). Nella partitura ritroviamo così frammenti di un Te Deum, della cantata per il “Prix de Rome” Clovis et Clotilde, dell’operina buffa Don Procopio e di una marcia funebre (che accompagna Nadir e Leïla al supplizio). Sappiamo che fino al 1974, quando Arthur Hammond ripristinò la versione originale del 1863 - eseguita in questo concerto - circolarono alcune versioni dei Pescatori che ne apportavano varie modifiche, tra cui la più evidente era quella al finale in cui Nourabad assassinava Zurga. Questo, però, snaturava il senso del moderno finale aperto originale: il capo dei pescatori Zurga, avendo capito che Nadir era innocente (non era venuto meno al patto d’amicizia) e che la sacerdotessa Leïla non aveva dissacrato il voto, appicca un incendio presso il villaggio dei pescatori per consentire ai due condannati di fuggire e, dopo averli liberati, resta tra le fiamme a guardare l’amico e l’amata che si allontanano dalla misteriosa isola. Una trentina di immagini proiettate sul palco, tratte in gran parte dalle copertine o dalle illustrazioni che arricchivano i romanzi d’avventura tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, fanno da sfondo a questa esecuzione in forma di concerto dei Pêcheurs de perles. Sono immagini che richiamano quell’ “India inventata” in cui è ambientata l’opera; quel mondo esotico fatto di jungle, templi, foreste, tigri e serpenti, divenuto tanto in voga all’epoca anche sull’onda della popolarità dei romanzi di Emilio Salgari, padre del Ciclo dei pirati della Malesia e del celebre personaggio Sandokan. Questi “spunti visivi” fanno da didascalia all’azione scenica, evocandone a volte i luoghi e gli immaginari, altre le situazioni e le atmosfere tra cui si muovono i personaggi. Irene Sala Ryan McAdams Ha ottenuto una borsa di studio “Fulbright” come assistente di Alan Gilbert, è stato Direttore Assistente della Royal Stockholm Philharmonic e ha ricevuto per primo il premio Glimmerglass ad Aspen per la direzione d’opera nel 2006. Nel 2007 è stato invitato da Lorin Maazel come Direttore Assistente per la Fondazione Chateauville in Virginia. Nel 2008 è stato Direttore Assistente all’Aspen Music Festival e nel 2009, invitato da James Levine e dal Tanglewood Festival, ha ottenuto una borsa di studio e ha diretto a Tanglewood la BUTI Orchestra nel 2013. Ha ricevuto per primo il premio “Sir Georg Solti” per direttori d’orchestra emergenti. Grande il successo del 2010 nel debutto europeo alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e dell’Academy of St. Martin in the Fields con Julian Rachlin e Mischa Maisky. Il suo debutto con la Filarmonica di Israele (inciso live per Helicon Classics) è stato definito “straordinario”dal Jerusalem Post, compagine che ha diretto anche con la violoncellista Alisa Weilerstein e nei Carmina Burana di Orff. Nel 2014-15 si è esibito con il Maggio Musicale Fiorentino, l’Opera National de Lorraine, la Wordless Music Orchestra, la Westchester Philharmonic, in tournée con l’American Contemporary Music Ensemble, il teatro dell’opera di St. Louis, la Vancouver Symphony, l’Orchestra da camera di Ginevra, il Juilliard Opera Center e l’Orchestre de Nancy. Tra gli appuntamenti recenti i concerti con: Louisville Orchestra, Academy of St. Martin in the Fields, Los Angeles Philharmonic, Columbus, Princeton, New Jersey e Indianapolis Symphony, Saint Paul Chamber, New York City Opera and Ballet, CityMusic di Cleveland, Festival di Tanglewood, Aspen e Juilliard FOCUS!, Wordless Music Series e Glimmerglass Opera. Ha diretto il concerto per le celebrazioni del 103°anniversario della nascita di Elliott Carter per il centro culturale 92Y a New York, considerato uno dei migliori eventi di musica classica del 2011 dal NY Times. Recenti progetti di musica contemporanea includono le prime esecuzioni dell’opera Cracked Orlando di Jonathan Dawe, con Anthony Roth Costanzo all’Italian Academy della Columbia University, e di The Disintegration Loops di William Basinski, con la Wordless Music Orchestra nel Metropolitan Museum per il 10° anniversario dell’11 settembre e la proiezione live di “Beasts of the Southern Wild” al Prospect Park Bandshell di New York e al Barbican Center di Londra. Ha diretto la prima della colonna sonora per il film There Will Be Blood con il compositore Jonny Greenwood al Teatro United Palace di New York. Paolo Fanale Nasce a Palermo nel 1982. Nel 2007 debutta a Padova come Don Ottavio in Don Giovanni e da quel momento la sua carriera lo porta ad esibirsi in alcuni dei più prestigiosi teatri del mondo: Teatro alla Scala di Milano, Metropolitan di New York, Opéra Bastille e Théâtre du Châtelet a Parigi, Bayerische Staatsoper di Monaco, Staatsoper di Berlino, Gran Teatre del Liceu a Barcellona, Théâtre des Champs Elysées di Parigi, Theater an der Wien di Vienna, Salisburgo, Nuovo Teatro Nazionale di Tokyo, Den Norske Opera di Oslo, Opera di Helsinki, Gran Teatro di Ginevra, Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia, Opera di Strasburgo, Marsiglia, Nancy, Toulon, Nizza, Auditorium Radio France, Dublino, Tel Aviv, San Carlo di Napoli, Accademia di Santa Cecilia di Roma, Teatro Comunale di Firenze, Teatro Filarmonico di Verona, Regio di Torino, Comunale di Bologna, Carlo Felice di Genova, teatri di Modena, Piacenza, Reggio, Catania, Ancona, Sassari, Rovigo, Trento e Bolzano. Ha cantato sotto la direzione di celebri direttori come James Levine, Claudio Abbado, Antonio Pappano, Zubin Mehta, Daniele Gatti, Kurt Masur, Rafael Frühbeck de Burgos, Daniel Oren e Jordi Savall. Tra i suoi impegni recenti e futuri: Falstaff all’Opera di Amsterdam e al Covent Garden di Londra, Don Giovanni al Nuovo Teatro Nazionale di Tokyo, Roméo et Juliette diretto da Daniele Gatti a Parigi, un recital a Tokyo, Roméo et Juliette all’Opera di Monte-Carlo, L’elisir d’amore all’Opera di Marsiglia e alla Deutsche Oper di Berlino, Magnificat e una registrazione di Aida con la direzione di Antonio Pappano a Santa Cecilia, Die Zauberflöte al Teatro Massimo di Palermo e al Teatro Comunale di Bologna, Pelléas et Mélisande a Firenze con la direzione di Daniele Gatti, Così fan tutte alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera. luca grassi Nato a San Marino, si laurea in Ingegneria e studia canto a Bologna con Paride Venturi e attualmente sotto la guida di Carlo Meliciani. Nel 1998 vince il concorso «Città di Roma», che lo fa debuttare il ruolo di Germont in Traviata e canta Šarlatán di Haas al Festival Opera Wexford. Viene invitato dal Festival di Martina Franca per: Roland, Reine de Saba, Huguenots, Werther, Polyeucte. Nel 2005 ottiene grande successo personale nei Pêcheurs de perles (Zurga) di Bizet diretto da Viotti a Venezia e nella tournée giapponese della Fenice, titolo ripreso poi recentemente a Verona, Salerno (in CD) e Madrid con Daniel Oren. Tra i successi delle ultime stagioni ricordiamo: la riapertura della Fenice di Venezia con Traviata diretto da Maazel; I puritani (Riccardo), I cavalieri di Ekebù e Stiffelio (Stankar) a Trieste; Don Giovanni a Savona; Lakmé (Frederick) a Palermo; Falstaff (Ford) a Verona; Aida a Rovigo, Pisa, Trento e a Torino diretto da Steinberg; Nozze di Figaro (Figaro) a Hong Kong; Lucia di Lammermoor (Enrico) a Bergamo (in DVD), in Giappone, Liegi, St. Gallen, Berlino (diretto da Palumbo) e Dallas; Carmen a Savona, Las Palmas e al San Carlo di Napoli; La bohème (Marcello) a Glyndebourne, Modena, Piacenza, Cagliari, Ginevra, Palma de Mallorca, Bergamo; Giovanna d’Arco, La traviata, Alzira, Un ballo in maschera ed Attila a St. Gallen; Marin Faliero a Bergamo e Sassari (in DVD); Hérodiade a Bucarest; Pagliacci a Bologna e Tenerife; Macbeth a Sassari; Les dialogues des carmélites (Marquis), Beatrice di Tenda ed Attila a Catania; Madama Butterfly a Bologna (diretto da Daniele Gatti), Glasgow, Berlino, Roma, Genova, Venezia; Traviata a Lispsia, Montréal, Livorno e Pisa; La straniera con Edita Gruberová a Baden-Baden (in CD), Un ballo in maschera al Teatro Regio di Parma, alla Deutsche Oper di Berlino e a Francoforte; Otello a Tel Aviv; La forza del destino a Pisa; L’Africaine (Nelusko) a Venezia; Cavalleria rusticana (Alfio) e Pagliacci (Tonio) a Pechino e a San Paolo del Brasile. Tra i suoi prossimi impegni: Cavalleria rusticana e Pagliacci a Bilbao, Madama Butterfly alla Fenice di Venezia, Macbeth a St. Gallen, Un ballo in maschera a Essen, La straniera al Concertgebouw di Amsterdam. rosa feola Studia canto con Mara Naddei diplomandosi con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio Statale “Giuseppe Martucci” di Salerno nel 2008. Si perfeziona in Opera Studio presso l’Accademia di Santa Cecilia con Renata Scotto, Anna Vandi e Cesare Scarton. È vincitrice del 2° Premio, Premio speciale Zarzuela e Premio Rolex del pubblico al “Concorso Internazionale Operalia 2010” presieduto da Placido Domingo e tenutosi al Teatro alla Scala di Milano. I più recenti impegni la vedono impegnata nelle produzioni di Idomeneo (Lille), L’elisir d’amore (Roma e Berlino), La finta giardiniera (Glyndebourne), Rigoletto (Torino, Zurigo, Ravenna, Bahrain), Il matrimonio segreto al Teatro Regio di Torino, Don Pasquale al Teatro dell’Opera di Roma, Le nozze di Figaro al Teatro La Fenice di Venezia e a Pechino, Falstaff al Teatro Petruzzelli di Bari, Il campanello al Teatro San Carlo di Napoli, La bohème per il Teatro dell’ Opera di Roma a Caracalla. Con la Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti ha fatto il suo debutto a Chicago e a New York nei Carmina Burana di Orff e più recentemente ha cantato nel Requiem di Mozart sempre con la direzione di Muti. Debutta nel ruolo di Corinna ne Il viaggio a Reims all’Accademia di Santa Cecilia diretta da Kent Nagano; è poi Adina ne L’elisir d’amore al Teatro dell’Opera di Roma diretta da Bruno Campanella, Micaela nella Carmen alla Deutsche Oper di Berlino, Servilia ne La Clemenza di Tito a Bremen, Dortmund, Londra e Parigi con Louis Langrée, Zerlina nel Don Giovanni al Palau de les Arts di Valencia sotto la direzione di Zubin Mehta, Musetta ne La bohème al San Carlo di Napoli, Ines ne I due Figaro di Mercadante al Festival di Salisburgo (in coproduzione con il Ravenna Festival, il Teatro Real di Madrid, il Teatro Colon di Buenos Aires) diretta da Muti. Ha partecipato alla Stagione da Camera dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia come voce solista in un concerto per soprano e violoncelli, andato in onda su Rai3, per la rassegna South American Getaway, al Knowlton Festival (Canada) e al Festival di Jesi. Al Reate Festival è stata Lauretta in Gianni Schicchi e ha cantato nella Petite Messe Solennelle di Rossini diretta da Michele Campanella. luca tittoto Nato ad Asolo, nel 2006 ha iniziato la carriera vincendo il Concorso Lirico “Giuseppe Di Stefano”a Trapani per il ruolo di Don Alfonso in Così fan tutte. Nel 2007 ha cantato Plutone nell’Orfeo di Monteverdi al Festival d’Aix en Provence diretto da Jacobs e a Cremona diretto da Dantone. Ha interpretato Alidoro ne La cenerentola di Rossini a Cosenza, Quince in A Midsummer Night’s Dream di Britten all’Opera di Nizza. Ha cantato nella Messa in Si minore di Bach a Santiago De Compostela con Les Musiciens du Louvre, Nettuno in Idomeneo a Bruxelles, Parigi e Colonia con Jacobs e poi a Aix en Provence e Bremen con Minkowski. Nel 2009 è stato Gottardo ne La Gazza ladra di Rossini a Bologna e a Reggio Emilia e ha debuttato al Festival di Salisburgo con La Creazione di Haydn. È stato Oroveso nella Norma di Bellini e Creonte nella Medea di Cherubini; ha interpretato Alcina a Parigi, Londra e Vienna. Nel 2011 ha debuttato al Concergebouw di Amsterdam ne La Senna festeggiante di Vivaldi, al Comunale di Bologna è stato Leporello in Don Giovanni e Alidoro in Cenerentola. Nel 2011 si è presentato al Festival di Martinafranca nel Novello Giasone di Cavalli/Stradella e in Aureliano in Palmira di Rossini. A Cremona ha debuttato nei Puritani e ha cantato a Francoforte come Giove ne La Calisto di Cavalli. Nel 2012 ha cantato Ariodante a Basilea, Così fan tutte a Venezia, I puritani a Jesi e lo Stabat Mater di Rossini a Trieste con Gelmetti, la Nona di Beethoven a Venezia con Chung. A Bologna ha cantato Ferrando ne Il trovatore, mentre nel 2013 è tornato ad Amsterdam per La scala di seta e La bohème. Nel 2013 ha cantato alla Fenice di Venezia in Così fan tutte, ha debuttato al ROF di Pesaro con Guillaume Tell come Gessler (direzione di Mariotti e regia di Vick); ha cantato all’Opera di Monaco Don Alfonso e Giove; si è esibito nella Nona di Beethoven con Maazel a Venezia, e al Maggio Musicale Fiorentino ne La Passione secondo Matteo di Bach con Biondi. A Dortmund ha interpretato la prima esecuzione in tempi moderni de La concordia de’ pianeti di Caldara con l’orchestra la Cetra. A Torino, a Bologna e al Festival di Edimburgo ha ripreso Guillaume Tell; ad Aix en Provence ha cantato il Re in Ariodante, a Berlino si è presentato nella Messa in Si minore di Bach e ha interpretato Creonte nella Medée di Charpentier a Basilea. A Monaco di Baviera è tornato come Don Alfonso. Fra i prossimi impegni il Requiem di Mozart all’Accademia di Santa Cecilia, La fida ninfa di Vivaldi ad Amsterdam e Cenerentola a Napoli. Il suo repertorio include lo Stabat Mater e la Petite messe solennelle di Rossini, le Passioni di Bach e il Messiah di Händel. Ha registrato con Harmonia Mundi, Deutsche Grammophon e Naïve Classics. coro del teatro regio di parma Debutta come coro del Verdi Festival in occasione della serata finale del Concorso Internazionale “Maria Callas - Nuove voci per Verdi”, organizzato dalla Rai con la Fondazione Verdi Festival. Dal 2001 partecipa alle stagioni liriche del Teatro Regio di Parma e al Festival Verdi, offrendo una duttilità di organico che va da 24 elementi fino a più di 100 nelle produzioni sinfoniche. Collabora con Claudio Abbado, Rudolf Barshai, Bruno Bartoletti, Vladimir Fedoseev, Rafael Frühbeck de Burgos, Gianluigi Gelmetti, Lorin Maazel, Riccardo Muti, Daniel Oren, George Pehlivanian, Zoltán Peskó, Michel Plasson, Yuri Temirkanov e Juraj Valčuha. Insieme alle maggiori partiture operistiche del Settecento e Ottocento europeo, affronta un ampio repertorio sacro e sinfonico che comprende le Messe di Requiem di Mozart, Verdi, Brahms, Fauré e Cherubini, Quattro pezzi sacri di Verdi, Carmina Burana di Orff, Sinfonia n. 9 e Missa solemnis di Beethoven, Gloria in re maggiore di Vivaldi, Die Schöpfung di Haydn, Magnificat di Bach, Messa in do minore e Messa in do maggiore di Mozart, Petite Messe Solennelle di Rossini, Messiah di Händel, War Requiem di Britten, Stabat Mater di Dvořák. Tra le opere del repertorio contemporaneo: Il processo di Alberto Colla e La morte di Klinghoffer di John Adams. Di particolare interesse la realizzazione in forma scenica di Szenen aus Goethes Faust di Schumann e Assassinio alla Cattedrale di Pizzetti, del quale è stato realizzato un DVD. Con la partecipazione alla rassegna “Vox, musica per coro” si apre al repertorio sacro a cappella, dal Rinascimento fino alle composizioni contemporanee. Tra le numerose tournée del Coro figurano Parigi, Wiesbaden, San Pietroburgo, Seul, Città del Messico, Pechino e Muscat (Oman). Nel 2010 il Coro riceve l’Oscar della Lirica e nel 2011 il Premio Lirico Internazionale “Mario Tiberini”. MARTINO FAGGIANI Nato a Roma, ha studiato pianoforte con Franco Medori, composizione con Nazario Bellandi e clavicembalo con Paola Bernardi. Si è diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia e ha iniziato l’attività professionale nel 1980 come direttore di varie formazioni corali. Nel 1992 è divenuto assistente di Norbert Balatsch, direttore del Coro dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, e per sei anni consecutivi lo ha affiancato, coadiuvandolo in tutte le produzioni e dirigendone molte in prima persona. Nel medesimo periodo ha diretto il Coro giovanile di Santa Cecilia, creato da Bruno Cagli, collaborando con direttori quali Chung, Gatti, Sinopoli, Prêtre, Spivakov, Oren, Scimone, Gelmetti, Mazzola, Biondi, Alessandrini e altri, e incidendo per la casa discografica OPUS 111. Tra i suoi maggiori successi, l’esecuzione di Oedipus Rex con Gianluigi Gelmetti, l’Aida al Teatro San Carlo di Napoli, Novae de infinito laudes di Henze e recentemente la tournée italiana della Juditha triumphans di Vivaldi diretta da Alessandro de Marchi. Nel settembre 2000 diventa Maestro del Coro del Festival Verdi e dalla Stagione Lirica 2001/02 è il Maestro del Coro del Teatro Regio di Parma. Attualmente è Maestro del Coro presso il teatro La Monnaie di Bruxelles. coro del teatro regio di parma PARTECIPANO AL CONCERTO Soprani Nina Almark, Damiana Avogadro, Maria Letizia Bazzolo, Elisa Bonora, Livia Campanella, Alessia Cavalca, Raffaela Chiarolla, Catia Cursini, Laura Dalfino, Annalisa Ferrarini, Hitomi Kuraoka, Silvia Marcellini, Katia Martina, Maria Chiara Pizzoli, Maria Assunta Sartori, Stella Sestito, Lorelay Solis, Vittoria Vitali. VIOLINI PRIMI *Roberto Ranfaldi (di spalla), °Giuseppe Lercara, Antonio Bassi, Constantin Beschieru, Irene Cardo, Claudio Cavalli, Aldo Cicchini, Patricia Greer, Valerio Iaccio, Martina Mazzon, Sara Pastine, Francesco Punturo, Matteo Ruffo, Lynn Westerberg. VIOLINI SECONDI *Roberto Righetti, Enrichetta Martellono, Valentina Busso, Roberto D’Auria, Carmine Evangelista, Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Vincenzo Prota, Isabella Tarchetti, Carola Zosi. VIOLE *Ula Ulijona, Matilde Scarponi, Geri Brown, Giorgia Cervini, Rossana Dindo, Federico Maria Fabbris, Riccardo Freguglia, Agostino Mattioni, Giovanni Matteo Brasciolu, Francesco Tosco. VIOLONCELLI *Massimo Macrì, Ermanno Franco, Giacomo Berutti, Stefano Blanc, Pietro Di Somma, Michelangiolo Mafucci, Fabio Storino, Alessandro Copia. CONTRABBASSI *Cesare Maghenzani, Silvio Albesiano, Antonello Labanca, Maurizio Pasculli, Francesco Platoni, Vincenzo Venneri. FLAUTI e OTTAVINI *Marco Jorino, Fiorella Andriani. OBOI *Carlo Romano, Teresa Vicentini. corno inglese Teresa Vicentini clarinetti *Graziano Mancini, Franco Da Ronco. FAGOTTI *Andrea Corsi, Mauro Monguzzi. CORNI *Corrado Saglietti, Valerio Maini, Bruno Tornato, Marco Tosello. cornette *Marco Braito, Daniele Greco D’Alceo. TROMBONI *Joseph Burnam, Devid Ceste. TROMBONE BASSO Gianfranco Marchesi TIMPANI *Claudio Romano percussioni Maurizio Bianchini, Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena, Alessandro Laganella. arpa *Margherita Bassani *prime parti ° concertini MEZZOSOPRANI e Contralti Alessandra Demaria, Grazia Gira, Anna Giumentaro, Ewa Lusnia, Mariangela Marini, Sara Piceni, Maria Vittoria Primavera, Laura Rivolta, Leonora Sofia, Renata Turek, Silvia Zanardi. Tenori Gian Marco Avellino, Lorenzo Caltagirone, Claudio Corradi, Manuel Ferrando, Giacomo Gandaglia, Amerigo Iori, Simone Lollobattista, Marco Angelo Muller, Giovanni Palmia, Enrico Paolillo, Marco Pollone, Demetrio Rabbito, Andrea Rinaldi, Sergio Ronzoni, Antonino Scarbaci, Fabio Tamagnini. BARITONI E BASSI Silvio Agnesini, Alessandro Bianchini, Enrico Caporiondo, Daniele Cusari, Romano Dal Zovo, Giorgio Grazioli, Yun Eun Hyok, Hwang Tae Jeong, Angelo Lodetti, Carlo Andrea Masciadri, Matteo Mazzoli, Gianluca Monti, Davide Ronzoni, Roberto Scandura. Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra, avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI. Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite e iscrivetevi subito! Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected]. La Segreteria degli AMICI dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure dal martedì al venerdì dalle 11 alle 18, telefonando al 335 6944539. CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2014/15 che utilizzeranno il VITTORIO PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria. PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA. Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione "riduzioni". 15° giovedì 19 marzo 2015 ore 21.00 venerdì 20 marzo 2015 ore 20.30 Eiji Oue | Direttore Beatrice Rana | Pianoforte Johannes Brahms Tragische Ouverture in re minore op.81 Béla Bartók Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra Sergej Rachmaninov Sinfonia n. 2 in mi minore op. 27 CARNET da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori Adulti: 24,00 euro a concerto Giovani: 5,00 euro a concerto SINGOLO CONCERTO Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani) INGRESSO Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani) BIGLIETTERIA Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861 [email protected] - www.osn.rai.it