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Ryan McadaMs| Direttore Paolo Fanale| Tenore luca GRassi

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Ryan McadaMs| Direttore Paolo Fanale| Tenore luca GRassi
TO R I NO | AUDITORIUM RAI | CONCERTI
14°
giovedì 12 marzo 2015
ore 21.00
venerdì 13 marzo 2015
ore 20.30
Ryan McAdams | Direttore
Paolo Fanale | Tenore
Luca Grassi | Baritono
Rosa Feola | Soprano
Luca Tittoto | Basso
Coro del Teatro Regio di Parma
Martino Faggiani | Maestro del coro
Bizet
14°
giovedì 12 marzo 2015
ore 21.00
venerdì 13 marzo 2015
ore 20.30
Ryan McAdams | Direttore
Paolo Fanale | Tenore
Luca Grassi | Baritono
Rosa Feola | Soprano
Luca Tittoto | Basso
Coro del Teatro Regio di Parma
Martino Faggiani | Maestro del coro
Georges Bizet (1838 - 1875)
Les pêcheurs de perles (1863)
opera in tre atti su libretto di Michel Carré
e Eugène Cormon
(esecuzione in forma di concerto con elementi semiscenici)
personaggi e interpreti
Nadir, pescatore Paolo Fanale tenore
Zurga, capo dei pescatori Luca Grassi baritono
Leïla, sacerdotessa di Brahma Rosa Feola soprano
Nourabad, gran sacerdote di Brahma Luca Tittoto basso
Durata: 2h ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino: 8 maggio 1932, Arrigo Pedrollo
(Stagione lirica dell’EIAR).
L’intervallo avrà luogo dopo il primo atto (50’ ca.)
In collaborazione con il Centro di Produzione TV di Torino
Redazione a cura di Irene Sala
Il concerto di venerdì 13 marzo è trasmesso in collegamento
diretto su Radio3 per il programma “RadioSuite”, sul circuito
Euroradio e in streaming audio-video su www.osn.rai.it.
La ripresa televisiva è effettuata dal Centro di Produzione TV di
Torino e sarà trasmessa giovedì 23 aprile alle ore 21.15 su Rai5.
Georges Bizet
Les pêcheurs de perles
La trama
ATTO PRIMO
Su una spiaggia di Ceylon i pescatori di perle celebrano la loro festa annuale
ballando e cantando per cacciare gli spiriti maligni e spontaneamente
decretano a loro capo uno del gruppo, Zurga, che subito con autorità pretende
e ottiene ubbidienza.
L’atmosfera assume un altro colore quando compare Nadir, amico di gioventù
di Zurga, che dopo aver raccontato le sue avventure nella savana e nella foresta
ricorda insieme a lui una donna d’incantevole fascino, una vera e propria “dea”,
Leïla, che un giorno avevano incontrato a Candi e di cui si erano entrambi
innamorati. Ma, per restare amici, avevano giurato reciprocamente che non
avrebbero mai più cercato di rivederla, anche se sotto sotto la sua immagine
li turba tuttora.
In quel momento una piroga attracca e appare una donna misteriosa, velata,
che i pescatori riconoscono come la vergine consacrata al dio Brahma per
proteggerli nella loro attività. Zurga le fa giurare castità, devozione e di
continuare a celarsi sotto il velo, e in questo modo riceverà in ricompensa la
perla più bella. Ma lì per lì non Zurga né Nadir riconoscono sotto quel velo Leîla.
Sarà invece lei stessa, alla fine della cerimonia, a riconoscere la voce di Nadir:
Zurga si accorge dello strano turbamento della donna e Ia invita a decidere se
continuare la missione di sacerdotessa o preferire la libertà. Leïla fermamente
sceglie di continuare.
Ora anche Nadir riconosce la voce di Leïla, che gli provoca una sensazione di
dolce sogno, presto interrotto dal chiasso nel momento in cui la donna si avvia
al tempio fra le rocce, scortata da Nourabad. Un piccolo movimento del velo
permette a Nadir di vederla anche in volto, ed egli decide di proteggerla da tutti
i pericoli a costo della propria vita.
ATTO SECONDO
Sulla roccia a picco sul mare, dopo la preghiera serale, Nourabad ricorda a Leïla
i giuramenti e che sarà continuamente sorvegliata. Per dimostragli che non
manca alla parola data, gli racconta che Ia collana che porta le fu donata da un
uomo che ella aveva protetto dai nemici dai quali stava fuggendo. Nourabad,
poco toccato da questa storia, si allontana.
Rimasta sola, Leïla canta il proprio amore per Nadir e la speranza di rivederlo.
Detto, fatto: Nadir si è avventurato fino alla roccia sacra e ora i due si scambiano
dolci parole d’amore. Tutto questo è troppo per gli dei, che scatenano un
temporale fortissimo che riporta i due innamorati alla ragione, ma troppo tardi:
Nourabad si è accorto di tutto e grida al sacrilegio, fra lo sconcerto dei pescatori.
Per Nourabad i due devono essere condannati a morte, e solo l’arrivo di Zurga
impone il silenzio e l’ubbidienza, preferendo perdonare i due amanti. Senonché
Nourabad alza il velo a Leïla: e Zurga, riconosciutala, cambia bruscamente
idea accettando la condanna a morte, mentre tutti i pescatori in ginocchio
supplicano gli dèi di placare il temporale della loro ira.
ATTO TERZO
Insonne, roso dal rimorso per la propria crudeltà, deluso da Nadir, intenerito
ancora da Leïla, Zurga vorrebbe chiedere perdono ai due amanti per la sua
decisione, ma non riesce ad arrivare al punto da revocarla. E Leïla, scortata
da due pescatori, gli implora proprio la grazia, professandosi innocente, ma
accettando di sacrificarsi purché venga salvata la vita di Nadir - gesto che non
può che scatenare ulteriore gelosia in Zurga. Anzi, se ella ama Nadir, le risponde
Zurga, non ci sarà grazia per lui. Profondamente colpita, Leïla lo maledice e,
pronta a morire, si toglie la collana affidandola a un pescatore: in quel momento
Zurga riconosce la collana e in Leïla la donna che lo aveva salvato e, sconvolto,
decide di salvare la vita ai due amanti.
Così, davanti alla pira accesa per sacrificare i due colpevoli, tra la folla che
danza furiosamente, mentre Leïla si lancia fra le braccia di Nadir, un bagliore
rosso comincia a invadere il campo dei pescatori: Zurga ha appiccato il fuoco al
villaggio per salvare la vita ai due condannati, e mentre tutti fuggono spaventati
li libera dalle catene e li guarda fuggire, restando solo nel mezzo dell’incendio.
Per gentile concessione del Teatro Regio di Parma
«La partitura dei Pêcheurs de perles fa il più grande onore a Bizet, tanto che
saremo costretti ad accettarlo come compositore, malgrado il suo raro talento
di pianista lettore». A scrivere queste righe l’8 ottobre 1863 sul «Journal des
Débats» era Hector Berlioz dopo la rappresentazione dell’opera Les pêcheurs
de perles di Georges Bizet al Théâtre-Lyrique di Parigi, che ebbe la sua prima
assoluta il 30 settembre di quell’anno (la direzione era affidata ad Adolphe
Deloffre, Leïla era Léontine de Maësen, ad interpretare Zurga c’era Jean-VitalIsmaël Jammes, Nadir era Giuseppe Morini e Nourabad era Guyot). Con questo
lavoro Bizet sceglieva di dedicarsi alla composizione, abbandonando i propositi
didattici e concertistici. Ma l’entusiasmo di Berlioz, che tra l’altro era stato
nella giuria tra gli illustri nomi che avevano incoronato il giovane Bizet quale
vincitore del “Prix de Rome” del 1857, restò una reazione isolata e l’opera fu un
fiasco. Dopo diciotto repliche Les pêcheurs cadde nell’oblio e vi rimase sino al
1889, quando l’editore Sonzogno ripropose l’opera in traduzione italiana per
l’Esposizione Universale di Parigi.
Les pêcheurs de perles nacque grazie al sussidio che il Ministero delle Belle Arti
francese aveva elargito al Théâtre-Lyrique - dove allora spopolava il Faust di
Gounod, modello del nuovo gusto borghese - per far rappresentare un lavoro
inedito a un vincitore del “Prix de Rome”. L’allora direttore del teatro parigino,
Léon Carvalho, decise di affidarne la composizione al venticinquenne Bizet che
in un lampo, da aprile a settembre, dovette completare la partitura.
Michel Carré ed Eugène Cormon firmarono “in fretta e furia” a quattro mani
un libretto tacciato di non essere particolarmente felice; i due discussero di
molte scelte e Carré, preoccupato di non trovare il giusto finale, pare che avesse
colto lo spunto dell’incendio del villaggio dei pescatori grazie a una frase di
Carvalho, che a un certo punto della stesura gli avrebbe detto di “dare fuoco
al libretto”! Certo Carré si sarebbe successivamente fregiato di testi come Les
contes d’Hoffmann su musiche di Offenbach e Roméo et Juliette di Gounod.
La vicenda dei Pescatori di perle, avvolta in un bizzarro oriente dai contorni
sfumati, si svolge in India nell’antica isola di Ceylon (oggi Sri Lanka) e ripropone
il triangolo amoroso tipico del teatro musicale ottocentesco: il tenore (il
pescatore di perle, Nadir) e il baritono (il capo dei pescatori di perle, Zurga)
amano il soprano (la sacerdotessa di Brahma, Leïla); lei ricambia i sentimenti
del tenore Nadir, ma non può sottrarsi al voto sacro fatto al Dio Brahma, per il
quale viene strettamente sorvegliata dal gran sacerdote Nourabad. A questo si
aggiunge un’affiatata e fedele amicizia tra i due protagonisti maschili, protetta
a costo di sacrificare la passione amorosa. Di tutti i personaggi, se si vuole un po’
piatti nella caratterizzazione drammatica, il baritono Zurga è il più complesso e
sfaccettato e forse il ruolo vocalmente più interessante.
E se il gusto per l’esotico era assai in voga a fine Ottocento, come testimoniano
l’ode sinfonia Le désert di Félicien David, l’Africaine di Meyerbeer, Lakmé
di Delibes, Le Roi de Lahore di Massenet, le celebri odalische di Delacroix o
Salammbô di Flaubert, Enrico Maria Ferrando nota che nei Pescatori il genio di
Bizet emerge proprio nella «messa a punto della ‘tinta’ esotica che attraversa
l’intero lavoro». È un esotismo precursore dell’Art Nouveau e del nascente
impressionismo pittorico (si pensi a Gauguin) e musicale (con Debussy e
le sonorità giavanesi in primo piano). Il compositore non mancò infatti di
incoraggiare questo gusto, creando un dettagliato mondo onirico grazie anche
al sapiente dosaggio delle percussioni, dei violini in sordina, dei violoncelli e
dei flauti.
Al tempo della stesura dell’opera, Bizet era un promettente sconosciuto intriso
della musica di Bellini, Donizetti e Verdi, ma anche di Gounod, Offenbach
e Berlioz. Aveva alle spalle solo un’operetta, Le docteur Miracle, ed era ben
lontano dalla fama che gli diede la Carmen (notorietà che realmente arrivò solo
post mortem). Ciononostante nelle pagine dei Pescatori gli si riconosce già la
cifra stilistica evidente, ovvero la grande maestria d’orchestrazione e la capacità
di inventare intensi momenti lirici e d’atmosfera. Ne è un esempio la passionale
romanza di Nadir “Je crois entendre encore”, cantata dai tenori di tutto il mondo
e resa celebre da interpreti come Beniamino Gigli ed Enrico Caruso.
Nell’opera è presente un’idea musicale ricorrente che è il motivo di Leïla, udito
sin dall’inizio come sottofondo alle parole di Nadir e Zurga “Oui, c’est elle, c’est
la déesse!”. Dovendo stringere i tempi della composizione, Bizet “riciclò” con
astuzia anche un po’ della musica che aveva in cantiere bell’e pronta all’uso
(ancora ineseguita). Nella partitura ritroviamo così frammenti di un Te Deum,
della cantata per il “Prix de Rome” Clovis et Clotilde, dell’operina buffa Don
Procopio e di una marcia funebre (che accompagna Nadir e Leïla al supplizio).
Sappiamo che fino al 1974, quando Arthur Hammond ripristinò la versione
originale del 1863 - eseguita in questo concerto - circolarono alcune versioni
dei Pescatori che ne apportavano varie modifiche, tra cui la più evidente era
quella al finale in cui Nourabad assassinava Zurga.
Questo, però, snaturava il senso del moderno finale aperto originale: il capo
dei pescatori Zurga, avendo capito che Nadir era innocente (non era venuto
meno al patto d’amicizia) e che la sacerdotessa Leïla non aveva dissacrato il
voto, appicca un incendio presso il villaggio dei pescatori per consentire ai due
condannati di fuggire e, dopo averli liberati, resta tra le fiamme a guardare
l’amico e l’amata che si allontanano dalla misteriosa isola.
Una trentina di immagini proiettate sul palco, tratte in gran parte dalle
copertine o dalle illustrazioni che arricchivano i romanzi d’avventura tra la
fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, fanno da sfondo a questa
esecuzione in forma di concerto dei Pêcheurs de perles.
Sono immagini che richiamano quell’ “India inventata” in cui è ambientata
l’opera; quel mondo esotico fatto di jungle, templi, foreste, tigri e
serpenti, divenuto tanto in voga all’epoca anche sull’onda della popolarità
dei romanzi di Emilio Salgari, padre del Ciclo dei pirati della Malesia e del
celebre personaggio Sandokan. Questi “spunti visivi” fanno da didascalia
all’azione scenica, evocandone a volte i luoghi e gli immaginari, altre le
situazioni e le atmosfere tra cui si muovono i personaggi.
Irene Sala
Ryan McAdams
Ha ottenuto una borsa di studio “Fulbright” come assistente di Alan Gilbert, è stato
Direttore Assistente della Royal Stockholm Philharmonic e ha ricevuto per primo il
premio Glimmerglass ad Aspen per la direzione d’opera nel 2006. Nel 2007 è stato
invitato da Lorin Maazel come Direttore Assistente per la Fondazione Chateauville
in Virginia. Nel 2008 è stato Direttore Assistente all’Aspen Music Festival e nel 2009,
invitato da James Levine e dal Tanglewood Festival, ha ottenuto una borsa di studio
e ha diretto a Tanglewood la BUTI Orchestra nel 2013. Ha ricevuto per primo il
premio “Sir Georg Solti” per direttori d’orchestra emergenti. Grande il successo del
2010 nel debutto europeo alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
e dell’Academy of St. Martin in the Fields con Julian Rachlin e Mischa Maisky. Il suo
debutto con la Filarmonica di Israele (inciso live per Helicon Classics) è stato definito
“straordinario”dal Jerusalem Post, compagine che ha diretto anche con la violoncellista
Alisa Weilerstein e nei Carmina Burana di Orff. Nel 2014-15 si è esibito con il Maggio
Musicale Fiorentino, l’Opera National de Lorraine, la Wordless Music Orchestra, la
Westchester Philharmonic, in tournée con l’American Contemporary Music Ensemble,
il teatro dell’opera di St. Louis, la Vancouver Symphony, l’Orchestra da camera di
Ginevra, il Juilliard Opera Center e l’Orchestre de Nancy. Tra gli appuntamenti recenti
i concerti con: Louisville Orchestra, Academy of St. Martin in the Fields, Los Angeles
Philharmonic, Columbus, Princeton, New Jersey e Indianapolis Symphony, Saint
Paul Chamber, New York City Opera and Ballet, CityMusic di Cleveland, Festival di
Tanglewood, Aspen e Juilliard FOCUS!, Wordless Music Series e Glimmerglass Opera. Ha
diretto il concerto per le celebrazioni del 103°anniversario della nascita di Elliott Carter
per il centro culturale 92Y a New York, considerato uno dei migliori eventi di musica
classica del 2011 dal NY Times. Recenti progetti di musica contemporanea includono
le prime esecuzioni dell’opera Cracked Orlando di Jonathan Dawe, con Anthony Roth
Costanzo all’Italian Academy della Columbia University, e di The Disintegration Loops
di William Basinski, con la Wordless Music Orchestra nel Metropolitan Museum per il
10° anniversario dell’11 settembre e la proiezione live di “Beasts of the Southern Wild”
al Prospect Park Bandshell di New York e al Barbican Center di Londra. Ha diretto la
prima della colonna sonora per il film There Will Be Blood con il compositore Jonny
Greenwood al Teatro United Palace di New York.
Paolo Fanale
Nasce a Palermo nel 1982.
Nel 2007 debutta a Padova come Don Ottavio in Don Giovanni e da quel momento
la sua carriera lo porta ad esibirsi in alcuni dei più prestigiosi teatri del mondo:
Teatro alla Scala di Milano, Metropolitan di New York, Opéra Bastille e Théâtre du
Châtelet a Parigi, Bayerische Staatsoper di Monaco, Staatsoper di Berlino, Gran
Teatre del Liceu a Barcellona, Théâtre des Champs Elysées di Parigi, Theater an der
Wien di Vienna, Salisburgo, Nuovo Teatro Nazionale di Tokyo, Den Norske Opera
di Oslo, Opera di Helsinki, Gran Teatro di Ginevra, Palau de les Arts Reina Sofía
di Valencia, Opera di Strasburgo, Marsiglia, Nancy, Toulon, Nizza, Auditorium
Radio France, Dublino, Tel Aviv, San Carlo di Napoli, Accademia di Santa Cecilia di
Roma, Teatro Comunale di Firenze, Teatro Filarmonico di Verona, Regio di Torino,
Comunale di Bologna, Carlo Felice di Genova, teatri di Modena, Piacenza, Reggio,
Catania, Ancona, Sassari, Rovigo, Trento e Bolzano.
Ha cantato sotto la direzione di celebri direttori come James Levine, Claudio
Abbado, Antonio Pappano, Zubin Mehta, Daniele Gatti, Kurt Masur, Rafael
Frühbeck de Burgos, Daniel Oren e Jordi Savall.
Tra i suoi impegni recenti e futuri: Falstaff all’Opera di Amsterdam e al Covent
Garden di Londra, Don Giovanni al Nuovo Teatro Nazionale di Tokyo, Roméo
et Juliette diretto da Daniele Gatti a Parigi, un recital a Tokyo, Roméo et Juliette
all’Opera di Monte-Carlo, L’elisir d’amore all’Opera di Marsiglia e alla Deutsche
Oper di Berlino, Magnificat e una registrazione di Aida con la direzione di Antonio
Pappano a Santa Cecilia, Die Zauberflöte al Teatro Massimo di Palermo e al Teatro
Comunale di Bologna, Pelléas et Mélisande a Firenze con la direzione di Daniele
Gatti, Così fan tutte alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera.
luca grassi
Nato a San Marino, si laurea in Ingegneria e studia canto a Bologna con Paride
Venturi e attualmente sotto la guida di Carlo Meliciani. Nel 1998 vince il concorso
«Città di Roma», che lo fa debuttare il ruolo di Germont in Traviata e canta Šarlatán
di Haas al Festival Opera Wexford. Viene invitato dal Festival di Martina Franca per:
Roland, Reine de Saba, Huguenots, Werther, Polyeucte. Nel 2005 ottiene grande
successo personale nei Pêcheurs de perles (Zurga) di Bizet diretto da Viotti a
Venezia e nella tournée giapponese della Fenice, titolo ripreso poi recentemente a
Verona, Salerno (in CD) e Madrid con Daniel Oren.
Tra i successi delle ultime stagioni ricordiamo: la riapertura della Fenice di Venezia
con Traviata diretto da Maazel; I puritani (Riccardo), I cavalieri di Ekebù e Stiffelio
(Stankar) a Trieste; Don Giovanni a Savona; Lakmé (Frederick) a Palermo; Falstaff
(Ford) a Verona; Aida a Rovigo, Pisa, Trento e a Torino diretto da Steinberg; Nozze di
Figaro (Figaro) a Hong Kong; Lucia di Lammermoor (Enrico) a Bergamo (in DVD), in
Giappone, Liegi, St. Gallen, Berlino (diretto da Palumbo) e Dallas; Carmen a Savona,
Las Palmas e al San Carlo di Napoli; La bohème (Marcello) a Glyndebourne, Modena,
Piacenza, Cagliari, Ginevra, Palma de Mallorca, Bergamo; Giovanna d’Arco, La
traviata, Alzira, Un ballo in maschera ed Attila a St. Gallen; Marin Faliero a Bergamo
e Sassari (in DVD); Hérodiade a Bucarest; Pagliacci a Bologna e Tenerife; Macbeth a
Sassari; Les dialogues des carmélites (Marquis), Beatrice di Tenda ed Attila a Catania;
Madama Butterfly a Bologna (diretto da Daniele Gatti), Glasgow, Berlino, Roma,
Genova, Venezia; Traviata a Lispsia, Montréal, Livorno e Pisa; La straniera con Edita
Gruberová a Baden-Baden (in CD), Un ballo in maschera al Teatro Regio di Parma,
alla Deutsche Oper di Berlino e a Francoforte; Otello a Tel Aviv; La forza del destino a
Pisa; L’Africaine (Nelusko) a Venezia; Cavalleria rusticana (Alfio) e Pagliacci (Tonio) a
Pechino e a San Paolo del Brasile.
Tra i suoi prossimi impegni: Cavalleria rusticana e Pagliacci a Bilbao, Madama
Butterfly alla Fenice di Venezia, Macbeth a St. Gallen, Un ballo in maschera a Essen,
La straniera al Concertgebouw di Amsterdam.
rosa feola
Studia canto con Mara Naddei diplomandosi con il massimo dei voti e la lode
presso il Conservatorio Statale “Giuseppe Martucci” di Salerno nel 2008.
Si perfeziona in Opera Studio presso l’Accademia di Santa Cecilia con Renata
Scotto, Anna Vandi e Cesare Scarton.
È vincitrice del 2° Premio, Premio speciale Zarzuela e Premio Rolex del pubblico
al “Concorso Internazionale Operalia 2010” presieduto da Placido Domingo e
tenutosi al Teatro alla Scala di Milano.
I più recenti impegni la vedono impegnata nelle produzioni di Idomeneo (Lille),
L’elisir d’amore (Roma e Berlino), La finta giardiniera (Glyndebourne), Rigoletto
(Torino, Zurigo, Ravenna, Bahrain), Il matrimonio segreto al Teatro Regio di Torino,
Don Pasquale al Teatro dell’Opera di Roma, Le nozze di Figaro al Teatro La Fenice di
Venezia e a Pechino, Falstaff al Teatro Petruzzelli di Bari, Il campanello al Teatro San
Carlo di Napoli, La bohème per il Teatro dell’ Opera di Roma a Caracalla.
Con la Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti ha fatto il suo
debutto a Chicago e a New York nei Carmina Burana di Orff e più recentemente ha
cantato nel Requiem di Mozart sempre con la direzione di Muti.
Debutta nel ruolo di Corinna ne Il viaggio a Reims all’Accademia di Santa Cecilia
diretta da Kent Nagano; è poi Adina ne L’elisir d’amore al Teatro dell’Opera di Roma
diretta da Bruno Campanella, Micaela nella Carmen alla Deutsche Oper di Berlino,
Servilia ne La Clemenza di Tito a Bremen, Dortmund, Londra e Parigi con Louis
Langrée, Zerlina nel Don Giovanni al Palau de les Arts di Valencia sotto la direzione
di Zubin Mehta, Musetta ne La bohème al San Carlo di Napoli, Ines ne I due Figaro
di Mercadante al Festival di Salisburgo (in coproduzione con il Ravenna Festival, il
Teatro Real di Madrid, il Teatro Colon di Buenos Aires) diretta da Muti.
Ha partecipato alla Stagione da Camera dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
come voce solista in un concerto per soprano e violoncelli, andato in onda su
Rai3, per la rassegna South American Getaway, al Knowlton Festival (Canada) e
al Festival di Jesi. Al Reate Festival è stata Lauretta in Gianni Schicchi e ha cantato
nella Petite Messe Solennelle di Rossini diretta da Michele Campanella.
luca tittoto
Nato ad Asolo, nel 2006 ha iniziato la carriera vincendo il Concorso Lirico “Giuseppe Di
Stefano”a Trapani per il ruolo di Don Alfonso in Così fan tutte. Nel 2007 ha cantato Plutone
nell’Orfeo di Monteverdi al Festival d’Aix en Provence diretto da Jacobs e a Cremona
diretto da Dantone. Ha interpretato Alidoro ne La cenerentola di Rossini a Cosenza, Quince
in A Midsummer Night’s Dream di Britten all’Opera di Nizza. Ha cantato nella Messa
in Si minore di Bach a Santiago De Compostela con Les Musiciens du Louvre, Nettuno
in Idomeneo a Bruxelles, Parigi e Colonia con Jacobs e poi a Aix en Provence e Bremen
con Minkowski. Nel 2009 è stato Gottardo ne La Gazza ladra di Rossini a Bologna e a
Reggio Emilia e ha debuttato al Festival di Salisburgo con La Creazione di Haydn. È stato
Oroveso nella Norma di Bellini e Creonte nella Medea di Cherubini; ha interpretato Alcina
a Parigi, Londra e Vienna. Nel 2011 ha debuttato al Concergebouw di Amsterdam ne La
Senna festeggiante di Vivaldi, al Comunale di Bologna è stato Leporello in Don Giovanni e
Alidoro in Cenerentola. Nel 2011 si è presentato al Festival di Martinafranca nel Novello
Giasone di Cavalli/Stradella e in Aureliano in Palmira di Rossini. A Cremona ha debuttato
nei Puritani e ha cantato a Francoforte come Giove ne La Calisto di Cavalli. Nel 2012 ha
cantato Ariodante a Basilea, Così fan tutte a Venezia, I puritani a Jesi e lo Stabat Mater di
Rossini a Trieste con Gelmetti, la Nona di Beethoven a Venezia con Chung. A Bologna ha
cantato Ferrando ne Il trovatore, mentre nel 2013 è tornato ad Amsterdam per La scala di
seta e La bohème. Nel 2013 ha cantato alla Fenice di Venezia in Così fan tutte, ha debuttato
al ROF di Pesaro con Guillaume Tell come Gessler (direzione di Mariotti e regia di Vick); ha
cantato all’Opera di Monaco Don Alfonso e Giove; si è esibito nella Nona di Beethoven
con Maazel a Venezia, e al Maggio Musicale Fiorentino ne La Passione secondo Matteo di
Bach con Biondi. A Dortmund ha interpretato la prima esecuzione in tempi moderni de
La concordia de’ pianeti di Caldara con l’orchestra la Cetra. A Torino, a Bologna e al Festival
di Edimburgo ha ripreso Guillaume Tell; ad Aix en Provence ha cantato il Re in Ariodante,
a Berlino si è presentato nella Messa in Si minore di Bach e ha interpretato Creonte nella
Medée di Charpentier a Basilea. A Monaco di Baviera è tornato come Don Alfonso. Fra
i prossimi impegni il Requiem di Mozart all’Accademia di Santa Cecilia, La fida ninfa di
Vivaldi ad Amsterdam e Cenerentola a Napoli. Il suo repertorio include lo Stabat Mater e la
Petite messe solennelle di Rossini, le Passioni di Bach e il Messiah di Händel. Ha registrato
con Harmonia Mundi, Deutsche Grammophon e Naïve Classics.
coro del teatro
regio di parma
Debutta come coro del Verdi Festival in occasione della serata finale del
Concorso Internazionale “Maria Callas - Nuove voci per Verdi”, organizzato dalla
Rai con la Fondazione Verdi Festival. Dal 2001 partecipa alle stagioni liriche del
Teatro Regio di Parma e al Festival Verdi, offrendo una duttilità di organico che
va da 24 elementi fino a più di 100 nelle produzioni sinfoniche. Collabora con
Claudio Abbado, Rudolf Barshai, Bruno Bartoletti, Vladimir Fedoseev, Rafael
Frühbeck de Burgos, Gianluigi Gelmetti, Lorin Maazel, Riccardo Muti, Daniel
Oren, George Pehlivanian, Zoltán Peskó, Michel Plasson, Yuri Temirkanov e Juraj
Valčuha. Insieme alle maggiori partiture operistiche del Settecento e Ottocento
europeo, affronta un ampio repertorio sacro e sinfonico che comprende le Messe
di Requiem di Mozart, Verdi, Brahms, Fauré e Cherubini, Quattro pezzi sacri di
Verdi, Carmina Burana di Orff, Sinfonia n. 9 e Missa solemnis di Beethoven, Gloria
in re maggiore di Vivaldi, Die Schöpfung di Haydn, Magnificat di Bach, Messa in
do minore e Messa in do maggiore di Mozart, Petite Messe Solennelle di Rossini,
Messiah di Händel, War Requiem di Britten, Stabat Mater di Dvořák. Tra le opere
del repertorio contemporaneo: Il processo di Alberto Colla e La morte di Klinghoffer
di John Adams. Di particolare interesse la realizzazione in forma scenica di Szenen
aus Goethes Faust di Schumann e Assassinio alla Cattedrale di Pizzetti, del quale
è stato realizzato un DVD. Con la partecipazione alla rassegna “Vox, musica per
coro” si apre al repertorio sacro a cappella, dal Rinascimento fino alle composizioni
contemporanee. Tra le numerose tournée del Coro figurano Parigi, Wiesbaden,
San Pietroburgo, Seul, Città del Messico, Pechino e Muscat (Oman). Nel 2010 il
Coro riceve l’Oscar della Lirica e nel 2011 il Premio Lirico Internazionale “Mario
Tiberini”.
MARTINO FAGGIANI
Nato a Roma, ha studiato pianoforte con Franco Medori, composizione con Nazario
Bellandi e clavicembalo con Paola Bernardi. Si è diplomato al Conservatorio di
Santa Cecilia e ha iniziato l’attività professionale nel 1980 come direttore di varie
formazioni corali. Nel 1992 è divenuto assistente di Norbert Balatsch, direttore
del Coro dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, e per sei anni consecutivi lo ha
affiancato, coadiuvandolo in tutte le produzioni e dirigendone molte in prima
persona. Nel medesimo periodo ha diretto il Coro giovanile di Santa Cecilia,
creato da Bruno Cagli, collaborando con direttori quali Chung, Gatti, Sinopoli,
Prêtre, Spivakov, Oren, Scimone, Gelmetti, Mazzola, Biondi, Alessandrini e altri,
e incidendo per la casa discografica OPUS 111. Tra i suoi maggiori successi,
l’esecuzione di Oedipus Rex con Gianluigi Gelmetti, l’Aida al Teatro San Carlo di
Napoli, Novae de infinito laudes di Henze e recentemente la tournée italiana della
Juditha triumphans di Vivaldi diretta da Alessandro de Marchi. Nel settembre
2000 diventa Maestro del Coro del Festival Verdi e dalla Stagione Lirica 2001/02
è il Maestro del Coro del Teatro Regio di Parma. Attualmente è Maestro del Coro
presso il teatro La Monnaie di Bruxelles.
coro del teatro regio di parma
PARTECIPANO AL CONCERTO
Soprani
Nina Almark, Damiana Avogadro, Maria Letizia Bazzolo, Elisa Bonora, Livia Campanella,
Alessia Cavalca, Raffaela Chiarolla, Catia Cursini, Laura Dalfino, Annalisa Ferrarini,
Hitomi Kuraoka, Silvia Marcellini, Katia Martina, Maria Chiara Pizzoli, Maria Assunta Sartori,
Stella Sestito, Lorelay Solis, Vittoria Vitali.
VIOLINI PRIMI
*Roberto Ranfaldi (di spalla), °Giuseppe Lercara, Antonio Bassi, Constantin Beschieru, Irene Cardo,
Claudio Cavalli, Aldo Cicchini, Patricia Greer, Valerio Iaccio, Martina Mazzon, Sara Pastine,
Francesco Punturo, Matteo Ruffo, Lynn Westerberg.
VIOLINI SECONDI
*Roberto Righetti, Enrichetta Martellono, Valentina Busso, Roberto D’Auria, Carmine Evangelista,
Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Vincenzo Prota,
Isabella Tarchetti, Carola Zosi.
VIOLE
*Ula Ulijona, Matilde Scarponi, Geri Brown, Giorgia Cervini, Rossana Dindo, Federico Maria
Fabbris, Riccardo Freguglia, Agostino Mattioni, Giovanni Matteo Brasciolu, Francesco Tosco.
VIOLONCELLI
*Massimo Macrì, Ermanno Franco, Giacomo Berutti, Stefano Blanc, Pietro Di Somma,
Michelangiolo Mafucci, Fabio Storino, Alessandro Copia.
CONTRABBASSI
*Cesare Maghenzani, Silvio Albesiano, Antonello Labanca, Maurizio Pasculli, Francesco Platoni,
Vincenzo Venneri.
FLAUTI e OTTAVINI
*Marco Jorino, Fiorella Andriani.
OBOI
*Carlo Romano, Teresa Vicentini.
corno inglese
Teresa Vicentini
clarinetti
*Graziano Mancini, Franco Da Ronco.
FAGOTTI
*Andrea Corsi, Mauro Monguzzi.
CORNI
*Corrado Saglietti, Valerio Maini, Bruno Tornato, Marco Tosello.
cornette
*Marco Braito, Daniele Greco D’Alceo.
TROMBONI
*Joseph Burnam, Devid Ceste.
TROMBONE BASSO
Gianfranco Marchesi
TIMPANI
*Claudio Romano
percussioni
Maurizio Bianchini, Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena, Alessandro Laganella.
arpa
*Margherita Bassani
*prime parti ° concertini
MEZZOSOPRANI e Contralti
Alessandra Demaria, Grazia Gira, Anna Giumentaro, Ewa Lusnia, Mariangela Marini,
Sara Piceni, Maria Vittoria Primavera, Laura Rivolta, Leonora Sofia, Renata Turek,
Silvia Zanardi.
Tenori
Gian Marco Avellino, Lorenzo Caltagirone, Claudio Corradi, Manuel Ferrando,
Giacomo Gandaglia, Amerigo Iori, Simone Lollobattista, Marco Angelo Muller,
Giovanni Palmia, Enrico Paolillo, Marco Pollone, Demetrio Rabbito, Andrea Rinaldi,
Sergio Ronzoni, Antonino Scarbaci, Fabio Tamagnini.
BARITONI E BASSI
Silvio Agnesini, Alessandro Bianchini, Enrico Caporiondo, Daniele Cusari, Romano Dal Zovo,
Giorgio Grazioli, Yun Eun Hyok, Hwang Tae Jeong, Angelo Lodetti, Carlo Andrea Masciadri,
Matteo Mazzoli, Gianluca Monti, Davide Ronzoni, Roberto Scandura.
Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori
abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra,
avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI.
Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite
e iscrivetevi subito!
Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito
www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected].
La Segreteria degli AMICI dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni
concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure dal martedì al
venerdì dalle 11 alle 18, telefonando al 335 6944539.
CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK
Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti
per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2014/15 che utilizzeranno il VITTORIO
PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone,
vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel
foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla
tariffa oraria ordinaria.
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA.
Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla
sezione "riduzioni".
15°
giovedì 19 marzo 2015
ore 21.00
venerdì 20 marzo 2015
ore 20.30
Eiji Oue | Direttore
Beatrice Rana | Pianoforte
Johannes Brahms
Tragische Ouverture
in re minore op.81
Béla Bartók
Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra
Sergej Rachmaninov
Sinfonia n. 2 in mi minore op. 27
CARNET
da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori
Adulti: 24,00 euro a concerto Giovani: 5,00 euro a concerto
SINGOLO CONCERTO
Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani)
INGRESSO
Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani)
BIGLIETTERIA
Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861
[email protected] - www.osn.rai.it
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