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GUIDA ALL`ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO
Copertina LIBRETTO-ULTIMA 7.0:copertina GCF 13-04-2012 16:55 Pagina 1 Maggio 2012 Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche s ACRAF - ANGELINI s ALBAKOS s ALES GROUPE ITALIA s ALPHA DERMO LINE s ARTSANA s AVANTGARDE s BEIERSDORF s BIODERMA ITALIA s BIODUE PHARCOS s CAUDALIE ITALIA s CHEFARO PHARMA ITALIA s CIEFFE DERMA s CO.DER. s COMBE ITALIA s COSMODERMA s DEBORAH GROUP s DELAROM ITALIA s DIFA COOPER s DUEPI INTERNATIONAL SERVICES s EFFEGILAB s ESTEE LAUDER DIVISIONE DARPHIN s EVOC s FARMACIA DORIGO MARCO s FARMACIA PARATI s FARMADERBE s FARMEN INTERNATIONAL COSMETICS DISTRIBUTION s GABA VEBAS s GENERAL TOPICS s GEYMONAT s GIULIANI s GLM s GLORIA MED PHARMA s GSK CONSUMER HEALTHCARE s ICIM INTERNATIONAL s IDI FARMACEUTICI s ISTITUTO GANASSINI s ITALIANA LABORATORI BOUTY s JOHNSON & JOHNSON s L’OREAL ITALIA DIV. COSMETIQUE ACTIVE Presidente del Gruppo: Segreteria del Gruppo: s LA.C.M.A. ANTIPIOL s LABORATOIRE NUXE ITALIA s LABORATOIRES EXPANSCIENCE ITALIA s LABORATORI FITOCOSMESI & FARMACEUTICI s LABORATORI RIUNITI DELLE FARMACIE s LABORATORI ROYAL s LAB LABORATORIO ALLA BORSA s LABORATORIO FARMACOLOGICO MILANESE s LACOTE s MAC PHARMA s MAGALDI LIFE s MASTELLI s MAVI SUD s MIBA s MILA s MORGAN s O.F.I. s OYSTER COSMETICS s PIERRE FABRE ITALIA s POLIFARMA BENESSERE s Q-MED ICT s QUINOA s ROTTAPHARM | MADAUS s S.I.L.C. s S.I.R.P.E.A. s SANGAUS s SANOFI-AVENTIS s SCHARPER - INVERNI DELLA BEFFA s SCHIAPPARELLI s SHAULA FARMACOSMETICI s SIFARMA s SINCLAIR PHARMA s SOCIETA’ DEL KARITE’ s SOCIETA’ ITALO BRITANNICA L. MANETTI - H. ROBERTS s UNIFARCO s UNILEVER ITALIA s VALETUDO s ZETA FARMACEUTICI Vincenzo Maglione Luca Nava tel. 02-28.17.73.21/ fax 02-28.17.73.93 www.unipro.org - [email protected] Unipro - Via Accademia, 33 - 20131 Milano GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO AZIENDE ADERENTI AL GRUPPO COSMETICI IN FARMACIA GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO P r e f a z i o n e Parola d’ordine: investire Investire sugli spazi, sulle persone, sulle aziende, sui servizi, sulla comunicazione. Non è più il momento per stare a guardare come evolverà la situazione: i tempi stanno cambiando, e velocemente, e occorrono subito scelte coraggiose, ma ben ponderate, per rendere la farmacia competitiva rispetto al mercato e ai concorrenti degli altri canali. Il settore dermocosmetico, uno dei pochi a mantenere tassi di crescita costanti nonostante la crisi generalizzata dei consumi, può essere la leva con cui la farmacia può crescere nel suo complesso, aiutando a fidelizzare la clientela. Per questo motivo, il Gruppo Cosmetici Farmacia di Unipro propone questa “Guida pratica all’organizzazione del reparto cosmetico”, che vuole essere per i titolari e i responsabili del reparto uno strumento per migliorare e potenziare il servizio già offerto o per metterne in piedi uno ex novo. La pubblicazione è suddivisa in cinque aree tematiche, sviluppate da esperti del settore. La prima riguarda i vari aspetti dell’organizzazione degli spazi e degli ambienti di vendita: le tecniche da utilizzare per ridisegnare il lay-out, come creare un’atmosfera che favorisca atti d’acquisto più piacevoli e meno medicali, quali sono i consigli pratici in termini d’arredamento, luci, colori e profumi. Il secondo capitolo è dedicato a come selezionare l’assortimento di prodotti più adatti al proprio punto vendita, strutturando l’offerta in modo che ogni fascia di consumatori trovi una risposta adeguata alle proprie esigenze. Ambiente e prodotti hanno bisogno, poi, dell’intermediazione di personale specializzato, motivato e propositivo, in grado di comunicare con il cliente, di riconoscerne le esigenze e di offrire soluzioni personalizzate. Il terzo capitolo affronta quindi il nodo cruciale della gestione del personale addetto alla vendita, mentre il quarto analizza alcuni servizi complementari che arricchiscono le prestazioni offerte dalla farmacia ai propri clienti: cabine diagnostiche, cabine estetiche e consult point. Di questi si affrontano i pro e i contro, aiutando così il lettore a individuare quale delle tre soluzioni potrebbe essere più opportuna per la realtà della propria farmacia. Infine, l’ultima parte delle Guida è dedicata alle iniziative speciali da inserire nella gestione ordinaria del punto vendita, che possono coinvolgere anche più reparti della farmacia, dagli obiettivi, all’esecuzione e alla valutazione dei risultati. Questo volume, frutto della collaborazione con la rivista Panorama Cosmetico, ribadisce la volontà e l’impegno del Gruppo Cosmetici in Farmacia di Unipro di sostenere il lavoro dei farmacisti nel consiglio dei prodotti cosmetici, aiutandoli così a valorizzare le risorse del canale. Dr. Lorenzo Verlato Direttore Panorama Cosmetico Dr. Vincenzo Maglione Presidente GCF - Unipro 3 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO Meno Stato, più cassetto Walter Vidulli, con la collaborazione di Pasquale Angelini, architetto IN UN MERCATO MATURO, COMPETITIVO, BISOGNA SAPER SCEGLIERE PER FAVORIRE LO SVILUPPO FUTURO DELLA PROPRIA AZIENDA. SAPER SCEGLIERE SIGNIFICA, PER L’IMPRENDITORE, SAPER RINUNCIARE PER FAVORIRE LE OPPORTUNITÀ CHE POSSONO GARANTIRE SOLUZIONI PIÙ PROFITTEVOLI: LA RESA SULL’INVESTIMENTO. Philip Kotler artendo da questa frase del professor Kotler, padre del marketing, vogliamo in questo primo capitolo associare il meglio di ciò che già conoscete sulla gestione e sull’organizzazione del reparto dermocosmetico con il meglio di quanto P 4 è utile conoscere per operare nella vendita in un mercato competitivo. Lo sviluppo della cosmetica impone infatti scelte oculate, in risposta a un mercato in cui è presente, in veste di giudice insindacabile, il cliente, che decreta il successo o l’insuccesso delle decisioni prese dalla farmacia. Da dove suggeriamo di partire per verificare, tarare o rifare quanto già fatto nell’ambito della cosmetica? Monitorando il segmento in cui il canale farmacia si muove, impegnati alla ricerca delle minacce e delle opportunità che l’evoluzione richiede, troviamo un mercato che in modo imperativo detta legge: “si fa ciò che il mercato richiede, non fa eccezione ad alcuno, se non lo si segue si rischia di diventare obsoleti”. Il futuro del canale farmacia riserva meno Stato, più cassetto. Questo non è uno slogan, ma la constatazione di un prossimo scenario che impone ai titolari di attuare una sana gestione commerciale, considerando il punto vendita un negozio di salute. Di giorno in giorno, infatti, diminuiscono il valore unitario e la marginalità di ogni singola prescrizione: questo significa che l’esercizio farmaceutico non può vivere soltanto con il presidio, ma de- ve associare un negozio che si apra verso nuovi consumi, gestiti con la stessa esperienza e professionalità riconosciuta dal cliente-paziente offerta nel dispensare il farmaco. La farmacia così deve adottare due modelli operativi, in risposta al comportamento d’acquisto della clientela della propria zona d’influenza: • la salute, attraverso le prescrizioni mediche; • il benessere/prevenzione/ bellezza, attraverso l’acquisto diretto di beni e servizi. Nel costruire un negozio della salute bisogna rispettare anche i vincoli che condizionano il risultato, per evitare il rischio di investire in modo errato e di perdere occasioni preziose. Vanno prese in considerazione la spazialità, le risorse umane da impiegare, la resa sull’investimento. Punto chiave La farmacia non può più vivere soltanto con il presidio, ma deve associare un negozio aperto ai nuovi consumi G L’organizzazione degli spazi ffrontiamo di seguito i due temi che condizionano il risultato finale dettato dall’esigenza di misurare la resa sull’investimento: la spazialità, per definire i sistemi di vendita più remune- A rativi e premianti, e la store atmosphere/store image, per creare i presupposti di un’identità aperta ai consumi, comunicati dall’ambiente che si è creato. 5 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO La spazialità un insieme di sensazioni già vissute, riprodotte in un dato ambiente con una precisa destinazione d’uso, promosse dalla luce, dal calore, dall’odore, dal colore e così via. Possiamo definirla per certi versi una dimensione impalpabile che ciascuno vive in modo diverso, a seconda della percezione del mondo che sino a oggi lo ha circondato. Per chiarire questo concetto vi proponiamo di osservare l’immagine qui sotto. Lo spazio della grotta certamente sarà percepito in maniera diversa da ciascuno, e questo per la contrapposizione fra luce e buio, nostalgia e realtà, ricordi e sogni. Crea in chi la osserva un’emozione. In questo senso, la spazialità evoca il ricor- È 6 do, la memoria, il desiderio, la piacevolezza, la nostalgia, e via dicendo. In farmacia la spazialità è condizionata dalla tipologia del “contenitore”, cioè dalle caratteristiche della farmacia: si associano elementi tangibili e intangibili che devono dominare la scena, quali l’assortimento, i sistemi di vendita, la specializzazione, la store atmosphere, la store image. La teoria di Hersey afferma che il processo di vendita, espresso attraverso i componenti che attivano il far vivere la spazialità, parte dal contenitore-farmacia, in cui sono presenti i seguenti aspetti: • la visibilità: ogni comparto o reparto relativo al settore commerciale deve essere messo nella giusta evidenza, attraverso lo studio del display merceologico. La divisione in comparti o in reparti dei settori deve comunicare la tipologia d’uso a un cliente in “movimento”. Ogni percorso porta in sé pulsori di facile visibilità che motivano l’interesse sull’offerta, comunicata lungo la viabilità principale; • la viabilità: deve creare attenzione e interesse verso il cosmetico. Ci sono codici impiegati per creare una viabilità aperta sul fronte dei consumi lungo il percorso che porta al banco etico. La stessa viabilità poi ripropone il fronte dei consumi al cliente in attesa di essere servito o dopo essere stato servito al banco etico. L’ immagine a pagina 5 mostra il 1 percorso da fare per arrivare all’obiettivo finale, il castello. Nello stesso modo, i percorsi in farmacia diventano le vie d’accesso per raggiungere sia il banco etico, baricentro del sistema, sia i comparti/reparti del parafarmaco; • l’attrattività viene attivata da un’esposizione corretta, attraverso gli strumenti del merchandising di base e promozionale e i servizi. Si può mettere in rilievo la proposta del parafarmaco basandosi sui principi dettati dai planogrammi delle aziende o seguendo il principio universale della verticalizzazione per marca e della linearità per gamma. Tutto questo nel rispetto del visual merchandising e del category management, con i raggruppamenti dei prodotti per tipo di affezione o destinazione d’uso per singolo inestetismo (dermocosmetici, otc, integratori, e così via). Nella foto qui sopra mostriamo che il passaggio dal disordine a un’esposizione ordinata aumenta l’attrattività della merce proposta, aumentando il desiderio d’acquisto. La logica dell’esposizione tiene insieme la tipologia d’uso del prodotto e la soddisfazione e il piacere nell’utilizzo e nel consumo. Punto chiave È necessario creare percorsi che conducano attraverso i vari comparti IL CONTENITORE FARMACIA a superficie della farmacia assegnata alla vendita è il primo capitale che il farmacista mette a disposizione per lo sviluppo del punto vendita. Da una ricerca effettuata in collaborazione con Architettura Etica Srl su un limitato, ma variegato campione di farmacie -con valore termometrico solo indicativo, ma a mio giudizio significativo- è emerso che la superficie media di vendita del parafarmaco, da porta a banco, è di 32,5 metri quadrati e la superficie media riserva- L 7 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO ta per la logistica e i servizi risulta di 86,5 mq. La spazialità condiziona, quindi, la tipologia della farmacia e consente due possibili sviluppi: • l’introduzione del comparto cosmetico, che trasforma la farmacia COMPARTO cosmetico: le caratteristiche Comparto accanto al banco etico, baricentro del sistema di vendita. Consiglio da parte del personale del banco etico. Buona visibilità nell’area di sosta, in attesa di essere serviti. 8 da tradizionale involutiva a tradizionale evolutiva; • l’introduzione del reparto cosmetico, che trasforma il punto vendita da tradizionale evolutivo plus a polifunzionale, con i servizi potenziati. REPARTO cosmetico: le caratteristiche Un corner: dall’igiene intima al maquillage, passando per il corpo, i capelli e il soin. Presenza permanente di un collaboratore dedicato. Presenza di servizi assistiti: da client satisfaction a human satisfaction. 1 L’eventuale box cosmetico o la cabina estetica, di cui vi mostriamo un esempio nella foto qui sopra, possono essere inseriti in farmacia in sinergia con il reparto cosmetico o, meglio, il reparto della cura del sè, promuovendo la cultura cosmetica e a supporto della vendita dell’assortimento. I servizi offerti alla clientela sono realmente a supporto delle vendite se: • sono sostenuti periodicamente da una comunicazione mirata e stagionale; • sono sostenuti da iniziative in autogestione con la collaborazione delle aziende cosmetiche; • sono sostenuti da animazioni, promosse dalle aziende cosmetiche con il sostegno della farmacia; • sono affidati a personale qualificato; • non sono affidati alla collaboratrice che presidia il reparto cosmetico e che attiva quotidianamente il cash point; • hanno un costo che a volte non giustifica la resa economica, se non sono messi in sinergia con la vendita dei prodotti posti in assortimento; • sono strumenti per sensibilizzare, reclutare e fidelizzare i nuovi clienti potenziali e mantenere alta la soddisfazione dei clienti già fidelizzati. 9 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO Store atmosphere e store image: componenti di base per una spazialità vincente immagine e l’atmosfera mirano a promuove spinte psicofisiche verso la ricerca del bene o del servizio offerto. Il cliente potenziale identifica la farmacia alla quale rivolgersi, attraverso modelli di comunicazione che intervengono po- L’ sitivamente durante la lettura della proposta/offerta specializzata negli assortimenti e specialistica per la presenza di collaboratori preposti, in un’atmosfera di piacere, di sicurezza e di serietà. STORE IMAGE parametri che concorrono alla costruzione della store image in farmacia sono identificati nei mezzi che creano “emozione” attraverso la caratterizzazione e l’ambientazione. Per ottenere questo ci si avvale di materiali e sistemi arredativi, quali: pavimentazione, illuminazione, controsoffittature, comunicazione visiva, sistemi sensoriali e così via. È stata effettuata un’indagine conoscitiva sponsorizzata da Architettura Etica Srl, utilizzando la società Telemarketing di I 10 Brescia, attraverso interviste telefoniche. A fine 2008 sono state effettuate 312 interviste sulla cosmetica in farmacia, che hanno portato a conoscere in modo indicativo e orientativo le motivazioni che spingono uomini e donne ad acquistare cosmetica in questo canale per risolvere inestetismi e piccole patologie: • benessere personale (61%) • invecchiare in salute (32%) • seduzione (9%) La ricerca motivazionale sui consumi dei 1 prodotti cosmetici in farmacia ha confermato, ancora una volta, che la farmacia è un negozio di salute, da non confondersi con altre realtà distributive presenti nel mercato selettivo. STORE ATMOSPHERE rima di definire i parametri, è bene specificare il significato di “atmosphere”. Con questo termine vogliamo rife- P rirci alla coerenza globale della farmacia all’insegna del valore salute, valore da proiettare a 360° nel benessere, nella performance, nella bellezza… Per creare un negozio di salute che sia percepito come tale dal cliente-paziente bisogna valutare attentamente l’assortimento, il display merceologico, il merchandising, l’allestimento delle vetrine, i servizi offerti, il consiglio, e così via. Il consumatore che cambia “Il consumatore di oggi è diverso da quello di ieri e il consumatore di domani sarà diverso da quello di oggi” (Philip Kotler, Manuale di Marketing, 1966) Può sembrare una frase puerile, ma nasconde una marcata verità: troppo spesso si affronta la propria quotidianità sulla base della clientela attuale e sulla base dei “comportamenti” acquisiti nel tempo. Le attenzioni riservate all’azienda-farmacia si devono tramutare in scelte oculate che vanno a rispondere alle esigenze di un consumatore: • più attento al denaro • meno sprovveduto negli acquisti • più documentato sui prodotti • più informatizzato (usa internet) • con meno pregiudizi nel decidere: chiede e compra altrove Anche se il più delle volte è disorientato, sicuramente è più difficile da soddisfare! 11 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO L’offerta dei prodotti Francesco Fabris È un mercato che vale quasi 1.500 milioni di euro in prezzi al pubblico e che supera i 1.900 milioni, inclusi articoli complementari inerenti la pulizia e il trattamento. Stiamo parlando dell’insieme dei prodotti cosmetici venduti in farmacia. In rapporto ai 26.500 milioni di euro del giro d’affari del canale è un fatturato di tutto rispetto; d’altra parte, però, il core business della farmacia è rappresentato dai farmaci. Le implicazioni del libero mercato sono sempre più pesanti; a sue spese -anche se alla fine i danni sono molto contenuti- il farmacista ha dovuto fare i conti con la decanalizzazione del farmaco senza ricetta, il prezzo libero e la scontistica selvaggia. La concorrenza, però, è un’arma a doppio taglio: una volta si perde, un’altra si può vincere. Nel settore cosmetico, la farmacia non è necessariamente costretta a giocare in difesa, può anche attaccare, e quindi è doveroso analizzare ogni dinamica di mercato. E se si riconosce un’opportunità è bene sfruttarla fino in fondo. G Affinità cosmetici/canale R icordiamo che cosa s’intende per prodotti cosmetici. In base alla vigente normativa, sono le sostanze e preparazioni destinate a essere applicate sulle 12 superfici esterne del corpo umano, allo scopo di pulirle, profumarle, modificarne l’aspetto, correggerne gli odori, proteggerle o mantenerle in buono stato. È una categoria che comprende una gamma molto ampia di prodotti, che possiamo raggruppare in alcune grandi famiglie: • pulizia, cura e bellezza dei capelli • prodotti da barba • igiene orale • bagnoschiuma • deodoranti • profumi, eau de toilette e de cologne • creme per il corpo • creme per il viso • detergenti e tonici • trucco Ciascuna famiglia, poi, consta di un certo numero di classi e sottoclassi (per esempio, tra i prodotti da barba ci sono schiume e creme da barba, liquidi o gel, 2 dopobarba e prebarba). È evidente che tra i cosmetici ci sono prodotti molto prossimi al baricentro merceologico della farmacia e altri che ne sono lontani. Tutti quelli che si riferiscono a inestetismi causati da patologie, come la cellulite, o che rispondono a esigenze particolari, come l’igiene orale per chi soffre di problemi dentali o parodontali, o che possono essere valorizzati dalla consulenza di un sanitario trovano un buon habitat nella farmacia, alla quale si rivolgono volentieri tutti coloro che sono particolarmente sensibili alla qualità e alla scientificità dei prodotti, alla prevenzione, a un approccio serio anche all’igiene e alla cura dell’aspetto. Non è di oggi il buon rapporto tra la farmacia e certi cosmetici, i quali costituiscono un importante presidio per la salute e il logico prolungamento dell’attività di alcuni medicinali. G Un’analisi del retail mix P er validare il buon feeling che sembra esserci tra questo canale e una cospicua parte dei prodotti cosmetici, è utile analizzare il retail mix della farmacia in relazione alla merceologia che stiamo considerando. Come è noto, il retail mix -che è l’equivalente, per i distributori, del marketing mix dei prodotti- è l’insieme delle leve di marketing di un punto vendita e consta di quattro elementi: • ambiente • assortimento • comunicazione e servizio • prezzo I Cominciamo dall’ambiente. La farmacia non supporta le suggestioni dell’eterna giovinezza e della seduzione mirata, che possono trovare maggiore spazio nel magico ambiente della profumeria. Può però, anche con la sola presenza di elementi prestigiosi, come gli stessi farmacisti e quegli efficaci strumenti che sono i farmaci, rassicurare al meglio tutte le persone che esigono scientificità e sicurezza dai prodotti di igiene e bellezza. I L’assortimento della farmacia è indirizzato verso la salute. Le gamme cosmetiche rinvenibili nel canale, dopo un lunghissimo processo di selezione reciproca, rappresentano un’offerta ben calibrata per il cliente che cerca efficacia sicura. I Comunicazione e servizio sono le armi vincenti della farmacia: il mass market offre prezzi buoni e nulla vieta che i prodotti ivi distribuiti siano ottimi, ma i suoi consumatori rischiano di pagare un prezzo in termini di mancanza di assistenza, poiché non sempre è presente personale qualificato. I Il prezzo, nel caso dei cosmetici, non penalizza la farmacia. Il canale ha fama, in buona parte non giustificata, di essere costoso. Non è sempre così, ma sfortunatamente c’è gente che lo pensa, e l’unica cosa che conta è l’opinione del cliente. Parlando di cosmetici, però, c’è coscienza diffusa tra il pubblico che il rapporto qualità/prezzo sia accettabile. Punto chiave La farmacia non può più vivere costretta a giocare in difesa: può anche attaccare. E, se vede un’opportunità, sfruttarla fino in fondo 13 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO Dai dati di consumo annualmente diffusi dall’Unipro, l’associazione delle imprese no strumento importantissimo per cosmetiche, veniamo infatti a sapere che capire lo stato di salute del rapporto in un libero mercato, qual è quello dell’itra farmacia e prodotti cosmetici sono le giene e della bellezza, in cui deve vederrilevazioni di mercato. Nonostante sia opi- sela con agguerriti concorrenti senza monione comune che il farmacista -giusta- nopoli o rendite di posizione, la farmacia mente apprezzato come professionista si batte onorevolmente. In una contesa della salute per competenza e capacità di che la vede competere con un canale alinteragire con il pubblico- sia invece poco tamente specializzato (le profumerie), con competitivo come commerciante, nel uno aggressivo nei prezzi e nelle promocaso del cosmetico sfata, almeno nei ri- zioni (la Gdo), con vendite professionali sultati, questo luogo comune. (istituti di bellezza e parrucchieri), con una capillare vendita porta a porta, anno dopo anno la farmacia acquista quote di merCONSUMI NEI CANALI TRADIZIONALI cato: dal 2000 al 2010 è creQUOTA DI MERCATO DELLA FARMACIA sciuta dell’87%, passando da 791 a 1.479 milioni di euro, 12% 19% mentre gli altri canali tradizionali (escludendo, cioè, i professionali e le vendite porta a 88% porta) crescevano soltanto del 81% 14% (si veda tabella a sinistra). Non ci sono particolari segnali ANNO 2000 ANNO 2010 che ci dicano che la progresAltri canali Farmacia sione della farmacia sia giunta al top: è quindi probabile che il canale possa continuare nella IL CONSUMO DI COSMETICI IN VALORI (milioni di euro) sua erosione dello share degli altri punti vendita, a maggior Anno Farmacia Totale canali tradizionali Totale consumi ragione se il farmacista si ap2000 790,60 6.355,60 7.453,10 propriasse di tecniche com2009 1.431,54 7.776,39 9.107,77 merciali alle quali tuttora non 2010 1.478,80 7.827,07 9.195,68 presta la dovuta attenzione. Fonte: Unipro Nel periodo 2000-2010 la farG I dati del mercato U 14 2 macia è passata così da una quota del 12% a una del 19% sul totale dei consumi di cosmetici che transitano per i canali tradizionali (vedi il grafico nella pagina a fianco). Naturalmente non c’è perfetta proporzionalità nelle varie classi tra il consumo della farmacia e quello del totale mercato: i dati dicono che la farmacia è forte nel settore dei prodotti viso e corpo e per gli articoli di igiene del corpo. G Vendita e soddisfazione dei clienti C ’è quindi una buona chimica tra il canale farmacia e i prodotti cosmetici, che conduce a un’interessante performance del canale. La qualità complessiva percepita e quindi la soddisfazione globale del consumatore nei riguardi di un prodotto proviene, infatti, in larga misura anche dalla tipologia del punto vendita, che può agire da moltiplicatore nella vendita, e dal rapporto personale con il fornitore del servizio. A questo proposito è interessante ricordare il modello proposto da Daniele Trevisani, esperto di scienza della comunicazione, nel libro “Psicologia di marketing” (2002). L’autore afferma che la soddisfazione complessiva di un cliente per un articolo deriva dal prodotto, ma anche dal canale distributivo e propone un modello per descrivere il processo, che suggerisce una distinzione tra i concetti di consumer satisfaction di prodotto (CSP) o product sa- LA MATRICE DEI TREVISANI Alta Bassa Channel Alta A B Satisfaction Bassa C D tisfaction, e consumer satisfaction di canale o channel satisfaction (CSC). La CSP riguarda le caratteristiche intrinseche del prodotto o servizio (struttura, composizione, performance). La CSC include componenti relazionali (capacità di rapporto interpersonale, cortesia, competenza e capacità di consiglio) e componenti logistiche (capacità di accesso al luogo di distribuzione, rispetto dei termini e delle condizioni di consegna). Le due componenti CSP e CSC possono essere incrociate per generare 4 combinazioni di percezione del consumatore. Osservando la matrice proposta qui sopra si vede che le 4 caselle che così risultano descrivono l’incontro di un prodotto e di un canale che godono entrambi di alta reputazione (casella A), di un prodotto stimato con un canale povero (caso C), di un prodotto mediocre con un canale di alto gradimento (caso B) e infine di un prodotto scarso con uno sbocco distributivo poco gradito (caso D). Nel caso cosmetici/farmacia siamo indubbiamente nella situazione che registra un’alta channel satisfaction, tale da impreziosire i prodotti trattati. 15 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO G Incrementare le vendite opo aver constatato che tra la farmacia e i prodotti cosmetici c’è una buona relazione e che la potenzialità del settore è presumibilmente ancora lontana dal plafond, come si deve muovere il titolare per sviluppare il mercato? Per dare un orientamento positivo, bisogna far riferimento alla situazione di ciascuna farmacia: nel nostro contesto possiamo dare indicazioni pratiche, ma necessariamente generiche. Per un intervento specifico, sarebbe giocoforza coinvolgere un esperto, che prenda visione della situazione, faccia il punto nave, analizzi il mercato locale e le risorse a disposizione e poi proponga e metta in esecuzione un piano operativo. D Ricordiamo i passi da fare. In primo luogo, bisogna fare una precisa valutazione della domanda. Sarà quindi molto utile monitorare le vendite di prodotti cosmetici nella farmacia, ma sarebbe interessante occuparsi anche di chi, pur presente nell’area geografica della farmacia, non vi effettua i propri acquisti. Analizzare il proprio bacino di utenza, vedere chi occupa il territorio (ci riferiamo ai negozi concorrenti sul cosmetico), farsi un’idea di come vengono gestiti i consumatori nei punti vendita che insistono sulla stessa zona commerciale. Tanto per fare un esempio, in caso di mancanza di una valida profumeria in zona, il farmacista potrebbe azzardare una presenza ben più marcata del solito nel settore, un po’ sulla falsariga delle farmacie francesi dove spesso i prodotti di igiene e bellezza hanno una presenza trionfale. CONOSCERE IL PROPRIO CLIENTE no dei modi per ottenere importanti informazioni sulla clientela potenziale può essere quello di effettuare una ricerca di mercato autogestita, e quindi a costo praticamente zero, che potrebbe servire a dare una misura dei clienti che gravitano sulla farmacia U 16 2 e, nel contempo, monitorare il loro grado di soddisfazione e qualche loro particolare inclinazione. Lo strumento può essere un semplice questionario compilato dai clienti. La ricerca può essere gestita interamente dal farmacista, a patto di rispettare alcuni accorgimenti. Per avere un minimo di significato statistico, il farmacista dovrebbe ottenere almeno 150-200 risposte, raccolte in modo omogeneo nel corso di una o due settimane, in modo da avere una buona rappresentatività del pubblico che entra nella sua farmacia in tutti gli orari e in tutte le giornate di apertura. Se nell’arco di una settimana il titolare potesse contare in totale su un migliaio di clienti, dovrebbe raccogliere questionari per una dozzina di giorni. È buona norma non chiedere collaborazione soltanto ai clienti con i quali c’è un buon rapporto, ma cercare di raccogliere informazioni da tutti. Ciò si può ottenere distribuendo i questionari in modo casuale, per esempio chiedendo a un cliente ogni dieci di rispondere alle domande. Sarebbe importante non influenzare in alcun modo gli intervistati, non chiedendo dati in grado di identificare chi scrive e invitando i clienti a mettere i questionari compilati in un’urna, in modo da garantire l’anonimato. Sarebbe anche buona cosa offrire a tutti coloro che riempiono la scheda un piccolo omaggio per dare un piccolo compenso alla collaborazione. G Selezione dei prodotti Punto chiave no dei punti di forza della farmacia è la qualità dell’assortimento. È la conseguenza di un buon category management, che i farmacisti hanno condotto per anni in maniera anche un po’ inconscia e istintiva, selezionando prodotti e case produttrici. Valutare la domanda, monitorare le vendite, analizzare il bacino d’utenza: i passi da fare per sviluppare il mercato U CATEGORY MANAGEMENT icordiamo sommariamente i criteri informatori del category. Si tratta di individuare, per ogni merceologia, i segmenti di consumo, facendo in modo che siano rappresentati tutti quelli che hanno un certo peso. Questo vuol dire scegliere i prodotti leader, e talvolta privilegiare una marca che soddisfa un bisogno non coperto rispetto a una che magari gode di maggiori vendite, ma appartiene a un segmento già ampiamente rappresentato. Tale modo di operare permette di offrire R 17 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO ai clienti una scelta più varia, pur diminuendo il numero di referenze trattate. Si deve, insomma, razionalizzare l’offerta. Ma il processo non finisce qui. Bisogna infatti anche esporre i prodotti secondo le logiche di acquisto utilizzate dai clienti. Un tale modo di impostare l’esposizione non rispetta sempre l’affinità merceologica, ma quella di consumo, e permette di catturare acquisti complementari che si rischierebbe di perdere. Ciò vuol dire affiancare prodotti con una contiguità di utilizzo. Finora la farmacia si è distinta per una buona selezione delle case cosmetiche trattate; talvolta non è perfetta l’esposizione o l’assortimento, che in certi casi pecca addirittura per abbondanza: procurare ogni prodotto richiesto è senza dubbio un servizio, ma non è detto che sia redditizio sempre e comunque. Come promemoria, ricordiamo quindi di continuare ad assicurare la presenza di case e prodotti di acclarato livello qualitativo, anche come assistenza, di accertarsi di coprire tutti i segmenti di consumo di rilievo e di dedicare la massima attenzione agli aspetti espositivi. Se il titolare non si sentisse sicuro delle proprie valutazioni, è bene che si faccia aiutare da un esperto. È bene ricordare, poi, che nel caso dei trattamento viso e del make-up è opportuno scegliere case, non prodotti, perché soltanto con la gamma completa si possono soddisfare le esigenze del pubblico. 18 G Canali a confronto U n documento molto interessante per i nostri scopi è la ricerca Eurisko effettuata nel 2010 per valutare il posizionamento della farmacia nel contesto dei canali distributivi dei cosmetici. Gli obiettivi della ricerca erano: • analizzare il posizionamento differenziale dei punti vendita; • determinare gli elementi che connotano e differenziano i canali d’acquisto; • consentire l’individuazione di possibili ambiti e direzioni di sviluppo. Per quanto riguarda la penetrazione dei canali, su circa 49 milioni di adulti che costituiscono il mercato potenziale, il 51,3% dei consumatori si serve al supermercato, che è il canale con la penetrazione massima, e soltanto il 5,6%, pari a 2,7 milioni di persone, compra cosmetici in farmacia. Non ci sono comportamenti omogenei verso le diverse classi di prodotto: i canali hanno penetrazioni diverse per le differenti categorie. Per i prodotti di più largo consumo vanno per la maggiore, naturalmente, super e ipermercati. La farmacia, invece, vede ai primi posti i prodotti di cura e pulizia del viso, lo shampoo e il trucco. Per quanto riguarda il profilo di chi compra i cosmetici in farmacia, il canale è equilibrato rispetto alle caratteristiche geografiche e di ampiezza centri, il che vuol dire che c’è una certa omogeneità tra la clientela alle diverse latitudini nazionali e nei centri urbani grandi e piccoli. Con- siderando il sesso dei consumatori, la farmacia registra una particolare prevalenza femminile; riguardo l’età, il consumo è centrato sulle classi più interessanti (25-54 anni). Pochissimi sono i giovani tra consumatori di cosmetici , e ciò non meraviglia, ma scarsi anche gli anziani, il che invece stupisce, vista l’alta frequentazione della farmacia da parte delle persone in età. È molto positivo il profilo degli acquirenti in farmacia per quanto riguarda scolarità, classe sociale e reddito. Infine, è molto marcata la sovrapposizione di canali: la stessa persona compra alcuni prodotti al supermercato, altri in farmacia, altri ancora in profumeria. Le conclusioni della ricerca: la farmacia è ben posizionata nei confronti dei cosmetici, in quanto annovera nella sua clientela il segmento al top per bisogni e aspettative da un lato e capacità di spesa dall’altro. È una piattaforma eccezionale, che spiega la tenuta e lo sviluppo del mercato. Ci sono però alcune aree di miglioramento, in quanto la potenzialità del canale non è sfruttata per quello che può offrire. I ricercatori suggeriscono alcune opzioni. • Una prima opportunità è rinforzare il personale di vendita dedicato, o comunque sia, capace di assistere i clienti in maniera propositiva. • Un’altra area di intervento è l’atmosfera. I cosmetici, infatti, possono trarre vantaggio da un clima meno medicale. Si nota pure il fatto che soltanto una piccola parte delle persone che entrano ogni giorno in farmacia acquista cosmetici. Quello da sviluppare è il target maturo, alto frequentatore del canale, per il quale esiste già un assortimento di prodotti adeguato. Tali persone sono generalmente disposte ad affidarsi al consiglio di un esperto, perché vedono come valore aggiunto rassicurazione e garanzia. Punto chiave Per vendere cosmetici è necessaria una presenza attiva, in altre parole la promozione G Domanda e offerta si devono incontrare P er concludere, il business dei prodotti cosmetici comincia da una accurata analisi della domanda. A questo punto bisogna unire a un adeguato assortimento un’appropriata offerta di servizio. Ci deve essere almeno una persona in farmacia specializzata e quindi in grado di dare informazioni e consigli ai clienti. L’esperto deve essere anche in grado di “fare” una vendita, perché il settore richiede un tasso di spinta promozionale sconosciuto nella distribuzione del farmaco. Abbiamo detto “l’esperto”, ma diciamo pure “l’esperta”: le donne sono imbattibili quanto a sensibilità verso i cosmetici e a capacità di proporli nel modo giusto. 19 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO La gestione del personale Nicola Posa, senior partner Shackleton Consulting I l reparto dermocosmetico si sviluppa intorno ad assi differenti, come abbiamo visto nei capitoli precedenti: la gamma, l’esposizione, gli spazi. Una volta che l’assortimento è stato sistemato, l’esposizione è in ordine, gli spazi promozionali (e non) sono stati definiti e la comunicazione di reparto ben evidenziata, che cosa fare? Spesso si lavora tanto per la costruzione del reparto, ma non abbastanza per gestirlo. Il potenziale della dermocosmesi è enorme: l’elevata marginalità, unita a un bisogno sempre crescente non solo di salute, ma anche di benessere da parte dei clienti che ogni giorno entrano in farmacia, indicano che il trend dei consumi è destinato a crescere ancora e che il punto vendita non può non sfruttarlo. Ma non basta. Il dermocosmetico è anche uno dei reparti più complessi per profondità e ampiezza dell’assortimento. Per questo, è fondamentale che ci sia qualcuno in farmacia che sappia esattamente che cosa consigliare, come e a chi. L’evoluzione del mercato indica che sempre di più i clienti hanno necessità di una personalizzazione dell’offerta: è molto importante, dunque, avere una persona di riferimento che abbia innanzitutto competenze di prodotto e sappia consigliare adeguatamente prodotti spe- 20 cifici a target specifici. Si tratta di un know-how di grande importanza. Questo significa che, anche laddove non ci sia la possibilità di avere una responsabile di reparto full-time (ma ne siete davvero sicuri, viste le potenzialità del mercato?), è fondamentale investire nella formazione di una collaboratrice o un collaboratore che sviluppino, comunque sia, expertise di canale. Non è necessario fare formazione solo perché ci viene proposta, ma è necessario farla quando la scelta è il risultato di un percorso di analisi e valutazione. Il primo passo da compiere -prima ancora di scegliere il tipo di formazione- è realizzare un’analisi sia degli obiettivi che 3 si vogliono raggiungere, sia della squadra a disposizione. G è la base rispetto alla quale lavorare per gestire professionalmente la categoria, in termini di comunicazione verso il cliente e di capacità organizzative e gestionali internamente. Le aziende partner sono solite offrire percorsi di formazione per sviluppare conoscenze, competenze e strumenti ad hoc: definite i vostri obiettivi e cogliete questa opportunità. La formazione è infatti il primo strumento manageriale che consente di far crescere le risorse all’interno della squadra. Naturalmente, un percorso pensato Punto chiave La formazione è il primo strumento manageriale che consente di far crescere le risorse all’interno della squadra Percorsi di formazione adeguati P rima di tutto, sfruttate appieno la formazione in farmacia, ovvero il training on the job: è fondamentale per i collaboratori essere inseriti in un ambiente stimolante, in cui apprendimento e applicazione rappresentino valori distintivi. In secondo luogo, promuovete parallelamente formazioni tecniche, ma anche gestionali e relazionali: sapere da un lato che cosa si offre, e dall’altro come si consiglia. Conoscere il prodotto 21 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO per la responsabile dermocosmetica deve essere specifico e tagliato sul suo ruolo. Come spesso esortiamo a considerare, l’apprendimento deve partire sempre dalle macro aree del mercato e del consumatore per essere realmente efficace. Solo una volta inquadrati entrambi gli aspetti in uno sguardo d’insieme, sarà possibile specializzarsi realmente, tarando il percorso ideale sulla base delle esigenze della singola farmacia. Ogni realtà è a sé, ogni punto vendita è unico. Per questo, una volta ricevute le basi, sarà importante approfondirle in funzione dell’offerta scelta dalla farmacia, per valorizzarla e comunicarla al meglio durante la proposta. Non basta: il reparto non è mai soltanto prodotto, ma anche e soprattutto ser vizio. La professionalità della responsabile non può pre22 scindere da questo aspetto, fulcro della farmacia tanto quanto l’assortimento vero e proprio. Infine, una formazione di rispetto deve essere in grado di fornire conoscenze utili per il monitoraggio autonomo dell’andamento del reparto. La responsabile dovrà imparare quali sono gli indicatori fondamentali che le permettono di misurare il raggiungimento dei suoi obiettivi. Un primo consiglio, dunque, è quello di far crescere la responsabile o la persona che avete scelto tra i collaboratori per occuparsi del reparto. Naturalmente, tutto questo non può prescindere dal resto della squadra. Come dice Franklin Delano Roosevelt, “le persone che agiscono insieme come gruppo possono realizzare cose che nessun individuo da solo potrebbe mai sperare di ottenere”. Come misurare in questo senso la squadra? Innanzitutto, la prima spia del buon funzionamento emerge laddove le conoscenze apprese durante il processo di formazione diventano know-how condiviso e non restano soltanto patrimonio personale di chi ha seguito il corso. Inoltre, se realmente sono state acquisite competenze relative alla verifica dei propri obiettivi, il monitoraggio individuale permette di verificare costantemente il contributo del singolo rispetto all’obiettivo della squadra. Su queste basi, il titolare evoluto è chiamato ad aiutare i suoi collaboratori affinché individuino i propri punti di forza 3 e quelli di debolezza, per capire quali siano le aree di miglioramento su cui intervenire. Come abbiamo anticipato, non è necessario che ognuno ricopra un ruolo soltanto. In squadre piccole, come può essere la realtà della farmacia, capiterà di assegnare alla stessa persona più di un ruolo. Allo stesso tempo, non è obbligatorio che un collaboratore mantenga per tutta la durata del suo impiego lo stesso ruolo. Infatti, ognuno possiede determinati talenti, che differenziano gli uni dagli altri, ma non tutti si trovano necessariamente in una posizione che consenta loro di sfruttarli al massimo. Compito del manager di farmacia è, dopo aver individuato il talento di ciascun collaboratore, proporre spostamenti e cambi di mansione per evitare che qualcuno si trovi nel posto sbagliato. Infatti, se si vuole trasformare il talento in performance, bisogna collocare ogni persona in modo tale che venga pagata e riconosciuta per fare quello per cui è naturalmente portata. Bisogna, cioè, assegnarle il giusto ruolo. G Le caratteristiche del ruolo Punto chiave Essere proattivi significa saper anticipare le tendenze e i cambiamenti futuri C he cosa richiedere, allora, a questa figura professionale? Ci sono basi imprescindibili (ma da non dare per scontate), come la presenza al banco, il valore del sorriso e dell’accoglienza del cliente. La comunicazione, ormai lo sappiamo, non è fatta solo di un saluto o del23 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO vengono accolti i clienti al loro ingresso, se qualcuno ha l’accortezza di salutarli sempre, se tutti indossano il camice ed espongono la croce dell’ordine. Nel lavoro con il pubblico il corpo parla prima, durante e dopo l’interazione. Il cliente osserva: bisogna curare i particolari. L’IMPORTANZA DI ESSERE PROATTIVI na volta che ci sono queste basi, la responsabile deve lavorare in funzione di una crescente proattività. Cosa significa essere proattivi? Il significato di proattività risiede nella “capacità di anticipare futuri problemi, esigenze, cambiamenti”; una persona proattiva è quella che sa operare senza attendere che qualcosa accada e prende l’iniziativa per realizzare ciò che è giusto e necessario. Avere un approccio proattivo significa essere in grado di percepire anticipatamente le tendenze e i cambiamenti futuri per pianificare le azioni opportune in tempo. In ambito individuale identifica la capacità di reagire agli eventi in modo consapevole e responsabile non lasciandosi condizionare dalle proprie impulsive remore psicologiche e dalle circostanze ambientali esterne. Nell’ambito della gestione aziendale può essere proattivo sia colui che occupa un singolo ruolo sia l’azienda in senso lato, laddove si distingua per la capacità di prevenire e anticipare i problemi e i bisogni futuri e, più in generale, per l’abilità U la proposta di un prodotto su richiesta. Uno dei principi chiave della teoria della comunicazione di Paul Watzlawick afferma che “Non si può non comunicare”. Ogni forma di interazione umana rappresenta una forma di comunicazione: in farmacia non sono solo le persone a comunicare. Pensiamo agli spazi, alle indicazioni, ai comunicati all’utenza, ai supporti espositivi, al materiale delle aziende. In seconda battuta, pensiamo poi a come 24 3 nel gestire i cambiamenti. In questo caso l’atteggiamento proattivo all’interno del reparto si manifesta quando la responsabile arriva ad avere influenza (e quindi possibilità di agire) su un ambiente molto più grande di ciò che effettivamente la riguarda e la coinvolge: l’intera farmacia. Essere proattivi non riguarda soltanto l’ambito del consiglio, ma anche quello di sviluppo di iniziative ed eventi ad hoc. È la responsabile che incontra e gestisce ogni giorno il cliente, ed è quindi lei a poter proporre quanto di migliore, all’interno della filosofia della farmacia, si possa offrire. In primis, quindi, essere proattivi significa non lavorare soltanto per la soddisfazione di un’esigenza espressa: vendere un prodotto su una richiesta specifica non è fare consiglio. Questo vale per ogni reparto della farmacia. Se un cliente, infatti, si presenta al banco con un problema o una richiesta di prodotti o marche già identificati, qual è realmente il plus della farmacia? La farmacia del futuro deve innanzitutto sviluppare la sua capacità di consiglio, ossia la capacità di allargare la risposta laddove si presenta un’esigenza. Se gli altri canali stanno vivendo un momento di grande contrazione dei consumi dovuto alla diminuzione del passaggio dei consumatori, il potenziale d’espressione della farmacia resta senza dubbio un punto a favore di questo canale, che fa sì che il numero di persone che continuano a entrare nel punto vendita sia invariato, se non crescente. È importante lavorare su questa potenzialità. Allargare la proposta è prima di tutto un modo per generare cultura sul punto vendita: quanto il reparto dermocosmetico riesce a cogliere le esigenze di chi entra in farmacia? La responsabile deve essere in prima linea per far capire che la pulizia del viso è importante ed è fatta di più gesti, che le stagioni cambiano e la pelle ha bisogno di prodotti diversi in momenti diversi dell’anno, che l’età e il tipo di capelli influenzano fortemente nella scelta di uno shampoo piuttosto che di un altro, e così via. Punto chiave La responsabile di reparto va coinvolta in un percorso che la abitui a lavorare con metodo UN APPROCCIO OLISTICO he cosa significa questo? Il cliente entra in farmacia in diversi momenti dell’anno, spesso per un’esigenza prioritaria diversa. Un approccio olistico, che davvero impatti in maniera globale sul benessere della persona, deve essere la prima regola del rapporto della responsabile dermocosmetica con i suoi clienti. Perché ciò avvenga, il passaggio attraverso il consiglio è fondamentale, ma anche l’utilizzo corretto dei supporti aziendali e di quelli della farmacia. Un approccio di questo tipo è davvero in grado di fidelizzare: la fidelizzazione è infatti prima di tutto a sé, per la propria competenza, la propria capacità di consiglio e di proposta. Di volta in volta, grazie a una visione globale che darà nuovi spunti di riflessione alla persona che en- C 25 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO tra in farmacia, si tenderà un filo sottile che permetterà di non perderla. Tutto questo nasce dalla proattività e si sviluppa nella proposta non solo di un prodotto, ma di un vero e proprio trattamento che apre alla gamma. A una responsabile proattiva date quindi strumenti per sviluppare in autonomia animazioni che facciano maturare questo know how, lo facciano fruttare e permettano di condividerlo col resto della squadra. Per farlo, datevi prima di tutto un metodo: qual è il modello secondo cui nella vostra farmacia si gestisce la dermocosmesi? Quali marche avete deciso di tenere e quali leve volete vengano utilizzate per ciascuna? Su quale state puntando in termini di consiglio, esposizione o 26 promozione? Solo una volta definito il vostro modello potrete procedere con la misurazione dei risultati. G Obiettivi e monitoraggio L o scontrino medio a valore è il primo indicatore fondamentale della capacità di consiglio. Tuttavia, è quello a volume a fornire davvero il polso della situazione: quanto la responsabile è in grado di convertire un’esigenza base in un trattamento completo? Se si incrementa il numero di pezzi vuol dire che si sta lavorando sul completamento dell’esigenza del cliente, dando soluzioni a 360° che sono realmente in grado di fidelizzarlo. Quanto più sono elevati questi indicatori, tanto più il reparto dermocosmetico lavora in modo proattivo e riesce a generare risultati. Non lasciate cadere dall’alto gli obiettivi. La responsabile di reparto va coinvolta in un percorso che la abitui a lavorare con metodo e vi permetta di condividere con lei gli obiettivi di reparto. Tali obiettivi possono essere quantitativi o qualitativi: nei primi rientrano il numero di pezzi e il fatturato di reparto, ma anche delle singole voci che lo compongono; fatta 100 la dermocosmesi, per esempio, quali sono gli obiettivi sui trattamenti viso? E quanto si vuole raggiungere con i trattamenti corpo? Gli obiettivi qualitativi, più intangibili, 3 OBIETTIVI INDICATORI PRESENZA Qualità e quantità ORE E SORRISI SCONTRINI Clienti con cui parlare CONSIGLI E CAMPIONI PEZZI Allargare le esigenze dermocosmetiche SCONTRINO MEDIO A VOLUME € Puntare su prodotti a maggior battuta media di scontrino SCONTRINO MEDIO A VALORE Non perdere clienti TASSO DI RITORNO FIDELIZZAZIONE sono da considerarsi altrettanto importanti: per esempio, la capacità di reclutamento e di fidelizzazione del cliente va misurata sulla base del numero di nuovi clienti che entrano con un’esigenza diversa e riescono, attraverso il lavoro della responsabile e del team, a passare dal reparto dermocosmetico. In sintesi, i punti-obiettivo fondamentali da richiedere alla responsabile dovranno vertere sui seguenti aspetti (si veda la tabella qui sopra): 1. Presenza: quantità e qualità. Questo si traduce in ore dedicate e servizi offerti al cliente. 2. Scontrini: clienti con cui parlare. Gli indicatori attraverso cui misurare questa variabile sono i consigli e i cam- pioni offerti. 3. Pezzi: allargare le esigenze dermocosmetiche. Come abbiamo visto, l’indicatore fondamentale in questo senso è lo scontrino medio a volume. 4. €: importanza dei prodotti a maggior battuta media di scontrino. La traduzione, già parzialmente esplicitata, è lo scontrino medio a valore. 5. Fidelizzazione: non perdere clienti. L’indicatore cui far riferimento è il tasso di ritorno dei clienti in farmacia. Infine, un ultimo consiglio importante: dati gli obiettivi, non dimenticate assolutamente di essere di supporto nel monitoraggio, mettendoci tanta tanta energia! Solo così otterremo reparti dermocosmetici davvero produttivi per la farmacia. 27 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO La cabina dermocosmetica Sarah Cossu, managing director We-Wellness L a riflessione sulla cabina dermocosmetica nasce in uno scenario di mercato in cui la parola chiave è evoluzione. La farmacia non è più soltanto luogo deputato alla risposta farmacologica alla malattia, ma sempre più è vissuta dai cittadini come punto di riferimento per la bellezza e il benessere, in una logica di prevenzione e qualità della vita. Il consumatore, diventato esperto, ricerca oggi soluzioni integrate che garantiscano l’eccellenza della performance. Emerge una dinamica d’acquisto che supera il desiderio di ostentazione e privilegia il piacere di prendersi cura di sé, di migliorare il proprio stato di benessere pisco-fisico. La nuova filosofia dell’healthy aging promuove scelte ad alto contenuto di servizio. È in questo scenario che la cabina dermocosmetica costituisce un ottimo stru- mento per la farmacia fortemente orientata alla relazione e alla soddisfazione del cliente. Come già la profumeria ha compreso, la crescita della vendita del cosmetico trae grande supporto dai servizi in cabina. Alla luce della nostra esperienza, si costruisce una performance ad alto valore aggiunto a patto che: • si parta da una logica di progetto che salvaguardi l’identità della farmacia e razionalizzi la gestione • si tenga in considerazione ciò che oggi il cliente ha gradito • si maturi un’expertise specialistica • si valorizzi la relazione con la cliente. G I Partire da un progetto globale n una logica di servizi integrati il primo passo è definire quale messaggio comunicare alla cliente e con quale tipo di strumenti e servizi sia possibile farlo. In questa fase è opportuno valutare se sia utile introdurre il consult point, la cabina diagnostica o la cabina dermocosmetica per dare un valore aggiunto all’offerta del reparto coerente con gli obiettivi. Anche da un punto di vista logistico, la cabina o il punto consiglio, dove possibile, dovran- 28 4 no essere progettati in modo integrato al reparto, inseriti in un’ottica di percorso di bellezza al servizio della comunicazione e della vendita del prodotto. Partiamo dalle motivazioni del consumatore. Il cliente ha scelto finora la farmacia perché: • riconosce nel farmacista competenze tecnico-scientifiche elevate • cerca un luogo “protetto” in cui riporre piena fiducia • si aspetta di trovare un consiglio ad alta personalizzazione (in antitesi al canale della grande distribuzione) • gradisce trovare una modalità di proposta del cosmetico rispettosa delle sue esigenze e non solo orientata alle logiche commerciali (in confronto all’approccio “energico” più tradizionalmente legato alla vendeuse di altri canali). Questi elementi costituiscono il solido baricentro su cui costruire l’evoluzione del reparto e il progetto cabina. IMPORTANZA DELL’EXPERTISE SPECIALISTICA IN REPARTO a vendita del cosmetico opera con dinamiche differenti rispetto a quelle del farmaco, perché diversa è la motivazione all’acquisto del consumatore. Parliamo di un’esperienza multilivello che richiede una risposta di qualità sul piano razionale, una rassicurazione sul piano relazionale (che porta la cliente a “investire” sulla sua bellezza), una risposta sensoriale completa. L Nella vendita del cosmetico, prima ancora della performance del prodotto, si vende la performance del reparto. Per accompagnare la cliente in un acquisto di valore, è fondamentale che il reparto abbia personale dedicato alla cosmesi e adeguatamente formato. G Consult point Punto chiave Nella vendita del cosmetico, prima ancora della performance del prodotto, si vende la performance del reparto. A lcune farmacie hanno espresso il loro orientamento al servizio attraverso la realizzazione di consult point con diverse declinazioni. Tra le più recenti proposte i totem digitali posizionati nel reparto. Il cliente ha a disposizione una modalità interattiva per approfondire le sue conoscenze sulla salute della pelle o effettuare un auto-test. Una maggiore presenza della relazione è sviluppata in una declinazione del consult point che, pur utilizzando modali29 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO tà digitali interattive o sistemi con format digitali a supporto del colloquio con la cliente, prevede uno scambio personale con l’addetta. Per quanto oggi il pubblico abbia sviluppato una notevole confidenza con la multimedialità, però, questo tipo di tecnologia non può prescindere dalla relazione con il farmacista o con l’addetta, nemmeno per i consumatori più orientati alla scelta “autonoma”. A un primo contatto con il consult point segue, in genere, la ricerca di un confronto diretto. Ciò che più premia la vendita del cosmetico è il valore aggiunto dell’esperienza professionale e la relazione di fiducia. ro dedicata e in uno spazio di maggiore privacy. Occorre però avere chiaro che: • tale servizio lavora in modo preponderante sulla componente razionale dell’acquisto, trascurando quella più emozionale che è parte importante per il cosmetico; • la diagnostica coinvolge la cliente soprattutto nel momento valutativo dello stato di salute della sua pelle e del consiglio iniziale sulle sue esigenze, difficilmente rappresenta un “rinforzo” costante al trattamento home-care (funzione che hanno invece gli appuntamenti periodici in cabina con la tecnica della marca o con il personale della farmacia). G Valutare e progettare la cabina dermocosmetica L G Cabina diagnostica R ispetto al consult point, la cabina diagnostica comunica una maggiore componente di servizio. Le clienti apprezzano un’attenzione “specialistica” lo- 30 a massima espressione di una scelta di servizio orientata alla relazione è la cabina dermocosmetica. È bene partire dal presupposto che la relazione si nutre di: • ascolto • empatia • competenza • tempo Una cabina spesso inattiva e impropriamente usata come “ripostiglio” è conseguenza di una mancanza di progettualità. Nel momento in cui si sceglie di avviare il “progetto cabina” consigliamo di delineare la strategia del reparto nel breve, medio e lungo termine e scegliere, di conseguenza, la tipologia di servizi che 4 potranno supportarla in modo coerente ed efficace. È importante anche pensare in una logica di personalizzazione coerente con la propria identità, perché ogni realtà è unica e deve essere valorizzata da scelte mirate. Inoltre, bisogna tenere presente che i clienti apprezzano un nuovo ventaglio di servizi e un approccio rinnovato al consiglio, ma non cercano in farmacia né il centro estetico o la Spa, né il bazar. Che cosa distingue la cabina dermocosmetica dai servizi negli altri canali? Tre punti fondamentali: 1) la valorizzazione del contesto farmacia. Creare attività ben integrate con il reparto cosmesi e con le altre aree è la via per sfruttare il grande potenziale di cross-selling nell’offerta di benessere globale della persona; 2) la garanzia della professionalità del personale di reparto e delle tecniche che collaborano (incluso il personale inviato dalle aziende cosmetiche); 3) il trasferimento nel cosmetico della logica “etica” del servizio farmacia. G Quattro buoni motivi per fare la cabina 1. L’ELEMENTO DI ATTRAZIONE DI NUOVI CLIENTI La cabina può ospitare numerose iniziative organizzate in autonomia o con il supporto delle aziende cosmetiche. Offrire la possibilità di una consulenza gratuita può aiutare ad attrarre clienti in transito nell’area del farmaco. Un reparto competitivo nel tempo può avere una forza attrattiva importante anche oltre il bacino di utenti della farmacia. Investire sulla relazione con la cliente -dosando qualità e quantità del tempo, trovando formule di marketing stimolanti e sapendo identificare le clienti opinion leader- innesca infatti un prezioso passaparola. Punto chiave La qualità di ciò che viene erogato in cabina è sempre responsabilità della farmacia 2. L’AUMENTO DEL VALORE MEDIO DI OGNI ACQUISTO Una buona consulenza in cabina coinvolge la cliente e la aiuta a comprendere alcuni aspetti della cura domiciliare prima trascurati, come l’uso dei prodotti complementari (detersione e tonificazione, maschere, trattamenti stagionali e così via). La cliente incrementa il valore dell’acquisto del cosmetico aprendosi a un ventaglio più ricco di prodotti per la cura della bellezza e del benessere. 31 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO 3. L’AUMENTO DELLA FREQUENZA DELL’ACQUISTO Un punto di riferimento fidato porta la cliente a frequentare spesso il reparto per un confronto con l’addetta, per un consiglio, per dare il proprio feedback rispetto al trattamento che sta seguendo a casa. Aumentano gli stimoli all’acquisto grazie a un apprezzato accompagnamento costante al benessere globale. 4. L’AUMENTO DELLA FIDELIZZAZIONE Tempo e spazio dedicati alla cliente in cabina sono un’àncora molto forte e contribuiscono alla fidelizzazione della cliente. In diversi settori merceologici oggi si riscontra una tendenza comune: il cliente orienta i suoi acquisti in funzione dell’attenzione “particolare” che riceve. La cabina dermocosmetica in farmacia è il luogo dell’ascolto e dell’attenzione “esclusiva”: da qui la sua forza. 32 G Scegliere di vendere i trattamenti estetici A lcune farmacie hanno ricercato un ulteriore vantaggio nella vendita alle clienti di servizi di estetica. A nostro giudizio, tale materia è controversa da un punto di vista legislativo, e complessa nelle implicazioni sull’identità del servizio in farmacia. Un’istanza diffusa nel settore è quella di definire i confini di pertinenza, pur nella logica dell’evoluzione. Nella scelta di coloro che hanno introdotto un menù degno del più avanzato centro estetico possiamo leggere il presupposto che l’offerta di tali servizi in farmacia sia un modo per aumentare la frequenza di contatto con il reparto cosmetico, ridurre la frequentazione di altri canali -che potrebbe distrarre la cliente anche nell’acquisto dell’homecare-, e realizzare una nuova voce di guadagno, parallelamente alla vendita del retail. Citiamo volutamente per ultimo questo aspetto: non è certo nell’introito proveniente dai servizi estetici che la cabina trova la sua ragione d’essere in farmacia. L’attivazione di una cabina estetica professionale implica inoltre, a fronte di una proiezione ragionevole del numero di servizi che si erogheranno, una valutazione accurata del- 4 l’impegno organizzativo ed economico in termini di: • selezione e gestione della collaborazione con l’estetista/direttrice tecnica • costi fissi e variabili dell’attività, in particolare per i servizi di estetica base (tra i meno remunerativi) • ammortamento delle attrezzature professionali eventuali. La selezione di una tecnica (estetista qualificata) che abbia il giusto livello nel mix di competenze e abilità è molto complessa. Dovrebbe avere, infatti: • conoscenze anatomiche e cosmetologiche • buona manualità e capacità tecnica • capacità di relazione con il cliente (prima, durante e dopo la prestazione) • ordine e buona gestione dello spazio di lavoro • capacità di vendita • disposizione a imparare e declinare la propria professione secondo la filosofia del reparto e gli obiettivi • capacità di lavorare in squadra in reparto. Inoltre, la presenza dell’estetista all’interno della farmacia richiede un’accurata introduzione della tecnica nel reparto, perché l’incontro di due approcci alla cliente tradizionalmente diversi possa valorizzare i punti di contatto e non snaturare il progetto. Al riguardo va fatta una precisazione: un’accurata selezione dell’estetista è fondamentale anche nei casi in cui la tecnica collabori occasionalmente con la farmacia, per esempio durante i beauty day. La qualità di ciò che viene erogato in cabina è sempre responsabilità della farmacia e comunica l’attenzione che questa ha deciso di riservare ai clienti. G I La realizzazione della cabina estetica l primo passo, abbiamo detto, è quello di valutare il tipo di cabina utile alla farmacia in funzione del progetto globale di servizio. Al di là delle diverse possibili declinazioni, alcuni requisiti strutturali e alcuni consigli di buona gestione valgono per tutti i casi. La realizzazione di una cabina estetica di qualità deve assicurare: • il rispetto della normativa di riferimento (settore estetica) in merito agli spazi • la garanzia dell’atmosfera giusta e Punto chiave La gratuità non risparmia il reparto dall’effetto boomerang di una performance non all’altezza delle aspettative 33 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO dell’immagine coerente con il reparto e con la farmacia • il massimo comfort per la cliente e per l’operatrice. La normativa di riferimento è espressa dalla legge nazionale (L. 1/1990), dal comma 2 dell’articolo 10 del decretolegge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2007, n. 40, e dall’art. 19 della legge n. 241/1990 in materia di dichiarazione di inizio attività. Sono poi le regioni e i regolamenti comunali che determinano i parametri per la conformità dei locali nel rispetto della normativa in materia di edilizia e requisiti igienico-sanitari. Il Comune di riferimento, quindi, esprime le direttive in particolare in materia di: • superficie del locale, altezza e rapporti aero-illuminanti • materiali per pavimenti, pareti e arredi di facile pulizia e sanificazione 34 • presenza di lavello con acqua corrente • indicazioni su rubinetteria e attrezzature minime • accesso alla cabina che garantisca privacy. Vi sono inoltre specifiche disposizioni da seguire in merito a: • piccole attrezzature • attrezzature elettromedicali consentite (in presenza di un’estetista) • igiene e sterilizzazione delle attrezzature (ove non siano utilizzati strumenti monouso) • uso di materiale monouso a contatto con la cliente. Nel caso in cui la cabina sia destinata a trattamenti corpo (impacchi, fanghi, etc.) oggi è esplicitato nella maggior parte delle regolamentazioni comunali che la cliente debba avere a disposizione una doccia ad accesso diretto ed esclusivo in cabina. G Le caratteristiche della cabina estetica L a normativa comunale è esaustiva sui requisiti tecnici minimi dei locali, ma non esplicita altri aspetti importanti per la creazione di una buona cabina: impatto delle aree limitrofe, accoglienza, ergonomia e sensorialità. Occuparsi dell’esperienza della cliente significa prendersi cura dell’impatto che l’ambiente ha sul suo stato e sulla relazione. 4 Attraverso il supporto di specialisti del settore, che declinano gli aspetti comunicativi del layout interno in armonia con la scelta dei servizi, è importante prestare attenzione ai seguenti aspetti. • ACCESSO ALLA CABINA Il percorso per entrare in cabina, soprattutto se è stata creata all’interno dell’area non aperta al pubblico, è parte integrante dell’esperienza di benessere. È bene isolare visivamente il percorso, magari con immagini rilassanti. • ACCOGLIENZA Un ambiente che accoglie la cliente considera le sue esigenze in toto. È importante, per esempio, gestire al meglio la posizione del lettino, pensare a uno spazio in cui la cliente possa riporre gli indumenti, predisporre una specchiera perché si possa sistemare a fine trattamento, e così via. • ERGONOMIA La cabina deve essere confortevole per la cliente e anche per l’operatrice. Alcuni elementi a cui prestare attenzione: • la posizione del lavandino rispetto al lettino deve rispettare la gestione delle manualità e il principio, fondamentale, che durante il trattamento dalla cliente non ci si allontana • i piani d’appoggio devono essere sufficienti e ben disposti. L’utilizzo del carrello rende poi più flessibile la postazione di lavoro • la posizione del lettino deve consentire l’accesso agevole alla cliente e garantire facilità di movimento alla tecnica • la qualità dello sgabello per la tecnica -come il lettino per la cliente- deve garantire il massimo comfort. Punto chiave L’obiettivo dell’incontro in cabina è lasciare il segno e generare un cambiamento positivo • SENSORIALITÀ In cabina parliamo di “esperienza” del 35 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO cosmetico. Siamo nel tempio della relazione e della conquista sensoriale. VISTA Un buon lay-out della cabina considera l’impatto che hanno sulla cliente la scelta e disposizione degli arredi, l’ordine, l’illuminazione, i colori delle pareti e la scelta dei materiali, l’esposizione ben calibrata dei prodotti e la personalizzazione (nel caso di giornate dedicate a una marca in particolare). Una raccomandazione: l’utilizzo in cabina di grandi specchi va dosato attentamente. L’impatto sulla cliente sia sul piano emotivo sia energetico non è trascurabile. OLFATTO È il senso che in modo più diretto e primordiale impatta sulle nostre emozioni. È fondamentale considerare la profumazione della cabina con grande attenzione, perché il profumo è un richiamo forte- mente evocativo. L’effetto sullo stato della cliente è molto forte ed estremamente soggettivo. La scelta più cauta è senza dubbio quella di garantire una buona aerazione dell’ambiente. Sia per le marche che introducono principi di aromaterapia, sia per linee la cui piacevolezza cosmetica si sviluppa anche attraverso uno studio accurato dell’elemento olfattivo, oli essenziali e profumazioni vanno valorizzati in modo integrato al trattamento. La neutralità dell’ambiente garantisce in tali casi la piena espressione dei prodotti in cui la componente olfattiva (aromaterapia) è integrata al trattamento. UDITO Durante il trattamento l’aspetto uditivo è parte fondamentale del comfort ambientale. Un isolamento acustico totale è praticamente impossibile in una cabina che nasca all’interno del reparto. Una buona selezione musicale di sottofondo può aiutare a creare l’atmosfera e distrarre la cliente da interferenze esterne e interne. TATTO In una gestione a 5 sensi della cabina parlare di tatto significa fare attenzione alla comunicazione che la tecnica esprime attraverso una buona manualità. La gestualità, la continuità del contatto con la cliente sono aspetti fondamentali, ma trascurati da molti, anche nel settore del- 36 4 l’estetica professionale. È inoltre importante, prima del trattamento, assicurare il giusto relax alla cliente attraverso la regolazione della temperatura. GUSTO È un senso non direttamente coinvolto nell’esperienza del cosmetico, a meno che non si crei un angolo “tisaneria” per l’accoglienza (e l’attesa). In tal caso il nostro suggerimento è quello di utilizzare bustine a infusione di cui sia a disposizione del cliente la confezione. La scelta delle tisane (chiaramente in vendita presso la farmacia) potrà essere integrata al tema della giornata evento o suggerita in funzione dei gusti e delle esigenze della cliente. G Le attrezzature di base U na volta allestita la cabina secondo i criteri di comfort e sensorialità, le attrezzature necessarie per un’attività tradizionale di check up visivo-tattile, trattamenti viso dimostrativi e sessioni di make up (che rappresentano il cuore delle attività oggi proposte) sono: • lettino comodo, possibilmente a 2 snodi e con alzata regolabile. Più o meno tecnologico, è importante che la cliente si possa completamente distendere e rilassare • sgabello a rotelle per la tecnica • carrello di lavoro per rendere flessibile la postazione • lampada a luce fredda - 5 diottrie • un piccolo sterilizzatore (al quarzo, a calore, UV) nel caso si utilizzi piccola attrezzatura • monouso Consigliamo di valutare con un esperto le diverse soluzioni presenti sul mercato. Anche la scelta di un lettino, per quanto apparentemente semplice, deve tenere presente diversi parametri tecnici che fanno la differenza in termini di sensazione a fine trattamento: praticità e multifunzionalità, resistenza dei materiali nel tempo. Volendo completare la cabina in una direzione più tecnica (escludendo qui eventuali macchinari elettromedicali specialistici) possono essere introdotti: • un’autoclave per la sterilizzazione • hot cabi scalda salviette. La soluzione che più sarà di supporto al successo del reparto cosmetico è certamente la soluzione su misura, unica, calata nella realtà territoriale, in grado di rafforzare la comunicazione di reparto e 37 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO dell’intera farmacia. Dove possibile, la scelta che oggi suggeriamo è quella di una cabina multitasking, che possa accogliere diverse attività della cosmesi (trattamenti, colloqui, check up diagnostici, consulenze di make up e così via) e che possa ospitare in futuro nuovi servizi. G Una buona gestione C ome le soluzioni ingegneristiche più avanzate non garantiscono la performance di una scuderia, e il valore del pilota e del team continuano a essere elementi fondamentali, così una buona cabina senza una gestione ottimizzata e personale di reparto adeguatamente formato non esprimerà il suo potenziale. 38 L’eccellenza del risultato si costruisce con: • la preparazione del personale • la creazione di un buon protocollo di lavoro su misura • la costruzione di una sinergia virtuosa con le altre aree della farmacia. La responsabile del reparto cosmetico dovrà tenere sotto controllo alcuni aspetti della cabina quali: • ordine, igiene e adeguato assortimento di prodotti e materiali necessari all’attività • massimo comfort per la cliente • presenza di quanto occorre al check up/colloquio • massima cura degli aspetti polisensoriali • rispetto del protocollo di accoglienza e lavoro con la cliente • adeguata conoscenza della performance di ogni prodotto ed eventuali accorgimenti utili a una migliore presentazione durante i trattamenti • immagine e comportamento del personale che opera in cabina • personalizzazione dell’area in occasione di giornate speciali, nel rispetto degli standard qualitativi del set up cabina • monitoraggio costante della soddisfazione delle clienti. Su quest’ultimo punto sottolineiamo l’importanza di avere il controllo sul servizio anche nelle giornate organizzate con le beauty delle aziende cosmetiche. Nell’affidare le proprie clienti all’azienda 4 è bene condividere gli obiettivi e la propria filosofia di servizio, perché i trattamenti in cabina generino un vantaggio autentico e duraturo nella relazione con la cliente. Qualunque sia la formula scelta per la consulenza, nell’attività ordinaria e nelle giornate-evento, l’incontro con la cliente che generi valore dovrà curare ogni fase: • accoglienza • check up-rilevazione delle esigenze cosmetiche della cliente • presentazione del trattamento • trattamento (per quanto breve, ha più fasi) • consiglio per il trattamento domiciliare • raccolta feedback e commiato. Importante: l’obiettivo dell’incontro in cabina è lasciare il segno e generare un cambiamento positivo. Se la cliente risulta indifferente o peggio ancora non soddisfatta di ciò che ha ricevuto (trattamento-consiglio personalizzato) è bene rivalutare con attenzione il proprio servizio nella complessità dei fattori che lo hanno determinato. L’efficacia dell’esperienza in cabina è garantita anche dalla preparazione dell’appuntamento. Fare una buona programmazione delle attività del reparto e della cabina nell’anno, gestire in modo preciso l’agenda degli appuntamenti e garantire una buona organizzazione e la giusta atmosfera anche nelle giornate più intense (eventi beauty) sono aspetti fondamentali per un funzionamento ottimale del servizio cabina. Anche se il servizio è gratuito, orientarsi alla qualità è la regola. Accogliere la cliente in una cabina attrezzata e confortevole e dedicarle un servizio gestito con professionalità è una forma potente di comunicazione. La gratuità non risparmia il reparto dall’effetto boomerang di una performance non all’altezza delle aspettative. G La formazione del personale L a competitività del reparto cosmetico cresce se ci si prende cura dello sviluppo delle competenze del team, attraverso un piano di formazione mirato che coinvolge ciascuna funzione, dal titolare (o direttore) al personale del reparto cosmetico. Un piano formativo globale innalza la qualità del servizio, valorizza il cross-selling, migliora i risultati in termini di fatturato e ottimizzazione della gestione. Le aziende cosmetiche forniscono un’importante competenza sui prodotti e sulla loro migliore proposta, contribuendo alla cultura di settore. Sta alla farmacia scegliere di arricchire il proprio percorso di crescita attraverso una formazione specialistica, perché così si alimenta un autentico vantaggio competitivo. 39 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO Una strategia per incrementare i mercati Gabriella Daporto Punto chiave Il marketing promozionale è al servizio della salute e del benessere del cliente della farmacia 40 L e attività di marketing promozionale sviluppate oggi in farmacia si articolano per lo più nel settore della dermocosmesi e vengono proposte dalla farmacia stessa o coinvolgono i clienti in azioni promosse dall’industria. La promozione, nel linguaggio del marketing e della comunicazione d’impresa, è l’incentivo -o lo stimolo- che tende a far conoscere e apprezzare un servizio, un prodotto o un’idea. Migliorare il sell out grazie alle promozioni è una leva sfruttata da tutti i canali di distribuzione, ma ancora oggi in farmacia fa fatica a decollare. Sono ancora poco diffuse le iniziative personalizzate in funzione delle esigenze espresse da specifici segmenti di clienti/pazienti in tutti i comparti. Premesso che la farmacia è fondamentalmente un negozio che eroga salute, benessere e bellezza, è importante incontrare il consumatore con un approccio sia etico sia commerciale. Il marketing promozionale in farmacia è una componente essenziale da prendere in considerazione per migliorare la redditività, ma deve essere vestito di: • informazioni sulla salute, sul benessere e sulla bellezza; • educazione alla prevenzione, in tema di piccole patologie o inestetismi. G Il marketing promozionale L e attività promozionali permettono di animare l’atmosfera della farmacia. La scelta di quelle più idonee viene fatta in base all’assortimento gestito, al bacino di utenza, agli obiettivi commerciali. Si devono pianificare, seguire, monitorare le operazioni promozionali per poter poi valutare i risultati di incremento delle vendite. È molto importante il coinvolgimento di tutta la squadra dei collaboratori: le iniziative diventano vincenti quando sposate e condivise da tutti. È un lavoro appassionante, creativo e coinvolgente anche per i collaboratori, che permette di uscire dalla routine quotidiana e scoprire nuovi orizzonti. Per il farmacista è forse un po’ difficile entrare in quest’ottica, per la sua formazione prevalentemente tecnico-scientifica. Vale la pena però di provarci per rinnovare la propria farmacia e combattere la concorrenza di nuovi punti vendita, la cui vera minaccia non è, di fatto, rappresentata dalla vendita dell’Otc (che incide soltanto marginalmente sulle vendite della farmacia), 5 • lo scontrino lungo: la proposta di un trattamento completo genera nel cliente altri bisogni, che si concretizzano nell’acquisto di più prodotti complementari e sinergici tra loro. COME PROCEDERE 1. PREPARARE LA GIORNATA DI CONSULTING quanto semmai dalla vendita di tutte le categorie di prodotti legati al mondo del benessere e della bellezza. G Giornate promozionali autogestite • agenda: viene stabilita una giornata o due mezze giornate ogni settimana in cui si eroga il servizio; • quotidianamente si fissano gli appuntamenti della durata di mezz’ora per ogni cliente, presentando il servizio di consulenza gratuito e offerto dalla farmacia: è importante specificarlo, perché molte persone sono abituate alle consulenze promozionali legate alle marche. • prevedere almeno 12 appuntamenti per giornata, tenendo conto che alcuni potrebbero saltare. O rganizzare una giornata di consulenza dermo-nutri-cosmetica a cura della farmacia permette di offrire un servizio personalizzato e di fidelizzare la clientela, creando una banca dati patrimonio della farmacia stessa. Gli obiettivi sono: • il servizio al cliente: offrire un check-up gratuito della pelle e dei capelli con l’apparecchio microcamera e un’analisi delle carenze nutrizionali. Consigliare il trattamento dermonutricosmetico più adatto e più efficace per il cliente; 41 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO 8 ATTIVITÀ DI MARKETING PROMOZIONALE • Giornate promozionali autogestite (analisi della pelle/capello e consiglio dermocosmetico) • Atelier di camouflage • Gondola promozionale (espress service point): punto caldo su tematiche di grande interesse per il consumatore • Promozioni in store (minispot) e door to door (volantino) • Carta fedeltà • Sito della farmacia - e-commerce - videocomunicazione • Distributori 24 ore • Riviste di informazione sanitaria - schede di informazione al cliente 2. SVOLGIMENTO DELLA GIORNATA La cliente viene accolta, fatta accomodare e le viene presentato il servizio. ANALISI DELLA PELLE E CONSIGLIO MIRATO • Si procede all’esame della pelle memorizzando i dati su un’apposita scheda. • Si consiglia la marca in base a ciò che il cliente sta già usando e alla sua 42 cultura cosmetica e poi si propongono i prodotti relativi a un trattamento quotidiano completo. ANALISI DEL CAPELLO E CONSIGLIO MIRATO • Si procede all’esame del capello memorizzando i dati su un’apposita scheda. • Si consiglia la marca in base a ciò che la cliente sta già usando e alla sua cultura cosmetica e poi si propongono i prodotti di detergenza e di trattamento (fiale, lozioni) o per l’acconciatura (tenuta, colore). In entrambi i casi, a questo punto, si introduce l’integratore o il prodotto omeopatico più adatto per completare il consiglio e ottenere un risultato vincente. È importante stendere precedentemente un “programma di consiglio integrazione nutrizionale” legato alle principali problematiche che emergono nel corso dell’esame della pelle e del capello: invecchiamento, pelle secca, pelle grassa, acne, couperose, caduta dei capelli, forfora. Il consiglio del prodotto sistemico si articola tra nutricosmetici, integratori, fitoterapia, omeopatia, diete, farmaci Otc e deve essere professionale e mirato ai singoli inestetismi. 5 media tra i 1.000 e i 1.500 euro di fatturato. • Agenda per fissare le giornate e • Campionatura gli appuntamenti. dermocosmetici, • Cartoncino promemoria da la- indispensabile per sciare alla cliente con la data e l’ora del- promuovere i prodotti l’appuntamento. ed eventuali gadget pro• Scheda raccolta dati esame pel- posti dalle aziende. Tenele e capello e consiglio dermocosmetico re presente anche le proe nutrizionale da lasciare alla cliente co- mozioni in atto al momenme guida all’utilizzo dei trattamenti. to (taglio prezzo, ecc…) an• Scheda report finale della gior- che per gli integratori. nata, che comprende nome, cognome, È importante che il servizio di telefono, firma per le norme di tutela consulting venga portato della privacy, euro dello scontrino e no- avanti dal perme di chi ha condotto il consulting. Que- sonale della farsta scheda è importante per creare una macia e non da banca dati consumatrici della farmacia e esterni, siano per fissare telefonicamente un controllo essi consulenti dopo 2 mesi. Il report è utilissimo anche o personale di per vedere l’incremento del fatturato aziende. I cliendelle giornate man mano che si migliora ti della farmacia devono avere un refeil servizio. Una buona giornata oscilla in rente che possano trovare ogni giorno, che non venga percepito come “promozionale” I DIFETTI CUTANEI IN ITALIA e che diventi un vero e proprio In Italia, 3.600.000 persone hanno difetti punto di rifericutanei. Questi i più diffusi. mento a cui affi• vitiligine darsi per un con• couperose siglio corretto • angiomi sia per i prodotti • rosacea dermocosmeti• acne ci, sia per i nu• occhiaie • macchie cutanee trizionali. 3. MATERIALI PERSONALIZZATI DELLA FARMACIA NECESSARI PER IL SERVIZIO • lesioni post-operatorie • cicatrici 43 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO Punto chiave La gondola promozionale aumenta la percezione della convenienza e aiuta il cliente a servirsi da solo G Atelier di camouflage in farmacia per l’autotrucco È una piccola, grande oasi di aiuto professionale. Molte persone soffrono di un disagio psicologico a causa di un inestetismo cutaneo. Il maquillage correttivo è uno strumento per sostenere l’autostima dell’individuo e permettergli di avere un contatto positivo con sé stesso e con gli altri. Lo scopo dell’atelier è fornire consulenza professionale per imparare a mascherare i difetti del viso: si va dalla semplice macchia scura fino alla cicatrice da ustione. Se si tratta di cloasmi, melasmi (iperpigmentazioni del derma superficiale) o macchie della pelle, occhiaie o couperose gli interventi da effettuare saranno relativamente semplici. Nel momento in cui si presentano persone con problemi più importanti ed evidenti, come vitiligini, angiomi o inestetismi generati da incidenti, cicatrici o ustioni, gli interven- ti di make up correttivo diventeranno più articolati e specifici. Si possono truccare anche persone che, per i danni della chemioterapia, presentano un colorito spento e devono indossare parrucche (www.laforzaeilsorriso.it). Nell’atelier si insegna alla cliente come usare il fondotinta coprente, i correttori, i fissatori o le ciprie per correggere e mimetizzare i difetti cutanei. Per questo motivo è necessario procedere per gradi: al secondo appuntamento si lascia che sia la paziente a usare i prodotti correttivi e familiarizzare con il make up. Viene anche compilata una scheda in cui sono segnalati e descritti tutti i consigli dati e gli interventi di camouflage effettuati, in modo da poter provare a replicare da soli a casa il lavoro fatto in farmacia. G Gondola promozionale (express service point) LA GONDOLA Obiettivo: creare un punto caldo “dermocosmetico” per stimolare l’acquisto d’impulso. Come: gondola con animazioni tematiche. Con valore aggiunto o consiglio salute e benessere, non finalizzata soltanto allo sconto. Messa in opera da r i spet t ar e assol ut ament e: • posizionamento della gondola vicino all’entrata • comunicazione chiara sulle opportunità di acquisto • allestimento efficace della gondola Risultati, attese, fattori chiave di successo: • creare traffico in farmacia • aumento delle vendite 44 È un “punto caldo” su argomenti di grande interesse per il consumatore. «Quali sono i bisogni e le esigenze stagionali più sentite dai miei consumatori?»: questa è una delle domande che la farmacia dovrebbe porsi continuamente. Per ogni stagione è im- 5 portante prevedere temi di interesse da “vestire” UN ESEMPIO DI EXPRESS SERVICE POINT sia dal punto di vista Tema “Trattamento capelli” alla fine dell’estate. Che cosa occorre fare? espositivo, con una gon- allestire una gondola con tutti i prodotti per capelli in assortimento dola dedicata ai prodotti in nella farmacia evidenza, sia informati- mettere in particolare evidenza i grandi lanci presenti in pubblicità vo con minispot che co- predisporre minispot informativi su caduta, forfora, capelli secchi munichino offerte di preze rovinati dal sole, colore, pediculosi - studiare un prezzo “civetta” che attiri l’attenzione o una promozione zo o consigli di trattamenin termini di % di sconto o 2+1 da comunicare con minispot molto ti specifici. ben visibili e accattivanti. I prodotti in lancio molto conosciuti o pubblicizzati devono essere esposti ben in vista per attirare l’attenzione e far no- li la paidocosmesi o il bambino in generale, l’igiene orale, lo sport, le diete, o tare l’opportunità commerciale. La gondola promozionale si può allestire vere e proprie campagne di prevenzione non soltanto in base alla stagionalità, ma contro l’obesità e il fumo. anche alle categorie merceologiche, qua- Dove la posizioniamo? Sicuramente vicino all’entrata o in una zona che sia visibile da coloro che sono in attesa di essere serviti al banco del farmaco. Per quanto tempo facciamo vivere la gondola promozionale? Come per le vetrine, che dopo qualche tempo non sono più notate dai passanti frequenti, anche le gondole devono essere cambiate spesso. Occorre, quindi, programmare diverse uscite durante l’anno. Ci sono sempre un inizio e una fine quando si parla di promozioni: “dal… al…”. L’express service point non è però un’isola felice che vende da sola! Deve farlo di certo se allestita bene, ma non dimentichiamo mai il consiglio del farmacista, che deve sostenere e far notare l’opportunità ai clienti. 45 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO Punto chiave Comunicare/interagire on line tramite il sito internet e l’e-commerce e in farmacia con la videocomunicazione permette al canale farmacia di rimanere al passo con i tempi 46 G I volantini: promozioni door to door S trumento tipico della grande distribuzione, i volantini door to door oggi vengono realizzati anche dalle farmacie per comunicare opportunità commerciali, sconti relativi a prodotti altovendenti e molto conosciuti. La distribuzione del volantino può avvenire direttamente in farmacia, ricordandosi di inserirlo in ogni sacchetto, ma può essere anche spedito a casa ai clienti del bacino di utenza della farmacia. Il ritorno del cliente con il volantino in mano è indice del successo dell’iniziativa. È chiaro che però il vero successo è il calcolo della redditività che ne deriva, dopo aver fatto un’accurata politica commerciale per quanto riguarda il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita dei prodotti. COSTRUIRE UN VOLANTINO l volantino deve essere facilmente leggibile dal consumatore, deve avere un titolo accattivante (per esempio “Salute, benessere... e convenienza!”) e si può così realizzare: • esigenza del cliente (per esempio eritema, gambe pesanti, idratazione, cellulite); • fotografia del prodotto; • nome del prodotto - marca; • forma cosmetica/farmaceutica dosaggio - confezionamento; • variazione di prezzo (da € … a € …); • percentuale di sconto (indicata in particolare evidenza). I Nel volantino possono anche essere inserite comunicazioni aggiuntive, come per esempio: • promozione solari: 2+1 su tutti i prodotti, acquista 2 solari, il terzo è in omaggio! • Acquista 3 prodotti a scelta della marca xy: il meno caro è in omaggio! • Dal 7 giugno all’11 luglio consegna questo buono nella tua farmacia e avrai diritto a uno sconto di € 10 su una spesa di almeno € 50 di prodotti di parafarmacia. 5 G La carta fedeltà L a carta fedeltà, o fidelity card, è una tessera che consente di godere di particolari benefici, premi o sconti. È un simbolo dell’appartenenza a una certa élite di consumatori, ai quali è riservato un trattamento particolare. L’obiettivo della carta fedeltà, come dice la parola stessa, è quello di ottenere la fidelizzazione del cliente. Le carte fedeltà sono oggi utilizzate in molti settori retail: supermercati, negozi di abbigliamento, stazioni di servizio, ecc. Una ricerca dell’università Bocconi di Milano stima che ogni italiano ne possieda in media 3-4 e rivela che il 60% dei possessori di carte è rappresentato da donne. Di queste, più della metà sono giovani tra i 25 e i 35 anni. Il buono acquisto, relativo all’ottenimento dei punti, deve essere utilizzato in un’unica spesa, scegliendo nell’ambito di un catalogo premi o per l’acquisto di prodotti in assortimento in farmacia, con esclusione di tutti i farmaci compresi Otc, Sop, omeopatici, latti per l’infanzia e tutti i prodotti quando rimborsati dal Ssn o sottoposti a specifiche disposizioni legislative o regolamentari che inibiscono le attività promozionali. G Sito web, e-commerce e videocomunicazione N ell’era dell’informazione in tempo reale, il sito internet di una farma- cia deve avere due caratteristiche importanti: • deve comunicare; • deve interagire. Il sito deve saper comunicare, perché siamo ciò che comunichiamo, e deve saper interagire perché l’interazione è necessaria in qualsiasi attività di marketing promozionale. Così la farmacia si crea una visibilità sul web, diffonde la propria immagine, i propri servizi, i propri prodotti, effettua operazioni di marketing e divulga informazioni utili a clienti e potenziali clienti. La presenza su internet rappresenta quindi un’opportunità da cogliere a pieno. La crescita dell’utilizzo di internet ha favorito lo sviluppo di una nuova forma di commercio denominato e-commerce (commercio elettronico). Anche nel mondo della farmacia, tradizionalmente legata alla vendita “in sede” e str utturata nella ripartizione territoriale designata dalla pianta organica, qualcosa sta cambiando. Sono infatti in aumento le farmacie che, a fianco della tradizionale vendita, pro47 GUIDA ALL’ORGANIZZAZIONE DEL REPARTO COSMETICO pongono in rete i propri prodotti, aumentando vendite, fatturato e utile. Un sito di e-commerce permette a clienti e potenziali clienti di effettuare acquisti e prenotazioni on line. È un interessante strumento di vendita che amplifica la comunicazione della farmacia e accresce il servizio ai clienti. La videocomunicazione è l’evoluzione digitale della cartellonistica pubblicitaria tradizionale e rappresenta il futuro della pubblicità. È un interessante strumento di comunicazione, che visualizza contenuti multimediali pubblicitari attraverso schermi o monitor posizionati in luoghi pubblici o all’interno della farmacia. La videocomunicazione digitale permette di inviare contenuti multimediali a schermi o televisori po48 sizionati in punti strategici, al fine di veicolare messaggi video promozionali o di informazione ai clienti. G Distributori self service 24 ore D isinfettanti, cerotti, bende, garze, prodotti per l’infanzia (biberon, pasta cambio, aspiratore nasale, salviette), prodotti per l’igiene orale, fermenti lattici per adulti e bambini, multivitaminici e integratori salini, crema mani, stick labbra, profilattici, test di gravidanza, assorbenti, e cosìvia possono essere distribuiti in self service 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno. Un servizio non da poco da mettere a disposizione dei clienti. 5 SAPERE & SALUTE - BIMESTRALE - ANNO 16° NOVEMBRE 2011 n. 89 G Riviste di informazione sanitaria e schede di informazione al cliente I periodici di salute e benessere per tutta la famiglia, distribuiti gratuitamente soltanto in farmacia sono un mezzo per sviluppare le attività di marketing promozionale. Grazie alla collaborazione con medici ed esperti del settore, si affronta ogni argomento con un approccio medico-scientifico molto rigoroso, ma anche con un linguaggio chiaro e comprensibile a tutti. Su di essi figurano anche offerte promozionali e pubblicità di prodotti in assortimento. Le schede di informazione al cliente sono invece comunicazioni monotematiche preparate e distribuite dalla farmacia, che possono affrontare temi di grande interesse e spiegare come utilizzare determinati prodotti, come effettuare esami o come associare tra loro prodotti sinergici e complementari. Hanno l’obiettivo di fare “cultura” e di comunicare informazioni utili ai clienti che acquistano prodotti e servizi in farmacia. Per esempio è possibile realizzare una scheda sulle modalità di trattamento viso (crema da giorno, da notte, per il contorno occhi) e allegarla all’acquisto di uno di questi prodotti, una scheda sulla cellulite e le modalità di trattamento dermocosmetico e nutrizionale da consegnare a chi richiede un consiglio per questa problematica. Molto spesso l‘industria mette a disposizione anche brochure di marca o materiale informativo su prodotti in lancio: anche questi mezzi sono utilis simi per completare la politica promozionale promossa dalla farmacia. Jane Alexander Il markeIl fascino della cattiveria ting promozionale in farmacia oggi è di grande attualità ed è la chiave che per mette di supe rare con succes so il confronto sempre più comazzi petitivo con il co Togn ian Mar G mercato. Occorre avere idee chiare e Contr a metterle in pratica italian ccezione: i distr atti con progetti conPer le d supe onne creti, in modo da: rattiv e • valorizzare Se il sesso osses siona l’immagine della farmacia; Gabri • far conoUn’at ella Ger trice c mani scere e riconoamale ontica scere la farmacia; • produrre risultati concreti per ogni investimento. EDUCAZIONE SANITARIA, PREVENZIONE, AUTOMEDICAZIONE IN FARMACIA Infanzia Psiche PRIMO PIANO SAPERE & SALUTE AU ZIONE, , PREVEN NITARIA IONE SA EDUCAZ RALE - - BIMEST BRAIO 17° FEB ANNO 2012 n. 90 ACIA IN FARM AZIONE TOMEDIC ia Infanz o Stomac e tazion Alimen EDUCA ZION E SAN ITARI A, PR EVEN ZION E, AUTO MEDIC AZIO NE IN FARM Inch iesta PRIM O PIA N O Psic he 49 ACIA