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L`orto in tazza - Comune di Monte San Pietro

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L`orto in tazza - Comune di Monte San Pietro
L’orto in tazza - 26 marzo 2014
Con molte piante dell’orto si possono preparare delle bevande a cui tradizionalmente
viene dato il nome di tisane.
Cosa significa tisana?
Nel termine “tisana”, molto comune per il grande utilizzo di questo rimedio popolare e
casalingo, ci piace leggere la promessa di una guarigione garantita.
Ti sana, come appunto lascia intuire il nome ti rende sano, anche se, in realtà, la parola
deriva dal greco ptisané che letteralmente significa orzo macinato.
Storia dell’uso di tali bevande
Uno dei primi a decantare le lodi di questo semplice rimedio (e a riportarne il termine nei
suoi scritti di medicina) fu il grande medico Ippocrate, il quale consigliava il digiuno per
curare svariate malattie ed era solito prescrivere una “miracolosa” tisana d’orzo per
alleviare molti malanni.
Nel Medioevo, epoca di luci e ombre durante la quale i benefici e gli effetti delle erbe
venivano considerati al limite della stregoneria, il vero sapere e la tradizione erboristica si
trasferirono tra le mura dei monasteri. E’ qui che i monaci studiosi e laboriosi divennero
custodi di questa “conoscenza”.
In molti casi trasformarono le abbazie in veri e propri centri di cura, gli hospitalia, per i
malati e pellegrini in viaggio verso i grandi centri della religiosità.
Più recentemente la tisana viene tecnicamente definita una preparazione farmaceutica
liquida definita come una soluzione acquosa diluita che contiene sostanze
medicamentose.
La tisana è una bevanda gustosa ed efficace per la salute, semplice da preparare ma che
richiede alcune particolari accortezze una tisana si può preparare con una o più erbe. Le
erbe possono essere utilizzate sia fresche che secche.
Molte «erbe» che si utilizzano per allestire tisane sono piante spontanee e coltivate,
quest’ultime coltivate anche nell’orto.
La Borragine
(Borago officinalis L.) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Boraginaceae.
Usi alimentari
Le foglie giovani sono variamente impiegate in cucina.
L'uso tradizionale è allo stato cotto delle foglie, che vengono utilizzate in molti piatti
regionali per minestroni, ripieni per ravioli.
Nella medicina popolare vengono utilizzate le foglie e le sommità fiorite.
Fin dall'antichità la pianta ha fama di svegliare gli spiriti vitali (Plinio: «Un decotto di
borragine allontana la tristezza e dà gioia di vivere»).
Attualmente può essere utilizzata per abbassare febbre e calmare la tosse secca.
È nota anche come diuretico ed emolliente (quest'ultima proprietà è dovuta alla presenza
di mucillagini).
La Menta
(genere Mentha) è una pianta erbacea perenne, fortemente aromatica,dal tipico sapore
pungente e piccante predilige sia le posizioni in pieno sole che la mezza ombra, ma può
resistere anche a basse temperature
In medicina ha funzioni di digestivo, stimolante delle funzioni gastriche, antisettico ed
antispasmodico, tonificante; si possono preparare decotti e infusi
Per il loro utilizzo erboristico, i fiori e le foglie di menta vengono raccolti tra luglio ed agosto
e lasciati essiccare all'aria aperta. Essi vengono utilizzati soprattutto per la preparazione di
tisane ottenute grazie alla loro infusione in acqua bollente, calcolando di utilizzare due
cucchiaini di menta essiccata per ogni tazza di infuso, da lasciare riposare per quindici
minuti prima di filtrare e bere.
La tisana alla menta, per il suo contenuto di mentolo, viene consigliata per le sue proprietà
digestive e tonificanti. Può essere d'aiuto per rilassare la muscolatura dell'intestino e per
favorire la secrezione della bile e i processi di digestione degli alimenti attraverso
l'apparato digerente. L'assunzione di tisana alla menta è sconsigliata nelle ore serali,
poiché potrebbe disturbare il sonno, fino a provocare episodi di insonnia.
Proprieta' e benefici
Per via dei principi attivi contenuti nella menta, ad essa vengono attribuite proprietà
cicatrizzanti e disinfettanti. E' utile in caso di disturbi gastro-intestinali, aiuta il
funzionamento del fegato e favorisce la digestione. Contiene mentolo, vitamina C,
sostanze antibiotiche, limonene e isovalerianato.
La menta, sotto forma di tisana o dei relativi preparati erboristici, può essere d'aiuto in
caso di diarrea e disturbi gastrici. Può coadiuvare il trattamento di disturbi come tosse e
raffreddore, per via delle sue proprietà sedative e spasmodiche. Il mentolo che essa
contiene è considerato un vasodilatatore per la mucosa nasale
Un collutorio alla menta per rinfrescare l'alito e per l'azione antisettica per il cavo orale può
essere preparato lasciando in infusione per dieci minuti in 200 millilitri d'acqua bollente un
cucchiaino di foglie di menta essiccate. L'infuso così ottenuto dovrà essere filtrato e
lasciato raffreddare prima di essere utilizzato come collutorio.
Le foglie di menta essiccate possono essere utilizzate insieme a del succo o della scorza
di limone per creare una bevanda aromatica estiva, semplicemente preparando una tisana
che verrà poi lasciata raffreddare. Strofinare sulle dita delle foglioline di menta fresca può
aiutare ad eliminare i cattivi odori eventualmente lasciati sulle dita da aglio o cipolla.
La Melissa
La Melissa officinalis o melissa è una pianta erbacea spontanea, perenne e rustica, molto
ricercata dalle api ed è appunto per questo motivo che prende il nome dal greco mélissa.
Cresce spontaneamente nell'Europa meridionale e nell'Asia occidentale. In Italia la si può
trovare lungo le siepi e nelle zone ombrose; viene inoltre coltivata nei giardini. È nota per
le sue proprietà medicamentose ed è apprezzata anche come erba aromatica.
Attualmente la Melissa officinalis viene impiegata come sedativo negli stati d'ansia con
somatizzazioni viscerali ed irrequietezza ed anche per disturbi intestinali grazie alla sua
azione spasmolitica e nella cura dell'emicrania
Per la sua produzione si usano le sommità fiorite, più ricche di oli essenziali. Il prodotto,
del resto, anche oggi viene utilizzato in erboristeria e sono riconosciuti gli effetti curativi. La
preparazione tradizionale vede aggiunta alla melissa buccia di limone grattugiata,
cannella, chiodi di garofano, noci moscate, radice di angelica e coriandolo. Il composto
viene bollito in acqua per un tempo breve: vi si aggiunge altrettanta quantità di grappa e
viene travasato in un recipiente chiuso ermeticamente e lasciato esposto al sole per tre
settimane. Il liquore così ottenuto, dopo un accurato filtraggio, viene imbottigliato.
L'acqua di melissa è un infuso alcolico che per secoli è appartenuto alla farmacopea
popolare.
Particolarmente famose erano le acque di melissa preparate dalle monache carmelitane
francesi ed era usata per un gran numero di disturbi fisici e nervosi.
Proprietà della melissa
Le foglie di melissa, ricche di olio essenziale, che conferisce alla pianta un aroma
gradevole e il sapore del limone, sono impiegate negli stati d’ansia con somatizzazioni a
carico del sistema gastroenterico. Per la sua azione antispasmodica antinfiammatoria e
carminativa è indicata anche in caso di dolori mestruali, nevralgie, disturbi della digestione,
nausea, flatulenza crampi addominali e colite.
Questa pianta è utilizzata nel trattamento del mal di testa, quando è causato da tensione
nervosa, grazie alla presenza dell’olio essenziale (0,5%) che agisce come calmante sul
sistema nervoso, e rilassante su quello muscolare. Il suo uso è particolarmente indicato,
perciò, in presenza di un quadro d’irritabilità generale, insonnia causata da stanchezza
eccessiva, nervosismo, sindrome premestruale, e tachicardia su base funzionale.
INFUSO: 1 cucchiaio raso foglie di melissa, 1 tazza d’acqua
Versare le foglie nell’acqua bollente e spegnere il fuoco. Coprire e lasciare in infusione per
10 min.
Filtrare l’infuso e berlo al momento del bisogno in caso di crampi addominali, colite
spastica, nervosismo e nevralgie. Dopo i pasti per digerire. Prima di andare a dormire per
usufruire dell’azione rilassante e blandamente sedativa.
Il taràssaco comune Taraxacum officinale
È comunemente conosciuto come dente di leone o soffione, o anche con lo storpiamento
del nome in tarassàco.Uno dei nomi comuni del tarassaco è anche piscialletto poiché ai
bambini viene di solito raccontato che chi lo coglie bagnerà il letto durante la notte.
Il tarassaco, è una delle più comuni erbe spontanee in Italia. Presente con numerose
sottospecie, tutte molto simili per proprietà e tutte commestibili, è inconfondibile con le sue
foglie lanceolate e i suoi grandi fiori gialli, simili a margherite, e soprattutto i grandi
“pompon” pieni di semi che i bambini si divertono a soffiare.
Proprietà
Molte e ben note fin dall’antichità sono le proprietà medicinali del tarassaco (il suo nome
deriva dal greco “rimedio,” “guarigione”): come la maggior parte delle composite, ha
proprietà digestive, antinfiammatorie e depurative, soprattutto del fegato, ed è
tradizionalmente utilizzato come diuretico (in Francia e in alcune regioni italiane è non a
caso noto come “piscialetto”). Le foglie sono ricche di vitamine A, gruppo B, C e D, nonché
di sali minerali come ferro, potassio e zinco; erano un tradizionale rimedio per lo scorbuto
e altre carenze alimentari
Ma è soprattutto la radice a essere usata per scopi depurativi; è anche in grado di
abbassare il tasso glicemico nel sangue. L’utilizzo di decotti e infusi è molto diffuso in
medicina popolare. Il tarassaco è utilizzato come coadiuvante nella digestione e nei
piccoli disturbi del fegato e dei reni. Il suo consumo alimentare è indicato per tutti, anche
per i bambini; tuttavia è consigliabile assumere sotto controllo medico i suoi decotti o infusi
in presenza di calcoli renali o epatici (perché potrebbe smuoverli) o di terapie per il diabete
(poiché potrebbe abbassare troppo la glicemia).
Il suo lattice bianco è un rimedio tradizionale per eczemi e verruche.
Amaro al tarassaco
In un vaso molto capace, macerare per tre giorni 250 g di alcol puro a 90° con 50 g di
scorze d’arancia amara. Far bollire 75 ml d’acqua con 100 g di radice e 100 g di foglie e
fiori seccati di tarassaco. Aggiungere 100 g di zucchero e 10 stigmi di zafferano, coprire e
lasciar raffreddare completamente prima di versare nel vaso dell’alcol con le scorze.
Mescolare, tappare, riporre in luogo scuro scuotendo molto spesso durante i 20 giorni di
macerazione. Trascorso questo tempo, colare spremendo bene le erbe, filtrare e riporre in
bottiglia scura. Attendere sei mesi prima di consumare. È un ottimo digestivo.
Sciroppo di fiori di tarassaco
Occorre una buona quantità di fiori. Separare i petali dalla parte verde, scartando
quest’ultima. Riscaldare i petali a fuoco dolce per 30 minuti con un po’ d’acqua, succo di
limone e d’arancia. Spremere attraverso un telo, quindi aggiungere zucchero (1,3 kg per
litro). Rimettere al fuoco fino a ottenere uno sciroppo denso. Mettere in barattoli sterilizzati.
Consumare come accompagnamento a formaggi bianchi, nello yogurt o per glassare dei
dolci.
La Calendula
La Calendula è una pianta erbacea annuale, da tempo conosciuta con il nome “fiorrancio”.
Gli steli della calendula possono raggiungere l'altezza di circa 70 cm e presentano diverse
ramificazioni, al cui termine si sviluppano fiori di colore giallo-arancio raccolti in capolini;
sono proprio questi ad avere interesse cosmetico e fitoterapico.
Calendula - proprietà e indicazioni terapeutiche:
La calendula è ottima per la cura e la pulizia della pelle;
- accelera la guarigione delle ferite:
- migliora l'equilibrio di idratazione cellulare della cute. Questa azione della calendula è da
attribuire ai carotenoidi, simili chimicamente alla vitamina A;
- l'infuso di calendula mostra una marcata azione coleretica, ed incrementa la secrezione
di acidi biliari;
- antiulcera: l'effetto citoprotettore sullamucosa gastrica è attribuibile al contenuto in
caroteni,
Crema alla Calendula
Buone creme a base di calendula sono reperibili in farmacia o in erboristeria, ma se ne
può preparare una anche da soli in modo molto semplice.
Occorre prendere 20g di fiori freschi di calendula, metterli in un vasetto (anche quelli da
conserva vanno benissimo) e ricoprirli con olio di oliva. Mettere il recipiente al sole e
lasciare riposare il tutto per almeno 12 ore, in modo che l'olio possa assorbire gli oli
essenziali e gli altri principi attivi presenti nei fiori
.Fare sciogliere in un pentolino 5g di burro di cacao e 5 g di cera d'api, unire tutti gli
ingredienti e lasciare raffreddare. La crema alla calendula così preparata è ideale come
idratante per mani e viso, ma si può tranquillamente utilizzare per il trattamento dell'acne,
dei foruncoli e delle piaghe da decubito.
Infuso di Calendula
L'infuso di calendula si ottiene mettendo 2 cucchiaini da tè di fiori di calendula, essiccati
all'ombra, in ¼ di litro di acqua bollente.Coprire la tazza e filtrare dopo 10 minuti di
infusione.Berne 3 tazze al giorno si rivela assai utile per regolarizzare il flusso mestruale e
curare le mucose del tratto digerentee dello stomaco in caso di infiammazioni croniche.
L'infuso agisce anche su gengive e gola infiammata, mentre una garza in esso imbevuta
dà sollievo se applicata su ustioni (anche quelle causate dal sole), eczemi, eruzioni
cutanee o ferite.
La Malva
La malva, Malva silvestris L., è una pianta nota fin dai tempi più antichi per le sue
straordinarie proprietà.
E' diffusa in tutte le regioni mediterranee fino a 1300 m di altitudine.
PARTI UTILIZZATE DELLA PIANTA
Della malva si utilizzano i fiori, raccolti all'inizio della fioritura e le foglie più giovani.
Possono essere essiccate all'aria ed al buio ma sono di difficile conservazione soprattutto i
fiori in quanto diventano blu con l'essicazione e si decolorano alla luce.
COME SI UTILIZZA
L'infuso ed il decotto di Malva si utilizzano come lassativo, per le irritazioni del cavo orale e
dell'apparato digerente, per la tosse ed il catarro.
Lavaggi con l'infuso per gli occhi infiammati e le congiuntiviti.
L'infuso aggiunto all'acqua del bagno ha un effetto emolliente ed idratante.
I risciacqui per le pelli arrossate e le couperose.
In cucina si usano i germogli e le foglie più giovani di malva, crudi o cotti.
La Piantaggine
Un tempo nelle nostre campagne la piantaggine era molto ricercata come cibo per gli
animali, specialmente per i conigli: li rendeva sani e robusti e prolificavano senza problemi.
Poi vennero di moda i mangimi e questa pianta (chiamata nel nostro dialetto “lengua
d’oca” – lingua d’oca – Piantaggine lanceolata spec.) è considerata ormai solo un
infestante dei campi coltivati da trattare coi vari diserbanti, micidiali per le erbe e spesso
anche per gli esseri umani.
Come preparare i prodotti con la piantaggine
L’infuso di piantaggine si prepara utilizzando 3 grammi di foglie in 100 grammi di acqua
calda e poi si lascia riposare il preparato fino a farlo intiepidire. Si beve dolcificato e per tre
volte al giorno. E’ utilissimo per i disturbi legati al tratto intestinale, per la tosse stizzosa e
per le affezioni catarrali.
Per gli stessi sintomi, si possono usare anche le foglie della pianta centrifugate e se ne
assumono tre cucchiai al giorno.
Il decotto invece, va realizzato facendo bollire 5 grammi di foglie in 100 grammi di acqua.
Si beve una tazza di decotto, la sera prima di andare a dormire. Gli effetti oltre che
depurativi, provocheranno una leggera diuresi.
I cataplasmi vanno preparati realizzando un decotto e poi imbevendo di soluzione delle
garze o della stoffa che verranno applicate su ulcere delle gambe o su piccole ferite. Le
foglie schiacciate, sono un’ottima medicazione su quelle piccole escoriazioni che stentano
a guarire.
Dato che la piantaggine è un alimento che fa bene alle persone anemiche, è utilissimo
unire le sue foglie ad insalate varie che possono essere mangiate anche dai più piccoli
senza però esagerare perché portano una leggera stitichezza.
Un’ottima lozione per la pelle del viso, si realizza mettendo in infusione 50 grammi di foglie
verdi in un litro di acqua. La soluzione si usa poi imbevendo compresse di garza che
verranno applicate sulla pelle del viso per idratarla e decongestionarla.
La piantaggine si trova in commercio sotto forma di semi per piantarla o per realizzare
decotti ma il suo uso viene in genere effettuato utilizzando la pianta fresca che si trova
sempre e specialmente se si coltiva domesticamente, la pianta può essere usata per
frizionare le pelli punte da insetti. La pianta si trova però anche sotto forma di estratto o di
crema lenitiva ed è utile sempre per lenire bruciori e dolori causati dalle punture di insetti.
La Lavanda
La Lavandula officinalis è una pianta con una base legnosa bruna e senza foglie da cui si
sviluppano numerosi fusti erbacei, alti fino a 70 centimetri.
1.Sedativa e riequilibrante del sistema nervoso centrale e vegetativo: si raccomanda in
casi di nervosismo, nevrastenia, ipertensione, palpitazioni e, in generale, in tutti i casi di
malattie psicosomatiche. Il colore stesso della Lavanda è considerato il colore del silenzio,
della calma e della tranquillità. È il colore della contemplazione e della spiritualità. Questa
pianta è particolarmente indicata per i bambini iperattivi o che dormono male. In questo
caso, risulta molto efficace mettere alcune gocce d' essenza di lavanda sul cuscino del
letto o su un fazzoletto posto vicino al viso del bambino.
2.Digestiva: esercita un’azione antispastica e carminativa (antiflatulenta) sul tratto
intestinale, e inoltre ha un effetto aperitivo, facilitando la digestione. Poiché l’essenza di
lavanda possiede anche proprietà antisettiche, dà attimi risultati in caso di coliti
(infiammazioni dell’intestino crasso).
3.Antireumatica e antinfiammatoria: applicati esternamente, l’acqua, l’olio e l’essenza di
lavanda sono molto efficaci per calmare i dolori reumatici, sia d' origine articolare sia
muscolare, come i dolori artrosici del collo o della schiena, l’artrite gottosa, il torcicollo, la
lombaggine, la sciatica, ecc. Sono, inoltre, molto efficaci in caso di lussazioni, distorsioni,
contusioni e stiramenti muscolari.
4.Antisettica e cicatrizzante: l’infuso di lavanda si utilizza per lavare ulcere e ferite infette,
poiché le aiuta a rimarginarsi rapidamente. L’olio di lavanda allevia il dolore nelle
bruciature e disinfiamma le irritazioni dovute a punture d' insetti e ragni.
5.Balsamica: l’essenza viene assunta per inalazione o vapori, per accelerare la cura di
laringiti, tracheiti, bronchiti, catarro bronchiale e raffreddori
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