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Il gruppo Artemide, noto marchio del design italiano
per l’illuminazione, avvia la sua attività nel 1960 a
Milano grazie al genio di Ernesto Gismondi – ingegnere
aeronautico con l’amore per i missili, la luce e il design
– e dell’architetto Sergio Mazza. Obiettivo del gruppo,
da subito, è quello di produrre illuminazione di qualità
che racchiuda in sé design, innovazione, funzionalità ed
efficienza. Ma non solo.
aRtemide.
La lampada magica
“wIth human LighT”
di Ernesto Gismondi, ingegnere aeronautico,
imprenditore e designer, presidente di Artemide
Testo raccolto da Veronica Ronchi
All’inizio abbiamo prodotto anche mobili di plastica,
utilizzando la resina poliestere con fibra di vetro.
Il risultato era davvero interessante: superfici lisce
e molto lucide. Certo, ci sono stati dei problemi:
gli stampi per produrre questi mobili erano molto
complessi e anche estremamente costosi. Oggetto di
plastica spesso è sinonimo di basso costo. Non è così
per questi mobili. E oggi pochi sarebbero disposti a
pagare tanto per averli e dunque la loro produzione
è ingiustificata. Abbiamo smesso di produrli perché,
con la crisi petrolifera del 1973, alla plastica veniva
associata la parola petrolio, e oggetti grandi di questo materiale in casa non se ne volevano avere. Sono,
per così dire, passati di moda. Innovazioni di prodotto ma anche di processo. In Artemide si inventavano macchine potenti e costose, non convertibili,
per produrre mobili e non erano ammessi errori.
Poi arrivò Tizio
Artemide inizia immediatamente una fiorente collaborazione con i maggiori architetti e designer italiani – per
fare qualche nome Giò Ponti e Vico Magistretti, e negli
anni settanta anche con importanti nomi internazionali
come Richard Sapper e Santiago Calatrava.
Sapper ha disegnato per noi la lampada “Tizio”. Ci
può credere? Dal 1972 a oggi ne abbiamo vendute
due milioni. Un design stupendo, quasi una scultura, questa lampada. Un oggetto come questo può
avere una vita lunghissima e continuare a essere
prodotto, tanta è l’originalità del pezzo. Questa,
per esempio, è una lampada senza fili. Ci sono solo
bacchette di alluminio che portano corrente e dei
bottoni automatici. Non è possibile renderla più
bella. Chi ci ha provato ha fallito. Resta la lampada
più venduta al mondo.
Un altro designer con cui ancora collaboro con piacere è Enzo Mari, un uomo che ha incarnato l’innovazione di prodotto. Ha capito che i materiali utilizzati
per le diverse parti della lampada devono essere i
migliori per rispondere alle loro rispettive funzioni.
Per esempio, le parti meccaniche devono essere fatte
in materiale resistente: banalmente, il ferro.
In quegli anni Gismondi, da ingegnere – e quindi da
uomo che limita, per ragioni di produzione, i designer –,
diventa lui stesso un creativo.
Mi sono divertito a disegnare. Volevo mettermi
in gioco sul fronte creatività. All’inizio usavo uno
pseudonimo, mi vergognavo. Poi ho pensato che
sarebbe stato il mercato a valutare i miei pezzi. A
volte ho avuto successo, altre volte meno. Ma così è
il nostro mondo.
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Rompere gli schemi
È già storia
Nel 1981 Artemide contribuisce alla nascita di Memphis,
movimento internazionale di nuove arti applicate creato
da Ettore Sottsass, e lancia Metamorfosi, una tecnologia
innovativa usata per creare colori e sensazioni.
Artemide è stata ed è una delle aziende più vive del design
internazionale. Ha fatto scuola e soprattutto storia. Molte
sue lampade sono esposte in musei di arte moderna e
contemporanea di tutto il mondo, come il MoMA o il
Metropolitan Museum of Art di New York, The Victoria
& Albert Museum di Londra, la Galleria nazionale di arte
moderna di Roma e il centro George Pompidou di Parigi,
solo per citarne alcuni.
Memphis è stata una rivoluzione. Qualcosa doveva
cambiare nell’arredamento. Dov’erano i colori? Dov’erano le forme sinuose? Nessuno osava osare. Noi
sì, e siamo stati premiati. Dal canto mio ho portato
un contributo a livello imprenditoriale, anche se
qualcuno ha cercato di dirmi che stavo portando la
mia azienda alla rovina.
Metamorfosi parte invece da una riflessione: qual è
il rapporto tra luce e uomo? La risposta è il colore.
Mi spiego: luci dai colori diversi danno sensazioni
diverse. Perché allora non poterle ricreare in un
ambiente dissimile da quello in cui queste luci
vengono naturalmente prodotte? Non è impossibile
vedere un tramonto in mattinata. E qui entra in
gioco la memoria: ci ricordiamo, per esempio, che
la luce del tramonto fa star bene? Qui entra in gioco
anche la tecnologia: per creare queste luci abbiamo
pensato a un computer che le modulasse.
A partire dagli anni novanta Artemide lancia la filosofia
“The Human Light”, che riassume l’intenzione di usare la
luce come elemento di miglioramento della vita dell’uomo.
Il nostro intento è quello di generare innovazione.
E dietro l’innovazione c’è sempre un pensiero forte,
costruito.
E oggi?
Oggi non possiamo più produrre solo lampade,
lampade belle ormai le sanno produrre in molti.
C’è anche molto da copiare. Ecco allora una corposa
descrizione delle innovazioni inserite recentemente.
Artemide ha ideato, sulla scia di Metamorfosi,
“My White Light”, una tecnologia applicata a una
serie di apparecchi che permette l’emissione di luce
bianca variabile per intensità, temperatura e colore,
assumendo tonalità che vanno dalla più calda alla
più fredda.
My White Light è un sistema con sorgenti fluorescenti RGB. L’aspetto innovativo di tale apparecchio
consiste nella possibilità di ottenere, sommando luci
rosse, verdi e blu in diverse e opportune quantità, le
diverse intensità e temperature di colore della luce
bianca.
Questi apparecchi sono in grado di generare luce
bianca variabile, da luci calde (sulla tonalità del
giallo-arancio) a luci molto fredde (sulle tonalità
Red, Green, Blue. [N.d.R.]
del blu) e possono essere modulate dall’utente per
intensità in modo semplice. C’è anche da inserire il
fattore creatività. L’utente non è più adesso soggetto
“passivo” che subisce una luce funzionante secondo
la dicotomia acceso/spento, ma è soggetto “attivo”
che ricerca autonomamente la tinta e l’intensità di
luce desiderata. Ecco che cosa proponiamo: il benessere dell’uomo.
My White Light, come del resto le ultime innovazioni di
Artemide, s’impone sul mercato come un “metaprodotto”, una lampada cioè che va oltre le sue caratteristiche
prettamente funzionali e tangibili: non rappresenta solo
un prodotto di elevato livello qualitativo, ma arriva a
connotare l’identità dell’utente.
Artemide cerca di rispondere alle nuove esigenze di un consumatore postmoderno, che ha appagato le sue esigenze di base.
Dove filtra la luce
La necessità di controllare elementi come la luce e l’aria
ha fornito lo spunto ad Artemide, in coerenza con la sua
filosofia The Human Light, per mettere a punto Luxerion,
la prima linea di apparecchi multifunzione in grado di
integrare illuminazione e purificazione dell’aria.
Il funzionamento del modulo di purificazione si
basa su un motore interno che aspira l’aria dall’ambiente, depurandola dalle macroimpurità grazie a
un prefiltro; successivamente l’aria attraversa un
filtro a carboni attivi che ne elimina i cattivi odori,
per venire poi purificata da un filtro HEPA, che
Hight Efficiency Particulate Air. [N.d.R.]
trattiene tutte le impurità di dimensione maggiore
o uguale a 0,1 micron, siano esse polveri, pollini,
batteri ecc. L’aria in uscita è completamente depurata e reimmessa nell’ambiente.
Nel purificatore, poi, abbiamo pensato di integrare
una sorgente luminosa che fornisce una emissione
luminosa spot, in aggiunta alle sorgenti per emissione diretta o indiretta presenti negli apparecchi.
La stanza del maestro
Sono molti i linguaggi in cui si evolve la riflessione di
Artemide sulla luce. E non esita, Gismondi, a renderci
partecipi del suo connubio con una figura certamente di
spicco del teatro italiano qual è Luca Ronconi.
Come uomo di teatro, abituato a servirsi di luci diverse
per uno scopo drammatico o narrativo, ci si chiede quale
sia il suo rapporto privato con la luce o con l’illuminazione di casa.
Ho incontrato Luca Ronconi. Gli ho chiesto che
cosa si aspettava, che cosa voleva dalla luce. Ci ha
pensato. Poi ci siamo rivisti, sono andato a casa sua.
Mi ha spiegato che passa la maggior parte del tempo
in un ambiente buio, con luce artificiale. A quel
punto ho pensato a come rendere unica la “stanza
del maestro”.
Da questa esperienza Artemide realizza una finestra capace
di riprodurre, a piacere, il ciclo naturale della luce che
penetra nella stanza. Nell’intimità della sua camera,
Ronconi non smette i panni del regista e può chiedere alla
realtà di farsi rappresentazione. Artemide ha creato una
lampada/finestra capace di riprodurre tutte le condizioni
della luce naturale, attraverso un telecomando programmabile in una scala di 11 atmosfere predisposte.
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Dalla finestra può partire un’alba pallida, che può
diventare aurora a comando, fino alla riproduzione
della luce azzurra di un improvviso temporale, o
calda di un mattino di sole, fino ai tramonti, alle
luci della sera e alle notti di luna piena.
Veste, la “metafinestra”, lo spazio e il tempo dell’intimità
di una camera, illumina la meditazione dopo una giornata di lavoro passata lontano dalla natura. Non è tutto
qui. A letto può sorgere l’esigenza di leggere. Basterà dire
“libro!” per accendere una luce da lettura, un led bianco
montato su un supporto flessibile, orientabile a piacere.
Poi “spegniti!”.
Lo stesso vale per l’acqua: con un comando vocale il
comodino colora la brocca di una luce fresca. La camera
del regista prevede anche una luce per alzarsi dal letto.
“Porta!”, e un led ellittico disegnerà un taglio di luce
bianca sulla soglia del bagno, senza costringerlo a cercare
a tentoni un interruttore.
Interno/esterno: dalla casa alla città
Dall’illuminazione interna a quella urbana. Gismondi
non vuole smettere di stupire.
Vogliamo lavorare anche sulle fonti di illuminazione
alternative. Ci stiamo provando, ma come in tutti i
lavori ben fatti non si può improvvisare.
Nasce così Bodh Gaya, isola urbana realizzata da Ross
Lovegrove: un luogo d’incontro, sosta e riflessione illuminato
dal Solar Tree, l’albero di luce a energia solare che crea nuove
prospettive ecosostenibili per l’illuminazione delle città.
Solar Tree è il tentativo riuscito di far convergere le tecnologie più avanzate con le esigenze estetiche dello spazio urbano, attraverso l’uso di energie rinnovabili. Artemide ha
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profuso impegno e competenza nella realizzazione di questi
obiettivi, animata dall’interesse puramente investigativo
e dal carattere sperimentale ed ecosostenibile della ricerca,
oltre che dalla connaturata vocazione per il design.
È un progetto che celebra design, natura e arte.
Rappresenta il dna dei nostri tempi.
accresce la nostra competitività a livello internazionale in
un settore, quello dei led, in forte espansione. L’acquisizione di Nord Light ci consente inoltre di offrire ai clienti
professionali, soprattutto nei comparti hotel e retail, nuovi
prodotti e innovative soluzioni illuminotecniche di alto
livello.»
Per la tanto attesa quotazione in Borsa, Gismondi mi
invita a leggere un qualsiasi quotidiano.
Un albero sinuoso con “frutti” ecologicamente intelligenti: le
bolle con i led si illuminano di notte grazie alla luce solare
accumulata durante il giorno dai pannelli solari. Una
risposta concreta al problema del risparmio energetico nella
logica di un’illuminazione urbana sempre più sostenibile.
Non posso più credere nel mercato. Aspetto tempi
migliori per fare il mio ingresso a piazza Affari. Per
ora preferisco vedere la mia impresa orientata ad
altri tipi di finanziamento.
Crescere
Numeri
Riusciamo a vendere le nostre lampade nei mercati
emergenti, per esempio Russia e Medio Oriente.
Anche i prodotti non più recentissimi esercitano un
certo fascino sulle borghesie nascenti di quei paesi.
Nel mercato domestico, in Europa, invece, dobbiamo espanderci in settori nuovi.
Quest’anno Artemide distribuirà 2,7 milioni di dividendi
contro i 2,5 milioni del 2006, a fronte di un utile 2007
di 4,3 milioni a livello consolidato e 4,7 milioni nel
2006. La società ha chiuso il 2007 con un giro d’affari
di 116,4 milioni di euro (+12%), un ebitda in salita a
19,3 milioni (+11%) e un ebit a 19,3 milioni (+11%).
Si è registrata una crescita anche nella prima parte dell’anno, nonostante il clima di recessione economica di una
parte del mondo.
«Nei primi quattro mesi dell’anno» spiega l’amministratore delegato Iannuzzi «sia l’utile che il fatturato sono
cresciuti del 10%. È vero che ci sono alcuni paesi in crisi
e che la debolezza del dollaro non aiuta, ma le nostre performance sono compensate dall’ottimo andamento di altri
mercati come quello russo, asiatico e del Medio Oriente.»
Inoltre Artemide ha chiuso negli ultimi mesi una serie di
accordi anche di prestigio. A Deutsche Telecom, per le sedi
di Bonn e Darmstadt, verranno forniti 3300 elementi
per una commessa da 500.000 euro. Un altro accordo
appena concluso è con McDonald’s, che sta lanciando in
Nel giugno 2008 il gruppo Artemide ha acquisito la
maggioranza di Nord Light, società leader nel settore dei
led, l’innovativa sorgente luminosa che si sta sempre più
affermando per via delle ridotte dimensioni, la lunga
durata, il basso consumo di energia e l’altissima resa.
«L’acquisizione di Nord Light si inserisce pienamente
nella strategia Artemide di leadership nell’illuminazione di
alta gamma» ha dichiarato Luciano Innuzzi, AD di Artemide Group. «La nostra posizione nel mercato rafforza e
Light Emitting Diode. [N.d.R.]
Europa quello che il gruppo americano ha definito il nuovo concept store, cui verrà fornita tutta l’illuminazione.
In ultimo, la fornitura per tutti i negozi monomarca di
Bialetti.
E l’avventura continua
Il colosso, dunque, non frena la sua ascesa. Artemide
ha sempre rappresentato la fusione ideale tra design e
innovazione, sviluppando concetti e prodotti all’avanguardia nella sperimentazione e nella ricerca, con il contributo
attivo dei maggiori artefici del design contemporaneo e la
collaborazione con aziende leader nei settori specifici.
L’impresa sa dove collocarsi sui mercati europei ed extraeuropei, sa interpretare i particolari bisogni dell’uomo
nel nuovo millennio, con la consapevolezza che il design,
la “bella illuminazione”, contribuisce al miglioramento
del benessere dell’uomo e della qualità della vita. Dei
moderni e dei postmoderni.
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