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Allegato E, verb. 2 - Università degli studi di Pavia

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Allegato E, verb. 2 - Università degli studi di Pavia
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PAVIA
Divisione Personale Docente
D.R. n. 834-2006 - OGGETTO: Approvazione atti procedura di valutazione comparativa
II^ Fascia – SSD M-STO/02 – Facoltà di
LETTERE E FILOSOFIA.
Prot. n. 13354
Titolo VII – Classe 1
IL RETTORE
- VISTO il T.U. delle leggi sull’istruzione Superiore, approvato con R.D. 31.08.1933, n.
1592;
- VISTA la legge 03.07.1998, n. 210;
- VISTA la legge 19.10.1999, n. 370;
- VISTO il D.P.R. 23.03.2000, N. 117;
- VISTO il D.R. 649-2005 del 31.3.2005 il cui avviso è stato pubblicato sulla G.U. – IV^
Serie Speciale – n. 30 del 15.4.2005 con cui sono state indette le procedure di
valutazione comparativa per la copertura di n. 3 posti di Professore Universitario di ruolo
di II^ Fascia;
- VISTO il D.R. n. 2570-2005 del 28.10.2005 pubblicato nella G.U. – IV^ Serie Speciale –
n. 90 del 15.11.2005, con il quale è stata costituita, tra le altre, la Commissione
giudicatrice della procedura di valutazione comparativa per la copertura di n. 1 posto di
Professore Universitario di ruolo di II^ Fascia per il Settore Scientifico Disciplinare MSTO/02 – STORIA MODERNA - presso la Facoltà di LETTERE E FILOSOFIA;
- ACCERTATA la regolarità formale degli atti consegnati dalla Commissione giudicatrice e
costituiti dai verbali delle singole riunioni, dei quali costituiscono parte integrante i giudizi
individuali e collegiali espressi su ciascun candidato, nonché dalla relazione riassuntiva
dei lavori svolti;
DECRETA
Sono approvati gli atti della Commissione giudicatrice della procedura di valutazione
comparativa per la copertura di n. 1 posto di Professore Universitario di ruolo di II^ Fascia
- Settore Scientifico Disciplinare M-STO/02 – STORIA MODERNA - presso la Facoltà di
LETTERE E FILOSOFIA di questo Ateneo.
Sono dichiarati idonei, in ordine alfabetico, i seguenti candidati:
- Prof. FERRARESI Alessandra
- Prof. MARTELLI Fabio
Pavia, 13.4.2006
IL RETTORE
(Angiolino STELLA)
F.to Lorenzo RAMPA
SP/PM
1
PROCEDURA DI VALUTAZIONE COMPARATIVA AD 1 POSTO DI PROFESSORE
UNIVERSITARIO DI RUOLO, FASCIA DEGLI ASSOCIATI - PER IL SETTORE
SCIENTIFICO-DISCIPLINARE M-STO/02 – Storia moderna, FACOLTÀ DI
Lettere- Università di Pavia, INDETTA CON D.R. N. 649/2005 DEL 31.3.2005
IL CUI AVVISTO E' STATO PUBBLICATO SULLA G.U. IV serie speciale N. 30
DEL 15.4.2005
VERBALE N. 10
(Relazione finale)
Il giorno 23.3.2006 alle ore 15 si riunisce presso il Dipartimento di Scienze storiche e
geografiche “Carlo M. Cipolla”, Palazzo S. Tommaso, piazza del Lino 1, in Pavia, la
Commissione giudicatrice della suddetta valutazione comparativa, nelle persone di:
Prof.
Prof.
Prof.
Prof.
Prof.
Giancarlo Angelozzi
Gian Paolo Brizzi
Carlo Capra
Gian Paolo Garavaglia
Xenio Toscani
per redigere la seguente relazione finale della presente procedura di valutazione
comparativa.
La commissione ha tenuto complessivamente n. 10 riunioni iniziando i lavori il 19.1.2006
e concludendoli il 23.3.2006.
Nella prima riunione del 19.1.2006 la Commissione ha immediatamente provveduto alla
nomina del Presidente nella persona del Prof. Xenio Toscani e del Segretario nella persona
del Prof. Gianpaolo Garavaglia.
La Commissione ha rilevato che tra i suoi componenti e tra ciascuno di essi non
sussisteva nessuna causa di astensione prevista dall’art. 51 del Codice di Procedura Civile.
Ognuno dei membri ha dichiarato di non avere relazioni di parentela ed affinità entro il 4°
grado incluso con gli altri commissari (art. 5 comma 2 D.lgs 7/5/1948, n. 1172).
La Commissione ha preso visione del Bando e, ai sensi dell’art. 9 del D.R. di indizione
della procedura di valutazione, ha stabilito i criteri per procedere alla valutazione
comparativa, espressi nel verbali n. 1 del 19 gennaio 2006.
La Commissione, nel valutare il curriculum, i titoli e le pubblicazioni scientifiche dei
candidati, prenderà in considerazione i seguenti criteri:
a) originalità ed innovatività della produzione scientifica e rigore metodologico;
b) apporto individuale del candidato analiticamente determinato nei lavori in
collaborazione: ordine dei nomi dei collaboratori: guida, estensore, coordinatore; la
coerenza con il resto dell’attività scientifica;
2
c) congruenza dell' attività del candidato con le discipline ricomprese nel settore scientifico
disciplinare per il quale è bandita la procedura ovvero con tematiche interdisciplinari che le
comprendano;
d) rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione
all’interno della comunità scientifica;
e) continuità temporale della produzione scientifica anche in relazione alla evoluzione delle
conoscenze nello specifico settore disciplinare;
f) rinomanza nel settore scientifico-disciplinare stabilita anche sulla base di inviti ufficiali a
presentare relazioni sia su riviste che a congressi internazionali;
g) rilevanza dei premi e dei riconoscimenti conseguiti in relazione all’attività scientifica.
A tal fine farà ricorso, ove possibile, a parametri riconosciuti in ambito scientifico
internazionale
Costituiscono, in ogni caso, titoli da valutare specificatamente nella valutazione
comparativa:
a) l’attività didattica svolta anche all'estero;
b) i servizi prestati negli Atenei e negli Enti di ricerca italiani e stranieri;
c) l’attività di ricerca, comunque svolta, presso soggetti pubblici e privati italiani e stranieri;
d) i titoli di dottore di ricerca, la fruizione di borse di studio finalizzate ad attività di ricerca;
e) il servizio prestato nei periodi di distacco presso i soggetti di cui all'art.3 comma 2 del
Decreto legislativo 27/07/99 n.297;
f) l’organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca;
g) il coordinamento di iniziative in campo didattico e scientifico svolte in ambito nazionale
ed internazionale
in base ai seguenti criteri:
--insegnamenti tenuti per titolarità rispetto alla didattica integrativa,
--congruenza con le discipline ricomprese nel settore per il quale è bandita la procedura,
--il soggiorno all’estero presso qualificate istituzioni, attività di ricerca svolta all’estero e
suffragata da pubblicazioni .
--rilevanza delle iniziative di ricerca e degli Enti promotori di esse.
Tali criteri sono stati consegnati immediatamente al Responsabile del procedimento, il
quale ne ha assicurato la pubblicità presso la sede del Rettorato e della Facoltà che ha
richiesto il bando. Decorsi i sette giorni dalla pubblicizzazione di tali criteri la Commissione
ha stabilito di riunirsi il giorno 20 marzo 2006 per il prosieguo dei lavori.
Dopo aver individuato i criteri, la Commissione ha preso visione dell'elenco dei candidati
compresi nell'elenco fornito dall'Amministrazione che è il seguente:
1.Arianna Arisi Rota;
2. Antonella Barzazi;
3. Maria Pia Donato;
4. Alessandra Ferraresi;
5. Raffaela Giampietro;
6. Stefano Levati;
7. Fabio Martelli;
8. Simona Negruzzo;
9. Genoveffa Palumbo;
10. Paolo Costantino Pissavino;
3
11. Giovanni Pizzorusso;
12. Claudio Rosso;
13.Valentino Sani.
Ognuno dei componenti ha dichiarato di non avere relazioni di parentela ed affinità entro il
4° grado incluso con i candidati (art. 5 comma 2 D.lgs. 07.05.48 n.1172) e che non
sussistevano le cause di astensione di cui all'art. 51 c.p.c..
E' stato quindi fissato il calendario delle prove didattiche, come segue:
CANDIDATO: Arianna Arisi Rota
Discussione sui titoli scientifici : giorno 20.3.2006 ore 14
Prova didattica: giorno 21.3.2006 ora 14 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Antonella Barzazi
Discussione sui titoli scientifici : giorno 20.3.2006 ore 15
Prova didattica: giorno 21.3.2006 ora 15 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Maria Pia Donato
Discussione sui titoli scientifici : giorno 20.3.2006 ore16
Prova didattica: giorno 21.3.2006 ora 16 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Alessandra Ferraresi
Discussione sui titoli scientifici : giorno 20.3.2006 ore17
Prova didattica: giorno 21.3.2006 ora 17 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Raffaela Giampietro
Discussione sui titoli scientifici : giorno 21.3.2006 ore 9
Prova didattica: giorno 22.3.2006 ora 9 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Stefano Levati
Discussione sui titoli scientifici : giorno 21.3.2006 ora 10
Prova didattica: giorno 22.3.2006 ora 10 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Fabio Martelli
Discussione sui titoli scientifici : giorno 21.3.2006 ora 11
4
Prova didattica: giorno 22.3.2006 ora 11 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Simona Negruzzo
Discussione sui titoli scientifici : giorno 21.3.2006 ora 12
Prova didattica: giorno 22.3.2006 ora 12 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Genoveffa Palumbo
Discussione sui titoli scientifici : giorno 22.3.2006 ora 14
Prova didattica: giorno 23.3.2006 ora 14 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Paolo Costantino Pissavino
Discussione sui titoli scientifici : giorno 22.3.2006 ora 15
Prova didattica: giorno 23.3.2006 ora 15 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Giovanni Pizzorusso
Discussione sui titoli scientifici : giorno 22.3.2006 ora 16
Prova didattica: giorno 23.3.2006 ora 16 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Claudio Rosso
Discussione sui titoli scientifici : giorno 22.3.2006 ora 17
Prova didattica: giorno 23.3.2006 ora 17 (24 ore dopo)
CANDIDATO: Valentino Sani
Discussione sui titoli scientifici : giorno 22.3.2006 ora 18
Prova didattica: giorno 23.3.2006 ora 18 (24 ore dopo)
Nella seconda seduta del 20.3.2006 ore 9 la Commissione, ha accertato che i
criteri generali fissati nella precedente riunione sono stati resi pubblici per almeno sette
giorni presso l'Albo Rettorale e l'albo della Facoltà che ha richiesto il posto.
La Commissione, presa visione dell’elenco dei candidati al concorso trasmesso
dall’Amministrazione, delle pubblicazioni effettivamente inviate, delle esclusioni operate
dagli uffici e delle rinunce sino ad allora pervenute, ha deciso che i candidati da valutare ai
fini del concorso erano n.10 , e precisamente:
1. Arianna Arisi Rota;
2. Alessandra Ferraresi;
5
3. Raffaela Giampietro;
4. Stefano Levati;
5. Fabio Martelli;
6. Simona Negruzzo;
7. Genoveffa Palumbo;
8. Paolo Costantino Pissavino;
9. Giovanni Pizzorusso;
10. Valentino Sani.
Per la valutazione delle pubblicazioni e dei titoli di ciascun candidato la
Commissione ha tenuto conto dei criteri indicati nella seduta preliminare del 19.1.06.
Al termine della disamina ciascun membro ha provveduto, caso per caso, alla
valutazione della documentazione presentata dai candidati e ha formulato il proprio
giudizio.
Verificato che i singoli docenti avevano concluso le fasi attinenti alla formulazione dei
giudizi personali, (All. d, verb. 2) la Commissione ha preso atto di questi ultimi e li ha uniti
al verbale come parte integrante dello stesso.
Si è quindi passati alla fase successiva riguardante l’esame e la valutazione collegiale dei
titoli e delle pubblicazioni presentati da ciascun candidato.(all. e, verb.2).
Nella seduta del 20.3.2006 ore 14 la Commissione, presente al completo, ha
predisposto per ogni candidato, cinque buste contenenti ognuna un tema per la prova
didattica.
I candidati regolarmente convocati sono stati chiamati in ordine alfabetico. Essendo
pervenuta la richiesta del candidato Fabio Martelli di poter anticipare la discussione dei
suoi titoli (vedi all. 1 verb. 3) la Commissione la accoglie tenuto conto del fatto che le
candidate Barzazi e Donato avevano presentato rinuncia alla procedura di valutazione.
Sono risultati presenti i seguenti candidati: Arisi Rota, Ferraresi, Martelli.
Si è poi svolta la discussione pubblica sui titoli scientifici presentati da ciascun candidato.
Al termine ciascun commissario ha espresso il proprio giudizio e la commissione quello
collegiale (All. 2 e 3, verb. 3).
Nella seduta del 21.3.2006 ore 9 la Commissione, presente al completo, ha chiamato in
ordine alfabetico i candidati Giampietro, Levati e Negruzzo. Poiché la candidata Giampietro
non si è presentata, la Commissione ha provveduto a discutere pubblicamente i titoli
scientifici presentati da Levati e Negruzzo. Al termine ciascun commissario ha espresso il
proprio giudizio e la commissione quello collegiale (All. 1 e 2, verb. 4).
Nella seduta del 21.3.2006 ore 14 la Commissione ha provveduto ad ascoltare
pubblicamente in ordine alla prova didattica i candidati Arisi Rota, Ferraresi e Martelli.
Al termine ciascun commissario ha espresso il proprio giudizio e la Commissione quello
collegiale (All. 1 e 2 verb. 5).
6
Nella seduta del 22.3.2006 ore 9 la Commissione ha provveduto ad ascoltare
pubblicamente i candidati Levati e Negruzzo in ordine alla prova didattica.
Al termine ciascun commissario ha espresso il proprio giudizio e la Commissione quello
collegiale (All. 1 e 2 verb. 6).
Nella seduta dello stesso 22.3.2006, ore 12, la Commissione ha ricevuto le richieste
scritte dei candidati V. Sani e P. C. Pissavino (All. 1, verb.7) che chiedevano di poter
anticipare la discussione dei propri titoli. La Commissione, accolta tale richiesta, ha
proceduto alla discussione pubblica dei titoli scientifici dei due candidati.
Al termine ciascun commissario ha espresso il proprio giudizio e la Commissione quello
collegiale (All. 2 e 3, verb. 7).
Nella seduta del giorno 22.3.2006 ore 14, la Commissione presente al completo, prende
conoscenza della rinuncia del candidato Giovanni Pizzorusso (All. 1, verb. 8) e chiama la
candidata G. Palumbo che risulta assente.
Nella seduta del 23.3.2006 ore 12, La Commissione, presente al completo, ha
provveduto ad ascoltare pubblicamente i candidati V. Sani e P.C. Pissavino in ordine alla
prova didattica. Al termine ciascun commissario ha espresso il proprio giudizio e la
commissione quello collegiale (all. 1 e 2, verb. 9).
Terminate le prove dei candidati, la Commissione ha iniziato ad esaminare
collegialmente gli stessi al fine di formulare il giudizio complessivo che è dato dalla
comparazione dei giudizi individuali e collegiali espressi sui candidati in tutte le fasi della
procedura di valutazione.
I giudizi complessivi formulati dalla Commissione sono stati allegati al verbale n. 9 e ne
costituiscono parte integrante.
•
•
•
Al termine, dopo ponderata valutazione comparativa, la Commissione ha dichiarato
all’unanimità, i candidati:
FERRARESI Alessandra
MARTELLI Fabio
IDONEI per la procedura di valutazione comparativa ad 1 posto di professore universitario
di ruolo, fascia degli associati - per il settore scientifico-disciplinare M-STO/02 – Storia
moderna, Facoltà di Lettere - Università di Pavia, indetta con d.r. n. 649/2005 del
31.3.2005 il cui avvisto e' stato pubblicato sulla G.U. IV Serie speciale n. 30
del
15.4.2005.
La Commissione unanime esprime altresì apprezzamento per i candidati Stefano Levati,
Simona Negruzzo e Valentino Sani.
La Commissione con la presente relazione finale dichiara conclusi i lavori e raccoglie tutti
gli atti concorsuali in un plico che viene chiuso e sigillato con l’apposizione delle firme di
tutti i commissari sui lembi di chiusura.
7
Il plico, contenente duplice copia dei verbali delle singole riunioni, dei quali costituiscono
parte integrante i giudizi individuali e collegiali espressi su ciascun candidato e duplice
copia della relazione finale dei lavori svolti nonché un floppy disk contenente gli atti stessi,
viene consegnato dal Presidente al Responsabile del procedimento il quale invierà al
Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, per la pubblicazione sul
“Bollettino Ufficiale” , la relazione riassuntiva dei lavori con annessi i giudizi individuali e
collegiali. Tali atti saranno resi pubblici anche per via telematica.
La seduta è tolta alle ore 16,00.
Il presente verbale viene redatto, letto e sottoscritto seduta stante.
Pavia, 23.III.2006.
LA COMMISSIONE:
Prof. Giancarlo Angelozzi
Prof. Gian Paolo Brizzi
Prof. Carlo Capra
Prof. Gian Paolo Garavaglia
Prof. Xenio Toscani
Allegato D, verb. 2
Giudizi del prof. Xenio Toscani
Arisi Rota Arianna
La candidata, dottore di ricerca, ha al suo attivo una buona esperienza didattica, dal
momento che è ricercatrice da 12 anni, e da cinque tiene corsi, attribuitile o per supplenza
o per affidamento. Ha ricoperto e ricopre pure un ruolo in alcune istituzioni di ricerca (ad
es. ISPI e Istituto per la Storia del Risorgimento di Milano). La sua produzione (almeno
quella che attiene alla Storia Moderna), consiste in due volumi, in due saggi consistenti e
in una dozzina di altri saggi, pertinenti e di buona qualità, ma di ampiezza minore.
Arianna Arisi Rota ha iniziato la sua carriera di studiosa con interessi di politica
internazionale orientati sull’età contemporanea (si veda la tesi di laurea, quella di
dottorato, e una parte della sua produzione, tra cui il primo volume pubblicato, La
diplomazia del ventennio, storia di una politica estera, nonché alcuni articoli). I suoi
interessi si sono presto estesi al secolo XIX e all’età napoleonica, sempre conservando il
forte interesse per la politica estera e le relazioni internazionali, ma ampliando quello per
gli uomini, le strutture e gli uffici che le rendono effettive, per le correnti di opinione e gli
atteggiamenti politici presenti nella società e per gli apparati di controllo di questi da parte
del potere politico. Ne risultano così saggi e volumi pregevoli, frutto di accurate ricerche in
archivi pubblici e privati e con risultati almeno in parte notevolmente originali. Il volume del
1998
Diplomazia nell’Italia napoleonica è una prospettiva inedita sull’ambiente degli
impiegati , funzionari e agenti diplomatici della Repubblica Italiana e del Regno Italico, che
getta luce sulle aspettative, gli interessi, i punti di vista e la prassi degli uomini di un
delicato e significativo apparato governativo.
Il volume Il processo alla Giovine Italia (preceduto e preparato da un saggio su Pubblici
impiegati e processi politici) solidamente costruito su fondi documentari di archivi pubblici
8
e privati, su epistolari editi e inediti, su pubblicistica del tempo, è un quadro ricco e vivo
non solo del processo, ma del contesto sociale e culturale in cui si mossero cospiratori e
avversari (esperienze, sentire, relazioni).
Arianna Arisi Rota offre dunque una produzione di qualità buona, che tuttavia solo in parte
è pertinente alla Storia Moderna, e che anche per questo si presenta come
quantitativamente meno rilevante di quella di altri candidati ai fini della presente
valutazione comparativa.
Alessandra Ferraresi
La candidata Alessandra Ferraresi ha titoli molto rilevanti sia per la didattica, sia per
partecipazione a gruppi e organi di ricerca di rilievo nazionale. Ricercatrice da 24 anni, da
nove le è stato affidato l’insegnamento di Storia Moderna per il corso di laurea in Lettere ,
prima quadriennale, e ora sia triennale che specialistica, nell’Università di Pavia. Ha tenuto
numerosi seminari ( ne indica 14) di storia della scienza e di didattica della storia. Ha fatto
parte di gruppi di ricerca CNR e 40%, del Gruppo Nazionale di Storia della Fisica e del
Centro Studi Lazzaro Spallanzani. Dal 2000 le sono affidati moduli di insegnamento di
didattica della storia per la Silsis.
I suoi titoli scientifici appaiono di analogo rilievo, per qualità, continuità e quantità: è autrice
di cinque monografie, di venti saggi consistenti ( di cui sette di oltre cinquanta pagine) e di
altrettanti lavori di minore estensione.
Un filone importante delle sue ricerche è rappresentato dalla storia delle istituzioni,
discipline e professioni tecnico scientifiche, che vengono studiate in contesti politici e
culturali precisi, quali ad esempio i sistemi formativi piemontese e lombardo nei secoli
XVIII e XIX, in ragione del loro valore storico esemplare sia per il Paese, che in ambito
europeo. La monografia del 2004 Stato, scienza, amministrazione saperi (Il Mulino),
preceduta da un saggio-volume del 2000 (Per una storia dell’ingegneria sabauda, Il
Mulino, p. 209) illustra l’accrescersi delle funzioni statali in ambito tecnico amministrativo
durante l’antico regime, il loro rafforzamento in età francese, e la relazione di ciò con i
modelli formativi sia nelle Università che nelle alte scuole di formazione tecnica, con largo
ricorso a fonti documentarie di Archivi di Stato, di Università, di Scuole, di privati. In questo
ambito si colloca pure un terzo saggio-volume (118 p.) del 1995: Nuove industrie, nuove
discipline, nuovi laboratori: la Scuola Superiore di Elettronica di Torino (Milano, Angeli
1995) che ricostruisce lo sviluppo istituzionale delle scuole in rapporto al contesto
economico, oltre che scientifico e tecnologico, sia nazionale che europeo. Si precisa così
uno dei tratti qualificanti di questi lavori ( accanto alla solida base documentaria e
bibliografica), che è la storia sociale, politica, oltre che tecnica e scientifica, della scuola e
delle professioni.
Il quarto saggio-volume (Formazione professionale e civile tra Repubblica e Regno d’Italia:
il caso di Pavia)(100 p. 2005), pur in linea di continuità con le caratteristiche sopra dette, è
anche un lavoro di Storia dell’Università. Questo è un altro filone di ricerche della
candidata , al quale ha dedicato numerosi saggi tra i suoi più consistenti, mettendo a tema
i processi di istituzionalizzazione e professionalizzazione delle scienze, studiando in
particolare il periodo delle riforme teresiane e giuseppine e l’età napoleonica attraverso un
caso di rilievo europeo: Pavia, con Volta e la scuola di fisica. L’originalità di tali ricerche è
evidente anche considerando la stretta interdisciplinarietà tra il lavoro della candidata e
quello dei fisici del gruppo Nazionale di Storia della Fisica, coi quali ha da tempo un
significativo rapporto.
Da segnalare infine l’interesse della candidata per la didattica della Storia, che ha dato
luogo a vari apprezzati lavori e a una collaborazione importante con i maggiori specialisti
italiani della materia.
9
Per titoli didattici e per quantità e qualità delle pubblicazioni la candidata, ai fini della
presente valutazione comparativa, appare come meritevole della più alta considerazione.
Raffaela Giampietro
La candidata Raffaela Giampietro non presenta alcun titolo, che non sia la sua laurea in
Lettere. Dichiara esplicitamente nella domanda di non poter allegare né titoli didattici né
pubblicazioni poiché non ne dispone. Non è dunque possibile esprimere giudizio su titoli e
lavori scientifici.
Stefano Levati
Il candidato Stefano Levati per borse di studio godute e servizi didattici ha titoli
apprezzabili: cinque anni di Borse di studio (post dottorato, assegni di ricerca), ha
insegnato per un anno in una scuola superiore (ITIS), è ricercatore da cinque anni, ha
tenuto quattro cicli di lezioni di 20 ore ciascuno e da un anno gli è stato affidato un corso di
insegnamento di Storia Moderna all’Università di Milano.
La sua produzione scientifica appare di notevole entità, perché consiste di tre volumi, di
dodici saggi di buona consistenza (25-35 pagine) e una quindicina di saggi di minore
ampiezza.
Oggetto centrale delle ricerche fino ad ora pubblicate è il ceto borghese (negozianti,
banchieri) di Milano e dello stato milanese tra metà Settecento e metà Ottocento, che
indaga con grande ricorso a una larga gamma di fonti: archivi di famiglia, fondo
Commercio dell’Archivio di Stato, ruoli di popolazione, documenti fiscali, fonti catastali,
pubblicistica del tempo e soprattutto l’archivio notarile. Nell’uso delle fonti mostra acribia e
sistematicità non priva di accortezza, individuando con acume modalità di selezione e
valorizzazione che consentono di dominarne la mole senza esserne schiacciato, e di
trarne risultati significativi.
L’obiettivo che Levati si pone è storiograficamente importante: mettere a fuoco le
caratteristiche della borghesia milanese, la dinamica della sua crescita non solo in campo
economico, ma nella rilevanza sociale, attraverso la “spia” significativa del ceto dei
“negozianti”, di cui con suggestive presentazioni prosopografiche mostra fortune
economiche, strategie familiari, tessuto di relazioni, inserimento nella élite cittadina. Ne
esce un quadro inedito della affermazione di questa borghesia, della differenziazione degli
investimenti (affari, terra) , ponendo il problema del contributo di tale ceto allo sviluppo
industriale. La attenta valorizzazione di studi italiani e stranieri su altri centri urbani
chiarisce ulteriormente l’importanza e la peculiarità della situazione milanese.
Risultati, dunque, di ottima qualità, riassunti sostanzialmente nel volume La nobiltà del
lavoro (Angeli, 1997) di cui quasi tutti gli altri appaiono o come lavori preparatorii, o come
sviluppi che lo integrano, restando tuttavia quello il quadro fondamentale. Pochissimi sono
infatti i lavori non strettamente connessi a tale quadro e problematica, e sostanzialmente si
tratta di alcuni recentissimi articoli che allargano gli interessi di Levati all’esercito della
Repubblica Italiana in età napoleonica o al commercio del formaggio nello stato di Milano
tra Sette e Ottocento, benché permanga il quadro quasi esclusivamente “milanese” e lo
sguardo privilegiato su figure di appaltatori e commercianti, già con tanto impegno
studiate.
In conclusione, i titoli scientifici e didattici di Stefano Levati, ai fini della presente
valutazione comparativa, appaiono meritevoli di attenta considerazione.
10
Fabio Martelli
Fabio Martelli a titolo diverso insegna da quattordici anni all’Università di Pavia e di
Bologna, prima (per nove anni) come docente a contratto, poi (per cinque anni) come
incaricato di corsi di Storia e istituzioni dell’Asia e di Caucasologia.
Proviene da studi di storia romana, con tesi e ricerche successive sull’area balcanica. Una
esperienza di ricerca presso l’Università di Lille lo ha avviato allo studio di teorie e modelli
della tarda antichità nel pensiero politico di età moderna, mentre ha continuato a studiare
storia, cultura e lingue delle varie realtà etniche e politiche di area balcanica e di tradizione
bizantino-slava. Questo percorso rende ragione della articolazione dei suoi interessi, che
allo studio del pensiero politico di età moderna ( e della utilizzazione che questo fa della
storia antica) affianca una non comune conoscenza della cultura, della prassi politica e del
sentire dei ceti dirigenti di una vasta area dell’Est europeo.
La produzione scientifica, presentata per la valutazione comparativa, appare molto
rilevante per quantità (sei volumi, undici saggi di notevole impegno, e una decina di minore
ampiezza), e altrettanto apprezzabile per varietà di competenze e interessi, e per la
larghezza delle letture che ne sono alla base. I volumi Percorsi dell’antico in età moderna
e Il mito di Cartagine nel pensiero politico di età moderna sono costruiti su una vasta
conoscenza di scrittori politici, maggiori e minori, italiani, francesi e tedeschi cinque e
seicenteschi, mentre l’ampio volume Le leggi, le armi e il Principe, dedicato al pensiero
politico di Raimondo Montecuccoli, non verte solo sul pensiero politico, ma sul ben più
vasto contesto culturale, religioso, filosofico in cui è vissuto e ha operato e scritto il
condottiero modenese.
Alla rilevanza e bontà del lavoro, costruito su una notevole ricchezza di fonti, giova meno
forse l’imponente ampiezza della trattazione. Resta tuttavia l’ obiettivo interesse del libro,
che ha motivato la traduzione in ungherese di alcuni capitoli di questo, data l’importanza
rivestita da Montecuccoli per la storia di quel Paese.
Una certa propensione alla sovrabbondanza, che caratterizza i primi tre lavori è invece
assente dagli altri tre volumi presentati (pubblicati da Il Mulino), più asciutti e di notevole
interesse per comprendere, attraverso capitoli di storia recenti e meno recenti, le vicende
attuali di Albania e Bosnia, l’evoluzione dell’ideologia monarchica in Russia e la
centralizzazione dello stato russo durante il regno di Ivan il Terribile, momento chiave nella
formazione della Russia moderna.
Molto apprezzabili sono anche i tre densi lavori pubblicati sulla prestigiosa rivista
“Bizantinistica” e relativi alle tradizioni imperiali in Russia, all’ideologia della “Terza Roma”
e alla teologia politica che vi è correlata.
Non mancano infine ampi e apprezzabili saggi su aspetti di storia economica e politica
dello Stato di Milano nel Settecento e sulla peste del 1630 (e la cultura medica del tempo),
che documentano la varietà di interessi dell’autore, anche oltre la storia del pensiero
politico e quella dell’est europeo.
I numerosi lavori del candidato mostrano risultati apprezzabili e originali. I suoi titoli
didattici e la sua produzione scientifica appaiono pertanto meritevoli di considerazione
molto alta.
Simona Negruzzo
La candidata Simona Negruzzo per borse di studio godute e servizi didattici ha titoli
sicuramente apprezzabili: ha goduto per cinque anni di assegni di ricerca e borse post
dottorato, ha insegnato tre anni in licei in Italia e Francia, ha tenuto tre moduli di lezioni
alle Università di Genova e Napoli, è stata incaricata di corsi di insegnamento di Storia
moderna all’università gregoriana e all’Università Cattolica (due anni), dove da due è
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ricercatrice. A questo si aggiunga l’ottenimento della Maitrise in storia all’università di
Strasburgo, la partecipazione effettiva a due progetti di ricerca Cofin e al CISUI.
La produzione scientifica è robusta e consiste in tre volumi, pubblicati da editori di rilievo
nazionale, in 13 saggi di notevole impegno e consistenza (25-40 pagine) e in una dozzina
di saggi di minore ampiezza.
Le sue ricerche si muovono su linee diverse, non prive di legami. La prima è la storia delle
istituzioni educative e della formazione delle élites in età moderna attraverso scuole e
collegi specialmente ( ma non solo) degli ordini religiosi, e altre istituzioni formative, come i
seminari, allora frequentati in larga misura anche da studenti laici. A questo filone di
ricerca S. Negruzzo ha dedicato vari lavori, e infine il denso e ampio studio Collegij a
forma di seminario (Brescia 2001). Il lavoro appare originale e importante, perché per la
prima volta tratteggia il quadro completo delle istituzioni educative superiori di un intero
Stato, lo Stato di Milano, in età spagnola, e ne mostra le diverse componenti ( Collegi con
intero arco di studi dalla Grammatica alla Teologia, Collegi minori con programma più
limitato, seminari, altre scuole). La rete appare fitta e frequentata, per ciascun collegio si
forniscono indicazioni sul numero di alunni, e soprattutto si ha una determinazione precisa
del peso che avevano rispettivamente le scuole gesuitiche, quelle dei barnabiti o dei
Somaschi o del clero secolare, e della dinamica di formazione e sviluppo di tale rete.
Fondato su una larga e attenta ricerca in molti archivi sia locali che centrali, sia cittadini e
civili che diocesani, e su una ricca bibliografia, il volume getta una luce nuova sull’età
spagnola e sullo sviluppo di scuole e scolarità nello Stato di Milano.
In continuità con tali ricerche si pone la storia delle università, alla quale la candidata ha
dedicato alcuni saggi di notevole impegno (Sulle orme di Erasmo e L’università di Brera) e
altri due volumi, uno sulla facoltà teologica dell’università di Pavia nel Cinquecento
(Theologiam discere et docere), e il più recente L’armonia contesa (Bologna , Il Mulino,
2005) sulle università (gesuitica e protestante) alsaziane nel Cinque e Seicento.
Quest’ultimo, in particolare, è un lavoro di grande impegno e originalità, che gode di ottimo
apprezzamento presso gli stessi studiosi francesi, e offre un quadro in buona parte inedito
dello sforzo educativo e delle tensioni culturali e confessionali in un’area che per più
ragioni era di frontiera (politica, confessionale, linguistica), quadro ricostruito con scrupolo
euristico documentario e bibliografia molto accurata.
Non mancano infine alla candidata interessi diversi (sulla vita religiosa nel Settecento,
sulle missioni in paesi cristiani, sulla polemica Chiesa –Massoneria nell’Ottocento)
testimoniati da altri saggi, che ben mostrano la sua maturità di studiosa.
Ai fini della presente valutazione comparativa titoli e produzione di Simona Negruzzo
meritano alta considerazione.
Genoveffa Palumbo
I titoli didattici della concorrente sono rilevanti: 24 anni di insegnamento nelle scuole
superiori e una decina di contratti per lezioni in Università di Napoli (Istituto Univ.
Orientale, Federico II, Suor Orsola Benincasa) e Masters. Ha partecipato a vari progetti di
ricerca nazionali.
La produzione scientifica è di notevole quantità, essendo costituita da quattro volumi, una
ventina di saggi di buona consistenza e una quindicina di minore ampiezza.
Due sono i volumi che per metodo e risultati appaiono più rilevanti e originali: il volume
Speculum peccatorum (1990) e L’esile traccia del nome. Storie di donne, storie di famiglie
(2001). Il primo è non tanto una storia della catechesi gesuitica nel Cinquecento, quanto
un interessante tentativo di delineare, attraverso le immagini e le formule catechistiche,
l’immagine della società e dei comportamenti, costruendo un originale quadro delle
mentalità, il che appare come oggetto precipuo di molti lavori della candidata. Il secondo
volume, sulla base di vari archivi napoletani, presenta, attraverso la spia del nome, il
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radicamento delle normative tridentine nella vita religiosa e familiare delle popolazioni
napoletane, e in età contemporanea una progressiva laicizzazione che si manifesta anche
attraverso tale specifica spia, originalmente analizzata. Pregevole è l’analisi della valenza
del nome nel consolidare legami familiari, nel definire rapporti patrimoniali, nell’affermare
identità e nel legame con i luoghi, il tutto nell’ambito della storia di genere e più largamente
della storia delle mentalità.
L’olio che sana ogni male , attraverso l’analisi di un processo inquisitoriale, è uno spaccato
vivace di superstizioni, mentalità, comportamenti , con puntuale ricorso alla letteratura su
tali argomenti, cui non pare aggiungere apporti particolarmente rilevanti.
Il volume Giubileo - Giubilei. Pellegrini e pellegrine, è un volume di alta brillante
divulgazione e di puntualizzazione delle conoscenze sull’argomento, fondato su ampio
ricorso tanto a fonti edite (medievali e di età moderna) quanto a una buona bibliografia.
I numerosi altri saggi testimoniano tutti delle competenze della candidata nella storia di
genere, e in quella delle mentalità, e del suo costante ricorso a un buon apparato di fonti e
di studi.
Ai fini della presente valutazione comparativa i titoli didattici e scientifici della candidata
appaiono meritevoli di considerazione.
Paolo Costantino Pissavino
Per borse godute, insegnamento prestato e altro il candidato ha titoli molto notevoli:
cinque anni di borse di studio delle Università di Pavia e Ginevra e della fondazione
Einaudi, 15 anni di insegnamento nei Licei, tre anni di insegnamento per contratto nelle
Università di Napoli e Pavia, vari cicli di conferenze e seminari nelle università di Ginevra,
Cape Town e Pavia.
Le pubblicazioni scientifiche sono numerose: un volume, ventitré saggi di notevole
impegno ( di cui alcuni molto ampi), una ventina di lavori minori.
Il candidato viene da studi filosofici e molti suoi lavori riguardano la storia del pensiero
politico in età moderna (dall’Umanesimo al Seicento) che egli ha coltivato con larghezza di
interessi, costante attenzione al contesto culturale e rigore filologico. Il suo interesse per il
pensiero politico lo ha presto condotto a una non secondaria attenzione alle dinamiche
storiche, alle realtà politiche degli Stati (in particolare allo Stato di Milano) e alle modalità
con cui si realizzava e si esprimeva la vita delle Corti, dei “palazzi” della politica del tempo.
Esempio di questi intrecci di interessi sono il volume Lodovico Zuccolo, il saggio (che ha
quasi l’ampiezza di un volume) Il “De Officiis” di Giovanni Della Casa, e i due ampi e densi
lavori Per una immagine sistemica del milanese spagnolo e Stato regionale e potere.
Appunti su scritture politiche d’età visconteo-sforzesca, nonché numerosi altri.
In questi l’autore mostra una grande conoscenza della complessa vita culturale delle Corti
italiane, attraverso una attenta ricerca d’archivio e ottima padronanza di fonti a stampa, cui
unisce puntuale bibliografia.
Testimonianza importante di lavoro più sul versante filosofico (ma non privo di dimensione
storica e politica) è il robusto saggio Ragion di Stato e utopia: le forme della conservazione
politica, comparso in Le filosofie del Rinascimento, di Cesare Vasoli e altri.
Benché la produzione del candidato accanto a numerosi saggi annoveri, formalmente, un
solo volume , la consistenza di parecchi lavori è testimonianza della maturità dello
studioso, che ai fini della presente valutazione comparativa merita apprezzamento.
Giovanni Pizzorusso
Per titoli didattici e per borse di studio godute e per servizi in istituzioni scientifiche il
candidato ha un curriculum molto ragguardevole: per vari anni incaricato di ricerche per il
Centro Accademico Canadese in Italia e per l’Università S. Paul di Ottawa, cinque anni di
insegnamento in scuole superiori, tre anni di servizio all’Istituto Storico Italiano per l’età
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moderna, quattro anni di servizio alla Giunta Centrale per gli studi storici, per tre anni
professore a contratto all’Università di Chieti.
Il servizio prestato prima per il Centro Accademico Canadese e poi per la Giunta Centrale
per gli studi storici hanno fatto sì che il candidato compisse lunghe e attente frequentazioni
di archivi romani, e in particolare di quello della Congregazione di Propaganda Fide,
dell’Archivio Segreto Vaticano e di numerosi altri, individuando fonti documentarie utili per
la storia degli stati americani nei quali, dal Cinquecento, la presenza dei religiosi
missionari era costante e numerosa, e con questa anche il flusso di informazioni, la
sedimentazione di documenti i più vari. A questo ha aggiunto l’esplorazione e
regestazione di archivi e fondi documentari otto-novecenteschi, privati, religiosi e civili,
utile per lo studio dei flussi di popolazione e dell’emigrazione italiana tra Otto e Novecento.
Egli ha così acquisito una larga conoscenza e padronanza di tali archivi, che sono alla
base dei suoi numerosi studi, tutti molto ricchi di dati, originali, di vivo interesse e condotti
con piena padronanza della storiografia e della più recente bibliografia, di cui ha
pubblicato utili rassegne.
Il frutto più importante, in cui confluiscono anche alcuni lavori precedenti, è il volume
Roma nei Carabi, originale, documentatissimo quadro della presenza e attività missionaria
seicentesca nell’America centrale. Il volume ha il merito di innovare la storiografia sul
fenomeno missionario, perché mette in dialettica relazione i progetti delle singole
Congregazioni religiose, che avevano inviato missionari, coi tentativi di centralizzazione
romana (da parte di Propaganda Fide) e infine colle attenzioni dei Governi (iberici e
francese).
Sulla linea di questo volume, ma con interessanti allargamenti a tutti gli orizzonti
missionari non solo americani, è il robusto saggio Agli antipodi di Babele, maturo e denso
studio sull’orizzonte cosmopolita di Propaganda Fide.
Un secondo filone, nella produzione scientifica del candidato, è rappresentato dagli studi
sulla emigrazione e sui flussi di popolazione, che da un originale impulso ad opera della
SIDES si è poi notevolmente sviluppato. Preceduti anche in questo caso da accurata
esplorazione e regestazione di archivi, gli studi di Pizzorusso in questo campo appaiono
contributi di notevole interesse.
Benché le pubblicazioni costituite da volumi veri e propri si limitino a uno (pubblicato
peraltro da una prestigiosa istituzione scientifica quale l’Ecole Française di Roma),
numerosi saggi di notevole consistenza e importanza testimoniano della maturità dello
studioso, che ai fini della presente valutazione comparativa appare meritevole di attenta
considerazione.
Valentino Sani
Per borse di studio ottenute e attività didattica il candidato Valentino Sani ha titoli
apprezzabili: due anni di assegno di ricerca post dottorato, tre seminari o cicli di lezioni di
10 ore ciascuno, tre anni come professore a contratto. I titoli scientifici appaiono più
consistenti, trattandosi di quattro volumi, di nove articoli di notevole ampiezza (25-40
pagine) e di alcuni articoli brevi (sotto le dieci pagine).
Il volume dedicato alla storia di Ferrara nel secondo Settecento e in età napoleonica ( La
rivoluzione senza rivoluzione) è ampio e valido, solidamente costruito su larga base
documentaria e accurata bibliografia, ed è un contributo originale alla conoscenza della
società ferrarese e più largamente degli anni rivoluzionari e napoleonici in Italia, anche per
il particolare rilievo che ebbe, per i rapporti Chiesa –Stato, il card. Mattei, vescovo della
città e significativo esponente di una intransigente opposizione a laicismo,
secolarizzazione, acquiescenza alle direttive napoleoniche.
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Ben documentati e analizzati appaiono gli atteggiamenti di clero, patriziato, borghesi della
città padana, e la dinamica politica che dal tramonto della Legazione pontificia conduce
fino al Regno Italico.
Analoga qualità e originalità mostra il volume Ferrara felice, che pubblica l’importante
scritto di F. Containi, con ampio studio introduttivo, e tratteggia la diffusione del riformismo
settecentesco, vivace anche in un contesto politico (lo Stato Pontificio) spesso presentato
come uno dei meno dinamici. Il volume è peraltro preparato da saggi (quali ad esempio La
diffusione del riformismo settecentesco nella Legazione di Ferrara ) che in esso
confluiscono.
Il saggio –volume Politica e società a Comacchio analizza con analoga prospettiva (e
fonti), e per lo stesso periodo (l’età napoleonica) una cittadina minore, e offre un notevole
e non frequente spaccato di una realtà più periferica, di una provincia più profonda.
Il volume 1799. Napoli, la rivoluzione, preparato da un fascicolo del mensile “Storia e
dossier” cui il candidato collabora stabilmente, appare un lavoro intelligentemente
compilativo e di alta divulgazione, non fondato sugli ampi scavi documentari originali , che
invece caratterizzano i lavori su Ferrara.
Altri lavori di minore ampiezza e impegno testimoniano delle buone qualità del candidato,
ma insieme del non ampliamento delle sue ricerche al di là dell’ambiente ferrarese e del
secondo Settecento e età napoleonica .
Ai fini della presente valutazione comparativa i titoli scientifici, considerevoli e di buona
qualità, meritano buona considerazione.
Giudizi del prof. Gian Paolo Brizzi
Arianna Arisi Rota
Dottore di ricerca e ricercatrice presso l’Università degli Studi di Pavia (1993), Arianna
Arisi ha da alcuni anni l’affidamento del corso di Storia della diplomazia e ultimamente
anche quello di Diplomazia e politica nell’Europa del XIX secolo. Collabora ad alcune
riviste storiche, ad organismi di ricerca; più contenuta, rispetto a quella di altri condidati,
appare la sua partecipazione a convegni e incontri di studio.
La storia della diplomazia nel XIX e nel XX secolo sono i temi che contraddistinguono
l’ambito di specializzazione della candidata e solo una parte di questi rientrano a buon
diritto all’interno dell’ambito cronologico convenzionale del raggruppamento M-STO/02. Si
segnalano fra questi ultimi Diplomazia nell'Italia napoleonica, del 1998 e il più recente
Processo alla Giovane Italia in Lombardia, del 2003. Nel primo Arisi Rota ripercorre,
attraverso la ricostruzione degli uffici e delle carriere di funzionari e agenti diplomatici al
servizio del ministero delle relazioni estere diretto da Ferdinando Marescalchi, i rapporti fra
la Repubblica e Regno d’Italia e il governo di Parigi, come pure le dinamiche della
formazione di un ceto burocratico selezionato sulle basi dell’efficienza e della competenza.
Nella più recente monografia dedicata al processo per alto tradimento dei giovani che
avevano aderito alla cospirazione mazziana nel Milanese e nelle province della
Lombardia. La ricostruzione della cronaca delle varie fasi del processo è qui arricchita
dall’analisi della composizione sociale e professionale degli inquisiti, evidenziando la
capacità di penetrazione della propaganda mazziniana nella società lombarda. L’impegno
nelle attività didattiche e i risultati conseguiti con i suoi studi, documentati altresì da vari
articoli, consentono di ammettere la candidata alla valutazione comparativa.
Alessandra Ferraresi
Ricercatrice di Storia moderna dal 1981 ha svolto un’attività di supporto didattico alla
cattedra di Storia moderna e dal 1997-98 svolge un’intensa attività didattica sia nella
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laurea triennale sia in quella specialistica, oltre che nelle attività di dottorato e
nell’organizzazione di corsi integrativi presso il Collegio Ghislieri.
La candidata è membro di numerosi comitati scientifici di centri di ricerca operanti in
particolare nel settore della storia della scienza e della storia delle università.
La sua attività di ricerca si è dapprima orientata allo studio della storia dell'istruzione con
riferimento all'area della Lombardia e del Piemonte, articolandola in direzione della storia
delle istituzioni, dello sviluppo delle discipline scientifiche in età moderna ed ai riflessi di
queste sulla formazione professionale. Le linee di ricerca, sorrette sempre da una sicura
padronanza dei problemi di metodo, sono andate evolvendosi poi in direzione della storia
del collezionismo scientifico, della storia della scienza e della storia della didattica
universitaria. Tale attività è confluita in una ricca produzione di saggi, articoli, contributi ad
atti di convegno, edizioni di fonti in regesto, condotti con sicura capacità di analisi e
consapevolezza del quadro di riferimento istituzionale e culturale, di una sicura
padronanza della fonti e di una vasta bibliografia. Sono studi che ben evidenziano
l'organicità e la coerenza del progetto di ricerca perseguito dalla candidata, in parte
confluito nel recente Stato, scienza, amministrazione, saperi del 2004, già oggetto di una
precedente pubblicazione in forma provvisoria, nel quale la candidata estende la sua
analisi ai rapporti fra società e sviluppo tecnologico, università e pubblica amministrazione,
attenzione dello Stato all’ambito tecnico, svolgendo un’analisi di lungo periodo che parte
dal Piemonte e dalle iniziative riformistiche di Vittorio Amedeo II e come prodromi delle
nuove realtà socio-professionali del XIX secolo.
Per tali ragioni la candidata è meritevole di essere presa in piena considerazione nella
presente valutazione comparativa.
Raffaela Giampietro
La candidata laureata in Filosofia non presenta alcuna pubblicazione e dichiara di non
avere avuto alcuna esperienza didattica. Si ritiena che la candidata non sia ammissibile
alla presente valutazione comparativa.
Stefano Levati
Dottore di ricerca nel 1995, dal 2000 è ricercatore di Storia moderna presso l’Università
statale di Milano. Intenso il suo impegno di supporto alle attività didattiche dei docenti e in
quelle di divulgazione, come pure presso la Scuola dell’Archivio di Stato ed altre istituzioni
universitarie e non. Ha altresì partecipato ed organizzato numerosi incontri scientifici e
convegni.
La formazione delle classi dirigenti in Lombardia sono al centro delle indagini di S. Levati,
declinate in due principali ambiti tematici di ricerca, la storia sociale ed economica e la
storia militare con particolare attenzione all’età napoleonica. Alla storia sociale ed
economica della Lombardia tra Sette e Ottocento Levati ha dedicato alcune monografie
che peraltro rinviano alla tesi di laurea e di dottorato (Da “tencin” a banchieri. I Taccioli:
l’ascesa economica e sociale di una famiglia di negozianti tra Ghiffa e Milano, del 1992, e
La nobiltà del lavoro. Negozianti e banchieri a Milano tra ancien regime e
restaurazione,1997). Attraverso lo sviluppo delle fortune economiche di alcune dinastie di
commercianti e finanzieri (Bignami, Kramer, Franchetti, Besana, Balabio, ecc.) esamina
l’affermazione sociale del ceto imprenditoriale milanese, le connessioni fra i profitti
derivanti dalle attività mercantili, la proprietà della terra e i rapporti con lo sviluppo
dell’industria con particolare attenzione alla prima metà del XIX secolo. In un successivo
studio (Tra giornalismo e tutela degli interessi mercantili: Michele Battaglia, 1999) viene
preso in esame il periodico “L’eco della Borsa” e ricostruito accuratamernte -avvalendosi di
una ricca documentazione- la biografia di Michele Battaglia, espressione esemplare della
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borghesia mercantile milanese, che ne fu il promotore. Altro e più recente centro di
interesse di Levati, posteriore alla sua assunzione quale ricercatore, è la storia militare con
particolare rigardo all’età napoleonica e all’intersezione fra carriere militari, appalti,
commissari di guerra e mondo degli affari, un tema sul quale ha già prodotto alcuni saggi
che lasciano prefigurare un’auspicabile, prossima sintesi. Per queste ragioni il candidato
va preso in buona considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
Fabio Martelli
Laureato in Storia antica, FM è stato successivamente borsista presso l’Université di Lille
III e presso l’ università Paris I-Sorbonne. Nel 1983 ha conseguito la Maitrise in Sciences
de l’Homme-Domaine historique a Lille III. Socio effettivo di numerosi istituti di ricerca
(Istituto italiano per l’Oriente, Federation internationale des Etudes Classiques, Istituto
italiano per l’Africa e l’Oriente), membro del direttivo dell’Istituto Cabral, presiede
l’Associazione Italia-Russia di Bologna, svolge attività di consulenza per il progetto di
cooperazione PIME per la riorganizzazione delle Facoltà di Filosofia, Storia e Sociologia
dell’Università di Phnom Penh, Cambogia, ove svolge attività di aggiornamento rivolta al
corpo docente. Ha insegnato negli ultimi dieci anni, come professore a contatto nelle
Università di Pavia e di Bologna; vanta, a partire dal 1979, un’intensa partecipazione in
qualità di relatore a convegni internazionali svolti sia in Italia sia all’estero
Il suo percorso di ricerca testimonia la poliedricità dei suoi interessi storiografici che si
dispiegano dall’età antica, primo approdo del suo curriculum di studioso, a quella
contemporanea. Documentano la continuità del suo lavoro una dozzina di monografie e
più di cento fra articoli e saggi, oltre a numerose recensioni e contributi a prevalente
carattere divulgativo. Importanti, ai fini della presente valutazione nel raggruppamento
disciplinare M-STO/02, appaiono le monografie Percorsi dell'antico in eta moderna tra
ideologia e politica culturale del 1988; Il mito di Cartagine nel pensiero politico di eta
moderna, del 1989; Le leggi, le armi e il principe. Studi sul pensiero politico di Raimondo
Montecuccoli del 1990, di cui è stata fatta la traduzione in magiaro di una consistente
parte del ponderoso volume; Lo zar e il suo doppio. Simbologia e metafore dell’ideologia
monarchica nella Russia ivaniana, del 2001, oltre a numerosi articoli e saggi.
L’uso dei testi e delle categorie di pensiero dell’età classica nella formazione della cultura
politica dell’Europa in età moderna costituiscono uno dei temi centrali del suo percorso di
ricerca: dal ruolo della cultura antiquaria nell’evoluzione dell’arte di governo alle molteplici
interpretazioni che la figura dell’imperatore Costantino conosce nei secoli, dal significato
ideologico assunto dal mito di Atlantide all’influenza di quello di Cartagine nello
svolgimento del pensiero politico in età moderna. Questa attitudine a riconoscere e
seguire nel lungo periodo la presenza e l’impiego di miti e tradizioni nei moduli simbolici
adottati nella prassi politica o impiegati per sostanziare ideologie costituisce un tratto
costante della sua attività storiografica, elementi ben presenti anche nel libro Lo zar e il
suo doppio incentrato sulla translatio imperii e il mito della terza Roma come strumento
del processo di centralizzazione da parte di Ivan IV ma anche i volumi La guerra di Bosnia
e Capire l’Albania peraltro marginali rispetto al convenzionale arco cronologico della
Storia Moderna. Il volume su Raimondo Montecuccoli lungi dall’essere una semplice
ricostruzione biografica del personaggio, affronta la vicenda del condottiero modenese
svolgendo una approfondita analisi della cultura politica, giuridica e filosofica del XVII
secolo, fornendo un importante ed innovativo contributo alla conoscenza della storia
europea nei decenni centrali dell’età moderna.
Va segnalato nel caso di questo candidato la sua atipicità rispetto allo standard degli altri
candidati per le latitudini dei suoi interessi storiografici che gli consentono di disporre di
una capacità di lettura della storia dell’età moderna, scorrendo dall’età antica a quella
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contemporanea, sempre sorretto dalla conoscenza di una vasta letteratura storiografica e
da una capacità di muoversi fra archivi pubblici e privati in molti Paesi europei come
dimostra nel volume sul Montecuccoli.
Per il rilievo e l’originalità dei suoi studi che dimostrano l’indubbia competenza del
candidato per le discipline del raggruppamento M-STO/02, per l’ampiezza e la varietà dei
temi affrontati, Fabio Martelli è meritevole di assere tenuto nella massima considerazione
nella presente valutazione comparativa.
Simona Negruzzo
La candidata ha conseguito nel 1992 il DEA presso la Facoltà di Storia dell’Università
Marc Bloch di Strasburgo e nel 1996 il dottorato di ricerca presso l’Università statale di
Milano. Ha successivamente goduto di borse di studio e di assegni di ricerca, ed è dal
2004 ricercatrice di Storia moderna presso l’Università cattolica del Sacro Cuore. Simona
Negruzzo ha fruito di varie borse di studio in Italia e all’estero, ha insegnato materie
letterarie presso il liceo internazionale di Strasburgo, presso istituti e licei della Lombardia,
è stata lettrice di lingua francese presso il Collegio Ghislieri ed ha avuto un incarico di
insegnamento presso la Gregoriana di Roma. Ha partecipato a numerosi convegni di
carattere internazionale, a gruppi di ricerca ed è membro dei consigli scientifici di alcuni
centri di ricerca nazionali.
L'attività di ricerca della candidata, confluita in alcune importanti monografie e in numerosi
saggi e articoli, ha affrontato temi di storia delle istituzioni educative e culturali, di storia
della Chiesa e di formazione delle élites, dapprima con riferimento all'area pavese e
milanese (La facoltà teologica di Pavia nel XVI secolo, del 1995; Il sistema di formazione
teologica nello Stato di Milano in epoca spagnola, del 2000) pur inquadrando i casi studiati
in un ambito più vasto e con consapevolezza del dibattito storiografico in corso.
Nella prima delle monografie menzionate, analizzando la storia della facoltà teologica di
Pavia e la biografia di numerosi studenti e docenti, Simona Negruzzo ricostruisce il ruolo
dello Studio pavese nel contesto del movimento delle università in Europa, con rapporto
ad un periodo cruciale per la storia della Chiesa e della formazione del clero. Il più recente
volume, L' armonia contesa. Identita ed educazione nell'Alsazia moderna (2005), affronta
invece la storia parallela del Gymnasium creato da Sturm a Strasburgo e dei collegi creati
dai gesuiti in Alsazia, un territorio diviso fra le confessioni religiose, ma nella cui
esperienza, pur con le specifiche connotazioni di ciascuna (es. importanza educativa del
teatro da un lato e della musica dall’altra) la studiosa è indotta a rintracciare, partendo
dalle comuni radici pedagogiche, le reciproche affinità e un’importante esperienza di
convivenza che Simona Negruzzo apre ad una linea di ricerca ricca di possibili, futuri
svolgimenti. Nei suoi studi Simona Negruzzo dimostra un’accurata conoscenza della
letteratura e degli apparati documentari più utili ai fini delle sue ricerche e si avvale di un
solido impianto metodologico.
Per tali ragioni la candidata è pienamente meritevole di essere presa in considerazione
nella presente valutazione comparativa.
Genoveffa Palumbo
Dottore di ricerca ha conseguito numerose borse di studio presso istituti universitari e di
ricerca in Italia e all’estero. Ha svolto attività di supporto a corsi universitari ed è stata
professore a contratto di Storia delle donne e dell’identità di genere, di Metodologia delle
ricerca storica, Storia e iconografia presso varie università e presso la SICSI. Ha
partecipato a numerosi convegni internazionali e nazionali ricoprendo anche incarichi di
coordinamento e impegnandosi in attività di scientifica e di divulgazione nel settore
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storiografico. Ampia la sua produzione storiografica incentrata sulla storia della religiosità
declinata in particolare sul versante femminile, iscrivendosi in un proficuo filone
storiografico. Da un punto di vista metodologico va segnalato l’apporto peculiare di
Palumbo nell’impiego della documentazione iconografica come fonte nel lavoro
storiografico, divenendo, nel caso della sua prima monografia, Speculum peccatorum del
1990. L’oggetto stesso della sua ricerca, incentrata sullo studio del concetto di peccato e
della sua evoluzione nella prima età moderna, non si circoscrive alle Somme confessionali
o ai manuali per predicatori ma attinge ai catechismi illustrati editi soprattutto in ambiente
gesuitico. L’edizione di un processo inquisitoriale del 1641 rappresenta lo spunto per
ricostruire nelle espressioni della realtà quotidiana della Napoli del primo Seicento alcuni
aspetti della cultura e della religiosità popolare, anche se spesso l’analisi dell’autrice resta
troppo richiusa all’interno degli atti processuali. Attraverso la traccia dei nomi femminili
rintracciati in un albero genealogico conservato nell’abbazia di Procida, Palumbo ne
L'esile traccia del nome del 2001, non solo ricostruisce reticoli parentali, storie di luoghi e
di persone lungo quattro secoli di storia dell’isola. Di carattere compilativo è piuttosto il
volume Giubileo giubilei del 1999 ove gli aspetti sociali, culturali ma anche di storia
materiale si intrecciano con quelli della religiosità femminile.
Per tali ragioni la candidata va tenuta in buona considerazione nella presente valutazione
comparativa.
Paolo Costantino Pissavino
Laureato nel 1978 e dopo aver conseguito il dottorato di ricerca nel 1990, il dott. Pissavino
ha fruito di alcune borse di studio ed ha svolto attività di insegnamento presso la Facoltà di
Lettere e filosofia dell’Università di Pavia e il collegio Borromeo. Attualmente insegna
Filosofia e Storia nella scuola media superiore. Dal suo curriculum emerge un’intensa
attività nella partecipazione, anche in qualità di coordinatore, a convegni scientifici. I titoli
presentati dal candidato evidenziano la sua spiccata propensione per la Storia del
pensiero politico e, in misura minore, per la storia della Lombardia nell’età spagnola
esaminata in alcuni aspetti politico-sociali e scientifico-culturali.
Accanto ad una ricca produzione di recensioni, profili biografici, rassegne bibliografiche,
brevi saggi ed atti di convegni, va segnalata
l’unica monografia che risale peraltro a più di vent’anni fa (Lodovico Zuccolo.
Dall'audizione a corte alla politica). L’autore pubblica ed esamina un opuscoletto
astronomico di Zuccolo, redatto durante la sua permanenza alla corte urbinate di
Francesco Maria II della Rovere, e conduce l’analisi del testo partendo dalla ricostruzione
della biografia intellettuale dell’autore.
Il candidato appare meritevole di essere ammesso alla presente valutazione comparativa.
Giovanni Pizzorusso
Dottore di ricerca nel 1993, ha successivamente conseguiito in Francia l’idoneità di Maitre
de conferences per il raggruppamento disciplinare 22. Successivamente ha ottenuto una
borsa di studio presso l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea di
Roma ed è stato poi distaccato (anni 1999-2003) dalla sua funzione di insegnante di
Materie letterarie presso la Giunta centrale per gli studi storici. Dal 2002-2003 ha un
contratto di insegnamento di ‘Storia dell’età della Riforma e della Controriforma’ presso
l’Università di Chieti.
Missioni cattoliche ed emigrazione nelle Americhe –Canada e Antille in particolare-, e nel
Mediterraneo costituiscono il suo principale tema di ricerca, sostenuto da una costante
attenzione alle fonti con particolare riferimento agli archivi vaticani, a quelli della
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Congregazione di Propaganda Fide, di cappuccini, gesuiti, domenicani e agostiniani. In
quest’ambito egli ha curato l’edizione di inventari, rassegne storiografiche e saggi sul
tema delle migrazioni e dell’emigrazione italiana nel Nordamerica. All’attività della
Congregazione si riferisce la sua opera principale Roma nei Caraibi che risale al 1995
nella quale sono ripresi temi e contenuti della tesi di dottorato. Pizzorusso ricostruisce i
rapporti fra la Chiesa di Roma e un’area del Nuovo Mondo, per lo più trascurata dalla
storiografia del colonialismo. Pizzorusso mette a fuoco i rapporti talora difficili fra le diverse
etnie, religioni e confessioni cristiane, così come i rapporti con i coloni, l’azione
evangelizzatrice fra i diversi ordini religiosi che operano in quei territori e l’attività della
Congregazione di Propaganda Fide nel cercare di governare la loro azione.
Alle missioni nel territorio dell’Impero ottomano, all’emigrazione, ai nunzi apostolici e alla
storia del Lazio sono rivolti altri contributi di Pizzorusso dai quali emerge una costante
attenzione alle fonti documentarie che rappresentano la cifra più evidente della sua attività
storiografica.
Per la continuità e la qualità dei risultati cui è pervenuto, il candidato è meritevole di essere
ammesso all’attuale valutazione comparativa.
Valentino Sani
Dottore di ricerca in Storia nell’anno 2000 è attualmente assegnista di ricerca presso
l’Università di Roma Tor Vergata. Ha svolto attività di supporto didattico ed insegna da
qualche anno Didattica della storia contemporanea presso la sede della Siss di Ferrara.
I suoi interessi di ricerca sono volti per ora in modo esclusivo allo studio del riformismo a
Ferrara nei decenni fra la fine del governo legatizio e l’età napoleonica; si segnalano
altresì alcuni scritti sulla rivoluzione napoletana del 1799 di carattere compilativo e
divulgativo. I saggi minori registrano il work in progress dei due lavori principali (Ferrara
Felice ovvero “della felicità dello Stato di Ferrara” di Francesco Containi, del 1995 e La
rivoluzione senza rivoluzione. Potere e società a Ferrara, 1787-1797, del 2001) affrontano
gli stessi temi già esaminati con la tesi di laurea e quella di dottorato. Appare evidente lo
scarto fra le due monografie: meno maturo il primo lavoro che, nell’introduzione
all’edizione diplomatica del testo di Francesco Containi, resta in gran parte interna
all’esposizione del testo stesso, esaminandone le proposte avanzate sulla pubblica
amministrazione, le corporazioni, gli interventi per sostenere l’industria tessile, le riforme
fiscali.
Una serie di articoli pubblicati tra il 1998 e il 1999 sono confluiti nel volume La
rivoluzione senza rivoluzione, continuato poi con lo studio sul Circolo Unione. Il primo è un
lavoro che dimostra una buona conoscenza della documentazione utile ad illustrare la
società ferrarese fra i primi segnali di crisi del governo legatizio e la Repubblica Cisalpina,
consentendo all’autore di tracciare un’analitica descrizione di eventi e personaggi, sui quali
spicca la decisa attenzione per la figura dell’aristocratico Carlo Bentivoglio d’Aragona,
esponente di punta del partito filo-rivoluzionario. Il candidato riesce a tracciare un quadro
organico di quegli anni anche se talora l’esposizione adotta una cifra di tipo cronachistico.
Il candidato appare meritevole di essere preso in considerazione nella presente
valutazione comparativa.
Giudizi del prof. Giancarlo Angelozzi
Giovanni Pizzorusso
- Pizzorusso si è laureato nel 1985; ha conseguito il Dottorato di ricerca nel 1993; ha
collaborato per diversi anni con il Centro Accademico Canadese in Italia e con l’Universitè
St-Paul di Ottawa e con altri istituti culturali e di ricerca italiani; ha partecipato con proprie
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comunicazioni ad alcuni convegni di rilevanza anche internazionale; è membro della
redazione scientifica della rivista “Archivio di Storia dell’Emigrazione Italiana”.
- dal 2002 è professore a contratto presso l’Università di Chieti.
- Presenta una cinquantina di pubblicazioni, (molte delle quali saggi e curatele in
collaborazione con altri, inventari e descrizioni di fondi archivistici, voci bio-bibliografiche e
scritti di carattere divulgativo), incentrate prevalentemente sul tema dei movimenti
migratori in età moderna e contemporanea e su quello delle missioni cattoliche in America
settentrionale e centrale, con particolare attenzione per i domini francesi. Quest’ultimo
tema è al centro della sua monografia , Roma nei Caraibi (1995, Collection de l’Ecole
Francaise de Rome), in cui ricostruisce l’organizzazione delle missioni cattoliche nelle
Antille e in Guyana fra 1635 e 1675 utilizzando in modo sistematico e intelligente le fonti
degli archivi della Congregazione de Propaganda Fide e di diversi ordini religiosi, fino a
quel momento trascurate a vantaggio delle fonti conservate negli archivi francesi. In
questo modo corregge ed articola l’immagine tradizionale di una azione missionaria
subalterna agli interessi della corona francese, dimostrando come spesso Gesuiti,
Domenicani e Carmelitani perseguissero invece una “politica” ispirata agli interessi e alle
strategie del papato e dei propri ordini. Le altre sue pubblicazioni, sia pure di minor
respiro, attestano continuità e serietà del lavoro di ricerca e ampiezza di interessi e
dell’arco cronologico di competenza (dal XVII secolo agli inizi del XX).
- alla luce degli elementi sopra indicati il candidato è meritevole di considerazione ai fini
della presente valutazione comparativa.
Alessandra Ferraresi
- Ferraresi si è laureata nell’a.a. 1974-75; nell’a.a. 1977-8 ha ottenuto una borsa di
perfezionamento successivamente confermata; dal 1981 è ricercatrice presso l’Università
di Pavia; è membro dei consigli scientifici di diversi centri di ricerca dell’Università di Pavia
che rappresenta nel Centro interuniversitario per la storia delle università italiane; fa parte
del Comitato scientifico delle riviste “Annali di storia delle università italiane” e “Nuova
Voltiana. Studies on Volta and his Times”; ha partecipato con sue relazioni a diversi
convegni.
- Dall’a.a. 1997-8 ha ricoperto con continuità incarichi di insegnamento per diversi corsi di
laurea triennali e specialistici dell’Università di Pavia; fa parte del collegio dei proponenti
del Dottorato di ricerca in Istituzioni, idee e movimenti politici nell ‘Europa contemporanea
con sede a Pavia; dal 2000-01 insegna Didattica della storia presso la Silsis.
- Presenta una quarantina di pubblicazioni ( più numerose recensioni, voci biobibliografiche e contributi di carattere didattico) prevalentemente incentrate sulla storia
della scuola e della alfabetizzazione, e su quella della Università, con particolare
attenzione alla organizzazione e trasmissione del sapere tecnico- scientifico in Italia
settentrionale durante i secoli XVIII-XIX . Il suo contributo di maggior respiro è la
monografia Stato, scienza, amministrazioni, saperi... (il Mulino, 2004) in cui ricostruisce la
struttura istituzionale e il modello culturale e organizzativo dei luoghi di formazione
professionale degli ingegneri in Piemonte dagli inizi del ‘700 all’Unità d’Italia, con uno
sguardo attento alle coeve esperienze francesi cui quelle sabaude in parte si ispirarono. Si
tratta di uno studio organico, articolato e ben costruito, che analizza con sicurezza e
competenza le complesse interazione fra politiche culturali e specifiche istanze formative
tecnico-scientifiche, utilizzando intelligentemente una ricca bibliografia e un ventaglio
ampio e diversificato di fonti archivistiche. Fra le altre pubblicazioni, da ricordare
soprattutto Alfabeti e analfabeti nell’Oltrepò pavese...in Istruzione, alfabetismo,
scrittura…(a cura di A.Bartoli Langeli e X.Toscani, Franco Angeli, 1991) che utilizzando
con finezza gli atti matrimoniali redatti secondo le norme del Codice civile quantifica e
costruisce una “sociologia” dei livelli di alfabetizzazione in alcune località dell’Oltrepò
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pavese alla fine dell’antico regime; e Formazione professionale civile e militare...in La
formazione del primo Stato italiano e Milano capitale…( Istituto Lombardo, 2005), che
ricostruisce l’organizzazione e il funzionamento della Università di Pavia negli anni 18021814.
- Queste, e le altre sue pubblicazioni testimoniano continuità e serietà dell’attività di
ricerca, apprezzabile varietà di interessi pur all’interno di una sostanziale organicità
tematica, capacità di muoversi con competenza fra diversi ambiti disciplinari .
- In considerazione degli elementi sopra indicati il giudizio ai fini della presente valutazione
comparativa è pienamente positivo.
Arianna Arisi Rota
- Arisi Rota si è laureata nel 1988; ha conseguito il Dottorato di ricerca nel 1992; dal 1993
è ricercatrice presso l’Università di Pavia; è membro della Commissione di Storia delle
Relazioni Internazionali e per molti anni ha collaborato con l’ISPI; ha partecipato con sue
relazioni a diversi convegni.
- dal 2000-01 ha ricoperto con continuità diversi insegnamenti per corsi di laurea triennali e
specialistici dell’Università di Pavia; fa parte del Dottorato di ricerca in Istituzioni, idee e
movimenti politici nell’Europa contemporanea con sede a Pavia.
- presenta una ventina di pubblicazioni su tematiche di storia politico- diplomatica
riguardanti l’Italia durante il periodo napoleonico e la Restaurazione e durante l’età
contemporanea. Il suo saggio più consistente è la monografia Il processo alla Giovine
Italia... (Franco Angeli, 2003) che ricostruisce il processo celebrato in Lombardia nel
1833-5 contro gli affiliati alla società mazziniana e il loro profilo socio professionale; merita
di essere ricordato anche
Diplomazia nell’Italia napoleonica... ( quaderno de il
“Risorgimento”, Edizioni del Comune di Milano, 1998) che ricostruisce l’operato del
Ministero delle Relazioni Estere negli anni 1802-14. Diverse pubblicazioni allegate
riguardano temi che decisamente appartengono agli ambiti di competenza della storia
contemporanea, ma testimoniano comunque una apprezzabile ampiezza di interessi .
- In considerazione degli elementi sopra indicati la candidata merita considerazione ai fini
della presente valutazione comparativa.
Paolo Costantino Pissavino
- Pissavino si è laureato nel 1978; ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1990; ha
ottenuto diverse borse di studio e di ricerca presso istituti italiani e stranieri, fra cui il
Warburg Institute; ha collaborato alla organizzazione di diversi convegni scientifici anche
di rilevanza internazionale; è membro del Comitato scientifico della rivista “Archivio della
ragion di Stato”.
- Nell’a.a. 1992-3 è stato professore a contratto presso la Federico II di Napoli, nel 1994-5
e 1995-6 presso l’università di Pavia.
- Presenta una ottantina di pubblicazioni (circa metà delle quali recensioni e voci biobibliografiche) riguardanti soprattutto tematiche di storia del pensiero politico italiano della
prima età moderna e di storia politica e sociale della Lombardia spagnola. Il suo contributo
più ampio è la monografia Ludovico Zuccolo… (Nuova Italia editrice, 1984) che di Zuccolo
analizza l’operetta giovanile “de quantitate solis disceptatio” ancora lontana dagli interessi
etico- politici dello Zuccolo maturo e invece molto legata al dibattito scientifico tardo
cinquecentesco sulla validità e i limiti del modello aristotelico. Da segnalare anche la sua
analisi delle dinamiche del potere, fra realtà dei conflitti sociali e proiezioni ideologiche,
nello stato di Milano durante la dominazione spagnola, in Per un’immagine sistemica del
Milanese spagnolo… (negli atti del Convegno internazionale su “Lombardia borromaica
Lombardia spagnola 1554-1659”, Bulzoni 1995); il saggio sul trattato De officiis di della
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Casa, (in “Familia” del principe e famiglia aristocratica, a cura di C.Mozzarelli, Bulzoni
1988), di cui mette in luce i rapporti con il pensiero di altri autori del tempo; e il saggio
su Le forme della conservazione politica… ( in C.Vasoli, Le filosofie del rinascimento…,
Bruno Mondadori 2002) in cui analizza il pensiero di alcuni dei più importanti esponenti
dell’aristotelismo politico e teorizzatori della Ragion di stato italiani del XVI e XVII secolo..
- In considerazione degli elementi sopra indicati il candidato merita considerazione ai fini
della presente valutazione comparativa.
Valentino Sani
- Sani si è laureato nel 1992, ha conseguito il dottorato di ricerca nel 2000, ha partecipato
con sue comunicazioni ad alcuni convegni.
- Negli a.a. 1999-2000 e 2000-2001 è stato professore a contratto presso la S.S.I.S di
Ferrara.
- Presenta una ventina di pubblicazioni incentrate su diversi aspetti della storia di Ferrara
nel Settecento; il suo contributo di maggior respiro e organicità è la monografia La
rivoluzione senza rivoluzione (Franco Angeli, 2001) che ricostruisce con intelligenza ed
originalità, utilizzando un ampio ventaglio di fonti archivistiche conservate in numerosi
archivi italiani e stranieri, la trasformazione delle strutture politiche, amministrative, sociali
ed economiche di Ferrara e del suo territorio nel decennio 1787-97 che segnò la fine del
dominio pontificio e l’instaurazione della repubblica Cisalpina; da ricordare anche Ferrara
felice (Vecchierelli 1995) in cui pubblica l’opera inedita di Francesco Containi Della felicità
di Ferrara con una ampia introduzione che ricostruisce la biografia dell’autore e analizza i
contenuti dell’opera contestualizzandoli nella realtà politica, economica e sociale dello
“stato” di Ferrara nel tardo Settecento; e Politica e società a Comacchio (in Storia di
Comacchio nell’età contemporanea, a cura di A. Berselli, 2002), in cui analizza gli aspetti
più rilevanti della società comacchiese durante il periodo della dominazione francese.
- In considerazione degli elementi sopra indicati Valentino Sani è meritevole di essere
preso in considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
Genoveffa Palumbo
- Palumbo si è laureata e ha conseguito il dottorato di ricerca in date che nel suo
curriculum non sono specificate; ha vinto diverse borse di studio, di cui una presso
l’Università di Vienna; ha collaborato a numerosi progetti di ricerca; ha partecipato con sue
comunicazioni a numerosi convegni, alcuni di rilevanza internazionale
- dall’a.a. 1998-99 ha ricoperto per contratto diversi insegnamenti presso l’Istituto Suor
Orsola Benincasa, presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, presso l’Università di
Salerno e quella di Roma Tre.
- Presenta una cinquantina di pubblicazioni (di cui unadecina sono recensioni e schede),
prevalentemente incentrate su tematiche di storia delle manifestazioni di religiosità e
devozionalità in Italia nella prima età moderna, con particolare attenzione a quelle
femminili. Fra i suoi contributi si segnala per compattezza ed originalità la monografia
Speculum Peccatorum ( Liguori 1990) che si misura con il fortunato tema del
“disciplinamento sociale” della prima età moderna, analizzandone un aspetto poco
studiato, i catechismi per gli “idioti”: si tratta di un agile strumento di veicolazione di modelli
di comportamento, spesso corredato da un apparato iconografico semplice ed
immediatamente comprensibile, che costituì uno degli apporti più innovativi ed efficaci
della catechesi soprattutto gesuitica; dei più diffusi fra tali catechismi l’autrice analizza con
accuratezza la struttura e il “messaggio”. Da segnalare anche Giubileo Giubilei ( RAI
1999), ricca silloge di notizie sui più diversi aspetti del giubileo e del pellegrinaggio fra
basso medioevo ed età moderna, organizzate in modo originale e vivace, ed esposte con
un linguaggio piano ed accattivante; e L’esile traccia del nome (Liguori 2001) in cui,
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utilizzando come filo conduttore appunto i nomi, ricostruisce una fitta trama di storie
familiari – declinate soprattutto al femminile- che si intrecciano nel microcosmo dell’isola di
Procida fra età moderna e contemporanea.
- In considerazione degli elementi indicati la candidata merita considerazione ai fini della
presente valutazione comparativa.
Stefano Levati
- Levati si è laureato in Storia presso l’Università statale di Milano; si è perfezionato presso
la Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1995; è ricercatore dal 2000; ha partecipato con
sue comunicazioni e come organizzatore a numerosi convegni anche di rilievo
internazionale; è membro del comitato direttivo della rivista “Società e Storia”.
- Dal 2004 ricopre per affidamento un corso presso il corso di laurea in Lingue
dell’Università di Milano.
- Presenta una trentina di pubblicazioni prevalentemente incentrate su temi di storia
economica e sociale del Piemonte e della Lombardia nel XIX secolo, con particolare
attenzione al mondo del piccolo e grande commercio e della attività finanziaria, e alle
strategie e ai percorsi di ascesa familiare legati a tali attività; altri nuclei di interesse che si
possono evidenziare sono la storia militare italiana e la ridefinizione dei ceti dirigenti
lombardi in età napoleonica.
Nel primo gruppo di pubblicazioni si distingue per ampiezza del quadro cronologico e
ricchezza delle tematiche analizzate la monografia La nobiltà del lavoro (Franco Angeli,
1997) che ricostruisce non solo gli aspetti più specificamente economici ed organizzativi,
ma anche quelli culturali dell’attività commerciale e bancaria a Milano nell’800; la
fisionomia sociale del ceto mercantile- bancario; i rapporti fra capitale commercialefinanziario e proprietà della terra; le strategie di alleanza e ascesa sociale di alcune
famiglie di negozianti. Da segnalare anche la monografia Da “tencin” a banchieri ( Banca
Popolare di Intra, 1992) in cui viene ricostruita la ascesa economica e sociale della
famiglia Taccioli da piccoli commercianti attivi a Ghiffa, paesino sul lago Maggiore nel XVII
secolo, a ricchi mercanti a Milano nella prima metà del XIX ; e la monografia Giornalismo e
tutela degli interessi mercantili (Rubbettino 1999) che ricostruisce l’attività di Michele
Battaglia e del suo periodico l’ “Eco delle borsa” a favore della cultura imprenditoriale
milanese nei decenni centrali dell’’800. Nel secondo, meno nutrito gruppo di pubblicazioni,
si segnala La riorganizzazione amministrativa dell’esercito della repubblica
italiana…(“Società e storia”, 2001), che ricostruisce la riforma dell’esercito operata da
Francesco Melzi d’Eril e l’operato del Consiglio d’amministrazione della guerra dal 1802 al
1805. Nel complesso Levati presenta una produzione scientifica apprezzabile per
continuità, organicità e serietà
- In considerazione degli elementi sopra indicati Stefano Levati è meritevole di buona
considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
Simona Negruzzo
- Negruzzo si è laureata nel 1991; nel 1992 ha conseguito il D.E.A. presso l’Università
Marc Bloch di Strasbourg; nel 1996 ha conseguito il dottorato di ricerca; dal 2004 è
ricercatore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia; ha vinto diverse
borse di studio anche all’estero; ha partecipato con sue comunicazioni a convegni anche
di rilievo internazionale; ha partecipato a diversi progetti di ricerca; è membro del Consiglio
scientifico del CISUI.
- Dal 1999 ha svolto attività didattica di integrazione e supporto di corsi tenuti da altri.
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- Presenta una trentina di pubblicazioni (più numerose recensioni e schede) riguardanti
prevalentemente diversi aspetti della storia religiosa italiana e francese fra XVI e XVIII
secolo, con particolare interesse per quella delle istituzioni educative, soprattutto di livello
superiore, e per i luoghi e i modelli di formazione spirituale, culturale e professionale del
clero post tridentino. In questo ambito si segnalano la monografia Theologiam discere et
docere… (Cisalpino, 1995) che ricostruisce la storia della facoltà teologica di Pavia nel
XVI secolo, concentrandosi soprattutto sui rapporti fra la Facoltà, il clero secolare e gli
ordini regolari, sulla biografia “professionale” ed intellettuale dei docenti, su provenienza
e curriculum degli studenti immatricolati e laureati e sulle scelte della Facoltà rispetto ai
grandi dibattiti teologici del secolo; la monografia Collegi in forma di seminario…(editrice
La Scuola), che riprende il tema della formazione teologica affrontato nella monografia
precedente, ma, utilizzando una notevole mole di fonti conservate in numerosi archivi
italiani, ne amplia il quadro di riferimento, analizzando sistematicamente tutti i luoghi di
insegnamento attivi in Lombardia durante la dominazione spagnola; ed infine la
monografia L’armonia contesa (il Mulino 2005) che, anche in questo caso utilizzando un
ricco apparato documentario e bibliografico, affronta il tema del rapporto fra educazione e
costruzione delle identità collettive, con particolare attenzione alla strategia educativa dei
gesuiti, in Alsazia, zona di confine e di difficile ma culturalmente stimolante convivenza fra
cattolici e protestanti, dalla Riforma alla vigilia della Rivoluzione.
- Queste e le sue altre pubblicazioni denotano continuità e serietà del lavoro di ricerca,
finezza di analisi e padronanza delle fonti, chiarezza argomentativa ed espositiva.
- In considerazione degli elementi sopra indicati si ritiene Simona Negruzzo meritevole di
un giudizio pienamente positivo ai fini della presente valutazione comparativa.
Fabio Martelli
- Martelli si è laureato nel 1980; nel 1983 ha conseguito la Maitrise in “Sciences de
l’Homme” presso l’università di Lille III; è membro, anche con incarichi direttivi, di diversi
istituti culturali e di ricerca nazionali ed internazionali; ha partecipato con sue
comunicazioni a numerosi convegni di studio anche di rilevanza internazionale.
- Dal 1991 ha ricoperto per contratto diversi insegnamenti presso l’università di Pavia e
Bologna.
- Presenta una quarantina di pubblicazioni che affrontano un singolarmente ampio e
differenziato ventaglio di ambiti tematici e cronologici, riconducibili però in gran parte al
comune denominatore dell’ interesse per la storia delle idee politiche e in particolare per
l’analisi delle diverse forme che, in diversi contesti temporali, spaziali e culturali, assumono
l’uso e la manipolazione della tradizione storica al fine di costruire miti politici ed ideologie.
Fra le sue pubblicazioni si distingue per originalità e complessità (e per mole, constando di
oltre 1500 pagine) la monografia Le leggi, le Armi e il Principe… ( Pitagora 1990) in cui a
partire dalla puntuale ricostruzione della sua formazione culturale e delle sue res gestae
ed esperienze politico- militari durante la guerra dei Trent’anni ed i decenni successivi ,
l’autore analizza sistematicamente gli scritti e il pensiero di Raimondo Montecuccoli nel
contesto della cultura filosofica, politica, economica e scientifica del suo tempo e,
utilizzando con intelligenza e finezza un’ imponente mole di fonti conservate in numerosi
archivi italiani, francesi, tedeschi, austriaci, russi, ungheresi e polacchi e in gran parte
inutilizzate, costruisce un quadro della storia politica e intellettuale dell’Europa del ‘600 di
grande ricchezza e profondità. Di notevole rilievo per spessore culturale, finezza
interpretativa e capacità di muoversi con padronanza e competenza dalla storia antica a
quella contemporanea, sono anche altre monografie di Martelli che affrontano il tema
dell’uso politico- ideologico fatto in età moderna di figure e momenti della storia antica:
Percorsi dell’ “Antico”…(Pitagora, 1988), che ripercorre le rivisitazioni della figura di
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Costantino Magno e dell’opera di Polibio da parte degli “antiquari” della prima età moderna
che vengono così riscattati dalle angustie della storia dell’erudizione e restituiti alla loro
dimensione di protagonisti della costruzione di miti politici e dell’uso politico della cultura;
e Il mito politico di Cartagine… (Pitagora , 1989) che ripercorre le molteplici, e a volte
sorprendenti, riletture e trasfigurazioni del mito di Cartagine in contesti spazio temporali
molto diversi, da Dante e Petrarca a Guicciardini , Machiavelli e Vico, dalla Spagna del XV
e XVI secolo all’impero asburgico dell’età napoleonica. Della costruzione di miti ed identità
politica a partire dalla rivisitazione, manipolazione e invenzione della tradizione storica, ma
in un ambito geopolitico diverso, trattano anche le monografie La guerra di Bosnia (il
Mulino 1997) che analizza il ruolo della manipolazione della memoria storica e della
invenzione della tradizione nella tragedia bosniaca; Capire l’Albania (il Mulino 1998), che
ricostruisce le tappe della costruzione della identità albanese dall’antichità ad oggi; Lo zar
e il suo doppio (il Mulino 2001) che analizza l’elaborazione delle simbologie e metafore
dell’ideologia monarchica che sostengono e legittimano la politica di centralizzazione di
Ivan III, focalizzandosi sulla enigmatica e affascinante vicenda di Simeon Bekbulatovic.
- Queste e le sue altre pubblicazioni attestano una rara vivacità di interessi e una
ricchezza culturale che gli permette di muoversi con sicurezza in contesti temporali
spaziali e culturali estremanente diversi.
- In considerazione degli elementi sopra indicati il candidato, ai fini della presente
valutazione comparativa, va tenuto nella massima considerazione.
Raffaela Giampietro
Giampietro, laureata in Filosofia, non presenta né curriculum, né pubblicazioni: è pertanto
impossibile formulare una valutazione
Giudizi del prof. Gian Paolo Garavaglia
Arisi Rota Arianna
Dottore di ricerca (1992), ricercatrice a Pavia, la candidata è impegnata in regolare
attività didattica dal 2001 con supplenze e affidamenti di Storia del Risorgimento e Storia
della diplomazia.
La sua produzione, di buon livello scientifico ma quantitativamente alquanto limitata (una
ventina di pubblicazioni), è distribuita lungo il periodo che va dalla fine del Settecento al
pieno Novecento e risulta nel complesso assai articolata sia tematicamente che
cronologicamente, toccando temi di storia diplomatica, amministrativa, di politica estera, di
storia del giornalismo e della cultura. I filoni di ricerca più pertinenti l'ambito cronologico del
presente concorso riguardano l'Italia napoleonica (in particolare l'unica monografia,
Diplomazia nell'Italia napoleonica, 1998, 120 pp.) e i decenni dopo la Restaurazione cui
dedica lavori che attestano la sua maturazione di studiosa. Nel complesso è meritevole di
considerazione ai fini della valutazione comparativa.
Ferraresi Alessandra
La candidata ha fruito di una borsa di perfezionamento post-laurea (1977-8) e ha
conseguito un diploma di archivistica, paleografia e diplomatica (1979). Dal 1981 è
ricercatrice presso l'Università di Pavia. Dal 1997 ha coperto per affidamento vari
insegnamenti presso l'Università di Pavia.
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Interessata, per quanto concerne la storia moderna, a tre principali filoni di ricerca, la
storia delle professioni, la storia della scienza e la storia universitaria (con particolare
attenzione a Pavia), la produzione della candidata (con una quarantina di titoli) si
caratterizza per l’impegno costante nel tempo, la padronanza delle fonti e della
metodologia e per la conoscenza della letteratura sui temi trattati. Tralasciando alcuni
lavori che attengono più propriamente all’ambito tardo ottocentesco e contemporaneo, si
possono ricordare il cospicuo contributo sulla Formazione civile e militare tra Repubblica
e Regno d’Italia. Il caso di Pavia (2002), l'importante monografia dedicata alla formazione
degli ingegneri nel Piemonte sette-ottocentesco (2004), i lavori dedicati a Lazzaro
Spallanzani e gli studi sull'Università di Pavia che costituiscono solo alcuni esempi di un
percorso di ricerca coerente, maturo e ben articolato che
rende la candidata
particolarmente meritevole di considerazione ai fini della presente valutazione
comparativa.
Giampietro Raffaela
La candidata non presenta alcun titolo né didattico, né scientifico, e perciò non è possibile
alcun giudizio.
Levati Stefano
Il candidato, dopo la laurea in storia, ha ottenuto una borsa di perfezionamento alla
Normale (con tesi finale, 1995) ed è attualmente ricercatore dal 2000 presso l'Università di
Milano, dove copre dal 2004 per affidamento un corso di storia moderna.
Presenta una produzione di una trentina di titoli, costante nel tempo, che si sviluppa
lungo due principali ambiti di ricerca:
I. I ceti mercantili italiani tra la fine dell’antico regime e il primo Ottocento, visti sia dal
profilo sociale sia da quello più propriamente economico (cfr. Da “Tencin” a banchieri. I
Taccioli: l’ascesa economica e sociale…, 1992, e La nobiltà del lavoro: negozianti e
banchieri a Milano tra ancien règime e restaurazione, 1997, cui fa seguito, anche se
cronologicamente più spostato in avanti, il lavoro Giornalismo e tutela degli interessi
mercantili. Michele Battaglia (1800-1870), 1999); a questo tema si agganciano per molti
versi i lavori di taglio storiografico sul notariato, i mestieri e le classi medie (4 contributi);
II. L’esercito della Repubblica Cisalpina e della Repubblica italiana sotto disparati aspetti:
reclutamento e carriere, approvvigionamento, amministrazione, politica (con 5 articoli).
Nel complesso il candidato rivela apprezzabili capacità di ricerca che già appaiono
buone nei primi lavori e che sono venute ulteriormente maturando nel corso degli anni sia
nei contenuti sia nella padronanza delle fonti e della letteratura dei temi trattati.
E' decisamente meritevole di considerazione ai fini della presente valutazione.
Martelli Fabio
Dopo una laurea in Storia Romana (1980) e la Maitrise in Sciences de l’Homme (1983) a
Lille, il candidato ha svolto a vario titoli, dal 1991 attività didattica in diversi settori
disciplinari presso le università di Pavia e di Bologna che riflettono l'ampiezza e la
differenziazione dei suoi interessi.
La sua produzione è infatti assai ricca e consiste di oltre cento titoli, solo una quarantina
dei quali presentati ai fini dell'attuale concorso tra cui sei monografie per svariate migliaia
di pagine. Accanto a lavori propriamente di Storia del pensiero politico, dal punto di vista
scientifico i migliori (tra cui si possono citare le monografie Percorsi dell’”Antico” in età
moderna tra ideologia e politica culturale, 1988, Il mito di Cartagine nel pensiero politico
moderno, 1989, e quella dedicata con spunti originali, non sempre seguiti
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conseguevolmente, al pensiero di Raimondo Montecuccoli, 1990, di ben 1613 pp.),
presenta saggi dedicati a tematiche assai diverse fra loro, da quelli di storia della medicina
agli studi su aspetti specifici dell’Europa orientale (Un ‘riconoscimento’ persiano di Mosca
Terza Roma?, 2002, e Fine di Bisanzio fine di Mosca. Elementi di teologia politica in Ivan
Semenovic Peresvetot, 2004), ad altri sul pensiero economico (Le nuove istanze
mercantili dell’età delle riforme nello Stato di Milano: il problema dell’accesso
dell’economia lombarda in Mediterraneo nei modelli di sviluppo di politici ed economisti
imperiali del XVIII secolo, 1996), per ricordare solo alcuni temi, che si alternano nel corso
degli anni, insieme ad articoli di taglio alto-divulgativo (ad es. i contributi alla "Strenna
Storica Bolognese" o Indigeni e stranieri nella cultura europea, 2003) e ad altri più
marcatamente storiografici.
Tuttavia la sicura conoscenza delle fonti e della letteratura e la maturità di cui dà prova
costante il candidato finiscono a volte per essere sommerse nella poliedricità e vastità dei
suoi interessi con la conseguenza che il suo percorso di ricerca può risultare frammentato
e la sua produzione diseguale nel tempo, il che non lo rende nel complesso immeritevole
di considerazione ai fini del presente concorso.
Negruzzo Simona
La candidata, dopo diploma a Strasburgo e il dottorato (1996) e il post-dottorato (2000),
ottiene un assegno di ricerca; dal 2004 è ricercatrice a Brescia, dove svolge dal 2002
compiti didattici.
Presenta oltre a una trentina di lavori, tutti di buon livello scientifico, che testimoniano
continuità nel tempo e una sicura padronanza delle fonti e della vastissima bibliografia. Il
suo percorso di studiosa segue due principali filoni di ricerca. Alla storia delle istituzioni
educative (università, seminari) e alla formazione delle élites in età moderna sono
dedicate quattro interessanti monografie (Theologiam discere et docere. La facoltà
teologica di Pavia nel XVI secolo, 1995, "Collegij a forma di Seminario", 2001 e i due più
recenti volumi dedicati all'educazione in Alsazia, 2003 e 2005, da cui emergono risultati
interessanti e originali), oltre a numerosi articoli stampati in pubblicazioni italiane e
straniere, con particolare attenzione alla realtà pavese. I suoi interessi inoltre sono
orientati verso specifiche problematiche di storia della chiesa e del cristianesimo (liturgia,
missioni, istituzioni caritative) cui ha dedicato studi più brevi. Decisamente meritevole di
considerazione ai fini della valutazione comparativa.
Palumbo Genoveffa
La candidata ha conseguito il dottorato a Napoli, dove dal 1993 svolge attività didattica a
vario titolo.
La sua consistente e articolata produzione (ricca di quattro monografie e una
cinquantina di articoli) rivela un impegno costante nel tempo lungo due principali filoni di
ricerca.
Da un lato vi sono le problematiche religiose del Cinque-Seicento, con particolare
riguardo tra l'altro (e qui la candidata risulta particolarmente originale) all'utilizzo delle
immagini a scopi normativi e parenetici (si veda ad es. la monografia Speculum
Peccatorum. Frammenti di storia nello specchio delle immagini tra Cinque e Seicento,
1990), ma anche a fini più genericamente conoscitivi (è il caso dell'interessante saggio
L'immagine e la parola: il progresso della conoscenza dell'Asia e dell'Africa..., 1989), ai
pellegrinaggi e ai giubilei (cfr., tra l'altro, la monografia Giubileo giubilei. Pellegrini e
pellegrine, riti, santi, immagini per una storia dei sacri itinerari, 1999, basata su un'ampia
documentazione di fonti manoscritte edite e a stampa e che costituisce un'opera di
28
sintesi), problematiche che la candidata affronta con padronanza della metodologia e delle
fonti (come dimostra ad es. la monografia L'olio che sana ogni male. Superstizione e
taumaturgia in un processo inquisitoriale..., 1990, che reca in appendice la trascrizione
degli atti processuali).
Un buon livello emerge anche da alcuni dei lavori dedicati al secondo filone di ricerca,
spesso legati alle ricerche del precedente filone, la storia delle donne, oggetto di una
monografia (L'esile traccia del nome. Storie di donne, storie di famiglie in un'isola del
Napoletano..., 2001) in cui aspetti di storia religiosa e sociale, di demografia, di
genealogia, di onomastica si sposano in una interessante sintesi che contribuisce a
delineare "varie storie, legate tutte, anche se in forme diverse, all'isola di Procida". In totale
a tematiche di gender history è dedicati una quindicina di lavori.
La candidata è meritevole di considerazione ai fini della valutazione comparativa.
Pissavino Paolo Costantino
Il candidato, laureato in filosofia, consegue il dottorato in storia nel 1990 e usufruisce di
varie borse in Italia e all'estero; svolge attività didattica dal 1992 a Napoli e poi a Pavia.
Presenta lavori pregevoli in cui affronta sostanzialmente tematiche cinque-secentesche
di storia delle dottrine politiche e del pensiero politico, spesso rasentanti la storia della
filosofia, con oltre quaranta articoli (senza tener conto delle recensioni) ma con una sola,
breve monografia (Lodovico Zuccolo. Dall'audizione a corte alla politica, 1984, di circa 150
pp.). La partecipazione a alcune curatele (tra cui Le filosofie del Rinascimento, 2002, e I
Decembrio e la tradizione della Repubblica di Platone tra Medioevo e Umanesimo, 2005)
sottolinea fortemente gli interessi filosofici del candidato; poche le vere eccezioni, tra cui il
contributo agli atti del convegno su Lombardia borromaica Lombardia spagnola, 1995 da
cui emergono interessi per la storia politica e sociale.
La sua produzione, seppur documentata e attenta alla bibliografia, pare, dal punto di
vista propriamente storico, il risultato di un percorso di ricerca alquanto frammentario, che
ancora non ha prodotto una vera monografia, anche se nel complesso meritevole di
considerazione.
Pizzorusso Giovanni
Il candidato ha conseguito il dottorato nel 1993 e ha usufruito di varie borse di studio,
lavorando a lungo anche all'estero. Dal 2002 insegna a contratto Storia dell'età della
Riforma e della Contoriforma a Chieti.
La produzione scientifica del candidato, che comprende quasi quaranta titoli (escludendo
le recensioni), verte nella stragrande maggioranza sulla storia dell'America settentrionale e
di quella meridionale, con una decisa propensione alla storia delle missioni. Da questo
punto di vista i suoi saggi offrono un'articolata ed approfondita panoramica di vari aspetti
della storia di quest'area del mondo, vista soprattutto attraverso il materiale degli archivi
della Congregazione di Propaganda Fide e della Santa Sede. Tra tutti emerge l'unica
monografia, dedicata a Roma nei Caraibi (1995), basata sulla tesi di dottorato (1993).
Alcuni brevi saggi sono dedicati invece a tematiche italiane (I fenomeni migratori in Italia
nel Medioevo e nell'età moderna, del 1990, Luoghi, metodi e fonti dell'espansione
missionaria tra Medio Evo ed Età Moderna: l'affermarsi della centralità romana, del 1992,
Una regione virtuale: il Lazio da Martino V a Pio VI, del 1996), che sottolineano l'ampiezza
dei suoi interessi, seppur con risultati diseguali.
Tralasciando i vari contributi pubblicati in collaborazione con altri studiosi (tra cui alcune
curatele), vanno poi ricordati i lavori dedicati ad inventari archivistici incentrati sul materiale
di Propaganda Fide e dell'Archivio Segreto Vaticano, ma non solo, frutto di vaste
29
conoscenze che hanno permesso al candidato di produrre utili strumenti di ricerca con
competenza e maturità. Risulta meritevole di considerazione ai fini della valutazione
comparativa.
Sani Valentino
Ha conseguito il dottorato nel 2000 e ha goduto di un assegno di ricerca dal 2002 al
2004, svolgendo attività di ricerca a vario titolo dal 1999.
Per quanto incentrata sulla storia di Ferrara e del Ferrarese nel Settecento e in età
napoleonica, la produzione del candidato (con cinque monografie di buon livello tra cui
merita una citazione almeno il bel volume dal titolo La rivoluzione senza rivoluzione.
Potere e società a Ferrara dal tramondo della legazione pontificia alla nascita della
Repubblica cisalpina, 2001, e undici articoli) rivela un impegno costante nella ricerca e una
crescente maturazione che si esplicita nella padronanza delle metodologie, delle fonti
archivistiche e a stampa e della bibliografia lungo un percorso che promette buoni risultati
anche per il futuro. Certamente meritevole di considerazione ai fini della valutazione
comparativa.
Giudizi del prof. Carlo Capra
ARISI ROTA ARIANNA
Laureata in Scienze politiche all’Università di Pavia, ha conseguito nel 1992 il titolo di
dottore di ricerca in “Storia della società europea” presso l’Università degli Studi di Milano,
e dall’anno successivo è ricercatrice presso la cattedra di Storia moderna della Facoltà di
scienze politiche nell’ateneo pavese. A partire dall’a.a. 2001-2002 è inoltre titolare per
affidamento dell’insegnamento di Storia della diplomazia presso la stessa Facoltà.
La candidata presenta diciotto pubblicazioni, di cui le prime quattro, risalenti agli anni
1988-90, riguardano la politica estera italiana nel periodo fascista; ne fa parte un utile e
ben costruito, anche se scarsamente originale, volumetto di sintesi, La diplomazia del
ventennio. Il tema della politica estera rimane dominante anche nella successiva
produzione modernistica, incentrata sul periodo rivoluzionario e napoleonico. Le strutture e
il personale del Ministero degli esteri della Repubblica Italiana e del regno d’Italia sono il
tema della ben documentata ricerca pubblicata nel 1998, Diplomazia nell’Italia
napoleonica. Spunti interessanti contengono anche alcuni contributi minori, in particolare il
saggio del 1999 Le rivoluzioni e l’amministrazione delle relazioni estere: Stati Uniti e
Francia. A un più recente filone di studi appartiene la monografia del 2003, Il processo alla
Giovine Italia in Lombardia (1833-1835), basata su una documentazione arhivistica già
nota, ma non ancora sfruttata a fondo. Di particolare rilievo, accanto alla puntuale
ricostruzione delle vicende processuali, sono ivi le pagine dedicate alla fisionomia sociale
e agli interessi culturali degli imputati.
Benchè quantitativamente ancora esile, la produzione scientifica di Arianna Arisi Rota si
fa apprezzare per equilibrio e qualità espositive e indica una sicura maturazione della
candidata in termini di crescente originalità e capacità di elaborazione critica.
FERRARESI ALESSANDRA
Laureata in Lettere all’Università di Pavia, presso lo stesso ateneo Alessandra Ferraresi
ha trascorso tutta la sua carriera accademica, dapprima come borsista, poi come
ricercatrice (confermata dal 1981). Dal 2000-2001 ricopre per affidamento l’insegnamento
di Storia moderna presso la Facoltà di Lettere e filosofia.
30
La candidata presenta una cinquantina di pubblicazioni. Fin dai primi anni dopo la
laurea le sue ricerche si sono indirizzate verso la storia dell’istruzione, delle professioni
colte e dell’organizzazione del sapere, estendendosi da un lato a indagini
sull’alfabetizzazione, dall’altro allo studio di singole figure di letterati e scienziati. Sul primo
versante è da segnalare il saggio del 1991 sull’alfabetizzazione nell’Oltrepò pavese, che
utilizza come fonte principale i registri di matrimonio redatti secondo le norme del Codice
Civile napoleonico; sul secondo spiccano i lavori su Giuseppe Gaspare Belcredi e la sua
miscellanea (1986 e 1990), su Galileo Ferraris (1997), Lazzaro Spallanzani (1999),
Francesco Brioschi (2000) e Valentino Brusati (2003). Ma il grosso della produzione della
candidata è indubbiamente costituito dai contributi relativi alle strutture universitarie e
museali e alla formazione del personale tecnico-scientifico (ingegneri, architetti,
agrimensori) in due regioni chiave per lo sviluppo dell’economia italiana come il Piemonte
e la Lombardia. Dalle giovanili ricerche sulle vicende del Museo industriale di Torino nella
seconda metà dell’Ottocento (1979 e 1983) si è passati per quanto riguarda il Piemonte
alla ricostruzione dell’attività della Scuola superiore di elettrotecnica istituita nel 1886
(1995) e all’indagine sulla formazione e la professione degli ingegneri (2000). Al centro
degli studi di ambito lombardo è l’ateneo pavese, di cui sono stati indagati in particolare il
curriculum delle arti in età spagnola (1995), le riforme teresiane e giuseppine e soprattutto
l’evoluzione degli insegnamenti e delle dotazioni scientifiche tra Sette e Ottocento (1991,
1994, 1998, 1999, 2001-2004).
Allo sbocco di questa intensa attività di ricerca si collocano alcuni pregevoli lavori di
sintesi: la monografia del 2004, pubblicata nelle edizioni del Mulino di Bologna, sulla
formazione degli ingegneri in Piemonte dall’antico regime all’Unità d’Italia e gli ampi saggi
sull’Università di Pavia tra Sette e Ottocento (pubblicato nel 2000 nel V volume della Storia
di Pavia), sulle università italiane dall’età francese all’Unità (in corso di stampa nella nuova
Storia delle Università in Italia) e sulla Formazione professionale civile e militare tra
Repubblica e Regno d’Italia (pure in corso di stampa). Da non trascurare, a margine di tali
interessi, i contributi relativi alla didattica della storia.
Dal complesso di questa produzione, scaglionata con continuità e con intensità
crescente nell’arco di un trentennio, si ritrae il profilo di una studiosa solida, operosa e
matura, che unisce lo scrupolo della documentazione alla capacità di interpretazione e di
sintesi e che si muove con disinvoltura lungo sentieri poco praticati dalla maggior parte
degli storici moderni. Accanto all’attività di ricerca individuale sono da segnalare
l’organizzazione di convegni e la partecipazione con riconosciuta autorevolezza a gruppi di
studio nazionali e internazionali. La candidata appare in conclusione degna di attenta
considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
GIAMPIETRO RAFFAELA
L’assoluta mancanza di titoli e di pubblicazioni rende impossibile un qualsiasi giudizio
sulla candidata.
LEVATI STEFANO
Laureato in Storia presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito il dottorato di
ricerca in Storia nel 1995 dopo aver frequentato la scuola di perfezionamento della Scuola
Normale Superiore di Pisa. Ha fruito di una borsa post-dottorato presso l’Università di
Verona e dal 2000 è ricercatore per il settore scientifico-disciplinare di Storia moderna
presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Dal 2004 è
inoltre titolare per affidamento dell’insegnamento di Storia moderna per il Corso di laurea
in Lingue. Ha partecipato anche con funzioni di coordinamento a varie iniziative di studio e
di ricerca nazionali e internazionali.
31
Il candidato presenta una trentina di pubblicazioni, quasi tutte vertenti su temi di storia
economica e sociale lombarda tra l’antico regime e l’età del Risorgimento (fa eccezione
una rassegna degli studi sulla venalità degli uffici nello Stato Pontificio tra XVI e XVII
secolo). Dai primi lavori sul commercio del vino e sull’ascesa di una famiglia di mercanti di
tale derrata originaria del Lago Maggiore, i Taccioli, Levati è venuto estendendo le proprie
ricerche all’intero ceto dei “negozianti” milanesi, che univa l’attività creditizia al commercio
della seta e che seppe cogliere le occasioni offerte dalla congiuntura napoleonica per
un’affermazione sul terreno economico e sociale tale da farne, anche sul piano dei valori,
un rivale dell’aristocrazia fondiaria. Frutto principale di queste ricerche è la monografia,
pubblicata nel 1997, La nobiltà del lavoro. Negozianti e banchieri a Milano tra Ancien
Régime e Restaurazione, che grazie al ricorso massiccio alle fonti d’archivio e in
particolare agli atti notarili ha profondamente rinnovato e arricchito la conoscenza di
questa categoria sociale. Gli studi più recenti del candidato hanno riguardato tra l’altro la
rappresentazione degli interessi mercantili nella pubblicistica lombarda attraverso la figura
di Michele Battaglia e il suo giornale “L’eco della borsa” (oggetto di una nuova monografia
nel 1999); l’approfondimento metodologico delle questioni legate all’utilizzo delle fonti
notarili; l’amministrazione militare negli anni della Repubblica Italiana e del Regno d’Italia e
in particolare il sistema degli appalti; infine le traiettorie di alcuni protagonisti della vita
politica ed economica della Lombardia del primo Ottocento, come Giovan Battista
Sommariva, i Ciani, i Mellerio.
Dal complesso di questa produzione, assai rilevante per quantità e qualità, si ricava il
profilo di uno studioso solido, operoso e maturo, che merita di essere preso in attenta
considerazione nel quadro della presente valutazione comparativa.
MARTELLI FABIO
Laureato in Storia romana nel 1980, ha goduto nel 1982-83 di una borsa di studio
presso l’Università di Lille III. Negli ultimi 15 anni ha tenuto per affidamento, a Pavia, a
Bologna e a Ravenna, corsi universitari in varie discipline, dalla Storia delle scoperte
anatomiche alla Caucasologia, da Storia e istituzioni dell’Asia alla Storia moderna. Ha
partecipato a un gran numero di convegni sui più vari argomenti e fa parte di vari
organismi culturali.
Ai fini della presente valutazione comparativa Fabio Martelli presenta una trentina di
pubblicazioni, di cui fanno parte ben sei volumi monografici per un totale di oltre tremila
pagine. Tre monografie, pubblicate negli anni 1988-90, riguardano la presenza di miti e
modelli dell’antichità nell’età medievale e moderna. Se nella prima, Percorsi dell’antico in
età moderna tra ideologia e politica culturale, appare difficile enucleare un qualsiasi filo
conduttore, nel’affastellarsi dei temi e nel disordine dell’esposizione, e sono molto
numerosi gli errori di fatto, di punteggiatura e di stampa, tali difetti si attenuano, senza
scomparire, nelle due successive, Il mito di Cartagine nel pensiero politico di età moderna,
che parte dai comuni italiani dei secoli XIII-XIV e da Ibn Khaldun per arrivare fino a Vico, a
Leibniz e al progetto di un impero africano per gli Asburgo, e Le Leggi, le Armi e il
Principe: studi sul pensiero politico di Raimondo Montecuccoli, che non solo per la mole si
presenta come la più impegnativa fatica del candidato fino ad oggi. Del Montecuccoli
l’autore si propone di analizzare e rivalutare non tanto il ben noto contributo all’arte della
guerra e alla riorganizzazione dell’esercito imperiale, quanto la formazione culturale e
l’originale rielaborazione delle tematiche della ragion di Stato e dell’assolutismo; a tal fine
attinge a una vastissima documentazione di varia natura, conservata in archivi e
biblioteche di mezza Europa, oltrechè a una bibliografia in molte lingue, compreso
l’Ungherese. Qua e là si ritrae l’impressione di una certa forzatura dei testi e dei
documenti, come nel capitolo II dove il Martelli cerca di dimostrare con indizi congetturali
32
la partecipazione del condottiero modenese alla preparazione dell’assassinio del
Wallenstein, o nella delineazione dei suoi contraddittori atteggiamenti durante la guerra di
Castro e Ronciglione, o come quando (capitolo X, 6) la sua condotta temporeggiatrice
nella guerra in difesa dell’Olanda contro la Francia tra il 1673 e il 1676 è attribuita a una
sua adesione alla politica antiprotestante del Papato (verso il quale Montecuccoli si era
mostrato in precedenza ben poco devoto) e al timore di un collasso della monarchia di
Luigi XIV. Più in generale il rilievo dato ad alcuni momenti e aspetti della biografia del
personaggio sembra dovuto più alla disponibilità di loquaci fonti diplomatiche (come i
carteggi del nunzio Buonvisi o dell’inviato toscano Magalotti, forse troppo generosamente
citati) che a una necessità interna; e va detto che una maggiore capacità di sintesi e un più
attento controllo dello stile, del lessico e della punteggiatura avrebbero sicuramente
giovato all’opera. Rimane però la ragguardevole messe di nuove acquisizioni e nuove
interpretazioni come frutto positivo di questa ingente ricerca.
A un intento in parte divulgativo rispondono i due più recenti volumi sulla guerra di
Bosnia e sull’Albania, dove è preminente l’interesse per i problemi contemporanei; mentre
nelle stesse edizioni del Mulino la monografia Lo zar e il suo doppio, incentrata sul regno
di Ivan il Terribile (ma con prolungamenti che giungono fino a Stalin), si inserisce in un
filone di studi sull’organizzazione e la simbologia del potere nella Russia della prima età
moderna che ha dato altri frutti cospicui nell’ampio saggio su Ivan Semenetovic
Peresvetov e in quello sul riconoscimento persiano di Mosca come Terza Roma, entrambi
pubblicati sulla rivista “Bizantinistica”.
Carattere più occasionale e frammentario sembra presentare il resto della produzione
saggistica di Martelli, spesso attinente a episodi o protagonisti della storia bolognese e a
volte viziato da unilateralità intepretative o da incompleta informazione bibliografica (come
in particolare nei due saggi su Gian Luca Pallavicini).
Fabio Martelli si presenta, in conclusione, come uno studioso di stupefacente operosità
e versatilità, e degno perciò di considerazione ai fini della presente valutazione
comparativa, ma nei suoi studi, non sempre affidabili, si desiderebbero un maggiore
autocontrollo e un più attento lavoro di lima.
SIMONA NEGRUZZO
Laureata in Lettere presso l’Università di Pavia, Simona Negruzzo è anche titolare di un
Diplome d’études approfondies ottenuto nel 1992 presso la Facoltà di Storia dell’Università
Marc Bloch di Strasburgo e di un dottorato di ricerca in Storia della società europea
conseguito nel 1996 presso l’Università degli Studi di Milano. Negli anni successivi ha
fruito di borse di studio e assegni di ricerca e nel 2004 ha preso servizio come ricercatrice
di Storia moderna presso la sede di Brescia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
La candidata presenta una trentina di pubblicazioni. Fin dall’inizio i suoi interessi di
ricerca si sono rivolti alla storia delle istituzioni educative e in particolare alla formazione
del clero in ambito lombardo. La produzione scientifica relativa a tali temi (oltre una
ventina di saggi e interventi pubblicati a partire dal 1993) si può considerare compendiata
da due monografie pubblicate rispettivamente nel 1995 e nel 2001: Theologiam discere et
docere. La facoltà teologica di Pavia nel secolo XVI e Collegij in forma di seminario. Il
sistema di formazione teologica nello Stato di Milano in età spagnola. Alcuni limiti presenti
nel primo di questi lavori (qualche residuo scolastico e qualche eccesso di analiticità nella
rassegna dei docenti di teologia) appaiono superati nel secondo, che allarga lo sguardo a
tutto lo Stato milanese tra Cinque e Seicento e pone al centro dell’attenzione il concetto di
sistema, di integrazione tra vecchie e nuove istituzioni educative (l’Università, i collegi e le
scuole degli ordini regolari, i seminari), privilegiando l’indagine sulle strutture, sulle
discipline, sul reclutamento e la fisionomia di professori e studenti rispetto ai contenuti
33
dell’insegnamento. L’autrice padroneggia una vastissima bibliografia e utilizza ed elabora
una notevole mole di materiali inediti reperiti in parecchi archivi e biblioteche italiani e
stranieri. Le stesse doti di scrupolosità e di ampiezza della documentazione si ritrovano
nella fatica più recente di Simona Negruzzo, il volume stampato nelle edizioni del Mulino
su L’armonia contesa. Identità ed educazione nell’Alsazia moderna. La peculiarità del
caso alsaziano, quella di una regione e di una città, Strasburgo, divise tra identità tedesca
e influenza francese, tra riforma luterana e controriforma cattolica, è indagata
principalmente (ma non solo) attraverso il prisma delle istituzioni scolastiche e universitarie
per tutto l’arco dell’età moderna, fino alle soglie della Rivoluzione del 1789, con risultati
spesso significativi e interessanti. Il profilo complessivo della candidata è quello di una
studiosa impegnata e preparata, i cui orizzonti storiografici e culturali appaiono in costante
espansione, e che merita perciò di essere presa in considerazione nel quadro della
presente valutazione comparativa.
PALUMBO GENOVEFFA
Laureata in Lettere presso l’Università Federico II di Napoli e diplomata in archivistica e
paleografia, ha insegnato materie letterarie nei licei e tenuto per contratto diversi
insegnamenti presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli e l’Università di Roma Tre.
Ha partecipato e partecipa a vari gruppi di ricerca e a numerosi convegni nazionali e
internazionali.
Ai fini della presente valutazione comparativa la candidata sottopone 45 pubblicazioni,
scaglionate nell’arco del ventennio 1986-2005, oltre ad alcune recensioni. Fin dall’inizio i
suoi interessi di ricerca si sono rivolti alla storia della vita religiosa e della pietà, con
particolare riguardo
ai temi dell’iconografia, della santità, delle devozioni popolari e di quello che ha definito
“cristianesimo delle cose”. Nella fase iniziale dei suoi studi spiccano la pubblicazione, con
ampia introduzione, degli atti di un processo inquisitoriale napoletano, L’olio che sana
ogni male. Superstizione e taumaturgia in un processo inquisitoriale di fine Seicento, e la
monografia Speculum Peccatorum. Frammenti di storia nello specchio delle immagini tra
Cinque e Seicento. Soprattutto la seconda costituisce un contributo originale per la scelta
della fonte, i catechismi gesuitici, le somme confessionali e altri testi devozionali, e per lo
sforzo di ricostruire attraverso il linguaggio delle rozze immagini ivi contenute (e
doviziosamente riprodotte e commentate dall’autrice) l’evoluzione dei concetti morali e dei
precetti religiosi. Un’opera di sintesi, più che una monografia, si può considerare il terzo e
più massiccio volume dato alla luce da Genoveffa Palumbo nel 1999, Giubileo giubilei.
Pellegrini e pellegrine, riti, santi, immagini per una storia dei sacri itinerari. Mentre i primi e
l’ultimo capitolo rivolgono uno sguardo generale ai pellegrinaggi di epoca medievale e
moderna sia in ambito europeo sia nel Medio Oriente, tutta la parte centrale del lavoro è
specificamente dedicata ai giubilei indetti dai pontefici romani a partire dal 1300: sulla
base di una vasta consultazione delle fonti a stampa e della letteratura storiografica sono
indagati gli itinerari e i modi di viaggio dei pellegrini, i luoghi e gli oggetti del culto
(basiliche, chiese, reliquie, santi, cerimonie, processioni ecc.), l’organizzazione
dell’ospitalità e dell’assistenza. Il libro è ben scritto e ben costruito, e si legge sempre con
interesse; si può forse osservare, tuttavia, che ciò che si guadagna in ampiezza e varietà
di riferimenti, rispetto alle prime prove della candidata, si perde almeno in parte in
originalità, e che l’approccio tematico e descrittivo sacrifica nell’esposizione, che accosta
tra loro esperienze lontane anche di parecchi secoli, i processi evolutivi. La sottolineatura
della partecipazione femminile implicita nel sottotitolo di quest’opera, Pellegrini e
pellegrine, si ritrova in larga parte della produzione saggistica più recente di Genoveffa
Palumbo, caratterizzata da una certa ripetitività e talvolta dal prevalere di tesi e parole
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d’ordine proprie della “gender history” sulla contestualizzazione storica concreta. Si
ricollega a tali indirizzi, e al tempo stesso ai metodi della microstoria, una recente
monografia (L’esile traccia del nome, 2001) che fa perno sulla ricostruzione genealogica di
un segmento della popolazione dell’isola di Procida per ricostruire frammenti di vita
vissuta, reti parentali e sedimentazioni culturali.
Non sempre i risultati delle ricerche di Genoveffa Palumbo appaiono all’altezza delle
ambizioni,
ma la sua ricca produzione, oltre ad essere prova di una grande operosità, si colloca con
un proprio segno inconfondibile nell’attuale panorama della storiografia religiosa e
antropologico-culturale. La candidata può a mio giudizio essere presa in considerazione
nel quadro della presente valutazione comparativa.
PISSAVINO PAOLO COSTANTINO
Laureato in filosofia presso l’Università degli Studi di Pavia, il candidato ha conseguito nel
1982 il diploma di perfezionamento in filosofia nello stesso ateneo e nel 1990 il titolo di
dottore di ricerca in storia (“Storia della società europea”). Ha goduto di borse di studio
concesse da vari enti, tra cui la Fondazione Luigi Einaudi e il Warburg Institute di Londra,
e di un assegno di ricerca biennale conferitogli dall’Università degli Studi di Pavia tra il
1999 e il 2001. Ha tenuto per contratto corsi universitari di Storia delle dottrine politiche e
ha partecipato all’organizzazione di mostre e convegni nazionali e internazionali.
Attualmente è titolare di una cattedra di Filosofia e storia in un Liceo scientifico statale.
Il candidato presenta una quarantina di pubblicazioni al netto di recensioni, brevi
interventi e schede bio-bibliografiche. Tale produzione, distribuita con regolarità nell’arco
degli ultimi venticinque anni, verte in massima parte sul pensiero politico italiano dei secoli
XV-XVII, indagato sia attraverso le figure di singoli scrittori e trattatisti (come Francesco
Maria Pirogallo, Lodovico Zuccolo, Flavio Belcredi, Enrico Farnese, Giovanni Della Casa,
Francesco De Vieri, Lodovico Settala, Girolamo Cardano, Uberto Decembrio), sia con tagli
tematici riguardanti ad esempio il mondo delle corti, le immagini della città e dello Stato, il
pauperismo, le accademie. Sono pregi indubbi di queste ricerche la grande familiarità con
la letteratura in senso lato politica del periodo considerato, la larghezza dell’informazione
bibliografica, la presenza di molti spunti originali e l’acutezza di molte osservazioni. A tali
qualità vanno però congiunte una frequente disorganicità nell’esposizione, di cui è spia il
proliferare delle note che spesso superano di gran lunga il testo per estensione, una certa
tendenza alla ripetitività e talvolta il ricorso a formule ad effetto e a un periodare
sovrabbondante e involuto. Meno convincenti appaiono in particolare i contributi che
affrontano una tematica più propriamente storica (anziché di storia del pensiero filosoficopolitico) come per esempio i contributi su Vigevano nell’età del Rinascimento o l’ampio
saggio del 1995 (compreso in una raccolta di cui Pissavino è uno dei due curatori)
intitolato significativamente Per un’immagine sistemica del Milanese spagnolo. Lo Stato di
Milano come arena di potere, o ancora il recente profilo dello Stato svizzero. E’ da rilevare
inoltre che la notevole operosità del candidato si è tradotta finora nella stesura di una sola
monografia di non grande spessore e risalente al 1984 (Lodovico Zuccolo. Dall’audizione
a corte alla politica).
Il profilo complessivo del candidato è comunque quello di uno studioso serio e
preparato, da cui è lecito attendersi prove di maggiore impegno e respiro.
PIZZORUSSO GIOVANNI
Laureato in Lettere all’Università di Pisa, ha conseguito nel 1993 il titolo di dottore di
ricerca in Storia della Americhe presso l’Università di Genova, e dal 1994 è insegnante di
ruolo di materie letterarie nelle scuole medie superiori. Ha fruito di borse e di assegni di
ricerca presso il Centro Accademico Canadese in Italia, presso l’Istituto Storico Italiano per
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l’età moderna e contemporanea e presso la Giunta Centrale degli studi storici, e dal 2002
è docente a contratto di Storia dell’età della Riforma e della Controriforma presso
l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti. Ha partecipato anche con funzioni di coordinamento
a diversi gruppi e iniziative di ricerca nazionali e internazionali.
Fin dai primi anni Novanta l’attività di ricerca di Giovanni Pizzorusso,che si
èconcretata in una quarantina di pubblicazioni, si è rivolta in due direzioni fondamentali: lo
studio della presenza della Chiesa cattolica e degli ordini regolari nelle colonie americane
durante la prima età moderna e la considerazione del fenomeno migratorio nell’Italia
moderna e contemporanea. Frutto della rielaborazione della tesi di dottorato è, sul primo
versante, l’ampia monografia Roma nei Caraibi. L’organizzazione delle missioni cattoliche
nelle Antille francesi e in Guyana (1635-1675), che fondandosi principalmente sull’archivio
della Congregazione de Propaganda Fide fa piena luce sia sullo sforzo centralizzatore
dell’organo pontificio, sia sulla iniziativa autonoma degli ordini regolari, sia infine sui
tentativi di evangelizzazione degli indiani e poi degli schiavi neri, il tutto in un rapporto di
collaborazione/rivalità con le autorità coloniali francesi. Sono opportunamente messi in
rilievo i parallelismi e le differenze con la situazione canadese e non sono trascurate le
iniziative promosse dai missionari anche in direzione delle Antille anglo-olandesi.
Numerosi sono i saggi successivamente pubblicati dal candidato che approfondiscono
singoli aspetti e momenti di questa vicenda o si soffermano sui caratteri e la struttura della
documentazione archivistica. Non altrettanto originali sono i risultati dell’altro filone di
ricerche, che si limitano per lo più a sguardi d’assieme o a rassegne sui flussi migratori
interni al territorio italiano o diretti verso l’Europa centro-orientale oppure oltre oceano.
Non pochi di questi scritti sono stati redatti in collaborazione con altri studiosi, ma è quasi
sempre chiaramente distinta la paternità delle diverse sezioni. A completamento del
quadro della produzione di Giovanni Pizzorusso, è infine da segnalare un utile anche se
rapido esame delle strutture politico-amministrative del Lazio nell’età moderna.
Giovanni Pizzorusso si presenta come uno studioso agguerrito e brillante, capace di
battere strade nuove, anche se non in tutti i settori delle sue ricerche ha potuto dare finora
la piena misura delle sue possibilità. Il candidato può essere preso in considerazione ai fini
della presente valutazione comparativa.
SANI VALENTINO
Laureato in Lettere presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ha conseguito nel 2000 il
titolo di dottore di ricerca in Storia presso l’Università degli Studi di Milano. Ha tenuto corsi
d’insegnamento per affidamento presso l’Università di Ferrara e ha fruito di un assegno di
ricerca presso l’Università di Roma Tor Vergata.
Il candidato, che presenta una ventina di pubblicazioni, ha seguito un coerente
percorso di ricerca sulla storia politica e sociale di Ferrara e del Ferrarese tra il secolo
delle riforme e l’età napoleonica, che lo ha condotto prima a pubblicare nel 1995, con
un’amplissima introduzione che ha lo spessore di una monografia, un’opera inedita di
Francesco Containi, risalente al 1775 e intitolata Della Felicità dello Stato di Ferrara, indi
ad analizzare la crisi dell’antico regime e gli inizi del periodo repubblicano nel volume del
2001 La rivoluzione senza rivoluzione. Potere e società a Ferrara dal tramonto della
Legazione pontificia alla nascita della Repubblica Cisalpina, infine a indagare il mondo dei
notabili napoleonici e la nuova socialità nella prima sezione di una recente storia del
Circolo Unione. Altri pregevoli studi lumeggiano alcuni protagonisti della vita ferrarese di
quei decenni (il cardinale Giovanni Maria Riminaldi, il marchese Carlo Bentivoglio), ne
approfondiscono alcuni aspetti e momenti o rivolgono l’attenzione al circondario, con
risultanti particolarmente significativi nel saggio sulla storia di Comacchio dal 1789 al 1813
e nella ricerca sull’insorgenza antifrancese di Lugo. Nel loro insieme questi lavori, basati
su una vastissima consultazione delle fonti archivistiche e bibliografiche (soprattutto nel
36
caso della monografia del 2001), forniscono una ricostruzione sfaccettata e in gran parte
originale dell’evoluzione socio-culturale e delle tensioni politiche di una provincia pontificia
tra Sette e Ottocento. Di carattere più divulgativo, ma sempre sorretto da una sicura
padronanza delle fonti a stampa e degli studi e redatto in una forme scorrevole e brillante,
è il volume consacrato alla rivoluzione napoletana del 1799.
Valentino Sani si qualifica in conclusione come uno studioso preparato e maturo,
meritevole di essere preso in seria considerazione ai fini della presente valutazione
comparativa.
Allegato E, verb. 2
Giudizi collegiali
Arianna Arisi Rota
La Commissione valuta positivamente l’impegno della candidata e la qualità dei suoi lavori
attinenti alla politica estera e alla diplomazia dei secoli XVIII-XX. Rileva tuttavia che alcuni
di questi lavori non sono attinenti al settore M STO 02 e anche per questo la sua
produzione si presenta come quantitativamente meno rilevante di quella di altri. Ai fini
della presente valutazione comparativa appare tuttavia degna di considerazione.
Alessandra Ferraresi
La candidata si distingue sia per la attività didattica che per l’operosità scientifica, che si è
espressa in numerosi consistenti lavori attinenti alla storia dell’università, della formazione
di tecnici, ingegneri e altre professioni tra antico regime e secolo XIX. Particolare
apprezzamento merita la monografia Stato, scienza, amministrazione e saperi.
Per i lavori scientifici e i titoli didattici la candidata appare meritevole della più alta
considerazione.
Raffaela Giampietro
Non avendo la candidata presentato alcun titolo didattico o scientifico, la commissione
formula un giudizio negativo.
Stefano Levati
La carriera del candidato si distingue per una apprezzabile operosità didattica e per un
vivo impegno di ricerca sulla storia economica e sociale della Lombardia tra Sette e
Ottocento. Queste ricerche sono sfociate in un denso volume (La nobiltà del lavoro) e in
altri due significativi con una recente apertura di un nuovo filone di ricerca attinente
all’amministrazione militare napoleonica. La commissione giudica il candidato degno di
attenta considerazione.
Fabio Martelli
La Commissione apprezza l’attività didattica del candidato, l’ampiezza degli interessi
storiografici< e delle conoscenze di lingue e Paesi dell’Est europeo. La sua produzione,
consistente e varia, appare alla maggioranza della Commissione degna della massima
considerazione, mentre gli altri membri, pur condividendo il giudizio positivo sull’ampiezza
degli interessi del candidato, esprimono alcune riserve circa l’unilateralità di talune
interpretazioni e una certa tendenza all’approssimazione, valutando tuttavia il candidato
come degno di considerazione.
37
Simona Negruzzo
La Commissione apprezza i titoli didattici<della candidata e la ricchezza dei suoi interessi
scientifici che investono la storia delle istituzioni educative in Italia e in Francia e la storia
delle università con risultati apprezzabili per rigore e qualità. Ai fini della presente
valutazione comparativa la candidata appare degna di alta considerazione.
Genoveffa Palumbo
La candidata ha svolto un’intensa e apprezzabile attività didattica sia nella scuole superiori
sia nelle università e si è mostrata particolarmente operosa anche nella produzione
scientifica, che comprende contributi originali alla storia della mentalità e della religiosità
popolare. Ai fine della presente valutazione la candidata appare degna di buona
considerazione.
Paolo Costantino Pissavino
Il curriculum del candidato è apprezzabile sia sotto il profilo didattico che sotto quello
dell’operosità scientifica. La sue numerose pubblicazioni vertono principalmente sul
pensiero politico italiano dall’Umanesimo al Seicento. Benché vi sia compresa un sola
monografia, delineano nel complesso il profilo di uno studioso serio, preparato e
meritevole di considerazione.
Giovanni Pizzorusso
L’impegno didattico del candidato merita attenzione, come e ancora più il servizio prestato
per varie istituzioni (quali fra le altre la Giunta centrale per gli studi storici). La sua
produzione scientifica, dedicata in massima parte alle missioni nel Nuovo Mondo e
all’analisi dei flussi migratori ha conseguito (soprattutto nel primo ambito) risultati originali
e convincenti che lo rendono meritevole di considerazione.
Valentino Sani
Sia per l’attività didattica, sia soprattutto per la produzione scientifica, il candidato presenta
titoli di merito in particolare per gli interessanti studi sulla società ferrarese dall’età delle
riforme al’epoca napoleonica. Ai fini della presente valutazione il candidato è giudicato
degno di buona considerazione.
ALLEGATO 2 AL VERBALE 3.
GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI.
ARISI ROTA
Illustra in modo chiaro e persuasivo i suoi progetti di ricerca futura e nella discussione
sulla sua produzione scientifica dimostra competenza e capacità di argomentazione.
FERRARESI
Illustra i suoi progetti di ricerca futura che appaiono la naturale ed appropriata conclusione
del suo percorso di lavoro. Nella discussione sui titoli scientifici risponde con vivacità e
notevole capacità argomentative.
MARTELLI
Il candidato espone in modo dettagliato e preciso i suoi attuali progetti di lavoro che
mirano ad approfondire e precisare le sue precedenti ricerche sul mondo balcanico e
slavo. Nella discussione sui titoli risponde ad alcune contestazioni relative a refusi e
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imprecisioni contenuti nel suo curriculum e nelle sue prime pubblicazioni ammettendole
francamente. Risponde ad altre osservazioni di carattere contenutistico e interpretativo in
modo pacato e convincente. Ad altre domande sulle linee guida del suo itinerario
intellettuale e culturale risponde dimostrando grande sensibilità e ricchezza culturale e
notevoli capacità argomentative.
GUIDIZI DEL PROF. G. BRIZZI.
ARISI ROTA
La candidata illustra con chiarezza i suoi lavori ed evidenzia nella discussione la sua
competenza.
FERRARESI
La candidata espone con padronanza di linguaggio le prospettive delle sue linee di ricerca
e risponde con sicurezza alle domande esposte dai commissari.
MARTELLI
Dopo che il candidato ha risposto ad alcune obiezioni sulla presenza di refusi e qualche
errore riscontrato nei suoi primi lavori, la discussione si sviluppa sulle linee di ricerca
riconducibili a M STO 02 e sulle prospettive degli studi attualmente in corso. Il candidato
risponde in modo appropriato, maturo e competente, avvalendosi di una letteratura di
riferimento con latitudini europee e conferma la sua propensione e capacità di affrontare
tematiche di lungo periodo.
GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA
ARISI ROTA
La candidata risponde con garbo e precisione a tutte le domande rivoltele dalla
commissione sia sui propri attuali interessi di ricerca, sia su alcuni dei temi trattati nei suoi
studi (il personale del ministero degli Esteri napoleonico, la formazione culturale dei
cospiratori della Giovane Italia).
FERRARESI
La candidata dimostra una sicura padronanza delle questioni affrontate nei suoi studi sulle
università e sulle professioni tecnico-scientifiche e delinea una convincente prospettiva per
quanto riguarda le sue ricerche attuali.
MARTELLI
Accoglie di buon grado i rilievi relativi a imprecisioni presenti in alcuni suoi lavori e
risponde con competenza e sicurezza a domande concernenti questioni interpretative e
prospettive di ricerca.
GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA
ARISI ROTA
La candidata presenta con lucidità e con buone argomentazioni un futuro percorso di
ricerca e risponde in maniera sicura alle domande e richieste di delucidazioni da parte
della commissione.
39
FERRARESI
La profonda conoscenza delle tematiche e delle fonti in relazione alle ricerche che la
candidata intende continuare a sviluppare emerge con evidenza sia dalla loro
presentazione sia dalle risposte ai quesiti dei commissari.
MARTELLI
Il candidato presenta le prospettive di ricerca in maniera adeguata, evidenziando elementi
positivi anche se, dalla discussione dei titoli, emergono interpretazioni a volte lucide a
volte non sempre convincenti.
GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI
ARISI ROTA
La candidata illustra i propri programmi di ricerca con buona sicurezza di orientamenti
bibliografici ed euristici e nella discussione dei titoli mostra competenza e maturità.
FERRARESI
La candidata presenta e discute con padronanza e sicurezza i propri titoli, orientandosi
con buona competenza sullo stato della storiografia e sulle nuove prospettive di ricerca.
MARTELLI
Il candidato espone con chiarezza i propri programmi di ricerca e i lavori in corso.
Risponde con equilibrio ad alcune riserve mossegli da alcuni commissari e vertenti su
refusi del curriculum e su imprecisioni contenute nei suoi lavori. Discute con competenza
e con grande conoscenza della storiografia e delle fonti su altri importanti risultati dei molti
lavori presentati, mostrando franchezza, maturità e preparazione.
ALLEGATO 3 VERBALE 3
Giudizi collettivi
Arisi Rota Arianna
La candidata illustra in maniera sicura e precisa i suoi progetti di ricerca e risponde con
proprietà e maturità a tutte le domande relative ai suoi lavori.
Ferraresi Alessandra
Nella discussione la candidata dimostra una profonda conoscenza delle tematiche e delle
fonti relative ai suoi studi e illustra in modo chiaro e persuasivo i suoi impegni attuali e i
suoi programmi di ricerca.
Martelli Fabio
Il candidato risponde pacatamente ad alcuni rilievi critici e nella discussione dei suoi
programmi e linee di ricerca manifesta competenza, sensibilità e ricchezza culturale.
ALLEGATO 1 AL VERBALE 4.
40
GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI.
Stefano Levati
Espone in modo chiaro i suoi attuali progetti di ricerca che intendono continuare lo studio
delle strutture organizzative dell’esercito italiano in età napoleonica, con particolare
attenzione al sistema degli appalti. Nella discussione sui titoli risponde alle domande in
modo convincente e persuasivo mostrando solo qualche lieve incertezza quando il
discorso si muove al di fuori del suo stretto ambito di competenza.
Simona Negruzzo
Risponde con precisione e ricchezza di dettaglio i suoi attuali progetti di ricerca che
continuano le precedenti indagini sulle istituzioni educative in età moderna. Nella
discussione sui titoli risponde a tutte le domande con competenza e vivacità.
GIUDIZI DEL PROF. G.P. BRIZZI.
Stefano Levati
Il candidato illustra con competenza le sue attuali linee di ricerca e risponde con proprietà
alle domande dei commissari
Simona Negruzzo
La candidata mostra padronanza nell’affrontare la discussione sui titoli scientifici e illustra
con sicurezza le linee di sviluppo del suo attuale percorso di ricerca.
GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA.
Stefano Levati
Il candidato illustra le ricerche in corso (sul sistema degli appalti in età napoleonica e sul
carteggio di Antonio Greppi e i suoi figli) e risponde con lucidità e competenza a domande
relative all’etica mercantile e al rapporto tra “negozianti” e nobiltà
Simona Negruzzo
Le questioni poste alla candidata riguardano le sue attuali prospettive di ricerca, il sistema
educativo lombardo nella prima età moderna, il confronto pedagogico e confessionale
negli istituti di istruzione alsaziani. Su tutti i punti la candidata risponde in modo preciso ed
esauriente.
GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA.
Stefano Levati
Presenta con notevole competenza i progetti di ricerca e risponde con sicurezza e acribia
alle domande della commissione in relazione ai titoli presentati, confermando padronanza
sia delle fonti sia della letteratura dei temi trattati.
Simona Negruzzo
Dopo una sicura presentazione dei progetti di ricerca, saldamente agganciata ai
precedenti lavori, la candidata risponde con molta competenza alle domande che le
rivolge la commissione.
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GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI.
Stefano Levati
Il candidato espone con chiarezza i propri programmi di ricerca, discute con competenza e
sicurezza i propri lavori mostrando sicura conoscenza di fonti e storiografia relative alla
società e all’economia lombarde tra Sette e Ottocento.
Simona Negruzzo
La candidata illustra i propri impegnativi programmi di ricerca con molta chiarezza e
discute i lavori con sicura competenza e ottima conoscenza di problemi storiografici e di
una bibliografia di ampiezza europea.
ALLEGATO 2 VERBALE 4.
Giudizi collettivi
Stefano LEVATI
Il candidato espone con chiarezza i propri programmi di ricerca e discute dei propri lavori
con notevole padronanza delle fonti e della problematica storica.
Simona Negruzzo
Su tutti i punti toccati nella discussione la candidata dimostra di muoversi con sicurezza e
con ampia conoscenza della problematica storica e di una bibliografia di raggio
internazionale.
ALLEGATO n. 1
GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI
Arianna ARISI ROTA
Delimita ed articola un po’ troppo schematicamente il tema della sua lezione che espone
con chiarezza ed efficacia didattica, fornendo in modo ordinato numerosi e precisi
elementi di informazione. L’unico elemento di debolezza della sua esposizione è, a tratti,
uno stile comunicativo più consono a una conferenza che ad una lezione universitaria.
Alessandra FERRARESI
Premette al nucleo centrale della sua lezione una lunga e densa introduzione sulla stoira
del concetto di cosmopolitismo e di repubblica letteraria dall’età ellenistica al libertinismo
francese. Tratta poi più succintamente in maniera chiara e didatticamente efficace il tema
del rapporto tra Illuminismo e cosmopolitismo spingendosi fino a Kant e al concetto di jus
cosmopoliticum.
Fabio MARTELLI
Il candidato espone con grande chiarezza i diversi punti che intende trattare nella sua
lezione, li sviluppa con notevole efficacia didattica, dimostrando piena padronanza di una
ampia e diversificata letteratura internazionale, anche negli aspetti più specificamente
tecnici.
42
GIUDIZI DEL PROF. G.P. BRIZZI
Arianna ARISI ROTA
La candidata, avvalendosi di appunti molto dettagliati, espone il tema assegnato con
linguaggio scorrevole e buona proprietà; precisi i riferimenti bibliografici richiamati.
Alessandra FERRARESI
La candidata dimostra una puntuale conoscenza del tema e svolge la lezione in modo
efficace sul piano didattico con puntuali riferimenti alle fonti e alla letteratura storiografica.
Fabio MARTELLI
Il candidato espone una lezione ben articolata condotta con grande efficacia sul piano
didattico, nella quale tocca i punti nodali del tema impiegando un linguaggio sempre
tecnicamente preciso. Numerosi e pertinenti i riferimenti bibliografici.
GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA
Arianna ARISI ROTA
Lezione vivace, chiara, ben strutturata e molto informata anche dal punto di vista
bibliografico. Rimane un po’ in ombra il problema della formazione di una coscienza
nazionale come componente del dissenso politico.
Alessandra FERRARESI
La lezione si sviluppa, in modo non sempre scorrevole ma con densità problematica e
ricchezza di riferimenti culturali, intorno ai concetti di cosmopolitismo e di repubblica delle
lettere, alla loro evoluzione nel tempo e al loro incontro con l’Illuminismo maturo
Fabio MARTELLI
Il candidato imposta con chiarezza il problema e ne sviluppa i vari aspetti e momenti con
grande sicurezza e ricchezza di riferimenti storiografici. Molto notevole l’efficacia
espositiva.
GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA
Arianna ARISI ROTA
La candidata tratta del tema scelto, il dissenso politico dalla Cisalpina al 1848, in modo
sicuro, con ricchezza di dettagli, forse eccessiva, e con gli opportuni riferimenti
bibliografici, strutturando con sufficiente chiarezza la lezione che risulta nel complesso
efficace dal punto di vista didattico.
Alessandra FERRARESI
Il tema scelto dalla candidata, Respublica litteraria e cosmopolitismo, viene presentato con
ricchezza di riferimenti storici e bibliografici in un’ampia carrellata cronologica e tematica i
cui nessi logici sono a volte difficili da seguire. L’esposizione di conseguenza non sempre
segue uno svolgimento organico il che rende la lezione non particolarmente efficace dal
punto di vista didattico.
Fabio MARTELLI
Oggetto del tema scelto dal candidato sono le trasformazioni dell’arte della guerra nelle
interpretazioni della recente storiografia, tema che viene presentato nelle sue componenti
essenziali con un’esposizione assai ben strutturata ed organica la cui lucidità le conferisce
grande efficacia didattica.
43
.GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI
Arianna ARISI ROTA
Lezione ben esposta e bibliograficamente molto informata nella quale viene delineata
accuratamente la “mappa” del dissenso politico ma meno analiticamente le ragioni di esso.
Livello di comunicazione molto buono che forse presuppone negli uditori conoscenze
meno consuete per un pubblico studentesco.
Alessandra FERRARESI
La candidata tratta un tema difficile, affrontandolo con impegnativo sforzo di sintesi. Fa la
storia dei termini respublica letteraria e cosmopolitismo in un ampio contesto di storia della
cultura esposto con proprietà di linguaggio e mostrando ampie conoscenze.
Fabio MARTELLI
Il candidato offre una lezione condotta con grande chiarezza ed efficacia didattica, con
straordinaria ricchezza di riferimenti bibliografici internazionali e capacità di dominare un
argomento complesso e meno usuale.
ALLEGATO 2 AL VERBALE 5.
GIUDIZI COLLEGIALI.
ARISI ROTA
La candidata svolge il tema in modo chiaro e vivace, con un andamento prevalentemente
descrittivo e con buona efficacia espositiva.
FERRARESI
La lezione presenta una notevole densità problematica e una grande ricchezza di
riferimenti culturali, qualche volta a spese della scorrevolezza espositiva.
MARTELLI
La lezione è molto ben costruita, ricchissima di riferimenti a una bibliografia internazionale
e svolta con grande efficacia didattica ed espositiva.
ALLEGATO n. 1 al verbale n.6
GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI
Stefano LEVATI
Il candidato, dopo aver rapidamente ma correttamente contestualizzato il tema della sua
lezione, lo svolge in modo ordinato e preciso. I richiami alla letteratura di riferimento sono
non numerosi ma sempre pertinenti e puntuali. Lo stile espositivo è chiaro e
didatticamente efficace soprattutto nella parte conclusiva.
Simona NEGRUZZO
La candidata esordisce presentando un quadro chiaro e ricco delle fonti e della bibliografia
relativa all’argomento. Svolge poi una lezione solidamente strutturata, estremamente ricca
e complessa che tocca una pluralità di temi, mostrando grande competenza e padronanza
44
dell’argomento. La sua capacità espositiva è buona anche se la densità dei contenuti a
tratti nuoce all’efficacia didattica.
GIUDIZI DEL PROF. G.P. BRIZZI
Stefano LEVATI
Il candidato ha ripercorso gli elementi fattuali del tema a lui assegnato mostrando
maggiore disinvoltura nella esposizione degli aspetti di natura economica. I riferimenti
bibliografici sono dedicati pressocchè esclusivamente a quest’ultima parte
dell’esposizione. Al di là di alcune incertezze iniziali, la lezione è nel complesso
didatticamente efficace.
Simona NEGRUZZO
Esposizione ordinata, chiara e lineare. La candidata ripercorre aspetti istituzionali e
normativi a grandi linee lungo un periodo di circa quattro secoli, con ricchezza di riferimenti
bibliografici che consentono di accertare la padronanza dei temi affrontati. Molto efficace
sotto il profilo didattico il complesso quadro fornito.
GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA
Stefano LEVATI
Lezione chiara, ben strutturata, ricca di dati e di riferimenti storiografici e anche
didatticamente efficace malgrado qualche iniziale impaccio nell’esposizione.
Simona NEGRUZZO
Con l’aiuto di uno schema da proiettare sulla lavagna luminosa, la candidata presenta una
panoramica ricca e puntuale degli sviluppi delle istituzioni educative, incentrata soprattutto
sui secoli XVI e XVII. L’esposizioneè chiara, bene articolata e didatticamente molto
efficace.
GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA
Stefano LEVATI
Il candidato tratta il tema del blocco continentale e delle sue conseguenze economiche in
modo articolato, toccando organicamente i punti essenziali e scandendo l’esposizione con
chiarezza ed efficacia e con opportuni e ampi riferimenti storiografici.
Simona NEGRUZZO
Il tema, assai ampio, viene trattato dalla candidata, che conferma ulteriormente la sua
maturità, in maniera molto organica in un quadro di vastissimo respiro, presentando
anzitutto le indicazioni essenziali sia sulle fonti sia sulla bibliografia ed affrontando quindi i
principali momenti e aspetti della storia degli ordinamenti educativi italiani con eccellente
efficacia didattica. Pregevole la scheda di presentazione del tema da proporre agli
studenti.
GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI
Stefano LEVATI
Lezione lineare, ordinata e informata che, partendo da una analisi delle disposizioni
legislative, esamina i limiti nell’applicazione del blocco continentale e gli esiti di esso
sull’economia europea con riferimenti storiografici precisi.
45
Simona NEGRUZZO
Lezione molta ricca e articolata di ottima efficacia didattica che offre una bibliografia ampia
e interessanti prospettive sugli sviluppi della ricerca.
ALLEGATO n. 2 al verbale n. 6.
GIUDIZI COLLEGIALI.
Stefano LEVATI
Il candidato prende le mosse dai testi legislativi, inquadrandoli nel contesto europereo, e si
sofferma poi sulle conseguenze economiche del Blocco con ricchezza di dati e di
riferimenti storiografici. La lezione è chiara, ben articolata e didatticamente efficace,
malgrado qualche incertezza iniziale.
Simona NEGRUZZO
La candidata, anche mediante l’uso di uno schema chiaramente articolato, svolge una
lezione molto ricca di contenuti e di riferimenti bibliografici e di ottima efficacia didattica.
ALLEGATO 2 AL VERBALE 7.
GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI.
Valentino SANI
Il candidato presenta con chiarezza i suoi attuali progetti di ricerca che proseguono e
ampiano in nuove direzioni i suoi precedenti studi sull’Italia tra fine dell’antico regime ed
età napoleonica. Discute poi con i commissari i suoi titoli con vivacità e competenza,
dimostrando ricchezza di interessi, intelligenza e consapevolezza metodologica.
Paolo Costantino PISSAVINO
Presenta i suoi progetti di ricerca futuri sugli elementi dell’aristotelismo filosofico-politico
nelle relazioni degli ambasciatori veneti e sulla riflessione politica sulla Lombardia in età
spagnola. Risponde alle domande dei commissari con proprietà denotando però qualche
incertezza per quanto concerne la letteratura di riferimento.
GIUDIZI DEL PROF. G.P. BRIZZI.
Valentino SANI
Il candidato mostra una buona capacità espositiva e risponde con puntualità alle domande
dei commissari sul suo lavoro passato e sulle prospettive di ricerca.
Paolo Costantino PISSAVINO
Nell’esposizione il candidato ripercorre in modo maturo gli sviluppi della propria ricerca; sui
progetti degli studi in corso emerge una certa frammentarietà che non consente di
delineare un progetto organico e ben strutturato.
GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA.
46
Valentino SANI
Il candidato risponde con intelligenza e vivacità alle varie domande postegli dalla
commissione sulle sue attuali prospettive di ricerca, sulla riforma universitaria a Ferrara,
sui Comizi di Lione e sulle fenomeno delle insorgenze antifrancesi.
Paolo Costantino PISSAVINO
Il candidato presenta i propri progetti di ricerca e discute vari punti dei suoi precedenti
lavori sul pensiero politico italiano nell’età della Controriforma, dimostrando una buona
conoscenza dei problemi e delle impostazioni storiografiche.
GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA.
Valentino SANI
Il candidato espone le linee dei suoi progetti di ricerca con maturità di approccio,
mostrando padronanza della documentazione e della bibliografia che emerge anche nelle
puntuali risposte alle domande della commissione.
Paolo Costantino PISSAVINO
Illustra i progetti di ricerca in corso e quelli cui intende dedicarsi in futuro, rivelando
un’ottica che pare confermare un approccio metodologico proprio della storia del pensiero
politico nel cui ambito si muove meglio che in ambito più propriamente storico, per il quale
ha tuttavia in corso interessanti progetti di studio.
GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI.
Valentino SANI
Il candidato illustra con chiarezza e sicurezza il proprio percorso di ricerca e i programmi
per il futuro che in parte si ricollegano a temi già trattati e in parte invece si aprono a nuovi
interessi. Nella discussione sui titoli mostra competenza e buona conoscenza della
bibliografia e delle prospettive di ricerca.
Paolo Costantino PISSAVINO
Il candidato presenta i propri programmi di ricerca con chiarezza, confermando di voler
proseguire sulla linea, che gli è propria, della storia del pensiero politico, ma accennando a
significative aperture a una storia delle pratiche di governo. Sicuri e precisi i riferimenti a
una vasta bibliografia internazionale.
ALLEGATO 2 AL VERBALE 7.
GIUDIZI COLLETTIVI
Valentino SANI
Il candidato dimostra sia nell’esporre i suoi progetti di ricerca sia nel discutere i temi dei
precedenti lavori intelligenza critica e padronanza delle fonti e della bibliografia.
Paolo Costantino PISSAVINO
Il candidato discute con competenza e maturità di alcuni temi dei propri studi e presenta i
propri progetti di ricerca che non configurano, a parere della commissione, un percorso
organico.
47
ALLEGATO n. 1 al verbale 9
GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI
Valentino SANI
Il candidato presenta in modo chiaro lo schema e i contenuti del suo discorso. Svolge poi
una lezione molto densa di contenuti e di puntuali riferimenti ad un’ampia letteratura
italiana e internazionale, a tratti un po’ disordinata, ma esposta in modo vivace e
didatticamente Apprezzabile.
Paolo Costantino PISSAVINO
La lezione del candidato è solidamente strutturata, ricca di informazioni precise e
circostanziate, esposte in modo piano; a tratti però l’accumulo di riferimenti al pensiero dei
diversi autori rende difficile cogliere i nuclei centrali ed i nessi del discorso.
GIUDIZI DEL PROF. G.P. BRIZZI
Valentino SANI
Seguendo uno schema ben articolato, il candidato illustra il tema assegnato riferendosi ad
un ampia letteratura storiografica e utilizzando strumenti didatticamente efficaci.
Paolo Costantino PISSAVINO
La lezione traccia un ricco quadro sul pensiero politico della prima etò moderna,
avvalendosi di una sintesi densa di concetti a tratti eccessivamente ricca di riferimenti e
citazioni che vanno a scapito della scorrevolezza espositiva.
GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA
Valentino SANI
Esposizione ben informata, vivace e ricca, anche se non molto ordinata e forse troppo
preoccupata delle premesse e dei riferimenti bibliografici. L’efficacia didattica appare
comunque buona ed è accresciuta dall’uso di cartine e immagini.
Paolo Costantino PISSAVINO
La panoramica del pensiero politico italiano tracciata dal candidato è ampia e
problematica, ricca di riferimenti e di notazioni particolari, attenta alle distinzioni e ai diversi
contesti, non sempre facile da seguire sul piano didattico.
GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA
Valentino SANI
Presentata la struttura della lezione e dopo una serie di rilievi di carattere introduttivo, il
candidato prende in considerazione, forse troppo a lungo, il periodo delle riforme nei
domini austriaci per poi trattare, in particolare, del riformismo illuminato in Lombardia nelle
sue premesse intellettuali, alquanto sacrificate, e nei suoi vari sviluppi, con abbondanti
riferimenti storiografici, in modo chiaro e con buona efficacia didattica.
Paolo Costantino PISSAVINO
Il candidato tratta del pensiero politico italiano nella prima età moderna partendo dagli
aspetti metodologici quali sono emersi dal dibattito storiografico per poi passare all’oggetto
48
della lezione. Anche se l’esposizione è sicura e vivace, la trattazione, ricca di riferimenti,
non risulta sempre organica e chiara il che ne riduce l’efficacia didattica.
GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI
Valentino SANI
Nella lezione il candidato presenta con grande chiarezza uno schema articolato e una
ricca bibliografia. L’ampiezza del quadro confligge con la possibilità di approfondimenti
sugli aspetti delle riforme, ma il disegno è persuasivo e di buona efficacia didattica.
Paolo Costantino PISSAVINO
Lezione aritolato, ricca di dati e informazioni sugli scrittori politici tra fine Quattrocento e
primi Seicento, non sempre didatticamente efficace per una prevalente polarizzazione
sugli aspetti di filosofia politica e meno su quelli più propriamente storici.
ALLEGATO 2 AL VERBALE 9
GIUDIZI COLLEGIALI.
Valentino SANI
Il candidato traccia un quadro ampio, ricco e ben informato delle riforme nella monarchia
austriaca e in Lombardia, con molti riferimenti bibliografici. La lezione risulta di buona
efficacia didattica anche se non sempre ordinata.
Paolo Costantino PISSAVINO
Il quadro tracciato dal candidato è molto informato e ricco di riferimenti e di citazioni, ma
talvolta l’accumulo dei dati va a scapito dell’organicità dell’esposizione e dell’efficacia
didattica.
ALLEGATO 3 AL VERBALE 9
Giudizi complessivi finali
Arianna Arisi Rota
La candidata ha presentato pubblicazioni che meritano tutte una valutazione positiva,
benché alcune non siano attinenti al settore M STO 02. Nella discussione sui titoli
dimostra sicurezza e precisione, offrendo anche una buona illustrazione dei propri progetti
di ricerca. La prova didattica è svolta con buona efficacia e chiarezza, con esposizione più
descrittiva che problematica. In considerazione di tutto ciò, ai fini della presente
valutazione comparativa la commissione unanime la giudica degna di considerazione.
Alessandra Ferraresi
I titoli didattici e l’operosità scientifica della candidata vengono giudicati molto
positivamente dalla commissione, che apprezza in particolare i consistenti lavori di storia
dell’università e relativi alla formazione di professioni tecniche nei contesti politici e
culturali di antico regime e del secolo XIX. La discussione sui titoli conferma la maturità
della studiosa, la sua conoscenza delle fonti e della complessa tematica delle sue
ricerche. Nella prova didattica la candidata mostra una densa e sicura ricchezza di
contenuti e una efficacia didattica a tratti condizionata da tensione e minor chiarezza
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espositiva. Ai fini della presente valutazione comparativa il giudizio complessivo e
unanime è che la candidata sia meritevole della più alta considerazione.
Fabio Martelli
La commissione apprezza, oltre alla attività didattica pluriennale del candidato, anche la
varietà dei suoi interessi scientifici, la conoscenza di lingue e culture dell’Est europeo e la
consistenza della sua produzione scientifica, che alla maggioranza appare degna della
massima considerazione, mentre alcuni commissari muovono rilievi circa qualche
approssimazione presente negli scritti del candidato. Nella discussione sui titoli il
candidato risponde con pacatezza a questi rilievi e mostra competenza e ampiezza di
conoscenze. La prova didattica è unanimemente valutata come eccellente. In
considerazione di tutto ciò la commissione unanime giudica il candidato meritevole della
più alta considerazione.
Stefano Levati
La commissione apprezza, unanime, sia l’attività didattica del candidato che la sua
operosità scientifica e la grande competenza nella storia economica e sociale della
Lombardia tra Settecento e Ottocento. Nella discussione sui titoli sono emerse con
chiarezza sia la padronanza delle fonti, sia la conoscenza della problematica storica. La
prova didattica è limpida e di sicura efficacia malgrado un avvio con qualche incertezza. Ai
fini della presente valutazione comparativa la commissione unanime giudica il candidato
degno di attenta considerazione.
Simona Negruzzo
I titoli didattici e la produzione scientifica della candidata sono unanimemente apprezzati,
considerato rigore, qualità, ricchezza degli interessi (che abbracciano istituzioni educative
in Italia e Francia e la storia delle Università). Nella discussione sui titoli la candidata
dimostra sicura maturità e ampie conoscenze di bibliografia di raggio internazionale. La
prova didattica è unanimemente giudicata eccellente. Ai fini della presente valutazione
comparativa la commissione unanime giudica la candidata degna di alta considerazione.
Paolo Costantino Pissavino
Per curriculum didattico e operosità scientifica il candidato appare apprezzabile. Le sue
pubblicazioni, che vertono quasi esclusivamente sul pensiero politico italiano, con taglio
storico filosofico, sono serie e consistenti, benché vi figuri una sola monografia. La
discussione sui titoli conferma la propensione del candidato alla storia del pensiero
politico, benché egli abbia in corso una interessante apertura di interessi e ricerche
all’ambito più propriamente storico. La prova didattica, ricca di riferimenti e di indicazioni
bibliografiche, appare in qualche parte meno organica e meno didatticamente efficace. In
considerazione di tutto ciò, ai fini della presente valutazione comparativa il candidato è
giudicato studioso meritevole di considerazione.
Valentino Sani
La produzione scientifica del candidato viene apprezzata, in modo particolare per gli studi
sulla società ferrarese nell’età delle riforme e nel ventennio napoleonico, che appaiono
densi e interessanti. La discussione sui titoli conferma la maturità del candidato, che
mostra sicura conoscenza di fonti, bibliografia, problematica storica. La prova didattica è
sicura, convincente ed efficace, benché a tratti l’ordine espositivo mostri qualche
incertezza. Ai fini della presente valutazione comparativa il candidato è giudicato degno di
buona considerazione.
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