Allegato E, verb. 2 - Università degli studi di Pavia
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Allegato E, verb. 2 - Università degli studi di Pavia
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PAVIA Divisione Personale Docente D.R. n. 834-2006 - OGGETTO: Approvazione atti procedura di valutazione comparativa II^ Fascia – SSD M-STO/02 – Facoltà di LETTERE E FILOSOFIA. Prot. n. 13354 Titolo VII – Classe 1 IL RETTORE - VISTO il T.U. delle leggi sull’istruzione Superiore, approvato con R.D. 31.08.1933, n. 1592; - VISTA la legge 03.07.1998, n. 210; - VISTA la legge 19.10.1999, n. 370; - VISTO il D.P.R. 23.03.2000, N. 117; - VISTO il D.R. 649-2005 del 31.3.2005 il cui avviso è stato pubblicato sulla G.U. – IV^ Serie Speciale – n. 30 del 15.4.2005 con cui sono state indette le procedure di valutazione comparativa per la copertura di n. 3 posti di Professore Universitario di ruolo di II^ Fascia; - VISTO il D.R. n. 2570-2005 del 28.10.2005 pubblicato nella G.U. – IV^ Serie Speciale – n. 90 del 15.11.2005, con il quale è stata costituita, tra le altre, la Commissione giudicatrice della procedura di valutazione comparativa per la copertura di n. 1 posto di Professore Universitario di ruolo di II^ Fascia per il Settore Scientifico Disciplinare MSTO/02 – STORIA MODERNA - presso la Facoltà di LETTERE E FILOSOFIA; - ACCERTATA la regolarità formale degli atti consegnati dalla Commissione giudicatrice e costituiti dai verbali delle singole riunioni, dei quali costituiscono parte integrante i giudizi individuali e collegiali espressi su ciascun candidato, nonché dalla relazione riassuntiva dei lavori svolti; DECRETA Sono approvati gli atti della Commissione giudicatrice della procedura di valutazione comparativa per la copertura di n. 1 posto di Professore Universitario di ruolo di II^ Fascia - Settore Scientifico Disciplinare M-STO/02 – STORIA MODERNA - presso la Facoltà di LETTERE E FILOSOFIA di questo Ateneo. Sono dichiarati idonei, in ordine alfabetico, i seguenti candidati: - Prof. FERRARESI Alessandra - Prof. MARTELLI Fabio Pavia, 13.4.2006 IL RETTORE (Angiolino STELLA) F.to Lorenzo RAMPA SP/PM 1 PROCEDURA DI VALUTAZIONE COMPARATIVA AD 1 POSTO DI PROFESSORE UNIVERSITARIO DI RUOLO, FASCIA DEGLI ASSOCIATI - PER IL SETTORE SCIENTIFICO-DISCIPLINARE M-STO/02 – Storia moderna, FACOLTÀ DI Lettere- Università di Pavia, INDETTA CON D.R. N. 649/2005 DEL 31.3.2005 IL CUI AVVISTO E' STATO PUBBLICATO SULLA G.U. IV serie speciale N. 30 DEL 15.4.2005 VERBALE N. 10 (Relazione finale) Il giorno 23.3.2006 alle ore 15 si riunisce presso il Dipartimento di Scienze storiche e geografiche “Carlo M. Cipolla”, Palazzo S. Tommaso, piazza del Lino 1, in Pavia, la Commissione giudicatrice della suddetta valutazione comparativa, nelle persone di: Prof. Prof. Prof. Prof. Prof. Giancarlo Angelozzi Gian Paolo Brizzi Carlo Capra Gian Paolo Garavaglia Xenio Toscani per redigere la seguente relazione finale della presente procedura di valutazione comparativa. La commissione ha tenuto complessivamente n. 10 riunioni iniziando i lavori il 19.1.2006 e concludendoli il 23.3.2006. Nella prima riunione del 19.1.2006 la Commissione ha immediatamente provveduto alla nomina del Presidente nella persona del Prof. Xenio Toscani e del Segretario nella persona del Prof. Gianpaolo Garavaglia. La Commissione ha rilevato che tra i suoi componenti e tra ciascuno di essi non sussisteva nessuna causa di astensione prevista dall’art. 51 del Codice di Procedura Civile. Ognuno dei membri ha dichiarato di non avere relazioni di parentela ed affinità entro il 4° grado incluso con gli altri commissari (art. 5 comma 2 D.lgs 7/5/1948, n. 1172). La Commissione ha preso visione del Bando e, ai sensi dell’art. 9 del D.R. di indizione della procedura di valutazione, ha stabilito i criteri per procedere alla valutazione comparativa, espressi nel verbali n. 1 del 19 gennaio 2006. La Commissione, nel valutare il curriculum, i titoli e le pubblicazioni scientifiche dei candidati, prenderà in considerazione i seguenti criteri: a) originalità ed innovatività della produzione scientifica e rigore metodologico; b) apporto individuale del candidato analiticamente determinato nei lavori in collaborazione: ordine dei nomi dei collaboratori: guida, estensore, coordinatore; la coerenza con il resto dell’attività scientifica; 2 c) congruenza dell' attività del candidato con le discipline ricomprese nel settore scientifico disciplinare per il quale è bandita la procedura ovvero con tematiche interdisciplinari che le comprendano; d) rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all’interno della comunità scientifica; e) continuità temporale della produzione scientifica anche in relazione alla evoluzione delle conoscenze nello specifico settore disciplinare; f) rinomanza nel settore scientifico-disciplinare stabilita anche sulla base di inviti ufficiali a presentare relazioni sia su riviste che a congressi internazionali; g) rilevanza dei premi e dei riconoscimenti conseguiti in relazione all’attività scientifica. A tal fine farà ricorso, ove possibile, a parametri riconosciuti in ambito scientifico internazionale Costituiscono, in ogni caso, titoli da valutare specificatamente nella valutazione comparativa: a) l’attività didattica svolta anche all'estero; b) i servizi prestati negli Atenei e negli Enti di ricerca italiani e stranieri; c) l’attività di ricerca, comunque svolta, presso soggetti pubblici e privati italiani e stranieri; d) i titoli di dottore di ricerca, la fruizione di borse di studio finalizzate ad attività di ricerca; e) il servizio prestato nei periodi di distacco presso i soggetti di cui all'art.3 comma 2 del Decreto legislativo 27/07/99 n.297; f) l’organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca; g) il coordinamento di iniziative in campo didattico e scientifico svolte in ambito nazionale ed internazionale in base ai seguenti criteri: --insegnamenti tenuti per titolarità rispetto alla didattica integrativa, --congruenza con le discipline ricomprese nel settore per il quale è bandita la procedura, --il soggiorno all’estero presso qualificate istituzioni, attività di ricerca svolta all’estero e suffragata da pubblicazioni . --rilevanza delle iniziative di ricerca e degli Enti promotori di esse. Tali criteri sono stati consegnati immediatamente al Responsabile del procedimento, il quale ne ha assicurato la pubblicità presso la sede del Rettorato e della Facoltà che ha richiesto il bando. Decorsi i sette giorni dalla pubblicizzazione di tali criteri la Commissione ha stabilito di riunirsi il giorno 20 marzo 2006 per il prosieguo dei lavori. Dopo aver individuato i criteri, la Commissione ha preso visione dell'elenco dei candidati compresi nell'elenco fornito dall'Amministrazione che è il seguente: 1.Arianna Arisi Rota; 2. Antonella Barzazi; 3. Maria Pia Donato; 4. Alessandra Ferraresi; 5. Raffaela Giampietro; 6. Stefano Levati; 7. Fabio Martelli; 8. Simona Negruzzo; 9. Genoveffa Palumbo; 10. Paolo Costantino Pissavino; 3 11. Giovanni Pizzorusso; 12. Claudio Rosso; 13.Valentino Sani. Ognuno dei componenti ha dichiarato di non avere relazioni di parentela ed affinità entro il 4° grado incluso con i candidati (art. 5 comma 2 D.lgs. 07.05.48 n.1172) e che non sussistevano le cause di astensione di cui all'art. 51 c.p.c.. E' stato quindi fissato il calendario delle prove didattiche, come segue: CANDIDATO: Arianna Arisi Rota Discussione sui titoli scientifici : giorno 20.3.2006 ore 14 Prova didattica: giorno 21.3.2006 ora 14 (24 ore dopo) CANDIDATO: Antonella Barzazi Discussione sui titoli scientifici : giorno 20.3.2006 ore 15 Prova didattica: giorno 21.3.2006 ora 15 (24 ore dopo) CANDIDATO: Maria Pia Donato Discussione sui titoli scientifici : giorno 20.3.2006 ore16 Prova didattica: giorno 21.3.2006 ora 16 (24 ore dopo) CANDIDATO: Alessandra Ferraresi Discussione sui titoli scientifici : giorno 20.3.2006 ore17 Prova didattica: giorno 21.3.2006 ora 17 (24 ore dopo) CANDIDATO: Raffaela Giampietro Discussione sui titoli scientifici : giorno 21.3.2006 ore 9 Prova didattica: giorno 22.3.2006 ora 9 (24 ore dopo) CANDIDATO: Stefano Levati Discussione sui titoli scientifici : giorno 21.3.2006 ora 10 Prova didattica: giorno 22.3.2006 ora 10 (24 ore dopo) CANDIDATO: Fabio Martelli Discussione sui titoli scientifici : giorno 21.3.2006 ora 11 4 Prova didattica: giorno 22.3.2006 ora 11 (24 ore dopo) CANDIDATO: Simona Negruzzo Discussione sui titoli scientifici : giorno 21.3.2006 ora 12 Prova didattica: giorno 22.3.2006 ora 12 (24 ore dopo) CANDIDATO: Genoveffa Palumbo Discussione sui titoli scientifici : giorno 22.3.2006 ora 14 Prova didattica: giorno 23.3.2006 ora 14 (24 ore dopo) CANDIDATO: Paolo Costantino Pissavino Discussione sui titoli scientifici : giorno 22.3.2006 ora 15 Prova didattica: giorno 23.3.2006 ora 15 (24 ore dopo) CANDIDATO: Giovanni Pizzorusso Discussione sui titoli scientifici : giorno 22.3.2006 ora 16 Prova didattica: giorno 23.3.2006 ora 16 (24 ore dopo) CANDIDATO: Claudio Rosso Discussione sui titoli scientifici : giorno 22.3.2006 ora 17 Prova didattica: giorno 23.3.2006 ora 17 (24 ore dopo) CANDIDATO: Valentino Sani Discussione sui titoli scientifici : giorno 22.3.2006 ora 18 Prova didattica: giorno 23.3.2006 ora 18 (24 ore dopo) Nella seconda seduta del 20.3.2006 ore 9 la Commissione, ha accertato che i criteri generali fissati nella precedente riunione sono stati resi pubblici per almeno sette giorni presso l'Albo Rettorale e l'albo della Facoltà che ha richiesto il posto. La Commissione, presa visione dell’elenco dei candidati al concorso trasmesso dall’Amministrazione, delle pubblicazioni effettivamente inviate, delle esclusioni operate dagli uffici e delle rinunce sino ad allora pervenute, ha deciso che i candidati da valutare ai fini del concorso erano n.10 , e precisamente: 1. Arianna Arisi Rota; 2. Alessandra Ferraresi; 5 3. Raffaela Giampietro; 4. Stefano Levati; 5. Fabio Martelli; 6. Simona Negruzzo; 7. Genoveffa Palumbo; 8. Paolo Costantino Pissavino; 9. Giovanni Pizzorusso; 10. Valentino Sani. Per la valutazione delle pubblicazioni e dei titoli di ciascun candidato la Commissione ha tenuto conto dei criteri indicati nella seduta preliminare del 19.1.06. Al termine della disamina ciascun membro ha provveduto, caso per caso, alla valutazione della documentazione presentata dai candidati e ha formulato il proprio giudizio. Verificato che i singoli docenti avevano concluso le fasi attinenti alla formulazione dei giudizi personali, (All. d, verb. 2) la Commissione ha preso atto di questi ultimi e li ha uniti al verbale come parte integrante dello stesso. Si è quindi passati alla fase successiva riguardante l’esame e la valutazione collegiale dei titoli e delle pubblicazioni presentati da ciascun candidato.(all. e, verb.2). Nella seduta del 20.3.2006 ore 14 la Commissione, presente al completo, ha predisposto per ogni candidato, cinque buste contenenti ognuna un tema per la prova didattica. I candidati regolarmente convocati sono stati chiamati in ordine alfabetico. Essendo pervenuta la richiesta del candidato Fabio Martelli di poter anticipare la discussione dei suoi titoli (vedi all. 1 verb. 3) la Commissione la accoglie tenuto conto del fatto che le candidate Barzazi e Donato avevano presentato rinuncia alla procedura di valutazione. Sono risultati presenti i seguenti candidati: Arisi Rota, Ferraresi, Martelli. Si è poi svolta la discussione pubblica sui titoli scientifici presentati da ciascun candidato. Al termine ciascun commissario ha espresso il proprio giudizio e la commissione quello collegiale (All. 2 e 3, verb. 3). Nella seduta del 21.3.2006 ore 9 la Commissione, presente al completo, ha chiamato in ordine alfabetico i candidati Giampietro, Levati e Negruzzo. Poiché la candidata Giampietro non si è presentata, la Commissione ha provveduto a discutere pubblicamente i titoli scientifici presentati da Levati e Negruzzo. Al termine ciascun commissario ha espresso il proprio giudizio e la commissione quello collegiale (All. 1 e 2, verb. 4). Nella seduta del 21.3.2006 ore 14 la Commissione ha provveduto ad ascoltare pubblicamente in ordine alla prova didattica i candidati Arisi Rota, Ferraresi e Martelli. Al termine ciascun commissario ha espresso il proprio giudizio e la Commissione quello collegiale (All. 1 e 2 verb. 5). 6 Nella seduta del 22.3.2006 ore 9 la Commissione ha provveduto ad ascoltare pubblicamente i candidati Levati e Negruzzo in ordine alla prova didattica. Al termine ciascun commissario ha espresso il proprio giudizio e la Commissione quello collegiale (All. 1 e 2 verb. 6). Nella seduta dello stesso 22.3.2006, ore 12, la Commissione ha ricevuto le richieste scritte dei candidati V. Sani e P. C. Pissavino (All. 1, verb.7) che chiedevano di poter anticipare la discussione dei propri titoli. La Commissione, accolta tale richiesta, ha proceduto alla discussione pubblica dei titoli scientifici dei due candidati. Al termine ciascun commissario ha espresso il proprio giudizio e la Commissione quello collegiale (All. 2 e 3, verb. 7). Nella seduta del giorno 22.3.2006 ore 14, la Commissione presente al completo, prende conoscenza della rinuncia del candidato Giovanni Pizzorusso (All. 1, verb. 8) e chiama la candidata G. Palumbo che risulta assente. Nella seduta del 23.3.2006 ore 12, La Commissione, presente al completo, ha provveduto ad ascoltare pubblicamente i candidati V. Sani e P.C. Pissavino in ordine alla prova didattica. Al termine ciascun commissario ha espresso il proprio giudizio e la commissione quello collegiale (all. 1 e 2, verb. 9). Terminate le prove dei candidati, la Commissione ha iniziato ad esaminare collegialmente gli stessi al fine di formulare il giudizio complessivo che è dato dalla comparazione dei giudizi individuali e collegiali espressi sui candidati in tutte le fasi della procedura di valutazione. I giudizi complessivi formulati dalla Commissione sono stati allegati al verbale n. 9 e ne costituiscono parte integrante. • • • Al termine, dopo ponderata valutazione comparativa, la Commissione ha dichiarato all’unanimità, i candidati: FERRARESI Alessandra MARTELLI Fabio IDONEI per la procedura di valutazione comparativa ad 1 posto di professore universitario di ruolo, fascia degli associati - per il settore scientifico-disciplinare M-STO/02 – Storia moderna, Facoltà di Lettere - Università di Pavia, indetta con d.r. n. 649/2005 del 31.3.2005 il cui avvisto e' stato pubblicato sulla G.U. IV Serie speciale n. 30 del 15.4.2005. La Commissione unanime esprime altresì apprezzamento per i candidati Stefano Levati, Simona Negruzzo e Valentino Sani. La Commissione con la presente relazione finale dichiara conclusi i lavori e raccoglie tutti gli atti concorsuali in un plico che viene chiuso e sigillato con l’apposizione delle firme di tutti i commissari sui lembi di chiusura. 7 Il plico, contenente duplice copia dei verbali delle singole riunioni, dei quali costituiscono parte integrante i giudizi individuali e collegiali espressi su ciascun candidato e duplice copia della relazione finale dei lavori svolti nonché un floppy disk contenente gli atti stessi, viene consegnato dal Presidente al Responsabile del procedimento il quale invierà al Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, per la pubblicazione sul “Bollettino Ufficiale” , la relazione riassuntiva dei lavori con annessi i giudizi individuali e collegiali. Tali atti saranno resi pubblici anche per via telematica. La seduta è tolta alle ore 16,00. Il presente verbale viene redatto, letto e sottoscritto seduta stante. Pavia, 23.III.2006. LA COMMISSIONE: Prof. Giancarlo Angelozzi Prof. Gian Paolo Brizzi Prof. Carlo Capra Prof. Gian Paolo Garavaglia Prof. Xenio Toscani Allegato D, verb. 2 Giudizi del prof. Xenio Toscani Arisi Rota Arianna La candidata, dottore di ricerca, ha al suo attivo una buona esperienza didattica, dal momento che è ricercatrice da 12 anni, e da cinque tiene corsi, attribuitile o per supplenza o per affidamento. Ha ricoperto e ricopre pure un ruolo in alcune istituzioni di ricerca (ad es. ISPI e Istituto per la Storia del Risorgimento di Milano). La sua produzione (almeno quella che attiene alla Storia Moderna), consiste in due volumi, in due saggi consistenti e in una dozzina di altri saggi, pertinenti e di buona qualità, ma di ampiezza minore. Arianna Arisi Rota ha iniziato la sua carriera di studiosa con interessi di politica internazionale orientati sull’età contemporanea (si veda la tesi di laurea, quella di dottorato, e una parte della sua produzione, tra cui il primo volume pubblicato, La diplomazia del ventennio, storia di una politica estera, nonché alcuni articoli). I suoi interessi si sono presto estesi al secolo XIX e all’età napoleonica, sempre conservando il forte interesse per la politica estera e le relazioni internazionali, ma ampliando quello per gli uomini, le strutture e gli uffici che le rendono effettive, per le correnti di opinione e gli atteggiamenti politici presenti nella società e per gli apparati di controllo di questi da parte del potere politico. Ne risultano così saggi e volumi pregevoli, frutto di accurate ricerche in archivi pubblici e privati e con risultati almeno in parte notevolmente originali. Il volume del 1998 Diplomazia nell’Italia napoleonica è una prospettiva inedita sull’ambiente degli impiegati , funzionari e agenti diplomatici della Repubblica Italiana e del Regno Italico, che getta luce sulle aspettative, gli interessi, i punti di vista e la prassi degli uomini di un delicato e significativo apparato governativo. Il volume Il processo alla Giovine Italia (preceduto e preparato da un saggio su Pubblici impiegati e processi politici) solidamente costruito su fondi documentari di archivi pubblici 8 e privati, su epistolari editi e inediti, su pubblicistica del tempo, è un quadro ricco e vivo non solo del processo, ma del contesto sociale e culturale in cui si mossero cospiratori e avversari (esperienze, sentire, relazioni). Arianna Arisi Rota offre dunque una produzione di qualità buona, che tuttavia solo in parte è pertinente alla Storia Moderna, e che anche per questo si presenta come quantitativamente meno rilevante di quella di altri candidati ai fini della presente valutazione comparativa. Alessandra Ferraresi La candidata Alessandra Ferraresi ha titoli molto rilevanti sia per la didattica, sia per partecipazione a gruppi e organi di ricerca di rilievo nazionale. Ricercatrice da 24 anni, da nove le è stato affidato l’insegnamento di Storia Moderna per il corso di laurea in Lettere , prima quadriennale, e ora sia triennale che specialistica, nell’Università di Pavia. Ha tenuto numerosi seminari ( ne indica 14) di storia della scienza e di didattica della storia. Ha fatto parte di gruppi di ricerca CNR e 40%, del Gruppo Nazionale di Storia della Fisica e del Centro Studi Lazzaro Spallanzani. Dal 2000 le sono affidati moduli di insegnamento di didattica della storia per la Silsis. I suoi titoli scientifici appaiono di analogo rilievo, per qualità, continuità e quantità: è autrice di cinque monografie, di venti saggi consistenti ( di cui sette di oltre cinquanta pagine) e di altrettanti lavori di minore estensione. Un filone importante delle sue ricerche è rappresentato dalla storia delle istituzioni, discipline e professioni tecnico scientifiche, che vengono studiate in contesti politici e culturali precisi, quali ad esempio i sistemi formativi piemontese e lombardo nei secoli XVIII e XIX, in ragione del loro valore storico esemplare sia per il Paese, che in ambito europeo. La monografia del 2004 Stato, scienza, amministrazione saperi (Il Mulino), preceduta da un saggio-volume del 2000 (Per una storia dell’ingegneria sabauda, Il Mulino, p. 209) illustra l’accrescersi delle funzioni statali in ambito tecnico amministrativo durante l’antico regime, il loro rafforzamento in età francese, e la relazione di ciò con i modelli formativi sia nelle Università che nelle alte scuole di formazione tecnica, con largo ricorso a fonti documentarie di Archivi di Stato, di Università, di Scuole, di privati. In questo ambito si colloca pure un terzo saggio-volume (118 p.) del 1995: Nuove industrie, nuove discipline, nuovi laboratori: la Scuola Superiore di Elettronica di Torino (Milano, Angeli 1995) che ricostruisce lo sviluppo istituzionale delle scuole in rapporto al contesto economico, oltre che scientifico e tecnologico, sia nazionale che europeo. Si precisa così uno dei tratti qualificanti di questi lavori ( accanto alla solida base documentaria e bibliografica), che è la storia sociale, politica, oltre che tecnica e scientifica, della scuola e delle professioni. Il quarto saggio-volume (Formazione professionale e civile tra Repubblica e Regno d’Italia: il caso di Pavia)(100 p. 2005), pur in linea di continuità con le caratteristiche sopra dette, è anche un lavoro di Storia dell’Università. Questo è un altro filone di ricerche della candidata , al quale ha dedicato numerosi saggi tra i suoi più consistenti, mettendo a tema i processi di istituzionalizzazione e professionalizzazione delle scienze, studiando in particolare il periodo delle riforme teresiane e giuseppine e l’età napoleonica attraverso un caso di rilievo europeo: Pavia, con Volta e la scuola di fisica. L’originalità di tali ricerche è evidente anche considerando la stretta interdisciplinarietà tra il lavoro della candidata e quello dei fisici del gruppo Nazionale di Storia della Fisica, coi quali ha da tempo un significativo rapporto. Da segnalare infine l’interesse della candidata per la didattica della Storia, che ha dato luogo a vari apprezzati lavori e a una collaborazione importante con i maggiori specialisti italiani della materia. 9 Per titoli didattici e per quantità e qualità delle pubblicazioni la candidata, ai fini della presente valutazione comparativa, appare come meritevole della più alta considerazione. Raffaela Giampietro La candidata Raffaela Giampietro non presenta alcun titolo, che non sia la sua laurea in Lettere. Dichiara esplicitamente nella domanda di non poter allegare né titoli didattici né pubblicazioni poiché non ne dispone. Non è dunque possibile esprimere giudizio su titoli e lavori scientifici. Stefano Levati Il candidato Stefano Levati per borse di studio godute e servizi didattici ha titoli apprezzabili: cinque anni di Borse di studio (post dottorato, assegni di ricerca), ha insegnato per un anno in una scuola superiore (ITIS), è ricercatore da cinque anni, ha tenuto quattro cicli di lezioni di 20 ore ciascuno e da un anno gli è stato affidato un corso di insegnamento di Storia Moderna all’Università di Milano. La sua produzione scientifica appare di notevole entità, perché consiste di tre volumi, di dodici saggi di buona consistenza (25-35 pagine) e una quindicina di saggi di minore ampiezza. Oggetto centrale delle ricerche fino ad ora pubblicate è il ceto borghese (negozianti, banchieri) di Milano e dello stato milanese tra metà Settecento e metà Ottocento, che indaga con grande ricorso a una larga gamma di fonti: archivi di famiglia, fondo Commercio dell’Archivio di Stato, ruoli di popolazione, documenti fiscali, fonti catastali, pubblicistica del tempo e soprattutto l’archivio notarile. Nell’uso delle fonti mostra acribia e sistematicità non priva di accortezza, individuando con acume modalità di selezione e valorizzazione che consentono di dominarne la mole senza esserne schiacciato, e di trarne risultati significativi. L’obiettivo che Levati si pone è storiograficamente importante: mettere a fuoco le caratteristiche della borghesia milanese, la dinamica della sua crescita non solo in campo economico, ma nella rilevanza sociale, attraverso la “spia” significativa del ceto dei “negozianti”, di cui con suggestive presentazioni prosopografiche mostra fortune economiche, strategie familiari, tessuto di relazioni, inserimento nella élite cittadina. Ne esce un quadro inedito della affermazione di questa borghesia, della differenziazione degli investimenti (affari, terra) , ponendo il problema del contributo di tale ceto allo sviluppo industriale. La attenta valorizzazione di studi italiani e stranieri su altri centri urbani chiarisce ulteriormente l’importanza e la peculiarità della situazione milanese. Risultati, dunque, di ottima qualità, riassunti sostanzialmente nel volume La nobiltà del lavoro (Angeli, 1997) di cui quasi tutti gli altri appaiono o come lavori preparatorii, o come sviluppi che lo integrano, restando tuttavia quello il quadro fondamentale. Pochissimi sono infatti i lavori non strettamente connessi a tale quadro e problematica, e sostanzialmente si tratta di alcuni recentissimi articoli che allargano gli interessi di Levati all’esercito della Repubblica Italiana in età napoleonica o al commercio del formaggio nello stato di Milano tra Sette e Ottocento, benché permanga il quadro quasi esclusivamente “milanese” e lo sguardo privilegiato su figure di appaltatori e commercianti, già con tanto impegno studiate. In conclusione, i titoli scientifici e didattici di Stefano Levati, ai fini della presente valutazione comparativa, appaiono meritevoli di attenta considerazione. 10 Fabio Martelli Fabio Martelli a titolo diverso insegna da quattordici anni all’Università di Pavia e di Bologna, prima (per nove anni) come docente a contratto, poi (per cinque anni) come incaricato di corsi di Storia e istituzioni dell’Asia e di Caucasologia. Proviene da studi di storia romana, con tesi e ricerche successive sull’area balcanica. Una esperienza di ricerca presso l’Università di Lille lo ha avviato allo studio di teorie e modelli della tarda antichità nel pensiero politico di età moderna, mentre ha continuato a studiare storia, cultura e lingue delle varie realtà etniche e politiche di area balcanica e di tradizione bizantino-slava. Questo percorso rende ragione della articolazione dei suoi interessi, che allo studio del pensiero politico di età moderna ( e della utilizzazione che questo fa della storia antica) affianca una non comune conoscenza della cultura, della prassi politica e del sentire dei ceti dirigenti di una vasta area dell’Est europeo. La produzione scientifica, presentata per la valutazione comparativa, appare molto rilevante per quantità (sei volumi, undici saggi di notevole impegno, e una decina di minore ampiezza), e altrettanto apprezzabile per varietà di competenze e interessi, e per la larghezza delle letture che ne sono alla base. I volumi Percorsi dell’antico in età moderna e Il mito di Cartagine nel pensiero politico di età moderna sono costruiti su una vasta conoscenza di scrittori politici, maggiori e minori, italiani, francesi e tedeschi cinque e seicenteschi, mentre l’ampio volume Le leggi, le armi e il Principe, dedicato al pensiero politico di Raimondo Montecuccoli, non verte solo sul pensiero politico, ma sul ben più vasto contesto culturale, religioso, filosofico in cui è vissuto e ha operato e scritto il condottiero modenese. Alla rilevanza e bontà del lavoro, costruito su una notevole ricchezza di fonti, giova meno forse l’imponente ampiezza della trattazione. Resta tuttavia l’ obiettivo interesse del libro, che ha motivato la traduzione in ungherese di alcuni capitoli di questo, data l’importanza rivestita da Montecuccoli per la storia di quel Paese. Una certa propensione alla sovrabbondanza, che caratterizza i primi tre lavori è invece assente dagli altri tre volumi presentati (pubblicati da Il Mulino), più asciutti e di notevole interesse per comprendere, attraverso capitoli di storia recenti e meno recenti, le vicende attuali di Albania e Bosnia, l’evoluzione dell’ideologia monarchica in Russia e la centralizzazione dello stato russo durante il regno di Ivan il Terribile, momento chiave nella formazione della Russia moderna. Molto apprezzabili sono anche i tre densi lavori pubblicati sulla prestigiosa rivista “Bizantinistica” e relativi alle tradizioni imperiali in Russia, all’ideologia della “Terza Roma” e alla teologia politica che vi è correlata. Non mancano infine ampi e apprezzabili saggi su aspetti di storia economica e politica dello Stato di Milano nel Settecento e sulla peste del 1630 (e la cultura medica del tempo), che documentano la varietà di interessi dell’autore, anche oltre la storia del pensiero politico e quella dell’est europeo. I numerosi lavori del candidato mostrano risultati apprezzabili e originali. I suoi titoli didattici e la sua produzione scientifica appaiono pertanto meritevoli di considerazione molto alta. Simona Negruzzo La candidata Simona Negruzzo per borse di studio godute e servizi didattici ha titoli sicuramente apprezzabili: ha goduto per cinque anni di assegni di ricerca e borse post dottorato, ha insegnato tre anni in licei in Italia e Francia, ha tenuto tre moduli di lezioni alle Università di Genova e Napoli, è stata incaricata di corsi di insegnamento di Storia moderna all’università gregoriana e all’Università Cattolica (due anni), dove da due è 11 ricercatrice. A questo si aggiunga l’ottenimento della Maitrise in storia all’università di Strasburgo, la partecipazione effettiva a due progetti di ricerca Cofin e al CISUI. La produzione scientifica è robusta e consiste in tre volumi, pubblicati da editori di rilievo nazionale, in 13 saggi di notevole impegno e consistenza (25-40 pagine) e in una dozzina di saggi di minore ampiezza. Le sue ricerche si muovono su linee diverse, non prive di legami. La prima è la storia delle istituzioni educative e della formazione delle élites in età moderna attraverso scuole e collegi specialmente ( ma non solo) degli ordini religiosi, e altre istituzioni formative, come i seminari, allora frequentati in larga misura anche da studenti laici. A questo filone di ricerca S. Negruzzo ha dedicato vari lavori, e infine il denso e ampio studio Collegij a forma di seminario (Brescia 2001). Il lavoro appare originale e importante, perché per la prima volta tratteggia il quadro completo delle istituzioni educative superiori di un intero Stato, lo Stato di Milano, in età spagnola, e ne mostra le diverse componenti ( Collegi con intero arco di studi dalla Grammatica alla Teologia, Collegi minori con programma più limitato, seminari, altre scuole). La rete appare fitta e frequentata, per ciascun collegio si forniscono indicazioni sul numero di alunni, e soprattutto si ha una determinazione precisa del peso che avevano rispettivamente le scuole gesuitiche, quelle dei barnabiti o dei Somaschi o del clero secolare, e della dinamica di formazione e sviluppo di tale rete. Fondato su una larga e attenta ricerca in molti archivi sia locali che centrali, sia cittadini e civili che diocesani, e su una ricca bibliografia, il volume getta una luce nuova sull’età spagnola e sullo sviluppo di scuole e scolarità nello Stato di Milano. In continuità con tali ricerche si pone la storia delle università, alla quale la candidata ha dedicato alcuni saggi di notevole impegno (Sulle orme di Erasmo e L’università di Brera) e altri due volumi, uno sulla facoltà teologica dell’università di Pavia nel Cinquecento (Theologiam discere et docere), e il più recente L’armonia contesa (Bologna , Il Mulino, 2005) sulle università (gesuitica e protestante) alsaziane nel Cinque e Seicento. Quest’ultimo, in particolare, è un lavoro di grande impegno e originalità, che gode di ottimo apprezzamento presso gli stessi studiosi francesi, e offre un quadro in buona parte inedito dello sforzo educativo e delle tensioni culturali e confessionali in un’area che per più ragioni era di frontiera (politica, confessionale, linguistica), quadro ricostruito con scrupolo euristico documentario e bibliografia molto accurata. Non mancano infine alla candidata interessi diversi (sulla vita religiosa nel Settecento, sulle missioni in paesi cristiani, sulla polemica Chiesa –Massoneria nell’Ottocento) testimoniati da altri saggi, che ben mostrano la sua maturità di studiosa. Ai fini della presente valutazione comparativa titoli e produzione di Simona Negruzzo meritano alta considerazione. Genoveffa Palumbo I titoli didattici della concorrente sono rilevanti: 24 anni di insegnamento nelle scuole superiori e una decina di contratti per lezioni in Università di Napoli (Istituto Univ. Orientale, Federico II, Suor Orsola Benincasa) e Masters. Ha partecipato a vari progetti di ricerca nazionali. La produzione scientifica è di notevole quantità, essendo costituita da quattro volumi, una ventina di saggi di buona consistenza e una quindicina di minore ampiezza. Due sono i volumi che per metodo e risultati appaiono più rilevanti e originali: il volume Speculum peccatorum (1990) e L’esile traccia del nome. Storie di donne, storie di famiglie (2001). Il primo è non tanto una storia della catechesi gesuitica nel Cinquecento, quanto un interessante tentativo di delineare, attraverso le immagini e le formule catechistiche, l’immagine della società e dei comportamenti, costruendo un originale quadro delle mentalità, il che appare come oggetto precipuo di molti lavori della candidata. Il secondo volume, sulla base di vari archivi napoletani, presenta, attraverso la spia del nome, il 12 radicamento delle normative tridentine nella vita religiosa e familiare delle popolazioni napoletane, e in età contemporanea una progressiva laicizzazione che si manifesta anche attraverso tale specifica spia, originalmente analizzata. Pregevole è l’analisi della valenza del nome nel consolidare legami familiari, nel definire rapporti patrimoniali, nell’affermare identità e nel legame con i luoghi, il tutto nell’ambito della storia di genere e più largamente della storia delle mentalità. L’olio che sana ogni male , attraverso l’analisi di un processo inquisitoriale, è uno spaccato vivace di superstizioni, mentalità, comportamenti , con puntuale ricorso alla letteratura su tali argomenti, cui non pare aggiungere apporti particolarmente rilevanti. Il volume Giubileo - Giubilei. Pellegrini e pellegrine, è un volume di alta brillante divulgazione e di puntualizzazione delle conoscenze sull’argomento, fondato su ampio ricorso tanto a fonti edite (medievali e di età moderna) quanto a una buona bibliografia. I numerosi altri saggi testimoniano tutti delle competenze della candidata nella storia di genere, e in quella delle mentalità, e del suo costante ricorso a un buon apparato di fonti e di studi. Ai fini della presente valutazione comparativa i titoli didattici e scientifici della candidata appaiono meritevoli di considerazione. Paolo Costantino Pissavino Per borse godute, insegnamento prestato e altro il candidato ha titoli molto notevoli: cinque anni di borse di studio delle Università di Pavia e Ginevra e della fondazione Einaudi, 15 anni di insegnamento nei Licei, tre anni di insegnamento per contratto nelle Università di Napoli e Pavia, vari cicli di conferenze e seminari nelle università di Ginevra, Cape Town e Pavia. Le pubblicazioni scientifiche sono numerose: un volume, ventitré saggi di notevole impegno ( di cui alcuni molto ampi), una ventina di lavori minori. Il candidato viene da studi filosofici e molti suoi lavori riguardano la storia del pensiero politico in età moderna (dall’Umanesimo al Seicento) che egli ha coltivato con larghezza di interessi, costante attenzione al contesto culturale e rigore filologico. Il suo interesse per il pensiero politico lo ha presto condotto a una non secondaria attenzione alle dinamiche storiche, alle realtà politiche degli Stati (in particolare allo Stato di Milano) e alle modalità con cui si realizzava e si esprimeva la vita delle Corti, dei “palazzi” della politica del tempo. Esempio di questi intrecci di interessi sono il volume Lodovico Zuccolo, il saggio (che ha quasi l’ampiezza di un volume) Il “De Officiis” di Giovanni Della Casa, e i due ampi e densi lavori Per una immagine sistemica del milanese spagnolo e Stato regionale e potere. Appunti su scritture politiche d’età visconteo-sforzesca, nonché numerosi altri. In questi l’autore mostra una grande conoscenza della complessa vita culturale delle Corti italiane, attraverso una attenta ricerca d’archivio e ottima padronanza di fonti a stampa, cui unisce puntuale bibliografia. Testimonianza importante di lavoro più sul versante filosofico (ma non privo di dimensione storica e politica) è il robusto saggio Ragion di Stato e utopia: le forme della conservazione politica, comparso in Le filosofie del Rinascimento, di Cesare Vasoli e altri. Benché la produzione del candidato accanto a numerosi saggi annoveri, formalmente, un solo volume , la consistenza di parecchi lavori è testimonianza della maturità dello studioso, che ai fini della presente valutazione comparativa merita apprezzamento. Giovanni Pizzorusso Per titoli didattici e per borse di studio godute e per servizi in istituzioni scientifiche il candidato ha un curriculum molto ragguardevole: per vari anni incaricato di ricerche per il Centro Accademico Canadese in Italia e per l’Università S. Paul di Ottawa, cinque anni di insegnamento in scuole superiori, tre anni di servizio all’Istituto Storico Italiano per l’età 13 moderna, quattro anni di servizio alla Giunta Centrale per gli studi storici, per tre anni professore a contratto all’Università di Chieti. Il servizio prestato prima per il Centro Accademico Canadese e poi per la Giunta Centrale per gli studi storici hanno fatto sì che il candidato compisse lunghe e attente frequentazioni di archivi romani, e in particolare di quello della Congregazione di Propaganda Fide, dell’Archivio Segreto Vaticano e di numerosi altri, individuando fonti documentarie utili per la storia degli stati americani nei quali, dal Cinquecento, la presenza dei religiosi missionari era costante e numerosa, e con questa anche il flusso di informazioni, la sedimentazione di documenti i più vari. A questo ha aggiunto l’esplorazione e regestazione di archivi e fondi documentari otto-novecenteschi, privati, religiosi e civili, utile per lo studio dei flussi di popolazione e dell’emigrazione italiana tra Otto e Novecento. Egli ha così acquisito una larga conoscenza e padronanza di tali archivi, che sono alla base dei suoi numerosi studi, tutti molto ricchi di dati, originali, di vivo interesse e condotti con piena padronanza della storiografia e della più recente bibliografia, di cui ha pubblicato utili rassegne. Il frutto più importante, in cui confluiscono anche alcuni lavori precedenti, è il volume Roma nei Carabi, originale, documentatissimo quadro della presenza e attività missionaria seicentesca nell’America centrale. Il volume ha il merito di innovare la storiografia sul fenomeno missionario, perché mette in dialettica relazione i progetti delle singole Congregazioni religiose, che avevano inviato missionari, coi tentativi di centralizzazione romana (da parte di Propaganda Fide) e infine colle attenzioni dei Governi (iberici e francese). Sulla linea di questo volume, ma con interessanti allargamenti a tutti gli orizzonti missionari non solo americani, è il robusto saggio Agli antipodi di Babele, maturo e denso studio sull’orizzonte cosmopolita di Propaganda Fide. Un secondo filone, nella produzione scientifica del candidato, è rappresentato dagli studi sulla emigrazione e sui flussi di popolazione, che da un originale impulso ad opera della SIDES si è poi notevolmente sviluppato. Preceduti anche in questo caso da accurata esplorazione e regestazione di archivi, gli studi di Pizzorusso in questo campo appaiono contributi di notevole interesse. Benché le pubblicazioni costituite da volumi veri e propri si limitino a uno (pubblicato peraltro da una prestigiosa istituzione scientifica quale l’Ecole Française di Roma), numerosi saggi di notevole consistenza e importanza testimoniano della maturità dello studioso, che ai fini della presente valutazione comparativa appare meritevole di attenta considerazione. Valentino Sani Per borse di studio ottenute e attività didattica il candidato Valentino Sani ha titoli apprezzabili: due anni di assegno di ricerca post dottorato, tre seminari o cicli di lezioni di 10 ore ciascuno, tre anni come professore a contratto. I titoli scientifici appaiono più consistenti, trattandosi di quattro volumi, di nove articoli di notevole ampiezza (25-40 pagine) e di alcuni articoli brevi (sotto le dieci pagine). Il volume dedicato alla storia di Ferrara nel secondo Settecento e in età napoleonica ( La rivoluzione senza rivoluzione) è ampio e valido, solidamente costruito su larga base documentaria e accurata bibliografia, ed è un contributo originale alla conoscenza della società ferrarese e più largamente degli anni rivoluzionari e napoleonici in Italia, anche per il particolare rilievo che ebbe, per i rapporti Chiesa –Stato, il card. Mattei, vescovo della città e significativo esponente di una intransigente opposizione a laicismo, secolarizzazione, acquiescenza alle direttive napoleoniche. 14 Ben documentati e analizzati appaiono gli atteggiamenti di clero, patriziato, borghesi della città padana, e la dinamica politica che dal tramonto della Legazione pontificia conduce fino al Regno Italico. Analoga qualità e originalità mostra il volume Ferrara felice, che pubblica l’importante scritto di F. Containi, con ampio studio introduttivo, e tratteggia la diffusione del riformismo settecentesco, vivace anche in un contesto politico (lo Stato Pontificio) spesso presentato come uno dei meno dinamici. Il volume è peraltro preparato da saggi (quali ad esempio La diffusione del riformismo settecentesco nella Legazione di Ferrara ) che in esso confluiscono. Il saggio –volume Politica e società a Comacchio analizza con analoga prospettiva (e fonti), e per lo stesso periodo (l’età napoleonica) una cittadina minore, e offre un notevole e non frequente spaccato di una realtà più periferica, di una provincia più profonda. Il volume 1799. Napoli, la rivoluzione, preparato da un fascicolo del mensile “Storia e dossier” cui il candidato collabora stabilmente, appare un lavoro intelligentemente compilativo e di alta divulgazione, non fondato sugli ampi scavi documentari originali , che invece caratterizzano i lavori su Ferrara. Altri lavori di minore ampiezza e impegno testimoniano delle buone qualità del candidato, ma insieme del non ampliamento delle sue ricerche al di là dell’ambiente ferrarese e del secondo Settecento e età napoleonica . Ai fini della presente valutazione comparativa i titoli scientifici, considerevoli e di buona qualità, meritano buona considerazione. Giudizi del prof. Gian Paolo Brizzi Arianna Arisi Rota Dottore di ricerca e ricercatrice presso l’Università degli Studi di Pavia (1993), Arianna Arisi ha da alcuni anni l’affidamento del corso di Storia della diplomazia e ultimamente anche quello di Diplomazia e politica nell’Europa del XIX secolo. Collabora ad alcune riviste storiche, ad organismi di ricerca; più contenuta, rispetto a quella di altri condidati, appare la sua partecipazione a convegni e incontri di studio. La storia della diplomazia nel XIX e nel XX secolo sono i temi che contraddistinguono l’ambito di specializzazione della candidata e solo una parte di questi rientrano a buon diritto all’interno dell’ambito cronologico convenzionale del raggruppamento M-STO/02. Si segnalano fra questi ultimi Diplomazia nell'Italia napoleonica, del 1998 e il più recente Processo alla Giovane Italia in Lombardia, del 2003. Nel primo Arisi Rota ripercorre, attraverso la ricostruzione degli uffici e delle carriere di funzionari e agenti diplomatici al servizio del ministero delle relazioni estere diretto da Ferdinando Marescalchi, i rapporti fra la Repubblica e Regno d’Italia e il governo di Parigi, come pure le dinamiche della formazione di un ceto burocratico selezionato sulle basi dell’efficienza e della competenza. Nella più recente monografia dedicata al processo per alto tradimento dei giovani che avevano aderito alla cospirazione mazziana nel Milanese e nelle province della Lombardia. La ricostruzione della cronaca delle varie fasi del processo è qui arricchita dall’analisi della composizione sociale e professionale degli inquisiti, evidenziando la capacità di penetrazione della propaganda mazziniana nella società lombarda. L’impegno nelle attività didattiche e i risultati conseguiti con i suoi studi, documentati altresì da vari articoli, consentono di ammettere la candidata alla valutazione comparativa. Alessandra Ferraresi Ricercatrice di Storia moderna dal 1981 ha svolto un’attività di supporto didattico alla cattedra di Storia moderna e dal 1997-98 svolge un’intensa attività didattica sia nella 15 laurea triennale sia in quella specialistica, oltre che nelle attività di dottorato e nell’organizzazione di corsi integrativi presso il Collegio Ghislieri. La candidata è membro di numerosi comitati scientifici di centri di ricerca operanti in particolare nel settore della storia della scienza e della storia delle università. La sua attività di ricerca si è dapprima orientata allo studio della storia dell'istruzione con riferimento all'area della Lombardia e del Piemonte, articolandola in direzione della storia delle istituzioni, dello sviluppo delle discipline scientifiche in età moderna ed ai riflessi di queste sulla formazione professionale. Le linee di ricerca, sorrette sempre da una sicura padronanza dei problemi di metodo, sono andate evolvendosi poi in direzione della storia del collezionismo scientifico, della storia della scienza e della storia della didattica universitaria. Tale attività è confluita in una ricca produzione di saggi, articoli, contributi ad atti di convegno, edizioni di fonti in regesto, condotti con sicura capacità di analisi e consapevolezza del quadro di riferimento istituzionale e culturale, di una sicura padronanza della fonti e di una vasta bibliografia. Sono studi che ben evidenziano l'organicità e la coerenza del progetto di ricerca perseguito dalla candidata, in parte confluito nel recente Stato, scienza, amministrazione, saperi del 2004, già oggetto di una precedente pubblicazione in forma provvisoria, nel quale la candidata estende la sua analisi ai rapporti fra società e sviluppo tecnologico, università e pubblica amministrazione, attenzione dello Stato all’ambito tecnico, svolgendo un’analisi di lungo periodo che parte dal Piemonte e dalle iniziative riformistiche di Vittorio Amedeo II e come prodromi delle nuove realtà socio-professionali del XIX secolo. Per tali ragioni la candidata è meritevole di essere presa in piena considerazione nella presente valutazione comparativa. Raffaela Giampietro La candidata laureata in Filosofia non presenta alcuna pubblicazione e dichiara di non avere avuto alcuna esperienza didattica. Si ritiena che la candidata non sia ammissibile alla presente valutazione comparativa. Stefano Levati Dottore di ricerca nel 1995, dal 2000 è ricercatore di Storia moderna presso l’Università statale di Milano. Intenso il suo impegno di supporto alle attività didattiche dei docenti e in quelle di divulgazione, come pure presso la Scuola dell’Archivio di Stato ed altre istituzioni universitarie e non. Ha altresì partecipato ed organizzato numerosi incontri scientifici e convegni. La formazione delle classi dirigenti in Lombardia sono al centro delle indagini di S. Levati, declinate in due principali ambiti tematici di ricerca, la storia sociale ed economica e la storia militare con particolare attenzione all’età napoleonica. Alla storia sociale ed economica della Lombardia tra Sette e Ottocento Levati ha dedicato alcune monografie che peraltro rinviano alla tesi di laurea e di dottorato (Da “tencin” a banchieri. I Taccioli: l’ascesa economica e sociale di una famiglia di negozianti tra Ghiffa e Milano, del 1992, e La nobiltà del lavoro. Negozianti e banchieri a Milano tra ancien regime e restaurazione,1997). Attraverso lo sviluppo delle fortune economiche di alcune dinastie di commercianti e finanzieri (Bignami, Kramer, Franchetti, Besana, Balabio, ecc.) esamina l’affermazione sociale del ceto imprenditoriale milanese, le connessioni fra i profitti derivanti dalle attività mercantili, la proprietà della terra e i rapporti con lo sviluppo dell’industria con particolare attenzione alla prima metà del XIX secolo. In un successivo studio (Tra giornalismo e tutela degli interessi mercantili: Michele Battaglia, 1999) viene preso in esame il periodico “L’eco della Borsa” e ricostruito accuratamernte -avvalendosi di una ricca documentazione- la biografia di Michele Battaglia, espressione esemplare della 16 borghesia mercantile milanese, che ne fu il promotore. Altro e più recente centro di interesse di Levati, posteriore alla sua assunzione quale ricercatore, è la storia militare con particolare rigardo all’età napoleonica e all’intersezione fra carriere militari, appalti, commissari di guerra e mondo degli affari, un tema sul quale ha già prodotto alcuni saggi che lasciano prefigurare un’auspicabile, prossima sintesi. Per queste ragioni il candidato va preso in buona considerazione ai fini della presente valutazione comparativa. Fabio Martelli Laureato in Storia antica, FM è stato successivamente borsista presso l’Université di Lille III e presso l’ università Paris I-Sorbonne. Nel 1983 ha conseguito la Maitrise in Sciences de l’Homme-Domaine historique a Lille III. Socio effettivo di numerosi istituti di ricerca (Istituto italiano per l’Oriente, Federation internationale des Etudes Classiques, Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente), membro del direttivo dell’Istituto Cabral, presiede l’Associazione Italia-Russia di Bologna, svolge attività di consulenza per il progetto di cooperazione PIME per la riorganizzazione delle Facoltà di Filosofia, Storia e Sociologia dell’Università di Phnom Penh, Cambogia, ove svolge attività di aggiornamento rivolta al corpo docente. Ha insegnato negli ultimi dieci anni, come professore a contatto nelle Università di Pavia e di Bologna; vanta, a partire dal 1979, un’intensa partecipazione in qualità di relatore a convegni internazionali svolti sia in Italia sia all’estero Il suo percorso di ricerca testimonia la poliedricità dei suoi interessi storiografici che si dispiegano dall’età antica, primo approdo del suo curriculum di studioso, a quella contemporanea. Documentano la continuità del suo lavoro una dozzina di monografie e più di cento fra articoli e saggi, oltre a numerose recensioni e contributi a prevalente carattere divulgativo. Importanti, ai fini della presente valutazione nel raggruppamento disciplinare M-STO/02, appaiono le monografie Percorsi dell'antico in eta moderna tra ideologia e politica culturale del 1988; Il mito di Cartagine nel pensiero politico di eta moderna, del 1989; Le leggi, le armi e il principe. Studi sul pensiero politico di Raimondo Montecuccoli del 1990, di cui è stata fatta la traduzione in magiaro di una consistente parte del ponderoso volume; Lo zar e il suo doppio. Simbologia e metafore dell’ideologia monarchica nella Russia ivaniana, del 2001, oltre a numerosi articoli e saggi. L’uso dei testi e delle categorie di pensiero dell’età classica nella formazione della cultura politica dell’Europa in età moderna costituiscono uno dei temi centrali del suo percorso di ricerca: dal ruolo della cultura antiquaria nell’evoluzione dell’arte di governo alle molteplici interpretazioni che la figura dell’imperatore Costantino conosce nei secoli, dal significato ideologico assunto dal mito di Atlantide all’influenza di quello di Cartagine nello svolgimento del pensiero politico in età moderna. Questa attitudine a riconoscere e seguire nel lungo periodo la presenza e l’impiego di miti e tradizioni nei moduli simbolici adottati nella prassi politica o impiegati per sostanziare ideologie costituisce un tratto costante della sua attività storiografica, elementi ben presenti anche nel libro Lo zar e il suo doppio incentrato sulla translatio imperii e il mito della terza Roma come strumento del processo di centralizzazione da parte di Ivan IV ma anche i volumi La guerra di Bosnia e Capire l’Albania peraltro marginali rispetto al convenzionale arco cronologico della Storia Moderna. Il volume su Raimondo Montecuccoli lungi dall’essere una semplice ricostruzione biografica del personaggio, affronta la vicenda del condottiero modenese svolgendo una approfondita analisi della cultura politica, giuridica e filosofica del XVII secolo, fornendo un importante ed innovativo contributo alla conoscenza della storia europea nei decenni centrali dell’età moderna. Va segnalato nel caso di questo candidato la sua atipicità rispetto allo standard degli altri candidati per le latitudini dei suoi interessi storiografici che gli consentono di disporre di una capacità di lettura della storia dell’età moderna, scorrendo dall’età antica a quella 17 contemporanea, sempre sorretto dalla conoscenza di una vasta letteratura storiografica e da una capacità di muoversi fra archivi pubblici e privati in molti Paesi europei come dimostra nel volume sul Montecuccoli. Per il rilievo e l’originalità dei suoi studi che dimostrano l’indubbia competenza del candidato per le discipline del raggruppamento M-STO/02, per l’ampiezza e la varietà dei temi affrontati, Fabio Martelli è meritevole di assere tenuto nella massima considerazione nella presente valutazione comparativa. Simona Negruzzo La candidata ha conseguito nel 1992 il DEA presso la Facoltà di Storia dell’Università Marc Bloch di Strasburgo e nel 1996 il dottorato di ricerca presso l’Università statale di Milano. Ha successivamente goduto di borse di studio e di assegni di ricerca, ed è dal 2004 ricercatrice di Storia moderna presso l’Università cattolica del Sacro Cuore. Simona Negruzzo ha fruito di varie borse di studio in Italia e all’estero, ha insegnato materie letterarie presso il liceo internazionale di Strasburgo, presso istituti e licei della Lombardia, è stata lettrice di lingua francese presso il Collegio Ghislieri ed ha avuto un incarico di insegnamento presso la Gregoriana di Roma. Ha partecipato a numerosi convegni di carattere internazionale, a gruppi di ricerca ed è membro dei consigli scientifici di alcuni centri di ricerca nazionali. L'attività di ricerca della candidata, confluita in alcune importanti monografie e in numerosi saggi e articoli, ha affrontato temi di storia delle istituzioni educative e culturali, di storia della Chiesa e di formazione delle élites, dapprima con riferimento all'area pavese e milanese (La facoltà teologica di Pavia nel XVI secolo, del 1995; Il sistema di formazione teologica nello Stato di Milano in epoca spagnola, del 2000) pur inquadrando i casi studiati in un ambito più vasto e con consapevolezza del dibattito storiografico in corso. Nella prima delle monografie menzionate, analizzando la storia della facoltà teologica di Pavia e la biografia di numerosi studenti e docenti, Simona Negruzzo ricostruisce il ruolo dello Studio pavese nel contesto del movimento delle università in Europa, con rapporto ad un periodo cruciale per la storia della Chiesa e della formazione del clero. Il più recente volume, L' armonia contesa. Identita ed educazione nell'Alsazia moderna (2005), affronta invece la storia parallela del Gymnasium creato da Sturm a Strasburgo e dei collegi creati dai gesuiti in Alsazia, un territorio diviso fra le confessioni religiose, ma nella cui esperienza, pur con le specifiche connotazioni di ciascuna (es. importanza educativa del teatro da un lato e della musica dall’altra) la studiosa è indotta a rintracciare, partendo dalle comuni radici pedagogiche, le reciproche affinità e un’importante esperienza di convivenza che Simona Negruzzo apre ad una linea di ricerca ricca di possibili, futuri svolgimenti. Nei suoi studi Simona Negruzzo dimostra un’accurata conoscenza della letteratura e degli apparati documentari più utili ai fini delle sue ricerche e si avvale di un solido impianto metodologico. Per tali ragioni la candidata è pienamente meritevole di essere presa in considerazione nella presente valutazione comparativa. Genoveffa Palumbo Dottore di ricerca ha conseguito numerose borse di studio presso istituti universitari e di ricerca in Italia e all’estero. Ha svolto attività di supporto a corsi universitari ed è stata professore a contratto di Storia delle donne e dell’identità di genere, di Metodologia delle ricerca storica, Storia e iconografia presso varie università e presso la SICSI. Ha partecipato a numerosi convegni internazionali e nazionali ricoprendo anche incarichi di coordinamento e impegnandosi in attività di scientifica e di divulgazione nel settore 18 storiografico. Ampia la sua produzione storiografica incentrata sulla storia della religiosità declinata in particolare sul versante femminile, iscrivendosi in un proficuo filone storiografico. Da un punto di vista metodologico va segnalato l’apporto peculiare di Palumbo nell’impiego della documentazione iconografica come fonte nel lavoro storiografico, divenendo, nel caso della sua prima monografia, Speculum peccatorum del 1990. L’oggetto stesso della sua ricerca, incentrata sullo studio del concetto di peccato e della sua evoluzione nella prima età moderna, non si circoscrive alle Somme confessionali o ai manuali per predicatori ma attinge ai catechismi illustrati editi soprattutto in ambiente gesuitico. L’edizione di un processo inquisitoriale del 1641 rappresenta lo spunto per ricostruire nelle espressioni della realtà quotidiana della Napoli del primo Seicento alcuni aspetti della cultura e della religiosità popolare, anche se spesso l’analisi dell’autrice resta troppo richiusa all’interno degli atti processuali. Attraverso la traccia dei nomi femminili rintracciati in un albero genealogico conservato nell’abbazia di Procida, Palumbo ne L'esile traccia del nome del 2001, non solo ricostruisce reticoli parentali, storie di luoghi e di persone lungo quattro secoli di storia dell’isola. Di carattere compilativo è piuttosto il volume Giubileo giubilei del 1999 ove gli aspetti sociali, culturali ma anche di storia materiale si intrecciano con quelli della religiosità femminile. Per tali ragioni la candidata va tenuta in buona considerazione nella presente valutazione comparativa. Paolo Costantino Pissavino Laureato nel 1978 e dopo aver conseguito il dottorato di ricerca nel 1990, il dott. Pissavino ha fruito di alcune borse di studio ed ha svolto attività di insegnamento presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Pavia e il collegio Borromeo. Attualmente insegna Filosofia e Storia nella scuola media superiore. Dal suo curriculum emerge un’intensa attività nella partecipazione, anche in qualità di coordinatore, a convegni scientifici. I titoli presentati dal candidato evidenziano la sua spiccata propensione per la Storia del pensiero politico e, in misura minore, per la storia della Lombardia nell’età spagnola esaminata in alcuni aspetti politico-sociali e scientifico-culturali. Accanto ad una ricca produzione di recensioni, profili biografici, rassegne bibliografiche, brevi saggi ed atti di convegni, va segnalata l’unica monografia che risale peraltro a più di vent’anni fa (Lodovico Zuccolo. Dall'audizione a corte alla politica). L’autore pubblica ed esamina un opuscoletto astronomico di Zuccolo, redatto durante la sua permanenza alla corte urbinate di Francesco Maria II della Rovere, e conduce l’analisi del testo partendo dalla ricostruzione della biografia intellettuale dell’autore. Il candidato appare meritevole di essere ammesso alla presente valutazione comparativa. Giovanni Pizzorusso Dottore di ricerca nel 1993, ha successivamente conseguiito in Francia l’idoneità di Maitre de conferences per il raggruppamento disciplinare 22. Successivamente ha ottenuto una borsa di studio presso l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea di Roma ed è stato poi distaccato (anni 1999-2003) dalla sua funzione di insegnante di Materie letterarie presso la Giunta centrale per gli studi storici. Dal 2002-2003 ha un contratto di insegnamento di ‘Storia dell’età della Riforma e della Controriforma’ presso l’Università di Chieti. Missioni cattoliche ed emigrazione nelle Americhe –Canada e Antille in particolare-, e nel Mediterraneo costituiscono il suo principale tema di ricerca, sostenuto da una costante attenzione alle fonti con particolare riferimento agli archivi vaticani, a quelli della 19 Congregazione di Propaganda Fide, di cappuccini, gesuiti, domenicani e agostiniani. In quest’ambito egli ha curato l’edizione di inventari, rassegne storiografiche e saggi sul tema delle migrazioni e dell’emigrazione italiana nel Nordamerica. All’attività della Congregazione si riferisce la sua opera principale Roma nei Caraibi che risale al 1995 nella quale sono ripresi temi e contenuti della tesi di dottorato. Pizzorusso ricostruisce i rapporti fra la Chiesa di Roma e un’area del Nuovo Mondo, per lo più trascurata dalla storiografia del colonialismo. Pizzorusso mette a fuoco i rapporti talora difficili fra le diverse etnie, religioni e confessioni cristiane, così come i rapporti con i coloni, l’azione evangelizzatrice fra i diversi ordini religiosi che operano in quei territori e l’attività della Congregazione di Propaganda Fide nel cercare di governare la loro azione. Alle missioni nel territorio dell’Impero ottomano, all’emigrazione, ai nunzi apostolici e alla storia del Lazio sono rivolti altri contributi di Pizzorusso dai quali emerge una costante attenzione alle fonti documentarie che rappresentano la cifra più evidente della sua attività storiografica. Per la continuità e la qualità dei risultati cui è pervenuto, il candidato è meritevole di essere ammesso all’attuale valutazione comparativa. Valentino Sani Dottore di ricerca in Storia nell’anno 2000 è attualmente assegnista di ricerca presso l’Università di Roma Tor Vergata. Ha svolto attività di supporto didattico ed insegna da qualche anno Didattica della storia contemporanea presso la sede della Siss di Ferrara. I suoi interessi di ricerca sono volti per ora in modo esclusivo allo studio del riformismo a Ferrara nei decenni fra la fine del governo legatizio e l’età napoleonica; si segnalano altresì alcuni scritti sulla rivoluzione napoletana del 1799 di carattere compilativo e divulgativo. I saggi minori registrano il work in progress dei due lavori principali (Ferrara Felice ovvero “della felicità dello Stato di Ferrara” di Francesco Containi, del 1995 e La rivoluzione senza rivoluzione. Potere e società a Ferrara, 1787-1797, del 2001) affrontano gli stessi temi già esaminati con la tesi di laurea e quella di dottorato. Appare evidente lo scarto fra le due monografie: meno maturo il primo lavoro che, nell’introduzione all’edizione diplomatica del testo di Francesco Containi, resta in gran parte interna all’esposizione del testo stesso, esaminandone le proposte avanzate sulla pubblica amministrazione, le corporazioni, gli interventi per sostenere l’industria tessile, le riforme fiscali. Una serie di articoli pubblicati tra il 1998 e il 1999 sono confluiti nel volume La rivoluzione senza rivoluzione, continuato poi con lo studio sul Circolo Unione. Il primo è un lavoro che dimostra una buona conoscenza della documentazione utile ad illustrare la società ferrarese fra i primi segnali di crisi del governo legatizio e la Repubblica Cisalpina, consentendo all’autore di tracciare un’analitica descrizione di eventi e personaggi, sui quali spicca la decisa attenzione per la figura dell’aristocratico Carlo Bentivoglio d’Aragona, esponente di punta del partito filo-rivoluzionario. Il candidato riesce a tracciare un quadro organico di quegli anni anche se talora l’esposizione adotta una cifra di tipo cronachistico. Il candidato appare meritevole di essere preso in considerazione nella presente valutazione comparativa. Giudizi del prof. Giancarlo Angelozzi Giovanni Pizzorusso - Pizzorusso si è laureato nel 1985; ha conseguito il Dottorato di ricerca nel 1993; ha collaborato per diversi anni con il Centro Accademico Canadese in Italia e con l’Universitè St-Paul di Ottawa e con altri istituti culturali e di ricerca italiani; ha partecipato con proprie 20 comunicazioni ad alcuni convegni di rilevanza anche internazionale; è membro della redazione scientifica della rivista “Archivio di Storia dell’Emigrazione Italiana”. - dal 2002 è professore a contratto presso l’Università di Chieti. - Presenta una cinquantina di pubblicazioni, (molte delle quali saggi e curatele in collaborazione con altri, inventari e descrizioni di fondi archivistici, voci bio-bibliografiche e scritti di carattere divulgativo), incentrate prevalentemente sul tema dei movimenti migratori in età moderna e contemporanea e su quello delle missioni cattoliche in America settentrionale e centrale, con particolare attenzione per i domini francesi. Quest’ultimo tema è al centro della sua monografia , Roma nei Caraibi (1995, Collection de l’Ecole Francaise de Rome), in cui ricostruisce l’organizzazione delle missioni cattoliche nelle Antille e in Guyana fra 1635 e 1675 utilizzando in modo sistematico e intelligente le fonti degli archivi della Congregazione de Propaganda Fide e di diversi ordini religiosi, fino a quel momento trascurate a vantaggio delle fonti conservate negli archivi francesi. In questo modo corregge ed articola l’immagine tradizionale di una azione missionaria subalterna agli interessi della corona francese, dimostrando come spesso Gesuiti, Domenicani e Carmelitani perseguissero invece una “politica” ispirata agli interessi e alle strategie del papato e dei propri ordini. Le altre sue pubblicazioni, sia pure di minor respiro, attestano continuità e serietà del lavoro di ricerca e ampiezza di interessi e dell’arco cronologico di competenza (dal XVII secolo agli inizi del XX). - alla luce degli elementi sopra indicati il candidato è meritevole di considerazione ai fini della presente valutazione comparativa. Alessandra Ferraresi - Ferraresi si è laureata nell’a.a. 1974-75; nell’a.a. 1977-8 ha ottenuto una borsa di perfezionamento successivamente confermata; dal 1981 è ricercatrice presso l’Università di Pavia; è membro dei consigli scientifici di diversi centri di ricerca dell’Università di Pavia che rappresenta nel Centro interuniversitario per la storia delle università italiane; fa parte del Comitato scientifico delle riviste “Annali di storia delle università italiane” e “Nuova Voltiana. Studies on Volta and his Times”; ha partecipato con sue relazioni a diversi convegni. - Dall’a.a. 1997-8 ha ricoperto con continuità incarichi di insegnamento per diversi corsi di laurea triennali e specialistici dell’Università di Pavia; fa parte del collegio dei proponenti del Dottorato di ricerca in Istituzioni, idee e movimenti politici nell ‘Europa contemporanea con sede a Pavia; dal 2000-01 insegna Didattica della storia presso la Silsis. - Presenta una quarantina di pubblicazioni ( più numerose recensioni, voci biobibliografiche e contributi di carattere didattico) prevalentemente incentrate sulla storia della scuola e della alfabetizzazione, e su quella della Università, con particolare attenzione alla organizzazione e trasmissione del sapere tecnico- scientifico in Italia settentrionale durante i secoli XVIII-XIX . Il suo contributo di maggior respiro è la monografia Stato, scienza, amministrazioni, saperi... (il Mulino, 2004) in cui ricostruisce la struttura istituzionale e il modello culturale e organizzativo dei luoghi di formazione professionale degli ingegneri in Piemonte dagli inizi del ‘700 all’Unità d’Italia, con uno sguardo attento alle coeve esperienze francesi cui quelle sabaude in parte si ispirarono. Si tratta di uno studio organico, articolato e ben costruito, che analizza con sicurezza e competenza le complesse interazione fra politiche culturali e specifiche istanze formative tecnico-scientifiche, utilizzando intelligentemente una ricca bibliografia e un ventaglio ampio e diversificato di fonti archivistiche. Fra le altre pubblicazioni, da ricordare soprattutto Alfabeti e analfabeti nell’Oltrepò pavese...in Istruzione, alfabetismo, scrittura…(a cura di A.Bartoli Langeli e X.Toscani, Franco Angeli, 1991) che utilizzando con finezza gli atti matrimoniali redatti secondo le norme del Codice civile quantifica e costruisce una “sociologia” dei livelli di alfabetizzazione in alcune località dell’Oltrepò 21 pavese alla fine dell’antico regime; e Formazione professionale civile e militare...in La formazione del primo Stato italiano e Milano capitale…( Istituto Lombardo, 2005), che ricostruisce l’organizzazione e il funzionamento della Università di Pavia negli anni 18021814. - Queste, e le altre sue pubblicazioni testimoniano continuità e serietà dell’attività di ricerca, apprezzabile varietà di interessi pur all’interno di una sostanziale organicità tematica, capacità di muoversi con competenza fra diversi ambiti disciplinari . - In considerazione degli elementi sopra indicati il giudizio ai fini della presente valutazione comparativa è pienamente positivo. Arianna Arisi Rota - Arisi Rota si è laureata nel 1988; ha conseguito il Dottorato di ricerca nel 1992; dal 1993 è ricercatrice presso l’Università di Pavia; è membro della Commissione di Storia delle Relazioni Internazionali e per molti anni ha collaborato con l’ISPI; ha partecipato con sue relazioni a diversi convegni. - dal 2000-01 ha ricoperto con continuità diversi insegnamenti per corsi di laurea triennali e specialistici dell’Università di Pavia; fa parte del Dottorato di ricerca in Istituzioni, idee e movimenti politici nell’Europa contemporanea con sede a Pavia. - presenta una ventina di pubblicazioni su tematiche di storia politico- diplomatica riguardanti l’Italia durante il periodo napoleonico e la Restaurazione e durante l’età contemporanea. Il suo saggio più consistente è la monografia Il processo alla Giovine Italia... (Franco Angeli, 2003) che ricostruisce il processo celebrato in Lombardia nel 1833-5 contro gli affiliati alla società mazziniana e il loro profilo socio professionale; merita di essere ricordato anche Diplomazia nell’Italia napoleonica... ( quaderno de il “Risorgimento”, Edizioni del Comune di Milano, 1998) che ricostruisce l’operato del Ministero delle Relazioni Estere negli anni 1802-14. Diverse pubblicazioni allegate riguardano temi che decisamente appartengono agli ambiti di competenza della storia contemporanea, ma testimoniano comunque una apprezzabile ampiezza di interessi . - In considerazione degli elementi sopra indicati la candidata merita considerazione ai fini della presente valutazione comparativa. Paolo Costantino Pissavino - Pissavino si è laureato nel 1978; ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1990; ha ottenuto diverse borse di studio e di ricerca presso istituti italiani e stranieri, fra cui il Warburg Institute; ha collaborato alla organizzazione di diversi convegni scientifici anche di rilevanza internazionale; è membro del Comitato scientifico della rivista “Archivio della ragion di Stato”. - Nell’a.a. 1992-3 è stato professore a contratto presso la Federico II di Napoli, nel 1994-5 e 1995-6 presso l’università di Pavia. - Presenta una ottantina di pubblicazioni (circa metà delle quali recensioni e voci biobibliografiche) riguardanti soprattutto tematiche di storia del pensiero politico italiano della prima età moderna e di storia politica e sociale della Lombardia spagnola. Il suo contributo più ampio è la monografia Ludovico Zuccolo… (Nuova Italia editrice, 1984) che di Zuccolo analizza l’operetta giovanile “de quantitate solis disceptatio” ancora lontana dagli interessi etico- politici dello Zuccolo maturo e invece molto legata al dibattito scientifico tardo cinquecentesco sulla validità e i limiti del modello aristotelico. Da segnalare anche la sua analisi delle dinamiche del potere, fra realtà dei conflitti sociali e proiezioni ideologiche, nello stato di Milano durante la dominazione spagnola, in Per un’immagine sistemica del Milanese spagnolo… (negli atti del Convegno internazionale su “Lombardia borromaica Lombardia spagnola 1554-1659”, Bulzoni 1995); il saggio sul trattato De officiis di della 22 Casa, (in “Familia” del principe e famiglia aristocratica, a cura di C.Mozzarelli, Bulzoni 1988), di cui mette in luce i rapporti con il pensiero di altri autori del tempo; e il saggio su Le forme della conservazione politica… ( in C.Vasoli, Le filosofie del rinascimento…, Bruno Mondadori 2002) in cui analizza il pensiero di alcuni dei più importanti esponenti dell’aristotelismo politico e teorizzatori della Ragion di stato italiani del XVI e XVII secolo.. - In considerazione degli elementi sopra indicati il candidato merita considerazione ai fini della presente valutazione comparativa. Valentino Sani - Sani si è laureato nel 1992, ha conseguito il dottorato di ricerca nel 2000, ha partecipato con sue comunicazioni ad alcuni convegni. - Negli a.a. 1999-2000 e 2000-2001 è stato professore a contratto presso la S.S.I.S di Ferrara. - Presenta una ventina di pubblicazioni incentrate su diversi aspetti della storia di Ferrara nel Settecento; il suo contributo di maggior respiro e organicità è la monografia La rivoluzione senza rivoluzione (Franco Angeli, 2001) che ricostruisce con intelligenza ed originalità, utilizzando un ampio ventaglio di fonti archivistiche conservate in numerosi archivi italiani e stranieri, la trasformazione delle strutture politiche, amministrative, sociali ed economiche di Ferrara e del suo territorio nel decennio 1787-97 che segnò la fine del dominio pontificio e l’instaurazione della repubblica Cisalpina; da ricordare anche Ferrara felice (Vecchierelli 1995) in cui pubblica l’opera inedita di Francesco Containi Della felicità di Ferrara con una ampia introduzione che ricostruisce la biografia dell’autore e analizza i contenuti dell’opera contestualizzandoli nella realtà politica, economica e sociale dello “stato” di Ferrara nel tardo Settecento; e Politica e società a Comacchio (in Storia di Comacchio nell’età contemporanea, a cura di A. Berselli, 2002), in cui analizza gli aspetti più rilevanti della società comacchiese durante il periodo della dominazione francese. - In considerazione degli elementi sopra indicati Valentino Sani è meritevole di essere preso in considerazione ai fini della presente valutazione comparativa. Genoveffa Palumbo - Palumbo si è laureata e ha conseguito il dottorato di ricerca in date che nel suo curriculum non sono specificate; ha vinto diverse borse di studio, di cui una presso l’Università di Vienna; ha collaborato a numerosi progetti di ricerca; ha partecipato con sue comunicazioni a numerosi convegni, alcuni di rilevanza internazionale - dall’a.a. 1998-99 ha ricoperto per contratto diversi insegnamenti presso l’Istituto Suor Orsola Benincasa, presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, presso l’Università di Salerno e quella di Roma Tre. - Presenta una cinquantina di pubblicazioni (di cui unadecina sono recensioni e schede), prevalentemente incentrate su tematiche di storia delle manifestazioni di religiosità e devozionalità in Italia nella prima età moderna, con particolare attenzione a quelle femminili. Fra i suoi contributi si segnala per compattezza ed originalità la monografia Speculum Peccatorum ( Liguori 1990) che si misura con il fortunato tema del “disciplinamento sociale” della prima età moderna, analizzandone un aspetto poco studiato, i catechismi per gli “idioti”: si tratta di un agile strumento di veicolazione di modelli di comportamento, spesso corredato da un apparato iconografico semplice ed immediatamente comprensibile, che costituì uno degli apporti più innovativi ed efficaci della catechesi soprattutto gesuitica; dei più diffusi fra tali catechismi l’autrice analizza con accuratezza la struttura e il “messaggio”. Da segnalare anche Giubileo Giubilei ( RAI 1999), ricca silloge di notizie sui più diversi aspetti del giubileo e del pellegrinaggio fra basso medioevo ed età moderna, organizzate in modo originale e vivace, ed esposte con un linguaggio piano ed accattivante; e L’esile traccia del nome (Liguori 2001) in cui, 23 utilizzando come filo conduttore appunto i nomi, ricostruisce una fitta trama di storie familiari – declinate soprattutto al femminile- che si intrecciano nel microcosmo dell’isola di Procida fra età moderna e contemporanea. - In considerazione degli elementi indicati la candidata merita considerazione ai fini della presente valutazione comparativa. Stefano Levati - Levati si è laureato in Storia presso l’Università statale di Milano; si è perfezionato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1995; è ricercatore dal 2000; ha partecipato con sue comunicazioni e come organizzatore a numerosi convegni anche di rilievo internazionale; è membro del comitato direttivo della rivista “Società e Storia”. - Dal 2004 ricopre per affidamento un corso presso il corso di laurea in Lingue dell’Università di Milano. - Presenta una trentina di pubblicazioni prevalentemente incentrate su temi di storia economica e sociale del Piemonte e della Lombardia nel XIX secolo, con particolare attenzione al mondo del piccolo e grande commercio e della attività finanziaria, e alle strategie e ai percorsi di ascesa familiare legati a tali attività; altri nuclei di interesse che si possono evidenziare sono la storia militare italiana e la ridefinizione dei ceti dirigenti lombardi in età napoleonica. Nel primo gruppo di pubblicazioni si distingue per ampiezza del quadro cronologico e ricchezza delle tematiche analizzate la monografia La nobiltà del lavoro (Franco Angeli, 1997) che ricostruisce non solo gli aspetti più specificamente economici ed organizzativi, ma anche quelli culturali dell’attività commerciale e bancaria a Milano nell’800; la fisionomia sociale del ceto mercantile- bancario; i rapporti fra capitale commercialefinanziario e proprietà della terra; le strategie di alleanza e ascesa sociale di alcune famiglie di negozianti. Da segnalare anche la monografia Da “tencin” a banchieri ( Banca Popolare di Intra, 1992) in cui viene ricostruita la ascesa economica e sociale della famiglia Taccioli da piccoli commercianti attivi a Ghiffa, paesino sul lago Maggiore nel XVII secolo, a ricchi mercanti a Milano nella prima metà del XIX ; e la monografia Giornalismo e tutela degli interessi mercantili (Rubbettino 1999) che ricostruisce l’attività di Michele Battaglia e del suo periodico l’ “Eco delle borsa” a favore della cultura imprenditoriale milanese nei decenni centrali dell’’800. Nel secondo, meno nutrito gruppo di pubblicazioni, si segnala La riorganizzazione amministrativa dell’esercito della repubblica italiana…(“Società e storia”, 2001), che ricostruisce la riforma dell’esercito operata da Francesco Melzi d’Eril e l’operato del Consiglio d’amministrazione della guerra dal 1802 al 1805. Nel complesso Levati presenta una produzione scientifica apprezzabile per continuità, organicità e serietà - In considerazione degli elementi sopra indicati Stefano Levati è meritevole di buona considerazione ai fini della presente valutazione comparativa. Simona Negruzzo - Negruzzo si è laureata nel 1991; nel 1992 ha conseguito il D.E.A. presso l’Università Marc Bloch di Strasbourg; nel 1996 ha conseguito il dottorato di ricerca; dal 2004 è ricercatore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia; ha vinto diverse borse di studio anche all’estero; ha partecipato con sue comunicazioni a convegni anche di rilievo internazionale; ha partecipato a diversi progetti di ricerca; è membro del Consiglio scientifico del CISUI. - Dal 1999 ha svolto attività didattica di integrazione e supporto di corsi tenuti da altri. 24 - Presenta una trentina di pubblicazioni (più numerose recensioni e schede) riguardanti prevalentemente diversi aspetti della storia religiosa italiana e francese fra XVI e XVIII secolo, con particolare interesse per quella delle istituzioni educative, soprattutto di livello superiore, e per i luoghi e i modelli di formazione spirituale, culturale e professionale del clero post tridentino. In questo ambito si segnalano la monografia Theologiam discere et docere… (Cisalpino, 1995) che ricostruisce la storia della facoltà teologica di Pavia nel XVI secolo, concentrandosi soprattutto sui rapporti fra la Facoltà, il clero secolare e gli ordini regolari, sulla biografia “professionale” ed intellettuale dei docenti, su provenienza e curriculum degli studenti immatricolati e laureati e sulle scelte della Facoltà rispetto ai grandi dibattiti teologici del secolo; la monografia Collegi in forma di seminario…(editrice La Scuola), che riprende il tema della formazione teologica affrontato nella monografia precedente, ma, utilizzando una notevole mole di fonti conservate in numerosi archivi italiani, ne amplia il quadro di riferimento, analizzando sistematicamente tutti i luoghi di insegnamento attivi in Lombardia durante la dominazione spagnola; ed infine la monografia L’armonia contesa (il Mulino 2005) che, anche in questo caso utilizzando un ricco apparato documentario e bibliografico, affronta il tema del rapporto fra educazione e costruzione delle identità collettive, con particolare attenzione alla strategia educativa dei gesuiti, in Alsazia, zona di confine e di difficile ma culturalmente stimolante convivenza fra cattolici e protestanti, dalla Riforma alla vigilia della Rivoluzione. - Queste e le sue altre pubblicazioni denotano continuità e serietà del lavoro di ricerca, finezza di analisi e padronanza delle fonti, chiarezza argomentativa ed espositiva. - In considerazione degli elementi sopra indicati si ritiene Simona Negruzzo meritevole di un giudizio pienamente positivo ai fini della presente valutazione comparativa. Fabio Martelli - Martelli si è laureato nel 1980; nel 1983 ha conseguito la Maitrise in “Sciences de l’Homme” presso l’università di Lille III; è membro, anche con incarichi direttivi, di diversi istituti culturali e di ricerca nazionali ed internazionali; ha partecipato con sue comunicazioni a numerosi convegni di studio anche di rilevanza internazionale. - Dal 1991 ha ricoperto per contratto diversi insegnamenti presso l’università di Pavia e Bologna. - Presenta una quarantina di pubblicazioni che affrontano un singolarmente ampio e differenziato ventaglio di ambiti tematici e cronologici, riconducibili però in gran parte al comune denominatore dell’ interesse per la storia delle idee politiche e in particolare per l’analisi delle diverse forme che, in diversi contesti temporali, spaziali e culturali, assumono l’uso e la manipolazione della tradizione storica al fine di costruire miti politici ed ideologie. Fra le sue pubblicazioni si distingue per originalità e complessità (e per mole, constando di oltre 1500 pagine) la monografia Le leggi, le Armi e il Principe… ( Pitagora 1990) in cui a partire dalla puntuale ricostruzione della sua formazione culturale e delle sue res gestae ed esperienze politico- militari durante la guerra dei Trent’anni ed i decenni successivi , l’autore analizza sistematicamente gli scritti e il pensiero di Raimondo Montecuccoli nel contesto della cultura filosofica, politica, economica e scientifica del suo tempo e, utilizzando con intelligenza e finezza un’ imponente mole di fonti conservate in numerosi archivi italiani, francesi, tedeschi, austriaci, russi, ungheresi e polacchi e in gran parte inutilizzate, costruisce un quadro della storia politica e intellettuale dell’Europa del ‘600 di grande ricchezza e profondità. Di notevole rilievo per spessore culturale, finezza interpretativa e capacità di muoversi con padronanza e competenza dalla storia antica a quella contemporanea, sono anche altre monografie di Martelli che affrontano il tema dell’uso politico- ideologico fatto in età moderna di figure e momenti della storia antica: Percorsi dell’ “Antico”…(Pitagora, 1988), che ripercorre le rivisitazioni della figura di 25 Costantino Magno e dell’opera di Polibio da parte degli “antiquari” della prima età moderna che vengono così riscattati dalle angustie della storia dell’erudizione e restituiti alla loro dimensione di protagonisti della costruzione di miti politici e dell’uso politico della cultura; e Il mito politico di Cartagine… (Pitagora , 1989) che ripercorre le molteplici, e a volte sorprendenti, riletture e trasfigurazioni del mito di Cartagine in contesti spazio temporali molto diversi, da Dante e Petrarca a Guicciardini , Machiavelli e Vico, dalla Spagna del XV e XVI secolo all’impero asburgico dell’età napoleonica. Della costruzione di miti ed identità politica a partire dalla rivisitazione, manipolazione e invenzione della tradizione storica, ma in un ambito geopolitico diverso, trattano anche le monografie La guerra di Bosnia (il Mulino 1997) che analizza il ruolo della manipolazione della memoria storica e della invenzione della tradizione nella tragedia bosniaca; Capire l’Albania (il Mulino 1998), che ricostruisce le tappe della costruzione della identità albanese dall’antichità ad oggi; Lo zar e il suo doppio (il Mulino 2001) che analizza l’elaborazione delle simbologie e metafore dell’ideologia monarchica che sostengono e legittimano la politica di centralizzazione di Ivan III, focalizzandosi sulla enigmatica e affascinante vicenda di Simeon Bekbulatovic. - Queste e le sue altre pubblicazioni attestano una rara vivacità di interessi e una ricchezza culturale che gli permette di muoversi con sicurezza in contesti temporali spaziali e culturali estremanente diversi. - In considerazione degli elementi sopra indicati il candidato, ai fini della presente valutazione comparativa, va tenuto nella massima considerazione. Raffaela Giampietro Giampietro, laureata in Filosofia, non presenta né curriculum, né pubblicazioni: è pertanto impossibile formulare una valutazione Giudizi del prof. Gian Paolo Garavaglia Arisi Rota Arianna Dottore di ricerca (1992), ricercatrice a Pavia, la candidata è impegnata in regolare attività didattica dal 2001 con supplenze e affidamenti di Storia del Risorgimento e Storia della diplomazia. La sua produzione, di buon livello scientifico ma quantitativamente alquanto limitata (una ventina di pubblicazioni), è distribuita lungo il periodo che va dalla fine del Settecento al pieno Novecento e risulta nel complesso assai articolata sia tematicamente che cronologicamente, toccando temi di storia diplomatica, amministrativa, di politica estera, di storia del giornalismo e della cultura. I filoni di ricerca più pertinenti l'ambito cronologico del presente concorso riguardano l'Italia napoleonica (in particolare l'unica monografia, Diplomazia nell'Italia napoleonica, 1998, 120 pp.) e i decenni dopo la Restaurazione cui dedica lavori che attestano la sua maturazione di studiosa. Nel complesso è meritevole di considerazione ai fini della valutazione comparativa. Ferraresi Alessandra La candidata ha fruito di una borsa di perfezionamento post-laurea (1977-8) e ha conseguito un diploma di archivistica, paleografia e diplomatica (1979). Dal 1981 è ricercatrice presso l'Università di Pavia. Dal 1997 ha coperto per affidamento vari insegnamenti presso l'Università di Pavia. 26 Interessata, per quanto concerne la storia moderna, a tre principali filoni di ricerca, la storia delle professioni, la storia della scienza e la storia universitaria (con particolare attenzione a Pavia), la produzione della candidata (con una quarantina di titoli) si caratterizza per l’impegno costante nel tempo, la padronanza delle fonti e della metodologia e per la conoscenza della letteratura sui temi trattati. Tralasciando alcuni lavori che attengono più propriamente all’ambito tardo ottocentesco e contemporaneo, si possono ricordare il cospicuo contributo sulla Formazione civile e militare tra Repubblica e Regno d’Italia. Il caso di Pavia (2002), l'importante monografia dedicata alla formazione degli ingegneri nel Piemonte sette-ottocentesco (2004), i lavori dedicati a Lazzaro Spallanzani e gli studi sull'Università di Pavia che costituiscono solo alcuni esempi di un percorso di ricerca coerente, maturo e ben articolato che rende la candidata particolarmente meritevole di considerazione ai fini della presente valutazione comparativa. Giampietro Raffaela La candidata non presenta alcun titolo né didattico, né scientifico, e perciò non è possibile alcun giudizio. Levati Stefano Il candidato, dopo la laurea in storia, ha ottenuto una borsa di perfezionamento alla Normale (con tesi finale, 1995) ed è attualmente ricercatore dal 2000 presso l'Università di Milano, dove copre dal 2004 per affidamento un corso di storia moderna. Presenta una produzione di una trentina di titoli, costante nel tempo, che si sviluppa lungo due principali ambiti di ricerca: I. I ceti mercantili italiani tra la fine dell’antico regime e il primo Ottocento, visti sia dal profilo sociale sia da quello più propriamente economico (cfr. Da “Tencin” a banchieri. I Taccioli: l’ascesa economica e sociale…, 1992, e La nobiltà del lavoro: negozianti e banchieri a Milano tra ancien règime e restaurazione, 1997, cui fa seguito, anche se cronologicamente più spostato in avanti, il lavoro Giornalismo e tutela degli interessi mercantili. Michele Battaglia (1800-1870), 1999); a questo tema si agganciano per molti versi i lavori di taglio storiografico sul notariato, i mestieri e le classi medie (4 contributi); II. L’esercito della Repubblica Cisalpina e della Repubblica italiana sotto disparati aspetti: reclutamento e carriere, approvvigionamento, amministrazione, politica (con 5 articoli). Nel complesso il candidato rivela apprezzabili capacità di ricerca che già appaiono buone nei primi lavori e che sono venute ulteriormente maturando nel corso degli anni sia nei contenuti sia nella padronanza delle fonti e della letteratura dei temi trattati. E' decisamente meritevole di considerazione ai fini della presente valutazione. Martelli Fabio Dopo una laurea in Storia Romana (1980) e la Maitrise in Sciences de l’Homme (1983) a Lille, il candidato ha svolto a vario titoli, dal 1991 attività didattica in diversi settori disciplinari presso le università di Pavia e di Bologna che riflettono l'ampiezza e la differenziazione dei suoi interessi. La sua produzione è infatti assai ricca e consiste di oltre cento titoli, solo una quarantina dei quali presentati ai fini dell'attuale concorso tra cui sei monografie per svariate migliaia di pagine. Accanto a lavori propriamente di Storia del pensiero politico, dal punto di vista scientifico i migliori (tra cui si possono citare le monografie Percorsi dell’”Antico” in età moderna tra ideologia e politica culturale, 1988, Il mito di Cartagine nel pensiero politico moderno, 1989, e quella dedicata con spunti originali, non sempre seguiti 27 conseguevolmente, al pensiero di Raimondo Montecuccoli, 1990, di ben 1613 pp.), presenta saggi dedicati a tematiche assai diverse fra loro, da quelli di storia della medicina agli studi su aspetti specifici dell’Europa orientale (Un ‘riconoscimento’ persiano di Mosca Terza Roma?, 2002, e Fine di Bisanzio fine di Mosca. Elementi di teologia politica in Ivan Semenovic Peresvetot, 2004), ad altri sul pensiero economico (Le nuove istanze mercantili dell’età delle riforme nello Stato di Milano: il problema dell’accesso dell’economia lombarda in Mediterraneo nei modelli di sviluppo di politici ed economisti imperiali del XVIII secolo, 1996), per ricordare solo alcuni temi, che si alternano nel corso degli anni, insieme ad articoli di taglio alto-divulgativo (ad es. i contributi alla "Strenna Storica Bolognese" o Indigeni e stranieri nella cultura europea, 2003) e ad altri più marcatamente storiografici. Tuttavia la sicura conoscenza delle fonti e della letteratura e la maturità di cui dà prova costante il candidato finiscono a volte per essere sommerse nella poliedricità e vastità dei suoi interessi con la conseguenza che il suo percorso di ricerca può risultare frammentato e la sua produzione diseguale nel tempo, il che non lo rende nel complesso immeritevole di considerazione ai fini del presente concorso. Negruzzo Simona La candidata, dopo diploma a Strasburgo e il dottorato (1996) e il post-dottorato (2000), ottiene un assegno di ricerca; dal 2004 è ricercatrice a Brescia, dove svolge dal 2002 compiti didattici. Presenta oltre a una trentina di lavori, tutti di buon livello scientifico, che testimoniano continuità nel tempo e una sicura padronanza delle fonti e della vastissima bibliografia. Il suo percorso di studiosa segue due principali filoni di ricerca. Alla storia delle istituzioni educative (università, seminari) e alla formazione delle élites in età moderna sono dedicate quattro interessanti monografie (Theologiam discere et docere. La facoltà teologica di Pavia nel XVI secolo, 1995, "Collegij a forma di Seminario", 2001 e i due più recenti volumi dedicati all'educazione in Alsazia, 2003 e 2005, da cui emergono risultati interessanti e originali), oltre a numerosi articoli stampati in pubblicazioni italiane e straniere, con particolare attenzione alla realtà pavese. I suoi interessi inoltre sono orientati verso specifiche problematiche di storia della chiesa e del cristianesimo (liturgia, missioni, istituzioni caritative) cui ha dedicato studi più brevi. Decisamente meritevole di considerazione ai fini della valutazione comparativa. Palumbo Genoveffa La candidata ha conseguito il dottorato a Napoli, dove dal 1993 svolge attività didattica a vario titolo. La sua consistente e articolata produzione (ricca di quattro monografie e una cinquantina di articoli) rivela un impegno costante nel tempo lungo due principali filoni di ricerca. Da un lato vi sono le problematiche religiose del Cinque-Seicento, con particolare riguardo tra l'altro (e qui la candidata risulta particolarmente originale) all'utilizzo delle immagini a scopi normativi e parenetici (si veda ad es. la monografia Speculum Peccatorum. Frammenti di storia nello specchio delle immagini tra Cinque e Seicento, 1990), ma anche a fini più genericamente conoscitivi (è il caso dell'interessante saggio L'immagine e la parola: il progresso della conoscenza dell'Asia e dell'Africa..., 1989), ai pellegrinaggi e ai giubilei (cfr., tra l'altro, la monografia Giubileo giubilei. Pellegrini e pellegrine, riti, santi, immagini per una storia dei sacri itinerari, 1999, basata su un'ampia documentazione di fonti manoscritte edite e a stampa e che costituisce un'opera di 28 sintesi), problematiche che la candidata affronta con padronanza della metodologia e delle fonti (come dimostra ad es. la monografia L'olio che sana ogni male. Superstizione e taumaturgia in un processo inquisitoriale..., 1990, che reca in appendice la trascrizione degli atti processuali). Un buon livello emerge anche da alcuni dei lavori dedicati al secondo filone di ricerca, spesso legati alle ricerche del precedente filone, la storia delle donne, oggetto di una monografia (L'esile traccia del nome. Storie di donne, storie di famiglie in un'isola del Napoletano..., 2001) in cui aspetti di storia religiosa e sociale, di demografia, di genealogia, di onomastica si sposano in una interessante sintesi che contribuisce a delineare "varie storie, legate tutte, anche se in forme diverse, all'isola di Procida". In totale a tematiche di gender history è dedicati una quindicina di lavori. La candidata è meritevole di considerazione ai fini della valutazione comparativa. Pissavino Paolo Costantino Il candidato, laureato in filosofia, consegue il dottorato in storia nel 1990 e usufruisce di varie borse in Italia e all'estero; svolge attività didattica dal 1992 a Napoli e poi a Pavia. Presenta lavori pregevoli in cui affronta sostanzialmente tematiche cinque-secentesche di storia delle dottrine politiche e del pensiero politico, spesso rasentanti la storia della filosofia, con oltre quaranta articoli (senza tener conto delle recensioni) ma con una sola, breve monografia (Lodovico Zuccolo. Dall'audizione a corte alla politica, 1984, di circa 150 pp.). La partecipazione a alcune curatele (tra cui Le filosofie del Rinascimento, 2002, e I Decembrio e la tradizione della Repubblica di Platone tra Medioevo e Umanesimo, 2005) sottolinea fortemente gli interessi filosofici del candidato; poche le vere eccezioni, tra cui il contributo agli atti del convegno su Lombardia borromaica Lombardia spagnola, 1995 da cui emergono interessi per la storia politica e sociale. La sua produzione, seppur documentata e attenta alla bibliografia, pare, dal punto di vista propriamente storico, il risultato di un percorso di ricerca alquanto frammentario, che ancora non ha prodotto una vera monografia, anche se nel complesso meritevole di considerazione. Pizzorusso Giovanni Il candidato ha conseguito il dottorato nel 1993 e ha usufruito di varie borse di studio, lavorando a lungo anche all'estero. Dal 2002 insegna a contratto Storia dell'età della Riforma e della Contoriforma a Chieti. La produzione scientifica del candidato, che comprende quasi quaranta titoli (escludendo le recensioni), verte nella stragrande maggioranza sulla storia dell'America settentrionale e di quella meridionale, con una decisa propensione alla storia delle missioni. Da questo punto di vista i suoi saggi offrono un'articolata ed approfondita panoramica di vari aspetti della storia di quest'area del mondo, vista soprattutto attraverso il materiale degli archivi della Congregazione di Propaganda Fide e della Santa Sede. Tra tutti emerge l'unica monografia, dedicata a Roma nei Caraibi (1995), basata sulla tesi di dottorato (1993). Alcuni brevi saggi sono dedicati invece a tematiche italiane (I fenomeni migratori in Italia nel Medioevo e nell'età moderna, del 1990, Luoghi, metodi e fonti dell'espansione missionaria tra Medio Evo ed Età Moderna: l'affermarsi della centralità romana, del 1992, Una regione virtuale: il Lazio da Martino V a Pio VI, del 1996), che sottolineano l'ampiezza dei suoi interessi, seppur con risultati diseguali. Tralasciando i vari contributi pubblicati in collaborazione con altri studiosi (tra cui alcune curatele), vanno poi ricordati i lavori dedicati ad inventari archivistici incentrati sul materiale di Propaganda Fide e dell'Archivio Segreto Vaticano, ma non solo, frutto di vaste 29 conoscenze che hanno permesso al candidato di produrre utili strumenti di ricerca con competenza e maturità. Risulta meritevole di considerazione ai fini della valutazione comparativa. Sani Valentino Ha conseguito il dottorato nel 2000 e ha goduto di un assegno di ricerca dal 2002 al 2004, svolgendo attività di ricerca a vario titolo dal 1999. Per quanto incentrata sulla storia di Ferrara e del Ferrarese nel Settecento e in età napoleonica, la produzione del candidato (con cinque monografie di buon livello tra cui merita una citazione almeno il bel volume dal titolo La rivoluzione senza rivoluzione. Potere e società a Ferrara dal tramondo della legazione pontificia alla nascita della Repubblica cisalpina, 2001, e undici articoli) rivela un impegno costante nella ricerca e una crescente maturazione che si esplicita nella padronanza delle metodologie, delle fonti archivistiche e a stampa e della bibliografia lungo un percorso che promette buoni risultati anche per il futuro. Certamente meritevole di considerazione ai fini della valutazione comparativa. Giudizi del prof. Carlo Capra ARISI ROTA ARIANNA Laureata in Scienze politiche all’Università di Pavia, ha conseguito nel 1992 il titolo di dottore di ricerca in “Storia della società europea” presso l’Università degli Studi di Milano, e dall’anno successivo è ricercatrice presso la cattedra di Storia moderna della Facoltà di scienze politiche nell’ateneo pavese. A partire dall’a.a. 2001-2002 è inoltre titolare per affidamento dell’insegnamento di Storia della diplomazia presso la stessa Facoltà. La candidata presenta diciotto pubblicazioni, di cui le prime quattro, risalenti agli anni 1988-90, riguardano la politica estera italiana nel periodo fascista; ne fa parte un utile e ben costruito, anche se scarsamente originale, volumetto di sintesi, La diplomazia del ventennio. Il tema della politica estera rimane dominante anche nella successiva produzione modernistica, incentrata sul periodo rivoluzionario e napoleonico. Le strutture e il personale del Ministero degli esteri della Repubblica Italiana e del regno d’Italia sono il tema della ben documentata ricerca pubblicata nel 1998, Diplomazia nell’Italia napoleonica. Spunti interessanti contengono anche alcuni contributi minori, in particolare il saggio del 1999 Le rivoluzioni e l’amministrazione delle relazioni estere: Stati Uniti e Francia. A un più recente filone di studi appartiene la monografia del 2003, Il processo alla Giovine Italia in Lombardia (1833-1835), basata su una documentazione arhivistica già nota, ma non ancora sfruttata a fondo. Di particolare rilievo, accanto alla puntuale ricostruzione delle vicende processuali, sono ivi le pagine dedicate alla fisionomia sociale e agli interessi culturali degli imputati. Benchè quantitativamente ancora esile, la produzione scientifica di Arianna Arisi Rota si fa apprezzare per equilibrio e qualità espositive e indica una sicura maturazione della candidata in termini di crescente originalità e capacità di elaborazione critica. FERRARESI ALESSANDRA Laureata in Lettere all’Università di Pavia, presso lo stesso ateneo Alessandra Ferraresi ha trascorso tutta la sua carriera accademica, dapprima come borsista, poi come ricercatrice (confermata dal 1981). Dal 2000-2001 ricopre per affidamento l’insegnamento di Storia moderna presso la Facoltà di Lettere e filosofia. 30 La candidata presenta una cinquantina di pubblicazioni. Fin dai primi anni dopo la laurea le sue ricerche si sono indirizzate verso la storia dell’istruzione, delle professioni colte e dell’organizzazione del sapere, estendendosi da un lato a indagini sull’alfabetizzazione, dall’altro allo studio di singole figure di letterati e scienziati. Sul primo versante è da segnalare il saggio del 1991 sull’alfabetizzazione nell’Oltrepò pavese, che utilizza come fonte principale i registri di matrimonio redatti secondo le norme del Codice Civile napoleonico; sul secondo spiccano i lavori su Giuseppe Gaspare Belcredi e la sua miscellanea (1986 e 1990), su Galileo Ferraris (1997), Lazzaro Spallanzani (1999), Francesco Brioschi (2000) e Valentino Brusati (2003). Ma il grosso della produzione della candidata è indubbiamente costituito dai contributi relativi alle strutture universitarie e museali e alla formazione del personale tecnico-scientifico (ingegneri, architetti, agrimensori) in due regioni chiave per lo sviluppo dell’economia italiana come il Piemonte e la Lombardia. Dalle giovanili ricerche sulle vicende del Museo industriale di Torino nella seconda metà dell’Ottocento (1979 e 1983) si è passati per quanto riguarda il Piemonte alla ricostruzione dell’attività della Scuola superiore di elettrotecnica istituita nel 1886 (1995) e all’indagine sulla formazione e la professione degli ingegneri (2000). Al centro degli studi di ambito lombardo è l’ateneo pavese, di cui sono stati indagati in particolare il curriculum delle arti in età spagnola (1995), le riforme teresiane e giuseppine e soprattutto l’evoluzione degli insegnamenti e delle dotazioni scientifiche tra Sette e Ottocento (1991, 1994, 1998, 1999, 2001-2004). Allo sbocco di questa intensa attività di ricerca si collocano alcuni pregevoli lavori di sintesi: la monografia del 2004, pubblicata nelle edizioni del Mulino di Bologna, sulla formazione degli ingegneri in Piemonte dall’antico regime all’Unità d’Italia e gli ampi saggi sull’Università di Pavia tra Sette e Ottocento (pubblicato nel 2000 nel V volume della Storia di Pavia), sulle università italiane dall’età francese all’Unità (in corso di stampa nella nuova Storia delle Università in Italia) e sulla Formazione professionale civile e militare tra Repubblica e Regno d’Italia (pure in corso di stampa). Da non trascurare, a margine di tali interessi, i contributi relativi alla didattica della storia. Dal complesso di questa produzione, scaglionata con continuità e con intensità crescente nell’arco di un trentennio, si ritrae il profilo di una studiosa solida, operosa e matura, che unisce lo scrupolo della documentazione alla capacità di interpretazione e di sintesi e che si muove con disinvoltura lungo sentieri poco praticati dalla maggior parte degli storici moderni. Accanto all’attività di ricerca individuale sono da segnalare l’organizzazione di convegni e la partecipazione con riconosciuta autorevolezza a gruppi di studio nazionali e internazionali. La candidata appare in conclusione degna di attenta considerazione ai fini della presente valutazione comparativa. GIAMPIETRO RAFFAELA L’assoluta mancanza di titoli e di pubblicazioni rende impossibile un qualsiasi giudizio sulla candidata. LEVATI STEFANO Laureato in Storia presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia nel 1995 dopo aver frequentato la scuola di perfezionamento della Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha fruito di una borsa post-dottorato presso l’Università di Verona e dal 2000 è ricercatore per il settore scientifico-disciplinare di Storia moderna presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Dal 2004 è inoltre titolare per affidamento dell’insegnamento di Storia moderna per il Corso di laurea in Lingue. Ha partecipato anche con funzioni di coordinamento a varie iniziative di studio e di ricerca nazionali e internazionali. 31 Il candidato presenta una trentina di pubblicazioni, quasi tutte vertenti su temi di storia economica e sociale lombarda tra l’antico regime e l’età del Risorgimento (fa eccezione una rassegna degli studi sulla venalità degli uffici nello Stato Pontificio tra XVI e XVII secolo). Dai primi lavori sul commercio del vino e sull’ascesa di una famiglia di mercanti di tale derrata originaria del Lago Maggiore, i Taccioli, Levati è venuto estendendo le proprie ricerche all’intero ceto dei “negozianti” milanesi, che univa l’attività creditizia al commercio della seta e che seppe cogliere le occasioni offerte dalla congiuntura napoleonica per un’affermazione sul terreno economico e sociale tale da farne, anche sul piano dei valori, un rivale dell’aristocrazia fondiaria. Frutto principale di queste ricerche è la monografia, pubblicata nel 1997, La nobiltà del lavoro. Negozianti e banchieri a Milano tra Ancien Régime e Restaurazione, che grazie al ricorso massiccio alle fonti d’archivio e in particolare agli atti notarili ha profondamente rinnovato e arricchito la conoscenza di questa categoria sociale. Gli studi più recenti del candidato hanno riguardato tra l’altro la rappresentazione degli interessi mercantili nella pubblicistica lombarda attraverso la figura di Michele Battaglia e il suo giornale “L’eco della borsa” (oggetto di una nuova monografia nel 1999); l’approfondimento metodologico delle questioni legate all’utilizzo delle fonti notarili; l’amministrazione militare negli anni della Repubblica Italiana e del Regno d’Italia e in particolare il sistema degli appalti; infine le traiettorie di alcuni protagonisti della vita politica ed economica della Lombardia del primo Ottocento, come Giovan Battista Sommariva, i Ciani, i Mellerio. Dal complesso di questa produzione, assai rilevante per quantità e qualità, si ricava il profilo di uno studioso solido, operoso e maturo, che merita di essere preso in attenta considerazione nel quadro della presente valutazione comparativa. MARTELLI FABIO Laureato in Storia romana nel 1980, ha goduto nel 1982-83 di una borsa di studio presso l’Università di Lille III. Negli ultimi 15 anni ha tenuto per affidamento, a Pavia, a Bologna e a Ravenna, corsi universitari in varie discipline, dalla Storia delle scoperte anatomiche alla Caucasologia, da Storia e istituzioni dell’Asia alla Storia moderna. Ha partecipato a un gran numero di convegni sui più vari argomenti e fa parte di vari organismi culturali. Ai fini della presente valutazione comparativa Fabio Martelli presenta una trentina di pubblicazioni, di cui fanno parte ben sei volumi monografici per un totale di oltre tremila pagine. Tre monografie, pubblicate negli anni 1988-90, riguardano la presenza di miti e modelli dell’antichità nell’età medievale e moderna. Se nella prima, Percorsi dell’antico in età moderna tra ideologia e politica culturale, appare difficile enucleare un qualsiasi filo conduttore, nel’affastellarsi dei temi e nel disordine dell’esposizione, e sono molto numerosi gli errori di fatto, di punteggiatura e di stampa, tali difetti si attenuano, senza scomparire, nelle due successive, Il mito di Cartagine nel pensiero politico di età moderna, che parte dai comuni italiani dei secoli XIII-XIV e da Ibn Khaldun per arrivare fino a Vico, a Leibniz e al progetto di un impero africano per gli Asburgo, e Le Leggi, le Armi e il Principe: studi sul pensiero politico di Raimondo Montecuccoli, che non solo per la mole si presenta come la più impegnativa fatica del candidato fino ad oggi. Del Montecuccoli l’autore si propone di analizzare e rivalutare non tanto il ben noto contributo all’arte della guerra e alla riorganizzazione dell’esercito imperiale, quanto la formazione culturale e l’originale rielaborazione delle tematiche della ragion di Stato e dell’assolutismo; a tal fine attinge a una vastissima documentazione di varia natura, conservata in archivi e biblioteche di mezza Europa, oltrechè a una bibliografia in molte lingue, compreso l’Ungherese. Qua e là si ritrae l’impressione di una certa forzatura dei testi e dei documenti, come nel capitolo II dove il Martelli cerca di dimostrare con indizi congetturali 32 la partecipazione del condottiero modenese alla preparazione dell’assassinio del Wallenstein, o nella delineazione dei suoi contraddittori atteggiamenti durante la guerra di Castro e Ronciglione, o come quando (capitolo X, 6) la sua condotta temporeggiatrice nella guerra in difesa dell’Olanda contro la Francia tra il 1673 e il 1676 è attribuita a una sua adesione alla politica antiprotestante del Papato (verso il quale Montecuccoli si era mostrato in precedenza ben poco devoto) e al timore di un collasso della monarchia di Luigi XIV. Più in generale il rilievo dato ad alcuni momenti e aspetti della biografia del personaggio sembra dovuto più alla disponibilità di loquaci fonti diplomatiche (come i carteggi del nunzio Buonvisi o dell’inviato toscano Magalotti, forse troppo generosamente citati) che a una necessità interna; e va detto che una maggiore capacità di sintesi e un più attento controllo dello stile, del lessico e della punteggiatura avrebbero sicuramente giovato all’opera. Rimane però la ragguardevole messe di nuove acquisizioni e nuove interpretazioni come frutto positivo di questa ingente ricerca. A un intento in parte divulgativo rispondono i due più recenti volumi sulla guerra di Bosnia e sull’Albania, dove è preminente l’interesse per i problemi contemporanei; mentre nelle stesse edizioni del Mulino la monografia Lo zar e il suo doppio, incentrata sul regno di Ivan il Terribile (ma con prolungamenti che giungono fino a Stalin), si inserisce in un filone di studi sull’organizzazione e la simbologia del potere nella Russia della prima età moderna che ha dato altri frutti cospicui nell’ampio saggio su Ivan Semenetovic Peresvetov e in quello sul riconoscimento persiano di Mosca come Terza Roma, entrambi pubblicati sulla rivista “Bizantinistica”. Carattere più occasionale e frammentario sembra presentare il resto della produzione saggistica di Martelli, spesso attinente a episodi o protagonisti della storia bolognese e a volte viziato da unilateralità intepretative o da incompleta informazione bibliografica (come in particolare nei due saggi su Gian Luca Pallavicini). Fabio Martelli si presenta, in conclusione, come uno studioso di stupefacente operosità e versatilità, e degno perciò di considerazione ai fini della presente valutazione comparativa, ma nei suoi studi, non sempre affidabili, si desiderebbero un maggiore autocontrollo e un più attento lavoro di lima. SIMONA NEGRUZZO Laureata in Lettere presso l’Università di Pavia, Simona Negruzzo è anche titolare di un Diplome d’études approfondies ottenuto nel 1992 presso la Facoltà di Storia dell’Università Marc Bloch di Strasburgo e di un dottorato di ricerca in Storia della società europea conseguito nel 1996 presso l’Università degli Studi di Milano. Negli anni successivi ha fruito di borse di studio e assegni di ricerca e nel 2004 ha preso servizio come ricercatrice di Storia moderna presso la sede di Brescia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. La candidata presenta una trentina di pubblicazioni. Fin dall’inizio i suoi interessi di ricerca si sono rivolti alla storia delle istituzioni educative e in particolare alla formazione del clero in ambito lombardo. La produzione scientifica relativa a tali temi (oltre una ventina di saggi e interventi pubblicati a partire dal 1993) si può considerare compendiata da due monografie pubblicate rispettivamente nel 1995 e nel 2001: Theologiam discere et docere. La facoltà teologica di Pavia nel secolo XVI e Collegij in forma di seminario. Il sistema di formazione teologica nello Stato di Milano in età spagnola. Alcuni limiti presenti nel primo di questi lavori (qualche residuo scolastico e qualche eccesso di analiticità nella rassegna dei docenti di teologia) appaiono superati nel secondo, che allarga lo sguardo a tutto lo Stato milanese tra Cinque e Seicento e pone al centro dell’attenzione il concetto di sistema, di integrazione tra vecchie e nuove istituzioni educative (l’Università, i collegi e le scuole degli ordini regolari, i seminari), privilegiando l’indagine sulle strutture, sulle discipline, sul reclutamento e la fisionomia di professori e studenti rispetto ai contenuti 33 dell’insegnamento. L’autrice padroneggia una vastissima bibliografia e utilizza ed elabora una notevole mole di materiali inediti reperiti in parecchi archivi e biblioteche italiani e stranieri. Le stesse doti di scrupolosità e di ampiezza della documentazione si ritrovano nella fatica più recente di Simona Negruzzo, il volume stampato nelle edizioni del Mulino su L’armonia contesa. Identità ed educazione nell’Alsazia moderna. La peculiarità del caso alsaziano, quella di una regione e di una città, Strasburgo, divise tra identità tedesca e influenza francese, tra riforma luterana e controriforma cattolica, è indagata principalmente (ma non solo) attraverso il prisma delle istituzioni scolastiche e universitarie per tutto l’arco dell’età moderna, fino alle soglie della Rivoluzione del 1789, con risultati spesso significativi e interessanti. Il profilo complessivo della candidata è quello di una studiosa impegnata e preparata, i cui orizzonti storiografici e culturali appaiono in costante espansione, e che merita perciò di essere presa in considerazione nel quadro della presente valutazione comparativa. PALUMBO GENOVEFFA Laureata in Lettere presso l’Università Federico II di Napoli e diplomata in archivistica e paleografia, ha insegnato materie letterarie nei licei e tenuto per contratto diversi insegnamenti presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli e l’Università di Roma Tre. Ha partecipato e partecipa a vari gruppi di ricerca e a numerosi convegni nazionali e internazionali. Ai fini della presente valutazione comparativa la candidata sottopone 45 pubblicazioni, scaglionate nell’arco del ventennio 1986-2005, oltre ad alcune recensioni. Fin dall’inizio i suoi interessi di ricerca si sono rivolti alla storia della vita religiosa e della pietà, con particolare riguardo ai temi dell’iconografia, della santità, delle devozioni popolari e di quello che ha definito “cristianesimo delle cose”. Nella fase iniziale dei suoi studi spiccano la pubblicazione, con ampia introduzione, degli atti di un processo inquisitoriale napoletano, L’olio che sana ogni male. Superstizione e taumaturgia in un processo inquisitoriale di fine Seicento, e la monografia Speculum Peccatorum. Frammenti di storia nello specchio delle immagini tra Cinque e Seicento. Soprattutto la seconda costituisce un contributo originale per la scelta della fonte, i catechismi gesuitici, le somme confessionali e altri testi devozionali, e per lo sforzo di ricostruire attraverso il linguaggio delle rozze immagini ivi contenute (e doviziosamente riprodotte e commentate dall’autrice) l’evoluzione dei concetti morali e dei precetti religiosi. Un’opera di sintesi, più che una monografia, si può considerare il terzo e più massiccio volume dato alla luce da Genoveffa Palumbo nel 1999, Giubileo giubilei. Pellegrini e pellegrine, riti, santi, immagini per una storia dei sacri itinerari. Mentre i primi e l’ultimo capitolo rivolgono uno sguardo generale ai pellegrinaggi di epoca medievale e moderna sia in ambito europeo sia nel Medio Oriente, tutta la parte centrale del lavoro è specificamente dedicata ai giubilei indetti dai pontefici romani a partire dal 1300: sulla base di una vasta consultazione delle fonti a stampa e della letteratura storiografica sono indagati gli itinerari e i modi di viaggio dei pellegrini, i luoghi e gli oggetti del culto (basiliche, chiese, reliquie, santi, cerimonie, processioni ecc.), l’organizzazione dell’ospitalità e dell’assistenza. Il libro è ben scritto e ben costruito, e si legge sempre con interesse; si può forse osservare, tuttavia, che ciò che si guadagna in ampiezza e varietà di riferimenti, rispetto alle prime prove della candidata, si perde almeno in parte in originalità, e che l’approccio tematico e descrittivo sacrifica nell’esposizione, che accosta tra loro esperienze lontane anche di parecchi secoli, i processi evolutivi. La sottolineatura della partecipazione femminile implicita nel sottotitolo di quest’opera, Pellegrini e pellegrine, si ritrova in larga parte della produzione saggistica più recente di Genoveffa Palumbo, caratterizzata da una certa ripetitività e talvolta dal prevalere di tesi e parole 34 d’ordine proprie della “gender history” sulla contestualizzazione storica concreta. Si ricollega a tali indirizzi, e al tempo stesso ai metodi della microstoria, una recente monografia (L’esile traccia del nome, 2001) che fa perno sulla ricostruzione genealogica di un segmento della popolazione dell’isola di Procida per ricostruire frammenti di vita vissuta, reti parentali e sedimentazioni culturali. Non sempre i risultati delle ricerche di Genoveffa Palumbo appaiono all’altezza delle ambizioni, ma la sua ricca produzione, oltre ad essere prova di una grande operosità, si colloca con un proprio segno inconfondibile nell’attuale panorama della storiografia religiosa e antropologico-culturale. La candidata può a mio giudizio essere presa in considerazione nel quadro della presente valutazione comparativa. PISSAVINO PAOLO COSTANTINO Laureato in filosofia presso l’Università degli Studi di Pavia, il candidato ha conseguito nel 1982 il diploma di perfezionamento in filosofia nello stesso ateneo e nel 1990 il titolo di dottore di ricerca in storia (“Storia della società europea”). Ha goduto di borse di studio concesse da vari enti, tra cui la Fondazione Luigi Einaudi e il Warburg Institute di Londra, e di un assegno di ricerca biennale conferitogli dall’Università degli Studi di Pavia tra il 1999 e il 2001. Ha tenuto per contratto corsi universitari di Storia delle dottrine politiche e ha partecipato all’organizzazione di mostre e convegni nazionali e internazionali. Attualmente è titolare di una cattedra di Filosofia e storia in un Liceo scientifico statale. Il candidato presenta una quarantina di pubblicazioni al netto di recensioni, brevi interventi e schede bio-bibliografiche. Tale produzione, distribuita con regolarità nell’arco degli ultimi venticinque anni, verte in massima parte sul pensiero politico italiano dei secoli XV-XVII, indagato sia attraverso le figure di singoli scrittori e trattatisti (come Francesco Maria Pirogallo, Lodovico Zuccolo, Flavio Belcredi, Enrico Farnese, Giovanni Della Casa, Francesco De Vieri, Lodovico Settala, Girolamo Cardano, Uberto Decembrio), sia con tagli tematici riguardanti ad esempio il mondo delle corti, le immagini della città e dello Stato, il pauperismo, le accademie. Sono pregi indubbi di queste ricerche la grande familiarità con la letteratura in senso lato politica del periodo considerato, la larghezza dell’informazione bibliografica, la presenza di molti spunti originali e l’acutezza di molte osservazioni. A tali qualità vanno però congiunte una frequente disorganicità nell’esposizione, di cui è spia il proliferare delle note che spesso superano di gran lunga il testo per estensione, una certa tendenza alla ripetitività e talvolta il ricorso a formule ad effetto e a un periodare sovrabbondante e involuto. Meno convincenti appaiono in particolare i contributi che affrontano una tematica più propriamente storica (anziché di storia del pensiero filosoficopolitico) come per esempio i contributi su Vigevano nell’età del Rinascimento o l’ampio saggio del 1995 (compreso in una raccolta di cui Pissavino è uno dei due curatori) intitolato significativamente Per un’immagine sistemica del Milanese spagnolo. Lo Stato di Milano come arena di potere, o ancora il recente profilo dello Stato svizzero. E’ da rilevare inoltre che la notevole operosità del candidato si è tradotta finora nella stesura di una sola monografia di non grande spessore e risalente al 1984 (Lodovico Zuccolo. Dall’audizione a corte alla politica). Il profilo complessivo del candidato è comunque quello di uno studioso serio e preparato, da cui è lecito attendersi prove di maggiore impegno e respiro. PIZZORUSSO GIOVANNI Laureato in Lettere all’Università di Pisa, ha conseguito nel 1993 il titolo di dottore di ricerca in Storia della Americhe presso l’Università di Genova, e dal 1994 è insegnante di ruolo di materie letterarie nelle scuole medie superiori. Ha fruito di borse e di assegni di ricerca presso il Centro Accademico Canadese in Italia, presso l’Istituto Storico Italiano per 35 l’età moderna e contemporanea e presso la Giunta Centrale degli studi storici, e dal 2002 è docente a contratto di Storia dell’età della Riforma e della Controriforma presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti. Ha partecipato anche con funzioni di coordinamento a diversi gruppi e iniziative di ricerca nazionali e internazionali. Fin dai primi anni Novanta l’attività di ricerca di Giovanni Pizzorusso,che si èconcretata in una quarantina di pubblicazioni, si è rivolta in due direzioni fondamentali: lo studio della presenza della Chiesa cattolica e degli ordini regolari nelle colonie americane durante la prima età moderna e la considerazione del fenomeno migratorio nell’Italia moderna e contemporanea. Frutto della rielaborazione della tesi di dottorato è, sul primo versante, l’ampia monografia Roma nei Caraibi. L’organizzazione delle missioni cattoliche nelle Antille francesi e in Guyana (1635-1675), che fondandosi principalmente sull’archivio della Congregazione de Propaganda Fide fa piena luce sia sullo sforzo centralizzatore dell’organo pontificio, sia sulla iniziativa autonoma degli ordini regolari, sia infine sui tentativi di evangelizzazione degli indiani e poi degli schiavi neri, il tutto in un rapporto di collaborazione/rivalità con le autorità coloniali francesi. Sono opportunamente messi in rilievo i parallelismi e le differenze con la situazione canadese e non sono trascurate le iniziative promosse dai missionari anche in direzione delle Antille anglo-olandesi. Numerosi sono i saggi successivamente pubblicati dal candidato che approfondiscono singoli aspetti e momenti di questa vicenda o si soffermano sui caratteri e la struttura della documentazione archivistica. Non altrettanto originali sono i risultati dell’altro filone di ricerche, che si limitano per lo più a sguardi d’assieme o a rassegne sui flussi migratori interni al territorio italiano o diretti verso l’Europa centro-orientale oppure oltre oceano. Non pochi di questi scritti sono stati redatti in collaborazione con altri studiosi, ma è quasi sempre chiaramente distinta la paternità delle diverse sezioni. A completamento del quadro della produzione di Giovanni Pizzorusso, è infine da segnalare un utile anche se rapido esame delle strutture politico-amministrative del Lazio nell’età moderna. Giovanni Pizzorusso si presenta come uno studioso agguerrito e brillante, capace di battere strade nuove, anche se non in tutti i settori delle sue ricerche ha potuto dare finora la piena misura delle sue possibilità. Il candidato può essere preso in considerazione ai fini della presente valutazione comparativa. SANI VALENTINO Laureato in Lettere presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ha conseguito nel 2000 il titolo di dottore di ricerca in Storia presso l’Università degli Studi di Milano. Ha tenuto corsi d’insegnamento per affidamento presso l’Università di Ferrara e ha fruito di un assegno di ricerca presso l’Università di Roma Tor Vergata. Il candidato, che presenta una ventina di pubblicazioni, ha seguito un coerente percorso di ricerca sulla storia politica e sociale di Ferrara e del Ferrarese tra il secolo delle riforme e l’età napoleonica, che lo ha condotto prima a pubblicare nel 1995, con un’amplissima introduzione che ha lo spessore di una monografia, un’opera inedita di Francesco Containi, risalente al 1775 e intitolata Della Felicità dello Stato di Ferrara, indi ad analizzare la crisi dell’antico regime e gli inizi del periodo repubblicano nel volume del 2001 La rivoluzione senza rivoluzione. Potere e società a Ferrara dal tramonto della Legazione pontificia alla nascita della Repubblica Cisalpina, infine a indagare il mondo dei notabili napoleonici e la nuova socialità nella prima sezione di una recente storia del Circolo Unione. Altri pregevoli studi lumeggiano alcuni protagonisti della vita ferrarese di quei decenni (il cardinale Giovanni Maria Riminaldi, il marchese Carlo Bentivoglio), ne approfondiscono alcuni aspetti e momenti o rivolgono l’attenzione al circondario, con risultanti particolarmente significativi nel saggio sulla storia di Comacchio dal 1789 al 1813 e nella ricerca sull’insorgenza antifrancese di Lugo. Nel loro insieme questi lavori, basati su una vastissima consultazione delle fonti archivistiche e bibliografiche (soprattutto nel 36 caso della monografia del 2001), forniscono una ricostruzione sfaccettata e in gran parte originale dell’evoluzione socio-culturale e delle tensioni politiche di una provincia pontificia tra Sette e Ottocento. Di carattere più divulgativo, ma sempre sorretto da una sicura padronanza delle fonti a stampa e degli studi e redatto in una forme scorrevole e brillante, è il volume consacrato alla rivoluzione napoletana del 1799. Valentino Sani si qualifica in conclusione come uno studioso preparato e maturo, meritevole di essere preso in seria considerazione ai fini della presente valutazione comparativa. Allegato E, verb. 2 Giudizi collegiali Arianna Arisi Rota La Commissione valuta positivamente l’impegno della candidata e la qualità dei suoi lavori attinenti alla politica estera e alla diplomazia dei secoli XVIII-XX. Rileva tuttavia che alcuni di questi lavori non sono attinenti al settore M STO 02 e anche per questo la sua produzione si presenta come quantitativamente meno rilevante di quella di altri. Ai fini della presente valutazione comparativa appare tuttavia degna di considerazione. Alessandra Ferraresi La candidata si distingue sia per la attività didattica che per l’operosità scientifica, che si è espressa in numerosi consistenti lavori attinenti alla storia dell’università, della formazione di tecnici, ingegneri e altre professioni tra antico regime e secolo XIX. Particolare apprezzamento merita la monografia Stato, scienza, amministrazione e saperi. Per i lavori scientifici e i titoli didattici la candidata appare meritevole della più alta considerazione. Raffaela Giampietro Non avendo la candidata presentato alcun titolo didattico o scientifico, la commissione formula un giudizio negativo. Stefano Levati La carriera del candidato si distingue per una apprezzabile operosità didattica e per un vivo impegno di ricerca sulla storia economica e sociale della Lombardia tra Sette e Ottocento. Queste ricerche sono sfociate in un denso volume (La nobiltà del lavoro) e in altri due significativi con una recente apertura di un nuovo filone di ricerca attinente all’amministrazione militare napoleonica. La commissione giudica il candidato degno di attenta considerazione. Fabio Martelli La Commissione apprezza l’attività didattica del candidato, l’ampiezza degli interessi storiografici< e delle conoscenze di lingue e Paesi dell’Est europeo. La sua produzione, consistente e varia, appare alla maggioranza della Commissione degna della massima considerazione, mentre gli altri membri, pur condividendo il giudizio positivo sull’ampiezza degli interessi del candidato, esprimono alcune riserve circa l’unilateralità di talune interpretazioni e una certa tendenza all’approssimazione, valutando tuttavia il candidato come degno di considerazione. 37 Simona Negruzzo La Commissione apprezza i titoli didattici<della candidata e la ricchezza dei suoi interessi scientifici che investono la storia delle istituzioni educative in Italia e in Francia e la storia delle università con risultati apprezzabili per rigore e qualità. Ai fini della presente valutazione comparativa la candidata appare degna di alta considerazione. Genoveffa Palumbo La candidata ha svolto un’intensa e apprezzabile attività didattica sia nella scuole superiori sia nelle università e si è mostrata particolarmente operosa anche nella produzione scientifica, che comprende contributi originali alla storia della mentalità e della religiosità popolare. Ai fine della presente valutazione la candidata appare degna di buona considerazione. Paolo Costantino Pissavino Il curriculum del candidato è apprezzabile sia sotto il profilo didattico che sotto quello dell’operosità scientifica. La sue numerose pubblicazioni vertono principalmente sul pensiero politico italiano dall’Umanesimo al Seicento. Benché vi sia compresa un sola monografia, delineano nel complesso il profilo di uno studioso serio, preparato e meritevole di considerazione. Giovanni Pizzorusso L’impegno didattico del candidato merita attenzione, come e ancora più il servizio prestato per varie istituzioni (quali fra le altre la Giunta centrale per gli studi storici). La sua produzione scientifica, dedicata in massima parte alle missioni nel Nuovo Mondo e all’analisi dei flussi migratori ha conseguito (soprattutto nel primo ambito) risultati originali e convincenti che lo rendono meritevole di considerazione. Valentino Sani Sia per l’attività didattica, sia soprattutto per la produzione scientifica, il candidato presenta titoli di merito in particolare per gli interessanti studi sulla società ferrarese dall’età delle riforme al’epoca napoleonica. Ai fini della presente valutazione il candidato è giudicato degno di buona considerazione. ALLEGATO 2 AL VERBALE 3. GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI. ARISI ROTA Illustra in modo chiaro e persuasivo i suoi progetti di ricerca futura e nella discussione sulla sua produzione scientifica dimostra competenza e capacità di argomentazione. FERRARESI Illustra i suoi progetti di ricerca futura che appaiono la naturale ed appropriata conclusione del suo percorso di lavoro. Nella discussione sui titoli scientifici risponde con vivacità e notevole capacità argomentative. MARTELLI Il candidato espone in modo dettagliato e preciso i suoi attuali progetti di lavoro che mirano ad approfondire e precisare le sue precedenti ricerche sul mondo balcanico e slavo. Nella discussione sui titoli risponde ad alcune contestazioni relative a refusi e 38 imprecisioni contenuti nel suo curriculum e nelle sue prime pubblicazioni ammettendole francamente. Risponde ad altre osservazioni di carattere contenutistico e interpretativo in modo pacato e convincente. Ad altre domande sulle linee guida del suo itinerario intellettuale e culturale risponde dimostrando grande sensibilità e ricchezza culturale e notevoli capacità argomentative. GUIDIZI DEL PROF. G. BRIZZI. ARISI ROTA La candidata illustra con chiarezza i suoi lavori ed evidenzia nella discussione la sua competenza. FERRARESI La candidata espone con padronanza di linguaggio le prospettive delle sue linee di ricerca e risponde con sicurezza alle domande esposte dai commissari. MARTELLI Dopo che il candidato ha risposto ad alcune obiezioni sulla presenza di refusi e qualche errore riscontrato nei suoi primi lavori, la discussione si sviluppa sulle linee di ricerca riconducibili a M STO 02 e sulle prospettive degli studi attualmente in corso. Il candidato risponde in modo appropriato, maturo e competente, avvalendosi di una letteratura di riferimento con latitudini europee e conferma la sua propensione e capacità di affrontare tematiche di lungo periodo. GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA ARISI ROTA La candidata risponde con garbo e precisione a tutte le domande rivoltele dalla commissione sia sui propri attuali interessi di ricerca, sia su alcuni dei temi trattati nei suoi studi (il personale del ministero degli Esteri napoleonico, la formazione culturale dei cospiratori della Giovane Italia). FERRARESI La candidata dimostra una sicura padronanza delle questioni affrontate nei suoi studi sulle università e sulle professioni tecnico-scientifiche e delinea una convincente prospettiva per quanto riguarda le sue ricerche attuali. MARTELLI Accoglie di buon grado i rilievi relativi a imprecisioni presenti in alcuni suoi lavori e risponde con competenza e sicurezza a domande concernenti questioni interpretative e prospettive di ricerca. GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA ARISI ROTA La candidata presenta con lucidità e con buone argomentazioni un futuro percorso di ricerca e risponde in maniera sicura alle domande e richieste di delucidazioni da parte della commissione. 39 FERRARESI La profonda conoscenza delle tematiche e delle fonti in relazione alle ricerche che la candidata intende continuare a sviluppare emerge con evidenza sia dalla loro presentazione sia dalle risposte ai quesiti dei commissari. MARTELLI Il candidato presenta le prospettive di ricerca in maniera adeguata, evidenziando elementi positivi anche se, dalla discussione dei titoli, emergono interpretazioni a volte lucide a volte non sempre convincenti. GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI ARISI ROTA La candidata illustra i propri programmi di ricerca con buona sicurezza di orientamenti bibliografici ed euristici e nella discussione dei titoli mostra competenza e maturità. FERRARESI La candidata presenta e discute con padronanza e sicurezza i propri titoli, orientandosi con buona competenza sullo stato della storiografia e sulle nuove prospettive di ricerca. MARTELLI Il candidato espone con chiarezza i propri programmi di ricerca e i lavori in corso. Risponde con equilibrio ad alcune riserve mossegli da alcuni commissari e vertenti su refusi del curriculum e su imprecisioni contenute nei suoi lavori. Discute con competenza e con grande conoscenza della storiografia e delle fonti su altri importanti risultati dei molti lavori presentati, mostrando franchezza, maturità e preparazione. ALLEGATO 3 VERBALE 3 Giudizi collettivi Arisi Rota Arianna La candidata illustra in maniera sicura e precisa i suoi progetti di ricerca e risponde con proprietà e maturità a tutte le domande relative ai suoi lavori. Ferraresi Alessandra Nella discussione la candidata dimostra una profonda conoscenza delle tematiche e delle fonti relative ai suoi studi e illustra in modo chiaro e persuasivo i suoi impegni attuali e i suoi programmi di ricerca. Martelli Fabio Il candidato risponde pacatamente ad alcuni rilievi critici e nella discussione dei suoi programmi e linee di ricerca manifesta competenza, sensibilità e ricchezza culturale. ALLEGATO 1 AL VERBALE 4. 40 GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI. Stefano Levati Espone in modo chiaro i suoi attuali progetti di ricerca che intendono continuare lo studio delle strutture organizzative dell’esercito italiano in età napoleonica, con particolare attenzione al sistema degli appalti. Nella discussione sui titoli risponde alle domande in modo convincente e persuasivo mostrando solo qualche lieve incertezza quando il discorso si muove al di fuori del suo stretto ambito di competenza. Simona Negruzzo Risponde con precisione e ricchezza di dettaglio i suoi attuali progetti di ricerca che continuano le precedenti indagini sulle istituzioni educative in età moderna. Nella discussione sui titoli risponde a tutte le domande con competenza e vivacità. GIUDIZI DEL PROF. G.P. BRIZZI. Stefano Levati Il candidato illustra con competenza le sue attuali linee di ricerca e risponde con proprietà alle domande dei commissari Simona Negruzzo La candidata mostra padronanza nell’affrontare la discussione sui titoli scientifici e illustra con sicurezza le linee di sviluppo del suo attuale percorso di ricerca. GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA. Stefano Levati Il candidato illustra le ricerche in corso (sul sistema degli appalti in età napoleonica e sul carteggio di Antonio Greppi e i suoi figli) e risponde con lucidità e competenza a domande relative all’etica mercantile e al rapporto tra “negozianti” e nobiltà Simona Negruzzo Le questioni poste alla candidata riguardano le sue attuali prospettive di ricerca, il sistema educativo lombardo nella prima età moderna, il confronto pedagogico e confessionale negli istituti di istruzione alsaziani. Su tutti i punti la candidata risponde in modo preciso ed esauriente. GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA. Stefano Levati Presenta con notevole competenza i progetti di ricerca e risponde con sicurezza e acribia alle domande della commissione in relazione ai titoli presentati, confermando padronanza sia delle fonti sia della letteratura dei temi trattati. Simona Negruzzo Dopo una sicura presentazione dei progetti di ricerca, saldamente agganciata ai precedenti lavori, la candidata risponde con molta competenza alle domande che le rivolge la commissione. 41 GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI. Stefano Levati Il candidato espone con chiarezza i propri programmi di ricerca, discute con competenza e sicurezza i propri lavori mostrando sicura conoscenza di fonti e storiografia relative alla società e all’economia lombarde tra Sette e Ottocento. Simona Negruzzo La candidata illustra i propri impegnativi programmi di ricerca con molta chiarezza e discute i lavori con sicura competenza e ottima conoscenza di problemi storiografici e di una bibliografia di ampiezza europea. ALLEGATO 2 VERBALE 4. Giudizi collettivi Stefano LEVATI Il candidato espone con chiarezza i propri programmi di ricerca e discute dei propri lavori con notevole padronanza delle fonti e della problematica storica. Simona Negruzzo Su tutti i punti toccati nella discussione la candidata dimostra di muoversi con sicurezza e con ampia conoscenza della problematica storica e di una bibliografia di raggio internazionale. ALLEGATO n. 1 GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI Arianna ARISI ROTA Delimita ed articola un po’ troppo schematicamente il tema della sua lezione che espone con chiarezza ed efficacia didattica, fornendo in modo ordinato numerosi e precisi elementi di informazione. L’unico elemento di debolezza della sua esposizione è, a tratti, uno stile comunicativo più consono a una conferenza che ad una lezione universitaria. Alessandra FERRARESI Premette al nucleo centrale della sua lezione una lunga e densa introduzione sulla stoira del concetto di cosmopolitismo e di repubblica letteraria dall’età ellenistica al libertinismo francese. Tratta poi più succintamente in maniera chiara e didatticamente efficace il tema del rapporto tra Illuminismo e cosmopolitismo spingendosi fino a Kant e al concetto di jus cosmopoliticum. Fabio MARTELLI Il candidato espone con grande chiarezza i diversi punti che intende trattare nella sua lezione, li sviluppa con notevole efficacia didattica, dimostrando piena padronanza di una ampia e diversificata letteratura internazionale, anche negli aspetti più specificamente tecnici. 42 GIUDIZI DEL PROF. G.P. BRIZZI Arianna ARISI ROTA La candidata, avvalendosi di appunti molto dettagliati, espone il tema assegnato con linguaggio scorrevole e buona proprietà; precisi i riferimenti bibliografici richiamati. Alessandra FERRARESI La candidata dimostra una puntuale conoscenza del tema e svolge la lezione in modo efficace sul piano didattico con puntuali riferimenti alle fonti e alla letteratura storiografica. Fabio MARTELLI Il candidato espone una lezione ben articolata condotta con grande efficacia sul piano didattico, nella quale tocca i punti nodali del tema impiegando un linguaggio sempre tecnicamente preciso. Numerosi e pertinenti i riferimenti bibliografici. GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA Arianna ARISI ROTA Lezione vivace, chiara, ben strutturata e molto informata anche dal punto di vista bibliografico. Rimane un po’ in ombra il problema della formazione di una coscienza nazionale come componente del dissenso politico. Alessandra FERRARESI La lezione si sviluppa, in modo non sempre scorrevole ma con densità problematica e ricchezza di riferimenti culturali, intorno ai concetti di cosmopolitismo e di repubblica delle lettere, alla loro evoluzione nel tempo e al loro incontro con l’Illuminismo maturo Fabio MARTELLI Il candidato imposta con chiarezza il problema e ne sviluppa i vari aspetti e momenti con grande sicurezza e ricchezza di riferimenti storiografici. Molto notevole l’efficacia espositiva. GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA Arianna ARISI ROTA La candidata tratta del tema scelto, il dissenso politico dalla Cisalpina al 1848, in modo sicuro, con ricchezza di dettagli, forse eccessiva, e con gli opportuni riferimenti bibliografici, strutturando con sufficiente chiarezza la lezione che risulta nel complesso efficace dal punto di vista didattico. Alessandra FERRARESI Il tema scelto dalla candidata, Respublica litteraria e cosmopolitismo, viene presentato con ricchezza di riferimenti storici e bibliografici in un’ampia carrellata cronologica e tematica i cui nessi logici sono a volte difficili da seguire. L’esposizione di conseguenza non sempre segue uno svolgimento organico il che rende la lezione non particolarmente efficace dal punto di vista didattico. Fabio MARTELLI Oggetto del tema scelto dal candidato sono le trasformazioni dell’arte della guerra nelle interpretazioni della recente storiografia, tema che viene presentato nelle sue componenti essenziali con un’esposizione assai ben strutturata ed organica la cui lucidità le conferisce grande efficacia didattica. 43 .GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI Arianna ARISI ROTA Lezione ben esposta e bibliograficamente molto informata nella quale viene delineata accuratamente la “mappa” del dissenso politico ma meno analiticamente le ragioni di esso. Livello di comunicazione molto buono che forse presuppone negli uditori conoscenze meno consuete per un pubblico studentesco. Alessandra FERRARESI La candidata tratta un tema difficile, affrontandolo con impegnativo sforzo di sintesi. Fa la storia dei termini respublica letteraria e cosmopolitismo in un ampio contesto di storia della cultura esposto con proprietà di linguaggio e mostrando ampie conoscenze. Fabio MARTELLI Il candidato offre una lezione condotta con grande chiarezza ed efficacia didattica, con straordinaria ricchezza di riferimenti bibliografici internazionali e capacità di dominare un argomento complesso e meno usuale. ALLEGATO 2 AL VERBALE 5. GIUDIZI COLLEGIALI. ARISI ROTA La candidata svolge il tema in modo chiaro e vivace, con un andamento prevalentemente descrittivo e con buona efficacia espositiva. FERRARESI La lezione presenta una notevole densità problematica e una grande ricchezza di riferimenti culturali, qualche volta a spese della scorrevolezza espositiva. MARTELLI La lezione è molto ben costruita, ricchissima di riferimenti a una bibliografia internazionale e svolta con grande efficacia didattica ed espositiva. ALLEGATO n. 1 al verbale n.6 GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI Stefano LEVATI Il candidato, dopo aver rapidamente ma correttamente contestualizzato il tema della sua lezione, lo svolge in modo ordinato e preciso. I richiami alla letteratura di riferimento sono non numerosi ma sempre pertinenti e puntuali. Lo stile espositivo è chiaro e didatticamente efficace soprattutto nella parte conclusiva. Simona NEGRUZZO La candidata esordisce presentando un quadro chiaro e ricco delle fonti e della bibliografia relativa all’argomento. Svolge poi una lezione solidamente strutturata, estremamente ricca e complessa che tocca una pluralità di temi, mostrando grande competenza e padronanza 44 dell’argomento. La sua capacità espositiva è buona anche se la densità dei contenuti a tratti nuoce all’efficacia didattica. GIUDIZI DEL PROF. G.P. BRIZZI Stefano LEVATI Il candidato ha ripercorso gli elementi fattuali del tema a lui assegnato mostrando maggiore disinvoltura nella esposizione degli aspetti di natura economica. I riferimenti bibliografici sono dedicati pressocchè esclusivamente a quest’ultima parte dell’esposizione. Al di là di alcune incertezze iniziali, la lezione è nel complesso didatticamente efficace. Simona NEGRUZZO Esposizione ordinata, chiara e lineare. La candidata ripercorre aspetti istituzionali e normativi a grandi linee lungo un periodo di circa quattro secoli, con ricchezza di riferimenti bibliografici che consentono di accertare la padronanza dei temi affrontati. Molto efficace sotto il profilo didattico il complesso quadro fornito. GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA Stefano LEVATI Lezione chiara, ben strutturata, ricca di dati e di riferimenti storiografici e anche didatticamente efficace malgrado qualche iniziale impaccio nell’esposizione. Simona NEGRUZZO Con l’aiuto di uno schema da proiettare sulla lavagna luminosa, la candidata presenta una panoramica ricca e puntuale degli sviluppi delle istituzioni educative, incentrata soprattutto sui secoli XVI e XVII. L’esposizioneè chiara, bene articolata e didatticamente molto efficace. GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA Stefano LEVATI Il candidato tratta il tema del blocco continentale e delle sue conseguenze economiche in modo articolato, toccando organicamente i punti essenziali e scandendo l’esposizione con chiarezza ed efficacia e con opportuni e ampi riferimenti storiografici. Simona NEGRUZZO Il tema, assai ampio, viene trattato dalla candidata, che conferma ulteriormente la sua maturità, in maniera molto organica in un quadro di vastissimo respiro, presentando anzitutto le indicazioni essenziali sia sulle fonti sia sulla bibliografia ed affrontando quindi i principali momenti e aspetti della storia degli ordinamenti educativi italiani con eccellente efficacia didattica. Pregevole la scheda di presentazione del tema da proporre agli studenti. GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI Stefano LEVATI Lezione lineare, ordinata e informata che, partendo da una analisi delle disposizioni legislative, esamina i limiti nell’applicazione del blocco continentale e gli esiti di esso sull’economia europea con riferimenti storiografici precisi. 45 Simona NEGRUZZO Lezione molta ricca e articolata di ottima efficacia didattica che offre una bibliografia ampia e interessanti prospettive sugli sviluppi della ricerca. ALLEGATO n. 2 al verbale n. 6. GIUDIZI COLLEGIALI. Stefano LEVATI Il candidato prende le mosse dai testi legislativi, inquadrandoli nel contesto europereo, e si sofferma poi sulle conseguenze economiche del Blocco con ricchezza di dati e di riferimenti storiografici. La lezione è chiara, ben articolata e didatticamente efficace, malgrado qualche incertezza iniziale. Simona NEGRUZZO La candidata, anche mediante l’uso di uno schema chiaramente articolato, svolge una lezione molto ricca di contenuti e di riferimenti bibliografici e di ottima efficacia didattica. ALLEGATO 2 AL VERBALE 7. GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI. Valentino SANI Il candidato presenta con chiarezza i suoi attuali progetti di ricerca che proseguono e ampiano in nuove direzioni i suoi precedenti studi sull’Italia tra fine dell’antico regime ed età napoleonica. Discute poi con i commissari i suoi titoli con vivacità e competenza, dimostrando ricchezza di interessi, intelligenza e consapevolezza metodologica. Paolo Costantino PISSAVINO Presenta i suoi progetti di ricerca futuri sugli elementi dell’aristotelismo filosofico-politico nelle relazioni degli ambasciatori veneti e sulla riflessione politica sulla Lombardia in età spagnola. Risponde alle domande dei commissari con proprietà denotando però qualche incertezza per quanto concerne la letteratura di riferimento. GIUDIZI DEL PROF. G.P. BRIZZI. Valentino SANI Il candidato mostra una buona capacità espositiva e risponde con puntualità alle domande dei commissari sul suo lavoro passato e sulle prospettive di ricerca. Paolo Costantino PISSAVINO Nell’esposizione il candidato ripercorre in modo maturo gli sviluppi della propria ricerca; sui progetti degli studi in corso emerge una certa frammentarietà che non consente di delineare un progetto organico e ben strutturato. GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA. 46 Valentino SANI Il candidato risponde con intelligenza e vivacità alle varie domande postegli dalla commissione sulle sue attuali prospettive di ricerca, sulla riforma universitaria a Ferrara, sui Comizi di Lione e sulle fenomeno delle insorgenze antifrancesi. Paolo Costantino PISSAVINO Il candidato presenta i propri progetti di ricerca e discute vari punti dei suoi precedenti lavori sul pensiero politico italiano nell’età della Controriforma, dimostrando una buona conoscenza dei problemi e delle impostazioni storiografiche. GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA. Valentino SANI Il candidato espone le linee dei suoi progetti di ricerca con maturità di approccio, mostrando padronanza della documentazione e della bibliografia che emerge anche nelle puntuali risposte alle domande della commissione. Paolo Costantino PISSAVINO Illustra i progetti di ricerca in corso e quelli cui intende dedicarsi in futuro, rivelando un’ottica che pare confermare un approccio metodologico proprio della storia del pensiero politico nel cui ambito si muove meglio che in ambito più propriamente storico, per il quale ha tuttavia in corso interessanti progetti di studio. GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI. Valentino SANI Il candidato illustra con chiarezza e sicurezza il proprio percorso di ricerca e i programmi per il futuro che in parte si ricollegano a temi già trattati e in parte invece si aprono a nuovi interessi. Nella discussione sui titoli mostra competenza e buona conoscenza della bibliografia e delle prospettive di ricerca. Paolo Costantino PISSAVINO Il candidato presenta i propri programmi di ricerca con chiarezza, confermando di voler proseguire sulla linea, che gli è propria, della storia del pensiero politico, ma accennando a significative aperture a una storia delle pratiche di governo. Sicuri e precisi i riferimenti a una vasta bibliografia internazionale. ALLEGATO 2 AL VERBALE 7. GIUDIZI COLLETTIVI Valentino SANI Il candidato dimostra sia nell’esporre i suoi progetti di ricerca sia nel discutere i temi dei precedenti lavori intelligenza critica e padronanza delle fonti e della bibliografia. Paolo Costantino PISSAVINO Il candidato discute con competenza e maturità di alcuni temi dei propri studi e presenta i propri progetti di ricerca che non configurano, a parere della commissione, un percorso organico. 47 ALLEGATO n. 1 al verbale 9 GIUDIZI DEL PROF. G. ANGELOZZI Valentino SANI Il candidato presenta in modo chiaro lo schema e i contenuti del suo discorso. Svolge poi una lezione molto densa di contenuti e di puntuali riferimenti ad un’ampia letteratura italiana e internazionale, a tratti un po’ disordinata, ma esposta in modo vivace e didatticamente Apprezzabile. Paolo Costantino PISSAVINO La lezione del candidato è solidamente strutturata, ricca di informazioni precise e circostanziate, esposte in modo piano; a tratti però l’accumulo di riferimenti al pensiero dei diversi autori rende difficile cogliere i nuclei centrali ed i nessi del discorso. GIUDIZI DEL PROF. G.P. BRIZZI Valentino SANI Seguendo uno schema ben articolato, il candidato illustra il tema assegnato riferendosi ad un ampia letteratura storiografica e utilizzando strumenti didatticamente efficaci. Paolo Costantino PISSAVINO La lezione traccia un ricco quadro sul pensiero politico della prima etò moderna, avvalendosi di una sintesi densa di concetti a tratti eccessivamente ricca di riferimenti e citazioni che vanno a scapito della scorrevolezza espositiva. GIUDIZI DEL PROF. C. CAPRA Valentino SANI Esposizione ben informata, vivace e ricca, anche se non molto ordinata e forse troppo preoccupata delle premesse e dei riferimenti bibliografici. L’efficacia didattica appare comunque buona ed è accresciuta dall’uso di cartine e immagini. Paolo Costantino PISSAVINO La panoramica del pensiero politico italiano tracciata dal candidato è ampia e problematica, ricca di riferimenti e di notazioni particolari, attenta alle distinzioni e ai diversi contesti, non sempre facile da seguire sul piano didattico. GIUDIZI DEL PROF. G. GARAVAGLIA Valentino SANI Presentata la struttura della lezione e dopo una serie di rilievi di carattere introduttivo, il candidato prende in considerazione, forse troppo a lungo, il periodo delle riforme nei domini austriaci per poi trattare, in particolare, del riformismo illuminato in Lombardia nelle sue premesse intellettuali, alquanto sacrificate, e nei suoi vari sviluppi, con abbondanti riferimenti storiografici, in modo chiaro e con buona efficacia didattica. Paolo Costantino PISSAVINO Il candidato tratta del pensiero politico italiano nella prima età moderna partendo dagli aspetti metodologici quali sono emersi dal dibattito storiografico per poi passare all’oggetto 48 della lezione. Anche se l’esposizione è sicura e vivace, la trattazione, ricca di riferimenti, non risulta sempre organica e chiara il che ne riduce l’efficacia didattica. GIUDIZI DEL PROF. X. TOSCANI Valentino SANI Nella lezione il candidato presenta con grande chiarezza uno schema articolato e una ricca bibliografia. L’ampiezza del quadro confligge con la possibilità di approfondimenti sugli aspetti delle riforme, ma il disegno è persuasivo e di buona efficacia didattica. Paolo Costantino PISSAVINO Lezione aritolato, ricca di dati e informazioni sugli scrittori politici tra fine Quattrocento e primi Seicento, non sempre didatticamente efficace per una prevalente polarizzazione sugli aspetti di filosofia politica e meno su quelli più propriamente storici. ALLEGATO 2 AL VERBALE 9 GIUDIZI COLLEGIALI. Valentino SANI Il candidato traccia un quadro ampio, ricco e ben informato delle riforme nella monarchia austriaca e in Lombardia, con molti riferimenti bibliografici. La lezione risulta di buona efficacia didattica anche se non sempre ordinata. Paolo Costantino PISSAVINO Il quadro tracciato dal candidato è molto informato e ricco di riferimenti e di citazioni, ma talvolta l’accumulo dei dati va a scapito dell’organicità dell’esposizione e dell’efficacia didattica. ALLEGATO 3 AL VERBALE 9 Giudizi complessivi finali Arianna Arisi Rota La candidata ha presentato pubblicazioni che meritano tutte una valutazione positiva, benché alcune non siano attinenti al settore M STO 02. Nella discussione sui titoli dimostra sicurezza e precisione, offrendo anche una buona illustrazione dei propri progetti di ricerca. La prova didattica è svolta con buona efficacia e chiarezza, con esposizione più descrittiva che problematica. In considerazione di tutto ciò, ai fini della presente valutazione comparativa la commissione unanime la giudica degna di considerazione. Alessandra Ferraresi I titoli didattici e l’operosità scientifica della candidata vengono giudicati molto positivamente dalla commissione, che apprezza in particolare i consistenti lavori di storia dell’università e relativi alla formazione di professioni tecniche nei contesti politici e culturali di antico regime e del secolo XIX. La discussione sui titoli conferma la maturità della studiosa, la sua conoscenza delle fonti e della complessa tematica delle sue ricerche. Nella prova didattica la candidata mostra una densa e sicura ricchezza di contenuti e una efficacia didattica a tratti condizionata da tensione e minor chiarezza 49 espositiva. Ai fini della presente valutazione comparativa il giudizio complessivo e unanime è che la candidata sia meritevole della più alta considerazione. Fabio Martelli La commissione apprezza, oltre alla attività didattica pluriennale del candidato, anche la varietà dei suoi interessi scientifici, la conoscenza di lingue e culture dell’Est europeo e la consistenza della sua produzione scientifica, che alla maggioranza appare degna della massima considerazione, mentre alcuni commissari muovono rilievi circa qualche approssimazione presente negli scritti del candidato. Nella discussione sui titoli il candidato risponde con pacatezza a questi rilievi e mostra competenza e ampiezza di conoscenze. La prova didattica è unanimemente valutata come eccellente. In considerazione di tutto ciò la commissione unanime giudica il candidato meritevole della più alta considerazione. Stefano Levati La commissione apprezza, unanime, sia l’attività didattica del candidato che la sua operosità scientifica e la grande competenza nella storia economica e sociale della Lombardia tra Settecento e Ottocento. Nella discussione sui titoli sono emerse con chiarezza sia la padronanza delle fonti, sia la conoscenza della problematica storica. La prova didattica è limpida e di sicura efficacia malgrado un avvio con qualche incertezza. Ai fini della presente valutazione comparativa la commissione unanime giudica il candidato degno di attenta considerazione. Simona Negruzzo I titoli didattici e la produzione scientifica della candidata sono unanimemente apprezzati, considerato rigore, qualità, ricchezza degli interessi (che abbracciano istituzioni educative in Italia e Francia e la storia delle Università). Nella discussione sui titoli la candidata dimostra sicura maturità e ampie conoscenze di bibliografia di raggio internazionale. La prova didattica è unanimemente giudicata eccellente. Ai fini della presente valutazione comparativa la commissione unanime giudica la candidata degna di alta considerazione. Paolo Costantino Pissavino Per curriculum didattico e operosità scientifica il candidato appare apprezzabile. Le sue pubblicazioni, che vertono quasi esclusivamente sul pensiero politico italiano, con taglio storico filosofico, sono serie e consistenti, benché vi figuri una sola monografia. La discussione sui titoli conferma la propensione del candidato alla storia del pensiero politico, benché egli abbia in corso una interessante apertura di interessi e ricerche all’ambito più propriamente storico. La prova didattica, ricca di riferimenti e di indicazioni bibliografiche, appare in qualche parte meno organica e meno didatticamente efficace. In considerazione di tutto ciò, ai fini della presente valutazione comparativa il candidato è giudicato studioso meritevole di considerazione. Valentino Sani La produzione scientifica del candidato viene apprezzata, in modo particolare per gli studi sulla società ferrarese nell’età delle riforme e nel ventennio napoleonico, che appaiono densi e interessanti. La discussione sui titoli conferma la maturità del candidato, che mostra sicura conoscenza di fonti, bibliografia, problematica storica. La prova didattica è sicura, convincente ed efficace, benché a tratti l’ordine espositivo mostri qualche incertezza. Ai fini della presente valutazione comparativa il candidato è giudicato degno di buona considerazione. 50 51