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Scheda 5 “Mi sento bene”: i sentimenti della vita

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Scheda 5 “Mi sento bene”: i sentimenti della vita
Progetto giovanissimi (dopo cresima)
Programmazione Ottobre 2010 - Febbraio 2011
Prima tappa:
Life is now: “La vita è adesso”
E’ bello vivere, scoprire la vita, con i suoi linguaggi, perché la
vita è un dono, per tutti, da accogliere e vivere alla grande
Seconda Parte
Scheda 5 “I sentimenti della vita”. Istruzioni per l’uso
Scheda 6 “La solitudine”: la compagna-nemica, …ma non sempre!
Scheda 7 “La vita è un dono” : creato…non per caso!
Scheda 8 “La vita è un dono”: nascere ogni giorno
Scheda 5
“I sentimenti della vita”. Istruzioni per l’uso.
OBIETTIVO:
Con il termine sentimento (derivato dal latino “sentire”, percepire con i sensi) si
intende una condizione affettiva che dura più a lungo delle emozioni e che ha una minore
incisività rispetto alle passioni. Per sentimento genericamente si indica ogni forma di affetto.
Questo è un aspetto molto importante per i ragazzi di oggi, spesso più portati a decidersi
per motivi di sentire, che di pensare, una cosa come buona. Fare quello che si sente sembra
una regola evidente. Noi chiamiamo sentimenti l’amore, l’amicizia, la rabbia, la nostalgia.
L’obiettivo di questa scheda è quello di dare un nome a ciò che muove la vita, a ciò
che si prova, si sente, nel proprio mondo interiore, per cercare di vagliare la bontà dei
propri sentimenti, secondo un progetto, ed evitare di scegliere solo in base al semplice gusto
delle cose.
Questo per riconoscere comunque la forza dei sentimenti e per capire che sentire il
bene è un mondo decisivo per viverlo. In modo particolare la forza dei sentimenti, il loro
contributo per crescere nell’armonia della persona, è certamente quello della condivisione
di ciò che gli altri sentono, la compassione quindi e la benevolenza verso ogni persona,
riflesso dell’amore paziente di Dio verso tutti.
SUGGERIMENTI PER L’INCONTRO:
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Gioco di animazione a scelta
Analisi citazioni sui sentimenti. Scelta di quelle che i ragazzi sentono come
proprie e dialogo in gruppo
Visione del video e commenti di gruppo
Analisi di una canzone “La linea d’ombra” di Jovanotti
Canzone “I sentimenti” di Noemi
Riflessione libera e accompagnata dalle parole dell’educatore su quanto
ascoltato, visto e letto precedentemente
Gioco di animazione a scelta
SUSSIDI:
1. Citazioni sui sentimenti: I SALMI SONO COME I FIOCCHI DI NEVE....
NON CE N’E’ UNO UGUALE ALL’ALTRO
2. Visione del video: I sentimenti sono il colore della vita
3. Analisi della canzone: LA LINEA D'OMBRA (L. Jovannotti)
4. Attività: I sentimenti nei salmi
5. I sentimenti delle persone che incontrano Gesù nel Vangelo
6. Parabole sui sentimenti
7. Preghiera finale
2
Scheda 6
“La solitudine”: la compagna-nemica, …ma non sempre!
OBIETTIVO:
Il desiderio di una vita piena e felice, dopo aver iniziato a pensare che è possibile
vivere con amore per essere protagonisti della propria vita, può scontrarsi, nella vita dei
ragazzi che stanno crescendo, con l’esperienza di sentirsi soli, non accettati, magari perché
non corrispondenti ai canoni che oggi imprigionano nel dovere essere per forza tutti uguali.
La solitudine sopportata, rifiutata come nemica della vita, è un ostacolo al “vivere
adesso”, al vivere in pienezza e con gioia la vita.
Con il passaggio a questo tema si vuole aiutare il ragazzo/a, che vive il cammino di
gruppo, ma che anche in mezzo agli altri può sentirsi solo, a considerare che esiste una
solitudine nemica, che intristisce e frena la vita, ma che c’è anche una solitudine amica del
proprio cammino di crescita.
Nemica della vita è la solitudine di chi si isola credendo di non aver bisogno di
nessuno e magari sfogando la propria aggressività sugli altri. Nemica è anche quella
solitudine non accettata, che nasce dal confronto, spesso accompagnata dall’invidia, perché
non tutti possiedono quelli che sono indicati come i canoni dell’accettazione sociale. Può
esserci però anche la solitudine di chi è coerente con i valori in cui crede e non ha paura di
difenderli. L’obiettivo della scheda è anche riconoscere una solitudine positiva, quella di
imparare a stare con se stessi ascoltando il proprio cuore e anche quella che ci permette di
scoprire che il Signore è sempre con noi per consolarci, anche nella solitudine della fedeltà
alla sua Parola. Per poi imparare a stare vicino a chi nella vita si sente solo.
SUGGERIMENTI PER L’INCONTRO:
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Gioco di animazione a scelta
Lettura o ascolto di una canzone e riflessione sul testo
Lettura di alcune citazioni sulla solitudine
Attività
Racconto
Commenti dell’educatore
Lettura del vangelo e preghiera finale
SUSSIDI:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Canzone: “Fango” (Jovanotti)
Citazioni sulla solitudine
Video sulla solitudine (Bocelli)
Attività: “La compagna-nemica” (tratto da Harry Potter)
Racconto: “Quando finisce la notte”
Commento di immagini
Vangelo: Lc 15, 11-24 & Marco 14, 32- 40
Preghiera: “La racchetta”; “Non lascerò nessuno solo…”
3
Scheda 7
“La vita è un dono” : creato…non per caso!
OBIETTIVO:
Se la vita è adesso, per vivere in pienezza, scoprendo i propri doni, l’obiettivo ora
dichiarato di questa scheda è scoprire che la vita è un grande dono che Dio ci ha fatto. Il
mistero della redenzione, la salvezza di Gesù, ci aiuta a scoprire il dono di essere creati a
immagine di Dio, che noi portiamo l’immagine di Dio in noi, che Gesù nell’incarnazione ci
ha detto che la vita è bella perché è un dono da custodire, amare, condividere.
E’ importante riscoprire il mistero della creazione, lo stupore della vita che nasce
perché sono aspetti oggi messi in crisi nella civiltà della tecnica e del prodotto di
laboratorio. Inoltre pensare alla creazione di Dio ci permette di riscoprire che non siamo
venuti al mondo per caso, ma c’è un progetto vocazionale sulla vita di ciascuno di noi , un
progetto d’amore da scoprire, nella singolarità e ricchezza di ogni persona.
Quindi l’obiettivo della scheda è scoprire il dono della creazione, che Dio è nostro
Padre e ha cura di noi, per poi arrivare a comprendere il dono dell’essere ricreati in Cristo
come nuove creature, che in noi vive il Signore e che abbiamo la vita in Cristo.
SUGGERIMENTI PER L’INCONTRO:
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Canto a scelta inerente al tema
Attività
Commenti di gruppo sulle immagini proposte
Quiz individuale
Lettura del vangelo
Preghiere
Canto finale piuttosto che gioco; a discrezione dell’educatore.
SUSSIDI:
1. Attività: scoprire la bellezza della vita
2. Commento alle immagini
3. Quiz: LA CREAZIONE DEL MONDO
4. Attività
5. Canzone: "Il cerchio della vita"
6. Vangelo: Matteo 6, 25-34
7. Preghiamo col Salmo 8
8. Preghiamo insieme: “Hai fatto bene ogni cosa!”
4
Scheda 8
“La vita è un dono”: nascere ogni giorno
OBIETTIVO:
Se la vita è un dono allora si può vivere alla grande non contando solo su di noi,
ma su Colui che ci dona la vita. E la vita ha le sue stagioni, ma sempre in ogni momento,
anche in quelli difficili, si può vivere e ricominciare sempre.
L’obiettivo della scheda è aiutare i ragazzi a comprendere la preziosità del tempo, il
valore di ogni momento, per non vivere solo di qualche momento piacevole, mentre il
resto appare noia e fatica, alimentando tristezza e delusione. In questo si pone il significato
vero di divertimento, spesso confuso con la gioia
Nascere ogni momento è dare valore anche ai momenti difficili; vivere ogni
momento è essere creativi, senza perdere tempo, specie nei propri impegni quotidiani e
nelle relazioni con gli altri.
Così il “vivere adesso” diventa concreto, continuo, fonte di creatività e di gioia vera
perché fa gustare ogni momento. Questo è possibile per la fede che Dio è accanto a noi
sempre, e che tutto è importante per chi ha scoperto che la vita è un dono da vivere alla
grande. E questo imparando da Gesù a dare valore e importanza a tutti gli aspetti della vita.
SUGGERIMENTI PER L’INCONTRO:
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Gioco di animazione
Canzoni
Visione del video e riflessione comune
Attualizzazione dell’educatore tramite i racconti proposti
Test individuali
Attività/gioco
Testi biblici
Canto finale
SUSSIDI:
1. Canzoni: Nek “E Da Qui”; Tiromancino: “L'Essenziale”
2. Video: Tratto da “La vita è bella” (Benigni)
3. Per riflettere sul valore del tempo: "86400 al Giorno"
4. Test "Vivi tra le nuvole?"
5. Test "Sei padrone del tuo tempo?"
6. Attività "Il senso della vita: dove stiamo andando?"
7. Attività/gioco "Play life La vita in gioco"
8. Racconto "La principessa"
9. Racconto "Le due sorgenti"
10. Commentiamo insieme queste strisce
11. Vangelo Matteo 20,1-16; Luca 13, 6-9
12. Canto: Vivere la vita
5
Sussidi & Co.
Sussidi scheda 5
“I sentimenti della vita”. Istruzioni per l’uso.
1. Citazioni sul sentimento
Analisi delle frasi che sono riportate. Scelta di quelle che i ragazzi sentono come
proprie e dialogo in gruppo. Al termine si potrebbe indicare un ordine di preferenze
oppure scrivere la definizione del gruppo.
• Adesso c'è soltanto il sentimento di un buio in cui stiamo sprofondando.
(Federico Fellini)
• Dopo un grande dolore, arriva un sentimento formale. (Emily Dickinson)
• È il destino inevitabile del sentimentale. Tutte le sue opinioni mutano e si
trasformano in quelle opposte al primo tocco della realtà. (George Orwell)
• Esiste, forse, un sentimento più illusorio dell'amore? (Gabrielle Émilie Le
Tonnelier de Breteuil)
• Felicità dello scrittore è il pensiero che può divenire totalmente sentimento, il
sentimento che può divenire pensiero. (Thomas Mann)
• Il sentimento di giustizia è così universalmente connaturato all'umanità da
sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione. (Voltaire)
• Il valore di un sentimento è la somma dei sacrifici che si è disposti a fare per
esso. (John Galsworthy)
• La parola è un bel dono; ma non rende la ricchezza del nostro interno; è un
riflesso smorto e tiepidissimo del sentimento, e sta alla sensazione come un
sole dipinto al sole della natura. (Carlo Bini)
• La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale
e interiore, che il lettore riconosce come proprio. (Salvatore Quasimodo)
• Ogni uomo sente per istinto che tutti i bei sentimenti nel mondo pesano meno
che una singola azione d'amore. (James Russell Lowell)
• Tutto è semplice nel sentimento che provo, come in tutto quello che dura,
tutto quello che resiste al tempo, all'assenza, agli ostacoli. Questo è il legame
che ci unisce. (Klemens von Metternich)
6
2. I sentimenti sono il colore della vita
http://www.youtube.com/watch?v=UVYaN5Gos2E
Commento al video in gruppo
3. ATTIVITA’: analisi di una canzone
LA LINEA D'OMBRA (L. Jovannotti)
http://www.youtube.com/watch?v=BQK5tvgIvJw
La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti
per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello
che lascio a non saper immaginar quello che trovo
mi offrono un incarico di responsabilità
portare questa nave verso una rotta che nessuno sa
è la mia età a mezz'aria
in questa condizione di stabilità precaria
ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto
mi giro e mi rigiro sul mio letto
mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto
che non ricordo il nome
il fondo del caffè confonde il dove e il come
e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione
nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione
per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone
è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione
senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare
e cullati dall'onda notturna sognare la mamma… il mare
mi hanno detto che una nave ha bisogno di un comandante
mi hanno detto che la paga è interessante
e che il carico è segreto ed importante
il pensiero della responsabilità si è fatto grosso
è come dover saltare aldilà di un fosso
che mi divide dai tempi spensierati
di un passato che è passato
saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto
di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura
cosa sarò dove mi condurrà la mia natura?
La faccia di mio padre prende forma sullo specchio
lui giovane io vecchio
le sue parole che rimbombano dentro il mio orecchio
la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno
te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione
arriva un giorno in cui bisogna prendere una decisione
e adesso è questo giorno di monsone
7
col vento che non ha una direzione
guardando il cielo un senso di oppressione
ma è la mia età dove si guarda come si era
e non si sa dove si va cosa si sarà
che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani
che ti vivono accanto
e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera
dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera
ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare
mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo
l'astrologia che mi racconti il cielo
galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare
ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare
non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto
se scegliere la fuga o affrontare questa realtà
difficile da interpretare
ma bella da esplorare
provare a immaginare cosa sarò quando avrò
attraversato il mare
portato questo carico importante a destinazione
dove sarò al riparo
dal prossimo monsone
mi offrono un incarico di responsabilità
domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire
getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere
per dove si parte quando si parte
e quando passerà il monsone
dirò levate l'ancora diritta avanti tutta
questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione.
Dal testo della canzone è possibile estrarre alcune espressioni o immagini evocative che
offrono lo spunto per una rilettura della propria storia personale.
Immagini evocative
La linea d’ombra: è il confine tra ciò che conosco e l’ignoto. Cosa c’è oltre quella linea?
L’interrogativo mi attrae e mi spaventa. E allora preferisco non far nulla, non prendere
decisioni, soltanto guardare da lontano il confine dell’orizzonte, fantasticare sul mondo che
quella linea cela e su come sarò quando l’avrò varcata.
La nebbia: fa intravedere, nasconde l’orizzonte
e sfuma gli oggetti.
È la mia incertezza di fronte ad un futuro che non si intravede con chiarezza e decisione.
Cammino a tentoni, con la paura di inciampare in realtà che non conosco.
La nave: è il mezzo che mi conduce in questa vita; è il tempo che passa inesorabile. Può
essere tempo pieno, vissuto fino in fondo oppure… solo noia, paura, solitudine, attesa di
qualcosa che cambierà
La rotta: ogni nave ha una rotta, cioè un itinerario da seguire e un luogo da raggiungere.
8
Qual è la mia rotta? Dove sta andando la mia vita? Cosa può darmi la felicità? Come
raggiungerla?
Il porto: è il luogo sicuro in cui le navi trovano riparo dalla furia delle tempeste. È la
mamma e il sogno.
Quante volte ho desiderato essere piccolo, tornare indietro, non affrontare nulla, non
pensare a nulla… essere nulla.
Il bagaglio: Sono le cose che ci portiamo dietro! Le speranze, le domande, i timori.
Quanti bagagli frenano il nostro cammino! Quante cose, oggetti, persone, situazioni mi
impediscono di volare alto, libero…eppure quante cose mi arricchiscono!
La scacchiera: alcune volte la vita mi sembra una partita a scacchi. Ogni mia mossa, ogni
mia azione ha una conseguenza su di me e sugli altri. Ho paura di sbagliare, di fare mosse
false o avventate; e allora … mi blocco e attendo.
I panni sporchi: sono le cose di cui mi vergogno, che pesano sulla mia coscienza e nascondo
anche a me stesso. Sono le porte sbarrate di fronte a chi non posso soffrire.
Le carte: indicano la rotta. Lette e interpretate da persone esperte mostrano l’itinerario più
sicuro e veloce. Il comandante le considera veri tesori.
Quali carte posso consultare per conoscere l’itinerario della mia vita? Procedo a naso o
penso che sia importante leggere i fatti della propria esistenza e farsi aiutare
nell’interpretarli?
Il comandante: è colui che guida la nave, conosce i mari, legge le carte. È sicuro di se, non si
perde mai d’animo, trova sempre la soluzione migliore per ogni problema. Vorrei essere
come lui; è il mio idolo; vorrei avere la sua forza e la sua sicurezza. Ma poi, quando guardo
me stesso, con i miei entusiasmi bloccati, le mie paure , le mie ansie e incertezze, scopro
differenze abissali tra me e lui; mi scoraggio e non tento di rassomigliargli.
Canzone
I Sentimenti di Noemi
http://www.youtube.com/watch?v=6BK3gTeV0B0&feature=related
9
4. ATTIVITA’ : i sentimenti nei salmi
I SALMI SONO COME I FIOCCHI DI NEVE....
NON CE N’E’ UNO UGUALE ALL’ALTRO
Obiettivo: far scoprire ai ragazzi come nei salmi siano espressi sentimenti diversi e che
esistono salmi per ciascuno di questi sentimenti. Provare ad avvicinarli al mondo dei salmi
con lo scopo anche di far loro vedere loro la compieta meno lontana (ma quest’ultimo
obiettivo é a lungo termine)
I ragazzi entrano nella stanza e trovano un cartellone diviso in 4 parti verticali.
Su ciascuna delle quattro parti viene scritta una parola corrispondente a una categoria di
salmi:
LODE
GRAZIE
LAMENTO
FIDUCIA
1° fase:
Brainstorming:
ciascuno é invitato a dire qualcosa che associa a una di queste parole; non si spiega nulla.
Ognuno dice almeno una cosa, se vuole aggiunge una spiegazione ma gli altri non
commentano. Massima libertà nelle cose che si dicono ma obbligo di dire almeno una cosa.
Uno degli animatori annota quello che viene detto sotto ciascuna delle parole.
Alla fine di questa fase si rilegge tutti insieme quello che si é scritto.
II fase:
Gioco dei SENSI.
I ragazzi si dividono a gruppi di tre. Ogni gruppo sceglie uno dei 5 sensi (GUSTO, VISTA,
OLFATTO, TATTO, UDITO) ed é invitato a trovare per ciascuna parola una cosa che
attraverso quel SENSO ( un SAPORE per il GUSTO, una VISIONE per la VISTA, un
PROFUMO per l’OLFATTO, una cosa che si TOCCA per il TATTO, un RUMORE per
l’UDITO) esprime le parole scritte sul cartellone.
Ogni gruppo deve trovare quindi 4 cose, una per ciascuna delle parole.
Ovviamente il gruppo poi dovrà spiegare perché ha scelto quella parola.
Poi ci si ritrova tutti insieme e ci si confronta.
III fase:
Lettura del salmo.
tutti insieme si sceglie una dei 4 ambiti poi si legge il salmo corrispondente all’ambito scelto
dal gruppo (che noi daremo ai ragazzi su un foglio a parte) e si prova a vedere quali frasi di
quel salmo esprimono l’ambito scelto (ad esempio per la LODE quali frasi del salmo
esprimono la lode).
Nota: i salmi scelti sono il 116 come salmo di Ringraziamento, il salmo 149 come salmo di
lode, il salmo 86 come salmo di lamento e il salmo 16 come salmo di Fiducia
IV fase:
Preghiera conclusiva.
10
Si diamo un paio di minuti in cui chi vuole può ri-DIRE un pezzo del salmo su cui hanno
lavorato (quello che lo ha colpito, che lo ha incuriosito, che gli é piaciuto di più, che sente
più in sintonia con i suoi sentimenti).
FIDUCIA (salmo 16)
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene».
Per i santi, che sono sulla terra, uomini nobili, è tutto il mio amore.
Si affrettino altri a costruire idoli: io non spanderò le loro offerte di sangue né pronunzierò
con le mie labbra i loro nomi.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita.
Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi, è magnifica la mia eredità.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore mi istruisce.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare.
Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la
corruzione.
Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla
tua destra.
LAMENTO (salmo 86)
Signore, tendi l'orecchio, rispondimi, perché io sono povero e infelice.
Custodiscimi perché sono fedele; tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera.
Pietà di me, Signore, a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo, perché a te, Signore, innalzo l'anima mia.
Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi ti invoca.
Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera e sii attento alla voce della mia supplica.
Nel giorno dell'angoscia alzo a te il mio grido e tu mi esaudirai.
Fra gli dei nessuno è come te, Signore, e non c'è nulla che uguagli le tue opere.
Tutti i popoli che hai creato verranno e si prostreranno davanti a te, o Signore, per dare
gloria al tuo nome;
grande tu sei e compi meraviglie: tu solo sei Dio.
Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini; donami un cuore semplice
che tema il tuo nome.
Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore e darò gloria al tuo nome sempre,
perché grande con me è la tua misericordia: dal profondo degli inferi mi hai strappato.
Mio Dio, mi assalgono gli arroganti, una schiera di violenti attenta alla mia vita, non
pongono te davanti ai loro occhi.
Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole, lento all'ira e pieno di amore, Dio fedele,
volgiti a me e abbi misericordia: dona al tuo servo la tua forza, salva il figlio della tua
ancella.
Dammi un segno di benevolenza; vedano e siano confusi i miei nemici, perché tu, Signore,
mi hai soccorso e consolato.
LODE (salmo 149)
Alleluia.
Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell'assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo Creatore, esultino nel loro Re i figli di Sion.
11
Lodino il suo nome con danze, con timpani e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo, incorona gli umili di vittoria.
Esultino i fedeli nella gloria, sorgano lieti dai loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani,
per compiere la vendetta tra i popoli e punire le genti;
per stringere in catene i loro capi, i loro nobili in ceppi di ferro;
per eseguire su di essi il giudizio già scritto: questa è la gloria per tutti i suoi fedeli.
Alleluia.
GRAZIE (salmo 116)
Alleluia.
Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l'orecchio nel giorno in cui lo invocavo.
Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi. Mi opprimevano tristezza e
angoscia e ho invocato il nome del Signore: «Ti prego, Signore, salvami».
Buono e giusto è il Signore, il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge gli umili: ero misero ed egli mi ha salvato.
Ritorna, anima mia, alla tua pace, poiché il Signore ti ha beneficato;
egli mi ha sottratto dalla morte, ha liberato i miei occhi dalle lacrime, ha preservato i miei
piedi dalla caduta.
Camminerò alla presenza del Signore sulla terra dei viventi.
Alleluia.
Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice».
Ho detto con sgomento: «Ogni uomo è inganno».
Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo. [15]Preziosa agli occhi del
Signore
è la morte dei suoi fedeli.
Sì, io sono il tuo servo, Signore, io sono tuo servo, figlio della tua ancella; hai spezzato le
mie catene.
A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore e davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme.
12
5. I sentimenti delle persone che incontrano Gesù nel Vangelo
L’attività consiste nella lettura di alcuni versetti e nel cercare di descrivere i sentimenti
dei personaggi. Si potrebbe anche drammatizzare il racconto, oppure attribuire ad uno o
più persone del gruppo l’analisi di un personaggio. (Cercare nei vangeli i personaggi indicati
in queste liste).
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I pescatori primi discepoli
Nicodemo
Matteo Levi
I ciechi guariti
Zaccheo
Lazzaro
La vedova di Naim
La donna condannata alla lapidazione
Insieme si potrebbero ora cercare di capire e descrivere i sentimenti di Gesù come sono
raggiungibili attraverso i vangeli per conoscere l’umanità di Gesù e imparare a vivere in
modo più autentico i sentimenti che ci sono in ognuno di noi.
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Verso il giovane ricco
Verso Pietro che lo rinnegava
Verso Lazzaro suo amico
Verso Gerusalemme
Verso i venditori nel tempio di Gerusalemme
Verso i soldati romani
Verso Giuda
Verso Maria sua Madre
6. Parabole sui sentimenti
Matteo 13,44-46
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde
di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
«Il regno dei cieli è anche simile a un mercante che va in cerca di belle perle; e, trovata una
perla di gran valore, se n'è andato, ha venduto tutto quello che aveva, e l'ha comperata.
Riflessione
I sentimenti nascono dal riconoscere le cose preziose che ci colpiscono per la loro bellezza o
per la paura di perderle. Queste due parabole, molto simili fra loro, ci parlano proprio di
ciò che crea, in chi trova una cosa preziosa, un sentimento di stupore e di gratitudine, a cui
segue l’impegno di avere ciò che vale tanto. I sentimenti affascinano, ma poi chiedono di
essere concreti nel fare scelte intelligenti.
13
Qui il bene prezioso è l’incontro con Gesù, la perla preziosa è la sua parola. Chiediamoci se
la persona di Gesù suscita in noi un sentimenti di ammirazione e quindi il desiderio di
diventare suoi veri amici.
7. Preghiera finale
(tutti assieme)
L'avventura d'ogni giorno
Signore,
il sole è sorto
e mi metti in mano
una esperienza nuova.
Sarà bella? Sarà noiosa?
Sarà utile?
Non lo so ancora.
Però son certo
che molto dipenda da me.
Questo fammelo capire...
perché spesso rischio
di aspettarmi tutto dagli altri;
tutto da te.
Fammi sentire responsabile
di quello che faccio.
Tu hai creato l'uomo
senza chiedergli il permesso
ti sei però subito legato le mani
e non gli puoi fare niente
se non lo vuole.
Signore,
aiutami a spalancare gli occhi
per vedere dove mi trovo
e chi avrò vicino.
Signore,
aiutami a drizzare bene le orecchie
per raccogliere tutte le voci
che la vita mi invia
e rispondere con coraggio
e fantasia.
14
Sussidi scheda 6
“La solitudine”: la compagna-nemica, …ma non sempre!
1. Canzone
Fango (Jovanotti)
Ai precedenti album Jovanotti aggiunge “Safari”, ricco di stimoli musicali e tematici e lo dedica al fratello
Umberto, scomparso lo scorso ottobre in un incidente aereo. L’Album racchiude 12 brani, tra canzoni
d’amore e ballabili. E’ un lavoro di ricerca interiore che trasforma in musica, emozioni e dolori. “Safari” si
muove in una polarità tra fedeltà alle radici e scommessa della ricerca, della conoscenza dell’altro, che è
rischio di perdita ma anche promessa di conquista, è speranza di ritorno ma anche abbandono angoscioso
all’ignoto.
“Fango”, posto in apertura dell’Album e scelto come singolo per il suo lancio, è il brano che più di tutti fa
entrare nella spiritualità del disco.
Io lo so che non sono solo
anche quando sono solo…
sotto un cielo di stelle e di satelliti
tra i colpevoli le vittime e i superstiti
un cane abbaia alla luna
un uomo guarda la sua mano
sembra quella di suo padre
quando da bambino
lo prendeva come niente e lo sollevava su
era bello il panorama visto dall'alto
si gettava sulle cose prima del pensiero
la sua mano era piccina
ma afferrava il mondo intero
ora la città è un film straniero
senza sottotitoli
le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli
il ghiaccio sulle cose
la tele dice che le strade son pericolose
ma l'unico pericolo che sento veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
il profumo dei fiori l'odore della città
il suono dei motorini il sapore della pizza
le lacrime di una mamma
le idee di uno studente
gli incroci possibili in una piazza
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di stare con le antenne alzate verso il cielo
io lo so che non sono solo…
e rido e piango e mi fondo con il cielo
e con il fango…
la città un film straniero senza sottotitoli
una pentola che cuoce pezzi di dialoghi
come stai quanto costa che ore sono
che succede che si dice chi ci crede
e allora ci si vede
ci si sente soli dalla parte del bersaglio
e diventi un appestato
quando fai uno sbaglio
un cartello di sei metri dice
tutto è intorno a te
ma ti guardi intorno e invece non c'è niente
un mondo vecchio che sta insieme
solo grazie a quelli che
hanno ancora il coraggio di innamorarsi
e una musica che pompa sangue nelle vene
e che fa venire voglia di svegliarsi
e di alzarsi
smettere di lamentarsi
che l'unico pericolo che senti veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
di non riuscire più a sentire niente
il battito di un cuore dentro al petto
la passione che fa crescere un progetto
l'appetito la sete l'evoluzione in atto
l'energia che si scatena in un contatto…
“sotto un cielo di stelle e di satelliti ora la città è un film straniero senza sottotitoli… un
cartello di sei metri dice che tutto è intorno a te ma ti guardi intorno e invece non c’è
niente”: le città sono sempre più anonime, le persone volti senza nome, i rapporti più
superficiali e… si vive la solitudine. E’ una contraddizione che, mentre la tecnica permette di
comunicare in tempo reale anche a distanza, aumenti la solitudine. La TV, internet
assorbono tanto del nostro tempo e diminuiscono le occasioni per il dialogo e le relazioni.
C’è da vigilare per non essere assorbiti nel mondo virtuale e non perdere il legame con la
realtà.
“l'unico pericolo che senti veramente è quello di non riuscire più a sentire niente”: il mondo
scientifico e tecnico tende a dare poco spazio a emozioni e sentimenti. Tutto è scontato,
non c’è la sorpresa di un incontro, la meraviglia per il sole che sorge, un bambino che
nasce, un gesto di gratuità. Quando arriviamo ad essere impermeabili alle emozioni, a non
saper partecipare alle gioie o problemi altrui, vuol dire che siamo troppo centrati su noi
stessi.
“stare con le antenne alzate verso il cielo”: cielo vuol dire Dio, il riferimento ultimo con cui
anche nelle difficoltà stabilire un contatto, lanciare un S.O.S. Pregare è sintonizzarsi sulla
stessa lunghezza di Dio e parlargli.
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“Io lo so che non sono solo anche quando sono solo": Dio è l’unico che anche nei momenti
di maggior solitudine non ci fa sentire soli. E’ una presenza amica pronta a tenderci la mano
per tirarci su dal fango della nostra umanità.
“Mi fondo con il cielo e con il fango”: Siamo creature, fatte di terra e Spirito, il racconto
della creazione ce lo ricorda (cf. Genesi). Il nostro è un Dio vicino, si è sporcato le mani
coinvolgendosi nella nostra storia e facendosi uomo come noi.
“La città è una pentola che cuoce pezzi di dialoghi ”: la nostra società, sempre più
multiculturale, ci pone la sfida dell’integrazione che, però, non vuol dire annullare tutte le
differenze, ma cogliere le diversità culturali come ricchezza da valorizzare, salvaguardando
gli elementi tipici dell’identità di un popolo. La diversità non deve farci paura e questo può
avvenire col dialogo. Più ci si conosce, più ci si stima e si apprezzano le diversità.
“ci si sente soli dalla parte del bersaglio e diventi un appestato quando fai uno sbaglio”: un
certo tipo di informazione tende a criminalizzare chi ha fatto uno sbaglio con pesanti
etichette, che finiscono per escluderlo dalla vita sociale precludendogli ogni strada di
riscatto. Anche questa è un’intolleranza da evitare: ogni persona, anche se sbaglia, ha
sempre la possibilità di ricominciare.
“un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che hanno ancora il coraggio di
innamorarsi”: il “mondo vecchio” che Jovanotti rimpiange è quello fatto di rapporti
autentici, cose semplici, amore vero, dove conta la persona non i soldi o la carriera. La
scienza stessa, per il profitto e interessi egoistici, calpesta i valori della persona. Basta
pensare ai problemi legati alla manipolazione e alla mercificazione della vita umana.
“la passione che fa crescere un progetto”: unire le forze e credere fino un fondo è il segreto
per iniziare a trasformare il mondo. La passione per gli ideali permette di realizzare grandi
sogni. Ma ci vuole tempo, pazienza, capacità di mettersi in gioco per qualcosa che vale
veramente. Una vita senza passione e ideali è piatta, arida, destinata alla noia.
“l'energia che si scatena in un contatto”: coltivare le relazioni, aprirsi agli altri ci toglie
dall’isolamento in cui ci chiudiamo. E quando viviamo la solitudine “non siamo soli anche
quando siamo soli”, basta alzare gli occhi per scoprire che abbiamo un Padre che ascolta la
voce dei suoi figli che gridano a lui e per sentirci uniti a tutti. E’ la più grande consolazione
che si può sperimentare!
PER RIFLETTERE:
 Quando ti senti solo, come reagisci?
 Nella solitudine senti la vicinanza di Dio, ti affidi a lui?
 Quanto dai spazio all’amicizia?
 Nella giornata trovi il tempo per pregare?
 E’ importante per te la passione per gli ideali?
 Ti dai da fare per cambiare il mondo ed eliminare le tante solitudini di oggi?
Canzoni sulla solitudine
Franco Battiato - Amata Solitudine
Eros Ramazzotti - Beata Solitudine
Diaframma - In Perfetta Solitudine
Ivan Cattaneo - La Mia Solitudine
Bruno Lauzi - La Mia Solitudine
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Cristina D'Avena - La Solitudine
Laura Pausini - La Solitudine
2. Attività
Prendere in esame frasi sulla solitudine, perché ognuno trovi quella che meglio ,o
rappresenta e commentarle.
Citazioni sulla solitudine
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Alla mia età ho fatto il callo alla solitudine. Una solitudine, però, molto relativa,
perché il lavoro riesce a riempire completamente la mia esistenza. (Alberto Sordi)
Bella ed amabile illusione è quella per la quale i dì anniversari di un avvenimento,
che per verità non ha a fare con essi più che con qualunque altro dì dell'anno,
paiono avere con quello un'attinenza particolare, e che quasi un'ombra del passato
risorga e ritorni sempre in quei giorni, e ci sia davanti: onde è medicato in parte il
tristo pensiero dell'annullamento di ciò che fu, e sollevato il dolore di molte perdite,
parendo che quelle ricorrenze facciano che ciò che è passato, e che più non torna,
non sia spento né perduto del tutto. (Giacomo Leopardi)
Bisogna essere molto forti per amare la solitudine. (Pier Paolo Pasolini)
Cerca la solitudine: in essa troverai te stessa, e alla natura leverai l'immenso inno
dell'amore. (Ambrogio Bazzero)
Dopo tante antiche e recenti disillusioni, qualcuno può essere tentato di raccogliersi
nella propria solitudine e rifiutare l'offerta di nuove amicizie; ma io dico che deve
battersi contro questa amara e pericolosa tentazione. (Carlo Gnocchi)
La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce,
e dove dunque l'estraneo siete voi. (Luigi Pirandello)
[Dio] Non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra
solitudine. (Antonio Bello)
In ognuno, c'è qualcosa che non sarà mai compreso da nessuno. Questo qualcosa è la
causa stessa della nostra solitudine, della solitudine che ci è connaturale. È questa
solitudine rudimentale che dobbiamo accettare in primo luogo. (Madeleine Delbrêl)
L'ardente solitudine non annulla la possibilità degli amori. (Giovanni Papini)
La solitudine è il campo da gioco di satana. (Vladimir Nabokov)
La solitudine è indipendenza: l'avevo desiderata e me l'ero conquistata in tanti anni.
Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande
come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri. (Hermann Hesse)
La solitudine è per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo. (Seneca)
La solitudine è per me una fonte di guarigione che rende la mia vita degna di essere
vissuta. Il parlare è spesso un tormento per me e ho bisogno di molti giorni di
silenzio per ricoverarmi dalla futilità delle parole. (Carl Gustav Jung)
La solitudine è una pace inaccettabile. Una contenzione dei sentimenti per sembrare
normali mentre si avverte il desiderio di esplodere, di esistere per qualcuno. E allora
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si può anche litigare, colpire e colpirsi, pur di non essere soli. Inutile per tutti. Inutile
a se stesso. (Vittorino Andreoli)
La solitudine o ci fa ritrovare o ci fa perdere noi stessi. (Roberto Gervaso)
Le persone che provano a vivere da sole non avranno successo come esseri umani. I
loro cuori inaridiranno se non risponderanno ad altri cuori. Le loro menti si
restringeranno se ascolteranno solo l'eco dei propri pensieri senza altra fonte
d'ispirazione. (Pearl S. Buck)
Molte tristezze umane sono solitudini. Se rendiamo a Dio l'onore della nostra gioia,
è perché tutte le nostre solitudini saranno state colmate da lui. (Madeleine Delbrêl)
Nessun uomo è un'isola, | completo in sé stesso. (John Donne)
Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.
(Salvatore Quasimodo)
Prega perché la tua solitudine sia di sprone a trovare qualcosa per cui vivere,
abbastanza grande per cui morire. (Dag Hammarskjöld)
Si freme | Assieme ad ogni filo d'erba | Quando si rimane soli. (Tat'jana
Aleksandrovna Bek)
Si resiste a star soli finché qualcuno soffre di non averci con sé, mentre la vera
solitudine è una cella intollerabile. (Cesare Pavese)
Solo chi si isola da se stesso e dal prossimo è veramente solo. (Nicola Abbagnano)
Sono nato in una casa con 17 persone. Ecco perché ho questo senso della comunità
assai spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di 15 persone mi colgono violenti
attacchi di solitudine. (Massimo Troisi)
Sono sinceramente convinto che se c'è a questo mondo una persona che noi
possiamo toccare totalmente, senza vergognarci, non moriremo mai di solitudine.
(Leo Buscaglia)
Un uomo solo è sempre in cattiva compagnia. (Paul Valéry)
Vivo in quella solitudine che è penosa in gioventù, ma deliziosa negli anni della
maturità. (Albert Einstein)
Volontà di Dio è la vittoria sulle solitudini. (Ermes Maria Ronchi)
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3. Video sulla solitudine (Boccelli)
http://www.youtube.com/watch?v=Ydh3EZ9nxDs
4. Attività
Racconto di una storia: “La compagna-nemica”
(tratto da Harry Potter)
Hagrid, il gigante guardiacaccia, stava allevando un piccolo drago. Era proibito dalle leggi,
anche perché i draghi potevano diventare molto pericolosi. Così Harry, Ron ed Hermione
convinsero il loro amico e liberarsene, inviandolo in Romania a Charlie, fratello di Ron che
studiava i draghi. Dopo accordi nascosti, lo spedirono di notte, dalla torre del castello.
Appena scesi dalle scale, però, incontrarono Gazza, il guardiano, che li portò dalla
professoressa McGranitt. Questa, furente, tolse cinquanta punti a testa. Erano
centocinquanta punti in meno per la loro squadra che, così, precipitava dal primo all’ultimo
posto della classifica.
Il giorno seguente, la reazione dei loro compagni non tardò. Ron ed Hermione furono
isolati dalla compagnia. Harry divenne il più odiato della scuola: veniva segnato a dito e
insultato. Gli avversari lo prendevano anche in giro: “Grazie, Potter, ti siamo debitori!”
La punizione, però, prevedeva anche una notte da trascorrere con Hagrid della foresta
attorno alla scuola. Il loro compito era portare in salvo un unicorno ferito. Dopo una
paziente ricerca, lo trovarono morto e dovettero assistere a una scena da brividi: un mostro
era uscito dalle tenebre e ne aveva bevuto il sangue. Essi sapevano che chi beveva il sangue
di unicorno era costretto a vivere una vita dannata… a meno che non l’avesse fatto per
sopravvivere il tempo necessario a bere qualcos’altro… l’Elisir di lunga vita! Ecco che cosa
c’era nascosto dentro la scuola. E quel mostro non poteva essere che il signore del male,
Voldemort!
Per riflettere:
Beatitudine e minaccia
<< Ognuno sta solo sul cuor della terra… >>.
Ognuno di noi ha in mano la propria vita e non può essere sostituito da nessuno nelle
decisioni che deve prendere: in questo senso siamo tutti soli. D’altra parte, il grande
problema della vita è come rompere la propria solitudine. Telefonini sempre accesi, Sms,
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posta elettronica, ricerche di amicizia su Internet, stanno a testimoniare questo assoluto
bisogno di comunicare e di non sentirsi isolati.
C’è quindi una solitudine essenziale, buona e necessaria, da accettare e da ricercare; e una
solitudine negativa, buia, possibilmente da fuggire.
Quando ti senti messo in disparte, tagliato fuori, non capito, è solitudine nera. Quando
nessuno viene a visitarti e non hai nessuno da andare a trovare; quando faresti di tutto per
avere qualcuno vicino ma non trovi nemmeno “un cane” che ti dia una mano, è solitudine
nera.
Quando invece, ascolti la musica nella tua camera, o leggi un libro, o non fai nulla ma ti
senti tranquillo, a tuo agio, è solo solitudine bianca. Quando fai una passeggiata senza
guardare l’orologio ma contemplando la bellezza intorno a te; quando i tuoi pensieri
fuggono via senza che tu te ne renda conto, la tua fantasia e i tuoi sogni prendono le ali e ti
trasportano in alto, è solitudine bianca.
Quando magari a denti stretti sai trovarti uno spazio di silenzio, dominando il ritmo delle
ore, per riflettere, programmare, è solitudine bianca.
La solitudine nera è buia; è isolamento, emarginazione, incapacità di contatto e di
comunicazione. La solitudine bianca è la sintesi di tutti i colori; è silenzio, riflessione,
preghiera, contemplazione, stupore.
Nella vita di ogni uomo esistono momenti bui: non bisogna certo andarseli a cercare, ma
prima o poi arrivano per tutti. In questi casi non bisogna fare programmi, ma resistere: è
forte la persona che li sopporta con coraggio. Alla fine, se uno non soccombe, risulteranno
essere tra i momenti più importanti per la propria crescita umana.
La solitudine bianca, invece, devi caparbiamente andartela a cercare, per crearti uno spazio
di silenzio: il silenzio degli occhi, il silenzio degli orecchi, il silenzio della lingua. È
validissima l’indicazione del filosofo Kierkegaard: << Se fossi medico e uno mi domandasse
un consiglio, risponderei: crea il silenzio! Porta l’uomo al silenzio!>>. Solo nel silenzio del
cuore la verità di ciascuno si fa strada e prende radici.
Fascia di silenzio anche le tue azioni: creati uno spazio per guardarle dall’alto, per fare una
verifica, per programmare in meglio il domani. Non basta fermare la carrozzeria, anche il
motore deve cessare di girare a tutta velocità. E poi ricorda: Dio ama il silenzio. E con Dio
vicino non sei mai solo!
Questa solitudine positiva è <<l’abitare con se stessi >> si San Benedetto. Un mondo di
chiasso e frastuono, di chiacchiere e attivismo, rischia di fare di noi degli agitati, degli
alienati sempre sul balcone di casa e mai nella nostra <<cella interione>>.
Mangia quindi il pane nero della buia solitudine: ti renderà più forte. Ricerca con cura il
pane bianco della tranquilla solitudine: ti darà unità interiore e serenità.
5. Racconto
Quando finisce la notte.
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Un vecchio rabbino domandò una volta ai suoi allievi da che cosa si potesse riconoscere il
momento preciso in cui finiva la notte e cominciava il giorno.
"Forse da quando si può distinguere con facilità un cane da una pecora?".
"No", disse il rabbino.
"Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?".
"No", ripeté il rabbino.
"Ma quand'è, allora?", domandarono gli allievi.
Il rabbino rispose: "E' quando guardando il volto di una persona qualunque, tu riconosci un
fratello o una sorella. Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore".
6. Commentiamo insieme queste immagini
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7. Vangelo
Lc 15, 11-24
11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane di loro disse al padre: "Padre,
dammi la parte dei beni che mi spetta". Ed egli divise fra loro i beni. 13 Di lì a poco, il figlio
più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano, e vi sperperò i suoi beni,
vivendo dissolutamente. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia
ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora si mise con uno degli abitanti di quel
paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali. 16 Ed egli avrebbe voluto
sfamarsi con i baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava. 17 Allora, rientrato
in sé, disse: "Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
18 Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: padre, ho peccato contro il cielo e contro
di te: 19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi
servi". 20 Egli dunque si alzò e tornò da suo padre; ma mentre egli era ancora lontano, suo
padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò. 21 E il
figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di
essere chiamato tuo figlio". 22 Ma il padre disse ai suoi servi: "Presto, portate qui la veste
più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; 23 portate fuori il
vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio
era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato".
Il vangelo mette in evidenza la solitudine del figlio che lontano da casa si ritrova solo e senza niente, dopo che ha speso
tutto per divertirsi.
La solitudine è spesso la conseguenza del peccato, dell’egoismo che isola dagli altri e divide in sé stessi.
Il ricordo che qualcuno ci vuol bene, la fede nell’amore di Dio per noi è il vero rimedio alla solitudine.
Marco 14, 32- 40
32 Poi giunsero in un podere detto Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedete qui
finché io abbia pregato». 33 Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e cominciò a
essere spaventato e angosciato. 34 E disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza
mortale; rimanete qui e vegliate». 35 Andato un po' più avanti, si gettò a terra; e pregava
che, se fosse possibile, quell'ora passasse oltre da lui. 36 Diceva: «Abbà, Padre! Ogni cosa ti
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è possibile; allontana da me questo calice! Però, non quello che io voglio, ma quello che tu
vuoi». 37 Poi venne, li trovò che dormivano e disse a Pietro: «Simone! Dormi? Non sei stato
capace di vegliare un'ora sola? 38 Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione; lo
spirito è pronto, ma la carne è debole». 39 Di nuovo andò e pregò, dicendo le medesime
parole. 40 E, tornato di nuovo, li trovò che dormivano perché gli occhi loro erano
appesantiti; e non sapevano che rispondergli.
Anche Gesù ha sperimentato la solitudine, l’indifferenza degli altri al suo dolore. Nella prova della croce Gesù si sente solo
ma continua ad amarci fino alla fine. La forza di Gesù nella solitudine è la preghiera. E invita anche i discepoli ad affrontare
con la preghiera la solitudine, lo scoraggiamento, la critica e le accuse della gente.
8. Preghiera
Non giocare con la tua vita!
La racchetta
A forza di insistere,
son riuscito a farmi comperare una
racchetta da tennis.
Mio padre non voleva: “Cosa ci fai?
Non c’è un campo da tennis
Vicino a casa nostra”.
non mi serve davvero!
Però, Signore,
ho capito una cosa importante:
non si può fare da soli
quello che tu hai creato
perché fosse vissuto con gli altri.
L’ho voluta lo stesso.
Ci gioco da solo, sotto casa,
contro il muro.
La gioia,
l’amicizia,
l’amore…
Ma che delusione, Signore!
Il muro non mi sa spiazzare,
non mi sa stimolare,
non sa mettermi alla prova,
non mi sa incoraggiare,
non mi sa applaudire,
non sa saltare di gioia.
Signore,
in una parola,
il muro non sa dialogare con me.
Ma c’è una cosa, Signore,
che possiamo vivere
senza dialogare con gli altri?
Anche una piccola pena,
da soli,
diventa insopportabile!
Signore,
aiutami a non giocare la mia vita
da solo, contro un muro.
Signore, se non temessi mio padre,
ridurrei la racchetta in mille pezzi:
Preghiera
Non lascerò nessuno solo…
È più facile pretendere dagli altri
che essere disponibili a tutti:
eppure questo è il metodo per essere
felici e costruire rapporti veri.
Come posso chiedere stima e fiducia
se poi giudico e tratto male?
Chi mi consolerà nella tristezza
se io sono indifferente a tutti?
Chi mi comunicherà la sua gioia
24
se io non faccio festa con nessuno?
Chi mi verrà in aiuto nel bisogno
se non ho mai tempo per alcuno?
<<Fare agli altri ciò che si vorrebbe
Ricevere da loro viceversa>>.
Chi sarà misericordioso con me
se non sono comprensivo anch’io?
Chi invocherà il Signore per me
se io prego solo per me stesso?
<<C’è più gioia nel dare che nel
ricevere>>.
E: <<Si raccoglie ciò che si semina!>>
Ecco le regole d’oro, che rendono
preziosi i rapporti quotidiani.
Chi mi correggerà con pazienza
se non accetterò nessun consiglio?
Ora capisco la grande validità
di alcuni principi fondamentali:
Questo da oggi mi impegno a vivere
perché ogni altra scelta mi pare
infruttuosa, per me e per gli altri.
Lo conferma l’esempio di tanti.
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Sussidi scheda 7
“La vita è un dono” : creato…non per caso!
1. Attività: scoprire la bellezza della vita
Bellezza della terra
http://www.youtube.com/watch?v=SMn560d9UzU&feature=player_embedd
ed#!
L’inizio della vita
http://www.youtube.com/watch?v=1h5xnboi3rE
http://www.youtube.com/watch?v=2A2GN5cC4xI&feature=related
2. Commento alle immagini
26
3. Quiz: LA CREAZIONE DEL MONDO
(dal libro della Genesi)
Scegli la risposta giusta per completare la storia della creazione
All’inizio di tutto, c’era il nulla.
Poi …
 Gesù
 Mosè
 Dio
 Noè
Creò il mondo, il sole, la luna e le stelle. Creò la terra il cielo e il mare e tutti gli animali.
Quando fu soddisfatto, Dio creò ..
 Noè e Mosè
 Adamo ed Eva
 Caino ed Abele
 Il re di Roma
Ed affidò a loro il mondo che aveva creato. Disse loro che avrebbero potuto mangiare tutti
i frutti che la terra gli donava, tutti tranne uno ..
 L’albero del serpente
 L’albero genealogico (da qui prende il nome il libro della genesi)
 L’albero azzurro con foglie di mela
 L’albero della conoscenza del bene e del male
Ma un giorno, Eva venne tentata da ..
 Un nuovo negozio di intimo
 Dal serpente
 Dal bufalo
 Da Adamo
Che le disse di mangiare un frutto dell’albero proibito, e convinse anche Adamo a
mangiarne.
Dio, vide ciò che avevano fatto, e si arrabbiò con loro perché avevano disubbidito. Per
questo li cacciò dal paradiso terrestre.
Dopo molti anni, Dio pensò che al mondo c’erano troppe persone cattive e chiamò Noè,
dicendogli di costruire ..
 Un mega zoo
 Un’arca
 Una montagna
 I dieci comandamenti
E di farci salire la sua famiglia e una coppia di ogni specie di animale. Poi venne il diluvio, e
quando smise di piovere Noè mandò fuori una ..
 Colomba
 I due liocorni
 Uno dei suoi figli
 Mantide religiosa
Per vedere se potevano tornare sulla terra. La colomba tornò con un ramo di ulivo
nel becco.
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4. Attività
Visione di una sequenza di immagini in PowerPoint circa la visione Biblica (Vedi su
Qumran, sezione presentazioni, Genesi) e scientifica (vedi file: Scienza.ppt) sulle
origini della vita. Quindi discussione in gruppo per verificare il proprio parere sulla
creazione come dono di Dio.
La Genesi ci dice che è stato Dio a creare tutto, ma non ci dice il modo in cui lo ha
fatto. Essa si sofferma sulle motivazioni di Dio, cioè il suo amore.
La Scienza, invece, cerca di trovare una strada “matematica” alle origini della vita.
Secondo la scienza Dio non c’entra nella creazione, ma è tutto una conseguenza di
reazioni chimiche guidate da leggi naturali. Tuttavia la teoria dell’Evoluzione di
Darwin ha ancora molti aspetti che non sono ancora stati dimostrati. Il cosiddetto
anello mancante, ovvero una specie che sia metà uomo e metà scimmia e faccia da
ponte fra noi e le scimmie, non è ancora stata trovata. La scienza sta facendo il suo
corso e sicuramente scopriremo nuove cose nei prossimi decenni. Ma il Cristiano non
deve dimenticare o farsi confondere dalla visione materialistica della scienza: l’autore
della vita è Dio e solo da Lui e dal suo Amore tutto ciò che ora esiste fu creato.
Video: “Dio ha creato il male?” Albert Einstein da bambino…
http://www.religione20.net/2009/10/09/video-dio-ha-creato-il-male-alberteinstein-da-bambino/
5. Canzone
Il cerchio della vita
http://www.youtube.com/watch?v=CsFjLum2X3Q
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6. Vangelo
Matteo 6, 25-34
25 «Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa
berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il
corpo più del vestito? 26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non
raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? 27
E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita?
28 E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna:
essi non faticano e non filano; 29 eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua
gloria, fu vestito come uno di loro. 30 Ora se Dio veste in questa maniera l’erba dei campi
che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca
fede? 31 Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci
vestiremo?” 32 Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro
celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. 33 Cercate prima il regno e la giustizia di
Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. 34 Non siate dunque in ansia per il domani,
perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.
Questa pagina del vangelo ci parla della bellezza della creazione come dono di Dio.
Dio ha fatto buone e belle tutte le cose ed è provvidenza per tutto il creato. La certezza del mondo come creazione di Dio
porta a considerare e a sentire che ognuno di noi è prezioso per Dio. E questo fino a deve riconoscere che Dio non ci
abbandona mai, che, se ci fidiamo, Dio continua a provvedere alla nostra vita. Anche nonostante il male che c’è nel mondo.
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7. Preghiamo col Salmo 8
http://www.youtube.com/watch?v=1JSFFVarUNg
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
con la bocca di bambini e di lattanti:
hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo, perché te ne curi?
Davvero l'hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi:
tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Commento
Il salmista esprime il suo stupore verso Dio. Ogni cosa sulla terra manifesta la sua potenza e
grandezza - “il suo nome” -. Egli è tanto potente che può abbattere i suoi avversari anche
solo con la bocca dei bimbi e dei lattanti, proclamanti la sua maestà, che gli empi
vorrebbero oscurare.
Lo spettacolo della volta stellata fa sentire il salmista piccolo, poca cosa, e quindi realtà
trascurabile da Dio, ma non è affatto così. L’uomo è fatto poco meno degli angeli, capace
di dominio sulle cose create da Dio. Gli angeli sono puri spiriti e come tali hanno una
natura superiore a quella dell’uomo, che apprende le cose in concomitanza con i sensi,
mentre l’angelo è semplice intelligenza. Nessun angelo ha una carne con la quale giungere a
testimoniare il suo amore a Dio fino a sacrificare la vita.
Il salmista termina il salmo con le stesse parole di stupore con il quale l’aveva cominciato.
30
8. Preghiamo insieme:
“Hai fatto bene ogni cosa!”
Hai fatto bene ogni cosa, Dio creatore!
Alzo gli occhi al cielo e vedo un magnifico azzurro.
Che bello il cielo limpido!
Mi fa venire voglia di cantare!
Alla sera, invece, quando tutto intorno è buio
il cielo blu con le sue stelle mi fa sentire piccolo piccolo.
Hai fatto bene ogni cosa, Dio creatore!
Che bello il mare!
E' bello quando è calmo calmo
e si lascia scaldare dal sole muovendosi appena.
E' bello anche quando le sue onde si alzano grandi e spumeggianti.
Mi piace sentire il loro rumore contro gli scogli
che non vogliono lasciarle passare.
Hai fatto bene ogni cosa, Dio creatore!
Che bello quel piccolo ruscello
che scende dalla montagna cantando!
Corre, inciampa, si arrabbia con i sassi
e ha premura di arrivare al fiume e poi al mare.
E' fredda l'acqua del ruscello.
Mi disseta, mi rinfresca, mi fa sentire vivo.
Hai fatto bene ogni cosa, Dio creatore!
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Sussidi scheda 8
“La vita è un dono”: nascere ogni giorno
1. Canzoni
1. Nek: “E Da Qui”
http://www.youtube.com/watch?v=MEuQYdZjFuI&feature=fvw
Gli amici di sempre
Gli abbracci più lunghi
la musica, i libri, aprire i regali
i viaggi lontani che fanno sognare
i film che ti restano impressi nel cuore
gli sguardi e quell'attimo prima di un
bacio
le stelle cadenti il profumo del vento
la vita rimane la cosa più bella che ho..
ed è quella la sola ragione
per guardare in avanti e capire
che in fondo ti dicono quel che sei
è bello sognare di vivere meglio
è giusto tentare di farlo sul serio
per non consumare nemmeno un secondo
e sentire che anche io sono parte del
mondo
e con questa canzone dico quello che da
sempre so
che la vita rimane la cosa più bella che ho
Una stretta di mano
tuo figlio che ride
la pioggia d'agosto
e il rumore del mare
un bicchiere di vino insieme a tuo padre
aiutare qualcuno a sentirsi migliore
e poi fare l'amore sotto la luna
guardarsi e rifarlo piu forte di prima
la vita rimane la cosa piu bella che ho
E' DA QUI
non c'è niente di più naturale che fermarsi
un momento a pensare che le piccole cose
son quelle piu vere le vivi le senti e tu
ogni giorno ti renderai conto che sei vivo
a dispetto del tempo
quelle cose che hai dentro le avrai al tuo
fianco
e non le abbandoni più
e non le abbandoni più
dicono chi sei tu
E' DA QUI
non c'è niente di piu naturale che
fermarsi un momento a pensare
che le piccole cose son quelle più vere
e restano dentro di te
e ti fanno sentire il calore
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2. Tiromancino: “L'Essenziale”
http://www.youtube.com/watch?v=wlbXZpIFwqI
Nella vita comunque paghi per le scelte sbagliate
per quelle occasioni mancate
che non ti fanno dormire
ma ti sanno ferire
con ostinazione
attraverso i ricordi
di fatti e persone.
Ogni giorno ci porta notizie del tempo passato
e accende le luci su un volto che hai amato.
E' l'eterna ripresa di una scena sospesa.
L'essenziale è riuscire ad avere qualche cosa di buono da fare
o almeno da dire
per non restare a guardare.
L'essenziale è provare a dare il meglio
perchè a dare il peggio c'è sempre tempo.
E infatti come vedi è tornato l'inverno...
Cosa stava per succedere, cosa stavo per prendere
ma ormai non accadrà
no, non succederà
e non saprò mai come sarebbe stato se quel giorno d'estate
io non mi fossi fermato,
se quell'amore negato non si fosse perduto.
Ogni giorno mi porta notizie di quanto ho sbagliato
e accende le luci su un volto che ho odiato.
E' l'eterna ripresa di una scena sospesa.
L'essenziale è provare a fare in modo di avere sempre qualcosa in cui credi
da inseguire
per non restare a piedi.
L'essenziale è riuscire a dare forma anche a quello che ti sembra assurdo
e se pensi al futuro
non tutto è perduto
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2. Video
Tratto da “La vita è bella” (Benigni)
http://www.youtube.com/watch?v=8amyXbYmV4w&feature=related
Il film comincia con un commento fuori campo: “questa è una storia semplice, eppure non
è facile raccontarla, come in una favola c'è dolore, e come in una favola, è piena di
meraviglie e di felicità”.
1939. Guido Orefice (Roberto Benigni), un giovanotto pieno di allegria, si reca ad Arezzo
con l'amico Ferruccio. Durante il movimentato viaggio, Guido incontra una maestrina, Dora
(Nicoletta Braschi), che chiama da subito “principessa”, poiché lui si spaccia per principe.
Arrivato in città, si reca a casa dello zio Eliseo, gestore dell'hotel più rinomato della città:
Guido è infatti deciso a diventare un cameriere, sebbene il suo progetto sia quello di aprire
in seguito una libreria. Quello stesso giorno, in municipio, avviene lo scontro con Rodolfo,
un arrogante gerarca fascista, in seguito al quale ciascuno dei due soprannomina l'altro “lo
scemo delle uova” (Guido sbadatamente mette le uova nel cappello del gerarca, e quando
questo lo indossa le uova gli si rompono sulla testa).
Un giorno, Guido incontra di nuovo Dora e scopre che è fidanzata con Rodolfo. Nel
frattempo, Guido all'hotel fa amicizia con un medico tedesco con una fissazione per gli
indovinelli. Il giorno dopo, nella speranza di reincontrare Dora, Guido si spaccia per
ispettore scolastico e "dimostra" la superiorità della razza ariana. Una sera, Dora, con i suoi
amici, va a teatro, ovviamente Guido la segue e, con uno stratagemma, la "soffia" a
Rodolfo. I due quella sera parlano a lungo e Guido le confessa infine il proprio amore per
lei.
Una sera, proprio al Grand Hotel, Rodolfo festeggia il suo fidanzamento ufficiale con Dora,
restia e non troppo convinta del passo. Nel corso della serata Dora si rende conto di
quanto sia più attratta da Guido, e al termine della serata, sale sul cavallo che Guido fa
entrare nell'hotel e si lascia "rapire". Guido e Dora si sposano e dal loro amore nasce Giosuè
(Giorgio Cantarini).
Sei anni dopo la famiglia è ancora felice, Guido ha finalmente aperto la sua libreria, ma
proprio il giorno del compleanno di Giosuè, il piccolo, Guido e lo zio vengono deportati in
un campo di concentramento assieme agli altri ebrei. Dora, che non è ebrea, li segue
volontariamente, incontrando il marito per l'ultima volta appena arrivati al campo. Pur di
proteggere Giosuè dagli orrori della realtà, in una delle scene più geniali del film, Guido si
spaccia come interprete del caporale tedesco, e "traduce" tutte le regole del lager in un
emozionante gioco in cui si dovranno affrontare prove tremende per vincere il
meraviglioso premio finale, un carro armato.
Col passare dei giorni, Giosuè entra attivamente nel vivo del "gioco". Qualche giorno dopo
Guido riuscirà a parlare con Dora, per l'ultima volta, attraverso il microfono del campo.
Una notte, all'improvviso, i soldati tedeschi abbandonano freneticamente il campo dopo
aver fatto strage dei deportati rimasti. Guido riesce a nascondere Giosuè in una cabina,
promettendogli di ritornare, ma, mentre è alla ricerca della moglie, viene scoperto e
fucilato. Le scene finali del film mostrano come al mattino seguente il lager viene liberato.
Giosuè esce dalla cabina in cui si era rifugiato ed è infine salvato da un soldato americano
che lo fa salire su un carro armato mentre, convinto di aver vinto il premio finale, grida: “è
verooo”!!!
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Il film si conclude con il bambino, accompagnato dall'americano, che ritorna felicemente
dalla madre e la voce narrante conclude dicendo: 'questa è la mia storia, questo è il
sacrificio che mio padre ha fatto, questo è stato il suo regalo per me!’
3. Per riflettere sul valore del tempo
86400 al Giorno
Immagina che esista una Banca che ogni mattina accredita la somma di 86.400 sul tuo
conto.
Non conserva il tuo saldo giornaliero.
Ogni notte cancella qualsiasi quantità del tuo saldo che non sia stata utilizzata durante il
giorno.
Che faresti?
Ritireresti fino all'ultimo centesimo ogni giorno,ovviamente!!!!
Ebbene, ognuno di noi possiede un conto in questa Banca.
Il suo nome? TEMPO.
Ogni mattina questa Banca ti accredita 86.400 secondi.
Ogni notte questa Banca cancella e da’ come perduta qualsiasi quantità di questo credito
che tu non abbia investito in un buon proposito.
Questa Banca non conserva saldi ne' permette trasferimenti. Ogni giorno ti apre un nuovo
conto.
Ogni notte elimina il saldo del giorno.
Se non utilizzi il deposito giornaliero, la perdita e' tua.
Non si può fare marcia indietro.
Non esistono accrediti sul deposito di domani.
Devi vivere nel presente con il deposito di oggi.
Investi in questo modo per ottenere il meglio nella salute, felicità e successo.
L'orologio continua il suo cammino.
Ottieni il massimo da ogni giorno.
Per capire il valore di un anno, chiedi ad uno studente che ha perduto un anno di studio.
Per capire il valore di un mese, chiedi ad una madre che ha partorito prematuramente.
Per capire il valore di una settimana, chiedi all'editore di un settimanale.
Per capire il valore di un ora, chiedi a due innamorati che attendono di incontrarsi.
Per capire il valore di un minuto, chiedi a qualcuno che ha appena perso il treno.
Per capire il valore di secondo, chiedi a qualcuno che ha appena evitato un incidente.
Per capire il valore di un milionesimo di secondo, chiedi ad un atleta che ha vinto la
medaglia d'argento alle Olimpiadi.
Dai valore ad ogni momento che vivi, e dagli ancor più valore se lo potrai condividere con
una persona speciale, quel tanto speciale da dedicarle il tuo tempo e ricorda che il tempo
non aspetta nessuno.
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4. Test – Vivi tra le nuvole?
Per ogni domanda hai tre possibili risposte. Segna con una crocetta la risposta che, secondo te, è
esatta. Controlla le soluzioni e assegna 1 punto per ogni risposta esatta.
1. Nel semaforo il rosso è:
in basso
in mezzo
in alto
2. Nel gettone telefonico, l’immagine del telefono si trova:
nella faccia con una scanalatura
nella faccia con due scanalature
su tutte e due le facce
3. Nella bandiera italiana la banda centrale è:
verde
bianca
rossa
4. Nelle banconote italiane da 1000 lire è stampato il volto di:
Cristoforo Colombo
Marco Polo
Galileo Galilei
5. Il segnale stradale che indica “senso vietato” è:
rotondo
rettangolare
triangolare
6. Mentre stai per attraversare la strada guardi
prima a destra poi a sinistra
davanti a te
prima a sinistra poi a destra
7. Cammini lungo una strada di città. Alla tua destra il numero civico delle abitazioni:
è solo pari (o solo dispari)
è progressivo
non segue una regola fissa
8. Davanti a te c’è il sud. Alla tua sinistra c’è:
l’est
l’ovest
il nord
9. La tua ombra a mezzogiorno è:
più lunga che al mattino
più corta che verso sera
uguale a quella della sera
10. Nell’alfabeto la lettera k si trova:
dopo la lettera h
dopo la lettera j
dopo la lettera z
11. I fiori del ciliegio sono:
rossi
rosa
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bianchi
12. La corsia di emergenza in autostrada è contrassegnata da:
una linea unita
una linea tratteggiata
una linea ondulata
13. In un orologio al quarzo il numero indicante il giorno del mese si trova:
a sinistra
a destra
dipende
14. La distanza tra il pollice e l’indice è:
superiore a quella tra il pollice e il medio
uguale a quella tra il pollice e l’anulare
superiore a quella tra il pollice e il mignolo
SOLUZIONI ESATTE
1- in alto 2- nella faccia con due scanalature 3- bianca 4- Marco Polo 5- rotondo 6- prima a sinistra poi
a destra 7- è solo pari (o solo dispari) 8- l’est 9- più corta che verso sera 10- dopo la lettera j 11bianchi 12- una linea unita 13- a destra 14- superiore a quella tra il pollice e il mignolo
CHIAVE DI LETTURA
DA 0 A 5: Vivi completamente con la testa tra le nuvole. Scommetto che se ti venisse chiesto che
tempo fa in questo momento non sapresti rispondere. Cadi sempre dalle nuvole rischiando
di innervosire chi ti sta intorno.
DA 6 A 10: Hai la testa tra le nuvole ma i piedi sono ben aderenti al suolo. In te la realtà e il sogno
trovano un giusto equilibrio.
DA 11 A 14: Sei il classico tipo con i piedi per terra. Possiedi senso pratico, ma non guasterebbe un
po’ più di fantasia.
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5. Test. Sei padrone del tuo tempo?
Ci sono ragazzi/e che svolgono molte attività e che “sentono” di avere molto tempo. Ci sono anche
ragazzi/e che non fanno niente e che “sentono” di non avere tempo. Il tempo, dunque, è anche una
dimensione individuale: le ore gradevoli sembrano brevissime, quelle sgradevoli sembrano
interminabili. Sono padrone del mio tempo quando lo so utilizzare per me, quando lo considero come
mio, quando è un periodo da vivere e non da riempire.
D. continuare ad esserlo
1. Quando il pomeriggio devo studiare,
preferisco utilizzare il tempo per:
A. fare progetti per il “dopo”
B. finire il più presto possibile
C. stancarmi il meno possibile
D. scoprire cose nuove
2. Se penso al pomeriggio delle vacanze, lo
definisco:
A. chiassoso
B. affollato
C. sereno
D. piacevole
3. Le mie giornate sono:
A. lunghe
B. semplici
C. confuse
D. brevi
4. La domenica mi piace:
A. dormire e riposarmi
B. fare quello che mi piace
C. andare in cerca di amici
D. completare le cose lasciate a metà
5. Se penso a quando avrò passato i 20 anni,
mi viene voglia di:
A. divertirmi
B. guardare avanti con coraggio
C. dormire e riposarmi
D. darmi da fare e studiare
6. Per me un mese significa soprattutto:
A. la terza parte di un trimestre
B. un mese in meno di scuola
C. un’interrogazione da preparare
D. un lungo periodo da vivere
7. Quando sono felice ho voglia di:
A. dirlo a tutti
B. essere con le persone care
C. non dire niente a nessuno
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PUNTEGGIO:
domanda
1
A
7
B
4
C
1
D
10
2
3
1
6
10
3
10
6
3
1
4
7
10
4
1
5
8
1
5
10
6
7
4
1
10
7
1
10
6
3
CHIAVE DI LETTURA:
DA 7 A 34 PUNTI: Tendi a dipendere dagli altri. Non sei abituato ad usare bene il tuo tempo.
Forse non sai ancora cosa veramente ti piace, per cui fai fatica a fare delle scelte e ad utilizzare il
tuo tempo. Ricorda che il tempo ti è dato perché tu lo viva e non perché ti lasci vivere.
DA 35 A 41 PUNTI: Forse senti spesso di non essere libero di fare quello che vuoi. Preferisci
aspettare che passi il tempo degli altri per usare il tuo. Gli altri non ti possono
“portare via” il tempo se tu non lo vuoi, se sai fare le tue scelte. Prova a
controllare questa realtà.
DA 42 A 70 PUNTI: Sei padrone del tuo tempo. Senti cioè di avere del tempo a tua disposizione e
sei capace di controllarlo iniziando ed interrompendo le attività che sai
scegliere.
39
6. Attività
Il senso della vita: dove stiamo andando?
I ragazzi devono dividersi in 3 gruppi e andare ad intervistare alcuni personaggi tipici, che
presenteranno la loro visione della vita e soprattutto di quello che – secondo loro – c’è
dopo la morte.
Questi personaggi sono ovviamente interpretati degli animatori e vorrebbero in qualche
modo riassumere le varie visioni contemporanee sul senso della via, in modo da metterle a
confronto con quella rivoluzionaria ed eterna del Vangelo
I personaggi proposti sono :(attenzione a recitare bene, perché i ragazzi lo notano!)
Scienziato:
La vita è solo una questione biologica.
Qualunquista:
non ha una idea della vita e del suo significato. Non ci pensa,
vive alla giornata
Arrivista
L’unico motivo per cui vale vivere p godersi la vita. Cosa ci sia
dopo non è importante, perché non sappiamo cosa ci aspetta.
Vivere nel benessere è l’unica cosa che conta
Pessimista depresso:
La vita è una sfortuna che ci è capitata.
Suora:
Propone il messaggio di Cristo e la visione evangelica della vita
Naturalista
Noi siamo parte della natura. Quando moriremo ci
reincarneremo in qualche insetto, o pianta o animale
Dopo aver intervistato tutti i vari personaggi, ogni gruppo esprime una propria valutazione
sui vari modi di pensare. In particolare si cerca di discutere sui seguenti punti:
Qual è la differenza più grande fra la visione cristiana e le altre proposte
La resurrezione è una cosa a cui la gente crede?
Nel gruppo si fa una indagine su quanti credono alla resurrezione
Inizia una discussione il cui obiettivo sarebbe quello di mettere in evidenza che il vangelo
parla e annuncia la vita e la vittoria sulla morte. Quindi un messaggio di speranza che aiuta
l’impegno di vivere bene la vita di ogni giorno.
40
7. Attività/gioco
Play life La vita in gioco
“La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita” (da
Forrest Gump)
http://www.youtube.com/watch?v=SKDTbTr3Wyc
Un gioco in gruppo per valutare e aiutarsi nelle capacità personali davanti alle novità della
vita, per vivere adesso il dono della vita
E’ necessario un mazzo di carte da gioco ( si potrebbe anche usare una scatola di
cioccolatini e attaccare ad ogni cioccolatino una situazione…sarebbe più simpatico e si
potrebbero mangiare i cioccolatini, ma il set di gioco non potrebbe essere riutilizzato!). Su
ogni carta sarà incollato un foglietto con la descrizione di un’ipotetica situazione che
potrebbe presentarsi nella vita dei ragazzi.
Ad esempio:
 Per motivi di lavoro tutta la mia famiglia si trasferisce in un’altra città.
Cambiare casa, amici, scuola mi spaventa. Come farò?
 La mia famiglia si trova in difficoltà economiche. Non sarà possibile più
mantenere lo stesso stile di vita e di consumi. Come reagirò?
Le situazioni vanno individuate tenendo presente il gruppo e le sue dinamiche, senza
mettere in difficoltà chi magari già vive alcune situazioni di disagio.
Ogni giocatore a turno dovrà pescare una carta. Suo compito sarà quello di ipotizzare come
reagire e fra fronte alla situazione indicata sulla carta.
Sempre a turno due persone del gruppo avranno il compito di valutare le risposte. Gli altri
possono intervenire, per dare consigli al giocatore di turno, ma con un tempo limitato (2-3
minuti).
Non c’è un vero e proprio vincitore, ma è un gioco che permette di esprimersi e di dare
consigli per vivere situazioni reali che possono capitare nella vita dei ragazzi.
41
8. Racconto
La principessa
C'era una volta un re che aveva una figlia di grande bellezza e straordinaria intelligenza.
La principessa soffriva però di una misteriosa malattia. Man mano che cresceva, si
indebolivano le sue braccia e le sue gambe, mentre vista e udito si affievolivano. Molti
medici avevano invano tentato di curarla.
Un giorno arrivò a corte un vecchio, del quale si diceva che conoscesse il segreto della vita.
Tutti i cortigiani si affrettarono a chiedergli di aiutare la principessa malata. Il vecchio diede
alla fanciulla un cestino di vimini, con un coperchio chiuso, e disse: «Prendilo e abbine cura.
Ti guarirà».
Piena di gioia e attesa, la principessa aprì il coperchio, ma quello che vide la sbalordì
dolorosamente. Nel cestino giaceva infatti un bambino, devastato dalla malattia, ancor più
miserabile e sofferente di lei.
La principessa lasciò crescere nel suo cuore la compassione. Nonostante i dolori prese in
braccio il bambino e cominciò a curarlo. Passarono i mesi: la principessa non aveva occhi
che per il bambino. Lo nutriva, lo accarezzava, gli sorrideva. Lo vegliava di notte, gli
parlava teneramente. Anche se tutto questo le costava una fatica intensa e dolorosa.
Quasi sette anni dopo, accadde qualcosa di incredibile. Un mattino, il bambino cominciò a
sorridere e a camminare. La principessa lo prese in braccio e cominciò a danzare, ridendo e
cantando. Leggera e bellissima come non era più da gran tempo. Senza accorgersene era
guarita anche lei.
Dialogo sul racconto che si può concludere con questa preghiera:
“Signore, quando ho fame mandami qualcuno che ha bisogno di cibo;
quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di acqua;
quando ho freddo, mandarmi qualcuno da riscaldare;
quando sono nella sofferenza, mandami qualcuno da consolare;
quando la mia croce diviene pesante, dammi la croce di un altro da condividere;
quando sono povero, portami qualcuno che è nel bisogno;
quando non ho tempo, dammi qualcuno da aiutare per un momento;
quando mi sento scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;
quando sento il bisogno di essere compreso, dammi qualcuno che ha bisogno della mia
comprensione;
quando vorrei che qualcuno si prendesse cura di me, mandami qualcuno di cui prendermi
cura;
quando penso a me stesso, rivolgi i miei pensieri ad altri” (Madre Teresa).
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9. Racconto
Le due sorgenti
La montagna si eleva verso il sole. Ma la montagna pesa. E' fatta di sassi. In qualche recesso
delle sue viscere nacquero un giorno due piccole sorgenti d'acqua limpida, che cercavano di
uscire all'aperto. Ma la montagna non cedeva: le opprimeva, le soffocava.
Dopo un bel po' di tempo le sorgenti, facendosi largo a poco a poco, riuscirono a venire
alla luce ai piedi della montagna.
Com'erano stanche! Ma non c'era tempo per riposarsi.
Erano appena scaturite dalla terra quando sentirono delle grida provenienti dal muschio,
dall'erba, dai fiorellini, dalle rose alpine: "Dateci da bere! Dateci da bere!"
"Fossi matta!", disse la prima sorgente. "Ho faticato tanto senza sosta laggiù, sottoterra,
mentre voi, pigri, ve ne stavate al sole. Non vi darò proprio niente!"
"Non ci darai niente?", disse il muschio piccato. "E allora noi non ti lasceremo passare."
"Ti sbarreremo la strada con le nostre numerose radici", dichiarò l'erba.
"Ti copriremo così nessuno ti troverà", minacciarono i cespugli di rose alpine e di rovi.
La seconda sorgente fu condiscendente: "Bevi, sorella erba, però fatti da parte perché io
possa proseguire il mio cammino!" Bevvero un poco anche i cespugli ma si tennero fuori
dalla corrente e così il muschio e la rosa alpina.
La sorgente correva. Dava da bere a tutte le piante e tutte le cedevano il passo.(...) La sua
acqua era fresca e limpida come cristallo. (Lei stessa non sapeva come. Le piante l'amavano
e lasciavano che altre sorgenti si unissero a lei.(...) Alla fine arrivò al mare. Quando giunse
alla foce, l'azzurro padre Oceano la prese fra le braccia e la baciò sulla fronte. "E dov'è tua
sorella sorgente?le chiese."
"Ah, Padre! Purtroppo è diventata paludosa, marcia e puzzolente."
"Così è la vita, figliola mia", disse padre Oceano.
"Tua sorella non voleva dare agli altri ciò che ha ricevuto. Vedi? Anch'io oggi ti ricevo in
restituzione del vapore che da me è salito verso la montagna. La vita è dare. Tenere per sè
è la morte."
43
10. Commentiamo insieme queste strisce
44
11. Vangelo
Matteo 20,1-16
1 «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata
lavoratori per la sua vigna. 2 Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella
sua vigna. 3 Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza
disoccupati 4 e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò.
Ed essi andarono. 5 Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. 6
Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne
state qui tutto il giorno oziosi? 7 Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli
disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.
8 Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la
paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. 9 Venuti quelli delle cinque del pomeriggio,
ricevettero ciascuno un denaro. 10 Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero
ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. 11 Nel ritirarlo però,
mormoravano contro il padrone dicendo: 12 Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto
e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. 13 Ma il
padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse
convenuto con me per un denaro? 14 Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a
quest'ultimo quanto a te. 15 Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei
invidioso perché io sono buono? 16 Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».
Ognuno di noi, anche se in modo diverso, è chiamato ad impegnarsi, a vivere bene il proprio tempo, ad essere protagonista
nel luogo dove Gesù lo ha posto a vivere la vita.
Possono essere diversi i momenti in cui ognuno sente la chiamata di Gesù a seguirlo, ma la “paga”, cioè diventare amici di
Cristo e la gioia di poter fare del bene, è uguale per tutti.
Luca 13, 6-9
Gesù disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a
cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a
cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma
quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il
concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai».
Chi ha tempo non perda tempo! Non dire: “Farò del bene più avanti”. Gesù, che ci ha fatto tanti doni e ci ha dato la vita per
amore, aspetta frutti di amore, di generosità, perché sa che questa è soprattutto la nostra gioia, quella di poter essere vivi,
utili a qualcuno, contenti del bene che riusciamo a fare.
45
12. Canto: Vivere la vita
http://www.youtube.com/watch?v=5uvXDORcMnU&feature=related
VIVERE LA VITA
Vivere la vita
con le gioie e coi dolori di ogni giorno,
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita
e inabissarti nell'amore è il tuo destino,
è quello che Dio vuole da te.
Fare insieme agli altri
la tua strada verso Lui,
correre con i fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai.
Vivere la vita
è l'avventura più stupenda dell'amore,
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita
e generare ogni momento il Paradiso
è quello che Dio vuole da te.
Vivere perchè ritorni al mondo l'unità,
perchè Dio sta nei fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai.
Vivere perchè ritorni al mondo l'unità,
perchè Dio sta nei fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai,
una scia di luce lascerai.
Video: Il meglio di te (Madre Teresa di calcutta
http://www.youtube.com/watch?v=j2bCjjEtsbw&feature=related
46
-Appendice dei giochi“Tutta l’animazione che serve!”
- La
barca
Gioco da giocare... all'aperto e al chiuso
N. giocatori: da 10 a 999
Età: da 7 a 99
Durata media: 5 minuti
Tipo gioco:
Categoria scout: di attenzione
Materiale necessario:
Nessuno
Regole:
I giocatori devono camminare da una parte all'altra del campo di gioco. Quando il
conduttore grida un numero, si devono formare gruppetti con quel numero di giocatori.
Chi non riesce a raggrupparsi come vuole il conduttore, viene eliminato. Si va avanti così
finché restano solo più due giocatori in gioco.
Vince chi... Gli ultimi due giocatori rimasti in gioco.
Valori educativi: Si può riflettere sull'esclusione dalla società
- Il viaggio dei Re Magi
Gioco da giocare... al chiuso
N. giocatori: da 2 a 999
Età: da 5 a 99
Durata media: 15 minuti
Tipo gioco:
Categoria scout: di osservazione
Ambientazione:
Il viaggio dei Re Magi
Materiale necessario:
- 1 foglio A3 con disegnato un percorso tipo gioco dell'oca, sulle caselle solo i numeri 1, 2,
3... fino a 19. Sulla casella numero 20 si disegna un piccolo presepe.
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- i segnaposti sono dei piccoli Re Magi di colori differenti in cartonicino inseriti in un
pezzettino di sughero per stare in piedi.
- 20 carte avvenimenti con su un lato il numero corrispondente all'avvenimento sotto
elencato e dall'altra il disegno dell'avvenimento.
1.I magi partono dall’Oriente per seguire una stella molto particolare.
2.L’angelo Gabriele chiede a Maria se vuole diventare la Mamma di Gesù.
3.L’angelo corre ad avvisare in sogno Giuseppe che Maria ha accettato di diventare la
mamma di Gesù.
4.Maria fa un lungo viaggio per incontrare la cugina Elisabetta.
5.Qualcosa però non va bene, l’imperatore Cesare Augusto decide di voler contare tutti i
suoi sudditi e dà un ordine a tutti: ogni persona deve ritornare nel posto dove è nata e
deve far scrivere il suo nome su un grosso libro.
6.Giuseppe, che è nato a Betlemme, deve spostarsi con Maria.
7.Vedono Betlemme in lontananza.
8.I Magi vengono avvertiti in sogno di non tornare da Pilato, ma di fare un’altra strada per
il ritorno.
9.Meraviglia delle meraviglie: è apparsa in cielo la stella che i Magi seguivano.
10.I Magi vedono la stella in cielo
11.Una candela accesa da calore, fa luce, la luce che ci dà Gesù bambino.
12.Maria diventa la mamma di Gesù e la mamma nostra.
13.Gesù bambino nasce per tutti, per quelli che lo aspettano e per quelli che non lo
aspettano.
14.Un angelo canta in cielo: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli”.
15.Dio manda l’angelo ad annunciare ai pastori la nascita di Gesù.
16.Maria e Giuseppe adorano Gesù.
17.I Magi offrono al Bambino incenso, simbolo di adorazione.
18.I Magi offrono al Bambino oro, simbolo del suo splendore.
19.I Magi donano mirra, una resina dell’albero del balsamo, molto profumata.
ARRIVO. Siamo arrivati anche noi da Gesù.
Regole:
I partecipanti sono tanti Re Magi che devono arrivare a Gesù.
Durante la strada a loro viene raccontato ciò che è successo da quando sono partiti per
trovare la stella che li avrebbe condotti a Gesù.
Il gioco è composto da:
1. un cartellone con la strada da percorrere
2. un dado
3. le carte degli avvenimenti con su una facciata un numero e sull'altra l’avvenimento.
4. un foglio riassuntivo degli avvenimenti.
5. i segnaposti (Re Magi)
Ogni giocatore ha disposizione un segnaposto di colore differente (figura di un Re Magio in
cartoncino inserita in un pezzettino di sughero).
A turno si lancia il dado.
Si mette il segnaposto sulla casella corrispondente al numero uscito.
Ogni casella ha un significato e lo si scopre girando la carta avvenimento del numero
corrispondente.
Letto il significato, si consegna la carta avvenimento del corrispondente numero
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Tutti devono finire il gioco!
Il primo arrivato prende la carta con la scritta Primo arrivato (numero 8), mentre gli altri
che finiscono il gioco prendono la carta con la scritto Arrivo (numero 5)
Per la vittoria si sommano i numeri delle carte che ogni partecipante ha in mano.
Vince chi... totalizza più punti sommando quelli delle carte avvenimenti e quello della carta finale.
Valori educativi: conoscenza degli avvenimenti della nascita di Gesù.
- I pompieri
Gioco da giocare... all'aperto e al chiuso
N. giocatori: da 15 a 999
Età: da 8 a 99
Durata media: 10 minuti
Tipo gioco:
Categoria scout: famiglia felice
Ambientazione:
Qualsiasi storia legata ai pompieri o allo spegnimento del fuoco.
Materiale necessario:
- una bottiglia con un'apertura abbastanza larga piena d'acqua
- una candela
- un accendino (o una scatola di fiammiferi).
Regole:
Ci si mette in cerchio. A due giocatori alle estremità opposte del cerchio si consegnano una
bottiglia (con un'apertura abbastanza larga, piena d'acqua e senza tappo) e una candela
accesa. In mezzo al cerchio si posano dei fiammiferi o un accendino.
Al via si comincia a passare di mano in mano al vicino di destra sia la bottiglia che la
candela accesa: in pratica la prima insegue la seconda per cercare di spegnerla. La candela
passa di mano in mano più lentamente della bottiglia (anche se quest'ultima, specie se ha
l'apertura abbastanza larga, non può correre troppo per non far uscire tutta l'acqua e
lavarsi), per cui pian piano la bottiglia si avvicina alla candela. Quando la bottiglia
raggiunge la candela, chi l'ha in mano cercherà di versare l'acqua addosso alla candela, nel
tentativo di spegnerla.
Se ci riesce, si riparte da capo, rimettendo la candela e la bottiglia alle estremità opposte del
cerchio. Diversamente, la candela continua la sua fuga e la bottiglia la sua rincorsa.
Sono garantite grandi risate, divertimento e qualche gavettone fuori programma.
Nota: se la candela durante il passamano si spegne, chi l'ha fatta spegnere deve recarsi di
corsa al centro del cerchio per riaccenderla.. quando tornerà al proprio posto
probabilmente potrebbe trovare il suo vicino con la bottiglia in agguato pronto a colpire,
per cui attenzione a non farla spegnere nel passamano!
Vince chi... non c'è una vera e propria vittoria, è un gioco per stare insieme in allegria
(consigliato d'estate o comunque se si ha un cambio d'abito dietro o a fine attività, per non
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stare bagnati tutto il tempo) in cui nel giro di pochi istanti si passa dal ruolo di possibili
vittime di un gavettone al ruolo di pompieri. Il divertimento è assicurato!
- Caccia alla Panterarosa
Gioco da giocare... al chiuso
N. giocatori: da 5 a 999
Età: da 8 a 99
Durata media: 15 minuti
Tipo gioco:
Categoria scout: di osservazione
Ambientazione:
Aiuta l'Ispettore a trovare la Panterarosa che si nasconde nel cerchio e fa muovere tutti
secondo la sua volontà.
Materiale necessario:
- un mazzo di carte da gioco per sorteggiare la Panterarosa e l'Ispettore.
Regole:
Si sorteggiano tra tutti i giocatori, seduti in cerchio, un ispettore, conosciuto da tutti e una
Panterarosa, che resta anonima.
L'Ispettore esce dal cerchio e non guarda, mentre la Panterarosa si fa riconoscere dagli altri
partecipanti.
Quando l'operazione si è conclusa, l'animatore da il via al gioco: l'ispettore entra nel
cerchio e cammina in tondo.
Nel frattempo, mentre è di spalle, la Panterarosa, seduta tra i giocatori, cambia posizione
del corpo o espressione della faccia.
Velocemente, tutti i giocatori devono imitare la Panterarosa.
L'Ispettore deve capire da chi parte il cambio di espressione/posizione, cioè deve
individuare la Panterarosa.
A seconda del numero dei partecipanti si possono concedere più tentativi all'Ispettore.
Se l'Ispettore scopre la Panterarosa, quest'ultima diventa il nuovo Ispettore e il gioco riparte,
scegliendo un'altra Panterarosa.
Se l'Ispettore sbaglia, il gioco riparte scegliendo un'altra Panterarosa.
Vince chi... tutti i partecipanti.
Se, a turno, tutti hanno fatto l'Ispettore, vince l'Ispettore che ha trovato la Panterarosa nel
minor numero di tentativi.
Valori educativi: attenzione, rispetto delle regole
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- Il documentario sullo Sputiniupiu
Gioco da giocare... all'aperto e al chiuso
N. giocatori: da 2 a 998
Età: da 8 a 50
Durata media: 15 minuti
Ambientazione:
Stiamo osservando il comportamento di un animale poco conosciuto: lo sputiniupiu. Cosa
farà appena svegliato?
Materiale necessario:
- 12 foglietti con i nomi delle parti del corpo riportati nella spiegazione del gioco
Regole:
I giocatori si dispongono a coppie e imitano il comportamento dello sputiniupiu, seguendo
le indicazioni dell'animatore.
L'animatore ha dei foglietti con su scritte le seguenti parti del corpo:
- mano destra
- mano sinistra
- fronte
- naso
- occhio destro
- occhio sinistro
- orecchio destro
- orecchio sinistro
- ginocchio destro
- ginocchio sinistro
- piede destro
- piede sinistro
L'animatore estrae a caso una coppia di foglietti, per esempio: piede destro e ginocchio
sinistro.
Tutte le coppie devono mettere il piede destro di un giocatore a contatto col ginocchio
sinistro dell'altro. Non importa chi dei due usa il piede e chi il ginocchio, l'importante è che
lo facciano.
Mentre rimangono in questa posizione, l'animatore estrae un'altra coppia di foglietti, per
esempio: occhio sinistro e mano sinistra. I giocatori, mantenendo il piede destro e il
ginocchio sinistro a contatto tra di loro, devono ora aggiungere una mano sinistra a
contatto di un occhio sinistro e così via, fino a esaurmento biglietti.
Le coppie si possono sedere a terra, altrimenti alcune combinazioni sarebbero impossibili.
Viene eliminato chi non riesce a mantenere tutte le posizioni dette dall'animatore.
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Vince chi... la coppia che rimane in gioco per ultima se si gioca a eliminazione.
La coppia che guadagna più punti se si assegna un punto a tutte le coppie che restano in
gioco più a lungo in ogni manche del gioco.
Valori educativi: equilibrio, agilità, astuzia, collaborazione
- Dimmi una parola che...
Gioco da giocare... al chiuso
N. giocatori: da 2 a 998
Età: da 10 a 99
Durata media: 15 minuti
Tipo gioco:
Materiale necessario:
- 26 foglietti, ognuno dei quali ha sopra una lettera dell'alfabeto
Regole:
L'animatore ha un po' di foglietti, su ognuno dei quali c'è una lettera dell'alfabeto.
I giocatori vengono divisi in due o più squadre.
Ogni squadra elegge un caposquadra (consigliate di scegliere qualcuno affidabile e veloce)
che può essere cambiato durante il gioco.
Le squadre sono equidistanti dall'animatore.
L'animatore estrae a caso una, due, tre o più lettere (a seconda della difficoltà che volete
dare) senza farle vedere immediatamente.
Poi dice: 'Dimmi una parola che... '
- Contiene le lettere estratte
- Incomincia per una delle lettere estratte
- Finisce per une delle lettere estratte
ecc... a seconda di cosa vi suggerisce la fantasia.
Esempio
Estraiamo le due lettere A e R. L'animatore dice, ad alta voce: Dimmi una parola che
contiene le lettere A ed R! Il caposquadra si consulta con la propria squadra per trovare la
parola e corre a dirla all'animatore. Dice la soluzione il caposquadra che arriva per primo.
Se sbaglia, la squadra che è arrivata per seconda può fare un tentativo e così via.
Esempio
Il caposquadra blu arriva per primo, quello rosso per secondo.
Il blu dice Ampolla. Errore: manca la R.
Tocca al rosso, che dice Aereo. Esatto. Guadagna un punto per la sua squadra.
Si può dare un valore diverso alle parole, a seconda della difficoltà.
Vince chi... la squadra che raggiunge per prima un certo punteggio concordato in partenza.
Valori educativi: attenzione, gioco di squadra
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- Canta tu che canto anch'io
Gioco da giocare... all'aperto e al chiuso
N. giocatori: da 4 a 999
Età: da 6 a 99
Durata media: 10 minuti
Tipo gioco:
Categoria scout: di attenzione
Ambientazione:
Che bello sfidarsi tra due squadre che cantano a squarciagola...
Materiale necessario:
- un bastone per l'educatore
Regole:
Ci si divide in due o più squadre. L'educatore dirige il gioco, indicando con un bastone una
delle squadre. Questa deve rispondere all'educatore indicando il nome di un personaggio
dei cartoni animati, quindi l'educatore passa ad un'altra squadra e cosi via.
Non si devono ripetere nomi già detti.
Quando l'educatore oltre al bastone dice MUSICA la squadra interpellata deve cantare la
sigla del cartone animato di cui voleva dire il nome.
Vince chi... riesce ad arrivare alla fine dei 10 minuti senza aver sbagliato.
Valori educativi: solidarietà impegno
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- Taboo
Gioco da giocare... al chiuso
N. giocatori: da 6 a 20
Età: da 14 a 99
Durata media: 20-30 minuti
Tipo gioco:
Categoria scout: di attenzione
Ambientazione:
Può servire a volte, nella vita del gruppo, sapere quali sono le opinioni che i ragazzi hanno
dei propri amici, parenti o conoscenti. Un giochino semplice come il Taboo combinato con
'indovina chi?' può aiutarci in questo e ci dà anche la possibilità di capire se i ragazzi vanno
a fondo nelle amicizie, se stanno maturando uno spirito di osservazione critico nei confronti
dei loro amici, se sanno descrivere una persona non solo fisicamente, ma anche
evidenziando le sue capacità. Il Taboo è un gioco in scatola che assicura sempre risate!
Per giocare a Taboo è necessario avere delle carte da gioco particolari: su di esse ci sono
scritte soltanto delle parole e quindi le carte sono molto semplici da riprodurre!
Divisi in squadre, a rotazione, un componente per ogni squadra dovrà fare indovinare ai
propri compagni la parola scritta su una carta da gioco. Ma attenzione: sotto la parola da
fare indovinare agli altri componenti della squadra, ci sono scritte delle altre parole! Sono le
parole taboo e sono parole che non si possono pronunciare, pena la sottrazione di un
punto! Esempio: la parola da far indovinare è MELA. Il ragazzo che cercherà di fare
indovinare la parola ai suoi compagni di squadra, non potrà però pronunciare le parole
taboo: Guglielmo Tell, Eva, Peccato, Strega. Inoltre, non si possono dire parole che hanno
lo stesso suffisso o prefisso della parola da indovinare (non può dire, ad esempio: il frutto
del melo). Per di più non si possono fare gesti o versi! Per fare indovinare la parola MELA
alla propria squadra, il ragazzo potrà dire, ad esempio: è un frutto, può essere gialla, verde,
o rossa, fu usata per tentare Adamo...
Le parole taboo le scegliamo noi come vogliamo e le scriviamo in precedenza sulle carte da
gioco! Ma...cosa succede se non ci sono oggetti da indovinare, ma nomi di persona? La cosa
si fa interessante! Tra i nomi che potete mettere nelle carte da gioco, fate rientrare tutti i
nomi dei componenti del gruppo, anche se sono assenti. Poi aggiungete i nomi di qualche
educatore, del sacerdote, di personaggi famosi dello spettacolo (Maria De Filippi, Pippo
Baudo, Simona Ventura), del cinema (Brad Pitt, Will Smith, Giulia Roberts), della musica
(Ligabue, Vasco Rossi, Justin Timberlake), dello sport (Totti, Del Piero, Ronaldinho),
personaggi che hanno fatto la storia (Gandhi, Giovanni Paolo II, Hitler, Bush), potete anche
inserire le parole 'mia madre' e 'mio padre'...
Ci vorrà solo un po' più di tempo per decidere le parole taboo da scrivere su ogni carta
insieme a tutti questi nomi! Per i ragazzi del gruppo io ho usato queste parole taboo (che
non possono quindi pronunciare): presente, assente, gruppo, amico, amica, acr. Spiegate
anche (o scrivetelo sulle carte) che non è consentito dare descrizioni fisiche (alto, basso,
porta gli occhiali, è castano, ecc...). Per il sacerdote le parole taboo possono essere: prete,
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chiesa, messa, nero, colletto, preghiera. Per i personaggi dello spettacolo: famoso,
attore/attrice, conduttore/conduttrice, tv, cinema, sanremo, amici (Amici di Maria de
Filippi). Per i cantanti: musica, italiano, canzoni, rock, palco. Insomma, decidete con
attenzione quali parole taboo usare per ogni nome da indovinare! Sarà interessante
ascoltare quale descrizione ogni ragazzo darà del nome che si troverà davanti.
Materiale necessario:
- cronometro (o clessidra)
- carta e penna per segnare i punteggi
- carte da gioco preparate preventivamente (vanno bene anche di cm 7x5)
Regole:
Dividete i ragazzi in 2 squadre, distanti tra di loro. Chiamate vicino a voi il primo
componente della squadra A. Il mazzo di carte da gioco lo avrà l'educatore, in modo da
non creare confusione. Quando il ragazzo è pronto, può partire il cronometro (consiglio
non più di 60 secondi) e il ragazzo prende la prima carta. Dovrà far indovinare agli altri
componenti della propria squadra il nome scritto sulla carta da gioco senza pronunciare le
parole taboo scritte sotto, senza fare gesti, versi, e senza dare descrizioni fisiche. I
componenti della sua squadra possono dare tutte le risposte che vogliono, fino a quando
non indovinano. L'altra squadra starà invece zitta per evitare di dare suggerimenti! Ogni
turno dura 60 secondi, quindi se viene indovinata la prima carta, si passa alla successiva e
così via! Lo scopo del gioco è cercare di indovinare più nomi possibile! Sarà compito
dell'educatore tenere il tempo e fare attenzione al fatto che il ragazzo non pronunci una
delle parole taboo scritte sulla sua carta! Se viene pronunciata una parola taboo, la carta
viene annullata e si passa alla successiva.
Scaduti i 60 secondi, conteggiate le parole in questo modo: 1 punto per ogni nome
indovinato, meno 1 punto per ogni carta annullata. Potete anche pensare di concedere 1 o
2 possibilità di eliminare senza penalizzazioni una carta che i giocatori ritengono difficile da
far indovinare.
Adesso tocca al primo componente della squadra B, con altri 60 secondi a disposizione. Poi
alternerete sempre: un componente della squadra A e uno della squadra B.
Vince chi... quando sono finite le carte, vince la squadra che ha totalizzato più punti (che ha
indovinato più nomi)
- Mi fido di... voi
Gioco da giocare... all'aperto e al chiuso
N. giocatori: da 10 a 999
Età: da 8 a 99
Durata media: 15 minuti
Tipo gioco:
Regole:
Si formano 2 file una di fronte all'altra e ci si stringe le mani a coppie, formando così una
base di braccia e mani.
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A turno, i giocatori devono dimostrare la loro fiducia nei compagni, saltando sopra la base
dopo una breve rincorsa.
Vince chi... ha saltato! Non si è arreso alle paure e alle resistenze che ci limitano e privano
del piacere della scoperta, dell'incontro e dello sperimentare il nuovo.
Valori educativi: fiducia negli altri, unione del gruppo
- Il cane da tartufo
Gioco da giocare... all'aperto e al chiuso
N. giocatori: da 2 a 999
Età: da 5 a 99
Durata media: 20 minuti
Tipo gioco:
Categoria scout: di percezione, kim
Ambientazione:
Siamo nel bosco e dobbiamo trovare quanti più 'tartufi' possibile, cercando di capire di che
tipo sono.
Materiale necessario:
- carta (anche di giornale)
- 'odori' (cipolla, aglio, gorgonzola, caffè, aceto, ecc.)
- un cesto per squadra per depositare le palle.
Regole:
Prepariamo delle palle di carta con all'interno qualcosa dall'odore molto forte (noi abbiamo
usato cipolla, aglio, caffè, aceto, ecc...), un odore per squadra, e le distribuiamo per terra (è
preferibile svolgere il gioco al chiuso o almeno dove il pavimento è liscio, per evitare
sbucciature alle ginocchia). Si assegna a ogni squadra un odore da cercare. Al via i
concorrenti devono avvicinarsi alle palle e senza toccarle devono annusarle. Se pensano di
aver trovato la palla con l'odore assegnato alla proria squadra la prendono e la depositano
nella propria base. Una volta toccata, la palla deve essere obbligatoriamente portata alla
base.
Vince chi... la squadra che, dopo un certo tempo, ha trovato più palle con l'odore
assegnatole. E' bene prevedere una penalità per le palle dall'odore sbagliato (altrimenti i
ragazzi le prendono tutte e si perde lo scopo del gioco).
Valori educativi: collaborazione, riflessione
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- Quinditch
Gioco da giocare... all'aperto
N. giocatori: da 16 a 999
Età: da 6 a 99
Durata media: 15 minuti
Tipo gioco:
Categoria scout: di squadra
Ambientazione:
Questo gioco non ha un'ambientazione particolare e può per questo essere 'vestito' in
qualsiasi maniera.
Materiale necessario:
- palline da tennis
- filo segnaletico
- paletti
- fasce
Regole:
Il campo da gioco è un quadrato di 30 metri per lato. A ogni angolo c'è un quadrato di 2
metri per 2. Il campo è suddiviso in altre 4 zone dai 2 segmenti paralleli ai lati che hanno
come estremi i punti medi dei lati del grande quadrato. A questo punto ogni squadra ha un
suo quadrato piccolo (2x2) ed uno grande (15x15).
Il gioco si divide in 2 fasi.
Prima fase: al centro del quadrato ci sono 13 palline da tennis di cui due di un colore
diverso dalle altre (o con un segno particolare). Tutte le palline valgono un punto, quelle
particolari 2 (totale 15 punti). Al fischio d'inizio 4 giocatori per squadra si fionderanno per
cercare di recuperare le palline, max una a testa e le riportano alla loro base (quadrato
piccolo).
Seconda fase: ora lo scopo è quello di entrare nelle basi nemiche per rubare le palline
avversarie (all'interno della base nemica si è salvi). Ogni squadra si divide in 2 schieramenti:
attacco (con lo scopo di rubare le palline) e difesa (con lo scopo di difendere la base). I
difensori per difendere la base devono toccare l'attaccante prima che entri nella base.
L'attaccante, se toccato, dovrà stare fermo immobile fino a che un compagno di squadra
non lo toccherà, liberandolo. Gli attaccanti possono solo attaccare, i difensori solo
difendere, per questo è consigliato distinguerli con una fascia al polso.
Dopo 15 minuti si fischia la fine.
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Vince chi... al termine ha più punti, tenendo conto del valore delle palline.
Valori educativi: gioco di squadra
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