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Ospedale e Centro Sociale: che farne?
2 Corriere di Novara SABATO 30 GENNAIO 2016 CRONACA IL DIRETTORE DELLA SCUOLA DI MEDICINA BELLOMO: «PER NOI L’EMERGENZA È OGGI RAPPRESENTATA PROPRIO DAGLI SPAZI» Ospedale e Centro Sociale: che farne? n Novara che sta cambiando. La conferenza di lunedì scorso al Broletto, che di fatto ha sbloccato la Città della Salute, è stata anche l’occasione per guardare all’immediato futuro. Domenico Rossi ha, in questo senso, posto l’accento sulla necessità «di stringere i tempi di realizzazione per dare una risposta ai cittadini e anche per cercare di bloccare l’emigrazione sanitaria in altre regioni. Per quanto riguarda la destinazione d’uso delle strutture dismesse, sia di Novara, sia di Galliate, si dovrà prestare particolare attenzione e confrontarsi con la cittadinanza per trovare una soluzione condivisa il più ampiamente possibile». Ma non solo l’area del’Ospedale Maggiore dovrà essere ricovertita. Nei mesi scorsi c’è stato un interessamento anche per l’area del Centro Sociale di viale Giulio Cesare, il cui bando era andato deserto. Un altro tassello della città che sta cadendo in abbandona e che sembrava destinato a cadere nel dimenticatoio e che ora potrevve averfe un’altra destinazione. Sandro Devecchi . NOVARA CHE STA CAMBIANDO L’area di viale Giulio Cesare ritorna appetibile dopo il bando deserto n Il futuro della Città della salute e della Scienza non riguarda solo le nuove strutture che sorgeranno in viale Piazza d’Armi. Un nodo da sciogliere, infatti, è quello della nuova destinazione d’uso degli attuali ospedali novaresi (il “Maggiore della Carità” e il “San Rocco” di Galliate). Ad accennare alla questione è stato - durante la conferenza stampa del 25 gennaio all’arengo del Broletto, durante la quale erano intervenuti l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, il sindaco Andrea Ballarè, l’assessore regionale al Welfare Augusto Ferrari, il sottosegretario di Stato al Welfare Franca Biondelli, il Direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” Mario Minola, il vicepresidente della Commissione Sanità del consiglio regionale Domenico Rossi – anche il rettore dell’Università del Piemonte orientale Cesare Emanuel. In quella sede, il professor Emanuel aveva infatti ricordato il fatto che «l’Università ha fatto un investimento sulla Città della Salute e della Scienza, con l’istituzione di nuovi corsi. Un traguardo ambizioso anche per noi, ma siamo riusciti a creare un distretto bio-medico-farmaceutico non indifferente. Del resto la Scuola di Medicina e Chirurgia rappresenta la nostra “punta di diamante”» e aveva anche lanciato un preciso messaggio agli Amministratori novaresi. «L’invito che mi sento ora di fare – aveva detto - è quello di avere coraggio nelle destinazioni Giorgio Bellomo d’uso delle strutture una volta dismesse, in quanto esse potrebbero costituire moltiplicatori positivi davvero rilevanti per l’intero territorio». Va detto che l’Università non sarebbe «direttamente interessata alle Strutture, anche se – ha osservato il Direttore della Scuola di Medicina e Chirurgia Giorgio Bellomo – è innegabile che per noi l’emergenza è oggi rappresentata proprio dagli spazi». Del resto la “punta di diamante” dell’Università del Piemonte orientale rappresenta la locomotiva dell’intero ateneo: secondo un’inchiesta del quotidiano nazionale “La Repubblica” pubblicata il 18 gennaio e svolta su dati di settantasette università italiane relativi all’anno accademico 2015-2016 direttamente forniti (quelli ufficiali del Ministero dell’Istruzione non sarebbero ancora disponibili), emerge infatti che l’Upo ha registrato “performance da ateneo storico” (così definite da “La Repubblica”) con un incremento di imma- L’ospedale Maggiore dela Carità di Novara: dovrà essere riconvertito con la Città della Salute tricolazioni superiore al sedici per cento rispetto a quello dell’anno precedente, la maggior parte delle quali interessa proprio la Scuola di Medicina e Chirurgia. E chissà se, in futuro, questa percentuale, con la disponibilità di nuovi spazi didattici, non possa ulteriormente crescere… Un dato “giovane” e in controtendenza rispetto alla struttura ospedaliera dell’Aou “Maggiore della Carità”, al contrario invecchiata e con la quale la qualità dell’offerta dei servizi della sanità novarese dovrà continuare a convivere al meglio fino al momento dell’inaugurazione della Città della Salute e della Scienza. Un concreto problema, questo, riguardo il quale erano comunque già arrivate rassicurazioni da parte della Regione per bocca dell’assessore Ferrari, che, nei giorni precedenti la conferenza stampa del 25 gennaio, aveva dichiarato che «questo “interregno” è un aspetto che la Regione ha ben presente e rispetto al quale c’è un impegno che non farà mancare gli interventi dovuti». Sulle nuove destinazioni degli ospedali da parte dell’Università non appare dunque un interesse diretto, «anche se – ha aggiunto il professor Bellomo – ci rendiamo perfettamente conto che queste possono rappresentare un’innegabile plus: una questione sulla quale è auspicabile un attento confronto rispetto alle esigenze della città del territorio, sia per un eventuale impiego nel campo sanitario e dell’assistenza, sia anche per altre finalità». Il futuro della Città della Salute e della Scienza «si giocherà in loco, ovvero all’interno delle nuove strutture: non avrebbe senso “scollare” parti di questa realtà che nasce con precise caratteristiche di compattezza e coesistenza. Quello che posso osservare da un punto di vista strettamente personale è che sarebbe invece un vero peccato arrivare a una dismissione dell’attuale padiglione “San Giuliano”, che si trova proprio nei pressi della futura realizzazione. A mio avviso – ha detto a conclusione il Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia – si dovrebbe valutare la possibilità di mantenerlo e inserirlo nel nuovo contesto». Lalla Negri LA PROVINCIA: «UNA RICHIESTA INFORMALE PREVEDEVA QUESTA IDEA»; IL COMUNE: «C’È UNO STUDIO IN MERITO» Ipotesi multisala per il Centro sociale di viale Giulio Cesare n Tra le novità urbanistiche che porterà la costruzione de “Città della salute” c’è la realizzazione di una rotonda, prevista all’altezza di viale Verdi, che congiungerà direttamente viale Giulio Cesare a via De Gasperi e alla tangenziale sud. Una strada diretta alla nuova area ospedaliera. Un’opera, secondo quanto annunciato dal Comune negli anni scorsi, per la realizzazione del cantiere del nuovo ospedale nell’area di Piazza d’Armi. Per realizzare la rotonda è previsto il sacrificio di una porzione del campo da calcio del Centro Sociale. La struttura la cui proprietà è divisa a metà tra Provincia e Comune di Novara. Il bando per manifestazioni di interesse da parte di soggetti privati è finora andato deserto ma qualche tempo fa si era diffusa la voce che vi sarebbe stato un interesse da parte di privati per realizzare nell’area del Centro sociale una multisala cinematografica con annesse altre realtà commerciali. Un progetto che sempre secondo voci, non sappiamo quanto fondate, in cerca di conferma avrebbe interessato anche l’acquisizione di altre aree private limitrofe. Per Matteo Besozzi Marco Bozzola capire quanto la notizia sia fondata abbiamo sentito il presidente della Provincia di Novara Matteo Besozzi: «Premesso che a livello ufficiale non c’è stato nessuna manifestazione d’interesse nei mesi scorsi alcuni privati hanno effettivamente effettuati dei sondaggi informativi, ma informali. Le idee sull’area, secondo quanto trapelato erano varie. Alcune riguardano attività commerciali, altre iniziative di ambito sociale e una effettivamente riguardava un progetto di multisala cinematografica. tutto relativo al terziario; il secondo un uso relativo tutto al sociale; il terzo un uso misto terziario e multisala cinematografica . Il Comune quindi ha toccato l’argomento multisala solo in quell’occasione. Forse le voci si sono diffuse per un equivoco legato a quello studio. Noi però avevamo sottolineato come al di là di chiunque utilizzerà l’area sia importante che una parte di essa rimanga legata al sociale. Così come vogliamo che resti l’area verde esistente». m.d. Una veduta area del Centro sociale (foto Archivio Corriere di Novara- riproduzione riservata) La cosa però è rimasta a livello informativo. I sondaggi informali sappiamo che vengono effettuati con noi ma anche con il Comune. Ufficialmente però non risulta niente». L’assessore al governo del territorio Marco Bozzola, che nel 2014 aveva annunciato che vi era stato l’interesse di una società per l’utilizzo dei venticinque mila metri quadrati dell’area, ha precisato: «Proposte di utilizzo del Centro sociale, anche informali, non abbiamo avute. All’origine c’era un accordo con la Provincia (all’epoca della presidenza Sozzani). Noi e la Provincia avevamo aperto una manifestazione di interesse per cui erano stati predisposti degli studi di fattibilità. Erano stati previsti dagli uffici competenti tre scenari: il primo prevedeva un uso