La certificazione del materiale di propagazione è ora regolamentata
by user
Comments
Transcript
La certificazione del materiale di propagazione è ora regolamentata
La certificazione del materiale di propagazione è ora ora regolamentata regolamentata propagazione livello nazionale a livello Reinhold STAINER, STAINER, Centro Centro per la Sperimentazione Agr A Agraria graria aria di Laimburg, Laimburg, Fitosanitario Pro Pr ovinciale di Bolzano Stefano ENDRIZZI, Servizio Fitosanitario Provinciale In alcuni Paesi dell’Unione Europea, quali la Francia e l’Olanda, la moltiplicazione e la certificazione delle piante da frutto sono soggette a regolamentazione legislativa già da diversi anni. L’apertura delle frontiere ha favorito l’allargarsi dei mercati e, contestualmente, è aumentato anche il rischio della diffusione di gravi patologie (colpo di fuoco, scopazzi). I Paesi membri hanno dovuto pertanto intraprendere adeguate misure di protezione. L a Giunta provinciale della Provincia autonoma di Bolzano già diversi anni fa ha riconosciuto la necessità di regolamentare il settore vivaistico e, nel 1981, ha emesso una legge provinciale in proposito. Con questa legge è stato raggiunto l’obiettivo di produrre giovani piante con materiale di partenza sano e certificato, sottoposto a severi controlli in tutte le fasi della produzione. Tale situazione ha dato nuovo slancio al settore vivaistico provinciale, come si può desumere dall’aumento della produzione vivaistica registrato negli anni ‘90 (grafico). Anche a livello nazionale, dopo alcuni vani tentativi, è stata trovata con l’entrata in vigore della legge sulla certificazione volontaria (del 24 luglio 2003) la “retta via”. Con la pubblicazione dei decreti d’attuazione e delle corrispondenti norme 60 legislative pubblicate sul Supplemento ordinario n° 142 della Gazzetta Ufficiale, n° 141 del 26 giugno 2007, si sono poste le premesse per garantire trasparenza e sicurezza a livello nazionale nella produzione delle piante da frutto. CHE COSA SIGNIFICA QUESTO PER IL SETTORE VIVAISTICO ALTOATESINO? La nuova legge nazionale è molto simile nei contenuti alla legge a suo tempo emanata dalla provincia di Bolzano. Ciò che le differenzia, è che ora i controlli e le prove sono concentrate soprattutto nelle pri- - Anche questi centri si trovano in aree isolate, ma non sono più sottoposti ai severi controlli dei test virologici. Poiché in condizioni d’isolamento una nuova infezione nel melo è alquanto improbabile, vi si praticano soltanto i controlli visivi per l’accertamento dello stato fitosanitario delle piante. L’identità pomologica è valutata a seconda della stabilità genetica del materiale di base, con particolare attenzione e pianta per pianta. Le varietà geneticamente stabili quali ad esempio la cv. Golden Delicious e Granny Smith, sono valutate attraverso il controllo dei frutti prodotti nella fase di premoltiplicazione su piante innestate su M9 e non più, come si faceva fino ad ora, sulle piante poste in marzaio, poiché queste erano general- Grafico: produzione altoatesina di giovani piante di melo dal 1985 al 2006. 7,00 6,00 produzione totale materiale certificato 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 20 06 20 04 20 02 20 00 19 98 19 96 19 94 0,00 19 92 Questa fase avviene in pieno campo, ad eccezione che per il pero e le drupacee. La zona prescelta deve ad ogni modo trovarsi in un territorio isolato (in assenza di fruttiferi e piante ospiti per un raggio di 1 km) per garantire la produzione “sicura” del materiale di base. Anche in questa fase del processo di moltiplicazione, lo stato fitosanitario và costantemente mantenuto sotto controllo con i consueti test virologici, ed andrà verificata l’identità DI MOLTIPLICAZIONE (CM) MARZAI E CEPPAIE 19 90 DI PREMOLTIPLICAZIONE (CP) 19 88 CENTRO CENTRO Fonte: Ufficio per la fruttiviticoltura. 61 L Il suo compito consiste nella conservazione del materiale pre-base e dei portinnesti in serre esenti dalla presenza d’insetti e nelle quali è inibita la possibilità d’infezione da parte di malattie virali o virus-simili, trasmesse da vettori naturali (psille, cicaline, afidi, nematodi). Il continuo controllo dello stato fitosanitario attuato secondo il protocollo prescritto, con numerosi procedimenti che richiedono parecchio tempo, garantisce la produzione di materiale sano. 19 86 DI CONSERVAZIONE PER LA PREMOLTIPLICAZIONE (CCP) pomologica della varietà. Per garantire la purezza varietale e consentire il controllo dei frutti su ogni singola pianta, nella fase di pre-moltiplicazione i meli devono essere innestati su M9. Le marze utilizzate per la produzione di piante madri devono essere prelevate esclusivamente da piante riconosciute sane con la massima certezza. In tal modo non si ottiene solo materiale sano, ma anche appartenente ad una determinata varietà e in “purezza”. Anche i portinnesti sono allevati in campi di pre-moltiplicazione (in due passaggi successivi l’uno all’altro) in simili condizioni; essi forniscono il materiale per l’allestimento delle ceppaie. Questi due primi passaggi si attuano in Italia per le pomoidee in quattro centri di moltiplicazione accreditati. Il Centro per la Sperimentazione Agraria e Forestale di Laimburg è uno di questi. Il Centro di Laimburg gestisce appositi “Screenhouse” situati nella sede ed un centro di pre-moltiplicazione situato in provincia di Brescia (zona destinata a seminativo) in area isolata da altri fruttiferi. numero di piante vendibili in mio CENTRO La nuova etichetta e la sua copia non autorizzata (sopra). Controllate attentamente le differenze! 19 84 me due fasi della moltiplicazione. Nei marzai e nelle ceppaie, infatti, le impegnative verifiche ed i test di laboratorio per l’accertamento dello stato sanitario del materiale destinato alla moltiplicazione sono stati sostituiti da semplici controlli visivi. Come già in passato, è obbligatorio un rigoroso e severo controllo dell’identità varietale nei marzai, soprattutto per le varietà mutanti e geneticamente instabili e con ciò viene a cadere il compito della commissione ispettiva in precedenza responsabile di questa fase. A partire da adesso, il conduttore del marzaio è l’unico competente e responsabile della stabilità genetica del materiale di propagazione. Quattro sono le fasi della moltiplicazione: L mente innestate su portinnesti vigorosi e a causa della potatura adottata per la produzione delle marze, non portano frutti. Per quanto riguarda le varietà mutanti, dato che quasi l’80% del materiale in vendita proviene da mutazioni, esse sono sottoposte a controlli annuali dei frutti su ogni pianta, prima di dare il via libera al taglio delle marze. Eccessivi sono, infatti, i rischi che i mutanti geneticamente instabili regrediscano alla forma originaria, situazione che causerebbe ingentissimi danni al frutticoltore. I portinnesti sono, per contro, prodotti in ceppaie da vivaisti specializzati, i quali mettono in commercio il materiale che è disponibile alle aziende vivaistiche, munito di indicazione dell’origine. Sul territorio nazionale sono già 30 i marzai e le ceppaie ufficialmente registrate ed altri se ne aggiungeranno. Ogni vivaio può coprire il proprio fabbisogno di materiale rivolgendosi ad un centro di moltiplicazione accreditato. VIVAI L’impianto di un vivaio prevede l’impiego di portinnesti e marze controllate e certificate, ottenuti seguendo i processi di moltiplicazione sopra indicati. Il vivaista è obbligato a tenere i registri di campagna e a documentare, con annotazioni a margine, i singoli passaggi produttivi quali la messa a dimora del portinnesto, l’innesto e l’etichettatura. Nel corso dell’intero processo produttivo vengono effettuati diversi controlli da parte del Servizio Fitosanitario Regionale (SFR), durante i quali si valutano la concordanza dei registri di campagna, il corretto procedere dei singoli stadi di propagazione e la corretta etichettatura. In tal modo, l’intero processo produttivo del vivaio rimane trasparente e solo nel momento in cui tutti i diversi passaggi sono verificabili, il materiale diventa certificabile e commercializzabile e viene dotato di un corrispondente cartellino. PRESSIONE TEMPORALE Le operazioni preliminari e la costituzione di un simile sistema, non soltanto sono collegati a costi elevati, ma molto più rilevante è l’impegno temporale richiesto per produrre, a partire da una marza originaria, alcune centinaia di migliaia di piante. Così, nella fase d’introduzione di una nuova varietà si ha a che fare inizialmente con del materiale di categoria CAC (Conformitas Agraria Comunitatis) che di seguito passa in una prima fase transitoria di categoria “virus testato” VT (esente da virosi economicamente dannose) e solo dopo alcuni anni (almeno 5), ovvero al termine di tutti i prescritti controlli, sarà certificato come “virus esente” VE (esente da tutte le virosi note). Le piante madri dalle quali si ottiene il materi virali) si trovano in ambienti protetti, in assenz CARTELLINI Dopo l’emissione del cosiddetto “parere d’idoneità”, rilasciato dall’ispettore del Servizio Fitosanitario Regionale, il CIVI-Italia (Consorzio Interprofessionale Vivaisti – www. CIVI-Italia.it) autorizza la predisposizione e la distribuzione dei car- Trasgressori... Non può essere certamente un caso che attualmente si trovino in circolazione cartellini per del materiale CAC, dotati di un immagine del tutto simile a quello previsto per il materiale certificato. Per distinguere i due cartellini bisogna avere un occhio particolarmente attento ed allenato, sebbene le due produzioni devono sottostare a regole che ben poco hanno in comune. Al frutticoltore si richiede particolare accuratezza nella scelta del materiale e molta attenzione nella lettura del cartellino. 62 È necessario fare molta atten soprattutto nel caso di varietà ad esempio Gala, per evitare forma di regressioni colorimet ale di base (da sottoporre ad una serie di test za di insetti. nzione all’identità pomologica à geneticamente instabili, come spiacevoli inconvenienti sotto triche. 2/2008 tellini. Il vivaista stesso è responsabile dell’applicazione del cartellino su ogni singola pianta. Un controllo finale nel vivaio da parte degli ispettori degli SFR garantisce la correttezza dei cartellini e solo in seguito a ciò, il materiale potrà essere estirpato e commercializzato. Il cartellino ha misure predefinite in 30 x 180 mm ed è di colore blu. Vi sono contenute le seguenti informazioni: • il competente Servizio Fitosanitario Regionale, • l’azienda produttrice ed il fornitore (n° di codice dell’azienda), • la denominazione varietale ufficiale, • il tipo di portinnesto e l’eventuale innesto intermedio, • lo stato “sanitario”, con l’indicazione VE (virus esente) o VT (virus testato), • l’indicazione “proveniente da zona protetta” (ZP), in relazione alla garanzia attestante la produzione del materiale in zona sottoposta a quarantena per patologie o parassiti, • il numero progressivo d’identificazione, per la tracciabilità del materiale dall’origine fino al vivaio. La legge prevede che le etichette in questa forma e colore possano essere utilizzati esclusivamente per il materiale vivaistico certificato. I trasgressori (vedi riquadro) potranno essere perseguiti legalmente. QUANTO COSTA LA CERTIFICAZIONE? Tutti questi passaggi richiedono un consistente impegno da parte dei vivaisti. Già il solo prezzo dei cartellini (predisposizione e distribuzione) è di 0,05 euro l’uno. A ciò si devono aggiungere i controlli degli ispettori, da conteggiarsi a parte, che ammontano in media a quasi 3.500,00 euro. Tutte le spese da affrontare nelle fasi di conservazione e pre-moltiplicazione (strutture, test e controlli di laboratorio) sono integrate nel prezzo della marza (circa 1,00 euro per gemma). IL RICONOSCIMENTO DEL MATERIALE ESTERO Al momento attuale non esiste un riconoscimento dei sistemi di certificazione esteri e non è contemplato il libero scambio del materiale. Esiste però un regolamento di transizione che consente, caso per caso, di riconoscere portinnesti o marze d’origine estera. Responsabile di questa autorizzazione è il CNC (Comitato Nazionale di Certificazione). Sono posti in essere contatti per ottenere, a partire dal 2009, il reciproco riconoscimento del materiale di propagazione proveniente dall’Olanda, dalla Francia, dalla Spagna e dall’Italia. CHI RISPONDE PER LA QUALITÀ DEL MATERIALE? Il rispetto del protocollo nelle singole fasi produttive è garantito, secondo la nuova normativa, dai Servizi Fitosanitari Regionali (SFR). I vivaisti sono obbligati a rendere pubblico l’intero processo di produzione. Soltanto l’azienda fornitrice è responsabile degli eventuali errori e dei danni che ne possono derivare. I vivaisti altoatesini hanno in pratica trasferito la loro attività oltre i confini provinciali. L’attività di controllo è dunque di competenza dei singoli SFR (ad es. Veneto, Emilia Romagna e Lombardia). In questa prima fase d’avvio, alcuni uffici sono sottoposti a notevole pressione dal punto di vista del personale e della struttura. Per i vivaisti altoatesini, i quali hanno acquisito da tempo un ottimo livello qualitativo nella produzione, il passaggio dall’etichetta provinciale rossa a quella di colore blu del Ministero, avverrà senza traumi. Affinché questa necessaria riforma abbia successo, è necessaria la massima collaborazione e l’unità d’intenti da parte di tutti gli interessati. L’obiettivo comune di produrre del materiale vivaistico sano e di buona qualità rientra nell’ottica e nell’interesse dell’intero mondo frutticolo. Solo così si potrà garantire nel lungo periodo la sopravvivenza dei frutticoltori e dei vivaisti. 63