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Eva era africana

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Eva era africana
Estratto distribuito da Biblet
Excerpt of the full publication
Estratto distribuito da Biblet
Rita Levi-Montalcini
Eva
era africana
disegni di Giuliano Ferri
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Estratto distribuito da Biblet
Rita Levi-Montalcini
con Giuseppina Tripodi
Eva era africana
della stessa autrice:
Le tue antenate
disegni di Giuliano Ferri
Immagini di copertina di Maurizio Riccardi
La foto di Rita Levi-Montalcini è di Michael Frank
Prima edizione elettronica nella collana EGAL: settembre 2011
Prima edizione cartacea nella collana uG - universale Gallucci: aprile 2005
© 2005 Carlo Gallucci editore srl – Roma
è un libro della sezione EGAL per l’editoria elettronica
Libro elettronico formato pdf
ISBN 978-88-6145-320-3
www.galluccieditore.com
Questo libro elettronico (ebook) contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato, trasmesso in pubblico o utilizzato in alcun altro modo, fatta eccezione di quanto è stato specificatamente
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Estratto distribuito da Biblet
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Alla mia carissima amica e diretta collaboratrice,
Giuseppina Tripodi, esprimo i ringraziamenti per il
valido contributo nella realizzazione del presente testo.
Estratto distribuito da Biblet
LE ORIGINI DELLA SPECIE UMANA
pag. 11
IL CONTINENTE AFRICANO
13
I NOSTRI ANTENATI
17
LUCY E LA SUA STORIA
27
LE REGINE D’AFRICA
33
EVA E ADAMO
39
IL NOME DI MIA MADRE È AFFANNO
43
SPERIAMO CHE SIA DONNA
75
GLOSSARIO
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LE ORIGINI
DELLA SPECIE UMANA
I
l grande biologo inglese, Charles Darwin, in un
saggio pubblicato nel 1871 dal titolo L’origine dell’uomo, enunciò il principio che in tutte le specie
viventi, vegetali e animali, si verifica la selezione naturale.
Tutti gli esseri viventi sono perennemente in lotta
per sopravvivere. Chi va avanti è il più adatto all’ambiente naturale.
Con il passare dei secoli e dei millenni questa selezione continua
ha portato all’evoluzione delle
diverse specie animali e
vegetali.
Darwin applica questo concetto anche per
spiegare l’origine della
specie umana.
Le ricerche della
paleoantropologia, e cioè della
scienza che studia i reperti fossi-
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Eva era africana
li provenienti da luoghi e da tempi diversi, hanno fornito indicazioni importanti sullo sviluppo dell’uomo.
Abbiamo ora molte informazioni sulle diverse epoche della preistoria per comprendere le tappe percorse dai più arcaici precursori della specie umana.
In questi ultimi decenni sono state introdotte tecniche che permettono di determinare con notevole
precisione l’età dei resti fossili di forme animali vissute tra un milione e 50mila anni fa. Altri sistemi, come
“il metodo del carbonio radioattivo”, permettono di
valutare l’età di fossili risalenti agli ultimi 50mila anni.
Con la misurazione del rapporto tra le quantità di
uranio e di elio (ottenuto per disintegrazione del
primo) rimaste intrappolate nelle rocce si riesce a stabilire l’età dei fossili del Miocene, cioè risalenti a 2530 milioni di anni fa.
All’era geologica del Miocene risalgono esemplari
fossili ritrovati in Africa che vengono attribuiti ai progenitori degli uomini e delle scimmie. Hanno caratteristiche simili a quelle delle scimmie primitive e antropomorfe e potrebbero rappresentare i comuni antenati degli Ominidi (Hominidae) e delle grandi scimmie simili all’uomo (Pongidae).
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IL CONTINENTE
AFRICANO
L’
Africa è un continente esteso quasi tre volte
l’Europa. La parte settentrionale è occupata
dal deserto del Sahara. Una profonda frattura,
la Rift Valley, incide la parte orientale del territorio.
L’Africa è un immenso tavolato, coperto da deserti, foreste pluviali e savane, attraversato da grandi
fiumi. Circa il 40 per cento dell’Africa è desertico.
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Eva era africana
Il Sahara è il più vasto deserto del mondo. Misura circa nove milioni di chilometri quadrati, cioè
trenta volte l’Italia.
Già ora copre quasi tutto il nord Africa, ma si sta
ulteriormente espandendo a causa dello sfruttamento eccessivo dei pascoli che porta all’inaridimento
dei terreni. Durante il giorno la temperatura raggiunge i 50°C, così che soltanto poche specie di
piante e animali possono sopravvivere.
Oltre al Sahara, i deserti più noti sono il Kalahari e
il Namib, in Africa meridionale.
La Rift Valley
La Rift Valley è una enorme frattura nella crosta
terrestre, lunga circa 6.000 km, che va dal Mozambico alla Siria. Nel punto di massima larghezza questo
avvallamento raggiunge i 95 chilometri di estensione.
È molto probabile che tra milioni di anni il continente africano risulterà diviso in due proprio lungo la
linea tracciata da questa valle.
Con il termine Rift Valley si indica una particolare
conformazione della crosta terrestre: si tratta di sprofondamenti della superficie della Terra (detti “fosse
tettoniche”) in corrispondenza dell’involucro più
esterno del nostro pianeta.
I fossili più antichi di primati che possono essere
messi in relazione alla specie umana sono stati rinve14
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Eva era africana
nuti proprio nei paraggi della Rift Valley. In particolare i resti dei primati bipedi sono stati rinvenuti in
un’area che comprende Etiopia, Kenya, Tanzania e
Sud Africa.
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I NOSTRI ANTENATI
G
razie ai più moderni metodi di datazione geologica, l’età della Terra è stata allungata di
molto. Fino a poco tempo fa si pensava che
fosse di circa 30–40 milioni di anni. Oggi è stato stabilito con relativa certezza che il nostro pianeta ha
quattro miliardi e mezzo di anni.
Nel corso dei millenni si sono sviluppate specie
diverse. Alcune si sono estinte, altre si sono evolute
obbedendo al principio della selezione naturale.
Le specie più vicine all’uomo attuale appartengono al genere Homo e si dividono in Homo habilis,
Homo erectus e Homo sapiens. Hanno fatto la loro
comparsa nella savana dell’Africa circa due milioni
di anni fa e poi si sono diffuse in Asia e nel resto del
mondo.
È poi esistita un’altra famiglia di scimmie simili all’uomo, ma che non si sono evolute fino a diventare
creature intelligenti. Appartenevano al genere Australopithecus e sono classificate in Australopithecus
ramidus, Australopithecus afarensis, Australopithecus africanus, Australopithecus robustus e Australopithecus boisei.
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Eva era africana
I biologi che studiano la genetica, cioè la trasmissione dei caratteri ereditari, ritengono che gli ominidi
del genere Homo e quelli del genere Australopithecus
fossero cugini. Avrebbero avuto cioè la stessa origine
da un gruppo comune di antenati, ma poi si sarebbero differenziati seguendo evoluzioni divergenti.
I dati molecolari hanno dimostrato che gli scimpanzé sono sorprendentemente più vicini all’uomo di
quanto si ritenesse in precedenza.
Il termine Australopithecus africanus fu coniato dall’antropologo Raymond A. Dart nel 1924, in occasione
del ritrovamento di un teschio di bambino nell’Africa
australe (la prima parte del nome Australopithecus
evoca l’Africa australe, cioè del Sud, mentre la seconda deriva dal nome latino della scimmia: pithecus).
Il teschio fu scoperto in una cava di pietra nei pressi del villaggio di Taung. Mostrava differenze significative rispetto ai teschi appartenenti a scimmie antropomorfe, cioè rassomiglianti all’uomo (come il gorilla) o ai loro remoti e recenti predecessori.
L’antropologo Dart lo definì “l’anello mancante”
nella catena evolutiva del genere umano.
La scatola cranica era di proporzioni maggiori
rispetto alle scimmie antropomorfe (Pongidi). Pertanto il volume del cervello era superiore a quello delle
scimmie arcaiche recenti. I denti canini erano invece
più piccoli.
Si capiva poi che quell’essere doveva aver cammi18
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Eva era africana
nato in posizione eretta su due zampe dal fatto che il
foro occipitale (attraverso il quale il midollo spinale si
collega al cervello) era situato anteriormente rispetto
a quello delle scimmie antropomorfe.
La dimensione della scatola cranica dell’esemplare
del bambino di Taung risale a circa tre milioni di anni
fa. Malgrado la capacità del cranio (400 centimetri
cubi) sia molto più vicina a quella dei Pongidi, è stato
classificato come appartenente al genere degli australopitechi proprio per la postura eretta.
Questo reperto andava contro l’ipotesi generalmente accettata dai paleo-antropologi: e cioè che
l’uomo avesse avuto origine in differenti continenti.
Sia cioè di provenienza multiregionale.
La variabilità genetica che si riscontra tra le diverse popolazioni umane è una frazione rispetto alle differenze genetiche presenti nelle singole popolazioni
africane.
Gli africani sono molto diversi tra di loro dal
punto di vista dei caratteri ereditari: è dunque assai
probabile che siano gli ultimi antenati comuni di tutte
le genti del mondo.
Gli australopitechi
I più antichi ominidi hanno caratteristiche anatomiche e scheletriche simili alle specie Australopithecus afarensis e Australopithecus africanus.
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I nostri antenati
La loro esistenza quattro milioni di anni fa è documentata dalle impronte di passi su un suolo di ceneri
vulcaniche solidificate, che sono state scoperte a
Tabarin in Kenya, ad Afar in Etiopia e a Laetoli in
Tanzania.
Gli australopitechi hanno caratteristiche comuni
come l’andatura bipede e la dentatura piuttosto primitiva. Il tipo robustus ha mascelle e denti forti; i tipi
africanus e afarensis hanno aspetto gracile, con
mascelle più deboli e strette. I denti sono adatti a
masticare non solo vegetali, ma anche carne cruda.
L’Africanus vide la luce in Africa meridionale in un
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Eva era africana
complesso insieme di ambienti naturali (habitat).
Nella regione erano presenti molte fonti di cibo, ma
anche predatori diversi. Questa condizione potrebbe
averne stimolato l’intelligenza: nell’Australopithecus
africanus il cervello raggiunse quasi le stesse dimensioni di quelle dell’Homo habilis.
Gli ominidi
Nell’aprile del 1964, Richard Leakey, figlio di
Louis e Mary Leakey, illustri antropologi, rinvenne
numerosi fossili nella gola di Olduvai, a Koobi Fora.
Vi erano resti di un ominide e un deposito di rozzi
utensili in pietra, ottenuti scheggiando l’estremità di
pezzi di roccia lavica o quarzo.
Per la sua capacità di costruire utensili, questo ominide è stato chiamato Homo habilis: l’uomo capace di
costruire manufatti.
L’Homo habilis è considerato una via di mezzo nell’evoluzione tra il relativamente piccolo Australopithecus afarensis e il grande Homo erectus.
La capacità di fabbricare oggetti (sia pure di natura rozza, come quelli che sono stati ritrovati presso i
resti fossili degli australopitechi) avrebbe a sua volta
determinato l’esigenza di comunicare tra individui
per indicare le caratteristiche degli utensili e trasmettere la capacità di costruirli.
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Eva era africana
La creatività e l’efficienza organizzativa, già dimostrata
dalle giovani donne africane, potranno innescare meccanismi di trasformazione sociale, essenziali per loro stesse
e per l’intero genere umano. Queste donne saranno poste
in grado di assumere posizioni direttive a livello sociale,
politico, scientifico e di educare i giovani delle generazioni future.
Così come un battito di ali di una farfalla, nella foresta
dell’Amazzonia, può provocare, anche a distanza di tempo,
un uragano al polo opposto del globo, allo stesso modo le
finalità della Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus,
mediante l’assegnazione di borse di studio nelle più critiche situazioni africane, possono innescare meccanismi di
trasformazione radicali, vantaggiosi a livello mondiale.
Rita Levi-Montalcini
Il battito d’ali di una farfalla
diffusione di un fenomeno,
senza barriere
di spazio-tempo.
L’istruzione,
divulgazione di sostegno concreto,
di nuove alleanze,
per distanze lontane
in tempi vicini.*
* “La catastrofe a farfalla e l’istruzione” di Giuseppina Tripodi
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VENIAMO TUTTI DALL’AFRICA.
LO HANNO SCOPERTO GLI SCIENZIATI
PERCORRENDO A RITROSO
LA STORIA GENETICA DELL’UMANITÀ,
TRASMESSA SOLO PER VIA FEMMINILE.
OGGI IN QUEL CONTINENTE LE RAGAZZE
SUBISCONO PIÙ CHE ALTROVE LE CONSEGUENZE
DELLA MISERIA E DELL’IGNORANZA.
CON LA SCUOLA, INTERNET E IL LORO
ENTUSIASMO IL FUTURO SARÀ MIGLIORE.
foto di Michael Frank
Rita Levi-Montalcini è nata a Torino nel
1909. Alla fine degli Anni Trenta fu
costretta alla clandestinità per sfuggire alle
leggi razziali. Nel 1951, in Brasile, identificò il Fattore di crescita delle cellule nervose (NGF), scoperta che le ha valso il Premio Nobel per la Medicina nel 1986. È
senatore a vita, membro dell’Accademia dei Lincei e dell’Accademia Pontificia. Ha creato con la sorella l’omonima
Fondazione con lo scopo di favorire l’emancipazione delle
giovani donne africane attraverso l’istruzione. Ha scritto
numerosi libri divulgativi, sempre in collaborazione con
Giuseppina Tripodi, sua assistente da 40 anni. Dopo Eva era
africana ha pubblicato, sempre con Gallucci, un secondo
libro dedicato alle ragazze e ai ragazzi: Le tue antenate.
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