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Lectio vangelo - Nuova evangelizzazione

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Lectio vangelo - Nuova evangelizzazione
Luca 13, 1-9
1 In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto
di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a
quello dei loro sacrifici. 2 Prendendo la parola, Gesù disse loro:
«Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per
aver subito tale sorte? 3 No, io vi dico, ma se non vi convertite,
perirete tutti allo stesso modo. 4 O quelle diciotto persone, sulle quali
crollò la torre di Siloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di
tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5 No, io vi dico, ma se non vi
convertite, perirete tutti allo stesso modo». 6 Diceva anche questa
parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e
venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7 Allora disse al vignaiolo:
"Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero, ma
non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?". 8 Ma
quello gli rispose: "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò
zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti
per l'avvenire; se no, lo taglierai"».
( Bibbia Cei : versione 2008)
LETTURA (= leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Luca 13, 1-9
In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei,
il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la
parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i
Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete
tutti allo stesso modo. 4O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li
uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi
dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Disse anche questa
parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma
non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti
su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli
rispose: Padrone, lascialo ancora quest`anno finché io gli zappi attorno e vi metta il
concime e vedremo se porterà frutto per l`avvenire; se no, lo taglierai».
( Bibbia Cei : versione 1971)
Esegesi
La sezione 12, 49-13-21 del vangelo di Luca è caratterizzata da un tono di
urgenza e serietà escatologica. E’ il tempo delle decisioni senza possibilità di rimandi e
dilazioni. Poco prima del nostro passo, Gesù aveva esortato a discernere i segni del tempo
presente, salvifico, (“ Quando vedete una nuvola salire, dite..”). L’insegnamento di questo
brano è che i segni dei tempi si leggono anche nella nostra storia e non bisogna lasciarci
sviare nella loro lettura da preconcetti. E, con lo stile degli antichi profeti, Gesù vede in due
fatti di cronaca segni ammonitori di Dio, un invito pressante al cambiamento nella ricerca
della sua genuina volontà.
SI PRESENTARONO ALCUNI (1 )
Gesù viene messo al corrente di due fatti sconvolgenti, due grosse disgrazie: una
strage operata da Pilato nei confronti di pii Giudei venuti per il sacrificio e un incidente
fortuito avvenuto con la caduta di una torre a Siloe.
CREDETE CHE QUEI GALILEI (2 )
Scardina la falsa concezione, tipica di alcune correnti del mondo giudaico, che la
malattia e la morte violenta fossero una punizione che Dio infliggeva per i peccati commessi
e solo a lui noti. Dice che, invece, tutti sono peccatori e che il giudizio di Dio si abbatterà
su tutti, a meno che non si convertano.
O QUEI DICIOTTO ( 4 )
Anche facendo cenno all’altro avvenimento doloroso, Gesù, ripetendosi
intenzionalmente, deduce lo stesso insegnamento e l’invito alla conversione. Questi
pressanti inviti alla conversione contengono delle minacce ( “ perirete tutti allo stesso
modo” ), che hanno lo scopo di far capire che tutti sono peccatori e hanno bisogno di una
conversione, che è urgente e improcrastinabile.
DISSE ANCHE QUESTA PARABOLA ( 6 )
La parabola del fico integra l’insegnamento precedente. Luca, evangelista del
perdono e della misericordia, vuole precisare che le minacce di Gesù si verificheranno
soltanto nel caso che l’uomo resti sordo agli appelli alla conversione.
AVEVA UN FICO (6 )
L’immagine del fico e della sua fruttuosità era intensamente rievocativa per gli
ascoltatori: ad essi era ben noto che nell’AT, Israele è paragonato alla pianta del fico e al
suo frutto (Os 9, 10; Ger 8, 13 ). L’insegnamento è chiaro. Gli ascoltatori incorreranno,
come una volta gli Ebrei, in una sentenza di esclusione, se si ostinaneranno. Ma Gesù è
venuto a “predicare un anno di grazia del Signore” ( 4, 19 ) e a rivelare la misericordia e la
pazienza di Dio.
ANCORA QUEST’ANNO ( 8 )
In “ecco sono tre anni”, è possibile forse riconoscere un’allusione alla durata del
ministero di Gesù. Non è ancora troppo tardi e la pazienza di Dio non si è logorata e non
si possono fissare scadenze alla sua pazienza. Per “quest’anno” significa che Dio è disposto
a concedere un anno di grazia, cioè un tempo di attesa del giudizio. Qui si interrompe la
parabola e non sappiamo ciò che è avvenuto di quel fico. C’è ancora spazio per il ritorno di
Israele.
MEDITAZIONE (=meditare con attenzione e ascoltare con amore)
ALBERO SENZA FRUTTI
Con gran timore si deve ascoltare ciò che vien detto dell`albero che non fa frutto:
"Taglialo; perché dovrebbe continuare ad occupare il terreno?" (Lc 13,7). Ognuno, a suo
modo, se non fa opere buone, dal momento che occupa dello spazio nella vita presente, è un
albero che occupa inutilmente il terreno, perché, nel posto ove sta lui, impedisce che ci si
metta a lavorare un altro. Ma c`è di peggio, Ed è che i potenti di questo mondo, se non
producono nessun bene, non lo fanno fare neanche a coloro che dipendono da loro, perché
il loro esempio agisce sui dipendenti come un`ombra stimolatrice di perversità. Al di sopra
c`è un albero infruttuoso e sotto la terra rimane sterile. Al di sopra s`infittisce l`ombra
dell`albero infruttuoso e i raggi del sole non riescono a raggiungere la terra, perché quando i
dipendenti di un padrone perverso vedono i suoi cattivi esempi, anch`essi, rimanendo privi
della luce della verità, restano infruttuosi; soffocati dall`ombra non ricevono il calore del
sole e restano freddi, senza il calore di Dio. Ma il pensiero di questo qualsivoglia potente non
è piú oggetto diretto delle cure di Dio. Dopo, infatti, ch`egli ha perduto se stesso, la domanda
è soltanto perché debba far pressione anche sugli altri. Perciò il contadino si domanda:
«Perché dovrebbe continuare ad occupare il terreno?». Occupa il terreno, chi crea difficoltà
alle menti altrui, occupa il terreno, chi non produce buone opere nell`ufficio che tiene.
(Gregorio Magno, Hom., 31, 4)
RAGIONE DELLA PENITENZA
[Dio] richiamò a sé il popolo e lo rinfrancò con i molti favori della sua bontà, pur
avendolo riscontrato ingratissimo; e dopo averlo esortato in continuazione alla penitenza,
gli inviò gli oracoli di tutti i profeti per predicarla. Appena promessa la grazia che negli
ultimi tempi avrebbe illuminato l`universo intero per mezzo del suo Spirito, comandò che la
precedesse la promulgazione della penitenza, affinché coloro che per grazia chiamava alla
promessa del seme di Abramo, per l`adesione alla penitenza fossero destinati ad essere in
anticipo raccolti…….Unico è il titolo di questi beni, la salvezza dell`uomo, premessa
l`abolizione dei crimini antichi; questa la ragione della penitenza, questa l`opera, che
assicura la mediazione della divina misericordia, a pro dell`uomo e a servizio di Dio..
(Tertulliano, De poenitentia, II, 4-7; IV, 1-8)
LA PENITENZA E’ VITA
Per tutti i delitti, commessi nella carne o nello spirito, in azioni o nella volontà,
che egli con proprio giudizio ha destinato alla pena, agli stessi, per la penitenza, ha
promesso il perdono, dicendo al popolo: Fa` penitenza e vedrai la mia salvezza (cf. Ez
18,21). E poi: "Come è vero che io vivo - oracolo del Signore Dio - preferisco la penitenza
alla morte" (Ez 33,11). Quindi la penitenza è vita, che si contrappone alla morte. Tu
peccatore, mio simile - o anche a me inferiore: io, infatti, riconosco la mia responsabilità nei
delitti -, cosí pervaditi di essa, abbraccia la fede come un naufrago si aggrappa ad un
qualsiasi pezzo di tavola. Questa preleverà te, liberato dai frutti dei peccatori e ti trasferirà nel
porto della divina clemenza. Afferra l`occasione d`impensata felicità, sí che proprio tu, un
tempo nient`altro davanti al Signore se non recipiente arido, polvere del suolo e vasetto da
nulla, divenga da ora in poi fico rigoglioso, albero che quasi sgorga acque, dalla chioma
perenne e che porta frutti a suo tempo, in modo da non conoscere né fuoco né scure.
(Tertulliano, De poenitentia, II, 4-7; IV, 1-8)
E’ UN BENE FARE PENITENZA
Conosciuta la Verità, pentiti degli errori; pentiti di aver amato ciò che Dio non
ama. Noi stessi, del resto, non permettiamo ai nostri servi di conoscere quelle cose da cui ci
riteniamo offesi: infatti, la ragione dell`ossequio risiede nella somiglianza degli animi.
Invero, occorre parlare diffusamente e con grande impegno del bene della penitenza,
….E` dunque un bene o no fare penitenza? Cosa rispondi? Dio dispone! Peraltro, egli non
tanto dispone, quanto piuttosto esorta; invita con il premio, con la salvezza; e lo giura
persino, dicendo: "Come è vero che io vivo", e brama che gli si creda. Beati noi dei quali Dio
giura la causa; miserrimi se non crediamo neppure a Dio che giura! Ciò che Dio raccomanda
reiteratamente e insistentemente, ciò che anche nel costume umano viene attestato con
giuramento, dobbiamo come somma gravità accettare e custodire, affinché nell`adesione
alla divina grazia, permaniamo nel suo frutto e possiamo perseverare fino ad averne il
premio. (Tertulliano, De poenitentia, II, 4-7; IV, 1-8)
PAZIENZA DI DIO
Quale e quanta pazienza di Dio, allorché, tollerando con somma pazienza templi
profani, terreni simulacri e sacrilegi sacri istituiti dagli uomini in oltraggio alla sua maestà e
onore, fa sorgere il giorno sui buoni e sui cattivi e senza
distinzione fa splendere la
luce del sole, e mentre irriga la terra con le piogge nessuno viene escluso dai suoi benefici,
visto che similmente ai giusti e agli ingiusti vengono distribuite imparziali piogge. Vediamo
con inseparabile equanimità di pazienza per i malfattori e gli innocenti, per i religiosi e
gli empi, per i grati e gli ingrati, ai cenni di Dio servire gli elementi, spirare i venti, fluire le
sorgenti, crescere le messi, maturare i frutti delle vigne, lussureggiare i frutteti, metter fronde
i boschi, fiorire i prati. E mentre con offese pressoché continue viene esasperato Dio, egli
tempera la sua indignazione e attende pazientemente il giorno prefissato della retribuzione.
(Cipriano di Cartagine, De bono patientiae, 3-4)
PERCHE’ IL PECCATORE SI CONVERTA E VIVA
Pur avendo in suo potere la vendetta, preferisce aver pazienza, sopportando anzi
con clemenza e procrastinando, affinché, supposto che possa avvenire, un bel giorno molto
si muti nella prolungata malizia, e l`uomo, sia pur tardi, si volga a Dio dal contagio degli
errori e delle scelleratezze, secondo quanto egli stesso ammonisce, dicendo: "Non voglio la
morte di chi muore, quanto piuttosto che si converta e viva" (Ez 33,11). E ancora:
"Convertitevi a me, dice il Signore" (Ml 3,7). E infine: "Convertitevi al Signore vostro Dio,
poiché egli è buono e misericordioso, paziente e ricco di benevolenza e si impietosisce
riguardo alla sventura e cambia la sentenza già irrogata" .Dice il beato apostolo Paolo
ricordando e richiamando il peccatore alla penitenza: "O ti prendi gioco della ricchezza della
sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti
spinge alla conversione? Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli
collera su di te per il giorno dell`ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale
renderà a ciascuno secondo le sue opere" (Rm 2,4-6). Disse esser giusto il giudizio di Dio,
poiché arriva tardi, è procrastinato al massimo, affinché la lunga attesa di Dio si tramuti in
vita per l`uomo. All`empio e al peccatore si presenterà la pena solo allorché la penitenza
non può piú giovare a chi ha peccato.(Cipriano di Cartagine, De bono patientiae, 3-4)
CONVERTIRSI
Dopo aver narrato i due episodi di “cronaca nera” relativi alla strage perpetuata dal
procuratore Pilato e al crollo della torre di Siloe che aveva fatto diciotto vittime, Gesù ripete
per due volte questa frase: “ Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo”. Ci
incontriamo con una parola che è tipica del tempo quaresimale:convertirsi.
In greco il verbo è “metanoien”, da cui deriva il sostantivo “metànoia”,
“conversione”. Il suo significato letterale è “cambiare mente”, trasformare la mentalità per
cui le scelte umane si rivolgono dal male al bene, dalla menzogna alla verità, dall’ingiustizia
all’amore.
Nell’Antico Testamento il verbo della conversione era “shub”, che significava
“ritornare” sulla retta via, abbandonare la pista sbagliata per ritrovare quella che conduceva
all’oasi e quindi alla vita. La parabola del figliol prodigo nel capitolo 15 di Luca è quasi la
sceneggiatura di questo ritorno-conversione. Non per nulla si disegna al centro del racconto
la strada su cui il padre vede profilarsi la figura di suo figlio, che “ritorna” alla casa
abbandonata.
La scelta di “cambiare mente” e quindi vita è stata la sostanza dell’appello di
Giovanni il Battista: “ Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” ( Mt 3, 2 ). Gesù
riprenderà questo appello nel suo primo annunzio: “Il tempo è compiuto; il regno di Dio è
vicino, convertitevi e credete al Vangelo”. ( Mc 1, 15 ) Cristo affiderà ai suoi discepoli e
quindi alla sua Chiesa lo stesso impegno: “ nel mio nome saranno predicati a tutte le genti la
conversione e i perdono dei peccati” ( Lc 24,. 47 ). Lungi dall’essere un semplice richiamo
alla penitenza, l’appello che risuona anche nella Quaresima è pertanto un invito chiaro e
intenso rivolto alla libertà dell’uomo perché compia la scelta radicale per il bene e per il
Vangelo”. ( G.F. Ravasi )
SIMBOLO DEL GIUDIZIO
Alcuni ebrei raccontano affannosamente a Gesù una storia. Il procuratore
romano Ponzio Pilato ha compiuto un'altra delle sue brutali repressioni… Da questo evento
che Gesù prende ora lo spunto per il suo monito. Non si deve interpretare quell'evento afferma Gesù - in modo meccanico, sulla base di quel principio, famoso nell'Antico
Testamento, secondo cui delitto e castigo si succedono necessariamente: quei galilei
massacrati da Pilato non erano più colpevoli di altri. L'evento ha in sé un valore esemplare
di tutt'altro genere. Esso è un simbolo dell'improvviso giudizio di Dio su un'umanità
corrotta che non vuole correggere la sua condotta. Gesù mostra in questo caso un volto duro:
ci si aspettava forse da parte dei suoi interlocutori una condanna contro il potere oppressivo e
tirannico di Roma; egli, invece, sposta l'accusa proprio su di loro, sulla loro indifferenza e
superficialità. (G. F. Ravasi )
APPLICAZIONE FATTA DA GESU
Identica è l'applicazione che Gesù trae da un’altra storia, quella di un crollo
avvenuto
a Gerusalemme
nel quartiere della notissima sorgente di Siloe, la più
importante della città. Una torre era crollata travolgendo ben 18 persone. Ma Cristo va subito
al di là delle considerazioni facili sul destino, sulla punizione giusta o ingiusta, sulla fatalità
cieca e così via. Egli punta ancora una volta sul messaggio personale: dalla storia si deve
estrarre una lezione di conversione. Ecco la parola decisiva, «convertirsi», che nell'originale
greco indica il «cambiare mentalità», scelte, giudizio, decisioni (metanoein). Gesù non vuole
oggi cullarci nel bozzolo caldo d'una religiosità sentimentale e consolatoria ma ci getta in
faccia la serietà dell'impegno personale e vitale che la fede esige. Contro i fatalismi,
contro gli schematismi, i sentimentalismi, le illusioni risuona in questa liturgia quaresimale
l'appello stesso con cui Gesù ha iniziato la sua stessa predicazione: «Convertitevi e credete
al vangelo! ». Altrimenti, al volto paterno di Dio subentrerà quello severo del giudice che
tutela verità e giustizia. (G. F. Ravasi )
SE NON VI CONVERTITE PERIRETE
Gesù da una risposta che lascia tutti senza parole. Rifiuta di legare la disgrazia al
peccato, e quelli che normalmente non fanno questo collegamento, noi per esempio, si
sentiranno subito tranquilli: è una disgrazia, e basta. Ma Gesù non si ferma qui, e quello che
dice dopo non lascia nessuno fuori. Se qualcuno pensava di essersela cavata a buon
mercato deve ricredersi: «Se non vi convertirete, perirete tutti». Non è dunque che il
peccato sia la causa delle sciagure: queste sono imputabili alle leggi fisiche (i terremoti, per
esempio, che continuano a funestare la terra), al caso, alla libertà umana, e certo anche alla
cattiveria. Quello che Gesù intende dire e che certe disgrazie, certi segni di morte,
dovrebbero aprirci gli occhi e metterci davanti il rischio di una morte ben più grave, quale
la perdita della vita eterna. Per evitare questa, che è la più brutta delle disgrazie, non c'è che
una strada: la penitenza, cioè la conversione di mentalità. ( Domenico Pezzini )
URGENZA DELLA CONVERSIONE
Noi non siamo costretti a scegliere tra il Gesù che scuote e parla di rovina, e il
Gesù che invoca pazienza dal padrone della vigna. Separare e distinguere andrà bene per una
certa filosofia, o per ragionare un po' sulle cose. Quando si entra nel complesso gioco delle
nostre decisioni il separare giova poco. Perché Gesù è l'uno e l'altro e noi abbiamo bisogno
di tutti e due questi discorsi. L'urgenza della conversione non deve diventare terrore di
fronte a un Dio che castiga, nè la pazienza che attende ancora un anno può essere utilizzata
come pretesto per prolungare la pigrizia cullandosi
nell'autogiustificazione. Il Vangelo
va letto tutto, e va preso per quello di cui abbiamo bisogno nel momento in cui lo leggiamo.
Giocarci su non serve: si risolverebbe in una tristissima beffa, contro di noi. ( D. Pezzini )
DEMOLIRE LE STRUTTURE DI PECCATO
Il Concilio ci dà due indicazioni preziose sempre attuali che valgono per il nostro
impegno di conversione sia personale che sociale. La costituzione sulla Chiesa al n. 8 dice:
«Mentre Cristo "santo, innocente, immacolato" non conobbe il peccato e solo venne allo
scopo di espiare i peccati del popolo, la Chiesa che comprende nel suo seno i peccatori ( e
la Gaudium et Spes, riprendendo questo testo, specifica: religiosi e laici), santa insieme e
sempre bisognosa di purificazione, mai tralascia la penitenza e il suo rinnovamento» (Lumen
Gentium). La conversione deve raggiungere anche le istituzioni: ciò significa demolire le
strutture di peccato e costruire strutture secondo giustizia. «... I laici - dice la medesima
costituzione sulla Chiesa al n. 36 - anche consociando le forze, risanino le istituzioni e le
condizioni del mondo, se ve ne siano che spingano i costumi al peccato, così che tutte siano
rese conformi alle norme della giustizia e, anziché ostacolare, favoriscano l'esercizio delle
virtù». Non può essere questo per un cristiano un obiettivo alto, coerente ed entusiasmante
per fare politica? ( Giovanni Negro )
SEGNI DEI TEMPI E CONVERSIONE
Come esempio di lettura dei segni dei tempi, Gesù sceglie, sullo stile dei profeti, due
episodi di cronaca che, letti alla luce del progetto di Dio, sottolineano la necessità della
conversione. Contestando il principio tradizionale che il dolore e la morte siano sempre
una conseguenza e una punizione dei peccati commessi, Gesù vuol far comprendere che è
impossibile giudicare gli eventi della storia, pretendendo di entrare nella mente di Dio.
L’unica via praticabile non è quella della ricerca dei colpevoli o della spiegazione ad ogni
costo della cause di ogni sciagura, ma è piuttosto comprendere i fatti dolorosi della storia
come invito alla conversione, perché tutti, in realtà, siamo colpevoli davanti a Dio. La
parabola del fico completa questa piccola catechesi sull’urgenza della conversione,
accentuando allo stesso tempo alla pazienza di Dio. (Stefano Tarocchi )
INTERROGATIVI E RIFLESSIONI
Gesù ci insegna a leggere i fatti storici, le notizia di cronaca, come
“provocazioni” e “segni” dell’appello di Dio alla conversione. Come si può far tesoro di
questo insegnamento?
Gesù invita a prendere sul serio l’impegno della conversione. Come leggere l’affermazione
di Luca 13, 5: “ Se non vi convertirete, perirete”?
Conversione in greco “metanoia”, ossia “ cambiare mente, nell’Antico
Testamento “shub”, cioè “ “ritornare” sulla retta via, significa “cambiare modo di
pensare e di agire”.
Invito alla conversione urgente e in certa misura persino minaccioso (“ Se non vi
convertirete”), ma caratterizzato dalla pazienza di Dio ( “ lascialo ancora quest’anno ).
Impegno responsabile dell’uomo nella conversione.
Siamo intimamente persuasi che abbiamo bisogno di riconciliarci con Dio, cioè di
convertirci?
Non rimandiamo sempre a dopo il cambiamento della nostra vita, rifiutando di
tener conto dei continui avvertimenti del Signore?
Quale sforzo facciamo per orientarci e orientare il mondo verso la perfetta giustizia, la
perfetta solidarietà, il perfetto amore? Se non daremo frutti saremo inutili e dannosi.
Un convertito dovrebbe fare quanto è nelle sue possibilità perché non ci siano più Pilati
che uccidono o torri di Siloe che cadono.
PREGHIERA
(= pregare la parola)
• Preghiamo perché i credenti abbiano l'onestà e il coraggio di rimettersi personalmente in
questione, per riformare tutto ciò che lascia a desiderare nella loro mentalità e nella loro
condotta.
• Mai come ai nostri tempi si è parlato di liberazione, e mai come oggi le folle sono schiave
degli idoli moderni del denaro e del piacere. Preghiamo perché tutti comprendano che la
vera liberazione è di ordine spirituale.
• La morte decide dell'eternità: preghiamo perché questo pensiero ci faccia comprendere «il
dramma della vita presente», giacché è da questa che dipende il nostro destino eterno.
• Signore, tu sei paziente con noi, ma la tua pazienza è anche esigenza di amore: tu vuoi che
la nostra vita sia una risposta generosa ai tuoi benefici. Aiutaci a dare frutti di vera santità,
perché non siamo anche noi come il fico sterile, destinato presto o tardi ad essere tagliato e
bruciato. Fa' che dopo questo tempo di penitenza, possiamo gustare in ciclo la felicità e la
gloria della risurrezione. (C. Berthes
• Perché sappiamo accogliere l'invito alla conversione non come una campana da morto, ma
come uno squillo gioioso che preannuncia la vita, come una musica che ci sveglia dal sonno e
chiama all'azione le nostre capacità di bene.
• Perché sappiamo trarre anche dalla cronaca quotidiana non la soddisfazione di una
curiosità superficiale o il pretesto per discorsi evasivi, ma una parola che ci provoca a
riflettere e, nel caso, a cambiare atteggiamenti, modi di pensare e di fare.
• Perché ci sforziamo di tenere nel giusto conto sia la pazienza di Dio che il suo desiderio
di vederci come un albero carico di frutti. (D. Pezzini )
• Dal profondo di questa terra di lacrime, ove l'umanità dolorante penosamente si trascina; tra
i flutti di questo nostro mare perennemente agitato dai venti delle passioni, eleviamo gli occhi
a le, o Maria, Madre amatissima, per riconfortarci contemplando la tua gloria e per
salutarti regina e signora dei cieli e della terra, regina e signora nostra. Questa tua regalità
vogliamo esaltare con legittimo orgoglio di figli e riconoscerla come dovuta alla somma
eccellenza di tutto il tuo essere, o dolcissima e vera Madre di colui che è re per diritto
proprio, per eredità, per conquista. Regna, o Madre e signora, mostrandoci il cammino della
santità, dirigendoci e assistendoci affinché non ce ne allontaniamo mai. ( Pio XII )
• Così, se colpa dovesse risultare quale causa di tutte le catastrofi di cui siamo segnati tutto
sarebbe imputabile agli altri, non a noi, sempre giusti e innocenti! Signore, donaci la
coscienza che non c'è un male di cui non siamo anche noi in qualche modo responsabili,
e liberaci dalla stoltezza di sentirci onesti.( David Maria Turoldo )
• Pietà di me o Dio.. nella tua grande bontà, cancella il mio peccato… Riconosco la mia
colpa, il mio peccato mi sta sempre davanti. (Salmo 50, 2.5 )
• Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo” (Salmo 50, 12 )
• Facci tornare, Signore, e noi ritorneremo”.( Lam. 5, 21 )
• Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto: perché ogni nostra
attività abbia da te il suo inizio e in te il suo compimento ( Lodi Lunedì 1 Settimana)
• Illuminaci, Signore, perché sappiamo interpretare i fatti della vita, anche i più dolorosi,
come una Parola che tu ci rivolgi per il nostro rinnovamento.
• O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono,
continua ad effondere su di noi la tua grazia, perché camminando verso i beni da te promessi,
diventiamo partecipi della felicità eterna . ( Colletta 26 durante l’anno )
• Padre santo e misericordioso, che mai abbandoni i tuoi figli e riveli ad essi il tuo nome,
infrangi la durezza della mente e del cuore, perché sappiamo accogliere con la semplicità dei
fanciulli i tuoi insegnamenti e portiamo frutti di vera conversione. ( Colletta 3 Quaresima :
anno C )
• Sostieni, Signore, coloro che si trovano in situazioni di peccato o avvertono il fallimento
della vita, perché non disperino mai della tua misericordia.
• Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato”. Tu stavi dentro
di me e io ero fuori e là ti cercavo. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non
fossero in te, neppure esisterebbero. Tu mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia
sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Mi hai
toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace. ( Dalle Confessioni di S.
Agostino”)
• Signore, tu sei paziente con noi, ma la tua pazienza è anche esigenza di amore. Aiutaci a
dare frutti di vera santità.
• Signore, che ci chiami tutti al pentimento ed alla salvezza, fa che possiamo rallegrarci
per le preghiere che tu esaudisci per Cristo nostro Signore.
• Ti benediciamo, Dio della pazienza, perché ci inviti continuamente ad una conversione
che ci liberi dalle nostre meschinità. Noi ci accontentiamo del fogliame sterile, ma tu ci
chiedi i frutti della fede matura.
• Vogliamo convertirci ai valori del regno: altruismo, fratellanza, pace, misericordia,
purezza di cuore, generosità, speranza. Così saremo uomini e donne nuovi, figli della tua
tenerezza, fratelli dei poveri e discepoli di Cristo guidati dallo Spirito. ( Basilio Caballero)
CONTEMPLAZIONE ( = silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE ( = assunzione di impegni concreti )
Ascoltiamo Dio che ci parla e ritorniamo sempre a lui.
3 Domenica di Quaresima : C
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