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L`oceano si puo` affrontare per la prima volta con la

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L`oceano si puo` affrontare per la prima volta con la
www.solovela.net
Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela
Spensieratamente
in Atlantico
L’oceano si puo’ affrontare per la prima volta con
la regata-crociera ARC. Ogni anno da Gran
Canaria a St.Lucia, per una gioiosa avventura
A COME ARC
Azzorre
Madeira
di Marina Maresca
Gran
Canaria
Atlantico fa un po’ paura. Non sono soltanto la navigazione, le attrezzature, il vento e le onde alte a preoccupare. Ciò che davvero spaventa - parliamo naturalmente
di velisti “normali” e non di superskipper - è la solitudine. In
qualsiasi punto del Mediterraneo si trovi la tua barca, è al massimo a un paio di giorni di navigazione dalla terraferma. E sai
che i soccorsi, in caso di emergenza, possono arrivare in tempo. Nelle lunghe rotte oceaniche può non essere così.
Proprio per trasformare la traversata in una esperienza meno
solitaria è nata l’idea di un grande trasferimento, tutti insieme,
dall’Europa ai Caraibi, ogni anno in autunno, quando l’aliseo è
propizio e c’è meno pericolo di maltempo.
Insomma una via popolare all’oceano, con un’organizzazione,
pero’, che mette al primo posto la sicurezza e la solidarietà tra
L’
46 Marzo 2004
Santa
Lucia
lia
mig
2800
Isole di
Capo Verde
i partecipanti, aggiungendo un pizzico di amichevole competizione.
Noi di “Spensierata”, un Nauta di 50 piedi (Achille, Bruna, Marina, Mark, Michele, Tara, Rio), ce l’abbiamo fatta in 19 giorni,
di emozioni, felicità, scoperte.
Più o meno così, dall’A alla Z.
212 barche iscritte, provenienti da 24 paesi, delle più diverse
dimensioni e modelli. 198 hanno tagliato la linea del traguardo al largo di Rodney Bay, isola di St.Lucia, nelle Piccole Antille, tra il 4 e il 19 dicembre 2003. Salpate da Las Palmas, Gran
Canaria, il 23 novembre, sono state accolte e festeggiate con
lo stesso calore, dalla prima (“Spirit”, il Vor 60 che ha battuto
il record in tempo reale della regata-crociera attraversando l’Atlantico in 11 giorni, 13 ore e 12 minuti), all’ultima.
A St.Lucia, infatti, l’applauso parte dagli stessi giudici ARC che
suonano la tromba del traguardo. Tanto per farti sapere che, al
di la’ del tempo impiegato, hai comunque vinto: hai superato
l’oceano, ora ti è permesso perfino di sentirti un po’ come Cristoforo Colombo, come lui al timone sulla stessa rotta... Poi,
sia di notte che di giorno, trovi qualcuno in banchina che ti
sorride col punch al rum, un cesto di frutta. Si riabbracciano gli
amici. Ognuno racconta il suo aliseo.
B COME BEVUTE
Gli inglesi, perfetti organizzatori di questa allegra, ma seria, scampagnata fra le onde, ti costringono a partecipare a seminari sulla
sicurezza in barca, ti spiegano come sparare i razzi per chiedere
soccorso. Ti insegnano, simulando il naufragio nella piscina del Varadero Club di Las Palmas, come salire sulla zattera di salvataggio.
Ma ti consigliano pure come rallegrare la vita con l’happy hour, al
tramonto, e di permettere all’equipaggio di scatenarsi con i cocktail e i drink preferiti. Visto che navigando verso ovest c’è da
cambiare l’ora (la differenza è di cinque ore), perche’ non aggiungere i minuti guadagnati ogni giorno al tempo gioioso dell’aperitivo ?
In alto
a sinistra
e sopra l’arrivo
di bolina
a St. Lucia.
A destra
foto ricordo
pochi minuti
prima
di salpare
da Las Palmas
C COME CAPITANO
Ma anche computer. Una coppia inseparabile il nostro dolce ma inflessibile Achille e il PC. Collegato al Gps, serve per il carteggio. Collegato al telefono satellitare, per inviare ogni giorno la posizione al
team dell’ARC e per ricevere quelle di tutta la flotta che plana verso ovest. Al nostro armatore e skipper piace disegnare col mouse
sulla cartina le palline con le posizioni degli avversari. Avversari?
Beh, più che altro tanto studio serve per scoprire dove sono finite
le barche degli amici con i quali abbiamo vissuto le notti di Las Palmas, per sapere se possiamo fare due chiacchiere alla radio.
D COME DOCCIA
Divertente. All’aperto, con acqua di mare e, per i meno tosti, risciacquo finale con quella dolce. Un rito che nei primi giorni, ancora vicini alla vecchia fredda Europa, provoca un brividino, ma poi
sarà un piacere.
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Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela
E COME ESTATE
Meraviglioso andare incontro al caldo e, come se tanta delizia non
bastasse, a una luna sempre più piena. Dalla cerata sopra strati di
pile dei primi turni in coperta, alle ultime magiche notti vestiti della buffa accoppiata costume da bagno-giubbotto di salvataggio con
cintura di sicurezza.
F COME FESTE
Ce n’è una quasi ogni sera, a cura dell’ARC, sia a Las Palmas che a
St.Lucia. Se non si riesce ad andare a tutte, soprattutto alla partenza, è solo perchè si crolla addormentati a causa dei lavori di preparazione della barca e lo stivaggio della cambusa. Non si può mancare però alla parata inaugurale con bandiere nazionali. Party privati, grandi e piccoli, un po’ in tutte le barche, e con i più fatui e fantasiosi pretesti: nazionalità, gemellaggi, simpatia. Perché c’è l’amico cubano con la chitarra; perché è nata una storia d’amore; per insegnarti a smontare il generatore.
G COME GAS
Rotta verso Ovest. Occhio agli strumenti, ma anche tanti
momenti di relax e di risate tra il mare e le nuvole.
In basso la grinta di Tara tra le onde.
Dopo due giorni dalla partenza, si è rotto l’erogatore del gas, evento cruciale per la nostra navigazione. Sapete, quella valvoletta rotonda che unisce la bombola al tubo di gomma, prima che questo si
avvii verso i fornelli per produrre la benefica fiamma.
Un’avaria che ci ha gettato nello sconforto. Non ancora all’altezza
di Capoverde, e davanti a noi non c’era più l’oceano dei sogni e dell’avventura, ma giorni e giorni foschi e pieni di fredde scatolette e
aridi biscottini. Zero caffè, niente pasta! Ci siamo fatti coraggio
quando il nostro inesauribile capitano ha tirato fuori un minuscolo
fornellino elettrico. Bruna ci ha messo un paio
d’ore, ma e’ riuscita a preparare tortellini al sugo per sette: è tornato il sorriso. Ma soprattutto si sono messi in moto i cervelli di Achille, che a tempo perso è anche ingegnere, e di
Michele, che non solo è avvocato ma è anche
di Napoli, dove l’arte, o meglio, il genio di arrangiarsi è tradizione. Così l’erogatore è stato
segato a metà (io spiavo di nascosto e ho visto che dentro l’infernale meccanismo rotolava una misteriosa pallina); poi Michele lo ha
rimontato, recitando qualche formula magica,
e sigillato con una sostanza da alchimista:
“ferro liquido” ha sussurrato brandendo una
bomboletta con su scritto “Locktite”. Il gas si
è riacceso. Bruna per festeggiare ha fatto una
pasta al forno che non dimenticheremo mai.
H COME HOT-DOG
Qualcuno ha voluto comprarne pensando di fare un gran piacere al nostro giovanissimo, 24
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anni, amico tedesco Carsten. Anche per farci
perdonare del fatto che gli abbiamo affibbiato un altro nome, Rio. Ma lui ci ha spiegato
che non ama salsicciotti e affini; in Germania non ne mangia mai. Ci ha quasi rimproverato per il luogo comune: come dire che un
italiano mangia sempre e solo spaghetti.
In compenso ha molto apprezzato il nuovo
nome, sostiene che gli ricorda il rock.
I COME INCUBO
Incontrare di notte le barche dei rematori,
impegnati pure loro in una regata atlantica
(che coraggio!), e travolgerle. C’erano continui avvisi degli organizzatori di stare attentissimi. Spiegavano che le loro luci si alimentavano con pannelli solari; sarebbero bastati due giorni nuvolosi per oscurarli e impedirci di vederli in tempo.
L COME LAS PALMAS
Oltre al supermercato del Corte Ingles, per le spese, conosciamo soprattutto il fronte del porto, dal bel nome: “Puerto de la Luz”. Chilometri di banchine dedicate alle barche ARC, splendenti, con il gran pavese e qualche originale decorazione natalizia (perché non abbiamo
pensato pure noi a portarci quel bel filo di lampadine dell’albero?).
Tutti indaffaratissimi. Per esempio a dipingere murales sui muretti, firma coloratissima che ogni equipaggio lascia quando, con un tuffo al
cuore (almeno noi), sta per affrontare 3.000 miglia senza scalo.
Ultimi giorni di navigazione verso i Caraibi.
Fa sempre più caldo come dimostrano il pareo steso
sulla draglia e l’ombrellino usato da Bruna e Achille
per ripararsi dal sole
M COME MIGLIA
“Spensierata” ne ha fatte 140 al giorno in media. In totale 3.075.
Siamo arrivati 95° nella classifica over-all, su 198 barche. 14° della nostra classe.
N COME NOTTI
Animate, sempre. Intanto, l’aliseo di notte rinforza. Non come le capricciose brezze mediterranee con cui traffichiamo d’estate.
Ma il vero motivo per cui non abbiamo usato, praticamente mai, il
pilota automatico risiedeva nel piacere di stare al timone, planando
sulle onde con la luna e le stelle. Si’, planando, un po’ come su una
tavola da windsurf.
O COME OCEANO
Tutti eravamo alla prima esperienza. Ma la cosa più curiosa è che,
velisti per passione, ci siamo trovati insieme su “Spensierata”, per
caso e bene: passaparola con amici comuni, incontri sul molo di Las
Palmas. Un milanese, una siciliana, tre napoletani, un inglese, un
tedesco: viva l’Europa.
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Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela
ARC PER CHI?
ARC è l’acronimo di Atlantic Rally for Cruisers. Questo già
chiarisce lo spirito dei partecipanti, lontani dalla pura competizione. L’ARC, più che una regata, ricorda un’allegra gita
tra amici e conoscenti. E’ proprio questa la forza della traversata oceanica più affollata al mondo, nata per unire quel nutrito numero di imbarcazioni che, in novembre e dicembre miglior periodo, grazie agli Alisei di nordest - pianificano il
“salto” verso i Caraibi. Un indovinato modo di far partire tutti nello stesso tempo, così da avere molte barche vicine, aumentare la possibilità di controllo e assistenza e, perciò, un
livello di sicurezza elevato. Insomma, 2800 miglia in Atlantico aperte a tutti.
L’ultima edizione ha visto la partecipazione di più di 200 imbarcazioni. Oltre “Spensierata”, le altre italiane presenti erano:
“Bandini” (Centurion 45) di Roberto Murgia; “Bora Bora 2”
(Sun Odyssey 52.2) di Alessandro Baldissera Pacchetti; “Emi-
P COME PESCI
Da ricordare la lampuga di 105 centimetri e 8 chili, trasformata
in filetti e cotta al forno. E quella sua parente che Michele ha liberato ancora viva, sporgendola fuori bordo attaccata a una cima
con un nodo inappropriato. Poi i pesci volanti, anzi “svolazzanti”, come diceva Tara, belli da vedere. Cercavamo di salvarli gettandoli subito in acqua quando piombavano in coperta. Ah sì: poi
c’è stata la balena, appena salpati da Gran Canaria, enorme. Giocava con la prua della barca come un delfino.
sphere” (Franchini 45L) di Italo Danesi; “Kiribati” (Sun Odyssey 51) di Mario Brichetti; “Kismet” (Hallberg Rassy 49) di
Gian Luigi Carella; “Lady R” (Oceanis 361) di Ezio Mengozzi e
“Nonna Bimba” (Hallberg Rassy 42) di Emanuele Santagostino Baldi.
La prossima ARC partirà il 21 novembre 2004, sempre da Las
Palmas sull’isola di Gran Canaria, per arrivare sempre a Rodney Bay sull’isola caraibica di St.Lucia. Sono ammesse imbarcazioni di lunghezza compresa tra 25 e 60 piedi.
E’ possibile trovare informazioni sui siti internet:
www.worldcruising.com
www.turismograncanaria.com
www.rodneybaymarina.com
L’organizzazione è a cura di: World Cruising Club
120 High Street - Cowes - PO31 7 AX - UK;
tel.: +44.1983.296060 - fax: +44.1983.295959
hour al profumo di pane e pizza calda.
Quando non è a prua, avvolto tra drizze e scotte, Michele le canticchia una canzoncina da lui creata: “la Regina della Cucina”. Ma
anche lui se l’è cavata bene con il barracuda marinato servito col
gin tonic.
Poi le uova: ne abbiamo mangiate ben novanta, soprattutto strapazzate con il bacon.
S COME SQUALLS
Quando arriviamo? Quante miglia abbiamo fatto? Quando è il mio
turno? Quando è meglio strambare? Quel brutto groppo arriverà
sulle nostre teste? Le domande non ci danno tregua 24 ore su 24.
Non siamo mai del tutto sicuri di niente, a parte le cifre degli
strumenti. Ma è così appassionante questo continuo interrogare
se stessi e gli altri. Fa dimenticare l’unica certezza: quando tornerò in Italia, purtroppo, mi toccherà lavorare.
Scrutavamo l’orizzonte, disquisendo su forma e colore delle nuvole per vedere in tempo questi temuti groppi dell’oceano. E li
annunciavano ogni giorno. Una sera arriva la chiamata generale
ARC per maltempo in arrivo nella notte, con raffiche di vento di
60-70 nodi. Discutiamo le manovre da fare in caso di emergenza, pare proprio che resteremo tutti svegli per la preoccupazione. Invece, nel giro di pochi minuti, chi non è di turno va a dormire. L’oceano ci fa sempre un po’ paura, ma ormai siamo diventati amici.
R COME RICETTE
T COME TURNI
Bruna è talmente brava e fantasiosa. Un indiscusso primato conquistato passando dal maiale al curry con riso bianco e verza rossa, alla pasta cavolfiori e zafferano e, soprattutto, per quell’happy
Rigorosi, di quattro ore e mezzo circa. Con due ore e mezzo di
giorno al timone, e due di notte. Grandi emozioni: l’aliseo non è
capriccioso e non ti abbandona mai. Al massimo, qualche giorno
Q COME QUANDO
A sinistra Mark in
posa con la nostra
spazzatura, dopo la
traversata.
A destra due
immagini di Las
Palmas: un molo di
Puerto de la Luz e
la parata degli
equipaggi che
inaugura l’ARC
Sullo sfondo di “Spensierata” (sopra) le cime di
Pigeon Island, all’estremità Nord di St. Lucia.
A destra un occasionale compagno di viaggio
cambia direzione da nordest a est, a sudest.
E le onde sono sempre montagne d’acqua che passano sotto la
barca. Puoi chiamarlo dolce ritmo delle onde, o respiro dell’oceano, se sei in un momento romantico. Puoi chiamarlo rollio inarrestabile, se soffri di mal di mare.
U COME UOMO DELLA SPAZZATURA
E’ Mark, scozzese vissuto a Verona e a Cowes, che ora abita a Las
Palmas, dove l’abbiamo incontrato. Impeccabile ed efficiente il
suo sistema di stivare ogni rifiuto, di schiacciare lattine e bottiglie, o di riempirle con pazienza d’involucri di plastica e di stagnola schiacciati e pressati. Quello della spazzatura (come tutto
quanto relativo all’ordine e lo spazio), credetemi, non è un problema da poco, e richiede la collaborazione dell’intero equipaggio
almeno quanto una strambata. E’ merito di Mark se alla fine abbiamo prodotto appena tre sacchi.
V COME VELE
Non sono state gentili. Lo spinnaker ci ha abbandonato squarciandosi dopo cinque giorni di navigazione (e, giuro, senza nessuna colpa di chi era al timone). Poi, un po’ per volta si sono
spaccate tutte le stecche della randa, che prendeva così forme
sempre più ridicole con bozzi e gobbe. Ma c’era la randa di rispetto, e così è stata sostituita. Senza spi, con un vento dove lo
spi sarebbe stato ideale, le abbiamo provate tutte, Mps, yankee e
randa, fiocco tangonato. Insomma, i più disparati esperimenti. Di
sicuro non ci siamo mai annoiati.
Z COME ZERO
Zero noia, appunto. Rispondo così alla domanda che amici curiosi, velisti e non, fanno quando racconto di aver partecipato all’ARC. Non ti sei stufata a stare diciannove giorni in barca senza
niente da fare? Ma se mi sembra di non aver mai avuto un momento libero! Anzi, non c’è stato nemmeno il tempo di guardare
bene com’era l’oceano. E’ per questo che, appena posso, voglio
farlo di nuovo.
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