PARCO DEL TICINO: LE FORESTE PIÙ VASTE E ANTICHE DELLA
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PARCO DEL TICINO: LE FORESTE PIÙ VASTE E ANTICHE DELLA
PARCO DEL TICINO: LE FORESTE PIÙ VASTE E ANTICHE DELLA PIANURA PADANA Newsletter n. 3 Il patrimonio forestale del Parco del Ticino Il Parco Lombardo della Valle del Ticino è l’area naturale più vasta e meglio conservata della Pianura Padana e ne racchiude gran parte della diversità ambientale. La Valle del Ticino rappresenta inoltre l’unico elemento di continuità ecologica fra le Alpi e Prealpi e il fiume Po e, attraverso quest’ultimo, con l’Appennino. Le estese formazioni forestali planiziali presenti nell’area protetta costituiscono circa il 22 % dell’intera superficie dell’area protetta, per un’estensione complessiva di circa 20.000 ettari. Si tratta nel suo insieme della più vasta foresta della Pianura Padana. Gli ambienti forestali presenti nell’area protetta comprendono ontaneti, saliceti, pioppeti, castagneti e pinete a Pino silvestre, ma tra le tipologie forestali che maggiormente caratterizzano il paesaggio della Valle del Ticino spiccano soprattutto querceti e querco-carpineti ancora ben conservati e dotati di un corredo originario di specie erbacee ed arbustive, che ha consentito la definizione di associazioni e subassociazioni vegetali caratteristiche. In particolare i “Boschi Negri”, oggi Riserve Naturali di proprietà dell’Università e del Comune di Pavia, mantengono ancora i tratti originali dell’antica foresta planiziale, tanto da rappresentare elementi esemplari per lo studio della vegetazione forestale planiziale europea. Degno di nota è anche il complesso della vegetazione fluviale, continuamente rinnovata dal fiume con le sue piene. È composta da una successione naturale, apparentemente disordinata, ma in realtà armoniosa, di saliceti arbustivi, saliceti arborei, boschi di pioppo, ontaneti e, più Figura 1 - Ontaneto a Morimondo. 2 lontano dal fiume, boschi di olmo e di farnia. Il Ticino è probabilmente l’ultimo fiume sud-europeo dove si manifestano questi straordinari fenomeni naturali. I boschi di suoli aridi, anche se prossimi al fiume, rivestono anch’essi una particolare importanza, perché sono cresciuti sui depositi di ghiaia fluviale e ospitano il cerro, la roverella, il ginepro comune ecc. La “visione” che ha il Parco dei futuri boschi del Ticino, nel rispetto degli obiettivi di tutela e sviluppo che gli sono stati affidati dalla collettività regionale, è direttamente collegata alla necessità di mantenere e, laddove possibile, potenziare e arricchire il proprio patrimonio forestale. Per fare questo occorre continuare a svolgere un’imponente opera di restauro di ecosistemi forestali degradati, di gestione forestale sostenibile e di riforestazione di aree prive o carenti di boschi. Sono decine le aree di cave dismesse, o di ex pioppeti, acquistate o convenzionate con enti pubblici e con privati, recuperate a bosco. Un dato per tutti: nei suoi primi 40 anni di vita il Parco del Ticino ha piantato oltre un milione di alberi. Nel corso degli anni il Parco ha inoltre definito dei criteri operativi propri ed originali per la corretta esecuzione di interventi di miglioramento forestale e di rimboschimento, che prevedono: 1. utilizzo esclusivo di specie autoctone, con un’attenzione crescente all’impiego di genotipi di provenienza locale; 2. impiego di più specie nello stesso impianto, con composizione adeguata alle caratteristiche della stazione (valle fluviale o alta pianura; suoli agricoli o incolti ecc.); 3. utilizzo di specie arboree ed arbustive; Figura 2 - Esempio di intervento di miglioramento forestale nel Parco del Ticino. 3 4. utilizzo di specie baccifere per incrementare le risorse alimentari per la fauna selvatica; 5. prevalenza delle specie più rustiche e quindi meglio resistenti, mantenendo però anche la presenza di quelle che costituiranno il soprassuolo definitivo; 6.impiego di pacciamatura, shelter e tutori; 7. sesto di impianto geometrico che, pur consentendo cure colturali meccanizzate, essendo caratterizzato da un andamento curvilineo darà al bosco una migliore integrazione con il paesaggio naturale poiché, una volta cresciuto, perderà, prospetticamente, l’aspetto di “impianto artificiale”; 8.cure colturali intensive nei primi anni: sfalcio delle specie infestanti, irrigazioni di soccorso e sostituzione delle fallanze per almeno 3-5 anni; 9.cure colturali prolungate sino all’affermazione definitiva (affrancamento) del rimboschimento. I boschi del Parco: un mondo di biodiversità Gli ambienti forestali del Parco Lombardo della Valle del Ticino preservano una biodiversità non altrimenti riscontrabile in altre aree planiziali e costituiscono una vasta “area sorgente” per numerose specie animali legate ai boschi oramai rare e localizzate nella Pianura Padana lombarda, quali per esempio, tra gli Uccelli, Picchio rosso minore, Cincia bigia, Picchio muratore e Rampichino comune, e tra gli Anfibi Rana agile (figura 3), Rana di Lataste e soprattutto l’endemico Pelobate fosco. Figura 3 - Rana agile. 4 Figura 4 - Bosco rado termofilo nella Riserva “La Fagiana”: un habitat di grande pregio naturalistico. Figura 5 - Castagneto a Vergiate, nel settore settentrionale del Parco. 5 Tali ambienti forestali costituiscono inoltre il principale corridoio ecologico tra le Alpi e gli Appennini e rappresentano la principale area di espansione verso gli ambiti planiziali di specie tradizionalmente legate a contesti montani. A testimonianza di ciò negli ultimi dieci anni si è verificata una colonizzazione spontanea da parte di specie caratteristiche delle aree più selvagge: dalle Prealpi, seguendo il corridoio ecologico del Ticino, è arrivata la Martora, e in epoca più recente è stata riscontrata la nidificazione di specie quali Picchio nero e Astore. Nel novembre 2012 è arrivato, addirittura, un Lupo appenninico, che presumibilmente proveniva dall’arco alpino, recentemente ricolonizzato spontaneamente dalla specie. L’ultimo Lupo della zona era stato ucciso nel marzo 1818 fra il Ticino e l’abitato di Novara. Alcuni degli ungulati presenti sino alla fine del 1700 sono ricomparsi, in particolare il Capriolo , che è tornato non solo in seguito alla reintroduzione attuata dal Parco nell’area centrale ma anche all’espansione dall’area prealpina nel tratto settentrionale. Miglioramenti forestali a favore dell’avifauna Il progetto “Gestione e conservazione di agroecosistemi e di ambienti forestali a favore dell’avifauna di interesse conservazionistico nel Parco del Ticino”, promosso da Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Parco Lombardo della Valle del Ticino e cofinanziato da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando Biodiversità 2011, si prefigge, tra gli altri, di eseguire interventi che migliorino lo stato di conservazione degli Figura 6 -Cincia bigia (Foto Antonello Turri). 6 ambienti forestali presenti nell’area protetta, in particolare a favore dell’avifauna di interesse conservazionistico, attraverso il ripristino dello strato arbustivo. La carenza, o assenza, degli arbusti in ambito forestale è infatti uno dei principali elementi che stanno determinando il declino di alcune specie legate agli habitat forestali e in modo particolare di alcuni Passeriformi. Ad esempio la Cincia bigia (Poecile palustris) è una specie forestale dall’elegante piumaggio, strettamente legata ai boschi maturi (scava il suo nido nel legno marcio) e in declino a livello europeo, tanto da essere stata classificata Species of European Conservation Concern da BirdLife International. Tale specie svolge gran parte dell’attività di alimentazione (si nutre di piccoli insetti e larve) nello strato arbustivo del bosco ed è assente da aree forestali in cui questo non è presente, o è scarsamente rappresentato. Gli studi ornitologici condotti nell’ambito del progetto hanno evidenziato come la Cincia bigia sia piuttosto ben distribuita in alcuni settori dell’area protetta, tanto che il Parco del Ticino può essere definito una vera e propria “area sorgente” per questa specie a livello di Pianura Padana, come risulta evidente dalle mappe che ne mostrano la distribuzione nel Parco e a livello di Pianura Padana (Figura 7). Le aree “I Geraci” (nel Comune di Motta Visconti - MI) e “Turbigaccio” (nel Comune di Lonate Pozzolo - VA), entrambe di proprietà del Par- Figura 7 - Cincia bigia. A sinistra: distribuzione dei dati di presenza della specie in periodo riproduttivo nel Parco Lombardo della Valle del Ticino nel 2012 e 2013. A destra: distribuzione dei dati di presenza della specie in Italia centro-settentrionale; viene evidenziato il Parco del Ticino (mappa tratta dalla piattaforma Ornitho.it). 7 co del Ticino, nell’ambito del progetto Cariplo sono state individuate come le più idonee ad eseguire interventi di messa a dimora di arbusti, al fine di migliorare i seguenti habitat di interesse comunitario: - 9160 “Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa centrale del Carpinion betuli”; - 91EO* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae); - 91FO “Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris). Il progetto ha previsto, a integrazione degli interventi di miglioramento forestale già in corso di realizzazione da parte del Parco del Ticino, l’esecuzione, nelle medesime aree, di sottopiantagioni con specie arbustive particolarmente idonee per l’alimentazione di specie ornitiche di interesse conservazionistico, al fine di rendere tali habitat forestali idonei per specie particolarmente esigenti in termini ecologici. L’intervento ha previsto l’impianto di 4.144 nuovi esemplari di specie arbustive forestali autoctone, così suddivise:. Specie Prugnolo (Prunus spinosa) Biancospino (Crataegus monogyna) Rosa selvatica (Rosa spp.) Pado (Prunus padus) Nocciolo (Coorylus avellana) Sambuco (Sambucus nigra) Totale N. piante 629 629 443 814 814 814 4.144 Figura 8 - Codibugnolo in alimentazione su un arbusto (foto Antonello Turri) 8 Gli interventi di messa a dimora saranno seguiti da cure colturali per tutta la durata del progetto. Gli interventi prevedono: - sfalcio delle specie esotiche (Ciliegio tardivo, Ailanto, Robinia, Phytolacca, Reynoutria); - irrigazioni di soccorso; - sostituzione delle fallanze; - manutenzione delle piantine (rincalzamento, cambio tutori danneggiati ecc.); - rimozione dei tutori nell’ultimo anno di progetto. L’esecuzione dell’intervento è a cura di ERSAF – Ente Regionale Sviluppo Agricoltura e Foreste. Marcite e avifauna in inverno Nel corso degli inverni 2011-2012 e 2012-2013 i monitoraggi ornitologici condotti nelle marcite del Parco, la cui gestione è stata in parte finanziata nell’ambito del progetto sopra citato, hanno permesso di portare a 45 il numero di specie rilevate in tale ambiente nella stagione più difficile dell’anno per gran parte delle specie faunistiche. È stato possibile poi verificare come la distribuzione nel Parco del Ticino di specie di pregio, quali la Pavoncella e il Beccaccino, in questo periodo si sovrapponga in gran parte con la distribuzione delle marcite, come ben mostrano le mappe riportate nelle figure 9 e 10, che riportano la distribuzione delle osservazioni rispettivamente di Beccaccino e Pavoncella negli inverni 2011-2012 e 2012-2013 (mesi di dicembre e gennaio) nel Parco Lombardo e la distribuzione delle principali marcite. Figura 9 - Distribuzione delle osservazioni invernali di Beccaccino nel Parco Lombardo della Valle del Ticino e localizzazione delle principali marcite (inverni 2011- 2012 e 2012-2013). 9 Figura 10 - Distribuzione delle osservazioni invernali di Pavoncella nel Parco Lombardo della Valle del Ticino e localizzazione delle principali marcite (inverni 2011-2012 e 2012-2013). Figura 11 - Allodola con terreno innevato (Foto Antonello Turri). Monitoraggio delle farfalle Prosegue il monitoraggio delle farfalle in una radura prativa di 6000 mq localizzata nella Riserva Naturale Orientata “La Fagiana” effettuato dai Volontari della Biodiversità del Parco del Ticino. Le uscite vengono effettuate da maggio a settembre, con cadenza quindicinale, in giornate calde e soleggiate, preferibilmente prive di vento e nelle ore centrali della giornata (dalle ore 10.00 alle ore 14.00). Nel biennio 2012-2013 sono state effettuate 18 uscite di campo e censite 29 specie. In particolare nel primo anno di indagine (2012) sono state rinvenute 20 specie, nel secondo anno (2013) il numero è salito a 23. Nel territorio del Parco Lombardo della Valle del Ticino sono state complessivamente censite 101 specie di Lepidotteri Ropaloceri e nella radura in esame ne sono state rilevate 29, il 28,7% delle specie note per l’area protetta. Si tratta di una percentuale interessante se si considera la ridotta tipologia di habitat indagati e la ristretta dimensione dell’area studiata. Oltre al lavoro di monitoraggio, nel biennio 2012-2013 è stata attivata una casella di posta elettronica ([email protected]) al fine di poter raccogliere informazioni e segnalazioni riguardanti le farfalle del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Grazie a questa iniziativa di sensibilizzazione sono state recapitate check-list, fotografie ed utili indicazioni da parte di appassionati e professionisti che da anni operano nel territorio del Parco. Alcune notizie ricevute riguardano la presenza di specie di particola10 re interesse conservazionistico, come Coenonympha oedippus o Ninfa delle Brughiere (Figura 13), considerata una delle farfalle europee maggiormente minacciate di estinzione a causa della continua riduzione dell’habitat in cui vive e la cattura da parte di collezionisti. È infatti inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nell’allegato II della Convenzione di Berna (1979). Figura 12 - Ninfa delle brughiere (Coenonympha oedippus) (Foto Norino Canovi). 11 Hanno collaborato a questo numero: Barbara Badino, Massimo Balocco, Adriano Bellani, Valentina Bergero, Michele Bove, Davide Cameroni, Fulvio Caronni, Fabio Casale, Marco Chemollo, Orietta Cortesi, G. Matteo Crovetto, Claudio De Paola, Riccardo Falco, Tania Feltrin, Francesco Gatti, Mattia Marchesi, Aldo Paleari, Valentina Parco, Alice Pellegrino, Cristina Poma, Debora Sala, Francesca Trotti. Si ringraziano Norino Canovi e Antonello Turri per le foto gentilmente fornite. Nei prossimi numeri Per tutta la durata del progetto “Gestione e conservazione di agroecosistemi e di ambienti forestali a favore dell’avifauna di interesse conservazionistico nel Parco del Ticino” è prevista la realizzazione di newsletter informative. I temi chiave trattati nelle newsletter sono i seguenti (viene evidenziato il presente numero): Numero newsletter Temi chiave 1 Presentazione del progetto Le marcite 2 L’avifauna nidificante negli ambienti agricoli 3 Miglioramenti forestali con messa a dimora di specie autoctone 4 L’avifauna nidificante negli ambienti forestali 5 La gestione dei prati e la creazione di siepi e tessere agroambientali. Il monitoraggio delle farfalle: aggiornamenti 6 L’avifauna migratrice e svernante degli ambienti agricoli e forestali 7 Il pascolo bovino negli ambienti prativi di pianura 8 Risultati di fine progetto 12