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Spari e terrore al Tribunale: tre morti
L'assassino è entrato a Palazzo di giustizia con una pistola eludendo il metal detector In aula i primi due omicidi e due ferimenti, poi ha raggiunto il magistrato nel suo ufficio Spari e terrore al Tribunale: tre morti Claudio Giardiello, imputato per bancarotta, uccide un avvocato, il socio-testimone e un giudice Stefano Elli MILANO Sono quasi le n del mattino di un normale giovedì. Al terzo piano delpalazzo di giustizia di Milano ci si prepara a un'ordinaria udienza per una bancarotta fraudolenta. La sezione è la seconda penale bis. Il pm in aula è diverso dal titolare dell'inchiesta Bruna Albertini: si tratta di Luigi Orsi, a capo del pool reati fallimentari del tribunale. Orsi dispone le carte sulbanco a sinistra destinato alla pubblica accusa, dalla parte opposta la difesa degli imputati. Poi scoppia l'inferno. Uno degli imputati Claudio Giardiello, 57 anni, amministratore della ImmobiliareMagentaSrl, forse daunaborsa, estrae una pistola semiautomatica 7,65, pare regolarmente detenuta, ed esplode almeno dieci colpi. Tra il primo colpo e gli altri trascorre qualche secondo. Tutti, avvocati, testimoni, pm e giudici, si gettano a terra e si riparano tra i banconi di legno. Sul pavimento restano due morti: Lorenzo Claris Appiani, avvocato, e Giorgio Erba, amministratore di un'altra società coinvolta nel piccolo crack, la Ci s ep. Altri due sono feriti: sono Claudio Limongelli, nipote di Giardiello e figlio della sorella e un noto commercialista di Milano, Stefano Verna, ferito a una gamba fuori dall'aula. Poi siva anche oltre l'incredibile. Giardiello, approfittando della confusione, esce dall'aula, e s'incammina verso l'ala opposta del palazzo di giustizia. Lontanissi- ma. Nessuno lo ferma. Forse nasconde l'arma nella borsa. Certamente sa già dove andare. Probabilmente ha anche effettuato dei sopralluoghi nei giorni precedenti. L'ufficio che vuole raggiungere non è facile da rintracciare neppure per chi lavora nel Palazzo. Occorre percorrere l'intera sala centrale, circa 15o passi, scendere l'enorme scalinata sino al secon- Dopo il triplice omicidio, l'uomo è fuggito su una moto. È stato arrestato a Vimercate: «Mi sono vendicato», ha detto ai carabinieri AlTribunale, i dipendenti e gli utenti sono stati invitati a rimanere nelle stanze, poi sono stati evacuati, prima le donne, poi gli uomini ............................................................................. do piano e girare a destra. Nona sinistra dove ha la sede la sezione fallimentare. Là, in fondo al lunghissimo corridoio, girando di nuovo a destra c'è il tribunale delle imprese. L'obiettivo di Giardiello lavora nella stanza 250. È Ferdinando Ciampi, magistrato sulla soglia della pensione, si sarebbe dovuto ritirare a dicembre. Il giudice era figura assai nota a Milano. Esperto di diritto falli- mentare, è stato il reggente della seconda sezione civile nell'intervallo tra la presidenza di Bartolomeo Quatraro e quella di Filippo Lamanna; ha a lungo lavorato al tribunale Commerciale, la vecchia sezione ottava civile. Giardiello percorre indisturbato il lungo corridoio, nessuno lo nota. Nessuno lo ferma. Arriva in f ondo e gira di nuovo a destra. Legge la targa con il nome del magistrato e apre la porta. L'ufficio di Ciampi è troppo lontano dal punto della prima sparatoria perché abbia sentito gli spari. Con lui c'è la cancelliera Franca Esposito. Ma è di spalle: sta riparando una stampante inceppata. L'assassino spara altri due colpi. Per il magistrato non c'è nulla da fare. Cade colpito alla scapola e all'inguine. La Esposito è sotto shock. Pare nonricordi neppure gli spari. Poi Giardiello si gira e, ancoraunavoltaincredibilmente indisturbato, ripercorre il corridoio, esce dal varco più vicino, quello di via Manara, lo stesso dal quale gli inquirenti ritengono sia entrato, inforca uno scooter e si allontana. Nel frattempo a palazzo di giustizia si sparge la voce che il killer sia ancora all'interno delpalazzo. La gente, presa dal panic o, si affolla alle uscite.I controlli saltano. I server interni degli uffici diramano una mail di allarme. Tutti gli impiegati debbono chiudersi nei rispettivi uffici. Alla fine i carabinieririntracciano e arrestano Giardiello a V imercate. E tutto tranne confuso, anzi pare fosse intenzionato a continuare il bagno di sangue con un altro omicidio. Più passano le ore più, si fa strada la sensazione, che poi diventa certezza, che si tratti di un massacro accuratamente pianificato. L'identikit delle vittime innanzitutto: Lorenzo Claris Appiani,descritto inizialmente come un semplice testimone, è in realtà l'avvocato che ha depositato l'istanza di fallimento perla societ à di Ciardiello,l'immobiliare Magenta Srl: istanza accolta daltribunale fallimentare il 13 marzo del 2008 per un buco quantificato dal curatore fallimentare Walter Marazzani in alcuni milioni di curo. Non solo: Giorgio Erba, amministratore di una società edile, la Cisep, conla quale la Magenta Srl era entrata in affari con l'acquisizione del25%io di un'altra immobiliare: la Miani Srl di cui la Cisep, deteneva il75°io.'Tra Giardiello e i soci di Cisep c'era da tempo tensione per una questione di ripartizione di denaro. Una vicenda su cui aveva indagato, appunto, la pm Bruna Albertini che oggi avrebbe dovuto essere in aula al posto di Orsi. E infine il nipote: Claudio Limongelli: anche con lui erano sorte delle pesanti controversie societarie. E infine Ciampi, membro del collegio di giudici, che ha decretato la fine del sogno di imprenditore di un uomo descritto dai suoi stessi ex avvocati come gentile in apparenza, ma soggetto a scatti d'ira. «Mi volevo vendicare» ha dichiarato Giardiello dopo l'arresto. 0 RIPRODDZION E RISERVATA Terrore e dolore . In alto, dipendenti e utenti del Tribunale di Milano lasciano gli uffici dopo il triplice ornicidio.A sinistra, la vedova del giudice Ferdinando Ciampi, accompagnata dagli agenti di polizia