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Nuclei 5 il che polivalente
Il “che” polivalente (da www.treccani.it) Nella lingua d’oggi, soprattutto nell’italiano parlato colloquiale, è diffusa la tendenza a estendere l’uso del che, con significato generico, anche come introduttore di subordinate che nell’italiano standard avrebbero più spesso altre congiunzioni subordinanti. Il che polivalente si associa qui inoltre all’indicativo. In particolare si parla di che polivalente nel caso in cui la congiunzione sia utilizzata per introdurre frasi di significato consecutivo (come in 1), frasi causali (2), frasi relative temporali (3), frasi finali (4): (1) vieni che ti pettino (che = cosicché) (2) vai a dormire che ne hai bisogno (che = perché) (3) maledetto il giorno che ti ho incontrato (che = in cui) (4) fai in modo che è tutto pronto al mio arrivo (che = affinché) Come accennato, in molti casi l’accettabilità della subordinata nella lingua standard dipende dal modo verbale: l’indicativo fa rientrare la frase introdotta dal che polivalente in un registro più colloquiale (5) rispetto alla frase al congiuntivo (6): (5) a. guarda che non fa sciocchezze (che = affinché) b. mi meraviglio che non ha detto nulla (che = del fatto che) (6) a. guarda che non faccia sciocchezze b. mi meraviglio che non abbia detto nulla Rientra tra i casi del che polivalente anche l’uso generalizzato della congiunzione che nelle frasi relative in sostituzione di un pronome relativo cui o il quale: (7) ho sentito delle cose che al limite non avevo fatto caso [= delle cose cui non avevo fatto caso] (8) il paese che sono stato domenica scorsa si chiama P. [= il paese in cui sono stato] (9) l’amico che stavo parlando un attimo fa è una vecchia conoscenza [= l’amico con cui stavo parlando]