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Descrizione - biciescursioniconstefano.it
Alla ricerca di un aeroporto . . . scomparso Tutto ha inizio presso la solitaria Cascina Malpensa, nella brughiera di Lonate Pozzolo, nel 1886 . . . quando qui fu costruita una caserma per l’addestramento dei giovani militari. Qui partì anche una mongolfiera, l’aerostato “Verdi” che sorvolò Lonate a una decina di metri di altezza e che si diresse “impavido” verso il fiume, ma un colpo di vento lo fece atterrare a Vercelli. Poi arrivarono i fratelli Caproni nel 1910 che la utilizzarono per le prove di volo dei loro aerei prototipi, disegnati e progettati nell’impero asburgico, ad ALA, nel Trentino. Già nel maggio essi testarono il prototipo Ca1 e da quel momento nacque la gloriosa storia dell’aereonautica italiana, strettamente legata al campo di LONATE POZZOLO. Nella pista di Lonate arrivò anche Francesco Baracca dove si fece fotografare. A seguito della guerra in Tripolitania la CAPRONI si associò a fabbriche di bombe e di armi mentre sul territorio arrivavano altre officine aereonautiche come la SIAE MARCHETTI e l’AGUSTA. I “favolosi anni venti” videro nascere così in zona un importante SISTEMA di aeroporti: SESTO CALENDE per idrovolanti da qui era partito l’aereo che ritrovò la tenda rossa al Polo Nord, con Nobile e il suo equipaggio MALPENSA caserma e scuola pilotaggio VERGIATE che ospitava gli “arrivi dei gerarchi” ma fu anche strettamente legata All’atterraggio di un UFO il 13-6-1933 codificato RE/33 e poi insabbiato VENEGONO per caccia solo voli notturni CALCINATE per volo a vela per gerarchi e privati CAMERI (Novara) scuola di volo attualmente per addestramento FRECCE TRICOLORI LONATE POZZOLO pista LA PROMESSA gruppo aerosiluranti del cap. BUSCAGLIA all’indomani dell’armistizio, con presenza di militari e ufficiali tedeschi. CAMPO DELLA PROMESSA a Lonate Pozzolo Gabriele D’Annunzio, nella giornata dell’11 marzo 1926, entusiasta per ciò che aveva visto, lasciò scritto: “Questo luogo ora avrà il nome di Campo della Promessa per ricordare la promessa giurata degli avieri di servire la Patria” Fu nel 1927 che a Lonate, nella via GAGGIO fu costruito il “Campo di bombardamento”, tra via S. Maria di Ferno in direzione Vizzola, solo nel 1930 la pista fu illuminata con la corrente elettrica. Il 30 aprile del 1940 si alzò in volo il 1° aereo a reazione italiano, guidato dal cap. De Bernardo, allievo di Baracca. Era in effetti il secondo aereo a reazione costruito nel mondo e volò prima ancora di quello inglese. L’aereo poi fece rotta per Guidonia, dove stranamente fu rinchiuso in un hangar e dimenticato, . . . qui fu bombardato nel 1943 ed anche i rottami furono dimenticati. Il campo della promessa il 10 settembre 1943 fu occupato da piloti della Luftwaffe che furono messi “a vigilare” dallo stesso ministro degli armamenti Speer, mentre la Todt costruì altre piste di raccordo con 3.000 prigionieri italiani sistemati nelle baracche di via Gaggio con una cucina da campo . . . era in progetto anche una tranvia che andasse da Lonate a Gallarate. Il campo ebbe due hangar, a Nord quello degli storni, a Sud quello del gruppo Caccia, alle spalle di questi c’era il “casermone” degli avieri, le piscine, i campi da gioco e le strutture aeroportuali. I trionfi . . . montati . . . della squadriglia BUSCAGLIA. Per l’azione svolta dal gruppo comandato dal magg. Buscaglia nella baia di Algeri, ma molti siluri, lanciati verso le navi inglesi, non esplosero . . . Buscaglia morì . . . e fu trionfo per gli equipaggi superstiti, in seguito si fece un’indagine militare sui siluri. Ma Buscaglia non era morto, ricomparve su un aereo militare americano e il 23 agosto 1944, in fase di atterraggio, per un errore tecnico, si schiantò al suolo. Fu ancora la propaganda che inneggiò la squadriglia, al comando del cap. Marini, di ritorno dalla STRAORDINARIA IMPRESA della baia di Gibilterra . . . in realtà i danni al naviglio inglese furono molto limitati, ma molti apparecchi si persero al ritorno per mancanza di carburante . . . ritornò a Lonate Imerio Bertuzzi che diverrà, anni dopo, il pilota personale di Enrico Mattei e morirà con lui a Bescapè. Le squadriglie di Lonate parteciparono anche allo sbarco di Anzio, bombardando la flotta alleata, in tre missioni difficili e pericolose. Nel 1944 i tedeschi, con i prigionieri italiani, costruirono le due piste di raccordo e 39 paraschegge unitamente a bunker e ricoveri La pista fu bombardata dagli alleati molte volte che colpirono anche i ponti di Sesto Calende e di Turbigo specialmente nel 1945 quando gli americani seppero della presenza a Lonate del SONDERKOMMADO SOMMER, bombardieri tedeschi con azioni di ricognizione. Le piste furono minate nell’aprile 1945 e i tedeschi si arresero ai partigiani del comandante Moscatelli il 28 aprile, tutti i tedeschi furono poi rinchiusi nel campo sportivo di Lonate, in via Molinelli. Autunno 1945 iniziarono i lavori di sminamento e di bonifica del terreno. 1946 sulle piste atterrarono gli aerei americani con gli aiuti del piano Marshall. 1948 il campo della promessa è scelto come “Aereoporto di Milano”, ma per mancanza di fondi fu abbandonato e MORIRA’ nel 1992 . . . ma risorgerà con il “memorial” voluto dai cittadini lonatesi, di via GAGGIO. ORA VIVREMO QUELLA STORIA . . . Il percorso ci porta in via Gaggio, da Gallarate passando da Cardano al Campo dove, presso la cascina della Costa, sostiamo per vedere il Museo “AGUSTA”. Ci inoltriamo quindi in una “galleria nel bosco” per arrivare ai margini della pista di Malpensa 2000 che lasciamo poco dopo per raggiungere il centro del paese di LONATE POZZOLO, parco delle rimembranze che ci ricorda “la terra e l’acqua” dove si è combattuto nelle ultime due guerre. Ci portiamo poi “nella via del cuore, la via Gaggio,” nella brughiera Lonatese del Parco del Ticino, lasciando alla nostra sinistra via Vittorio Veneto. Troviamo così alla nostra destra una cucina da campo, costruita dai tedeschi nel 1944 e un lavatoio, incrociamo la prima pista di raccordo, dove sul lato sinistro troveremo l’antica strada per Tornavento. Prima di superare la superstrada n. 38, troviamo un bunker circolare, costruito di fronte alla caserma della promessa che vediamo abbandonata ma ancora alta nel cielo, con l’erba altissima tutt’intorno. Pausa pranzo a NOSATE Ritorno verso la SS 38, percorriamo un “ponte tibetano” e sbuchiamo davanti all’ex Dogana Asburgica, oggi centro visite del parco. Lasciando le biciclette, facciamo un breve percorso pedonale che ci porta verso il fiume, sorpassando anche il canale Villoresi. Riprese le biciclette ci troviamo nuovamente nella via Gaggio, ma nella direzione opposta a quella della mattina. Vediamo alla sinistra una postazione per mitragliatrici e sulla destra una serie di bombe, poi un in- sieme di laterizi provenienti dal campo di aviazione e un primo raccordo per gli aerei, cui fa seguito una mostra di antichi attrezzi agricoli usati fino alla fine del secolo scorso. NUOVO PROGETTO - POLO AEREOPORTUALE MALPENSA - 2020 - 3° PISTA che cancellerà via Gaggio. 2017 2020 Nuovo polo logistico Nuovo terminal alla pista 3 con monorotaia per pista 1 e 2. La VIA GAGGIO Si pensa che si tratti di un toponino Longobardo, voce che designava i boschi di proprietà dei cosidetti “arimanni”, cioè di quelli che nella società Romano–Barbarica erano gli uomini atti a portare armi. Questa strada anticamente costituiva una delle vie di comunicazioni più importanti con la valle del Ticino, infatti collegava Lonate Pozzolo al porto fluviale sul fiume Ticino. La via perse importanza quando fu costruito il ponte sul Ticino e una nuova strada statale. Solo negli ultimi anni del secolo scorso la via “Gaggia” fu recuperata per uso turistico. LUNGO QUESTA VIA INCONTRIAMO . . . Sul lato destro troviamo i resti di una cucina da campo tedesca del 1944. Proseguendo lungo la via sempre sul lato destro troviamo i resti di un lavatoio tedesco del 1944, conferma l’uso militare della zona fino ai tempi assai recenti. Sul lato opposto della via Gaggio possiamo vedere attrezzi da giardinaggio usati fino al secolo scorso, uno di questi è il vomere in ferro utilizzato per girare il terreno. Arriviamo poi ad un incrocio qui vi è la seconda pista di raccordo aerei costruita nel 1944 e permetteva di spostarsi con gli aerei sulla pista di decollo, questa pista era fatta in cemento. Proseguendo incontriamo il cartello della prima pista di raccordo aerei del 1944, furono costruite in ghiaia e in cemento, con una lunghezza uniforme di 12 mt e uno spessore di 20 cm lunghe tutto 25 Km. nel solo territorio di Lonate Pozzolo. Collegavano gli aereoporti la Promessa con Malpensa. Sul lato sinistro subito dopo la pista di raccordo il “museo delle bombe” una triste sfilata di ordigni preparati da uomini per dare la morte ad altri uomini. Alcune di queste bombe furono scagliate sul ponte di Oleggio posto a pochi Km da qui. Sempre sul lato sinistro possiamo vedere il sigillo di una cisterna di carburante dell’aeroporto della Promessa, risalente al 1930 e molto più vecchio dei residui bellici. Questo comprende un assortimento di Laterizi provenienti dall’ormai scomparso aeroporto della Promessa. Accanto alla prima pista di raccordo aerei vicino ad un piazzale con bombe possiamo vedere il paraschegge del 1944, in questa zona ne si contavano fino a 39. I paraschegge servivano a riparare dai bombardamenti dei nemici gli aerei, si racconta che misero in vista delle sagome di aerei in legno per confonderli, mentre quelli veri erano dietro coperti dai paraschegge. Purtroppo tutto ciò che vi ho descritto e visto nelle foto precedenti e che vedrete con i vostri occhi potrebbe . . . sparire prestissimo. E questo perché la regione Lombardia ha approvato la costruzione della terza pista di Malpensa, che causerebbe la distruzione completa della via Gaggio, oltre che dell’abitato di Tornavento. STRADA PER IL PORTO E’ l’antica strada nazionale del porto che da Lonate Pozzolo conduceva al mulino del Gaggio (passando da via Gaggio), ed al porto natante sul fiume Ticino che fino al 1800 si trovava a circa 800 mt. a monte dell’attuale ponte in ferro di Oleggio. La discesa al porto con i suoi 240 paracarri, le sue bocche di Lupo per la raccolta delle acque piovane ed i muri di sostegno in acciottolato, conserva ancora il suo aspetto originario. L’edificio della dogana risale al XVIII secolo, epoca in cui il Ticino segnava il confine tra il ducato di Milano e lo stato Sardo: svolge la sua funzione dal 1713 al 1859. Fu poi acquistato dai Parravicino e trasformato in cascina, ora è uno dei più importanti centri di visita del parco del Ticino.