“E` ciò che pensiamo già di sapere che ci impedisce di imparare
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“E` ciò che pensiamo già di sapere che ci impedisce di imparare
Lunedì 3 giugno 2013 | lit. 2000 Il Liceo scientifico Leonardo Da Vinci Anno 2 Nuovo Caffé “E’ ciò che pensiamo già di sapere che ci impedisce di imparare cose nuove” La classe 4 H protagonista dell’alternanza scuola- lavoro nell’ultimo biennio Editoriale Dirigenti e medici per un giorno Gli studenti ci raccontano come hanno vissuto questa esperienza. Tra pro e contro. GALLARATE - Vecchia conoscenza per molti istituti tecnici, nuova realtà per il Liceo di Viale dei Tigli. Con il passare degli anni, l’alternanza scuola-lavoro si sta confermando un progetto vincente. Nato nell’anno scolastico 2006/07 per volere dell’attuale Dirigente, è proseguito con successo per i successivi sette anni. Ma in cosa consiste l’alternanza scuola-lavoro? L’esperienza dura due settimane, dalla fine di gennaio o dalla fine di febbraio. La prof. Frachelle si occupa della parte organizzativa. E’ lei che contatta telefonicamente i tutor aziendali disposti ad accogliere nella loro struttura gli studenti. È un’attività impegnativa: richiede tempo e disponibilità … e gli studenti? Anziché raggiungere la scuola, i ragazzi di 3 e 4 H ogni mattina si dirigono nell’ente/azienda, rispettando gli orari pianificati con i tutor aziendali per un totale di 30 ore settimanali. C’è una grande varietà di campi lavorativi tra cui poter scegliere: economico, giuridico, sanitario, amministrativo, socio-educativo... In base alla scelta, a ogni studente viene assegnato un professore come “tutor,”la cui materia è inerente al campo lavorativo scelto. E’ a lui che quotidianamente il ragazzo deve inviare il resoconto della giornata lavorativa. I compiti pomeridiani però non finiscono qui: tutti gli alunni devono scrivere anche alla prof. Frachelle che, essendo la responsabile dell’alternanza, interviene per risolvere eventuali problemi. Ma l’alternanza non è solo fotocopie e bricolarge. E’ un’ esperienza che lascia in noi una traccia. Per ognuno, l’alternanza ha significato qualcosa di diverso: soddisfazioni, delusioni, complimenti e rimproveri. Qualcuno ha anche sco- 2 perto i suoi talenti, tracciando la strada del proprio futuro. C’è anche chi – raramente, per fortuna - ha avuto a che fare con colleghi poco competenti o con ambienti lavorativi poco stimolanti. In ogni caso tutti hanno imparato qualcosa. Lavorare con degli adulti permette di crescere dal punto di vista delle relazioni interpersonali. Non è facile dover lavorare con qualcuno appena conosciuto. Si impara così anche ad autogestirsi e a divenire più autonomi, trovando soluzioni a problemi senza interpellare e magari infastidire i “colleghi”oberati di lavoro. Al termine delle due settimane, ogni ragazzo è valutato tramite un’apposita scheda con dei criteri ben definiti, compilata dai tutor aziendali: autocontrollo, capacità di gestire situazioni autonomamente, accuratezza del lavoro svolto... L’intero progetto si conclude con una relazione redatta dagli studenti e valutata dal tutor scolastico. Caro lettore, detto questo, lei è invitato all’incontro che si terrà presso il Liceo di Gallarate lunedì 3 giugno, Alla presenza di professori, genitori e tutor, gli alunni la renderanno partecipe della loro esperienza e delle loro emozioni. Il tutto è naturalmente condito da un buffet di pizze, aperitivi e salatini. Non si può proprio mancare! Non rimane che ringraziare la preside Luisella Macchi, la prof. Frachelle e tutti coloro che hanno dato un contribuito alla realizzazione di questo progetto. La speranza è che in futuro molti più studenti abbiano la possibilità di vivere un’esperienza simile. E ora, da gran lavoratori, vi salutiamo, e andiamo a goderci una meritata pausa caffè. Mattia Annoni Editoriale Alternanza: una didattica per il futuro L’alternanza formativa rappresenta una metodologia propria della “nuova scuola”, non più centrata sulle conoscenze disciplinari ma sulle competenze personali degli studenti (Dario Nicoli) Parole come precariato e disoccupazione sono ormai entrate nella quotidianità della nostra vita, e se alle nostre orecchie possono suonare come minacce vane è solo perché l’attuale crisi, economica ma anche e soprattutto sociale, non fa altro che aumentare la già grande distanza che intercorre fra i giovani e il mondo del lavoro. In questo non felice contesto sociale, politico ed economico si inserisce il progetto di alternanza scuola lavoro, avviato a livello nazionale con il decreto legislativo dell’aprile 2005 (riforma Moratti), ma intrapreso, per quanto riguarda il nostro liceo, nel 2006 e da allora portato avanti con impegno e costanza. Progetto che se da un lato ha avuto e avrà un importante ruolo di orientamento, dall’altro ha anche il merito di aver tentato di ridurre questo gap tra i giovani e il lavoro. Gap che risulta essere ancora più evidente e profondo se si prende in considerazione gli studenti di un liceo, inevitabilmente più distanti dal mondo del lavoro rispetto agli studenti di una scuola tecnica o professionale. Difatti il progetto di alternanza può fornire agli studenti un utile indirizzo per l’orientamento (un’altra delle ormai molte note dolenti del nostro sistema scolastico), ma non fornisce loro un’adeguata formazione professionale: il punto di forza del progetto va cercato non in questa funzione formativa, ma piuttosto nel ruolo di collegamento che esso svolge tra la scuola e il lavoro, e quindi tra i giovani e il loro futuro. E’ vero che per alcuni l’esperienza di alternanza può essere stata un impatto con la quotidianità della vita adulta (cioè con la realtà del lavoro) estremamente spiazzante, ma il vero valore del progetto sta proprio nell’aver fatto comprendere o almeno nell’aver mostrato agli studenti il mondo lavorativo nella sua attualità e nelle sue esigenze. Esperienza che quindi sprona gli studenti ad uscire dall’ottica di una didattica immobile, basata sull’apprendimento di fredde nozioni (che vengono presto dimenticate e che in ogni caso andranno riprese). Un’esperienza che, dunque, li stimola a cercare un metodo di studio più adatto alla società odierna, globalizzata e tecnologica, ma instabile e priva di certezze sia economiche sia etiche. La crisi c’è, non la si può nascondere; la situazione è grave, urgente, ma forse il modo più saggio per affrontarla è proprio ripartire dai giovani, riformare il sistema scolastico con una nuova didattica meno distante dalla realtà lavorativa, che poi sarà la quotidianità e il terreno di confronto di ogni giovane divenuto adulto. Una nuova didattica che sia dunque più aperta alla versatilità e al confronto con il cambiamento, e che fornisca ai giovani un metodo di studio basato più sulla comprensione, la capacità di sintesi, di ricerca e di analisi, permettendo loro di sviluppare un’intelligenza attiva ed elastica, sempre più necessaria per essere davvero competenti e competitivi. Una scuola dunque che prepara gli studenti ad affrontare con serenità e consapevolezza le grandi sfide che sono il lavoro, il futuro e la vita. Questi dunque i meriti, e allo stesso tempo le potenzialità, del progetto di alternanza scuola-lavoro: l’aver messo gli studenti a confronto con la realtà lavorativa, nella quale saranno inevitabilmente coinvolti, e l’aver dato loro la possibilità da un lato di trovare se stessi e di definire il proprio percorso, e dall’altro di ampliare i propri orizzonti, attraverso la comprensione delle qualità sulle quali è necessario puntare per essere in grado di destreggiarsi con abilità, e soprattutto con consapevolezza, in una società che è sempre più passiva e sempre meno disposta a puntare sui giovani. Gabriele Zangari 3 Economia & Diritto Due settimane alla Camera di Commercio Un’esperienza interessante tra gli uffici che gestiscono l’economia della provincia di Varese Censimento, concorsi a premio, listini prezzi, procedimenti di mediazione, usi della provincia e sviluppo turistico del territorio: tutto questo e molto altro alla Camera di Commercio di Varese. Nell’imponente edificio in Piazza Montegrappa, a Varese, Matteo, tirocinante del Liceo, ha potuto prendere parte alle attività che regolano la vita commerciale ed imprenditoriale della nostra provincia. Arrivato nella sede di Varese, gli è stato subito mostrato dal Rag. Gallivanone l’ufficio dove poter svolgere la maggior parte dei lavori a computer che gli venivano commissionati, come la preparazione di documenti Office Excel. Verrebbe da chiedere: “Allora eri già molto bravo ad utilizzare il computer?” “Di certo non mi considero un esperto informatico” risponde Matteo, “ma tutti, fin dal primo giorno, sono stati molto disponibili, nonostante i loro impegni quotidiani, nel mostrarmi come svolgere gli incarichi assegnati” Durante il periodo dello stage, la Camera di Commercio è stata impegnata ad ultimare un censimento indetto da ISTAT sulle aziende e sulle “no profit” della provincia. Molto occupati in questo lavoro aggiuntivo, gli impiegati si sono avvalsi dell’operato dello studente che ha però avuto l’occasione di prendere parte all’attività, stampando documenti o inserendo i dati del censimento nella memoria del computer. Ma alla Camera di Commercio non si lavora solamente davanti ad uno schermo informatico. È questo il caso del Dott. Franco Martino, responsabile del settore sugli usi e costumi della provincia e delle indizioni di concorsi a premio. Trascorrendo del tempo con lui Matteo ha potuto comprendere meglio come si svolgesse il suo lavoro, facendo da testimone al momento di indire un nuovo concorso a premi ed assistendo ad una riunione per stabilire i nuovi prezzi di terreni, edifici, appartamenti, e altri beni immobili della provincia. “Di certo, lavorare alla Camera di Commercio, non è una vacanza, e alla sera, quando si torna a casa si è abbastanza stanchi”, ha riportato Matteo dopo le due settimane di lavoro, ma allo stesso tempo, si dice “soddisfatto, perché impegnato in una attività interessante ed utile”. Faticoso, ma utile. Aver trascorso due settimane di stage presso la Camera di Commercio è stata un’esperienza interessante e costruttiva, grazie alla quale un ragazzo, abituato alla vita tranquilla e monotona del Liceo, ha avuto la possibilità di operare in un ambiente dinamico e ben organizzato. Un’illuminazione, insomma, sul complesso e misterioso ciclo del mondo del lavoro. 4 Matteo Casale Economia & Diritto Quindici giorni da “angelo della legge” Vanessa ci racconta la sua esperienza nell’agenzia Angel Law Wow! Vanessa esordisce così quando le chiediamo com’è stata la sua esperienza di alternanza scuola-lavoro. Un’esperienza che l’ha formata profondamente. La ragazza ricorda ancora il suo primo giorno di lavoro, quando si presentò in un paesino fino ad allora sconosciutole, Cuoricino. Il cartello bianco e rosso “Angel Law, agenzia di disbrigo pratiche amministrative e giudiziarie” troneggiava fuori dall’ufficio che da allora avrebbe frequentato per 15 giorni. E’ il primo giorno di lavoro: l’incontro col sorriso accogliente di una delle 2 tutor, Maria, allenta la tensione iniziale della ragazza e anche il rapporto favorevole che instaurerà con l’altra tutor, Marzia, creerà un’atmosfera lavorativa piacevole. Le tre ogni giorno salgono di buona lena in auto e si dirigono in un tribunale della Lombardia, pronte a notificare atti giuridici, iscrivere a ruolo le cause, fotocopiare fascicoli. Certo, il contributo di Vanessa è minimo, ma la ragazza si sente comunque emozionatissima mentre cammina per i corridoi dei tribunali tra avvocati e avvocatesse in giacca e valigetta, con aule di tribunale e giudici in toga a pochi metri da lei. E’ elettrizzata. “Ho sempre sognato di far parte di un mondo come questo” ci confessa Vanessa, che in tribunale ha anche avuto l’occasione di entrate in contatto con cancellieri, avvocati, di informarsi sulle cause trattate: l’entusiasmo che le ha suscitato fare tutto ciò è stato la conferma che l’ambiente che l’ha sempre interessata le piace davvero! Certo, qui non sono mancate le difficoltà, così come gli errori, ma proprio grazie a questi Vanessa ha imparato a responsabilizzarsi e a non abbattersi di fronte ad un fallimento. Le sfugge un sorriso mentre ripensa alla sua prima esperienza con la fotocopiatrice nel tribunale di Gallarate: come usare la tessera per le fotocopie, come controllare di averle eseguite adeguatamente, come ripristinare la stampante che aveva deciso di bloccarsi proprio mentre la usava lei? C’era voluto l’aiuto di due persone per toglierla dall’impiccio! La settimana seguente, però, era stata lei a togliere dall’impiccio qualcun altro imbattutosi nella fotocopiatrice bloccata! E’ stato allora che Vanessa si è sentita utile e ha intuito di aver imparato qualcosa di concreto. Non si è più percepita come misera studentessa che dietro ad un banco prende mille appunti, ma ha iniziato a intravedere il suo percorso, distinto da quello altrui, a scorgere la strada che seguirà nella vita! Infine ha compreso che, grazie all’esperienza di alternanza, stava già iniziando a percorrerla! Vanessa Bogotto Quotes, mail celebri Da: Richard A: Prof. Frachelle Salve prof! Oggi benissimo come sempre. A differenza di altri giorni, il flusso di gente era molto minore, perciò abbiamo avuto qualche momento libero per poter installare della musica tramite una rudimentale “filodiffusione”, dando quindi la possibilità di ascoltare il meglio della dance degli ultimi tempi mentre si servono i clienti! A parte questo, tutto ormai sembra normale: Richard prendi questo, fai quello, mi dai il resto, controlla questa ricetta.. Insomma, mi manca solo il camice bianco! A presto! 5 Industria Test sulla sicurezza in volo Dopo due settimane passate in azienda, lo studente Andrea Bottazzi ha finalmente compreso il perché di tutte quelle formule matematiche studiate a lezione. Nella sede Agusta di Cascina Costa (Va), al fine di garantire la massima sicurezza in volo, vengono controllate tutte le parti meccaniche e strutturali degli elicotteri. L’attenzione maggiore è rivolta al problema delle vibrazioni, il più grande per questi velivoli. ne io Trasmiss Alcuni dei test che vengono effettuati consentono di verificare le sollecitazioni cui è sottoposta una trasmissione. Ne viene collegata una ad un motore in un banco prova e con l’utilizzo di un torsiometro vengono rilevati alcuni precisi parametri. Se questi valori non corrispondono a quelli nella norma, la trasmissione viene riportata nell’area di montaggio per ulteriori controlli e modifiche. torsiome tro Il torsiometro è interposto tra un motore e una trasmissione e rileva il momento torcente fornito a quest’ultima. Il torsiometro in figura è stato inserito in un banco di calibrazione per verificare che la taratura e di conseguenza le misurazioni siano sempre corrette. Andrea Bottazzi 6 Industria Dai banchi di scuola ai muletti: un liceale in fabbrica L’avventura di uno studente nel mondo della metallurgia Tonnellate d’acciaio e forni giganteschi hanno fatto da sfondo alle due settimane trascorse in un’azienda leader nella produzione di anelli in acciaio. La “Molla S.r.l” e il suo stabilimento di Morazzone sono stati la destinazione di uno dei ragazzi del progetto. L’elenco dei clienti della Molla comprende aziende di prestigio, come la svedese Volvo e l’americana John Deere. Esse fanno degli anelli d’acciaio uno degli elementi principali per la realizzazione dei loro prodotti. Quello di Morazzone è lo stabilimento in cui avviene il trattamento termico dei “pezzi” provenienti dalla laminazione, che devono essere sottoposti a specifici cicli di “cotture” nei forni. Lo scopo è quello di conferire a ciascun prodotto le caratteristiche e proprietà fisiche richieste dal committente. L’ambiente lavorativo in cui lo stagista è stato inserito si è rivelato più interessante rispetto alle aspettative. Ha potuto osservare da vicino tutte le dinamiche che caratterizzano le gerarchie aziendali: dal magazziniere al capoufficio, dall’operaio al dirigente, le figure professionali con cui ha avuto a che fare occupano trasversalmente tutti i livelli su cui si sviluppa un’azienda moderna. Quale poteva essere il suo ruolo? Uno studente liceale non possiede le competenze tecniche necessarie per svolgere le specifiche attività che hanno luogo in un’azienda altamente tecnologica. Tuttavia gli si pos- sono affidare mansioni di natura logistica, incarichi che nella loro semplicità contribuiscono all’ordinato svolgimento dei processi di lavorazione. Gestione del materiale in arrivo, verifica dei programmi di trattamento termico, immagazzinamento, spedizioni: queste le operazioni in cui il tirocinante ha affiancato il personale d’azienda. Un’altra interessante opportunità fornitagli sono state le lezioni teoriche riguardanti l’acciaio e i suoi cicli di lavorazione che il preparatissimo ingegner Ambrogio Vanoni, responsabile dello stabilimento, ha pensato appositamente per lui. Al termine dell’esperienza il ragazzo ha espresso il suo parere: “Se confrontato con altre destinazioni, un’industria rappresenta di sicuro la proposta di stage più stimolante nella direzione di abbattere le barriere tra scuola e settore professionale. E’, per uno studente, l’occasione migliore per entrare a vivo contatto con il mondo del lavoro produttivo e per conoscerne le strutture organizzative. La Molla è quindi senza dubbio una meta da riproporre per altri liceali nei prossimi anni scolastici, con la speranza che possano vivere un’avventura altrettanto positiva e formativa”. Marco Liati Quotes, mail celebri Da: Gabriele Zangari A: Prof. Frachelle Buon pomeriggio, tra ieri e oggi abbiamo concluso la visita alla mostra e abbiamo cominciato a scegliere alcune opere sulle quali dovremo fare un’analisi storico-critica. Stasera saremo ancora al MA*GA (di nostra spontanea volontà) per partecipare ad una conferenza-visita guidata tenuta da uno degli artisti (Alessandro Busci) della mostra temporanea. A domani! 7 Sociale Intervistiamo i tutor Le impressioni di chi vigila sui nostri stagisti Via Bari 6/8, Cardano al Campo. E’ qui che si trova il centro diurno “Il Seme”, la cooperativa sociale che accoglie bambini e adolescenti disabili. Ed è qui che, per avere un parere sull’alternanza scuola-lavoro, andiamo a intervistare il direttore generale, il dr. Andrea Giola. Non sono ancora le due del pomeriggio e lo troviamo in piedi al bancone della segreteria. E’ seduta alla scrivania. Si è dichiarata disponibile a un’intervista. E’ la signora Silvana Arbola, assistente sociale del Comune di Castronno, che per due settimane ha accolto Florencia con grande simpatia. Ritiene che sia utile, per uno studente del liceo, partecipare all’attività di alternanza scuola-lavoro? Molto utile. Naturalmente se viene scelta consapevolmente come una forma di orientamento. Dovrebbe rappresentare un po’ una maturazione dell’alunno, dietro un percorso che viene fatto all’interno della scuola. Ci deve essere come una relazione tra l’alunno e l’insegnante che porta gradatamente alla presa di coscienza da parte del ragazzo del collegamento che c’è, o che ci dovrebbe essere, tra la scuola e il mondo del lavoro, fino a fare nascere il desiderio di coinvolgersi in un’esperienza lavorativa. E quindi, fatta questa premessa, incontrarsi con il mondo del lavoro per l’alunno diventa la possibilità di verificare quanto è stato trasmesso all’interno della scuola, come possibilità in più di crescita e di verifica. Che cosa ha rappresentato per lei quest’esperienza? Beh, intanto incontrarmi con le nuove generazioni che spesso hanno un modo di approcciarsi, per esempio al mondo virtuale o informatico, più immediato rispetto a noi di un’altra generazione. Un altro importante aspetto, poi, è la bellezza di trasferire la propria esperienza che acquista un valore nel momento in cui la si può trasmettere, almeno in parte, a un giovane. Perché farlo, per esempio, con un collega non è la stessa cosa. Se un alunno, invece, sceglie questo settore, quindi già viene da me con un’apertura mentale e di cuore, allora si capisce che c’è la possibilità per lui di accogliere quello che si comunica. 8 Dottor Giola, che cosa pensa dell’alternanza? La ritiene utile per uno studente di liceo? Questi progetti vogliono dare agli studenti un’idea delle professioni che si occupano del sociale, dove la priorità non è l’utile, non è il reddito, ma è il rapporto con le persone e il servizio a loro. All’interno di questa realtà, c’è una struttura ben articolata in Italia, nelle nostre regioni e nei nostri comuni, quindi una serie di servizi a beneficio delle persone più bisognose. Però è anche un ambiente di lavoro, perciò bisogna saper riconoscerlo dal volontariato. Chi entrerà in queste strutture incontrerà un certo tipo di professione diversa da quella di un’impresa tradizionale. Quali obiettivi può raggiungere un ragazzo che svolge l’alternanza al centro diurno? Innanzitutto, un ragazzo può conoscere il sociale e capire se è un ambito dove può spendersi nel futuro. L’importante nelle scelte è conoscere, poi con l’esperienza una persona capirà se ciò che ha fatto potrà essere un punto di riferimento per una attività lavorativa futura. C’è chi lo scopre subito, chi a trent’anni o chi non pensava che potesse essere un’opportunità. C’è però il problema del reddito: un educatore guadagna 1100/1150 euro al mese. Poco per pensare di costruirsi una famiglia. Sociale Quale utilità pensa che possa avere la presenza di studenti per gli educatori del centro? Non è utile in sé la presenza dello studente per lo svolgimento delle attività giornaliere, ma lo è nel momento in cui l’educatore deve spiegare, rendere conto e mostrare un lavoro. Ciò lo aiuta a ricordare certi obiettivi e le motivazioni del proprio intervento. L’utilità è uno dei motivi per il quale la cooperativa ha accettato l’esperienza di alternanza scuola- lavoro: anche noi operatori infatti a suo tempo ci siamo avvicinati a questo settore con il volontariato. rbola Silvana A Che cosa le hanno insegnato queste due settimane di alternanza, e cosa pensa che abbiano insegnato a noi? Sicuramente a voi hanno insegnato che c’è un disegno più grande, che l’incontro con le persone non è mai casuale e che quest’esperienza diventa un punto molto importante di riflessione per la scelta della strada futura perché, o uno rimane affascinato da una proposta professionale e quindi chiarisce la domanda ‘Che cosa farò da grande?’, oppure dice: ‘Questa esperienza non è per me’. Quindi sicuramente ha dato un punto più certo di riflessione rispetto alla scelta che si farà di seguito. A me sicuramente ha dato la possibilità di esprimere il mio desiderio che i giovani possano incontrare il loro destino e diventare degli adulti felici della propria vita. Guardare il giovane è come guardare un fiore che sta sbocciando ed è un aspetto della vita così bello che se ne rimane affascinati. Ed uno è come se questa bellezza la volesse afferrare, però sa che non gli appartiene e quindi si gode quell’istante che gli è dato di poterla ammirare. Ha suggerimenti da proporre alla responsabile del progetto e al Consiglio di classe per il prossimo anno? Di ripensare al progetto organizzativo perché è un po’ breve. Due settimane non sono abbastanza. Va un attimo di più valorizzato e riformulato anche in tempi che non c’entrano con il periodo scolastico, perché tanto il mondo del lavoro è aperto 365 giorni all’anno. Magari non fare due settimane continuative con l’assenza totale da scuola dato che poi può produrre delle difficoltà scolastiche. Bisognerebbe pensare anche a degli stage estivi. Florencia Masturini Quali suggerimenti si sentirebbe di dare alla responsabile del progetto e al consiglio di classe per il prossimo anno? L’ideale sarebbe organizzare un incontro tra la classe e i tutor per scambiarsi opinioni, idee e necessità. Simone Colombo Simone 9 Colombo con il do ttor Giola Cultura La creatività è permettersi di fare degli errori. L’arte è sapere quali di questi tenere. (Anonimo) Prima di mettere piede al MAGA le idee di Marco, Davide e Gabriele sull’arte contemporanea erano abbastanza confuse e non sapevano cosa aspettarsi dalla loro primissima esperienza lavorativa nel mondo dell’arte. Dopo aver visitato il museo per la prima volta le opinioni si erano fatte ancora più incerte. Si passava dallo studio di quadri e sculture classiche, a delle opere concettuali e astratte che non riuscivano a catalogare come opere d’Arte. Tornavano a casa abbastanza scettici. L’arte contemporanea è a volte difficile da comprendere perché si allontana dalla semplice rappresentazione del bello presente nelle correnti artistiche precedenti. Si entra in contatto con opere per molti non usuali, ma che contengono dei messaggi importanti, utili a tutti, provenienti da un impegno civile e sociale degli artisti che le hanno realizzate. Come negare l’artisticità di un’opera che non si ferma al gusto del bello ma che vuole andare oltre? Con questa nuova consapevolezza il ritorno al lavoro era più semplice! Le 3 nuove “guide museali” erano entusiaste di ammirare le opere, avevano una maggiore capacità critica e una grande sete di conoscenza, capivano che era indispensabile voler vedere oltre. Un nuovo mondo si era aperto! Purtroppo le due settimane di alternanza scuola-lavoro sono volate, ma è stata un’esperienza davvero significativa perché ha permesso ai ragazzi di scoprire importanti aspetti delle loro personalità. Un doveroso ringraziamento va al Dottor. Castiglioni che ha seguito ed aiutato i ragazzi durante questa, a loro dire, ”Bellissima esperienza” . 10 Cultura Percorso Politico-economico-sociale nella collezione del MAGA Calandosi nella professione di guide museali, appresa man mano nelle due settimane, i ragazzi sono stati in grado di costruire un percorso all’interno della collezione permanente del MAGA. Un percorso che lega opere di periodi e correnti diverse, ma accomunate da un’azione di partecipazione ed impegno sociale, ideologico e politico nella realtà presente da parte dell’artista. Nella prima parte della collezione, tre opere legate da un’esperienza comune. Il vissuto della seconda guerra mondiale e del dopoguerra unisce gli artisti in un’opera di rinnovamento culturale. Allora, l’arte si lega alla realtà per esprimere critiche e ideali, a stretto contatto con i sentimenti della società. La base dell’atto artistico diventa quindi un’istanza morale prima che estetica. L’accusa di E.Treccani (1955) rappresenta con realismo la disgrazia di un contadino con la propria bambina morta tra le braccia e un altro figlioletto che si nasconde dietro il padre. L’opera ha grande forza espressiva e denuncia fatti reali e contemporanei. Ne risulta un grande impatto emotivo, in una presa di coscienza della realtà, tramite la forza della verità. La pace di E.Morlotti (1949-1950) vede segno, colore e forma come elementi costituenti. L’opera esprime il suo messaggio nella ricostruzione in atto in tutti i campi nel dopoguerra. Una spessa linea nera divide parte destra e sinistra. La prima è astratta e quasi insensata, ma è forse la visione della guerra. Nella seconda, due figure umane geometrizzate si scambiano un dono, come in una riappacificazione. Nelle opere del periodo da fine anni cinquanta ad inizio anni settanta, la volontà di critica sociale e politica si sposta nella riflessione e nell’analisi sulla società che si stava affermando con forza con i suoi meccanismi, ma anche su problematiche individuali ed esistenziali. Piero Manzoni è un artista che interviene sul reale, nella ridefinizione del concetto di arte. Elementi quotidiani sono disposti in serie a ricordare la produzione seriale di quella società dei consumi che stava nascendo. Nei suoi Achrome, gli oggetti sono privati di ogni colore perché perdono la propria identità. Manzoni individua gli aspetti negativi della produzione industriale, molto prima che la questione venga affrontata in modo esteso. Il rito di D. Boschi (1971) rappresenta una delle tante azioni quotidiane, qui, andare allo stadio, ripetute continuamente e imposte dalla società di massa. Azioni che infine cancellano l’individuo. Le persone sulle gradinate sono indistinguibili, la loro individualità è cancellata. La rete rossa le ingabbia. L’atmosfera è surreale e straniante. Questa è la conclusione dell’analisi dell’artista sulla società. In Città invasa (1960), G. Guerreschi racconta un’azione forte e immediata. Un gesto appartenente alla dimensione della guerra, ancora presente in Europa. L’azione in primo piano è realistica. Lo sfondo cittadino è confuso e il racconto è universale. Guerreschi appartiene alla corrente del realismo esistenziale. Gli artisti di questa corrente cercano un atto artistico che li faccia sentire uomini protagonisti e non solo spettatori della loro particolare epoca storica, in una partecipazione attiva al presente. Enrico Baj opera una satira critica contro le figure del potere e la società che lo attribuisce loro. Le figure del Generale e della dama Antoinette du Ligier, realizzate in tessuto, sono grottesche, sproporzionate e sgraziate. L’ultima parte della collezione contiene opere degli anni novanta e degli anni duemila. Uno dei nuovi temi è la geografia, all’interno degli equilibri politici. Mona Hatoum, artista palestinese, in Projection, rappresenta la terra con un senso di fragilità e instabilità, realizzando un planisfero raschiando della carta cotone. Evidenzia la sua visione del pianeta, diversa da quella occidentale. Marco Argentiero, Davide Leva, Gabriele Zangari Uscivano dal museo con una nuova consapevolezza: “L’Arte comincia là dove l’Imitazione finisce” 11 Oscar Wilde Sanità New entry alla Ferno Farma Co. La farmacia di Ferno amplia il suo staff con due diciassettenni del Liceo Scientifico L. Da Vinci di Gallarate Bronchi, tosse grassa, tosse secca, sedativi e mucolitici. Termini con cui hanno avuto a che fare le due ragazze della 4H del Liceo scientifico L. Da Vinci, che lo scorso Febbraio hanno trascorso due settimane nella farmacia comunale di Ferno nell’Aeroporto Milano-Malpensa T1. La sezione H del Liceo da diversi anni ha aderito al progetto alternanza scuola-lavoro, nel quale gli studenti di terza e di quarta trascorrono un periodo di due settimane in aziende per entrare nell’ottica del lavoro. Il dottor Hamdan Hazem J.R, direttore delegato e responsabile autocontrollo della farmacia di Ferno e il suo staff, si sono dimostrati sin da subito ottimi collaboratori del progetto mettendo a disposizione l’intera farmacia e la loro esperienza. Le giovani dottoresse come da manuale hanno inizialmente dovuto svolgere un lavoro teorico, di ricerca di informazioni e di studio strettamente farmaceutico, per poi non trovarsi impreparate di fronte al cliente. Si sono poi specializzate nello stoccaggio merci e nella spunta degli ordini. Come specializzande che si rispettino hanno iniziato ad osservare il lavoro del farmacista al bancone, apprendendo che il suo lavoro non è limitato alla sola vendita di prodotti. “Il farmacista deve essere consigliere e psicologo. Deve capire i bisogni del paziente dalle informazioni, spesso limitate, che gli vengono fornite e deve saper affrontare ogni situazione con il massimo autocontrollo” ci spiegano le ragazze. Dopo giorni di accurata osservazione del lavoro dello staff, pronte per l’approccio diretto con il cliente, si sono gettate in quello che è il compito più difficile ma gratificante del farmacista. Vendere farmaci da banco (OTC). Si sono confrontate con le loro competenze gestionali, emozionali e relazionali. Non sono mancati per loro momenti di frenetica agitazione, e neanche di calma piatta. Il risultato dell’esperienza? “La farmaceutica come indirizzo di studio universitario è da prendere in considerazione, prima dell’alternanza l’avevo scartata a priori” ci rivela una delle due. Avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro e far emergere i veri interessi di ognuno, è senza dubbio l’obbiettivo che il Leonardo Da Vinci porterà avanti con il progetto alternanza scuola-lavoro. Elisa Taddeo, Eleonora Barretta Quotes, mail celebri Buona sera prof, oggi è stata la giornata più bella in assoluto di queste due settimane! E’ stata la giornata più bella non solo in merito al lavoro svolto ma più per le emozioni provate durante l’arco della giornata. Al contrario di ieri oggi c’era la ressa in farmacia e come se non bastasse il dottore non c’era. Fatto sta che stavo sudando, e non per il caldo, non per l’agitazione (beh, si forse anche per quello) ma soprattutto perché mi sono sentita sulle spalle un peso, come avere un masso pesantissimo da portarti dietro, sa di cosa sto parlando? Del senso di RESPONABILITA’. Sia io che Eleonora abbiamo svolto al meglio il nostro lavoro, e qui vorrei ricollegarmi con quello che dicevo ieri sul senso del dovere, in realtà non so ben definire di cosa si tratta ma io lo associo al senso di responsabilità enorme che ho provato oggi. Penso sia una cosa che si ha dentro e che ti porta a fare un’azione nonostante i rischi che quella implica per ottenere ciò che alla fine tutti cercano, ossia la “felicità” e, sia chiaro, per felicità non intendo la gioia ma qualcosa come la soddisfazione di mettersi in gioco con le altre persone. Non so se sono riuscita a spiegarmi. Dott.sa Elisa Taddeo 12 Sanità Non solo medicinali Un tuffo nell’ambiente tutt’altro che statico della farmacia Viagra. Sì, Viagra. In un freddo mercoldedì mattina d’inverno un uomo sui settant’anni è entrato in farmacia ed ha chiesto “la scatoletta”. E’ quel tipo di scatoletta che racchiude ore in cui il signore può tornare giovane per un po’. Quest’uomo è un mito: berretto nero, sciarpa anche, lungo cappotto che termina giusto in tempo per mostrare le scarpe. Già, le scarpe. Se non ci fosse stata l’illuminazione artificiale dentro il locale, le sue scarpe avrebbero sicuramente risolto il problema. Probabilmente l’ultimo modello, quasi aereodinamico, e di un giallo luminoso, molto luminoso. Proprio come il suo sorriso, che ha mantenuto per tutto il tempo in cui è stato in farmacia. I suoi modi di fare e guardare erano lì che volevan dire “Oggi mi sento frizzante”. Tante sono le persone che ogni giorno entrano ed escono da una farmacia e ce ne sono di ogni tipo, proprio come il signore e la sua scatoletta magica. Non essendo clienti, bensì parte dello staff lavorativo, si ha la possibilità di meravigliarsi a pensare che genere di persone si fermino davanti al tuo bancone. Non ci credete? Donna, firmata dalla testa ai piedi, occhiali da sole usati come cerchietto per i capelli. Bionda, quarant’anni al massimo, un metro e ottanta come minimo. Con Andrea, il farmacista, c’è un’occhiata d’intesa veloce, e per chi avesse bisogno dei sottotitoli, vuol dire “Ehi, questa la servo io”. Il piano è semplice: cercare di trattenerla più tempo possibile. Appoggiata la sua Louis Vuitton sul bancone, chiede un antibiotico. Professionalmente rispondo: “Vuole il generico?”. Silenzio. I suoi occhi mi guardano così perplessi che sembrano urlare: “Vuoi rifilarmi il generico e non quello di marca?”. Ha ragione, come ho fatto a non pensarci? Dopo aver pagato, si rimette gli occhiali fissandomi, scena sicuramente copiata da qualche serie americana. Un gesto di sfida. Amo le sfide. “Grazie, e a presto!” le dico un po’ ironicamente. L’ambiente della farmacia è dinamico, vivace e sempre a tutto motore. Ogni tre ore arriva il grossista che consegna al minimo 150 medicinali alla volta. Giusto prima del suo arrivo, ci si prepara adeguatamente nonchè mentalmente e si nota una tensione palpabile. Sembra un pit stop di Formula Uno. Tre, due, uno: eccolo entrare. Pone lo scatolone a terra e via alle spunte, controlli di ricette in sospeso, carte da bollo per poi andare a riporre i medicinali negli appositi cassetti, senza badare a chiuderli delicatamente perché sono dotati di molla interna. E farli rimbalzare è divertente, vi assicuro che è molto divertente. Tutto il pit stop si svolge quando la farmacia è ancora aperta, quindi è necessario organizzarsi e dividersi i compiti prima. In una farmacia c’è molto più lavoro di squadra di quanto si possa immaginare. L’esperienza lavorativa non solo mi ha insegnato come funzionano i principi base delle medicine o come leggere una ricetta medica, ma mi ha dato molto anche sul fronte umano: è bellissimo stare a contatto con le persone, essere l’eroe per qualcuno. Addirittura? Sì, perché se la povera pensionata entra in farmacia con una lista di medicinali da prendere che pare sia all’Esselunga e, al momento del pagamento, le raccogli gentilmente tutte le monetine che le sono cadute dal borsellino, per lei sei il suo piccolo eroe. Si tratta quindi di instaurare rapporti che durano giusto quel paio di minuti ma che bastano per metterti sul viso un sorriso seguito da “Buona giornata, signor Peppino!”, oppure un “A presto”. Dipende dai casi. Richard Putnam 13 Sanità Dottoressa per due settimane un breve viaggio nel mondo del reparto di pedriatia dell’ ospedale di gallarate Prelievi del sangue da eseguire, analisi da consegnare, cartelle cliniche da aggiornare, dimissioni da compilare. Una continua corsa contro il tempo per poter offrire aiuto a tutti i bambini che si presentano presso l’ambulatorio e ai loro genitori preoccupati. Sono queste le attività che scandiscono le mattinate nel Reparto di Pediatria dell’Ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate. Tutto sempre accompagnato da un sorriso, una carezza o una parola di conforto. E così due settimane lontano dai banchi di scuola hanno dato la possibilità a Francesca di venire a contatto con questa realtà. La mattina inizia con le visite ai bambini ricoverati che aspettano pazientemente il loro turno. Dopo essere stati visitati raggiungono la “sala giochi”, dove un gruppo di volontari li attende per aiutarli a distrarsi e far passare il tempo. Invece i bimbi che non possono alzarsi dal letto sono raggiunti da altri animatori nelle loro stanze. Mentre nel reparto si procede con le “visite di routine”, nella corsia a fianco un gruppo di genitori attende, chi con in braccio il proprio bambino, chi passeggiando preoccupato lungo il corridoio, l’arrivo del medico per avere dei chiarimenti circa la salute dei figli. La tensione è palpabile. A qualsiasi persona con un camice bianco che passi prendono un braccio e chiedono quando sarà il loro turno. Tutt’altra situazione si presenta nel Reparto di Neonatologia. I piccoli dormono nelle loro culle mentre le puericultrici li preparano per portarli alle loro mamme. La pace è interrotta dal suono di un citofono. Stanno chiamando dalla sala parto e, così, puericultrice e pediatra devono correre, il bimbo che sta nascendo dovrà, infatti, affrontare il primo bagnetto e la visita. Soltanto dopo starà tra le braccia della mamma.Nel frattempo però il lavoro in reparto procede, i neonati sono stati portati dalle rispettive mamme, sono state fatte le lezioni riguardo all’accudimento alle nuove e il medico ha compilato le lettere di dimissione. I pomeriggi, Pronto Soccorso a parte, sono più tranquilli: si provvede a tenere ordine nei reparti e a sistemare i vari documenti lasciati dai Dottori la mattina. In due settimane di esperienza si incontrano diverse realtà, tutte accomunate dalla malattia e dalla sofferenza, eppure ciò che nasce in chi le incontra è qualcosa di estremamente positivo. Potrebbe quasi sembrare un controsenso e invece proprio da questa situazione si può imparare molto. Chi opera parte dal presupposto di dover donare qualcosa e alla fine, invece, riceve anche molto di più. I sorrisi, i gesti di affetto, ma soprattutto gli insegnamenti che si ricavano dal modo che hanno i bambini di affrontare la malattia sono qualcosa di estremamente gratificante. Quella luce di speranza sempre accesa nei loro occhi, anche nei momenti di sconforto, fa capire a chi sta loro accanto l’importanza del grande dono della salute. Francesca Mulas I miracoli della citogenetica Citogenetica, cariotipo, bandeggio. Parole troppo difficili per un ragazzo di quarta liceo? Al TOMA, laboratorio all’avanguardia nel settore biomedico, la risposta è NO. Il laboratorio è diviso in vari settori, ma in un periodo di due settimane per Andrea è stato possibile lavorare solo nel reparto di citogenetica. È lì che vengono analizzati campioni di liquido amniotico provenienti da tutta Italia, per controllare lo stato del feto. Avendo a che fare con sostanze chimiche e analisi senza possibilità di errore, i compiti sono stati limitati per uno scienziato alle prime armi, ma ugualmente interessanti. Che cos’ha fatto, dunque? Ecco: l’appaiamento di cromosomi omologhi presi dalla documentazione fotografica del cariotipo tramite il riconoscimento del bandeggio. Detto così sembra difficile, ma è più facile di quanto si pensi. Semplicemente, attraverso microscopi speciali si fotografano delle cellule in sviluppo; essendo i cromosomi sparpagliarti, bisogna accoppiarli e individuarne il tipo. Il compito all’inizio sembrava impossibile ma il futuro biotecnologo non si è perso d’animo: un po’ di sudore, la voglia di ritentare e le prime ricostruzioni giuste sono arrivate. Grande merito spetta a lui, ma soprattutto alle operatrici, che lo hanno coordinato in quest’attività, gli hanno insegnato i “trucchi” del mestiere ed hanno pazientato davanti ai suoi errori. Quindici giorni davvero spesi bene. Andrea Clerici 14 Sanità Parte di una brochure realizzata da Elisa per lo studio veterinario “Parco del ticino” sotto la guida del dott. Visentin Manuale per proprietari di cani e gatti Pronto soccorso per il padrone PREVENZIONI TRAUMI Al ne di prevenire malattie, un buon proprietario deve: • ispezionare il pelo dell’animale, in particolare zampe e orecchie (in cui potrebbero annidarsi parassiti, corpi estranei..) • controllare quotidianamente feci (consistenza ed eventuale presenza di vermi) • interpretare i segnali che il proprio animale invia in caso di malessere • portarlo periodicamente dal veterinario (una volta all’anno se giovane, due o più se anziano) • fornire un’alimentazione completa, bilanciata,nutriente e non eccessiva • nei soggetti giovani non somministrare alcun integratore • tenere l’animale lontano da oggetti di piccole dimensioni che potrebbero essere ingeriti • effettuare le vaccinazioni preventive per le malattie più frequenti e pericolose (nel cane cimurro, leptospirosi, epatite e gastroenterite virale e nel gatto rinotracheite, calicivirosi, gastroenterite virale) • effetuare altre vaccinazioni e trattamenti preventivi che sarà il veterinario a consigliare in base all’area geografica e allo stile di vita • sterilizzare l’animale, se consigliato dal proprio veterinario, al fine di prevenire diverse malattie (tumori mammari , infezioni all’utero e in aggiunta, nel gatto, immunodeficienza felina, toxoplasmosi, peritonite infettiva felina) • Cute e muscoli Tali traumi possono provocare una lacerazione della cute e/o coinvolgimento dei tessuti sottostanti. In questi casi il proprietariodeve applicare un impacco freddo per limitare il dolore e lo sviluppo di un ematoma, disinfettare le ferite e portare l’animale dal veterinario. • Torace, addome e arti In caso di coinvolgimento di queste parti, l’animalepuò avere un collasso, brividi di freddo, battito cardiaco accelerato o ridotto e respiro affannoso. L’animale spesso diventa aggressivo (morsi e graffi). Il proprietario deve avvolgere il paziente in una coperta, evitando il più possibile di muoverlo (per il gatto è consigliabile l’uso di un trasportino). • Colonna vertebrale In questi casi l’animale è paralizzato con gli arti posteriori e a volte anche gli anteriori. Occorre posizionarlo su un sostegno rigido, in modo che testa, tronco e bacino restino allineati. In tutte le circostanze presentate, il paziente deve essere condotto con urgenza presso la struttura veterinaria più vicina. CORPI ESTRANEI Può capitare che gli animali ingeriscano corpi estranei (ossa di pollo, lische di pesce, palline, stringhe..). Il paziente avrà difficoltà respiratorie, salivazione abbondante e conati di vomito. Anche in questi casi è importante la temp stività dell’intervento veterinario per evitare gravi complicanze. Elisa Olivieri 15 Ambiente Protezione civile Tre stagisti raccontano come funziona questo ente nazionale nel comune di Varese Strumentazione ed esterno dell’elicottero usato dalle squadre elitrasportate AIB. L’AIB è il gruppo di volontari antincendio boschivo che hanno il compito di previsione, prevenzione, avvistamento, estinzione diretta e bonifica degli incendi boschivi nel territorio di competenza. Questi compiti sono suddivisi tra le squadre elitrasportate e le squadre a terra. Elsa con il suo conduttore Renato Robbiati. Il loro compito come colleghi è quello di assistenza e recupero di animali selvatici in difficoltà. Appartengono al nucleo faunistico della polizia provinciale che si occupa di tutti gli aspetti relativi al controllo delle attività ittiche e venatorie, ovvero, contrastano il bracconaggio, tutelano la fauna selvatica e più in generale l’ambiente che ci circonda. Comandi e vista del natante Marchi Superbly Professional di 11 metri. Questa imbarcazione è in dotazione al nucleo nautico della polizia provinciale di Varese. I compiti di questa sezione sono quelli di Garantire il controllo delle acque territoriali Lacuali, di soccorso dei natanti e persone in difficoltà. Svolgono inoltre servizi di controllo delle attività e circolazione nautica. Marco Colombo, Viola Morello, Michele lo Giudici 16 Cronaca L’alternanza e il potpourri Gli studenti di IV H raccontano le loro esperienze al nostro inviato L’alternanza, una bella occasione, ricca di emozioni, per entrare in contatto col mondo del lavoro. Molti ragazzi hanno avuto la possibilità di osservare con i propri occhi luoghi ed eventi che mai si sarebbero immaginati, mentre alcuni hanno vissuto esperienze a dir poco adrenaliniche. E’ il caso di Marco, Michele e Viola che nelle loro due settimane alla Protezione Civile hanno assistito ad un’esercitazione dell’ antincendio boschivo e hanno provato il brivido di volare con l’elicottero. “Abbiamo passato dei momenti indescrivibili, estremamente emozionanti - raccontano i tre - soprattutto quando il velivolo si alza da terra e si mette quasi in perpendicolare rispetto al terreno. Ammettiamo di aver provato un po’ di paura ma è stata un’esperienza che rifaremmo più che volentieri”. Un’altra alunna fortunata è Francesca che, come era capitato ad Elisa l’anno scorso, ha assistito al parto di un bambino. “ Un lunedì mattina mi sono ritrovata in sala parto. All’inizio ero un po’ intimorita e avevo paura di non reggere la situazione, ma fortunatamente è andato tutto bene. E’ stata una fortissima emozione soprattutto vedere la gioia negli occhi dei genitori!”. Poi c’è chi, come Vanessa, è entrata in contatto con il lavoro che sogna di fare sin da bambina: “Ho deciso: da grande farò il giudice” ci confessa. E infatti per due settimane ha frequentato le aule dei tribunali, circondata da avvocati, giudici e pubblici ministeri. L’esperienza di Simone invece è stata abbastanza speciale, perché il pallavolista ha trascorso due settimane con i bambini disabili. “ Quando ho scelto il campo in cui avrei preferito trascorrere le due settimane di alternanza, mai mi sarei aspettato di andare al Seme di Cardano. All’ inizio ero impaurito, perché non sapevo se sarei riuscito a relazionarmi con dei bambini ‘diversi’ dagli altri. Con piacevole sorpresa però mi sono scoperto capace di integrarmi e affrontare quel che la giornata mi offriva. Non so se da grande avrò a che fare con questo ambiente ma sicuramente è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere e guardare il mondo con occhi diversi”. C’è però anche chi si è trovato davanti a situazioni imbarazzanti. Come i farmacisti Eleonora, Elisa e Richard, che hanno dovuto assistere a richieste decisamente strane da parte dei clienti. Le due ragazze raccontano, tra l’altro, di aver fatto le ‘pusher’ pesando della marijuana per la Guardia di Finanza. Brevi racconti e aneddoti curiosi, un potpourri di sentimenti, un percorso di crescita e conoscenza del sé. Esperienze importanti per dei giovani alle soglie del loro futuro. Matteo Cataldo Quotes, mail celebri Da: Scilla Marini A: Prof. Frachelle Salve prof, anche oggi abbiamo scritto un bel po' di articoli. Mi piace davvero tantissimo stare qui, anche se non scrivo articoli di grande peso, ma sapere di produrre per un giornale online mi fa sentire realizzata. E’ una piccola parte del mio sogno che si realizza... Stare tante ore davanti al computer concentrati sugli articoli è abbastanza difficile e stanca molto, ma le ore sembrano volare. Alla prossima! 17 Attualità Non solo osservazione, ma anche partecipazione attiva: ecco uno degli articoli prodotti da due studenti durante il periodo di alternanza presso la redazione di Varesenews La vita del liceo al tempo di internet Un investimento da 100.000 euro per acquistare 330 computer. I licei dei Tigli hanno aderito al progetto Generazione Web. Un’esperienza positiva ma va potenziata la connettività Generazione web. Questo il nome del progetto a cui hanno aderito i Licei del viale dei Tigli, di Gallarate. Centomila euro per modernizzare una scuola che non rimane certo indietro, ma si adatta alle nuove tecnologie e ai nuovi metodi di insegnamento. Nel maggio scorso il Liceo si è visto accettare la domanda per il finanziamento che la regione aveva messo a disposizione per dotare alcuni alunni e docenti di netbook e lavagne elettroniche. La scuola si è messa subito in moto acquistando 330 computer, dati in comodato d’uso agli studenti di dieci classi, due prime e otto terze. L’acquisto di questi dispositivi è stato integrato con otto lavagne L.I.M., ottenute grazie al contributo della fondazione Amici dei Licei. Questo progetto ha come obbiettivo quello di migliorare i livelli di apprendimento dei ragazzi e di creare un ambiente ecologico stimolante per l’apprendimento in cui integrare le nuove tecnologie ai consueti strumenti del tradizionale insegnamento. Diversi i risultati previsti dal progetto. Per quanto riguarda gli studenti si mira a valorizzare le competenze tecnologiche e a costruirne di nuove, a potenziare i livelli di attenzione, memoria e ragionamento logico. «Altro obbiettivo - riferisce la dirigente scolastica Luisella Macchi - è quello di favorire la capacità dei ragazzi di cooperare nel lavoro di gruppo e la creazione collaborativa, potenziare i percorsi di istruzione e aumentare il livello di motivazione degli alunni». […] «Ma i benefici di questa innovazione non si fermano alla scuola, ma si estendono anche sulle famiglie degli alunni - ci spiega Luisella Macchi - Con il progetto generazione web, per i genitori dei ragazzi sarà più facile rimanere in contatto con la scuola e verrà migliorato e reso più flessibile l’accesso alle informazioni». Presto, infatti, sarà disponibile anche il registro elettronico, che permetterà di mantenere i genitori al passo con i progressi dei loro figli e ai professori di gestire le loro attività quotidiane. Un progetto efficiente, a cui la preside ha posto come data di scadenza il mese di aprile, che mira a rendere l’apprendimento a scuola più interessante e coinvolgente. Ma qual è il parere dei professori riguardo questa innovazione? Diversi i giudizi dei docenti. E’ opinione diffusa tra la maggior parte dei docenti che non è semplice inserire queste grandi novità in una scuola abituata da sempre all’utilizzo dei libri, ma i professori sono abbastanza propensi all’utilizzo delle nuove tecnologie.[…] Un’innovazione tanto grande costringerà anche i più retrivi ad un cambiamento, a ricercare soluzioni nuove e metodologie diverse da quelle tradizionali. Sarà un modo per attirare l’attenzione dei ragazzi, che si sentiranno più coinvolti e partecipi alla lezione. Gli studenti invece sono rimasti un po’ delusi dall’ introduzione dei netbook, probabilmente perché si aspettavano enormi novità. Molti ne lamentano lo scarso utilizzo e la lentezza della connessione, che spesso è totalmente assente. «Un problema risolvibile» risponde la dirigente scolastica, che ha già in programma, entro i prossimi due mesi, di un potenziamento della rete, che permetterà la navigazione web dei 330 alunni dotati di pc più veloce ed efficiente. Quindi, cosa aspettarci dal futuro? Questo è certamente un progetto a lungo termine, che nei prossimi anni permetterà ai Licei del Viale dei Tigli di dotarsi di infrastrutture che siano capaci di soddisfare le esigenze della scuola 2.0 18 18/02/2013 Scilla Marini - Matteo Cataldo Interviste Un intervistato d’eccezione Intervista al prof. Brazzelli, docente di matematica Prof. Brazzelli, quanti ragazzi ha seguito nel corso dell’ attività di alternanza? Ho seguito un solo ragazzo a causa della difficoltà di trarre dei collegamenti tra quanto gli studenti svolgevano nella loro esperienza di lavoro e la disciplina che insegno. Che relazione ha instaurato con i ragazzi durante la loro permanenza in azienda? Giornalmente il ragazzo che seguivo mi inviava una e-mail per mettermi al corrente delle attività svolte in azienda e di eventuali problemi riscontrati nelle attività svolte. Io rispondevo cercando di rassicurare l’alunno sul lavoro che svolgeva oppure chiedendo spiegazioni riguardo ad aspetti poco chiari. Si è instaurato un rapporto di assidua collaborazione reciproca. Pensa che un’esperienza simile possa giovare al futuro del ragazzo? È questa l’età giusta per entrare in contatto con il mondo del lavoro? Penso che possa essere un’esperienza molto significativa per vari motivi, tra cui, ad esempio, il fatto che questa esperienza può fornire un sostegno all’orientamento delle scelte future, può creare un’occasione di confronto con le nozioni apprese con lo studio delle discipline scolastiche, può servire a migliorare il senso di responsabilità e il rispetto delle regole. Inoltre il ragazzo incomincia a rendersi conto delle dinamiche di lavoro all’interno dell’azienda, venendo a contatto con aspetti positivi e negativi tipici delle dinamiche di gruppo. Penso che questa sia un’età giusta per entrare in contatto con il mondo del lavoro. Secondo lei, l’alternanza può costituire un’esperienza di vita significativa? Penso che sia una esperienza molto significativa che lo studente certamente cercherà di utilizzare al meglio quando entrerà definitivamente nel mondo del lavoro mettendo in pratica quanto ha acquisito. Come ha vissuto l’impegno di essere un tutor? All’inizio con timore perché non avevo chiaro come avrei dovuto operare; poi, con l’aiuto dei colleghi che più conoscevano l’attività di alternanza scuola-lavoro, l’ho vissuta senza particolari ansie o problemi. È stato arricchito da queste due settimane? Certamente è stata un ‘esperienza molto significativa. Il contatto umano con i ragazzi che si seguono in qualità di tutor arricchisce permettendo di conoscere anche aspetti caratteriali che magari non si evidenziano durante le lezioni in classe. Conclusa l’esperienza, quale opinione si sente di dare riguardo l’alternanza scuola lavoro? La mia è un’esperienza parziale, avendo seguito un solo ragazzo. La mia opinione è positiva in quanto tale attività arricchisce la formazione che i giovani acquisiscono sui banchi di scuola formando loro competenze spendibili nel loro futuro lavorativo. Loubna Arifi, Andrea MartinaBroggini Quotes, mail celebri Da: Richard A: Prof. Frachelle Finisce così una grandissima esperienza che sicuramente ricorderò a lungo! Ho imparato molto soprattutto sul fronte umano, fronte che io ritengo sia fondamentale nel mondo del lavoro. Mi mancherà molto spuntare, controllare, dare ricette e farmaci insieme a dei colleghi giovani e cordiali quali erano i miei! A lunedì! 19 L’ alternanza nel baule della nonna Alternanza. Quando la nomino, in sala insegnanti c’è chi mi guarda con senso di vaga comprensione. “Il lavoro è tanto – qualcuno mi dice – chi te lo fa fare?”. Già, chi me lo fa fare? Verrebbe da chiederselo a volte, soprattutto quando il lavoro si accumula, come si suol dire, sulla scrivania. Eppure la verità è un’altra. E’ che quest’esperienza, che mi coinvolge ormai da anni, è come il baule della nonna: lo apri e dentro trovi quel che non ti aspetti. Da anni proponi ai ragazzi di andare in pediatria, in uno studio veterinario, in Comune, in una farmacia…. Un déja vu, insomma. E, invece, eccotele lì le sorprese: una ragazza che scopre qualcosa di sé, la mail di uno studente che ti commuove, un tutor aziendale che ti insegna qualcosa di più per far bene quel tuo mestiere che conosci da anni. Allora senti che la routine non è più routine, che qualcosa ti ha sorpresa, che le solite realtà sono diventate incontri. Per questo, inaspettatamente, tutti gli anni concludo che ne vale la pena. Per chi sta con ragazzi di sedici, diciassette anni non dandoli per scontati è evidente che questa è per loro l’età delle scoperte. E per un insegnante che li guardi così è inevitabile trovarsi incantato dai passi che fanno, spesso impensati, o da un’improvvisa capacità di aprirsi, da un cambiamento che si è atteso per anni al punto che, quando è arrivato, ti sembra di non essertelo nemmeno meritato. Questo è accaduto e, credete, non è stato poca cosa. Ma anche i tutor aziendali quest’anno più che mai hanno saputo sorprendermi. Professionisti, impiegati, medici e così via, che si sono inventati attività nuove, ma soprattutto hanno offerto spunti che speriamo di saper raccogliere. L’obiettivo dell’alternanza non è e non deve essere quello di rendere diversa la scuola. Diversa perché? Il problema, semmai, è trovare strade nuove perché più adatte ai tempi e ai ragazzi di oggi, più capaci di coinvolgerli nell’avventura dell’apprendimento. Incontrare certi tutor è stato un corso di aggiornamento, uno di quelli che alla fine ti fan sentire soddisfatta di quel che hai imparato. Per questo ci sarà un altro NUOVO CAFFE’ l’anno prossimo. Perché ho voglia di farmi sorprendere ancora da quel che con l’alternanza mi verrà incontro. Perché, quando viene la fine e si fanno i conti della serva, ci si accorge che non vanno solo in pari, che il risultato ha davanti segno più. Perché il baule della nonna sarà anche un po’ polveroso, ma, se lo rovisti un po’, trovi dell’altro, da far sgranare gli occhi… Redazione: Prof. Patrizia Frachelle Mattia Annoni Marco Argentiero Matteo Cataldo Richard Putnam Gabriele Zangari Patrizia Frachelle