GUIDA PRATICA per i PAZIENTI OPERATI con PROTESI TOTALE D
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GUIDA PRATICA per i PAZIENTI OPERATI con PROTESI TOTALE D
OSPEDALE MARIA VITTORIA GUIDA PRATICA per i PAZIENTI OPERATI con PROTESI TOTALE D’ANCA INFORMAZIONI E CONSIGLI PRATICI DALL’INGRESSO IN OSPEDALE ALLA DIMISSIONE E SUCCESSIVA RIEDUCAZIONE MOTORIA FUNZIONALE STRUTTURA COMPLESSA ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA Direttore Dott. Angelo Dettoni Coordinatore Scientifico dott. Mauro Roselli * Disegni dott.ssa Giuseppina Montanari * Si ringraziano la Struttura Complessa di Medicina Fisica e Riabilitazione e la responsabile dott.ssa Tiziana Iacomussi per la collaborazione * Dirigente Medico A.S.L. TO2 - Ospedale Maria Vittoria S.C. Ortopedia e Traumatologia (Direttore: dott. Angelo Dettoni) To r i n o N o r d OSPEDALE MARIA VITTORIA GUIDA PRATICA per i PAZIENTI OPERATI con PROTESI TOTALE D’ANCA INFORMAZIONI E CONSIGLI PRATICI DALL’INGRESSO IN OSPEDALE ALLA DIMISSIONE E SUCCESSIVA RIEDUCAZIONE MOTORIA FUNZIONALE STRUTTURA COMPLESSA ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA Direttore Dott. Angelo Dettoni L’ANCA NORMALE L’anca normale è un’articolazione costituita dalla testa del femore, che rappresenta i due terzi di una sfera e che s’inserisce in una cavità emisferica, la cavità acetabolare. Le superfici che vengono in contatto sono ricoperte da cellule cartilaginee che le rendono perfettamente levigate. Le due ossa sono unite tra loro da una capsula fibrosa che forma un manicotto fibroso che avvolge l’articolazione e da una membrana sinoviale che produce un liquido per lubrificare e nutrire le superfici articolari e renderle perfettamente scorrevoli tra loro. CAPSULA ARTICOLARE TESTA FEMORALE COLLO FEMORALE 4 CAVITÀ ACETABOLARE CAPSULA ARTICOLARE GRAN TROCANTERE PICCOLO TROCANTERE SPINAILIACA ANTERIORE SUPERIORE CAPSULA ARTICOLARE LEGAMENTO INGUINALE GRAN TROCANTERE PUBE ISCHIO DIAFISI FEMORALE 5 L’ANCA PATOLOGICA La coxartrosi può essere definita come la degenerazione delle cellule cartilaginee con perdita della perfetta congruenza e levigatezza delle superfici dell’articolazione coxo-femorale e la eventuale formazione di osteofiti (crescita ossea periarticolare). CAVITÀ ACETABOLARE TESTA FEMORALE OSTEOFITA COLLO FEMORALE OSTEOFITA 6 L’artrosi dell’anca può essere legata a numerosi fattori così definiti: 1) COXARTROSI PRIMITIVA o idiopatica (senza causa specifica) 2) COXARTROSI SECONDARIA (a patologie note) a) post traumatica b) displasia congenita c) osteocondrite epifisaria, morbo di Perthes d) coxa vara, o valga e) artrite settica f) malattia reumatica g) necrosi della testa femorale Contribuiscono ad una maggiore incidenza di degenerazione articolare fattori quali l’obesità, la scarsa attività fisica ed occupazionale, fattori genetici ed ambientali. L’artrosi dell’anca esordisce con modesto dolore a livello inguinale dopo una deambulazione o affaticamento in generale. Il riposo è sufficiente a calmare il dolore. Con il progredire della coxartrosi si assiste ad un peggioramento del dolore ed a una sempre più marcata limitazione funzionale delle rotazioni, abduzione, adduzione e flessione fino ad arrivare alla zoppia durante la deambulazione, all’ipotrofia muscolare, ad atteggiamenti coattivi. OPZIONI TERAPEUTICHE – Iniziale fisiocinesiterapia e terapia farmacologia; – terapia chirurgica: osteotomie correttive, intervento sec. Ganz, etc. (indicazioni molto limitate). – Sostituzione protesica Scopo dell’intervento: • abolire il dolore; • ridare motilità articolare normale; • recupero funzionale globale. 7 LA PROTESI TOTALE D’ANCA La protesi d’anca, cementata o non, rispecchia l’anca naturale, ossia è costituita da una sfera metallica o di ceramica che sostituisce la testa del femore e s’inserisce in uno stelo metallico che viene posizionato nel femore prossimale. Il tutto si assembla con una coppa metallica con un inserto di ceramica, metallo o polietilene che trovano alloggio nella cavità del bacino erosa (acetabolo). Come l’anca sana la protesi ha delle superfici lisce che permettono il movimento con scarso attrito e senza dolore. 8 LA VISITA ORTOPEDICA Lo specialista Ortopedico è deputato al trattamento chirurgico dell’apparato osteo articolare. Solo dopo un’accurata valutazione clinica, obiettiva e radiologica verrà posta indicazione alla sostituzione protesica totale. LA PREPARAZIONE PRIMA DELL’INTERVENTO Prima dell’intervento sarà necessario essere sottoposti a visita anestesiologica, ove verrà valutata la necessità di ulteriori accertamenti. Sarà necessario perdere chili se obesi; smettere di fumare e segnalare l’assunzioni di farmaci. Come per tutti i grandi interventi anche per questo ci sono dei rischi,come embolie, polmoniti, infezioni, reazioni allergiche ed altre complicanze post operatorie, che potranno essere spiegati dall’ortopedico durante la visita. La visita si concluderà dopo aver informato il paziente su tutto quanto necessita sapere su questo intervento e con la firma da parte del medico e del paziente stesso dell’apposito modulo di consenso informato. Prima o durante l’intervento verrà effettuata: – profilassi antitromboembolica, in accordo a quanto risulta in letteratura dalle raccomandazioni internazionali; – profilassi antibiotica contro il rischio d’infezione, secondo quanto risulta dalla letteratura internazionale; – profilassi delle ossificazioni periarticolari. 9 L’INTERVENTO Il ricovero potrà avvenire uno o due giorni prima dell’intervento. La sera prima dell’intervento sarà necessario: – eseguire una doccia; – restare digiuni dalle ore 24.00; – potrà essere eseguito un clistere. Al mattino verranno posizionati un ago cannula per la somministrazione di farmaci ed eventuali trasfusioni e un catetere vescicale. L’anestesista provvederà ad eseguire l’anestesia epidurale o più raramente generale. Al termine dell’intervento resterà la sensazione di perdita della sensibilità agli arti inferiori per qualche ora ancora. Attraverso le flebo verranno somministrati farmaci antalgici ed antibiotici, uno o due tubicini dreneranno il sangue dalla ferita, impedendo la formazione di ematomi. Flebo, drenaggi e cateteri verranno rimossi il giorno seguente l’intervento. Dopo l’intervento, gli arti inferiori sono mantenuti abdotti a 30° da un cuscino divaricatore per mantenere la posizione corretta e prevenire manovre sbagliate. I medici e gli infermieri professionali della nostra S.C. restano a disposizione per eventuali richieste del paziente. 10 RIABILITAZIONE DOPO L’INTERVENTO DI PROTESI D’ANCA La presa in carico riabilitativa del paziente avviene dal giorno seguente l’intervento mediante visita fisiatrica. Verrà steso il programma riabilitativo che sarà iniziato dai fisioterapisti in ospedale, continuato al domicilio se il paziente viene dimesso in adr (assistenza domiciliare riabilitativa) o in regime di ricovero presso le strutture riabilitative accreditate oppure presso il day hospital riabilitativo della struttura complessa di mfr (medicina fisica e riabilitazione). Nell’impostare il trattamento riabilitativo verranno considerate: – le condizioni generali e locali pre e post-operatorie; – la collaborazione del paziente. I - II GIORNATA POSTOPERATORIA Verranno curati: – l’allineamento posturale al letto; – gli esercizi per l’arto operato e per l’arto controlaterale; – gli esercizi attivi ed attivi assistiti per la caviglia che attiva la pompa plantare; – gli esercizi per la ginnastica respiratoria. III - IV GIORNATA POST-OPERATORIA Oltre a quanto sopra: – assunzione della posizione seduta con le gambe fuori dal letto. V - VI GIORNATA POST-OPERATORIA – Al paziente verrà insegnato ad assumere la posizione eretta ed ad iniziare la deambulazione con utilizzo di un girello o di bastoni canadesi secondo le abilità. 11 CONSIGLI SUI MOVIMENTI PERMESSI E QUELLI DA EVITARE N.B. Gran parte dei consigli seguenti sono legati anche al tipo di via chirurgica di accesso: quanto esposto vale per la via postero-laterale usata comunemente per questo intervento. si a) NON PIEGARE L’ANCA OPERATA OLTRE I 90 GRADI RISPETTO ALL’ASSE VERTICALE DEL CORPO no b) DA SEDUTI, LE GINOCCHIA NON DEVONO MAI ESSERE PIU’ ALTE DELLE ANCHE E LE SPALLE NON DEVONO ESSERE PIU’ AVANTI RISPETTO ALLE ANCHE 12 si IN POSIZIONE SEDUTA, PER RIDURRE I GRADI DI FLESSIONE DELL’ANCA, ALLUNGARE IN AVANTI L’ARTO OPERATO (IL GINOCCHIO RISULTA PIU’ ABBASSATO RISPETTO AL CONTROLATERALE) 13 no a) QUANDO SI E’ CORICATI NON INCROCIARE MAI LE GAMBE si b) MANTENERE SEMPRE UN CUSCINO RIPIEGATO TRA LE COSCE PER MANTENERE L’ABDUZIONE DEGLI ARTI no c) NELLA POSIZIONE SUL FIANCO NON RUOTARE MAI L’ARTO OPERATO VERSO L’INTERNO (IL GINOCCHIO E IL PIEDE NON DEVONO MAI GIRARSI ALL’INTERNO) si d) MANTENERE SEMPRE IL CUSCINO TRA LE COSCE ANCHE IN QUESTA POSIZIONE 14 NON ACCOVACCIARSI MAI: MOVIMENTO AD ALTO RISCHIO DI LUSSAZIONE! no a) UTILIZZARE SEMPRE SEDIE ALTE E STABILI, CON SEDILE NON TROPPO SOFFICE O CEDEVOLE (POLTRONA O DIVANO BASSO). DA SEDUTI NON STARE SUL BORDO DELLA SEDIA, NON PIEGARE MAI IL TRONCO IN AVANTI, NEL RIALZARSI MANTENERE IL BUSTO BEN ERETTO E GUARDARE IN AVANTI. NEI PRIMI MESI DOPO L’INTERVENTO SONO INDISPENSABILI SEDIE CON I BRACCIOLI, PER PERMETTERE UNA SPINTA DELLA BRACCIA EFFICACE VERSO L’ALTO E SCARICARE L’ANCA DAL CARICO TOTALE PROVOCATO DALL’ALZARSI IN PIEDI si no b) NON ACCAVALLARE MAI LE GAMBE, NE’ RUOTARE L’ARTO OPERATO ALL’INTERNO c)) MANTENERE SEMPRE UNA CORRETTA POSIZIONE SEDUTA CON LE ANCHE FLESSE NON OLTRE I 90 GRADI, LE GINOCCHIA LEGGERMENTE DIVARICATE, IL BUSTO BEN ERETTO E BEN INDIETRO CONTRO LO SCHIENALE 15 no si a) ANCHE DURANTE LA GUIDA NON SEDERSI SU SEDILI TROPPO BASSI CON LE ANCHE FLESSE OLTRE I 90 GRADI E IL BUSTO IN AVANTI b) UTILIZZARE DEI CUSCINI PER MANTENERE IL BUSTO ERETTO E IL SEDILE SOLLEVATO si no c) NON SCENDERE DALL’AUTO INTRARUOTANDO L’ARTO OPERATO (CON IL GINOCCHIO RIVOLTO VERSO L’INTERNO) d) SPOSTARE GLI ARTI AFFIANCATI FACENDO FORZA SULLE BRACCIA 16 no si WATER E BIDET VANNO UTILIZZATI CON L’APPOSITO RIALZO. DA SEDUTI LE ANCHE NON DEVONO MAI RISULTARE PIU’ BASSE DELLE GINOCCHIA 17 no a) NON RACCOGLIERE OGGETTI DA TERRA FLETTENDO IL TRONCO si b) PORTARE TUTTO IL PESO DEL CORPO SULL’ARTO NON OPERATO PIEGANDO IN AVANTI L’ANCA E IL GINOCCHIO. PORTARE IN ESTENSIONE ALL’INDIETRO L’ANCA OPERATA CON IL GINOCCHIO PIEGATO VERSO IL SUOLO E TENERSI CON UNA MANO AD UN APPOGGIO SICURO si c) IL GINOCCHIO DELL’ARTO OPERATO SARA’ APPOGGIATO A TERRA EVITANDO COSI’ L’ECCESSIVA FLESSIONE DELL’ANCA 18 a) PER CALZARE LE SCARPE NON FLETTERE MAI L’ANCA OPERATA OLTRE I 90 GRADI PIEGANDO IL BUSTO IN AVANTI (USARE CALZASCARPE LUNGHI E CALZACALZE) no si no b) SEDUTI SU SEDIA BEN STABILE E CON BRACCIOLI, PORTARE L’ARTO OPERATO SOTTO IL GINOCCHIO DELL’ALTRO LATO EVITANDO DI PIEGARE L’ANCA OPERATA OLTRE I 90 GRADI c) NON ACCAVALLARE L’ARTO OPERATO RUOTANDO IN DENTRO O IN FUORI L’ANCA 19 no a) NON SOVRACCARICARE L’IMPIANTO PROTESICO PORTANDO PESI SUPERIORI A 20 KG. (L’USURA DEL COTILE E’ DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALL’USO E AL PESO SOLLEVATO) si b) UTILIZZARE VALIGIE CON TROLLEY O CARRELLINI CON RUOTE PER LA SPESA 20 RICORDA: SALE L’ARTO INFERIORE SANO SCENDE QUELLO OPERATO a) NEL POST-OPERATORIO E’ NECESSARIO DEAMBULARE CON DUE STAMPELLE. PER SALIRE LE SCALE, PORTARE PER PRIMO L’ARTO SANO SUL GRADINO SOVRASTANTE, POI PROCEDERE CON L’ANCA OPERATA b) PER SCENDERE, PORTARE ENTRAMBE LE STAMPELLE SUL GRADINO SOTTOSTANTE, QUINDI AVANZARE CON L’ANCA OPERATA SEGUITA DA QUELLA SANA 21 a) PER RECUPERARE LA FORZA MUSCOLARE SONO CONSIGLIATE PASSEGGIATE SU TERRENI PIANEGGIANTI si no b) EVITARE PERCORSI ACCIDENTATI O PARTICOLARMENTE RIPIDI CON ZAINI PESANTI 22 I PROSSIMI CONTROLLI Il primo controllo clinico e radiografico andrà effettuato a 2 mesi dall’intervento, secondo le indicazioni date dall’Ortopedico nella lettera di dimissione. Il secondo controllo clinico e radiografico dopo 6 mesi. Il terzo ad un anno e poi a due anni ed infine ogni 2 anni. RICORDA: – PORTARE SEMPRE LE RADIOGRAFIE DELL’ANCA OPERATA – PORTARE SEMPRE IL FOGLIO DI DIMISSIONE DALL’OSPEDALE – DESCRIVERE LA TERAPIA IN ATTO Il Direttore della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia o un Collega delegato della Sua equipe sono a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti, negli orari di ricevimento, su appuntamento. a cura della SC RELAZIONI ESTERNE