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 CONTESTAZIONI ALLE ACCUSE DI MIA MOGLIE -­‐ Non sono assolutamente un uomo violento. Avrò ripetuto una sacco di volte a mia moglie di non fingere di essere una donna maltrattata, di non raccontarsi questa scusa per lasciarmi. Descrive la nostra famiglia in un modo abominevole, dove tutto girava intorno a percosse e maltrattamenti. Ma io ricordo altro. Le attenzioni che riservavo a Chiara, i momenti di tenerezza, i sacrifici, l'accudimento della bimba, i nostri sogni (che scopro ora lei non condividesse. Ma bastava dirlo, io lo facevo solo per lei, come il trasferimento in Francia, e mille altre cose. A me, se avessi saputo che lei non voleva, non me ne sarebbe fregato nulla. Ma cosa aveva capito?!). Io amo sinceramente Chiara e farei di tutto per lei. Io amo, il suo coraggio, la sua tenerezza, la sua gioia di vivere, questo meraviglioso dono della maternità, il sostegno incondizionato che mi ha dato tutto il tempo, insomma. Io l'amo, voglio solo che sia felice, voglio donarle una vita serena fatta di sorrisi e piccoli gesti, voglio solo essere al suo fianco ogni volta che ha bisogno di me, perché ho una grande stima di lei, lei che per me è una donna di grande valore. Io la amo con l'amore di un amore cresciuto nel corso degli anni, la amo per quello che è, per quello che ha portato nella mia vita che ammiro e rispetto. NON VOGLIO IL SUO MALE, VOGLIO IL SUO BENE. IO SONO UN UOMO BUONO, VORREI SOLO UN PO' DI RISPETTO E FIDUCIA. Mentre lei all'assistenza sociale mi ha descritto come una persona che la tratta come una deficiente, come una mina impazzita, una persona estremamente insicura, ipocondriaca ed ansiosa. Ma io mi domando: ma con chi ha vissuto mia moglie? Avrebbe fatto bene ad essere più sincera.... non mi conosce eppure le scrivevo anche per farmi conoscere, ma non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire. Per stupidi equivoci, incomprensioni, cattiverie dette e mai chiarite io perdo la donna della mia vita, la parte migliore di me, la persona con cui avrei voluto vivere, crescere, migliorarmi, invecchiare e morire. È TUTTO UN EQUIVOCO che potrei chiarire solo stando da solo con Chiara per un po'. Anche perché ci sono cose di cui posso parlare solo con mia moglie. So che potrei spiegarle tutto. C’è tanta confusione nella sua testa, ma io ho le mie colpe. Pensavo davvero che avrei avuto modo di chiarire, ma il destino crudele mi ha preceduto. Ma ora Chiara sta davvero infierendo in maniera ingiusta. Sapete come si dice: NON SI SPARA SULLA CROCE ROSSA e ci si pensa bene prima di buttare via tutto. Che possa insorgere in lei il dubbio. Basterebbe chiarirsi. Io sono stato tradito nel profondo eppure sono qua a rinnovarle la mia fiducia. Lei dovrebbe fare lo stesso con me. Sa bene che non sono il MOSTRO che descrive. Poi non dico che la mattina del 5 io non abbia commesso degli errori. Nella foga dell'agitazione ho fatto quello che un uomo non dovrebbe mai fare. Ho dato 2 ceffoni a Chiara un po' incolpandola di avere raccontato troppe balle al CIDIS un po' per affermare a torto il mio diritto di fare in casa nostra quello che volevamo, in fondo ho usato Chiara come una cavia. La cosa che mi faceva andare in disperazione era che sarebbe stato l'ennesimo natale rovinato quando io avrei TANTO VOLUTO passare delle belle feste con la mia famiglia. Chiara non lo sa perché non legge gli SMS ma il giorno di natale e quello di capodanno l'ho passato in casa sperando di vedere dalle persiane spuntare i suoi tripodi. Invece mi limitai ad accompagnarla via SMS con i miei messaggi d'amore fino alla mezzanotte. Avevo sperato tanto nel miracolo. In ogni caso il 5 sono stato un vile ed uno stronzo e non ho mai potuto scusarmi con Chiara. Proprio adesso che avrei potuto darle quello che da tempo aspettava!!!!!! Non è giusto trattarmi come un delinquente, io sono il tuo ANGELO, non mi ripudiare! -­‐ Che assurdità, la bimba aveva un rapporto conflittuale con la madre mio malgrado. Innanzitutto non è facile obbligare una bimba di soli 5 anni a fare quello che non vuole. È vero che a volte Biancalaura prendeva i tripodi e le tirava contro la mamma, io a dire il vero glieli avrò tolti inizialmente un sacco di volte, poi sinceramente..... essendo la madre adulta e vaccinata le ho spiegato cosa dovesse fare per gestire al meglio la bimba. Lei ci provava una volta, due, poi dimostrando poca coerenza tornava a sbagliare. Ma a me sembra che la bimba non vivesse in quel clima che Chiara descrive. L'ho dirò anche successivamente, Biancalaura proprio perché vedeva me e la mamma sempre vicini, abbracciati a sbaciucchiarci e coccolarci era molto gelosa. Capiva bene quanto io amassi la mamma (dovrei dire quanto ci amassimo ma non sono più sicuro se posso osare tanto o se mi ingannassi) e così in preda alla gelosia scappava piangendo e diceva PAPÀ È SEMPRE INNAMORATO DELLA MAMMA. La bimba era molto serena e solare. -­‐ E se fosse vero io potrei dire invece che Chiara non mi ha mai permesso di giocare con la bimba o almeno non tanto quanto avrei voluto, ma sono cattiverie. Io l'ho lasciata un sacco di volte da sola con Biancalaura. Anzi ricordo che quando tornavo a casa Chiara con aria sfinita riferiva che la bimba non aveva smesso un attimo di piangere e chiamare papà. A volte mi telefonava per dirmelo. Lo stesso accadeva quando mia figlia e mia moglie stavano in macchina da sole. La bimba si dibatteva come una disperata urlando a tal punto che le persone fuori venivano da Chiara a chiederle cosa stesse accadendo. Poi sentendo che la bimba mi cercava si offrivano di venirmi a chiamare. Io ero ben contento quando invece le lasciavo da sole e tornando vedevo che avevano fatto un bel disegno, piuttosto che un dipinto o un puzzle. Altre volte guardavano semplicemente un film insieme. Certo che quando capitava che tornando vedevo che la bimba aveva fatto qualche disastro dicevo a Chiara che non gliela avrei mai più lasciata da sola, ma non è mai capitato. Infatti dicevo a mia moglie che NON BASTA RIPETERE UNA COSA DUE VOLTE PERCHÉ DIVENTI VERA. La verità è ben altra. Poi io non sono mai stato geloso di Chiara per quello che riguarda il suo rapporto con la bimba. Cercavo spesso di riavvicinarle dicendo a Biancalaura di andare a dare un bacio alla mamma. Una volta mentre Chiara fingeva di andare con l'AUSER dal dentista io, invece, che sinceramente mi preoccupavo di mia moglie (chiamandola a metà mattina con una scusa banale solo per la voglia di sentirla) registrai la bimba che diceva MAMMINA MAMMINA, VOGLIO LA MAMMINA, MI MANCA. Al suo ritorno gliela feci sentire e le dissi VEDI CHE TI VUOLE BENE, TE NE VUOLE MOLTO. -­‐ Io non è vero che da Agosto DICEVO che la bimba DOVEVA fare degli allenamenti. Innanzitutto c'è l'uso improprio di due verbi, DICE e DOVEVA. Io non dico un bel niente e non obbligo nessuno a fare niente. Questa è una accusa che qualora fosse vera vedrebbe colpevole anche Chiara (che adesso apprendo non riferirsi più a me come AMORE ma come LUI o il PADRE -­‐ lo sottolineo solo perché mi fa male vedere una persona che credevo conoscere tanto diversa da quella che credevo, da quella con cui ho vissuto). Potrei dire lo stesso su di lei, perché anche CHIARA voleva che lei intraprendesse questo percorso formativo. Fu solo grazie al suo totale coinvolgimento ed interessamento che riuscimmo a costruire i vari Podi. Quindi non capisco. E allora perché vantarsene con tutti fino allo sfinimento, fino al punto da farsi dire da me che non ero affatto contento che ne parlasse così entusiasticamente con tutti!? Comunque, la verità è che un giorno la bambina mentre era sul divano davanti alla televisione, fece una spaccata. Biancalaura è una bimba che ama molto muoversi e giocare con il proprio corpo. Così solo per gioco andammo sopra in mansarda e su dei tappetini provo autonomamente a fare delle cose. Lei si divertiva un sacco. Così tanto per farle fare qualcosa e farle scaricare tutta quell'energia in esubero incominciammo. Da allora la mamma raccontava che diventava difficile dire basta alla bimba perché avrebbe voluto andare avanti all'infinito. Tanto che anche la sera sul divano, dopo cena, a volte ci chiamava e ci faceva vedere una verticale. La mamma applaudiva con entusiasmo e fierezza. E diceva che nessuno ci avrebbe mai creduto che fosse sua figlia. Premetto che non sono comunque una persona che si improvvisa. Lavoro con i bambini dal 1989 quando iniziai la mia carriera in teatro. Sono per risultati ottenuti sul campo il migliore preparatore atletico per quello che riguarda la preparazione sui bambini nell'acrobatica a terra che c'è in Italia ma su nostra figlia ho avuto subito grossi dubbi sul decidere se farle fare delle cose o no. Chiara lo sa, infatti cercammo anche di avere consigli in merito e Chiara stessa si recò alla palestra Neghelli di Orbassano per avere uno scambio di competenze. La bambina non faceva assolutamente allenamenti durissimi, NON SONO UN PAZZO, tutto era commisurato alla sua età ed alle sue doti fisiche naturali. In realtà non faceva altro che dello stretching nel quale mi limitavo a prolungare le fasi di tenuta di allungo seguendo i principi canonici del PNF -­‐ Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare. La bimba faceva stretching fatto bene seppur ad un livello medio alto, ovvero faceva opera di allungamento e flessibilità' muscolare e non esiste allungamento se non c'è rilassamento, ALLUNGAMENTO E RILASSAMENTO SONO UN BINOMIO INSCINDIBILE. Talmente duri erano gli allenamenti che la bimba si addormentava anche per una ventina di minuti in spaccata frontale tanto era rilassata. Io a Chiara dicevo cose, ma le motivavo, perché' a mio dire quando si parla alle persone non addette ai lavori talvolta per far arrivare un messaggio è necessario esagerare. Quello che volevo che arrivasse era che Biancalaura era davvero brava. Quel DURISSIMI era sempre da rapportarsi a quello che di solito fanno gli altri bimbi che però nel caso di mia figlia veniva del tutto naturale. Spero che Chiara non pensi davvero che Biancalaura facesse allenamenti analoghi agli atleti che fanno le olimpiadi. Ovvio che una Vanessa Ferrari si allena in un modo che mia moglie neppure immagina. Quelli si che sono allenamenti durissimi. La bambina era molto contenta e fiera di quello che faceva e voleva che tutti lo sapessero. Aveva voluto anche che le comprassi il libro (che aveva avuto modo di vedere durante una spesa all'ESSELUNGA) di Carlotta Ferlito, una ginnasta andata alle olimpiadi, e lei guardando le foto se lo portava anche a letto. Chiara tutte le sere gli leggeva qualche paginetta di questo libro ed insieme lo commentavano così come pure le figure. Sembravano felici. Non capisco perché Chiara dica ciò. Io ho solo assecondato una sua passione e delle sue attitudini. Vendevamo la bambina come se davvero facesse acrobatica quando in realtà faceva pre-­‐acrobatica ossia allungamento muscolare. E poi Chiara era la prima ad essere contentissima, e lo sbandierava ai quattro venti, ci dovevo addirittura litigare perché io non ero d'accordo che se ne vantasse così tanto, per me era un'esagerazione. In fondo aveva appena iniziato. Chiara adesso dice questo solo per farmi del male, ma lei era la prima ad esserne felice. -­‐ Chiara non è che non ha mai potuto cucinare alla bambina, magari l'avesse fatto così mi avrebbe sgravato da un impegno, il fatto è che non ha mai voluto e quando ho cercato con molta calma e pazienza di insegnarle a fare qualcosa in campo culinario come ad esempio pelare anche solo le patate si è subito demoralizzata. Poi se per questo avrebbe dovuto cucinare anche per me, ma su questo punto non ci sono accuse. Io non ho mai pensato che mia moglie fosse una deficiente, ho sempre avuto un abnorme stima di lei ma mi accorgevo che questo non bastava a darle quella sicurezza che lei cercava. A volte o detto delle cattiverie ma erano parole dietro le quali non c'era alcun significato, o provato a spiegarglielo ma niente, non voleva capire. Era lei a sentirsi un'incapace non che io lo pensassi. Io l'amavo e l'amo per così come. Ora sarebbe diverso, so dove ho sbagliato, chiedo solo un po’ di fiducia. Non mi sono mai sostituito alle sue gambe ed alle sue braccia, il mio "aiuto" era per me solo un'ulteriore occasione per poterle stare vicino e coccolarla. Poi la bambina sceglieva lei ultimamente quello che voleva mangiare mentre da più piccina io e Chiara abbiamo SEMPRE comprato le cose ASSOLUTAMENTE insieme. Per il vestiario idem come sopra, andavamo in un negozio, guardavamo le cose insieme, io facevo vedere delle cose a Chiara e se le piacevano le acquistavamo se no cercavamo ancora. Ultimamente ad esempio alla FACIT Chiara vide un giacchetta smanicata con delle rose, la provammo alla bimba e gliela prendemmo. Evidentemente a lei qualcosa non è piaciuto ma poteva dirlo, io non avevo nessuna convenienza nel comprarle un cosa piuttosto che un'altra. Sono accuse che mi fanno davvero specie e mi fanno rendere conto che la Chiara che conosco io non esiste. E che lei non mi conosce per niente, eppure io ho fatto di tutto per aprirmi a lei. Per quanto riguarda gli abiti di Chiara lei pretendeva che fossi io a scegliere nei negozi cosa comprare adducendo di non sapere come abbinare i vari capi. L'ultima volta che siamo entrati in un negozio d'abbigliamento le diedi in mano il Bancomat e le dissi IO TI ASPETTO FUORI, COMPRA PURE QUELLO CHE VUOI, CHE TI PIACE, ma lei se non c'ero io a consigliarla non voleva assolutamente, così uscimmo. Io non decidevo un bel niente, poi cosa vuol dire "il mio guardaroba lo aveva lui". Il guardaroba era ed è nella saletta armadi, bastava che entrasse e si prendesse quello che voleva. Ripeto, siamo persone, se non voleva qualcosa lo diceva e finiva li. Ad ogni buon conto chi si è mai sognato di imporle cose che non le piacevano. Mi sento tradito perché a me diceva che le piaceva ch'io mi prendessi cura di lei, come quando si faceva truccare, depilare o fare la manicure e la pedicure. Io pensavo fosse un modo per aumentare la nostra intimità, ma forse lo era solo per me. Eppure ricordo che si vantasse di ciò con le persone, chissà se era sincera! Sul Bancomat che devo aggiungere, UNA ASSURDITA'. È come se lasciasse intendere di non essere libera di fare e gestire i propri soldi come voleva. A me diceva che questo accadeva nella sua famiglia di origine dove sua madre sembra non le avesse mai dato la pensione di invalidità sino all'età di 20 anni tant'è che sino ad allora Chiara non immaginava il suo ammontare. Ma quello a Chiara andava bene. Io invece che non ho mai conosciuto la parola MIO ma parlando di me e Chiara facevo sempre riferimento all'aggettivo possessivo NOSTRO sembra che ne sia stato penalizzato. Chiara per scelta non è mai andata allo sportello automatico Bancomat mentre andava da sola in banca a fare le operazioni che voleva. Ma anche li, se il la tessera Bancomat la voleva lei bastava che lo dicesse. Alla cassa dei supermercati davo sempre a lei il bancomat per pagare il POS. Mi sembra attaccarsi sul niente andando a tirare fuori chi tenesse fisicamente il bancomat nel portafoglio. Continuo a non capire perché mi ha mentito e tenuto tutto nascosto. -­‐ Innanzitutto tutto, andrebbe premesso che in 8 anni nessuno dei familiari di mia moglie ci ha mai dato un centesimo che uno. Poi comunque da 4 anni e mezzo neppure li abbiamo sentiti una volta. Neanche quando 2 anni fa si ruppe la stufa e noi rimanemmo con 9 gradi in casa per 15 giorni. Nessuno ci aiutò, tirai fuori da quell'impaccio la mia famiglia tutto da solo senza che la bimba si pigliasse neppure un raffreddore. Quindi di per sé non ci sono molti motivi per potersi sentire umiliata. Gli unici soldi arrivati dai suoi sono due bonifici l'anno scorso da 300 euro l'uno da parte di sua madre. Il primo di questi ci arrivò inaspettatamente come regalo di natale (a questo proposito la mamma di Chiara telefonò a mia madre per farsi dare le coordinate bancarie e mia madre era un po' restia in quanto disse a lei che a noi non avrebbe fatto piacere). Per quanto riguarda invece il secondo glielo chiese mia moglie volendo comprare un letto ad una piazza senza sponde per la bimba. Assurda l'accusa che io la obbligassi a chiedere soldi altrimenti la picchiavo. Non credo che mia moglie conosca il significato della parola OBBLIGARE. In casa mia ha sempre regnato la democrazia, io forse a volte mi sono sentito svilire come persona, ma non importa. E poi una invenzione il fatto che sarebbe stata picchiata se non avesse seguito quello che secondo lei io volevo. No comment. Come spiego nel punto successivo, io sono tutto fuorché attaccato ai soldi, questa è sempre stata una preoccupazione di Chiara ancora un volta senza giustificazione logica in quanto noi avevamo un reddito annuo netto di oltre 36000 € non dichiarati in quanto non soggetti ad imposte fiscali. Era Chiara che per quei cavoli di soldi ci faceva una malattia. Spesso non voleva toccare il conto in banca anche in situazioni di emergenza e cercava sempre una soluzione alternativa. Porto un esempio: quando 2 anni fa avemmo il succitato problema della stufa avremmo in teoria potuto comprarne anche una nuova per poter tamponare la situazione. I soldi c'erano, ed io per testare Chiara (e che fosse un test lo sa perché glielo dissi successivamente una marea di volte essendoci davvero stato male per quello che fece) le proposi di vendere le fedi nuziali. La portai alle Piramid e stando in macchina le dissi di andare in gioielleria. Ed aggiunsi CI PUOI ANCORA PENSARE, GUARDA CHE I SOLDI CE LI ABBIAMO. Ma lei scese dall'auto e si incammino verso il negozio. Al ritorno le fedi non c'erano più. Io le ripetei FAI ANCORA IN TEMPO AD ANDARLE A PRENDERE, PENSACI. E così fino all'indomani mattina, quando sapevamo sarebbero state fuse. Lei testardamente non volle andare a riprenderle. Io vissi questo gesto come un segno di disprezzo del nostro amore. Non erano le fedi in se ma quel PER SEMPRE TUA/TUO inciso al loro interno a cui io credevo e credo. Non glielo perdonai mai ed ancora oggi sogno di ricomprare un altro paio di fedi. La verità che ci fu una sola occasione in cui io dissi a Chiara di chiamare suo zio Pino per fare in modo che Patrizia ci desse un aiuto visto che proprio qualche mese prima ci aveva versato quei 300 euro. Pino disse che avrebbe riferito ma poi niente. Sinceramente non so neppure se Chiara sentì davvero suo zio, ora posso anche dubitarne, ad ogni buon conto io non volevo NULLA, ed infatti quando un giorno Pino, o il suo fantasma (perché potrebbe anche essere che Chiara volendomi così bene e conoscendomi tanto profondamente abbia pensato -­‐ sentendosi umiliata ed avendo paura di non so chi e che cosa -­‐ di fingere la telefonata. Anche se sarebbe stato più semplice essere sincera e dire non voglio) disse che i soldi sarebbero arrivati io (che sono quello che dovrebbe davvero sentirsi umiliato in quanto preso in giro) dissi che non li volevo e Pino o il sul alter ego The Ghost rispose che sapeva ch'io avrei fatto così in quanto uomo di saldi principi. E poi ho sempre saputo che i genitori di Chiara avevano grossi problemi economici, come si può pensare ch'io voglia spillare soldi a persone che fanno fatica già di loro a portare avanti la baracca!? Ora con i nostri 16000 euro per qualche mese non avranno grossi pensieri ma prima non era così. Soldi li abbiamo invece chiesti a mio padre che al solito ci ha sbattuto la porta in faccia. Umiliante e dover chiedere l'elemosina in centro con un barbone perché la propria moglie non ti accorre a salvare da una situazione che ti ha visto quasi alle soglie del blocco renale in ospedale, e avere sacrificato la propria integrità fisica buttandosi sotto una macchia con la perdita di mobilità di una gamba senza che nessuno si preoccupasse di me, quasi come se io non avessi neppure la dignità di essere umano. Io non faccio le porcate di cui mi si accusa, a me dei soldi non frega niente, io volevo e voglio solo dedicarmi anima e corpo a CHIARA e BIANCALAURA, il resto conta meno che zero. TUTTE BUGIE, e se Chiara ha pensato cose diverse vuol dire per l'ennesima volta che tutto il tempo e le mie energie spese nel farle capire le cose come stavano sono state vane. CHIARA deve imparare ad essere una donna sincera, io con lei lo sono sempre stato ed invece scopro che lei mi ha nascosto un sacco di cose per motivi assurdi. Io l'ho sempre coinvolta e resa ovviamente partecipe di tutte le nostre decisioni, piccole o grandi che fossero, e sempre chiesto se fosse d’accordo o no nel fare un determinato passo. Le dicevo che dire di voler fare qualcosa solo per farmi contento non mi avrebbe reso felice, SII SINCERA le ripetevo. Ma lei no si è fidata proprio dell'unica persona che non l'ha mai tradita e che anche oggi, dopo essere stato trattato in codesta maniera, continua a stare dalla sua parte. Umiliante è subire un arresto come l'ho subito io solo per aver amato la mia famiglia ed avere fatto di tutto per loro. Chiara preferisce invece fidarsi di chi non l'ha mai accettata in quanto disabile. Ma possibile che non si chieda cosa prima o poi penserà la bimba sapendo che sua madre in virtu' di tante incomprensioni ha lasciato morire suo padre abbandonandolo a se e trattandolo peggio di una bestia! Rimango senza parole, ma con gli occhi colmi di lacrime e di amore per mia moglie. -­‐ Allora anche queste sono un cumulo di bugie. Chiara sapeva benissimo quanti soldi avessimo in banca. Avevamo scaricato dal Play Store una applicazione di nome 1CENT dove registravamo tutte le nostre entrate e le nostre uscite. Io periodicamente, non tutti i giorni ma quasi, andavo a controllare al bancomat se il saldo disponibile sul conto corrispondesse a quello da noi registrato. C'era sempre lo scarto di qualche euro, ed io in presenza di Chiara lo aggiornavo. Poi chiedevo a mia moglie di prendere la sua calcolatrice, le dicevo facendoglielo vedere quanto avessimo (ED USO IL PLURALE PERCHÉ PER ME QUELLO CHE È MIO È SEMPRE STATO ANCHE SUO E CONTINUA AD ESSERLO, COME ANCHE LA CASA SEPPUR ACQUISTATA FUORI DALLA COMUMIONE DEI BENI -­‐ a volte dicevo delle cattiverie ma non erano mai pensate e Chiara se è sincera sa che io compravo e facevo solo tutto per lei e la bimba andando addirittura in giro con le mutande bucate) le chiedevo di sommare al risultato i soldi di mia madre, lo stipendio e la sua pensione, quindi era lei a comunicare a me l'esatto ammontare sul conto che avremmo avuto. Quindi è una grandissima balla. Che lei non avesse soldi nel portafoglio è perché 1) non li voleva 2) perché neanche io li tenevo. Chiara sa e diceva sempre a tutti, come ad esempio i tecnici che venivano effettuare una qualche riparazione in casa, che non tenevamo contanti poiché dal momento del furto usavamo solo più il Bancomat, ma io non mi sono mai azzardato dal farle mancare tutto quello che volesse ed anche il superfluo, era lei che mi frenava, io comunque spesso non la ascoltavo e facendo di testa mia la coprivo di regali. Bastava che lei chiedesse ed io scattavo, e magari invece di comprale solo quello che mi chiedeva le compravo 10 altre cose e lei mi prendeva in giro. Potevano essere vestiti, che tra l’altro avrei voluto comprare per lei ultimamente in quanto non le andava più bene nulla, o scarpe, anelli, collane, borse e comunque tutto quello che mi chiedeva (per non parlare della bimba, andavo per esempio da KIABI per prenderle una cosa ed uscivo con altre venti, e Chiara diceva MA NON ERAVAMO VENUTI A COMPRARE SOLO QUESTO? Eh, PAPÀ PER LA FRUGOLA SI TOGLIEREBBE ANCHE IL PANE DI BOCCA!)Quindi sta storia dei soldi del caffè è solo un modo per dipingermi come non sono. Ricordo invece ad esempio che tutte le volte che andavamo all'ESSELUNGA, ovvero tutti i giorni, prendevamo l'ascensore, Chiara usciva, la bimba mi correva incontro, io le davo i soldi o il bancomat e lei li portava a sua madre che andava alla cassa del bar a prendersi un caffè ed una brioche. Io intanto mi accomodavo al tavolino, Chiara arrivava con Biancalaura ed il cameriere ci portava la consumazione, spesso prendevo qualcosa da bere anch'io e la bimba faceva merenda. Sono tutto fuorché spilorcio. Anzi al riguardo riporto un episodio significativo che ha visto coinvolti me, Chiara e Patrizia. Proprio il 25 Dicembre del 2010 io avevo comprato per Chiara una bottiglia di champagne MOET CHANDON sapendo che a lei piaceva bere il buon vino. Un po’ per scherzo prima che mi beccassi del PAZZO da mia suocera e lei mi assestasse un ceffone, avevo detto a Patrizia di prendersi la bottiglia e portarsela via, lei mica che ha detto NO, NON LA PRENDO, È VOSTRA, se le messa sotto l'ascella e se la stava davvero prendendo. Per fortuna che poi in quella baraonda causata da lei stessa, se ne dimenticò altrimenti neppure il vino per natale avremmo avuto. Senza rancore per Patrizia! Comunque io per me non voglio niente, voglio dare tutto a Chiara e mia figlia, quindi che possa stare sicura che non ho la benché minima intenzione se tornerà di negarle nulla, per me può anche aprirsi un conto tutto suo e versare tutto su questo. Sembra invece che non sia io l'attaccato ai soldi visto che dal conto sono spariti 16000 € ed io per permettere a mia moglie di prelevarsi la pensione e non far andare il conto in rosso ho versato ancora 50 €. Prima del versamento il saldo disponibile dava 8 €. Chi è che non ha neppure i soldi del caffè? Io chiedo l'elemosina in centro e mangio alla mensa del Cottolengo. Cosa dovrei dire io allora? -­‐ Innanzitutto la bambina non faceva la colazione NORMALMENTE bensì tutti i santi giorni. Era lei stessa che si comprava al supermercato, andando con il suo piccolo carrellino, quello che più le piaceva, dalle coppe con la panna, ai budini al cioccolato alle merendine più svariate. Si prendeva anche dei succhi di frutta, se li metteva nel carrellino e poi proseguiva la spesa con noi. Chiara.... la verità è che io la colazione gliela compravo da brioche di pasticceria acquistate da Carrefour a biscotti o quant'altro, ma molto spesso le mi faceva buttare tutto perché si alzava molto tardi e quindi ad un certo punto per buttare via tutto ho lasciato perdere. Il che non viol dire che non c'era nulla da mangiare al mattino. Proprio quando mi ha lasciato avevamo la dispensa piena di biscotti e numerosi pacchetti del latte in frigo (ora farei in maniera diversa, ma allora non era facile convincerla che la colazione si fa al mattino e non alle 11 a ridosso del pranzo). A me è sempre piaciuto coccolare Chiara quindi prima che diventasse così cattiva con me da accusarmi di cose mai fatte, io le portavo anche la colazione a letto, il caffè con la panna ed un cornetto ripieno ben caldo. A me piace molto cucinare per lei e vorrei farlo sempre di più solo che non si può improvvisare un pranzo di 4 portate a 10 minuti a mezzogiorno. Io questo glielo dicevo. Non tantissimi mesi fa per cercare di far ingrassare mia moglie volevo darle l'abitudine di fare al mattino la colazione all'inglese. Quindi le preparavo le uova strapazzate, dei crostoni di pane aromatizzati da spezie varie, un buon succo di frutta ed il caffè, ma non fu facile farla entrare nell'ottica, poiché continuava ad alzarsi tardi (non voglio accusarla di niente, io l'amo non voglio farle del male, ed ora capisco che fosse molto stanca, non era colpa sua. Ora sarebbe diverso, non l'assillerei più al mattino ma mi godrei i bei momenti con lei senza più brontolii, ma il passato non lo posso cambiare). Era comunque Chiara che oggettivamente non mi faceva cucinare, non so come possa sostenere il contrario. Io volevo addirittura fare fino a qualche mese fa lo CHEF A DOMICILIO con l'appoggio di mia moglie, ed eravamo andati a comprare un sacco di cose, attrezzi, pentole, libri. Io compravo addirittura tutti i mesi la rivista SCUOLA DI CUCINA per avere spunti per prepararle dei bei manicaretti, ma le mie buone intenzioni si andavano a scontrare spesso con il fatto che il mio tempo veniva assorbito tutto nel cercare di risollevarla dalle sue mille frustrazioni. Quando il tempo me lo dava cucinavo un sacco. Facevo le tagliatelle fatte in casa con il ragù alla salsiccia, il cappone ripieno, zuppe, scaloppe, una marea di dolci, torte, crostate, e biscotti (alcune foto nel mio cellulare documentano quanto io cucinassi quando me ne dava il tempo). Le facevo sempre l'esempio di sua nonna e le chiedevo a che ora si alzava al mattino per cucinare il pranzo, e lei rispondeva MOLTO PRESTO, e mi diceva HAI RAGIONE! Ora piuttosto non guarderei più la casa (che tra l'altro non pulisco dal 5 dicembre) ma vorrei solo più farla sentire bene felice. La bimba non è vero che DOVEVA come dice lei cenare alle 23.00. Innanzitutto già l'uso del verbo DOVEVA è improprio fatto unicamente per cercare sempre di dimostrare la tesi insostenibile ed inveritiera ch'io fossi un padre ed un marito dispotico. C'è da dire che era Chiara ad aver spostato tutte le attività della giornata in avanti. Io le dicevo che le giornate iniziano al mattino, ivi per cui se uno si alza alle 11 fa pranzo per modo di dire alle 16.00 non potrà mai cenare alle 19.00. Detto questo la bimba cenava ultimamente verso le 21.00 (nonostante a Chiara avessi sempre detto, E NE SONO SICURISSIMO, che un bambino massimo 20.30 -­‐ 21.00 dovrebbe andare a letto) io mi mettevo sul divano e stanco com'ero mi addormentavo. Era Chiara che si occupava della pappa. Io non so che dire, se loro ci mettevano una vita a mangiare cosa ne posso io. La tesi che la bimba cenasse alle 23 fa ridere in quanto dato che era lunga come la quaresima avrebbe finito la pappa alle 2 di notte, IRREALE. Vero è che Biancalaura si incantava davanti alla televisione, io non sono mai stato d'accordo che guardasse la tv al momento dei pasti, o più volte nascosto i telecomandi per evitare che succedesse, ma la mamma poco coerente con il mio metodo educativo gliela accendeva dopo qualche giorno mandando così a monte i miei sforzi nel cercare di velocizzare la bimba a cui tra l'altro cucinavo cose quanto più appetitose possibile proprio per cercare di stimolarle l'appetito. Spesso chiedevo a lei cosa volesse e glielo preparavo. Poi come si fa a sostenere che da Agosto tutto era concentrato sugli allenamenti. Io sono un vero padre e credo che mia moglie mi avrebbe dovuto guardare un po' di più. Da Agosto, come da prima, tutto era concentrato non sugli allenamenti ma sulla BIMBA che è molto diverso. Io mi occupavo della bimba a 360 gradi, le facevo fare anche attività di prescrittura e prelettura costruendole io giochi a doc con le mie mani magari a tarda sera mentre lei dormiva, la facevo dipingere, e mi prendevo cura di lei in tutte le sue necessità. E questo oltre naturalmente lavarla, lavare i sui abiti, vestirla, farle la cameretta ed il letto, metterle a posto le sue cose, (e poi pulire anche tutta la casa dentro e fuori, cercare casa nuova, ecc... -­‐ quindi ero concentrato sul mille cose in contemporanea). Sono solo affermazioni cattive che non possono che ferire chi come me è stato non solo padre, ma anche madre a volte, nonché il migliore amico della bimba ed il suo compagno di giochi. -­‐ La bambina assolutamente innanzitutto non poteva assorbire la negatività del padre, ovvero io, in quanto sono una persona positiva che anche nelle avversità non si abbatte, se non per brevi momenti, vede sempre il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto. Chiara sembra proprio non avere ne visto ne ascoltato nulla di quello che facevo o dicevo loro. Ma se così non fosse anche in questa situazione per me tremenda, dove sembra che quasi Chiara mi lascerebbe morire piuttosto che aiutarmi, mi arrenderei mentre continuo e continuerò strenuamente a lottare perché il nostro amore trionfi e questo non è un atteggiamento da persona negativa. Credo solo che ci sia tanta confusione nella testa di Chiara e tanti equivoci da risolvere. Ho sempre insegnato a mia moglie ad apprezzare la vita e ad essere grati di svegliarsi la mattina senza mai dare nulla per scontato perché tutto può finire da un momento all'altro (tutte le nostre "liti " vertevano proprio su questo e glielo dicevo proprio ultimamente e mi arrabbiavo che lei trascorresse le sue giornate a crogiolarsi nelle sue frustrazioni). Insegnavo a Chiara ad essere grata per quello che già aveva senza pensare a quello che avrebbe potuto avere, le facevo l'esempio della bimba che già di per se avrebbe dovuto rendere Chiara una persona felice, ma a lei sembrava più interessare la sua realizzazione personale. Passavo le serate a parlargliene. Le dicevo di essere grata per la casa (che poche persone a 30 anni hanno come la nostra), il lavoro ma soprattutto la famiglia. Le ho sempre detto che l'onestà è la migliore politica e di non mentire mai a nessuno in quanto non esistono bugie grandi e bugie piccole, bensì solo bugie, e queste non vanno dette (quante liti quando mi accorgevo che mentiva!). Lo insegnavo naturalmente anche a Biancalaura. Le insegnavo il significato profondo del sacramento del matrimonio NELLA BUONA E NELLA CATTIVA SORTE. In una lettera poi pubblicata su Facebook in cui esplicitavo le sofferenze di mia moglie dimostrando non solo di comprenderla ma di compenetrarla, ben si capisce quanto io sia stato positivo. Dicevo in questa lettera a Chiara di trovare sempre il lato positivo delle cose in ogni situazione poiché (cito a memoria perché non posso accedere a Facebook in quanto me l'hanno bloccato, proprio a me che non ci andavo da anni e dicevo a Chiara di non perderci tempo) TUTTO ACCADE PER UNA RAGIONE, ED IL LEGNO FORTE NON CRESCE NEGLI AGI -­‐ che se la vada a rileggere, ed io sono sempre stato di una coerenza schiacciante, Chiara prima di dire queste assurdità me lo ha sempre riconosciuto. Ho amato Chiara incondizionatamente e così pure la bimba senza mettere limitazioni al mio amore per lei, cose che Chiara sembra invece non fare nei miei confronti. Mi sono sempre assunto le mie responsabilità ammettendo i miei errori. Ho sempre insegnato a Chiara ad apprezzare la vita senza mai dare nulla di scontato (glielo dicevo proprio ultimamente). Poi si dicevo a volte che la vita era una MERDA ma era più una tiritera goliardica che altro. Le specificavo anche che a me per abitudine e filosofia di vita i problemi non entrano mai al mio interno mentre lei sembrava somatizzare molto. Ho sempre cercato di sfruttare al massimo ogni ora del giorno vivendo ogni secondo come fosse l'ultimo e a Chiara a questo riguardo facevo sempre l'esempio della poesia di Kipling "SE" dedicata al figlio. Ho sempre accettato gli altri per quello che sono (mentre mia moglie ha più volte cercato di cambiarmi ed pur di stare con lei ho sempre acconsentito, seppur a volte brontolando, cosa che ora non farei più -­‐ e questo l'avevo anche fatto presente alla Magosso nel corso della visita domiciliare). Ho sempre rispettato tutti trattato gli altri con spirito generoso. Li ho aiutati senza mai cercare di cambiarli così pure per Chiara, addirittura non avrei voluto neppure che mia moglie camminasse come le altre donne PERCHÉ I SUOI TRIPODI FANNO PARTE DI LEI ED IO LI AMO, glielo sempre detto. Non sono mai caduto nei fatti in autocommiserazione (mentre Chiara lo faceva d'abitudine) infatti seppure mi lamentavo a volte non appena mi si presentava una nuova sfida mi attivavo sempre al fine di trovare una soluzione (Chiara diceva che TU HAI BISOGNO SEMPRE DI NUOVE SFIDE DA AFFRONTARE -­‐ un atteggiamento che per ammissione di Chiara stessa non è riconducibile ad una persona negativa). Diceva che ero L'UOMO DALLE MILLE RISORSE. Ho sempre amato i piaceri della vita anche se ultimamente non per colpa mia ma della situazione creatasi ce ne concedevamo ben pochi. E non ho mai considerato il lavoro qualcosa di importante bensì solo un mezzo per poter vivere, volevo LAVORARE PER VIVERE E NON VIVERE PER LAVORARE. A volte dicevo apparentemente il contrario ma Chiara sapeva che nella realtà io per la mia famiglia mettevo tutto da parte. E poi quando parlavo di lavoro credo che Chiara non capisse, il mio lavoro è uno stato dell'anima non un lavoro impiegatizio, quindi quando ne parlavo in realtà PARALAVO DI ME. Quado dicevo faccio quello che sono e sono quello che faccio altro non voleva dire che IO SONO ANDREA, ACCETTATEMI PER COME SONO! Ho sempre saputo ridere di me stesso riconoscendo di non essere perfetto, ed ho sempre cercato di trovare il lato positivo delle cose nel limite del possibile. Quindi l'accusa di Chiara è senza fondamento se non mossa solo dal volermi fare del male. La bimba non faceva tutto quello che volevo, non sono mai stato per lei un despota, io per lei ero si una figura autorevole, ma questa autorevolezza me l'ero guadagnata semplicemente accudendola in tutto e per tutto fino dal momento della nascita, tant'è che la bimba mi chiamava MIMMI che è una via di mezzo tra mamma e papà. Chiara è sempre stata gelosa di questo tipo di rapporto che tutti del resto mi invidiavano, ed io ho sempre cercato di rassicurarla sul suo ruolo di madre. Le dicevo che quello che facevo io era si importante ma che il mio ruolo per quello che riguardavano le cose pratiche avrebbe potuto assolverlo anche un baby sitter mentre impartire l'educazione è un qualcosa che può svolgere solo un genitore ivi per cui lei poteva essere un'ottima madre. La bimba per spirito di emulazione mi copiava, Chiara diceva che era naturale che la bimba facesse certe cose vedendomele fare a me tutto il giorno. E poi non ha mai avuto Biancalaura paura di perdere il mio affetto, sapeva perché glielo dicevo sempre anche prima di metterla a nanna e poi comunque lo percepiva che io PER LEI CI SAREI SEMPRE STATO, infatti ora nutro grossi sensi di colpa nei confronti di mia figlia perché mi sento di essere venuto meno ad una promessa, seppur non per colpa mia. La Bimba invece era molto gelosa del rapporto che avevo con la madre e vedendoci sempre abbracciati, vicini a sbaciucchiarci diceva TU PAPÀ TI INNAMORI SEMPRE DELLA MAMMA e scappava via piangendo, la mamma diceva lei NO PICCOLINA, PAPÀ TI VUOLE BENE, CERTO, VIENI QUA, e tutto rientrava. Non ho mai costretto la bimba a fare nulla, anzi per certe cose l'ho ostacolata e dissuasa. Era tempo che la bimba voleva il monociclo ed io non ero d'accordo, glielo preso poi per disperazione sotto la sua insistenza ma non lo abbiamo mai usato, non credo che sarei stato contento se Biancalaura avesse seguito le mie orme, glielo avevo detto a Chiara, la mia è una scelta di vita difficile che deve fare solo chi ce l'ha davvero dentro, per quello cercavo di dissuaderla nel limite del possibile. -­‐ La bambina non faceva assolutamente allenamenti durissimi, NON SONO UN PAZZO, tutto era commisurato alla sua età ed alle sue doti fisiche naturali. In realtà non faceva altro che dello stretching nel quale mi limitavo a prolungare le fasi di tenuta di allungo seguendo i principi canonici del PNF -­‐ Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare. La bimba faceva stretching fatto bene seppur ad un livello medio alto, ovvero faceva opera di allungamento e flessibilità' muscolare e non esiste allungamento se non c'è rilassamento, ALLUNGAMENTO E RILASSAMENTO SONO UN BINOMIO ISCINDIBILE. Talmente duri erano gli allenamenti che la bimba si addormentava anche per una ventina di minuti in spaccata frontale tanto era rilassata. Io a Chiara dicevo cose, ma le motivavo, perché' a mio dire quando si parla alle persone non addette ai lavori talvolta per far arrivare un messaggio e' necessario esagerare. Quello che volevo che arrivasse era che Biancalaura era davvero brava. Quel DURISSIMI era sempre da rapportarsi a quello che di solito fanno gli altri bimbi che però nel caso di mia figlia veniva del tutto naturale. Spero che Chiara non pensi davvero che Biancalaura facesse allenamenti analoghi agli atleti che fanno le olimpiadi. Ovvio che una Vanessa Ferrari si allena in un modo che mia moglie neppure immagina. Quelli si che sono allenamenti durissimi. La bambina era molto contenta e fiera di quello che faceva e voleva che tutti lo sapessero. Aveva voluto anche che le comprassi il libro (che aveva avuto modo di vedere durante una spesa all'ESSELUNGA) di Carlotta Ferlito, una ginnasta andata alle olimpiadi, e lei guardando le foto se lo portava anche a letto. Chiara tutte le sere gli leggeva qualche paginetta di questo libro ed insieme lo commentavano così come pure le figure. Sembravano felici. Non capisco perché Chiara dica ciò. Io ho solo assecondato una sua passione e delle sue attitudini. Vendevamo la bambina come se davvero facesse acrobatica quando in realtà faceva pre-­‐acrobatica ossia allungamento muscolare. E poi Chiara era la prima ad essere contentissima, e lo sbandierava ai quattro venti, ci dovevo addirittura litigare perché io non ero d'accordo che se ne vantasse così tanto, per me era un'esagerazione. In fondo aveva appena iniziato. Chiara adesso dice questo solo per farmi del male, ma lei era la prima ad esserne felice. -­‐ Fa ridere l'accusa che la bambina, che già come spiegato non era ovviamente obbligata a far nulla, potesse temere le botte da me qualora non mi avesse assecondato. Io non sono un mostro, sono stato un buon padre e lo sarei ancora se mia moglie invece di attaccarmi tornasse da me e ristabilisse l'equilibrio familiare con senso di responsabilità. Io, per quanto abbia sempre svolto al meglio il mio ruolo di genitore, ritengo che non riuscirei a fare altrettanto in assenza di Chiara in quanto mi verrebbe meno la dovuta serenità. Ma Biancalaura sa che io la sgridavo soltanto quando faceva delle marachelle, li si che -­‐ non per le cavolate ma solo per cose più serie -­‐ le sculacciate c'erano, ma poi dopo 5 minuti andavo da lei, la abbracciavo e ci ragionavo. La bimba sapeva che poteva fidarsi di me. Invece a volte Chiara ad esempio quando era sul divano con la bimba, solo perché magari Biancalaura si muoveva in modo scomposto e le tirava un calcio in faccia piuttosto che le metteva un dito nell'occhio, la menava in maniera del tutto sconsiderata non rendendosi neppure conto di dove l'andasse a colpire. La bimba piangeva, mi chiamava, e così senza accorgersene Chiara rafforzava ancor di più il mio legame con Biancalaura. Io cercavo di spiegarle che non era colpa della bimba ma che lei quando ce l'aveva vicina non poteva permettersi di fare altro come guardare la televisione, le spiegavo che non poteva pensare che una bimba di 5 anni potesse avere consapevolezza piena di quello che faceva. Era lei che doveva avere quattro occhi e prevenire le sue mosse affinché la bimba non le facesse male. Ma Chiara si ostinava a non voler imparare. Comunque, al di là di tutto lo stretching è una pratica che può fare molto di più che semplicemente aumentare la flessibilità e quindi tutti dovrebbero praticarlo sotto una guida di un esperto sin da bambini, ed io sono un professionista di lungo corso anche se adesso non farei mai più niente. I vantaggi dello stretching includono:-­‐ migliore forma fisica-­‐ migliore capacità di imparare e svolgere movimenti difficili-­‐ migliore rilassamento fisico e mentale -­‐ migliore sviluppo della consapevolezza del proprio corpo-­‐ ridotto rischio di lesione di articolazioni, muscoli, e tendini-­‐ ridotto indolenzimento muscolare-­‐ ridotta tensione muscolare-­‐ maggiore agilità per lo stimolo della produzione di agenti chimici che lubrificano i tessuti connettivi -­‐ e nelle donne adulte riduzione dei dolori mestruali. L'accusa che la bambina perdesse peso a causa mia è ridicola. La bambina, ho delle foto a torso nudo fatte ultimamente che lo possono confermare, era normopeso, le tabelle percentili sono solo una guida di massima, un bambino patito basta guardarlo per vederlo senza neppure metterlo sulla bilancia. Prima di natale all'ultimo incontro con la bimba al Cidis si che lo vista patita, se la prenda dunque con la famiglia affidataria. Logico che facendo ginnastica stava aumentando la massa magra ed in questi frangenti inizialmente e fisiologico un leggero calo ponderale seguito subito da un forte aumento, ma questo Chiara lo sa bene anche perché glielo avevo fatto confermare da una dietologa, solo che adesso sembra che stia subendo un po' troppe influenze negative che fanno si ch'ella contravvenga a quanto le ho sempre consigliato di fare PENSA SEMPRE CON TUA TESTA, ASCOLTA TUTTI, MA POI PENSA CON LA TUA TESTA. L'altezza di 104 cm spero non la imputi invece al fatto che la prendessi a martellate sulla testa. Ovviamente scherzo! Ma se mia moglie si preoccupa del fatto che la bimba avesse perso 2 chili come mai non si preoccupa di me che ne ho persi 25 e sono ancora in calo? Eppure non sono uno sconosciuto, sono il padre di sua figlia. Io sto facendo una vita durissima ora, non Biancalaura! L'unico problema della bimba attualmente è quello di non avere vicino, o comunque di non vedere insieme agli incontri la sua mamma ed il suo papà. -­‐ Assolutamente non ho minacciato mia moglie di morte, tra l'altro anche i carabinieri devono al riguardo aver trascritto inesattezze. In ogni caso anche qualora mi fosse scappata una parola di troppo nella concitazione del momento certamente non avrei mai avuto ne la volontà ne le capacità attuative di mettere in atto un tal cosa. Io vorrei solo ricoprire Chiara di attenzioni, carezze e tenerezze, tanto più ora che ho rivisto le mie scale di valori. Io amo DAVVERO mia moglie e lo dimostro anche ora rimanendole fedele seppur lei mi abbia tradito. Chiara avrebbe dovuto capire e fidarsi di me. Io non l'ho detta la minaccia, ma succede anche per strada che qualcuno dica a qualcun'altro TI AMMAZZO senza per questo essere un delinquente. Quella mattina sono volate per l'agitazione parole grosse nei confronti del CIDIS con l'intenzione seppur ingiustificabile di difendere la mia famiglia, il nostro diritto al lavoro ed alla privacy. Li si che mi sono uscite due minacce che però erano solo parole, mai più pensavo di essere preso sul serio. Dissi alla direttrice Cidis, O FATE RIENTRARE LA COSA O PRENDO UNA BOTTIGLIA DI PLASTICA, LA RIEMPO DI BENZINA E VI DO FUOCO poi alla sig.ra Gigliotti dopo la millesima volta che suonava (non sapevo ci fossero fuori i carabinieri) dissi O SE NE VA O PRENDO IL PICCONE E GLIELO DO IN TESTA, SE NE VADA, BASTA. So di aver sbagliato, erano solo parole, ma non posso tornare indietro. Io amo alla follia Chiara, lei non credo che l'abbia capito e tutto quello che ho fatto seppur nei miei errori l'ho fatto per il bene suo e della bimba. Una persona che vuole fare del male ad un'altra non si fa ricoverare volontariamente al San Luigi per dimostrare a Chiara quanto io la ami. In ospedale non ho più mangiato ne assunto liquidi rischiando il blocco renale ed il coma, ho la documentazione medica, ho perso più di 25 chili di peso e continuo a dimagrire con la preoccupazione dei medici, mi sono buttato sotto una macchina per donarle le mie gambe e per essere esattamente come lei e comprenderla meglio, cosicché si possa dire ch'io sia un portatore di handicap e si sfati subito il remoto pensiero ch'io possa avere qualcosa contro i disabili. Mi hanno diagnosticato una frattura multipla intrarticolare del piatto tibiale del ginocchio destro con l'interessamento dei tessuti molli, muscoli e legamenti, e frattura della metafisi prossimale del perone e del tendine quadricipite del ginocchio. Ho rifiutato qualsiasi tipo di cura. Ho detto più volte che avrei voluto essere, dimostrando a lei una stima sconfinata, come lei...... ed ora anche fisicamente lo sono diventato. Lei però non mi ha mai creduto. Troppi sono gli equivoci da chiarire. In più non vivo come Chiara potrebbe supporre in casa ma dormo al ghiaccio per strada, da un po' di tempo vivo insieme ad un barbone di nome Germano -­‐ ma lui si fa chiamare Gerry -­‐ per strada in via Po angolo via Montebello, dove dormiamo la notte su dei cartoni buttati per terra su cui adagiamo un materassino in gomma piuma trovato in una discarica, ci avvolgiamo nelle coperte e ci infiliamo dentro un sacco a pelo. Stiamo di fronte ad una banca perché ci sono delle telecamere e a noi ci sembra di essere in un qualche modo maggiormente tutelati. Di giorno viviamo di elemosina e mangiamo alla mensa del cottolengo. Faccio questo perché in casa senza Chiara io non torno. Anche perché questa brutta storia mi ha fatto rivisitare la mia scale dei valori, ho capito il vero significato della parola CASA. La casa la fanno le persone che la abitano, CHIARA È LA MIA CASA ed io senza di lei sono un senza tetto per cui è giusto che viva per strada. Solo ultimamente sono tornato a Bruino con la speranza che Chiara possa tornare. A me sembra che sia Chiara a volermi nei fatti farmi del male non interessandosi di me che mi trovo in queste condizioni limite. Ma nessuno mi convincerà che mia moglie è cattiva, io ci ho condiviso tutto e non l'ho conosciuta così, a me sembrava sincera. In ogni caso mi fido di lei e del suo amore. Avrei solo voluto che anche lei dicesse le stesse cose nei miei confronti. -­‐ Allora, questa è una bugia grossa come una casa, e anche se fosse certamente sono false le motivazioni addotte da mia moglie, ovvero che come forma di difesa, da che cosa poi non si sa, lei si sarebbe inventa delle telefonate per EVITARE ALCUN CONTATTO CON ME (anche perché i contatti anche a livello di intimità si moltiplicarono e certo non si ridussero ne annullarono quindi lo scopo non fu raggiunto). Innanzitutto mia moglie ha sicuramente tirato fuori questa storia su consiglio del suo avvocato in quanto io le ho sempre detto di stare attenta che se mai qualcuno avesse saputo una cosa del genere le avrebbero tolto la bimba e lei per tutelarsi si è inventata questa balla pensando che l'avrei usata contro di lei. Peccato che mi è testimone la stessa Magosso che io non ne avrei assolutamente voluto parlarne, in quanto io non sono schierato contro Chiara, io l'amo e desidero vivere con lei, lungi da me la volontà di ferirla o farle del male raccontando cose che la possano mettere nei guai. Però visto che l'ha tirata fuori lei sono costretto a ristabilire la VERITÀ. Innanzi tutto Chiara si è dimenticata del fatto che questa sua "particolarità" lei cominciò a manifestarla già 7 anni fa con il sentire fra Michele Mottura al telefono (che poi scoprii solo 2 anni fa non essere lui). Le telefonate non erano niente di che se non sporadici contatti dove Fra Michele ci supportava e diceva cose che noi non ci spiegavamo come lui potesse sapere oppure prevedeva situazioni o incontri che di li a poco sarebbero accaduti. Inizialmente ci stupimmo, poi piano piano, con l'andare del tempo non ci facevamo neppure più caso, era un qualcosa che succedeva e niente più. Ritenevamo fra Michele una persona speciale. Ma arriviamo a gli episodi citati da mia moglie. Circa 2 anni e mezzo fa nell'estate che precedette la frequentazione di Biancalaura al primo anno della scuola dell'infanzia noi cominciammo a ricevere delle strane telefonate, ovvero Chiara cominciò a parlare con persone al telefono che con la scusa di volerci aiutare in un momento di difficoltà contingente adducevano di avere attivato un collegamento wireless con il telefonino di Chiara e con questo mezzo ci sarebbero stati vicini 24 ore su 24 per oltre 2 mesi. Il primo tra tutte queste persone fu Fabio Veglia, docente di psicologia clinica presso l'università dove Chiara studiava, suo ex professore nonché psicologo clinico presso il centro clinico Crocetta. La storia è molto complessa, io arrivai ad essere per questo suo professore il suo migliore amico e lui dettò a Chiara anche alcune lettere per me. In seguito poi ad un suo arresto domiciliare presso la dimora del fratello a Trento comparve la figura di un certo comandante dell'arma dei carabinieri, un certo comandante Boffo, di cui, come di tutti, conserviamo i numeri di cellulare su di un vecchio telefonino di Chiara. Ci fu poi la presenza di una dietista che ci contattava per usarci come consulenti per alcuni casi limite da lei trattati senza successo, poi un certo Maurizio Celi che lavorava presso una comunità di bambini il quale ci usava come consulenti a distanza, poi una certa Irene, un certo Attilio, Susanna, Diana, e molti altri fino ad arrivare a Mirco Magri, Padre Michele e l'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia. Di questi ultimi tre vorrei parlare più diffusamente. Mirco Magri è un noto psicologo clinico nonché pedagogista ora convertito alla clownterapia e operante presso l'ospedale di Lucca. Anche con lui vivemmo delle storie allucinanti fino a che in seguito ad un incidente occorsogli cominciarono ad affiorarci dei dubbi. Lui diceva che durante un trasloco di un armadio questi gli sarebbe caduto addosso colpendolo alla testa e causando a lui la perdita della memoria. Fra Michele intanto lo sentivamo più volte al giorno, addirittura talvolta ci chiamava di notte. Diceva che voleva aiutarci nella realizzazione dei nostri sogni e che aveva trovato una persona di nome Giacometto che ci avrebbe potuto dare una mano concreta anche a livello economico. Chiara diceva di non prenderci in giro. Poi un giorno fra Michele disse a Chiara che era stato ricoverato in ospedale al CTO e che in quella occasione aveva avuto l'opportunità di parlare personalmente con il vescovo Nosiglia di noi ma soprattutto di me. Tutto io lo so perché era sempre Chiara a parlare con tutti e poi mi riferiva, le telefonate erano un continuo ed avvenivano sempre in mia presenza, a STRETTA VICINANZA DA ME. Anche del vescovo conserviamo 2 lettere che Chiara scrisse sotto sua dettatura indirizzate a me. La verità è che, come ho detto, dopo l'incidente a Mirco Magri io volevo vederci chiaro. Ero stufo di questa situazione, anche perché il tratto distintivo comune a tutte queste persone era quello di convincermi che Chiara fosse una persona malata e che non fosse la persona giusta per me. Di questo Chiara soffriva tanto al punto da mettersi a piangere e chiedere ai suoi interlocutori del momento il perché le facessero tanto male. Allora presi dopo due mesi e mezzo per la prima volta il telefono in mano e cercando su internet il numero di Mirco Magri lo rintracciai e gli parlai -­‐ fino ad allora io non avevo mai parlato direttamente con nessuno perché tutti per una scusa o per un'altra volevano solo parlare con Chiara. E li cominciò ad emergere una parte della verità. Telefonai al prof.re Veglia ed infine a fra Michele. I primi due negarono di averci mai contattato, mentre fra Michele al quale senza raccontare nulla chiesi soltanto se era stato al CTO e se aveva parlato con il Vescovo mi disse che eravamo dei pazzi ma che se volevo poteva venire da noi a parlarne. Noi offesi lasciammo perdere. Riprovai a ricontattare tutti i numeri di cellulare che Chiara si era appuntata sulla rubrica, più di 20, ma nulla, tutti erano numeri inesistenti seppure fino a qualche minuto prima rispondevano persone ben precise che avevano tra l'altro la voce di chi si spacciavano di essere, ovvero Veglia Chiara lo aveva identificato dalla voce, così come Irene, padre Michele, Mirco Magri. Ci tengo a precisare che non era Chiara a chiamare loro, bensì il telefono squillava o si illuminava e poi lei rispondeva. Eravamo molto spaventati e feci delle telefonate per verificare se un collegamento wireless fosse possibile con un telefono come quello che avevamo e tutti dissero di no. Noi non possedevamo un impianto wireless e la cosa per come ci era stata proposta era ascientifica. Noi allora andammo a parlarne con don Marco dopo aver fatto ulteriori indagini per conto nostro ed avere annullato le schede del telefono. Purtroppo le telefonate, che orami non erano più tali, ma erano solo voci con cui Chiara interloquiva anche a cellulare spento, continuarono. Capimmo, perché ci fu chiaramente detto che si trattava non so neppure io come definirle, di presenze che volevano fare in modo che noi non stessimo insieme. Chiara non è matta, è vero che era lei a parlare al telefono, ma io lo sentivo squillare di continuo e poi le storie che ci raccontavano erano così ben strutturate con un passaggio da una persona all'altra così ben descritte, che o Chiara è una sceneggiatrice in erba senza neppure saperlo o era qualcosa di diverso. C'erano nomi, cognomi, telefoni, storie che mia moglie non avrebbe neanche la fantasia di inventarsi. Eppure accadevano. Io da allora dissi a Chiara che non avrebbe più dovuto chiamare nessuno se non in mia presenza cosicché io potessi accorgermi se stava succedendo qualcosa di strano. Di questa storia è al corrente la scuola di Biancalaura con cui facemmo un colloquio preliminare dicendo loro che eravamo preoccupati e che la bimba non dovevano farla uscire con nessuno se non con me ne tanto meno dovevano dare retta a persone per telefono. Valeva solo quello che dicevo io a voce a loro, per il resto loro non avrebbero dovuto tenerne conto. Poi andammo dai carabinieri di Piossasco per sporgere denuncia ma loro non vollero prenderla in quanto non c'erano delle vere e proprie minacce. Già da li capimmo che la nostra storia era un qualcosa di molto particolare, il nostro legame era così intenso e profondo che qualcuno o qualcosa si era messo in testa di distruggerci. Capito' anche che Chiara episodicamente sentisse voci sia di giorno che al momento di addormentarsi, che sembravano non abbandonarla mai, solo con la mia presenza tutto si sedava e ristabiliva. IO SAPEVO ED HO SEMPRE SAPUTO CHE NON CI FOSSE NULLA E NESSUNO DIETRO QUELLE CHIAMATE, infatti scherzando le dicevo di smetterla di parlare con i fantasmi. Ed anche ultimamente Chiara neppure lo sa, lei crede di aver più volte parlato con suo zio Pino (del quale mi faceva vedere le chiamate in entrata sul registro chiamate), di aver contattato l'avvocato Favazza per farci impugnare una bolletta e così pure l'avvocato Circosta, ma la verità è che Pino dice di non sentirci da circa due anni, l'avvocato Favazza sostiene di non avere mai mandato alcuna lettera all'Edison per iniziare una causa e lo stesso vale per Circosta (di cui lei neppure sapeva l'esistenza e che fu lui o lei a chiamare e che realmente esiste in quanto ho scoperto essere un avvocato di Orbassano), quando Chiara sapeva che c'erano almeno una decina di comunicazioni dell’avvocato alla compagnia del gas proprio per l'impugnazione della bolletta arrivata in ritardo per blocco di sistema. Poi magari lei dirà che si è inventata tutto perché io non volevo pagare la bolletta, ma sarebbe comunque una cosa assurda perché una cosa sono i nostri problemi gestionali di casa altra cosa è il nostro rapporto che non capisco in che modo potesse essere influenzato da un qualcosa come ad esempio una bolletta. Era Chiara che si preoccupava molto di queste cose mentre per me l'aspetto economico è sempre passato in secondo piano e glielo dicevo sempre, a me importava solo stare insieme a lei, proprio come adesso, non credo mi abbia capito. Comunque, a me non importa e non è mai importato se lei si fosse inventato tutto o no, sapeva che io l'accettavo per com'era e non ho mai pensato fosse una folle. Certo che in ogni caso lo scopo non fu certo quello di tenermi a debita distanza. Uno, perché innanzitutto in tal modo dovevo per forza di cose starle vicino costantemente perché seppur tutti parlassero con lei i consigli venivano costantemente richiesti a me. Due, perché...... allora apro una parentesi.... io e mia moglie ci siamo sempre cercati nella quotidianità sin da quando ci siamo conosciuti. Provavamo un grandissimo appagamento nello stare insieme vicini se non nell'intimità anche solo per coccolarci condividendo tutto. Abbiamo sempre avuto senza mai interruzione alcuna una vita sessuale molto piena ed attiva. Così pure in quei famosi 2 mesi. Anche in macchina mi chiedeva spesso VUOI CHE CI FERMIAMO E CI COCCOLIAMO UN PO', Io non lo facevo quasi mai per pudore e vergogna anche se mi sarebbe piaciuto. Non c'era volta che mia moglie non appena si sedesse vicino me (ovvero sempre perché non è mai capitato un singolo episodio che noi stessimo in stanze separate o comunque non vicini) cominciasse lei a coccolarmi e poi i un attimo dopo ci ritrovavamo nudi ed abbracciati l’uno all’altra, come l’edera al proprio albero. Restando nel nostro magico amplesso, ci mettevamo a rotolarci alternativamente in tutti e due i sensi. Nel frattempo ci tenevamo stretti, ci baciavamo, ci accarezzavamo, ci palpeggiavamo e lasciavamo tutta la nostra calda passione amorosa sbizzarrirsi nelle forme e nei modi più licenziosi. Sembravamo davvero due soggiogati dall'amore, visto che ci mostravamo insaziabili di esso e ci incaponivamo a voler ricercare a qualunque costo quel certo qualcosa che ci facesse provare sensazioni d'inaudito piacere e questo, bambina ed impegni permettendo, più volte al giorno, dalle 3 alle 4 volte; in preda al piacere che ci proveniva dal nostro amoreggiamento, nello stesso tempo venivamo sfiancati ed estasiati a non dirsi. Ma la stanchezza fisica, a quel delirio di carnalità ed amore, non poteva competere con l'eccitante ebbrezza dei sensi.Durante i nostri rapporti, più volte abbiamo avvertito in noi delle contrazioni orgasmiche piacevolissime, ineffabili, indefinibili. Esse ci hanno sempre immersi in un pazzo godimento, facendoci andare più volte in visibilio. Dentro di noi, ad ogni modo, insieme al godimento fisico, veniva a registrarsi anche un appagamento sovrumano dello spirito che in quella piacevole circostanza sembrava prendesse il volo ed assurgesse alla massima beatitudine. Infatti, in sintonia con il nostro corpo materiale, noi lo sentivamo compiacersene, gioirne e trarne le sensazioni più dolci ed esaltanti. Noi ci rendevamo conto che una specie d'immedesimazione veniva ad attuarsi tra le due componenti umane. Ce lo confermava il fatto che unanime si manifestava in noi il consenso ad accettare e a fare nostro quel sublime piacere che proveniva dalla sfera sessuale ed erotica del nostro organismo. In ognuno di noi, la celebrazione della sessualità ha sempre raggiunto il parossismo più assoluto, ha manifestato la libidine più eccitante ed ossessiva, ha conosciuto l'attrazione più procace ed elettrizzante. Ogni volta la spirale dell'amore dopo avere avuto il suo innesco subitaneo, è andata avanti per delle ore, senza né conoscere soste né accusare cedimenti, facendoci sempre raggiungere l'acme del godimento e del piacere. Amavano stare insieme in tutti i sensi, ed anche con una di queste persone che ci chiamarono (o che comunque lei si inventò, non importa), DIANA, noi avemmo degli incontri a fine sessuale (non incoraggiati da me ma dalla stessa Diana che si rivelò essere una maialina) durante i quali io e Chiara facevamo l'amore con questa presenza che ascoltava al telefono. Chiara mi ha sempre detto che una delle sue fantasie sarebbe stata quella di avere degli incontri amorosi con me ma in presenza di persone che ci potessero vedere. La cosa la eccitava molto. Ed io mi adeguavo, avrei fatto di tutto per lei, e lo farei ancora. LA SUA FELICITÀ È LA MIA FELICITÀ e lo stesso valeva per lei. Quindi se lo scopo di queste telefonate fasulle era quella di starmi lontana..... lo scopo non fu mai raggiunto e non si dica ch'io la costringessi a stare con me forzatamente. In realtà capitava spesso che lei si avvicinasse, cominciasse a coccolarmi ed accarezzarmi ed io rimanessi inerme a volte per una stupida forma di orgoglio personale. Lei ci stava molto male mi diceva che mi avrebbe voluto sentire più vicino, e che desiderava i miei abbracci, che poi comunque arrivavano!!! -­‐ Per quanto riguarda Alessandro, beh certo non è un esempio di integrità morale ivi per cui la sua parola vale poco niente; lo si potrebbe definire falso, astuto, maldicente, bugiardo, imbroglione, doppio giochista, ladro nonché' spacciatore di marijuana. Sembra troppo? No, non lo è. Io, per lui ho fatto di tutto. Ci fu il tempo in cui fui il suo migliore amico. Gli offersi il mio aiuto quando si trovò in crisi con la sua ragazza. Telefonai a lei, e stetti a parlarle un'ora per convincerla a rimettersi insieme a lui. Poi lo accompagnai a comprare l'anello di fidanzamento. La verità è che poi lui ci causò la perdita di un computer e si rubò i soldi che gli avevamo affidato per poterlo andare a ritirare dal tecnico a Pinerolo. Successivamente ci portò via altri soldi, nel senso che noi glieli prestammo e lui si guardò bene dal restituirceli. Ed ancora ci rubo un pezzo fondamentale di montaggio di una libreria appena acquistata all'IKEA e così via. Aveva, ed ha, un giorno si un giorno no i carabinieri in casa per i controlli per spaccio di droga, ecc..ecc... Ed io pur sapendo tutto ciò, ho accompagnato sua madre a fare la radioterapia all'ospedale di Candiolo, o portato suo padre alle 4 di mattina alle Molinette, e sono sempre stato disponibile con lui, lo sono andato a prendere all'una di notte d'inverno in corso Salvemini perché aveva perso il pullman ecc.ecc.... Lui così come compariva quando aveva bisogno poi scompariva nel nulla per mesi, a volte offeso di un qualcosa che noi neppure sapevamo. Non e vero che sentiva, lui udiva solo due persone che parlavano con voce molto sostenuta, ma questo solo d'estate in quanto c'erano le finestre aperte. D'inverno non sentiva un bel nulla per sua stessa ammissione (del resto non udiva niente il nostro vicino Lino che ha i muri confinanti ai nostri figuriamoci Alessandro che vive a 25 metri circa da casa nostra) anche perché non c'era nulla da sentire se non io che continuavo a lamentarmi della mancata collaborazione di Chiara, del fatto che si alzasse tardi il mattino e della sua cattiva abitudine di assorbirmi così tanto tempo nel farsi risollevare l'animo o spiegare cose già dette e sviscerate ampiamente migliaia di volte, ad esempio la questione economica. A questo riguardo passavo serate intere a farle capire quanto fosse fortunata nell'avere, stando ai dati ISTAT degli stipendi dei lavoratori medi in Italia, un reddito annuo pari a quello di un impiegato presso il consiglio dei ministri. Con la differenza che noi non lavoravamo ai fini fiscali, non pagavamo tasse di nessun genere ed in più avevamo un sacco di agevolazioni. Insomma dicevo a Chiara che era come se vivessimo in Svizzera pur stando a Bruino. Lei sembrava capire poi il giorno dopo si ripresentavano gli stessi problemi, ed allora mi arrabbiavo in quanto glielo avevo già spiegato. Queste erano ad esempio le cose che Alessandro sentiva, e di cui fino a qualche anno fa discutevo anche con lui al telefono cercando di fargli capire quali fossero le difficoltà di Chiara ed il perché lei non riuscisse a correggersi. E poi la cosa che cercavo di far intendere a Chiara era fondamentalmente che doveva lasciarmi il tempo per potermi dedicare alla bimba, senza assorbirmi le giornate con le sue ingiustificate frustrazioni. Poi forse avrà si sentito la bimba gridare, ma li chissà cosa avrà pensato. La verità era che i nostri vicini diretti Lino e Alessia sapevano che Biancalaura faceva ginnastica e quindi non si preoccupavano. Lei era una perfettina e tutte le volte che sbagliava qualcosa, o che quello che faceva non era come voleva lei si arrabbiava e dava magari un calcio al tappeto, piuttosto che una manata sull'armadio tirando fuori una voce non da poco, ma non era niente di che. I carabinieri non sono MAI venuti se non una volta quando ce li mandò la madre di CHIARA, solo perché sua figlia non voleva vederla e le diceva di andarsene, questo tanti anni fa, costringendo la bimba ad uscire a soli pochi mesi di vita fuori d'inverno per far vedere alle forze dell'ordine come stesse. Io non centrai un bel niente in quel mentre, non obbligai ASSOLUTAMENTE mia moglie a non aprire la porta, È UN'INVENZIONE, la verità che Chiara e sua madre litigavano spesso e passava parecchio tempo a volte prima che tornassero a parlarsi e quasi sempre dietro mia insistenza. In quell'occasione il carabiniere, vedendo la bimba mezza nuda mi disse di entrare subito, e mia moglie non perdonò mai a sua madre l'episodio. Poi vennero un'altra volta in quanto combinazione si trovavano da Alessandro per alcune perquisizioni, e sentendoci discutere passarono da noi. Era estate, io stavo pulendo la casa, stavo togliendo la polvere in salone ed intanto parlavo con Chiara (oggettivamente non mi ricordo di cosa). I carabinieri suonarono, Chiara uscì mentre io continuai a pulire. Poi uscii anche io, spiegai le cose, i sacrifici che facevo per mia moglie e la sua mancanza di gratitudine nei miei confronti. Così loro la redarguirono, e poi se ne andarono. La verità è che con i carabinieri di Piossasco noi avevamo un ottimo rapporto e loro, soprattutto l'appuntato Arnese, il maresciallo Monopoli ed il comandante Palumbo, sapevano quanto fossimo delle brave persone. Io non ho telefonato all'amica di mia moglie VIVIANA TOS per chiederle di Chiara. In realtà molto ingenuamente pensavo che lei non fosse al corrente di nulla. Era ancora il tempo in cui ritenevo che sia io, Chiara e Biancalaura fossimo le tre vittime di questa situazione. Mi sentivo solo, tutti mi avevano voltato le spalle senza in apparenza alcun motivo, per cui telefonai a Viviana volendo informarla dell'accaduto e cercando in lei una voce amica, un po’ di conforto. Ma dopo poco lei attaccò il telefono ed in seguito a quello che mi disse io mi feci per la disperazione ricoverare al San Luigi dove smisi di alimentarmi e di assumere liquidi. Persi nel corso della mia degenza circa 10 chili oggi divenuti 25, rischiando qualora avessi perdurato nel non mangiare e bere il blocco renale ed il coma -­‐ i patti con il personale ospedaliero erano chiari, io rifiutavo le cure mediche e avrei rifiutato all'occorrenza anche l'alimentazione tramite flebo. Nel frattempo scrissi giorno e notte 200 pagine di un memoriale che diedi a mia madre nella speranza che qualcuno potesse farlo pervenire a Chiara. Mia madre telefono a Patrizia la quale le rispose scortesemente. È difficile credere che mia moglie possa aver avuto paura di mia madre che pesa solo più 34 chili, entra ed esce dall'ospedale, a seri problemi respiratori per i quali si sottopone a continui esami e controlli. Detta così questa paura sembra un po' una paranoia senza alcun fondamento reale.23) La bambina non è stata assolutamente concepita per legare mia moglie a me. Io ho desiderato un figlio da Chiara sin da subito più di ogni altra cosa al mondo, da quando eravamo fidanzati, dal giorno in cui tramite SMS gli dissi che avrei voluto che lei diventasse la madre dei miei figli e da subito io e Chiara cominciammo a fantasticare al riguardo, tant'è che 3 anni prima del concepimento mia moglie fece le indagini genetiche. Io desideravo un figlio più di ogni altra cosa. Se Biancalaura non fosse nata, non avrei mai saputo fino a che punto fosse possibile amare un altro essere umano. Un amore che spontaneamente spinge a mettere le esigenze di tuo figlia avanti alle tue in ogni momento della giornata, anche quando sei stanco; anche quando hai la febbre a 39; anche quando ti svegli di notte, fa freddo e vorresti startene rintanato al calduccio sotto le coperte, e invece ti alzi per controllare che la piccola non si sia scoperta; anche quando hai una fame da lupo e prima di mangiare passi un’ora a imboccarla senza fretta; anche quando vorresti fare tutt’altro e invece senti questa forza incredibilmente potente che ti manovra e ti guida istintivamente a prenderti cura di lei prima di ogni altra cosa. Un amore che ti fa sentire che per lei potresti dare la tua vita in qualunque momento. Io l'ho desiderata la bimba con tutto me stesso perché per me è il massimo del raggiungimento per un essere umano avere un figlio, è lo scopo principe. E' il frutto di un amore, in questo caso quello tra me e Chiara. L'ho desiderata da sempre, e dico desiderata e non voluta. "Desiderare" qualcosa è diverso dall' "avere voglia" di qualcosa: il desiderio ha a che fare con la dimensione inconscia, profonda, mentre la voglia è un meccanismo comandato dall'esterno, più superficiale. Può succedere di ricercare la paternità non per un desiderio profondo, intimo, dettato da un percorso e una crescita personale, ma per un processo imitativo, più un condizionamento esterno che un sentimento vero e proprio. Ma per me non fu assolutamente così. Io l'ho a tal punto desiderata da farle la cameretta 3 anni prima quando già le compravo i giochi, dei libri, e una completa videoteca di cartoni animati della Disney. E questo mia moglie lo diceva a tutti. Per mia moglie invece fu diverso, lei sembrava non volerla più dopo alcuni anni cercando continuamente di rimandare e tendendo ad associare l'idea di maternità ad una certa privazione della libertà, ad una limitazione o addirittura sospensione della sua propria carriera (in quel momento Chiara dava lezioni private a domicilio). In questi casi ragionamenti e pensieri razionali (come per esempio quello dei soldi che non potrebbero bastare con l'arrivo di un bebè) "nascondevano" ini mia moglie il fatto di preferire sé stessa ad un bambino. Quando fece il test di gravidanza io lo comunicai a mia suocera e lei pensando che io fossi dalla sua parte disse TRANQUILLIZZA CHIARA, SE TUTTO VA BENE TRA UNA DECINA DI GIORNI LO PERDE. La verità è che seppur Chiara vuole un bene dell'anima alla bimba, in gravidanza, e non solo, si dimostrò altamente irresponsabile, agitandosi all'inverosimile e rischiando l'aborto spontaneo, tanto che erano quotidiane le telefonate al ginecologo Roberto Lambiase. Questo lo fece anche di fronte ad alcuni suoi allievi tra cui un certo Nicolas la di cui la madre disse che si spaventò a tal punto da piangere per un'intera settimana. C'è da dire che queste agitazioni erano dovute alle continue interferenze dei nostri genitori (ma soprattutto della madre di Chiara) che altro non sapevano fare che riversare le loro ansie su mia moglie. L'affermazione che io avrei concepito la bimba al solo fine di non far più scappare Chiara la dissi quasi a livello scherzoso una volta quando enumerando i tira e molla di mia moglie dissi a lei che era un peccato che non ci fosse stato un giudice come FRIGATTI ad omologare il record perché se no sarei anche io nel GUINNESS DEI PRIMATI, ma era una cavolata, e non so come mia moglie, sapendo quanto ho desiderato Biancalaura e quanto abbia lottato per averla e fare in modo che lei portasse a termine la gravidanza, possa averci creduto. È uno dei tanti equivoci che non ho potuto chiarire con mia moglie. Poi anche gli idioti sanno che non si può legare a se una persona con un figlio. E poi più facile che sia una donna a legare un uomo facendosi mettere in cinta, mentre il contrario suona già più strano. I figli non vanno strumentalizzati e fatti a proprio uso e consumo. Un figlio o lo si desidera o non lo si fa, ed io fino a poco tempo fa ho di nuovo espresso il desiderio di avere un altro figlio, cosa che sembrava desiderare anche Chiara, soprattutto quando vedeva delle donne in dolce attesa, ne invidiava il pancione. Repliche alle dichiarazioni dei nonni materni. E' del tutto fuori luogo nonché irreale ch'io possa assalire qualcuno, tanto meno la famiglia di mia moglie per la quale nonostante i numerosi torti subiti ho sempre avuto un affetto ed una riconoscenza, soprattutto nei confronti di mia suocera. Mio suocero un po' meno (lo temo in verità) dal giorno in cui mi minacciò in presenza di mia moglie di aggredirmi alle Piramid di Rivalta solo perché' sostenevo pacatamente all'interno di un discorso al Bar Gloria che il modo di vivere la patologia di suo figlio Marco non era esemplificativo di tutti i malati di distrofia, il tutto con l'appoggio di mia moglie che denunciò in quell'occasione una gelosia morbosa da parte del padre nei suoi confronti. Da mia suocera invece, come ho detto, proprio attraverso scontri verbali a volte anche accesi, ho mutuato le mie attuali convinzioni sulla disabilità. Quindi come ripetuto più volte a mia moglie le debbo essere grato, ma comunque non ho mai avuto nulla contro di lei. Anzi mi è sempre venuto a mancare il rapporto instauratosi inizialmente, fatto di stima, confidenze, e scherzi goliardici (e l'ho fatto anche presente a Patrizia in questi giorni). Premettendo che io so cosa vuole DAVVERO dire essere aggrediti, non mi permetterei mai di assalire nessuno anche perché pur essendo trascorsi ormai circa 8 anni da quel tragico evento ancor oggi porto su me stesso i sintomi di reviviscenza del trauma dell’aggressione subita che mi impossibiliterebbe in ogni caso al venire alle mani con qualcuno. E di questo discutemmo qualche anno fa con Chiara, che allora mi disse di scusarla per non averlo capito in precedenza. Ciò significa che in talune circostanze mi capita di avere pensieri intrusivi relativi al trauma che mi riportano a quel momento, ovvero degli incubi ricorrenti dell'aggressione o dei flashback che mi riportano a quella situazione. Mi capita si di avere sintomi di evitamento. Ciò significa che cerco di evitare pensieri, sensazioni conversazioni associate con il trauma o situazioni analoghe di scontro. È quindi del tutto inverosimile ch'io possa mettermi nelle condizioni di assalire qualcuno e quindi anche di poter subire ulteriormente del male (perché chiaramente se si decide di assalire qualcuno non si sa mai come andrà a finire e chi avrà la peggio). La paura che persone possano ulteriormente violare il mio corpo dall'incidente di 8 anni fa ha fatto sempre si che io evitassi a tutt'oggi accuratamente ogni qual scontro fisico (non che prima di tale data fosse mio costume aggredire il prossimo, ci mancherebbe). Risultano pertanto ridicole nonché senza fondamento alcuno le paure dei miei suoceri e la loro ricerca di protezione. Sono io ad aver paura di loro per cotanto odio ingiustificato e risentimento nei miei confronti (colpevole io soltanto di amare la loro figlia accettandola per così com’è senza vedere la sua disabilità) per questo non oserei neppure passare per la loro via in auto. A dimostrazione di quanto dico, faccio riferimento ad un episodio avvenuto non più di una decina di giorni fa di cui mia madre è stata testimone. Infatti passando in macchina per Orbassano mi capitò di incrociare senza che lui mi vedesse il padre di mia moglie che stava chiedendo un informazione a piedi ad un passante verosimilmente per poter andare al CIDIS. Terrorizzato che potesse venire a Bruino a farmi del male ho chiamato subito mia madre e sono scappato in centro a Torino dove sono stato fino a tarda sera, ovvero fino a quando mia madre preoccupata che dormissi per strada non è venuta a prendermi. La sera poi ho chiesto a lei di accompagnarmi a casa nel caso ci fosse ancora qualcuno ad attendermi. Tutto ciò per la paura ch'io provo per mio suocero Cavallotto Secondino. E non solo, in seguito a degli SMS mandati sul cellulare di mia suocera, con l'intento sincero di far breccia nel suo cuore e far insorgere in lei il dubbio che magari sua figlia non dicesse tutta la verità (e che non fosse giusto avallare la fine di un grandissimo amore su presupposti sbagliati quali equivoci mai chiariti e delle cattiverie mai giustificate) qualcuno da un numero a me sconosciuto, presumibilmente il fratello di Chiara, mi minacciò ed insultò, ed io che fino a quel momento avevo chiamato Patrizia MAMMA, chiesi a loro che se volevano annientarmi, come sembrava, tanto valeva venire da me e riempirmi di botte o uccidermi perché io così, non riuscivo a vivere, dissi più volte a loro che non volevo la guerra. Ma se quello che pensavano era quanto dichiarato avrebbero dovuto denunciarmi, ed insistetti a tal scopo. Mai è uscita dalla mia bocca qualcosa di negativo in quegli SMS. Inoltre a dimostrazione che io non sono un tipo che aggredisce gli altri riporto le affermazioni di mia moglie pronunciate il 4 Dicembre 2014 quando, dopo aver incontrato da Guercio un ragazzo con suo padre che volevano attaccabriga con me (in quanto io e Chiara avevamo in passato segnalato il ragazzo all'ordine dei medici veterinari per abuso di professione, in quanto, lui si spacciava per comportamentista senza essere laureato) Chiara, prendendo in disparte il padre disse MIO MARITO È LA PERSONA MENO AGGRESSIVA AL MONDO E MAI SI METTEREBBE CON UN RAGAZZINO.F) Sul fatto che mia suocera sosterrebbe ch'io non permetterssi loro di vedere la bimba mia moglie dovrebbe conoscere la verità ma in questo frangente sembra del tutto schierata dalla loro parte ed essersene dimenticata. In ogni caso tale affermazione altro non è che UN ERESIA facilmente dimostrabile nei fatti. Parliamo dunque del 25 Dicembre del 2010. A tal scopo devo pero tornare indietro nel tempo di almeno un paio di mesi, ovvero gli inizi di Ottobre dello stesso anno. Nonostante la mia insistenza, Chiara non voleva più sentire ne vedere suo padre e sua madre per battibecchi avuti telefonicamente con loro (e devo dire che nel tempo, anche in precedenza, questo tipo di atteggiamento si era già mostrato ed io ero in tal senso del tutto discorde da mia moglie). Ricordo che proprio che in quel periodo consigliai a Chiara quanto meno di scrivere una lettera di chiarimento ai suoi genitori approfittando dell'occasione delle festività per augurare loro Buon Natale. E ricordo altresì che insistetti numerosissime volte affinché sua madre venisse a vedere la bimba a casa, lo ritenevo importante per almeno 2 ragioni che denunciai a mia moglie. Uno, non ritenevo giusto che Chiara non avesse contatti con la madre, e due pensavo fosse fondamentale la figura della nonna materna per quello che riguardava la vita della bimba. A tal fine costrinsi si Chiara, che continuava ad essere ostacolante al riguardo, a fare ripetute telefonate alla mamma chiedendo a lei di venire a casa. Di tutta risposta Patrizia continuava a dire di no adducendo che avrei dovuto dirglielo io personalmente, ignara del fatto che ero stato io a convincere mia moglie a chiederglielo. Solo dopo una esasperante opera di convincimento riuscii a fare in modo che sua madre venisse il giorno di Natale per portare i regali a Biancalaura. (Mentre il padre ancora più comicamente una volta venne a casa a portaci il doppione delle chiavi che avevamo dimenticato e nonostante io dopo avergli aperto il cancello e la porta l'avessi invitato gestualmente ad accomodarsi sfoggiando a lui anche un sorriso, egli volto le spalle e se ne andò dicendo successivamente a Chiara che io non gli avevo fatto un invito formale, e mia moglie ricordo ne rimase scandalizzata). Non è assolutamente vero che noi stessimo litigando, stavamo discutendo senza ASSOLUTAMENTE gridare, e DISCUTERE non è sempre sinonimo di LITIGIO e soprattutto non stavo proferendo alcuna parolaccia, anche perché erano 2 mesi che non vedevamo Patrizia e non è mia abitudine accogliere gli ospiti a cui ho fatto un invito ad insulti. In realtà stavamo dicendo che per una ragione o per l'altra (ovvero un andirivieni di persone in casa per farci gli auguri, tra cui un certo Gerardo Ventrella e la sua fidanzata) la bimba non aveva ancora aperto i regali. Era già tardi e ci lamentavamo entrambi che Patrizia non arrivasse ancora quando in quel mentre lei suonò il campanello. Stava piovendo, io uscii dopo circa un minuto scusandomi con la madre e dicendo che mi dispiaceva averla fatta aspettare sotto l'acqua battente ma stavo parlando con Chiara. Lei entrò, ricordo che ci demmo un abbraccio, poi io e sua figlia riprendemmo a parlare dell'argomento sul quale verteva la conversazione al momento dell'arrivo di Patrizia. Non so come cominciammo a parlare di disabilità, ed io dissi la mia. Fu a quel punto che la madre di mia moglie mi diede, con il tono di chi vuole solo umiliare, del PAZZO. Io, che per l'ennesima volta mi sentivo dare una simile nomea da lei, le presi con fare implorante il viso tra le mani e alzando di poco il tono della voce le chiesi di finirla dicendole ADESSO BASTA. Fu allora che lei mi assestò un bel ceffone, io di istinto glielo restituii e lei guardandomi con gli occhi iniettati di sangue e pieni di cattiveria disse NON ASPETTAVO ALTRO! Intanto la bimba stava giocando nel box e mettendo in bocca delle perline di legno di una collanina rottasi proprio alcuni minuti prima. Chiara spaventata del fatto che Biancalaura potesse inghiottirle gridò ripetutamente alla madre MAMMA VATTENE, VATTENE VIA. Patrizia cercò di portar via la bimba e Chiara che ovviamente si rifiutò sentendosi trattare da gagna e pensò unicamente al rischio della bimba che si stava mettendo in bocca quelle minuscole palline di legno e così continuò a ripetere MAMMA, HO DETTO DI ANDARTENE, VAI VIA. Io in tutto questo restai in silenzio, sua madre sembrava noncurante della scena a cui stava facendo assistere la bimba, e di questo c'è testimone Chiara che se fosse sincera confermerebbe, anche perché poi lo raccontò a tutti con disgusto. Patrizia si diresse verso la porta ma non sembrava intenzionata ad uscire (non è vero che mi portò fuori, io non varcai mai la soglia di casa). È invece verità che sotto gli occhi di sua figlia io aprii la porta e con il palmo della mano destra proteso in avanti (lo ricordo poiché non uso mai la sinistra in quanto braccio infortunato) accompagnai senza spinte ne nulla la madre di Chiara al di là della soglia in modo da chiudere la porta. È verosimile che io possa aver appoggiato la mano sulla protesi senza farci caso, ne con chissà quale volontà malefica, ma sicuramente non le tirai un pugno ne tanto meno le feci del male. Lei invece subito andò dal nostro vicino Vergano Renato e con la scusa di un caffè cercò di sporcarmi. Chiara quella sera, per mantenere buoni i rapporti di vicinato e senza alcuna costrizione da parte mia chiamò il vicino per scusarsi e lui rispose che non era un problema ma che gli dispiaceva soprattutto per la bimba. Dopo alcuni giorni mi arrivo una denuncia penale per lesioni gravi che andai a ritirare con mia moglie e mia madre al comando di carabinieri di Piossasco. Anche in quella occasione io non ci pensai neanche un attimo ad infierire su Patrizia, così a tutela della bimba e per rispetto a Chiara io mi guardai bene dal controquerelare sua madre. ! Invece proposi al maresciallo Monopoli un'opera di mediazione che lui fece nei giorni successivi. La mamma promise di ritirare la denuncia e il maresciallo la ammonì di rispettare quanto promesso, ma la denuncia NON VENNE ASSOLUTAMENTE RITIRATA. Detto questo sempre il Maresciallo consigliò a noi, affinché la procura della Repubblica archiviasse quanto prima il caso, di tenerci alla larga dalla famiglia di mia moglie in quanto persone che potevano mettere a rischio la serenità della nostra famiglia. Noi accettammo di buon grado. Uscendo dalla caserma, in presenza di mia madre, Chiara ricevette una telefonata da parte di suo padre Cavallotto Secondino. Lui mostrando un alto grado di insensibilità e indifferenza accolse la figlia con un UELA CHIARA, COME VA? Chiara ancora sui gradini del comando dei carabinieri disse al padre se era quello il modo di fare, sapeva infatti che suo padre aveva accompagnato la mamma a sporgere denuncia nei miei confronti ivi per cui a mia moglie sembrò molto strano questo atteggiamento noncurante. Infatti disse MA TI RENDI CONTO, AVETE DENUNCIATO MIO MARITO! CHE CAVOLO DI MODO DI PARLARE HAI! E poi attacco il telefono, io intanto la stavo aiutando a scendere le scale. Quella sera IN PRESENZA DI MIA MADRE Chiara telefonò a Patrizia dicendole di non farsi più sentire. Il tutto avvenne al ristorante le Piramid dove mia madre ci aveva portato a cena per tranquillizzarci. Addirittura mia madre provò a chiamare la cugina di mia suocera, la zia di Chiara, ZIA LETA a cui chiese di parlare con Patrizia e mettere una parola buona affinché ritirasse il tutto. Poco dopo LETA e mia madre si risentirono e lei disse a mia madre che Patrizia le aveva detto di dirle E TU COSA MI DAI? Mia madre rispose LA SERENITA' DEI RAGAZZI, ma si capiva che dietro la richiesta della mamma di mia moglie c'era una volontà di far tirare fuori dei soldi a mia madre. Chiara non sarebbe potuta essere picchiata neanche volendo in quanto mia madre quella sera, dato che eravamo molto preoccupati, non ci mollò neanche un istante e questo mia moglie forse l'ha dimenticato, e così pure il giorno dopo quando tornammo a sentire gli sviluppi al comando dei carabinieri. In ogni caso Chiara sembrava molto arrabbiata ed avvilita per quanto fatto da sua madre. -­‐ Per quanto riguarda il ritiro della denuncia, beh, questo e verificabile al comando dei carabinieri. La mamma di Chiara afferma di aver ritirato la denuncia in quanto, non so come, sosterrebbe, con il sostegno della figlia, che nel frattempo deve aver perduta la memoria, che la telefonata sia stata indotta ed io avrei in seguito percosso Chiara, PECCATO CHE LA DENUNCIA NON FU RITIRATA fino a circa l'anno scorso, quando i carabinieri inaspettatamente dopo anni ci chiamarono rendendoci noto che la denuncia era stata ritirata e che se volevamo potevamo recarci da loro per firmare. Poi capendo le nostre difficoltà negli spostamenti e volendoci venire incontro vennero personalmente a casa a farci firmare. In ogni caso per tutti questi anni ho sempre detto a Chiara che avrei voluto recuperare il rapporto con sua madre a cui tra l'altro mi ero prefisso di scriverle, con il disaccordo di mia moglie (che diceva frasi del tipo -­‐non ricordo alla lettera-­‐ MA VA, NON CI PENSO PROPRIO) per poterla ringraziare di due bonifici da 300 euro l'uno che lei ci fece per aiutarci a mo’ di regalo. E del fatto che non serbassi rancore verso sua madre l'ho detto ad un sacco di persone, conoscenti, amici e parenti, tra cui la figlia di un parente di mia madre di nome Pierangela (figlia di Ciro e Gabriella) che tra l'altro mi fece i complimenti per essere riuscito a maturare in una situazione di tale difficoltà quel tanto da non farmi corrompere dalla vendetta e dall'odio. Tra l'altro l'anno scorso, se non ricordo male, arrivò una lettera di sua madre (che in questi anni era arrivata anche a scrivere credo su Facebook che sua figlia era morta e che lei aveva solo più un figlio). Quando io la ritirai dalla cassetta della posta e la diedi a Chiara lei vedendo il mittente disse subito di strapparla. Io mi rifiutai, la aprii e dato che non voleva leggerla gliela lessi io. Le dissi anche che COME VEDI TUA MADRE NON TI HA DIMENTICATO e le suggerii di risponderle se voleva, ma lei di nuovo replicò NON CI PENSO NEMMENO, BUTTALA, BUTTALA VIA! Naturalmente io non lo feci. -­‐ Non è assolutamente vero che io abbia negato a mia suocera la possibilità di vedere la bimba, sono sempre stato molto disponibile, mentre è vero paradossalmente il contrario. Cito un episodio. Il giorno del primo compleanno di mia figlia io avevo allestito la casa con festoni e preparato qualcosa per poter mangiare. In quell'occasione vennero i miei suoceri a casa insieme ad altri parenti tra cui ZIO PINO e TIZIANA la sua compagna. Riuscirono, impossessandosi in un nano secondo della casa, a farmi sentire talmente isolato e fuori luogo che dopo essersi spalleggiati la bimba l'un con l'altro come fosse un pupazzo, io me ne andai di casa, non facendocela ad assistere ad una scena simile. La bimba piangeva e continuò a piangere anche al momento dello spegnimento della candelina in quanto aveva paura del fuoco e chiedeva il suo Papà. Loro con noncuranza andarono avanti, solo Chiara se ne preoccupò e mi chiamo al telefono dicendomi che quello che stava succedendo era assurdo, i suoi parenti sembravano fregarsene di tutto e lei voleva solo che tornassi. Quanto all'incontro che mia suocera cita in un bar, allora, si trattava del bar Oasi di Rivalta del Centro Commerciale Le Piramid. La verità è, e mia moglie ne è testimone, che Patrizia da tempo aveva avanzato il dubbio che Biancalaura potesse camminare, talmente ossessionata dal fatto che anche lei come i suoi figli, potesse avere un qualche problema alle gambe. Era molto preoccupata e quel giorno venne tacitamente proprio per accertarsi della cosa. Io non tirai fuori nessuna corda, bensì mi ero costruito con del cordame una sorta di maniglia che avevo fissato lateralmente alla mia gamba, in modo tale che la bimba potesse aggrapparsi, agevolmente e con sicurezza, per poter camminare senza cadere, ed evitando ch'io mi spaccassi la schiena stando piegato a 90 gradi per poterla sorreggere. Tra l'altro è un sistema che tutti ci invidiavano chiedendoci dove l'avessimo comprato. In realtà qualche hanno dopo io e Chiara vedemmo una cosa molto simile brevettata e venduta da IPERBIMBO a Roletto. Chiara ne andava fiera e se ne è vantata sino a poco tempo fa quando capitava il discorso. Avevamo scelto di non usare le bretelline, che peraltro avevamo, proprio per evitare di portarla in giro come un cagnolino, per quanto le bretelle vengano comunemente usate. Non è vero che lei non poté' toccare in quell'occasione la bimba perché io mi rifiutai di fargliela prendere in braccio, mentre è vero che la bimba, che in quel periodo viveva un po' come una mia appendice, non volle scendere da me e si rifiutò di andare dalla nonna voltandole altresì il volto. Cosa che peraltro faceva anche con mia madre. Ma la cosa non finì lì, a testimonianza di quanto poco Chiara andasse d’accordo con sua madre. Patrizia ci accompagnò dopo da Carrefour e Chiara e sua madre presero a beccarsi. Chiara era arrabbiata con lei per come ci aveva accolto e per non avermi neppure salutato. Così le disse MA NON HAI NEPPURE SALUTATO MIO MARITO, e continuò a dirgliene adirata. Le due litigarono e Patrizia se ne andò dopo avere fatto delle scene di pianto assurde davanti alla bimba. Io da tutto questo mi tirai fuori e non dissi mai niente, se non a Chiara che andava bene così e di non preoccuparsi se sua madre non mi aveva neppure rivolto il saluto. -­‐ Il nonno di Chiara fa riferimento a quando eravamo ancora conviventi in questa casa, ancor prima di sposarci. Non è vero che litigavamo, erano conflitti interiori a Chiara stessa che, per sui assurdi sensi di colpa nei miei confronti, dovuti al fatto di non sentirsi una persona completa, bensì una donna a metà non in grado di fare, in quanto disabile, tutto ciò che fanno le altre donne in casa con il proprio uomo, tal volta prendeva il taxi e tornava dalla mamma che invece di rimandarla indietro con un forte senso di responsabilità nei miei confronti, la teneva e mi costringeva a venire a Torino per venirla a prendere e riportarla a casa. Chiara pensava in tal modo ch'io potessi stare meglio. E comunque tutti i momenti di tensione erano SEMPRE dovuti al fatto che allora mia madre ci aveva promesso di concederci un aiuto cospicuo economico per poter avviare l'attività e poi ogni giorno cambiava idea, questo ci faceva impazzire e più volte la stessa mamma di Chiara cercò di intercedere con mia madre per capire quanto avrebbe potuto concederci. Mai mi sono sognato di mettere mia moglie fuori di casa o in giardino. Se suo padre la trovata fuori è perché lei sapendo del suo arrivo l'aspettava ed io non volevo incontrarlo. Io ho amato ed amo mia moglie ed anche in passato per lei, proprio a causa di uno di questi suoi tira e molla (che in definitiva accadevano perché sua madre lo permetteva trattando la figlia come una bambina costantemente da proteggere) mi feci portare al San Luigi dove dissi che volevo farmi fuori, in realtà non era vero ma volevo testimoniare a mia moglie che era venuto il momento di smetterla di giocare e fare la persona adulta. Ultimamente invece, è successo una volta che per sfida, dato che sembrava non capire che una famiglia la si porta avanti in due, aprii la porta e lei usci in terrazzo. Ma stette fuori il tempo di 2 minuti poi la feci subito entrare. E come spesso accadeva mi avvicinai a lei e poi stemmo insieme in intimità di li a poco sul divano (la bimba era a nanna). Questo però mio suocero non lo può sapere in quanto è accaduto qualche mese fa. -­‐ Mai avuto paranoie anche perché per paranoia si intende una psicosi caratterizzata da un delirio cronico, basato su un sistema di convinzioni, principalmente a tema persecutorio, non corrispondenti alla realtà. Questo sistema di convinzioni si manifesta sovente nelle capacità cognitive e razionali altrimenti integre. Io non credo assolutamente di avere problematiche del genere, mentre se il termine viene usato in senso più lato, beh, diciamo che sono un cumolo di invenzioni. La bambina ha sempre usato l'asciugamano che usavamo io e Chiara, e che settimanalmente veniva cambiato (c'erano poi momenti particolari quali quelli in cui qualcuno di noi aveva la congiuntivite nei quali si imponevano chiaramente asciugamani separati ) ovviamente, anche se ultimamente le avevano regalato un piccolo asciugamanino con Winnie de Pooh che lei adorava ed utilizzava d'abitudine. Per il bagnetto invece continuava ad utilizzare i nostri asciugamani. La bambina la lasciavo sporcare d'abitudine per terra, anche perché non si può fare diversamente con una bimba piccola, anche volendo sarebbero pretese assurde. Lei faceva tutte le briciole del caso per terra e sulle sedie, infatti se Chiara ben ricorda, dopo la pappa la bimba si spostava in salone, io traslocavo le sedie della cucina nella stanza a fianco, e con l'aspirapolvere davo una passata per terra, il problema non c'è mai stato. Ma forse Chiara deve per l'ennesima volta avere frainteso qualcosa. Quanto ai cani, non erano affatto un problema in se'. Lo diventavano quando ci limitavano ad esempio negli spostamenti o nell'andare in vacanza o nei sopralluoghi per andare a vedere le case. Le pensioni per cani costano e metterne due in pensione e quasi come pagare la stanza di un hotel per una persona al giorno. Il problema cani nasceva dal fatto che mia moglie non se ne occupava per nulla delegando tutto sulle mie spalle. È difficile sostenere che una persona come me che con i cani ci ha lavorato tanto da mettere su un'ACCADEMIA DI RICERCA IN ZOOANTROPOLOGIA APPLICATA ed un CENTRO STUDI ATTIVAZIONE MENTALE SULL'APPRENDIMENTO ANIMALE E L'APPLICAZIONE ASSISTENZIALE-­‐MEDICO-­‐DIAGNOSTICA DEL CANE possa avere problemi di gestione di due cani. La verità è che io e Chiara arrivati a Bruino stavamo per aprire un allevamento di Border Collie e Patrizia proprio in seguito a quell'allontanamento fittizio di mia moglie in casa sua pretese che io (infondendo lei mille paure in Chiara che ebbe modo di pentirsene) non facessi più niente e rinunciassi ad andare a prendere 2 fattrici all'allevamento di Cambiano. Erano 2 cani già pagati, quasi 2500 euro di cani, che non potei farmi rimborsare. Mi fece promettere di non fare niente se no non avrei più visto Chiara. Il senso era che per Patrizia i cani erano un grosso problema in quanto toglievano tempo a me dal dedicarmi a sua figlia. Per loro, anche se non lo ammettevano, il nostro era un rapporto assistenziale più che matrimoniale al 50%. Io ultimamente avevo chiesto a Chiara di trovare qualcuno che prendesse i nostri due cani un po' per vedere le sue reazioni. Lei sa bene che quando trovammo qualcuno del canile di Piera che conosceva due ragazze pronte ad adottare le cagnoline io dissi di no. Ivi per cui le ho fatto credere fossero un problema nella speranza che lei mi aiutasse nel loro accudimento, ma questo non accadeva mai, non ricordo una sola volta che Chiara abbia portato fuori a fare i bisogni ad Ania, il suo Jack Russel. Io non avrei mai dato via i nostri cani anche perché ne ero legato sentimentalmente in quanto io e mia moglie ci siamo conosciuti proprio grazie a loro. Certo gli animali sono un impegno, è inutile negarselo. Anche solo per la pulizia della casa. Io ad esempio soffro di allergia alla forfora del pelo del cane, ma ciò detto basta tenere la casa in uno stato di pulizia normale ed il problema non esiste. CONTESTAZIONI ALLE ACCUSE DELL’ASSISTENZA SOCIALE 1) Innanzitutto quello che lei chiama incidente nel quale io avrei perso parte della mobilità del mio braccio sinistro non è per nulla frutto di una lite bensì di una vera e propria AGGRESSIONE ai miei danni compiuta da una persona mai vista ne conosciuta prima e realizzatasi immediatamente senza la benché minima reazione fisica ne verbale da parte mia. Del resto non me ne diede neppure il tempo prendendomi alla sprovvista. Io non litigo con le persone. È ora di finirla di fare simili allusioni facendomi passare per quello che non sono stato e non sarei mai. 2) Le mie convinzioni sulla disabilità non sono per nulla quelle da lei riportate ne tanto meno sono state mutuate dal solo mio incidente, bensì dalle molteplici discussioni a volte anche accese avute con mia suocera e dalla vita trascorsa con mia moglie Chiara. Lei ha svilito e ridotto ai minimi termini pensieri invece molto profondi di cui noi come famiglia ci facevamo entrambi portavoce ogni qual volta capitava l'occasione. Mia moglie diceva sempre che avevamo fatto della nostra storia di vita il nostro lavoro. A mia moglie per spiegare cosa io, pensassi sul mondo della disabilità portavo sempre a lei l'esempio di un certo Nick di cui avevamo un video su Facebook. Ma lei dott.ssa che sembra sapere tutto e decidere della vita e destino degli altri ha mai provato davvero ad immaginare come sarebbe la sua vita se non avesse per esempio né braccia né gambe? Probabilmente nemmeno una volta e le confesso che nemmeno io ci ho mai pensato fino a prima di incontrare mia moglie e di innamorarmi perdutamente di lei. Tanti potrebbero dire ma perché fermarsi a pensarci? E’ già così difficile fare i conti con le proprie piccole e grandi difficoltà quotidiane che porsi ulteriori quesiti ci sembra troppo impegnativo, oltre che inutile. Fatichiamo tanto a conciliare famiglia, lavoro, amici, e portare avanti tutti i nostri irrinunciabili impegni; è già impossibile da “interi”, figuriamoci se pensassimo di farlo senza un braccio o senza una gamba. Noi sempre più frenetici, siamo abituati ad avere tutto e subito e non tolleriamo aspettare. Noi viziati ed esigenti che non possiamo fare a meno di un computer altrimenti ci sentiamo tagliati fuori dal mondo. Noi lagnosi ipocondriaci che se ci becchiamo anche solo un’influenza sprofondiamo nella depressione più cupa tirando in causa la sorte o qualche ignaro dio. Potremmo mai avere una minima idea noi, sani ed eternamente insoddisfatti, di cosa possa significare svegliarsi ogni mattino senza potersi reggere sulle proprie braccia e poter scendere dal letto con le proprie gambe? E di come i gesti più semplici possano tramutarsi in una sfida da affrontare ogni giorno con la consapevolezza che le cose non cambieranno mai e i limiti ci saranno per sempre? Perché purtroppo non esiste cura al mondo in grado di far crescere gli arti a chi ne è sprovvisto. Tuttavia, è pur vero che non esiste cura nemmeno per chi gli arti ce li ha tutti eppure non conosce la felicità. Per questo voglio parlarle dott.ssa Magosso della toccante storia di un uomo che è stato in grado di trasformare in preziose risorse i suoi limiti. Il suo talento è la straordinaria capacità di sorridere e amare la vita nonostante quest’ultima non sia stata generosa con lui e non gli abbia dato nessun motivo per gioire. Almeno questo penserebbe lei. E invece un uomo senza braccia e senza gambe che ha imparato ad accettare il suo grave handicap ed ha fatto della sua vita un esempio per tutti. Nick Vujicic, con una rara malattia genetica, la tetramelia, che gli ha impedito di sviluppare tutti e quattro gli arti. Possiede in realtà solo due piccoli piedi, uno dei quali ha due dita. Uno shock per i suoi genitori che di certo non riuscirono ad accettare da subito la diversità che il loro bambino presentava e nonostante l’immenso amore, il conforto e l’incoraggiamento di cui lo hanno circondato, non sono riusciti a risparmiargli le sofferenze che ha dovuto ricevere sin da piccolo. Un’infanzia resa ancor più dolorosa dall’iniziale esclusione da parte delle scuole tradizionali che non prevedevano l’ammissione di bambini affetti da disabilità. Fu tuttavia uno dei primi studenti disabili a frequentare una scuola normale grazie ad una nuova legge approvata durante il suo percorso scolastico. Preso di mira dai compagni e dagli atti di bullismo che questi gli rivolgevano, pregava spesso Dio e lo supplicava di donargli ciò di cui la natura lo aveva privato. Quando poi si rese conto dell’impossibilità di esaudire il suo desiderio, cadde in una profonda depressione che lo portò a tentare il suicidio alla tenera età di otto anni. Ma fu egli stesso che si fermò in tempo percependo la gravità di quel gesto e riflettendo su quanta ulteriore sofferenza avrebbe inflitto ai suoi genitori, e Nick li amava troppo per permettere che ciò accadesse .Un giorno sua madre gli mostrò un articolo di giornale in cui si parlava di uomo che viveva grandi difficoltà dovute ai suoi handicap. Fu in quel momento che Nick realizzò di non essere il solo ad avere una vita diversa e a sopportare un peso del genere. Da allora iniziò a lavorare molto su se stesso fino ad accettare le sue condizioni e a ritenerle un dono perché queste avrebbero potuto essere di ispirazione per molte persone che non trovano conforto e speranza. Capisce dott.ssa Magosso? Nick ha compreso sulla sua pelle che non è la disabilità che paralizza un uomo ma la sua mente e che è il modo e la prospettiva con cui vediamo la nostra vita e il nostro futuro che determinerà il nostro successo. Gli unici limiti della nostra vita sono quelli che noi stessi ci poniamo, semplicemente per pigrizia e perché ci soffermiamo a pensare a ciò che non abbiamo piuttosto di raggiungere, partendo da ciò che abbiamo, il pieno potenziale. Io dott.ssa dicevo sempre che i bambini con difficoltà non erano delle patologie bensì prima di tutto delle persone che andavano trattate come tali. Diverso non vuol dire inferiore. Bensì essere unico. Facevo l'esempio del cerchio. Se noi disegniamo un cerchio con il compasso questi è perfetto e replicabile un numero infinito di volte. Se invece prendiamo una matita e cerchiamo di fare lo stesso ci verrà fuori un cerchio imperfetto con magari degli sbaffi. Ebbene nella sua imperfezione è unico e quindi un CAPOLAVORO così come uniche sono le opere d'arte. Il concetto di DIVERSITA' come CAPOLAVORO. Questo è un disabile, un essere unico che nella sua unicità è molto meglio di quella banda di pecoroni che per quanto perfetti nel fisico sono tutti uguali. Un bambino che nasce con delle difficoltà non avrà necessariamente un destino infelice, molto dipenderà dal contesto in cui si troverà a vivere e dal fatto che venga accettato oppure no. Non si può dire che se esiste un Dio questi non farebbe in modo che nascano bambini portatori di handicap. Dio non ha tolto loro nulla bensì gli ha fatto un enorme dono: LA POSSIBILITA' DI FORGIARE IL LORO CARATTERE, per questo dobbiamo rendere grazie al Signore qualora ci trovassimo nelle condizioni di mettere al mondo un bambino disabile. Del mio braccio io parlavo dicendo che dopo un periodo fisiologico di depressione per aver per visto intaccata la mia integrità fisica avevo fatto un salto di qualità, avevo capito che in fondo le persone non sono solo corpo ma qualcosa di più. Se non fosse così saremmo tutti da considerare alla stregua di fettine di carne da macelleria. Invece ciò che ci distingue e ci rende esseri unici ed irripetibili sono la personalità, l'anima. In fondo seppur menomato ero SEMPRE IO. L'anima e l'essenza di una persona non può e non potrà mai essere disabile. 3) Del fatto che Patrizia volesse poi insegnare a me quale senso di responsabilità bisogna avere per crescere un figlio, fa ridere, da che pulpito viene la predica. Infatti adesso si sta comportando da genitore responsabile dato che avvalla la distruzione della mia famiglia senza neppure aver sentito la mia campana. E non è responsabile gioire ed essere felici come dichiara su Facebook per aver distrutto una famiglia senza cercare di farmi incontrare sua figlia per potermi giustificare e spiegare, in quanto c'è comunque di mezzo una bimba che perde la sua mamma ed il suo papà. E di questo non si può essere felici. Comunque do io una lezione a mia suocera su cosa significhi fare il genitore, perché mi sembra che lei ancora non lo sappia. Per essere ottimi genitori basta veramente poco o, se vogliamo, veramente molto: basta amare i propri figli. Io credo che non sia molto quello che serve per essere un buon genitore, ma che sia tanto complicato e complesso trovare padri e madri all’altezza del loro compito, della loro missione. Sto dicendo che amare è qualcosa che si impara a fare e che molti, la maggior parte purtroppo, non impara mai nella propria vita, come nel caso di mia suocera. Si crede che per essere genitori sia necessario saper dosare i premi e le punizioni, che si debba saper imporre una certa disciplina, che si debba ottenere obbedienza e rispetto dai propri figli, che li si debba educare a rispettare regole e norme per vivere nella nostra società adattandosi nel modo migliore. Si dà priorità all’educazione, alla conoscenza, al dovere e si perde di vista ciò che veramente dovrebbe essere lo scopo di ogni genitore: amare i propri figli. Amare vuol dire comprendere, accettare, rispettare, ascoltare, apprezzare, incoraggiare, perdonare, essere sinceri e onesti, essere umili, generosi. Sembra così scontato eppure è così raro vedere dei genitori che sanno amare i propri figli. Essere genitore significa cercare sempre di comprendere i figli, nei capricci, nelle “fisse” del momento, nelle difficoltà che hanno. Comprendere e ascoltare significa non imporgli di essere chi crediamo sia meglio per loro diventare ma lasciarli liberi di esprimere se stessi. Significa non pretendere che ci diano soddisfazioni (a scuola, nello sport, nelle relazioni o in qualsiasi altro campo) ma aiutarli ad essere felici e liberi. Significa insegnare loro a pensare con la propria testa, ad essere liberi e sicuri di sé, ad amare. Essere genitori comporta la nostra capacità di perdonare gli sbagli che commettono, di rispettare la loro unicità e non considerarli, a qualunque età, incompleti, incapaci o semplicemente inferiori. Avere fiducia in loro, credere nelle loro capacità e dimostrarlo con il nostro comportamento. Essere genitori esige da noi l’impegno ad amare incondizionatamente e senza alcuna pretesa, ad essere sinceri con loro senza ingannare, mentire o manipolare, comprendendo che i bambini hanno spesso più comprensione, sensibilità e intuito di quasi tutti gli adulti. Essere genitori significa amare i propri figli: non umiliarli, non prevaricarli con la forza, non costringerli a fare quello che diciamo noi solo perché lo diciamo noi, comportarci con loro come vogliamo che loro si comportino con noi, non sminuirli oppure offenderli, non perdere la pazienza con loro, cercare sempre di comprendere e rispettare le loro idee, anche se non le condividiamo. Essere genitori esige che impariamo ad amare e questo significa, come minimo, comportarci con loro così come noi vorremmo venire trattai dagli altri. L’amore basta per essere genitori perfetti, ovvero capaci di amare e insegnare ad amare. Qualsiasi manuale possa dare consigli, trucchi, strumenti per diventare buoni genitori è un fallimento se non siamo capaci di amare i nostri figli in modo autentico. Così come confondiamo spessissimo l’amore con il bisogno, altrettanto crediamo che per essere genitori basti avere figli ubbidienti e disciplinati. Molti ci dicono che l’amore non basta, ma costoro non sanno nulla dell’amore. Per essere genitori basta semplicemente imparare ad amare, e mia suocera ne ha ancora di strada da percorrere. Io invece che tutto sono fuorché perfetto e neppure ci tengo a diventarlo mi sono sempre comportato in tal maniera. E anche mia moglie dovrebbe saperlo visto che mi giudica un despota, eppure ricordo che mi dicesse cose diametralmente opposte e le raccontasse anche agli altri con fierezza! Bah, mi sento tradito e ferito da mia moglie ma l'amo ancor più di prima. 4) Non ho mai impedito a mia suocera di vedere sua figlia ed anzi sono sempre stato io a cercare di riavvicinarle come successe per l'appunto il 25 dicembre 2010 (per una descrizione dettagliata dei fatti rimando alle contestazioni scritte fatte al riguardo da mia moglie e sua madre). Sua madre mi odia soltanto. E non ho mai covato nei suoi confronti nessun rancore, cosa che vedo invece esse provano per me. Mi dispiace per sua madre ma mi fa davvero specie che Chiara possa farmi tanto male pur sapendo quanto io la ami, quanto sarei disposto a fare per lei, e chi io sia veramente! 5) Non capisco come mia moglie possa aver pensato 1) che non sarei stato d’accordo di concedere a lei spazi propri ed individuali. Io non sono nessuno per decidere della vita degli altri. Non c'era un bel nulla che io le dovessi concedere, la vita è sua e lei può farne quello che vuole. Non ho mai sostenuto neppure nei fatti cose contrarie 2) che io avrei potuto costringerla a riferire ai servizi sociali solo quanto da me desiderato. Forse se avesse speso più tempo a parlarmi e a dirmi le cose con sincerità avrebbe scoperto che io sono tutto fuorché una persona del genere. Sono continue coltellate al cuore che non meritavo perché se lei non è stata sincera con me io invece le cose glielo sempre dette e mi ARRABBIAVO se vedevo che non pensava con la SUA testa. Mi sono sempre battuto con Chiara e per Chiara per difendere la libertà di pensiero (o tout court la libertà) sua, e del nostro prossimo, dicendo lei che la libertà è il cardine di ogni etica individuale o di un gruppo, la conditio sine qua non di una società che aspiri a differenziarsi da quella dei pecoroni che non pensano con la propria testa. Chiara deve essere impazzita per poter essere giunta a simili dichiarazioni. Io sono sicuro che l'argomento fu più volte ripreso nei nostri discorsi e credevo lei avesse compreso. Quante incomprensioni! Un gran casino per niente! 6) Mia moglie poi dichiara che io sia una persona insicura, negativa, ansiosa, ipocondriaca che necessità di avere il controllo su tutto, una mina impazzita. Ma come si fa! Sostiene l'insostenibile o forse non viveva con me o fa riferimento a qualcun altro. In effetti questa è la descrizione del sul ex Davide. Ma Chiara mi ha sempre detto che io ero il suo esatto contrario, che non ero così. Io sono una persona positiva che anche nelle avversità non si abbatte, se non per brevi momenti, vede sempre il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto. Chiara sembra proprio non avere ne visto ne ascoltato nulla di quello che facevo o dicevo quotidianamente a lei. Ma se così non fosse anche in questa situazione per me tremenda, dove sembra che quasi Chiara mi lascerebbe morire piuttosto che aiutarmi, mi arrenderei mentre continuo e continuerò strenuamente a lottare perché il nostro amore trionfi e questo non è un atteggiamento da persona negativa o pessimista ed insicura. Credo solo che ci sia tanta confusione nella testa di Chiara e tanti equivoci da risolvere. Ho sempre insegnato a mia moglie ad apprezzare la vita e ad essere grati di svegliarsi la mattina senza mai dare nulla per scontato perché tutto può finire da un momento all'altro (tutte le nostre "liti " vertevano proprio su questo e glielo dicevo proprio ultimamente e mi arrabbiavo che lei trascorresse le sue giornate a crogiolarsi nelle sue frustrazioni). Insegnavo a Chiara ad essere grata per quello che già aveva senza pensare a quello che avrebbe potuto avere, le facevo l'esempio della bimba che già di per se avrebbe dovuto rendere Chiara una persona felice, ma a lei sembrava più interessare la sua realizzazione personale. Passavo le serate a parlargliene. Le dicevo di essere grata per la casa (che poche persone a 30 anni hanno come la nostra), il lavoro ma soprattutto la famiglia. Le ho sempre detto che l'onestà è la migliore politica e di non mentire mai a nessuno in quanto non esistono bugie grandi e bugie piccole, bensì solo bugie, e queste non vanno dette (quante liti quando mi accorgevo che mentiva!). Lo insegnavo naturalmente anche a Biancalaura. Le insegnavo il significato profondo del sacramento del matrimonio NELLA BUONA E NELLA CATTIVA SORTE. In una lettera poi pubblicata su Facebook in cui esplicitavo le sofferenze di mia moglie dimostrando non solo di comprenderla ma di compenetrarla, ben si capisce quanto io sia stato positivo. e di quanta sicurezza io cercavo di infonderle. Dicevo in questa lettera a Chiara di trovare sempre il lato positivo delle cose in ogni situazione poiché (cito a memoria perché non posso accedere a Facebook in quanto me l'hanno bloccato, proprio a me che non ci andavo da anni e dicevo a Chiara di non perderci tempo) TUTTO ACCADE PER UNA RAGIONE, ED IL LEGNO FORTE NON CRESCE NEGLI AGI -­‐ che se la vada a rileggere, ed io sono sempre stato di una coerenza schiacciante, Chiara prima di dire queste assurdità me lo ha sempre riconosciuto. Ho amato Chiara incondizionatamente e così pure la bimba senza mettere limitazioni al mio amore per lei, cose che Chiara sembra invece non fare nei miei confronti. Mi sono sempre assunto le mie responsabilità ammettendo i miei errori. Ho sempre insegnato a Chiara ad apprezzare la vita senza mai dare nulla di scontato (glielo dicevo proprio ultimamente). Poi si dicevo a volte che la vita era una MERDA ma era più una tiritera goliardica che altro. Le specificavo anche che a me per abitudine e filosofia di vita i problemi non entrano mai al mio interno mentre lei sembrava somatizzare molto. Ho sempre cercato di sfruttare al massimo ogni ora del giorno vivendo ogni secondo come fosse l'ultimo e a Chiara a questo riguardo facevo sempre l'esempio della poesia di Kipling "SE" dedicata al figlio. Ho sempre accettato gli altri per quello che sono (mentre mia moglie ha più volte cercato di cambiarmi ed pur di stare con lei ho sempre acconsentito, seppur a volte brontolando, cosa che ora non farei più -­‐ e questo l'avevo anche fatto presente alla Magosso nel corso della visita domiciliare). Ho sempre rispettato tutti trattato gli altri con spirito generoso. Li ho aiutati senza mai cercare di cambiarli così pure per Chiara, addirittura non avrei voluto neppure che mia moglie camminasse come le altre donne PERCHÉ I SUOI TRIPODI FANNO PARTE DI LEI ED IO LI AMO, glielo sempre detto. Non sono mai caduto nei fatti in autocommiserazione (mentre Chiara lo faceva d'abitudine) infatti seppure mi lamentavo a volte non appena mi si presentava una nuova sfida mi attivavo sempre al fine di trovare una soluzione (Chiara diceva che TU HAI BISOGNO SEMPRE DI NUOVE SFIDE DA AFFRONTARE -­‐ un atteggiamento che per ammissione di Chiara stessa non è riconducibile ad una persona negativa). Diceva che ero L'UOMO DALLE MILLE RISORSE. Ho sempre amato i piaceri della vita anche se ultimamente non per colpa mia ma della situazione creatasi ce ne concedevamo ben pochi. E non ho mai considerato il lavoro qualcosa di importante bensì solo un mezzo per poter vivere, volevo LAVORARE PER VIVERE E NON VIVERE PER LAVORARE. A volte dicevo apparentemente il contrario ma Chiara sapeva che nella realtà io per la mia famiglia mettevo tutto da parte. E poi quando parlavo di lavoro credo che Chiara non capisse, il mio lavoro è uno stato dell'anima non un lavoro impiegatizio, quindi quando ne parlavo in realtà PARALAVO DI ME. Quado dicevo faccio quello che sono e sono quello che faccio altro non voleva dire che IO SONO ANDREA, ACCETTATEMI PER COME SONO! Ho sempre saputo ridere di me stesso riconoscendo di non essere perfetto, ed ho sempre cercato di trovare il lato positivo delle cose nel limite del possibile. Io non ho mai voluto tenere tutto sotto controllo, non me ne frega nulla. Io VOGLIO E VOLEVO SOLO STARE CON CHIARA E LA BIMBA, VOGLIO E VOLEVO SOLO LA MIA FAMIGLIA. E non l'ho mai considerata una deficiente bensì una persona da cui si potesse imparare. La ammiravo sconfinatamente. Ultimamente sono uscite diverse cattiverie, ma avrei voluto spiegarle che nulla era vero. Non me ne ha mai dato il tempo. Pensavo che mi conoscesse, che si ricordasse quanto le ho sempre detto e scritto, pensavo avesse fiducia di me e sapesse riconoscere dove stava la, verità. In ogni caso le chiedo scusa e le, rinnovo LA MIA STIMA INCONDIZIONATA, LA MIA RICONOSCENZA ED IL MIO AMORE PROMETTENDO CHE MAI PIÙ NEPPURE IN MOMENTI DI TENSIONE (che mi prodigherò affinché non si verifichino) MI PERMETTERO' IN ALCUN MODO DI MANCARLE DI RISPETTO. 7) IL MIO PROGETTO: REGALARLE UNA VITA PIENA DI SORRISI, DI TENEREZZE, DI PICCOLI GESTI, DOVE NOIA, PREOCCUPAZIONE, ANSIA NON TROVINO POSTO. VIVERE INSIEME IL NOSTRO AMORE TRA COCCOLE, ABBRACCI E PAROLE DOLCI, INSIEME ALLA NOSTRA BIMBA. FARO' DI TUTTO AFFINCHÉ LEI REALIZZI I SUOI SOGNI METTENDOMI DA PARTE E GIOIENDO PER OGNI SUA CONQUISTA. FARÒ IN MODO CHE SIA FIERA DI SE E DELLA MIA PERSONA. VOGLIO SOLO MIGLIORARMI CON LEI, CRESCERE CON LEI ED INVECCHIARE CON LEI. VOGLIO SOLO AMARLA. E VOGLIO METTERRE IN ATTO TUTTO CIÒ SIN DA SUBITO. LO GIURO SU MIA FIGLIA E MAI VERRÒ MENO A QUESTO GIURAMENTO. 8) Veniamo all'SMS mandato a Chiara da suo padre in occasione del suo compleanno. Certo che mia moglie di bugie ne sta davvero raccontando. Lei non era per nulla contenta e si stupì un sacco, poi se si dimostrò così per chissà quale altra ragione sono cavoli suoi. Se mi avesse detto che voleva vedere i suoi non ci sarebbe stato alcun problema, tant'è che fui io nel corso degli anni a proporglielo più volte, ma forse pensava che scherzassi, eppure ricordo di essere stato molto serio quando gliene parlai. In ogni caso in quell'occasione lei disse di essere infastidita e di cancellare il messaggio. Io allora assecondando quella che sembrava essere la volontà di Chiara di essere lasciata in pace presi il telefono e gli scrissi. La storia dell'essere in cinta viene citata non so per dimostrare che cosa. Forse che fossi un bugiardo. La verità è che noi avremmo davvero voluto un altro figlio e ci interessammo poi anche per l'adozione(e, lei Magosso ne fu informata da mia moglie quindi dovrebbe ricordarselo). Per noi un secondo figlio era un'ulteriore conquista mentre sapevamo cosa pensassero i nostri rispettivi genitori al riguardo. Così in totale accordo con Chiara mandai l’SMS. Da tenere presente che la stessa cosa fu fatta riferire a mia madre da un suo parente con cui avevamo rapporti. Noi un figlio lo volevamo veramente e fui io a fermarmi più volte anche quando facevamo l'amore. Chiara me lo chiedeva ed io mi ritraevo perché ancora nutrivo qualche paura al riguardo. 9) Veniamo ora al trasferimento in Francia per aprire un bed and breakfast. Allora, se mia moglie non era d’accordo bastava lo dicesse. Tra l'altro anche qui ci sono bugie ed inesattezze. Innanzitutto io le avevo chiesto se lei volesse rimanere ancora a Bruino, perché a me sarebbe andato anche bene, mi sembrava che fosse più lei orientata al trasferirsi date le maggiori opportunità che avremmo trovato. Io sono talmente sicuro di averle proposto di restare dove vivevamo che questa estate mi interessai per fare dei lavori di ristrutturazione in casa. Allo scopo facemmo venire un nostro amico di nome Cristian che ci avrebbe aiutato nei lavori di decorazione. Io invece con Chiara andammo da Obi e da Guercio per farci fare dei preventivi su dei rivestimenti in pietra. Volevamo sistemarci bene la casa per rimanerci per sempre. Poi feci vedere a Chiara degli immobili in Francia e lei si entusiasmò a tale punto da dire che non valesse la pena rimanere qua in Italia se avremmo potuto aspirare a qualcosa di meglio. Una parentesi: il francese eccome che mi ero messo a studiarlo, non sono mica scemo. Ci eravamo fatti dare un corso da una delle maestre di mia figlia ed io tutti i giorni studiavo, e sentivo musica in francese in modo da assimilarne l'accento. 10) Per quanto riguarda il bed and breakfast io sinceramente non volevo farlo, ne parlavamo solo in astratto come una opportunità in più, ma tendenzialmente io volevo solo comprare una casa ed andarci a vivere con la mia famiglia. Comunque questo vizio di non dirmi la verità ce l'ha sempre avuto. Io le dicevo che non volevo che mi assecondasse solo per farmi felice perché così non lo sarei stato. E questo glielo avrò detto un milione di volte. Ricordo due episodi in merito. Il primo si riferisce a quando stavamo per avviare l'allevamento di cani. Io le dissi di essere sincera, di non farmi buttare via soldi per niente, avevo capito che non voleva, ma lei continuava ad insistere che non fosse così. Così io chiesi un finanziamento di 5000 euro per i cani ed un carrello per trasporto animali. Il giorno dopo lei fingendo di essere in una clinica se ne andò da sua madre. Tutto questo dopo che quella mattina eravamo stati insieme, avevamo fatto l'amore e ci eravamo salutati con un bacio alla porta. Poco onesto e rispettoso da parte sua. Io mi preoccupai tantissimo, ed andai a sporgere denuncia di scomparsa. Il secondo riguarda una marionetta acquistata in Inghilterra. Anche in quella occasione la pregai di essermi sincera. Le dicevo GUARDA CHE SE POI NON ME LA FAI USARE SONO SOLO SOLDI SPRECATI, NON È UN GIOCO, PENSACI BENE, COSTA UN SACCO, NON SONO CONTENTO SE TU LO FAI SOLAMENTE PER ME. Lei disse di volerla comprare perché poteva essere utilizzata nel lavoro e quindi era una buona opportunità. 1000 euro di marionetta, da allora è sempre stata dentro un cartone. Perché non dire la verità!? 8) Veniamo all'accusa infamante ch'io istruisca mia moglie al telefono facendole dire ciò che io voglio. Come dire che io non rispetto la sua libertà e la tratto come una deficiente. Ma ancor prima vorrei portare in risalto un qualcosa che a voi dell'assistenza sociale sembra non andare bene ovvero il mio modo di comunicare, la mia visceralità nell'esprimermi spesso confusa con rabbia o sentimenti negativi. A volte non ce ne rendiamo conto di quanto la vita sia breve; allora: vale la pena viverla cercando di essere qualcun altro? Oppure nel modo in cui gli altri decidono per noi? Sicuramente no. Essere se stessi, essere originali ed affermare ogni giorno la propria unicità è fondamentale per non cadere mai nella trappola delle sovrastrutture e delle maschere costruite ad arte per camuffarsi ma che in realtà ci rendono solo immensamente infelici. Ma essere se stessi non è facile. Soprattutto perché siamo stati abituati fin da piccoli a seguire dei canoni precisi: comportarci in un certo modo, rispondere in una determinata maniera, mostrarsi accondiscendenti anche quando non si è d’accordo con qualcuno, camuffare i nostri difetti per piacere di più ed una serie di altri atteggiamenti che ci hanno insegnato soltanto “perché così si fa”. Crescendo, ci pensa la società a dirci in che modo dobbiamo vestirci, quale musica dobbiamo ascoltare, cosa dobbiamo mangiare e tutte le diverse tendenze che dobbiamo seguire per essere al passo con i tempi. Il risultato è che entriamo tutti a far parte di un unico gregge che seguiamo con cura per timore di non essere accettati. Ma in tutto questo “noi”, con i nostri pensieri, i nostri difetti, le nostre opinioni, le nostre capacità, la nostra vera natura, dove siamo? La fedeltà verso se stessi è una condizione necessaria se si vuole ottenere la massima e completa realizzazione della propria esistenza. Pensiamo a tutte le soddisfazioni che si ottengono quando facciamo qualcosa con l’autentica volontà di farlo, oppure quando ci sentiamo liberi di esprimere la nostra opinione senza temere il giudizio altrui o ancora quando abbandoniamo la paura di manifestare le nostre debolezze. Essere se stessi vuol dire essere unici e sentirsi liberi di mostrare al mondo la propria unicità. Io semplicemente quando parlo faccio un atto di fede nel prossimo, sono vero, me stesso e passionale, ma passionale e carnale non sono sinonimi di rabbiosita' e squilibratezza, bensì di VERITÀ (la cui importanza io l'ho imparata in tanti anni di teatro), che in una società come la nostra dovrebbe essere valorizzata e non giudicata o fraintesa come nel mio caso (in ogni modo visto l'accaduto mi adeguerò anche io al gregge, PURCHÉ IO ABBIA MIA MOGLIE AL MIO FIANCO RINUNCEREI A TUTTO) A mia moglie invece ho sempre detto che nessuno sa meglio di lei di cosa ha bisogno e cosa vuole veramente dalla vita. Le ho sempre consigliato di seguire il suo istinto, il cuore; certo è sempre giusto, in alcuni casi, ascoltare i consigli di amici, famigliari o professionisti ma alla fine bisognerebbe sempre decidere in base alle proprie intuizioni. Andare contro le proprie intuizioni è come rinnegare la propria natura; il fatto di assecondarle, invece, ci rende delle persone felici e completamente appagate. A mia moglie dicevo: "Segui, quindi, sempre il tuo cuore e fai solo ciò che è meglio per te. Solo in questo modo puoi vivere una vita al massimo e, soprattutto, alle tue condizioni". Il che di per sé già non mi sembra che sia un pensiero che possa uscire da una personalità prevaricatrice come mi si vorrebbe ingiustamente far passare. Parlavo di continuo a mia moglie sull'importanza che lei esprimesse sempre la sua personalità senza paura dei giudizi altrui. Ed aggiungevo che molte persone cercano in tutti i modi possibili di imitare qualcuno, un conoscente, un amico, un famigliare o peggio ancora un personaggio popolare. Questo perché è certamente più facile copiare gli altri piuttosto che lavorare sullo sviluppo e sull’affermazione della propria personalità. Quando si cerca di imitare qualcuno, non solo si perde un enorme quantità di tempo, ma i risultati che si ottengono sono solo delusione e frustrazione per non riuscire ad essere come vorremmo al 100%. Al contrario, affermare se stessi, coltivando uno stile proprio e vivendo secondo i propri gusti ci rende autentici e genuini, nonché anche più interessanti agli occhi degli altri. "Esprimi te stessa in ogni occasione (dicevo a Chiara), esprimi il tuo talento, la tua creatività e non rifugiarti in una personalità che non ti appartiene cercando di essere ciò che in realtà non sei. Allo stesso modo esprimi orgogliosamente anche le tue debolezze e le tua vulnerabilità. L’infelicità, la depressione e la mancanza di motivazione sono tutte conseguenze di una personalità repressa. Il giudizio altrui a volte può pesare come un macigno. Quando scegli una strada, quella che ritieni più giusta per te, le opinioni altrui contano poco se non assolutamente niente. Per essere se stessi è importante credere nelle proprie scelte e non lasciare mai la strada intrapresa soltanto per non deludere le persone che ci stanno vicino. Sii sicura di te, delle tue capacità e del tuo talento e abbandona tutte le insicurezze che gli altri ti trasmettono. Sii orgogliosa di ciò che sei e del cammino che stai percorrendo. Solo questo ti permette di vivere bene senza avere il peso opprimente di cosa gli altri penseranno di te". E lei si domandava quale talento avesse!! E poi ancora quante volte le avrò ripetuto: Pensa con la tua testa! Sii sincera! Per essere se stessi non bisogna mai tradire i propri pensieri ma, al contrario, esprimerli sempre liberamente e con la massima onestà. Questo vuol dire essere sempre sinceri nelle proprie esternazioni e non nascondersi mai dietro la menzogna per apparire più belli agli occhi degli altri. Molto spesso tendiamo a mentire anche per educazione, perché magari abbiamo il timore di offendere qualcuno, ma la stessa persona non si sentirebbe maggiormente offesa se invece sapesse che le abbiamo mentito? La sincerità viene sempre apprezzata. Non aver paura di essere te stessa nel dire quello che pensi anche quando gli altri possono andarti contro. Essere sinceri con gli altri è fondamentale ma esserlo con sé stessi è ancora più importante. Cerca di essere sempre obiettiva e realistica in ciò che fai e pensi. Difficile dire che io possa imporre a mia moglie qualcosa, evidentemente non mi ascoltava, ma io le dicevo chiaramente di ascoltare tutti e poi di fare di testa sua, di non ascoltare neppure me. Inoltre e' altrettanto difficile sostenere ch'io abbia una personalità tanto insicura per le idee che esprimo! Insicuro mi sento quando mia moglie non c'è altrimenti so di poter spostare anche le montagne, e questo Chiara dovrebbe saperlo, ma non credo abbia mai capito ciò che le dicevo! Fatto questo lungo preambolo mi sembra quasi superfluo contestare il fatto ch'io potessi istruire mia moglie al telefono obbligandola chissà come a dire ciò che volevo. Non è mai stato così, io le chiedevo solo coerenza di espressione tra quello che pensava e ciò che esprimeva. Il fatto di sentirmi sempre in sottofondo mentre mia moglie si trova al telefono..... è una cavolata.... la verità è che d'abitudine e per scelta di Chiara lei è sempre stata quella deputata al rispondere alle chiamate o comunque al telefonare. Capita che mi si senta a volte perché sapendo quello che mia moglie vorrebbe dire, in quanto ne parliamo in precedenza, e vedendola andare in confusione, io la aiuti, ma questo forse è maleducato certo non e un atto prevaricatore della sua libertà. E poi succede a tutti (io non ho mai detto di essere un santo, ma se per questo non credo che neache lei si possa definire tale) di avere i 5 minuti e dire cose di cui poi magari ci si pente. Ma quei 5 minuti non possono diventare la scusa per dire tu allora sei così. Non si può fare di tutta l'erba un fascio. È un qualcosa che si limita a quel momento ed a quella situazione, così come succedeva per le telefonate PERFORMACE mensili che vi arrivavano per sollecitare lo stipendio. A me sembrava di dimostrare coerenza tra quello che dicevo ed il come lo dicevo. In ogni caso ho sbagliato e CHIEDO SCUSA. Ma non ho mai imboccato mia moglie trattandola come un burattino, questo no. È capitato un volta che glielo dicessi ma era un scherzo, cattivo, ma non mi ha dato modo di scusarmi! Le chiedo scusa ora. 9) Io non ho mai ritenuto Chiara una cattiva madre, la mettevo a volte si di fronte alle sue responsabilità, ma io non potrei mai pensare ad un'altra donna come madre di Biancalaura (la paura che io possa, facendola passare come madre incompetente, toglierle la bimba e smentita da quanto è accaduto. Lei dott.ssa sa bene che mi sono rifiutato di andare a vedere la bimba e di recarmi in tribunale proprio per evitare di schierarmi contro mia moglie. Io non voglio contendermi mia figlia con Chiara. So quanto le vuole bene e non gliela toglierei mai, e questa è l'ennesima dimostrazione di quante siano le incomprensioni, le paure ingiustificate e gli equivoci tra me e mia moglie. E non è accettabile che per questa ragioni una coppia che si ama debba stare separata). Detto questo, al di la di cosa a volte io possa avere detto, io stimo mia moglie come donna e madre (e se da un po di tempo le chiedo un altro figlio è perché la stimo, non certo per tenerla legata a me -­‐ accusa già contestata) ed anni fa gli scrissi anche una lettera in merito, che non so se Chiara ricorda, nella quale elogiavo le sue qualità. Oggi le vorrei far sapere quanto sia stata ed è importante per me come madre. Vorrei poterla avere al mio fianco per sempre, ma purtroppo so che questo non è possibile. Fino al momento in cui dovrò dirle addio, farò di tutto per ricordarmi quanto sono fortunato ad avere una donna ed una madre per mia figlia come lei nella mia vita. Lei in questi 5 anni e mezzo è sempre stata al fianco della bimba e le è rimasta vicino in ogni momento: alle recite scolastiche, al parco, ovunque. Molti bambini crescono senza l’amore e la cura che lei ha dato a Biancalaura. Vorrei poter condividere anche una piccola percentuale di amore incondizionato che lei ha regalato a mia figlia con tutti, perché credo che ognuno di noi meriti l’amore di una madre come Chiara. Avere qualcuno che ogni giorno possa sostenerti ed ascoltarti è uno dei doni più incredibili della vita. E lei è sempre stata la fan numero uno di Biancalaura. Lei, come mamma sembra “vestire” alla perfezione un numero infinito di ruoli: la custode, la migliore amica, l’insegnante e la lista può andare avanti e avanti. Ci sono stati momenti in cui non la capivo, solo ora capisco che tutto quello che faceva lo faceva per la bimba. Ha detto un sacco di sì a Biancalaura, il più spesso possibile, ma non aveva paura di dirle anche dei no. Dal colorare ad avere un amico immaginario le permetteva di esprimersi liberamente e di essere creativa. Le ha mostrato come trattare gli altri con gentilezza, compassione e amore. Ed a me guardandola nel suo ruolo di mamma mi ha trasformato in un uomo, capace di esprimere me stesso e le mie emozioni, senza paura di essere considerato dagli altri debole. Mi ha fatto diventare un uomo in grado di amare pienamente e di rispettare le donne. La cosa migliore di avere una mamma come CHIARA per mia figlia e che anche io continuo ancora ad imparare da lei ogni singolo giorno. Prometto di insegnare ai mia figlia le stesse cose che mia moglie mi ha trasmesso, per mostrare a Biancalaura che l’amore è la cosa più importante. So che non sono stato il miglior marito del mondo. L'ho fatta arrabbiare, le ho fatto venire mal di testa e le ho detto frasi che non avrei voluto dirle. Nonostante ciò sono sempre stato orgoglioso di lei. Perché mi ha insegnato come padre ad abbandonare i miei sogni in virtù di un qualcosa di più importante, nostra figlia. Spero che lei possa guardare l’uomo che sono diventato ed essere orgogliosa. Sì, ci sono tante persone che devo ringraziare, tante persone che mi hanno fatto diventare l’uomo che sono oggi, ma Chiara è la prima che merita la mia gratitudine. Che non pensi mai di non aver fatto abbastanza per me, e per la bimba. Lei è la cosa più bella che mi è capitata nella vita. 10) Essere genitore per me è un esperienza nuova e diversa ogni giorno, è sapersi reinventare continuamente per educare, giocare, amare un cucciolo che per la prima volta scopre quello che noi chiamiamo comunemente: «mondo». Avere una figlia è un terremoto che prende la tua vita per rivoltarla da capo a piede, un vortice di emozioni, ansie, gioie, speranze che ti travolge senza lasciarti fiato. Nulla ti prepara a ciò che sta per arrivare, nessun corso, mamma, nonna o amico può consigliarti su ciò che sta per accadere: è un'avventura che va scoperta e condivisa insieme a tua moglie. Non esiste più un 'tu' o un 'noi', ma solamente una 'lei'. Ogni tuo interesse viene subissato dai suoi bisogni che minuto dopo minuto si vengono a creare. Tutto questo a quale prezzo? Al prezzo di una gioia immensa che secondo dopo secondo cresce esponenzialmente, con la consapevolezza che la tua vita era semplicemente vuota senza di lei. Vederla crescere ogni giorno sempre di più, stupendoti di ogni sua nuova azione, è l'emozione della consapevolezza che fino ad oggi ho vissuto perché questo momento arrivasse. Arrivare stanchi dal lavoro, vedersi saltare i week-­‐end perché lei sta male, arrabbiarsi per i suoi capricci, alla fine tutto svanisce con un suo sorriso, un abbraccio, e la voglia che lei ha di giocare con te. E' un amore incondizionato che lascia senza fiato. Essere padre per me vuol dire poter passare tutto il mio sapere, ovviamente non potrò mai pretendere che abbracci tutti i miei interessi, ma se solo avrò instaurato in lei la voglia e la curiosità di scoprire il mondo, di domandarsi al posto di accettare pedissequamente, allora potrò dire di aver fatto un buon lavoro. Anche se, in ogni attimo della mia vita, dovrò tenere sempre a mente che i nostri figli sono un quaderno dai fogli bianchi, noi possiamo solo tracciare delle righe al suo interno, quelle che servono per scrivere ordinatamente, ma la sua storia la potrà raccontare soltanto lei. Quanto invece detto nel corso di quella telefonata a lei Magosso, sono cavolate dettate da un momento di impulsività che non hanno mai avuto alcun riscontro nei fatti. Per me la bimba è sempre venuta prima di tutto. Non girava affatto la nostra vita intorno agli allenamenti della bimba. Non è affatto vero che da Agosto tutto era concentrato sugli allenamenti. Io sono un vero padre e credo che mia moglie mi avrebbe dovuto guardare un po' di più. Da Agosto, come da prima, tutto era concentrato non sugli allenamenti ma sulla BIMBA che è molto diverso. Io mi occupavo della bimba a 360 gradi, le facevo fare anche attività di prescrittura e prelettura costruendole io giochi a doc con le mie mani magari a tarda sera mentre lei dormiva, la facevo dipingere, e mi prendevo cura di lei in tutte le sue necessità. E questo oltre naturalmente lavarla, lavare i suio abiti, vestirala, farle la cameretta ed il letto, metterle a posto le sue cose, portarla al, parco (e poi pulire anche tutta la casa dentro e fuori, fare la spesa, cucinare, stendere, cercare casa nuova, ecc... -­‐ quindi ero concentrato sul mille cose in contemporanea). Sono solo affermazioni cattive che non possono che ferire chi come me è stato non solo padre, ma anche madre a volte, nonché il migliore amico della bimba ed il suo compagno di giochi. 11) Io pensavo al trasferimento in Francia solo perché pensavo che Chiara lo desiderasse. I suoi desideri sono sempre per me venuti prima di tutto e così sarà sempre, ma lei deve parlarmi chiaro altrimenti mi confonde. Ora ho capito che io e Chiara dobbiamo parlare di più ed imparare a conoscerci meglio. Io voglio ed ho sempre voluto la sua felicità. Da sempre quello che è importante per lei è importante per me. I suoi sogni sono i miei sogni, i suoi desideri sono i miei desideri, le sue speranze sono le mie speranze, così come le sue conquiste sono le mie conquiste e le sue sconfitte sono le mie. Le mie "frustrazioni" erano nate da forti sensi di colpa nei confronti di Chiara per non riuscire ad esaudire quello che pensavo fosse un suo sogno. SCUSAMI 12) Quanto alla famiglia xxxxx c'è da dire che a causa di mia suocera mi hanno disconosciuto ma non è tutto falso quello che è stato raccontato. La verità è che a me Fabrizio xxxxx dopo essere stato presentato a lui da suo cugino Pietro, mi propose subito anni fa di allenare i suoi due figli nella pratica del monociclo. Io per pudore rifiutai. Mi sembrò fuori dal mondo che un membro di una famiglia circense tanto importante mi facesse una proposta del genere. Poi cominciammo ad avere con lui ed altri membri della famiglia una frequentazione telefonica piuttosto assidua. Fabrizio addirittura un giorno mentre era in tournée mi chiamò e mi chiese se cortesemente potevo fargli una ricarica telefonica, io gliela feci subito e ne fui onorato. Questo per dire il rapporto. Con Pietro dovevo mettere su uno spettacolo da me scritto ILLUSIONI DI CARTA nel quale lui avrebbe costruito le scenografie. Le musiche erano originali di Antonio Maria Lacasella il quale ci aveva ceduto i diritti SIAE. Lo spettacolo poi slittò ma i nostri rapporti si strinsero sempre di più. Pietro xxxx ci aiutò in numerose situazioni venendoci in soccorso con i suoi legali in questioni legate all'ambito professionale. Poi, con l'inizio dell'attività sportiva di Biancalaura noi chiedemmo numerosi consigli a titolo di confronto. Loro ci stimavano molto e lo stesso valeva per noi. Addirittura mi proposero di lavorare come loro preparatore atletico per quanto riguarda l'acrobatica a terra per i suoi figli in sostituzione di un acrobata russo che era appena stato licenziato perché prendeva oltre 3000 euro al mese e loro non potevano più sobbarcarsi quella spesa. Anche quella volta per ovvi motivi familiari declinai l'offerta. Loro però che ci vivevano orami come dei membri della loro famiglia dissero più volte a Chiara che avremmo potuto dire che eravamo tranquillamente dei xxxxxx così da sedare contenziosi lavorativi e grane varie. Poi Fabrizio chiese a Chiara la gentilezza di dire, qualora ce lo avessero chiesto che Biancalaura si allenava si con il papà, ma per conto del CIRCO xxxxxx, e questo per loro motivo di orgoglio personale. E noi così facemmo. Ci chiesero anche delle foto della bimba da tenere in casa loro. Poi la moglie di Pietro diede a Chiara l'indirizzo della loro residenza fissa. L'intenzione era quella di scrivergli e chiedere loro se avessero potuto trovare un modo per "adottarci" così da poter portare il loro cognome senza più timore di smentite. Credo che Pietro che era ormai diventato quasi un padre per me si aspettasse una richiesta simile, forse qualcosa in merito aveva detto a Chiara ma non ne sono sicuro. Poi dalla telefonata di Patrizia a Fabrizio i xxxxx (non so Pietro sinceramente perché non l'ho mai chiamato per paura) ci hanno disconosciuto. 
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