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HANNO DETTO DELLA MILLE MIGLIA…
HANNO DETTO DELLA MILLE MIGLIA… La Mille Miglia suscita sempre tanto entusiasmo e richiama ed interessa milioni di sportivi, in tutto il mondo, proprio perché ha conservato il carattere romantico, un po’avventuroso, delle prime gare automobilistiche; perché per essa si lotta sulla strada, tra ali plaudenti di folla; perché i guidatori affrontano le incognite della strada; perché di anno in anno attraverso di essa si constatano i progressi del mezzo meccanico che noi tutti impieghiamo per i nostri spostamenti; perché veramente collauda con le macchine gli uomini; perché ad essa si partecipa, anzi la grande maggioranza dei concorrenti partecipa solamente per avere la soddisfazione di portarla a termine; di poter dire «io sono uno che ha portato a termine la Mille Miglia». Giovanni Canestrini, uno dei quattro fondatori della Mille Miglia, sulla Gazzetta dello Sport La MM (abbreviazione in uso nei ’50, interpretata oggi come 2000 in latino) è ormai tutto tranne che una semplice gara: è la celebrazione di un’Italia festosa e bellissima, di un immaginario che appartiene ai più bei ricordi non solo degli appassionati di auto storiche. È il trionfo di un patrimonio sportivo, tecnologico e storico che esula dai libri, dalle foto ingiallite, per divenire tangibile, alla portata di tutti, dei milioni di spettatori che lo vedono sfilare “sull’uscio di casa di mezza Italia”. Quattroruote Da oltre sette decenni, pur con abbondanti interruzioni, a Brescia si celebra la festa della “corsa di primavera”. Sette decenni nei quali la Mille Miglia è stata, allo stesso tempo, sia specchio delle mode e dei costumi del suo tempo sia modello di un preciso stile di vita. Fu a metà degli anni Venti che l’idea di fare “qualcosa di nuovo e assolutamente sensazionale” cominciò a tormentare Franco Mazzotti, Aymo Maggi, Renzo Castagneto e Giovanni Canestrini. Il termine “comunicazione” non possedeva ancora il senso che gli viene oggi attribuito, ma i “quattro moschettieri della Mille Miglia”, in particolare Renzo Castagneto, si rivelarono estremamente attenti all’immagine della loro corsa…. Gazzetta dello Sport Due giorni prima della partenza, a sommarsi nel mix di sport, cultura, turismo e spettacolo, gli organizzatori hanno offerto ai bresciani e alle migliaia di stranieri già giunti in città, un concerto di Lucio Dalla – gratuito e aperto a tutti – nella Piazza del Duomo di Brescia, gremita di appassionati. Passione per le auto, è stato chiesto a Dalla? "Per la gente. Io viaggio per osservare il mondo, che entra poi nelle mie canzoni. Della Mille Miglia amo il fatto sociale, questo suo traversare l’Italia, i borghi antichi, le città. E’ tutto come un film di Spielberg: io l’anno scorso ho vissuto così questa mia partecipazione alla Mille Miglia". Il Giorno "Sono qui per amore, solo per fare un giro in macchina", ha confessato l’attore Renato Pozzetto. "Ne ho fatte ormai una decina di Mille Miglia ed è stupendo stare tra la gente ed essere al tempo stesso fuori dal mondo”. Giornale di Brescia Emozionatissimo al via della seconda tappa Oliviero Toscani. "Non avrei mai creduto fosse possibile tanta gioia, tanta passione per una gara di automobili d’epoca". Scatterà quindi molte fotografie? "No. Sto filmando in digitale, poi si vedrà. Per un paio di giorni devo riempirmi gli occhi di cose belle". Il valore più grande della Mille Miglia? "E’ il legame con la memoria. Questa corsa salva il nostro passato migliore, momenti magici e forse irripetibili che hanno fatto grande l’Italia. E’ una corsa incredibile, che vive ancora nell’immaginario collettivo della gente che si assiepa lungo le strade più belle del nostro Paese: la gente, ricorda, sogna e al tempo stesso vede sfilare le auto più belle e affascinanti del mondo". Corriere della Sera Le Mille Miglia sono storia del passato, ma rappresentano una violenta conquista del futuro. Alfredo Giarratana Ci hanno chiesto come si potrebbe definire la Mille Miglia; la risposta è semplice, senza fronzoli, affatto involuta, addirittura elementare: «corsa italiana». (Dall’annuario della Mille Miglia 1949) “Quando si celebra il passato ci si deve chiedere se c’è una ragione. La Mille Miglia è stata l’immagine del progresso, tecnico, sociale ed umano; e noi facciamo bene a celebrarla, perché questa rievocazione del passato aiuta il futuro.” Giannino Marzotto, vincitore delle Mille Miglia 1950 e 1953, Presidente Club Mille Miglia L’eco - e non solo l’eco - di questa corsa è rimbalzata da Paese a Paese. Chi può la vede dai bordi della strada. Chi non può si interessa dei servizi che ogni giornale si preoccupa di portare. La stampa scrive, la gente legge, perché quando trova scritto “Mille Miglia” tutta la gente si scopre, almeno un po’, sportiva. L’Italia cambia, la Mille Miglia no. Davanti ad un popolo diverso l’entusiasmo è lo stesso. Cesare De Agostini, dallo “Speciale Mille Miglia” di Autosprint La Mille Miglia è anche un’Italia caleidoscopica, Paese unico al mondo, la Mille Miglia è il funambolico piacere di accostare il Rinascimento e il Duemila racchiusi nella stessa voglia di tenerezza espansiva, di ospitalità aperta e fantasiosa. Manuel Vigliani, Giornale di Brescia Ada Negri, una delle più apprezzate e delicate rappresentanti della poesia, aveva scritto sul Secolo XX: “Fra i piaceri moderni non ve n'è uno che sorpassi o uguagli quello di un viaggio in automobile. Nel veicolo nostro, obbediente a noi soltanto, che ci conduce soltanto dove il nostro capriccio vuole, il bisogno di libertà che è in noi diviene certezza di libertà, senso di plenitudine, d'evasione, di possesso dello spazio e del tempo, che trascende il limite umano”. Tra gli scopi della Mille Miglia c'è quello di dimostrare che, con le vetture normalmente in vendita, si può viaggiare sulle strade esistenti nel nostro paese con sicurezza e regolarità…. Il nostro compito è pertanto di conferire alla competizione una funzione tecnico sociale e, perché no, turistica. Giovanni Canestrini, uno dei quattro fondatori della Mille Miglia Nel contenuto della Mille Miglia c’è molto di più delle vetture da corsa, dei piloti, dei vincitori e dei perdenti. La Mille Miglia è parte della vita italiana e i suoi effetti si estendono in tutta la larghezza e la lunghezza d’Italia, giù fino in Sicilia. Denis Jenkinson, giornalista e vincitore - con Stirling Moss - della Mille Miglia 1955 Il rumore degli scarichi che risuona tra le tegole degli edifici, la calda serata italiana, il lampo dei fotografi, gli ippocastani e la straordinaria atmosfera di entusiasmo e amicizia, avrebbero fatto presa anche sul più cinico. Hanno riacceso lo spirito della Mille Miglia, gli hanno dato corpo e lo hanno rivestito di felicità. Michael Reid, concorrente delle Mille Miglia 1957 e 1982 Gli stranieri calavano a Brescia. Il ritmo, la cornice, l’idea stessa – così assurda, così fuori da ogni ben pensata e calibrata concezione – li esaltava, qualche volta li sconvolgeva. Se erano sportivi e turisti si lasciavano volentieri sbalordire dalla miracolosa messa in scena. Se erano giornalisti si sentivano moralmente impegnati a rendere partecipi i lontani lettori, a “sensibilizzarli “ il più possibile sull’avvenimento. Cesare De Agostini - Autosprint Se nessuno ha discusso o discute la Mille Miglia è appunto perché essa ha conservato immutato, con le sue caratteristiche, il significato spirituale che ebbe alle origini, perché essa è stata la creatura di quattro romantici dello sport che potrebbero anche avere oggi l’impressione di essere dei superati, se non potessero constatare che l’animo degli sportivi, e non solo di quelli italiani, è con loro. Giovanni Canestrini, uno dei quattro fondatori della Mille Miglia, sulla Gazzetta dello Sport Per informazioni: 1000 Miglia S.r.l. Media relation & PR [email protected] Tel. 030.2318211