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Conflitti e potere in azienda
Organizzarsi Conflitti e potere in azienda I conflitti si verificano spesso all’interno dell’azienda, conflitti all’interno di una stessa divisione oppure conflitti tra le diverse divisioni aziendali: in ogni caso, i conflitti investono tutti i livelli della gerarchia aziendale. In questo articolo esaminiamo la relazione esistente tra il potere aziendale ed i conflitti; vediamo nel dettaglio da cosa deriva il potere in azienda, come viene esercitato ed in che modo può aiutare per la risoluzione dei conflitti di Antonella Salvatore - Retail Manager ([email protected]) mio, di un riconoscimento: anche in questo caso l’individuo esercita il potere in virtù della propria posizione in azienda. Queste sono, al contrario, definite «pull strategies», strategie volte a premiare, ad ottenere approvazione e supporto; — esercitare persuasione: provare a persuadere qualcuno per ottenere qualcosa in cambio, ad esempio un favore, delle informazioni. Anche questa è una maniera di esercitare il proprio potere. Potere e conflitti Le fonti del potere in azienda Chi ha potere in un’azienda? Verrebbe da rispondere abbastanza naturalmente che in azienda hanno potere coloro che sono ai vertici dell’organizzazione, un direttore generale, un amministratore delegato, un capo-reparto, ma questa risposta è abbastanza semplicistica. Le fonti di potere in azienda sono diverse, la posizione, il ruolo, è sicuramente una di queste fonti ma non l’unica. In management si individuano sei fonti di potere aziendale (Tavola 1): 1) ruolo; 2) disponibilità di risorse; 3) esperienza e conoscenza; 4) informazioni; 5) relazioni sociali; 6) personalità e carisma. Esercitazione di potere In che modo si esercita il potere in azienda? Occorre dire che chi ha potere lo esercita in diversi modi, modi che spesso dipendono dal conte- 30 PMI n. 3/2007 sto, dalla situazione in cui gli individui vengono a trovarsi. — Imposizione della propria autorità: è principalmente il caso in cui il potere viene conferito per via del ruolo, della posizione all’interno dell’azienda; l’individuo si impone grazie al ruolo che ricopre. Tuttavia, si può imporre la propria autorità anche quando si è estremamente certi delle proprie conoscenze o quando si hanno informazioni ritenute indispensabili per le persone sui cui si esercita l’autorità; — esercitazione di un’influenza: l’individuo esercita il proprio potere cercando di influenzare i comportamenti e le opinioni delle altre persone; — minacce, provvedimenti disciplinari fino al licenziamento: in questo caso l’individuo esercita il proprio potere solo ed unicamente sulla base del proprio ruolo in azienda, della posizione acquisita nella organizzazione; queste si chiamano in management «push strategies», se vogliamo, strategie considerate di punizione; — conferimento di un pre- Qual è la relazione tra potere e conflitti all’interno dell’azienda? Il potere può essere causa di un conflitto aziendale, ma il potere può anche aiutare a risolvere i conflitti in azienda! Tutti coloro che lavorano in azienda hanno, prima o poi, fronteggiato direttamente o assistito da spettatori ad uno o più conflitti. Il conflitto in azienda si percepisce, si avverte, si intuisce dalla freddezza nelle relazioni, dalle difficoltà di comunicazione, dalla scarsa condivisione di informazioni, dall’esistenza di rigide regole e norme di comportamento. Le origini di un conflitto aziendale I conflitti possono avere origine per diverse ragioni, vediamo quali sono. 1) fraintendimenti (misunderstanding): abbiamo visto che nel processo comunicativo (Pmi n.1/07, pag.21) è abbastanza comune avere dei fraintendimenti, e questi possono essere all’origine dei conflitti; Organizzarsi 2) differenza di opinione: gli individui hanno opinioni diverse, osservano le situazioni da prospettive diverse ed anche questo può generare un conflitto; 3) diversità di valori: la diversità nei valori per gli individui può facilmente essere fonte di disaccordo e quindi di conflitto; 4) differenza negli interessi: all’interno dell’impresa sussistono interessi diversi, interessi individuali, interessi di un determinato reparto, interessi generali, e cosı̀ via dicendo. Questa è un’altra ragione per cui sorgono conflitti, ossia quando gli individui tendono a far prevalere i propri interessi su quelli degli altri; 5) differenze di carattere e personalità: le caratteristiche di ciascun individuo, la diversità dei caratteri all’interno di un gruppo possono portare a divergenze e, conseguentemente, a conflitti; 6) sovrapposizione delle differenze: un conflitto può sorgere a causa della differenza di opinioni, ma può poi continuare a causa della differenza di carattere, o di interessi. In questo caso, le differenze nei diversi aspetti si sovrappongono; 7) stress e ansia: il conflitto può semplicemente avere origine perché le parti coinvolte sono sotto pressione: lo stress che ne deriva, l’ansia, sono cosı̀ cause di conflitto; 8) aspettative disattese: ciascun lavoratore sviluppa aspettative sia nei confronti degli altri lavoratori che nei confronti del proprio responsabile. Quando le aspettative di un individuo vengono disattese, per qualsivoglia ragione, può sorgere un conflitto. Ad esempio, se un capo ufficio esercita troppa autorità e troppo controllo sul lavoro dei propri collaboratori questo può essere all’origine di un conflitto interno; 9) errato uso del potere: in linea di principio, un uso sbagliato della propria autorità e del proprio potere conduce ad un conflitto aziendale. Chi usufruisce di un certo tipo di potere in azienda ha il dovere di fermare il ripetersi di certe situazioni che possono condurre ad un conflitto. TAVOLA 1 - IL POTERE AZIENDALE Fonte di potere Caratteristiche Ruolo Il potere deriva dal ruolo, dalla posizione che l’individuo ha in azienda, dall’autorià che è in grado di esercitare. Disponibilità di risorse Il potere deriva dalle risorse che si hanno a disposizione, dai propri mezzi, dalle strutture di cui si dispone. Se siamo costretti a rivolgerci a qualcuno per avere disponibilità finanziaria, o disponibilità di strumenti di lavoro, dipendiamo da quella persona, quella persona ha un certo tipo di potere. Esperienza e conoscenza L’esperienza di un individuo, o la sua conoscenza di una determinata materia, possono rappresentare una fonte di potere. Se ad es. pensiamo alle persone che lavorano nell’Information Technology, alle persone che hanno conoscenza di software, di computer ..., ci rendiamo conto di come dipendiamo da loro in alcuni momenti specifici. In questo caso, la conoscenza conferisce potere alla persona. Questa è anche una delle ragioni per cui alcuni individui tendono a non voler diffondere e condividere la propria conoscenza: mantenendo la loro conoscenza queste persone sanno di diventare indispensabili per l’azienda in determinati momenti. Informazioni Il possesso delle informazioni rappresenta una fonte di potere in azienda. Chi sa, chi ha informazioni ha potere; le informazioni sono indispensabili per risolvere problemi, prendere decisioni, risolvere conflitti. Relazioni sociali Le persone che hanno molte «connections», che riescono a costruire una fitta rete di relazioni, e in azienda e fuori di essa, sono persone che hanno potere. Per esempio, ha potere una persona che ci mette in contatto con qualcun’altro; ha potere chi ci pone in relazione con chi può avere delle informazioni utili per noi, ha potere chi ha la capacità di sviluppare contatti, di favorire le relazioni tra gli individui ... Carisma e personalità Ci sono persone che hanno potere grazie semplicemente al loro carisma, alla loro personalità, alla loro capacità di relazionarsi con gli altri. Questo è il potere dei transformational leaders (leader e leadership PMI 2/06 PMI n. 3/2007 31 Organizzarsi Come gestire il conflitto aziendale Tutti in azienda si trovano, prima o poi, a dover gestire un conflitto, a decidere in che maniera reagire, a capire quale condotta adottare. La gestione del conflitto dipende essenzialmente da alcuni fattori: — il contesto in cui il conflitto si genera; — le persone coinvolte nel conflitto e la loro personalità; — il rapporto gerarchico esistente tra le parti coinvolte; — il tempo a disposizione per la risoluzione del conflitto (si può attendere o bisogna chiarire tutto subito?). Per questo non esiste un’unica regola per gestire il conflitto. Vediamo alcune modalità di gestione del conflitto aziendale: — ignorare il conflitto: si può far finta di nulla, si può trascinare la situazione fino a sperare che si risolva. Questa strategia in casi poco gravi funziona, ma nelle situazioni più serie rischia solo di aggravare tutto fino a condurre ad un vero e proprio problema; — consentire il conflitto: se si tratta di una situazione temporanea, se lo stress è la ragione del conflitto, può essere giusto gestirlo con calma, facendo in modo che il conflitto abbia luogo e che si risolva da solo, naturalmente. Ovviamente, il conflitto va tenuto sotto controllo, osservato, «monitorato», per essere certi che si risolva da solo e che non degeneri; — prevenire il conflitto: si può prevenire un conflitto favorendo la collaborazione tra gli individui, la comunicazio- 32 PMI n. 3/2007 ne, insistendo per avere una critica costruttiva e non distruttiva. La prevenzione del conflitto è completamente nelle mani degli individui; si tratta di un’attitudine mentale, che evita che il conflitto nasca; — risolvere il conflitto: in questo caso si gestisce non solo il conflitto in corso ma si cerca di eliminare le cause che lo hanno generato. Questo vuol dire fare in modo che il conflitto non accada più in futuro provando a migliorare i flussi comunicativi tra le persone coinvolte nel conflitto, eliminando le barriere alla comunicazione, creando un senso di condivisione facendo in modo che gli individui abbiano degli obiettivi comuni; — ridurre le dimensioni del conflitto: intervenendo con «soluzioni tampone» che aiutino a contenere le dimensioni del conflitto, per esempio attraverso metodi di persuasione o di vera e propria minaccia. Alle volte il conflitto può essere contenuto offrendo alle parti coinvolte qualcosa in cambio, qualcosa che a loro serve e che è possibile ottenere senza protrarre il conflitto: viene messa in essere una vera e propria negoziazione. WIN-WIN o WIN-LOSE Alcuni studiosi di management hanno inteso il conflitto come un gioco in cui le parti entrano in lotta per ottenere qualcosa. In management gli studiosi distinguono due tipi di conflitto: — conflitti win-lose; — conflitti win-win (o lose-lose). Nel primo caso una delle parti prevale sull’altra, vince, ma a spese della contro parte. Nel secondo tipo di conflitto entrambe le parti vincono, ottengono qualcosa oppure, nell’esempio lose-lose, perdono entrambe. Potenzialmente tutti i conflitti potrebbero essere trasformati in win-win, dipende dalla percezione degli individui. Quando c’è una conflitto fra due parti, le parti possono scegliere se collaborare e negoziare, ottenendo entrambe qualcosa, o se scontrarsi rischiando che inevitabilmente una delle due parti non ottenga nulla. È importante sottolineare che una parte tenderà ad adottare un approccio win-win solo se ha la percezione che anche la controparte tenderà a fare lo stesso. Conclusioni Tutte le aziende vedono la nascita di conflitti nel proprio interno ed hanno poi il compito di gestirli. Il conflitto può essere inteso come costruttivo, e portare quindi alla risoluzione di problemi e alla condivisione di obiettivi, o, al contrario, può essere un conflitto di tipo distruttivo, che porta cioè allo scontro tra le parti interessate (conducendo quindi ad una situazione finale di win-lose). Va ricordato che un esercizio sbagliato del potere può condurre alla nascita di un conflitto mentre un esercizio corretto del potere può portare alla risoluzione o, comunque, al contenimento di una situazione conflittuale.