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Ho lasciato il saio da frate per sposare il mio compagno

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Ho lasciato il saio da frate per sposare il mio compagno
19
parentesi
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La storia Edio, 45 anni, ha abbandonato la Chiesa cattolica per quella celtica
LA FEDE
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Oggi Edio fa pa a celtica
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“Ho lasciato il saio da frate
per sposare il mio compagno”
famiglie vip
ARCOBALENO
ELTON JOHN
Il famoso cantante inglese e David
Furnish fanno coppia dal 1993. Sono
stati i primi a registrare la loro unione in
Municipio. Il loro primo figlio è nato
nel dicembre del 2010,
il secondo nel gennaio del 2013
Spagna
1.32
Fonte: Insee, Eurostat, Ust
no oltre 6mila bimbi in famiglie
arcobaleno (genitori omosex), lo
scorso novembre il Consiglio federale ha aperto all'adozione per
queste coppie, seppur limitata ai
figli del partner.
Il progetto ha già suscitato reazioni contrastanti tra i partiti.
Soddisfatte, invece, le associazioni di gay, lesbiche e le famiglie arcobaleno. La rappresentante per il Ticino, Susanne,
commenta: “Metterebbe fine
all’attuale discriminazione. Anche i nostri figli devono avere le
Nel nostro Paese
oggi oltre 6 mila
bimbi vivono
in famiglie
“arcobaleno”
stesse opportunità degli altri”.
Il diritto al matrimonio resta una
delle principali rivendicazioni
della militanza omosessuale in
tutto il mondo. L’obiettivo è eliminare dalla legislazione la disparità di trattamento fra unioni
etero e unioni omosex. Un’esigenza reale, come ha giustamente previsto il presidente francese
Hollande firmando un’apposita
legge: infatti, in poco più di sei
mesi, ben 7mila fidanzati gay si
sono detti “sì” in Comune, garantendosi gli stessi diritti delle
coppie etero. A ruota è seguito
l’“I do” dell’Inghilterra. L’Italia
resta ancora al palo. Eppure, secondo il Parlamento di Strasburgo è un diritto di tutti i cittadini,
perciò lo scorso marzo ha chiesto il riconoscimento delle nozze
gay in tutti i Paesi dell’Ue. Già accettato da Belgio, Olanda, Portogallo, Spagna, Danimarca e Svezia.
[email protected]
Q@PatriziaGuenzi
ROSIE O’DONNELL
Vera e propria paladina del movimento
gay d’America, Rosie è una leggenda
della tv a stelle e strisce. La comica è al
secondo matrimonio e ha ben cinque
figli. Tre adottati con la prima moglie e
due con la seconda Michelle Rounds
JODIE FOSTER
Sul set dei Golden Globes 2013, l’attrice
ha fatto il suo coming out. E ha
ringraziato Cydney Bernard, sua
compagna per 20 anni, dalla quale si è
lasciata, ma che è ancora, ha detto,
“l’eroico co-genitore” dei loro due figli
RICKY MARTIN
Nel 2008 il cantante ha avuto i due figli, i
gemelli Matteo e Valentino, da una
madre surrogata. Due anni dopo, il suo
coming out. A sostenerlo c’era sempre
Carlos Gonzales Abella, sua compagno
fino a poche settimane fa
NEIL PATRICK HARRIS
L’attore e il compagno David Burtka sono diventati genitori nel 2010: i loro gemelli sono nati da una madre surrogata.
La coppia si è fidanzata un anno dopo,
quando il matrimonio tra omosessuali
è diventato legale a New York
MATT BOMER
L’attore è uscito allo scoperto
nel 2012 mentre riceveva il premio Steve
Chase Humanitarian Award.
Ha ringraziato pubblicamente il
compagno Simon Halls e i loro tre figli:
Henry, Walker e Kit
CYNTHIA NIXON
L’ex Miranda di Sex and the City ha
lasciato il suo compagno nel 2003. Nel
2012 ha sposato Christine Marinoni.
Insieme crescono Samantha e Charles,
figli del primo matrimonio dell’attrice
e Max, il loro primo figlio insieme
n percorso di vita decisamente singolare quello di
Edio, 45 anni, grigionese,
ex frate francescano. Una storia di
fede e amore, sfociata nel 2010 in
un matrimonio omosessuale, con
la “benedizione di unione” della
Chiesa cattolica cristiano svizzera
(vetero cattolici). “Preferisco dire
che abbiamo celebrato un’alleanza d’amore - sottolinea Edio -. Nel
1988 sono entrato nell'Ordine dei
Frati Minori in Lombardia. Vi
sono rimasto per 10 anni: prima
come postulante, poi come novizio, professo temporaneo e professo solenne. Durante questi
anni ho studiato teologia e, dieci
anni dopo, ho lasciato spontaneamente l’Ordine”.
Edio, che oggi vive a Brissago, da
tempo era consapevole della sua
omosessualità e non aveva nascosto ai suoi superiori remore, dubbi e perplessità sul proseguimento
del suo impegno religioso. “Gli ultimi anni in parrocchia sono stati
duri - ricorda -. Durante il giorno
incontravo tanta gente, sempre a
contatto con il prossimo, lavoravo
in una comunità e facevo la catechesi. Ma sentivo la mancanza di
un affetto concreto, non avendo
mai vissuto la mia omosessualità”.
A 29 anni Edio lascia la vita religiosa e chiede la dispensa dei voti
a Roma. Spiega il suo travaglio interiore ai superiori e va via. Dapprima trova lavoro in una fabbrica, poi torna a vivere in Ticino
dove s’impegna in attività sociali.
“È in quel periodo che inizio a conoscere il mondo fuori dalla parrocchia, quello che mai avevo vissuto, compresi gli ambienti omosessuali, fino a quel momento
tabù per me”. Edio si allontana
dalla Chiesa. “Pregavo per conto
mio e avevo la consapevolezza
che il Signore mi era vicino, ma
senza partecipare alla comunità
ecclesiale da cui non mi sentivo
accettato”. Contemporaneamente
comunica la propria omosessualità, in famiglia, agli amici e ai colleghi. “Non è stato facile, ma ho
sempre preferito la sincerità”.
Nel 2008 Edio conosce l’attuale
compagno e nel 2010 compie il
grande passo. “Decidiamo di
unirci civilmente poi, visto che
anche il mio compagno è cattolico
e credente, sentivamo tutti e due
la mancanza della benedizione
della Chiesa. Ci chiedevamo perché, pur credendo nell’amore di
Cristo, non riuscivamo a farci accettare dalla comunità ecclesiale.
Siamo entrati in contatto con la
Chiesa vetero cattolica svizzera,
che benediceva le unioni gay. In
Ticino siamo stati i primi”.
Nozze celebrate nel più stretto riserbo, senza alcuna pubblicità,
solo fra pochi intimi. “Volevamo e
vogliamo tuttora vivere la nostra
La benedizione
“Mi piace dire che
è stata celebrata
un’alleanza d’amore”
Le difficoltà
“È stata dura dirlo ai miei,
ad amici e colleghi,
ma preferisco la sincerità”
omosessualità in maniera del tutto normale - dice -. Non abbiamo
bisogno di urlarla al mondo. Non
abbiamo mai partecipato a un
Gay Pride, ad esempio”. E sul tema
dell’adozione afferma deciso:
“Sono favorevole, purché sia l’occasione, anche, per dare una famiglia a un orfano”.
Oggi Edio fa parte della Santa
chiesa celtica, una comunità cattolica indipendente: “Sono stato
consacrato a ottobre dal mio vescovo. Ogni domenica celebro
messa a casa mia, ogni tanto Casa
Emmaus di Losone mi ospita nella sua cappella. Spero tanto in
papa Francesco, per una Chiesa
cattolica più aperta.
p.g.
La proposta L’iniziativa parlamentare del più giovane deputato a Berna
“Basta con le discriminazioni,
una legge contro l’omofobia!”
D
MATHIAS
REYNARD
È il più
giovane
deputato
a Berna
ifendere e proteggere dalla
discriminazione gay, lesbiche, bisessuali e transgender (definiti con l’acronimo Lbgt),
che in Svizzera rappresentano circa il 5 per cento della popolazione.
È l’obiettivo del deputato più giovane del parlamento svizzero, Mathias Reynard, Pss, ventiquattrenne insegnante vallesano.
Assieme ad altri 54 colleghi, lo
scorso anno ha depositato un’iniziativa parlamentare per lottare
contro le discriminazioni basate
sull’orientamento sessuale. Se-
“Anche la Confederazione
deve dare un segnale forte e
aggiornare il Codice penale”
condo Reynard e cofirmatari, infatti, l’attuale legislazione non
consente di perseguire penalmente le esternazioni omofobe generiche. “Noto l’intensificarsi dell’omofobia anche in Svizzera spiega il deputato socialista al Caffè -; alcuni Paesi europei hanno
già deciso di adeguare le proprie
leggi. Anche noi faremmo bene ad
intervenire. Mi sembra sia l’ora di
dare un segnale forte”.
Ad indignare il consigliere nazionale - insignito, nel 2012, del “Premio Gioventù”, riconoscimento
per il suo impegno a favore delle
nuove generazioni -, è stato il rigetto, lo scorso marzo, da parte
della Confederazione, delle racco-
mandazioni del Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Finalizzate a
correggere le discriminazioni basate sull’orientamenteo sessuale.
Scelta a suo tempo deplorata pure
dalla segretaria romanda dell’Organizzazione svizzera delle lesbiche, Barbara Lanthemann. Intanto, nel giro di un mese Reynard
presenterà la sua iniziativa alla
Commissione Affari giuridici del
Consiglio Nazionale. E a proposito di un eventuale voto popolare
dice: “L’esito sarà molto serrato,
accettata o rifiutata per pochissimi voti”.
Intanto, le cinque organizzazioni
nazionali - Los, Pink Cross, Famiglie Arcobaleno, Transgender Network Switzerland e Lbgt Youth - si
sono ovviamente schierate con
Reynard, allarmate da alcuni atteggiamenti di omofobia violenta
che la cronaca registra anche in
Svizzera. Un clima che crea un
grave stress per le vittime e che
può anche sfociare nel suicidio.
Infatti, i tentativi di farla finita
sono cique volte più numerosi negli esponenti Lbgt.
Insomma, secondo Reynard, c’è
una lacuna giuridica nella prevenzione e sanzione dell’incitazione
all’odio per l’orientamento sessuale: “Oggi il Codice penale prevede esclusivamente di perseguire
la discriminazione di una persona
per la sua razza, l’etnia o la religione. Non basta”.
p.g.
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