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Sistema di fabbrica e nesso salariale

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Sistema di fabbrica e nesso salariale
Sistema di fabbrica e nesso salariale Sistema di fabbrica e nesso salariale • 
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Per sistema di fabbrica si intende una forma di organizzazione del lavoro cara6erizzata dalla concentrazione fisica della manodopera nella manifa6ura, cioè in grandi unità di produzione e dall’adozione di mezzi meccanici mossi da energia inanimata (acqua, carbone, ele6ricità). Il termine manifa.ura prima dell’affermazione del sistema di fabbrica aveva significaB diversi a seconda dei tempi e dei luoghi. Ciò che veniva designato era comunque sempre una grande impresa che poteva essere cara6erizzata da: -­‐ un laboratorio centrale dove veniva preparata e rifinita l’opera dei lavoranB a domicilio rurali, consistente tu6avia in tante piccole unità che lavoravano una a fianco all’altra; -­‐ unità di grandi dimensioni che richiedevano per moBvi tecnici forB invesBmenB di capitali; -­‐ un raggruppamento di laboratori che si concentravano in un luogo come risultato di una iniziaBva del magnate locale. La tecnologia era ancora di 6po primi6vo, ma le unità in cui questo lavoro veniva effe6uato potevano essere anche di grandi dimensioni, riunendo cenBnaia di operai. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Prima della rivoluzione industriale esistevano anche le cosidde6e “protofabbriche”, industrie di grandi dimensioni ad alta concentrazione di capitale che producevano beni intermedi o beni di consumo. •  Erano situate generalmente in grandi stru.ure simili a fabbriche, dove i maestri arBgiani lavoravano so6o la supervisione di un sovrintendente pur senza impiegare energia meccanica. •  L’arsenale statale di Venezia, fondato nel Medioevo per costruire le navi della “Serenissima”, fu una delle più anBche imprese industriali di grandi dimensioni della storia. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Le cara.eris6che principali dell’industria moderna rispe6o a quella premoderna sono: •  -­‐ l’uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica; •  -­‐ l’introduzione di fon6 di energia inanimata, in parBcolare i combusBbili fossili; •  -­‐ l’impiego diffuso di materiali che normalmente non si trovano in natura; •  -­‐ una dimensione molto più grande delle imprese industriali. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Per l’affermazione del sistema di fabbrica furono importanB una serie di progressi tecnologici tra loro interdipendenB: •  -­‐ i congegni meccanici sos6tuirono l’abilità dell’uomo; •  -­‐ l’energia inanimata del vapore prese il posto dell’energia umana e animale; •  -­‐ si verificò il miglioramento nell’estrazione e nella lavorazione delle materie prime. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Contro l’arrivo delle macchine, si sviluppò il luddismo. •  Movimento luddista (1811-­‐1816) ebbe come moBvo ispiratore la lo6a all’introduzione delle macchine nelle fabbriche, ritenute responsabili della disoccupazione; traeva il nome da Ned Ludd, un operaio che nel 1779 aveva distru6o per protesta un telaio per la produzione di calze. •  Combina1on Acts (1799, 1800): vietavano ogni associazione, sia di lavoratori che di datori di lavoro; il movimento luddista fu considerato illegale e represso con la forza. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  L’accentramento della manodopera fu dovuto a diversi moBvi, tra i quali i principali furono: •  -­‐ le dimensioni e il costo dei macchinari, che non potevano essere tenuB a casa da ciascun lavorante come invece gli utensili dell’epoca preindustriale; •  -­‐ la necessità di localizzare gli impian6 dove esisteva una fonte di energia; •  -­‐ il bisogno di aumentare la produKvità per servire mercaB in conBnuo e costante sviluppo. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Si realizzarono quindi nuove forme di organizzazione industriale: •  -­‐ si accrebbero le dimensioni delle unità produKve; •  -­‐ le macchine e l’energia richiesero e resero possibile la concentrazione della manifa.ura e la bo6ega cede6e gradualmente il posto allo stabilimento e alla fabbrica. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  La fabbrica fu qualcosa di più che una grande unità lavoraBva. •  Si tra6ò di un sistema di produzione basato su due nuovi protagonis6 del processo produQvo: •  -­‐ l’imprenditore che assumeva le maestranze e vendeva il prodo6o finito, ma sopra6u6o anBcipava il capitale tecnico e ne sorvegliava l’uso; •  -­‐ l’operaio, che non possedeva più i mezzi di produzione, ma era rido6o al rango di manodopera (si trasformava cioè da produ6ore a mero strumento). Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Imprenditore e operaio divennero legaB l’uno all’altro da un rapporto economico, il “nesso salariale”, e dal rapporto funzionale della sorveglianza e della disciplina. •  La disciplina non era del tu6o una novità. DeterminaB Bpi di lavoro, come le grandi opere di costruzione, avevano sempre richiesto la direzione e il coordinamento degli sforzi di parecchie persone e già prima della rivoluzione industriale esistevano diversi grandi opifici nei quali il tradizionale lavoro non meccanizzato si svolgeva so6o sorveglianza. •  La disciplina di fabbrica richiese invece un nuovo Bpo di operai, governaB dalla 6rannia dell’orologio; c’era cioè un orario di lavoro rigido da rispe6are. Inoltre fu realizzata una razionalizzazione crescente che portò ciascun operaio a specializzarsi in un certo campo. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Alla base dell’affermazione del sistema di fabbrica ci furono i progressi tecnologici permessi dalle nuove invenzioni che avevano consenBto lo sviluppo di macchinari grandi e complessi. Tu6o questo portò ad una cospicua ro.ura con il passato dal punto di vista del sistema di impresa. •  Gli imprenditori dove.ero inves6re cifre molto più alte. •  Lo stesso conce.o di rischio di impresa cominciò a mutare. Mentre in precedenza quasi tuQ i cosB della manifa6ura erano variabili (in larga misura materie prime e lavoro), ora ingenB cifre dove6ero essere immobilizzate in misura maggiore negli impianB fissi. La flessibilità del vecchio sistema era vantaggiosa per l’imprenditore. Nei momenB di crisi, egli era in grado di arrestare la produzione con lievi danni e di riprendere il lavoro quando la situazione lo consigliava. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Con il sistema di fabbrica l’imprenditore diventava invece prigioniero del suo invesBmento, una condizione che molB dei vecchi mercanB manifa6urieri trovarono difficile acce6are: occorreva infaQ una forte accumulazione di capitale da invesBre negli impianB fissi. •  Per il lavoratore la trasformazione fu ancora più radicale, perché mise in gioco non solo il suo ruolo lavoraBvo, ma anche le sue condizioni di vita. Per molB operai, anche se non per tuQ, l’introduzione della macchina significò una completa separazione dal mezzo di produzione: l’operaio diventò una mano, alla quale le macchine imponevano un certo ritmo. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Il se.ore tessile fu il primo e più importante campo nel quale si verificò il passaggio dalla lavorazione casalinga alla fabbrica. •  In precedenza il filatore e il tessitore lavoravano a casa senza controlli, nelle ore che preferivano. Ora il lavoro doveva invece essere svolto in fabbrica, al ritmo stabilito dal macchinario, insieme a numerosi altri operai che dovevano cominciare, sostare e sme6ere tuQ insieme, tra l’altro so6o l’occhio a6ento di sorveglianB. •  “La fabbrica era un nuovo genere di prigione; e l’orologio un nuovo genere di carceriere”. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Prima dell’avvento delle macchine, la perizia e la rapidità erano i fa6ori più importanB per l’arBgianato. Nei primi decenni della rivoluzione industriale, invece, dato che la meccanizzazione consenZ notevoli aumenB di produQvità rispe6o al lavoro manuale, l’efficienza della manodopera perse rela6vamente importanza, e venne trascurata. •  La maggior parte degli imprenditori di questo periodo preferiva i salari fissi, affidandosi ai capi squadra per controllare l’efficienza. Quando era possibile misurare la produzione era usato a volte il coKmo come incenBvo al lavoro. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Sul problema della retribuzione ci fu per tu6o l’O6ocento dibaQto tra gli economisB, perché con il sistema di fabbrica era totalmente cambiato il sistema delle retribuzioni rispe6o al precedente mondo arBgiano, quando si pagava il prodo6o finito, non le ore necessarie per realizzarlo, rendendo il lavoratore pienamente responsabile dell’impiego del suo tempo. •  Con il salario a ore, invece, l’operaio veniva retribuito per le ore prestate e non per quanto produceva. •  Per tu6o l’O6ocento si cercarono quindi correKvi a questo sistema per aumentare la diligenza del lavoratore e quindi la sua produQvità. Il termine produKvità rappresenta il rapporto tra i mezzi impiega6 e il prodo.o o.enuto. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Il primo correQvo fu quello delle tariffe a coKmo: cioè, oltre alla retribuzione fissa a ore, esisteva un’aggiunta concessa sulla base dell’efficienza di un lavoratore, o più spesso di un gruppo di lavoratori. •  Il salario a coQmo determinò nei lavoratori reazioni diverse: •  -­‐ senza dubbio spingeva a sovraccaricarsi di lavoro, incoraggiava l’esecuzione di un prodo6o fre6oloso e scadente, ma d’altra parte era anche il solo modo per incrementare le basse paghe e per ricevere una quota dell’aumento di produzione derivante dai progressi tecnici. Anche quando l’imprenditore cercava di abbassare i compensi, c’era almeno qualcosa da negoziare. Con i salari a tempo, invece, il lavoro poteva crescere imperceQbilmente, e di fa6o cresceva, con l’aumento della produQvità; •  -­‐ ad alcuni operai il salario a coQmo sembrò un mezzo di sfru6amento più che una difesa. Offriva la promessa di una paga maggiore, ma i lavoratori sostenevano che i coQmi erano stabiliB in base al rendimento degli operai più veloci; i più lenB dovevano ada6arvisi. La paga più alta sembrava ad essi nient’altro che un alle6amento per indurli ad acce6are ritmi massacranB. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Un esempio: in precedenza, se un operaio produceva un paio di scarpe per venderle sul mercato, gli venivano pagate le scarpe, non il tempo che aveva impiegato per produrle. •  E’ chiaro invece che con il salario a tempo nel sistema di fabbrica – in cui spesso peraltro l’operaio partecipava solo ad una fase della produzione, perdendo il conta6o dire6o con il prodo6o finale e quindi aveva dal lavoro una minore soddisfazione – essendo retribuito per le ore lavorate, l’operaio non aveva interesse ad accelerare il lavoro, ma semmai a rallentarlo. L’imprenditore, di conseguenza, tentava di aumentare la produQvità. Sistema di fabbrica e nesso salariale •  Lo sforzo imprenditoriale di massimizzare il prodo6o del lavoro portò dapprima a introdurre il coQmo, poi, in una fase successiva, allo studio accurato dell’operaio come macchina animata. •  L’iniziaBva venne dagli StaB UniB. Fu nelle acciaierie Midvale in Pennsylvania, al principio degli anni O6anta, che Frederick W. Taylor (1865-­‐1915) imparò come operaio e caposquadra del reparto macchine la praBca e i trucchi del lavoro a rilento, e sviluppò il sistema poi noto col nome di Scien6fic management o taylorismo. •  Tale metodo era basato su un’a6enta osservazione, analisi e cronometraggio dei movimen6 dei lavoratori; sulla misurazione precisa del costo di lavoro di ciascuna operazione; sulla divisione del ciclo lavoraBvo in operazioni elementari. Sulla base di quesB calcoli venivano fissaB dei parametri ai quali gli operai dovevano a6enersi. 
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