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«Non ho ripicche da fare ma non starò in silenzio»

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«Non ho ripicche da fare ma non starò in silenzio»
Valli Giudicarie e Rendena
42 sabato 30 gennaio 2016
«Non ho allontanato il direttore
Gualdi, ma è lui che si è
allontanato. Non mi ha mai
accettato come presidente»
PINZOLO
l'Adige
«Mi hanno accusato di interferire
Ma quali ingerenze? Da che
mondo è mondo il presidente
deve vedere come vanno le cose»
«Non ho ripicche da fare
ma non starò in silenzio»
Ornello Binelli e la Famiglia cooperativa
«Hanno scelto il passaggio peggiore»
GIULIANO BELTRAMI
PINZOLO - All’alba dei 66 anni,
41 dei quali passati in Famiglia
Cooperativa da dipendente (gli
ultimi 15 da direttore), più 6 da
consigliere di amministrazione
e quasi due da presidente. Questo è il curriculum vitae di Ornello Binelli, che non lo dice,
ma capisci che non si rassegna
ad uscire di scena in maniera
ingloriosa: commissariato. Dopo il Consiglio di Stato, che gli
ha dato ragione soprattutto su
aspetti formali, il Tribunale amministrativo discuterà nel merito il suo ricorso contro il commissariamento. Lo farà, come
accade spesso in Italia, dopo
che i fatti sono già accaduti, il
24 marzo prossimo.
Venerdì 19 febbraio è in programma l’Assemblea di bilancio, ma anche di rinnovo delle
cariche, e a fine febbraio il commissario tornerà a casa. Viene
naturale chiedere a Binelli se si
ripresenterà.
Ma prima un’altra domanda.
450 giorni. Tanto è durato il limbo suo e del Consiglio di Amministrazione. Vuoi non chiedergli come ha vissuto la vicenda? E vuoi che non ti risponda
che l’ha vissuta male? «Molto,
molto male - graffia - sia per il
metodo usato che per i contenuti. Non c’era motivo di commissariare la Cooperativa;
c’erano altri modi, se proprio
volevano: l’affiancamento, per
esempio. Invece hanno scelto
(soggetto la Federazione ed il
servizio di vigilanza) il passaggio peggiore».
Sì, ma alcuni avvenimenti nel
«Il commissario
ha lavorato bene
ma non era
necessario
il suo arrivo»
giro di un mese (dimissioni del
direttore prima, di due consiglieri poi) davano il senso di
una situazione deteriorata. O
no? «Credo di sì. E mi conceda
una precisazione: io non ho allontanato il direttore Carlo
Gualdi, ma è lui che si è allontanato. Credo che non abbia
mai accettato il Binelli Ornello
presidente».
Già, ma forse nemmeno Binelli era d’accordo con Gualdi di-
PONTE ARCHE
rettore... Si agita il presidente:
«Mi hanno accusato di interferire. Ma quali ingerenze? Da che
mondo è mondo il presidente
deve vedere come vanno le cose: deve chiedere, deve proporre. Se cercare risposte viene
preso come un’ingerenza... Non
sono mai entrato nelle questioni gestionali. Vorrà mica che da
pensionato torni a fare il direttore! Però è evidente che conoscevo tante cose e su quelle volevo spiegazioni. Ma non voglio
tirarlo in mezzo: Carlo sta lavorando, e va bene così. Poi io ho
lavorato con suo padre per anni: una persona straordinaria».
Torniamo ad un aspetto non secondario: i verbali falsi consegnati alla vigilanza. Un po’ ridimensiona il fatto Binelli. «Consiglio il 30 settembre. Il direttore, segretario verbalizzante, mi
ha mandato la bozza di verbali il venerdì successivo; la domenica sera gliel’ho ritornata
corretta, ma non firmata, perché il verbale viene approvato
nella riunione successiva dal
Consiglio di Amministrazione.
La bozza non firmata è stata
mandata alla vigilanza, ma quella ufficiale è stata emendata (e
quindi era diversa) nel Consiglio del 18 ottobre. Ciò che mi
rattrista, anzi, mi infastidisce,
VITA IN COOP
Una vita passata in Famiglia
Cooperativa di Pinzolo. Ornello
Binelli, 66 anni, ha trascorso
41 di questi in Famiglia
Cooperativa da dipendente (gli
ultimi 15 da direttore), più 6 da
consigliere di amministrazione
e quasi due da presidente. Poi il
commissariamento, le
conseguenti polemiche e il
reintegro. All’Adige racconta la
sua verità
è che le bozze siano state consegnate senza informarmi. Possono uscire documenti senza
informare il presidente?».
E adesso? «Non ho ripicche da
fare e lotte da riprendere - garantisce Ornello - e mi sembra
che il commissario abbia lavorato in profondità. Però quel
che dovrò dire lo dirò». Il che,
tradotto nel linguaggio del popolo, significa: «Giocherò la partita».
E’ presto, naturalmente, per capire se avrà competitori. Di sicuro, qualora fosse eletto, avrà
sassolini da togliersi dagli scarponi del montanaro. Gli scappa subito una frase: «Ho visto
che il Sait dà 100.000 euro alla
Cooperativa di Salorno perché
non esca dal sistema. In Trentino ci sono Cooperative in crisi: cosa si fa?».
LODRONE
Appaltato il nuovo marciapiede
LODRONE - La ditta Salvadori Costruzioni srl, con sede a
Storo, si è aggiudicata la gara per la realizzazione di un
nuovo marciapiede a Lodrone sulla SS 237 Caffaro.
Uno degli obiettivi che ci siamo dati - spiega Luca
Butchiewietz, assessore agli affari frazionali - è quello di
«aumentare la sicurezza dei centri abitati e realizzare dei
collegamenti pedonali sicuri nelle zone di maggior
richiesta e questo importante intervento va proprio in
questa direzione». Dunque, un’altra promessa del
programma elettorale mantenuta.
«Tra le varie opere che stiamo andando a realizzare a
Lodrone, il marciapiede è sicuramente tra le più
importanti: metteremo in sicurezza una zona del paese
dove purtroppo c’è già stata una tragedia - continua -. Ci
tengo a precisare che il progetto era sì già pronto ma che
noi non abbiamo perso tempo nell’impegnare la spesa
per appaltare l’opera».
Fra Comune e privati chiuso il contenzioso che durava da 50 anni
Area Alberti, uno storico accordo
DENISE ROCCA
L’area Alberti, sbloccata
PONTE ARCHE - Un’area a destinazione alberghiera, residenziale e commerciale è quella
che sorgerà nei prossimi anni
sulle proprietà della famiglia
Alberti a Ponte Arche.
L’area è alla confluenza dei due
fiumi, la Sarca e il Duina, nel
cuore della località termale giudicariese, e si affaccia sulla storica Piazza Mercato, oggi appannata nel suo valore storicoculturale dalla chiusura di qualche esercizio commerciale negli ultimi anni che ha spostato
altrove, verso il parco terma-
le, il flusso turistico della località.
Si è riunito in seduta straordinaria il consiglio comunale di
Comano Terme per approvare
una decisione che potrebbe rivelarsi storica per la località
giudicariese: all’unanimità è
passato l’accordo concordato
con la famiglia e gli uffici tecnici provinciali sulla destinazione dell’area, seguendo le direttive già previste dal Masterplan di Ponte Arche.
Le trattative per risolvere il lungo contenzioso fra il Comune avviato ben prima che diventasse Comano Terme, si parla
di fatti e denunce di un cin-
quantennio fa - erano riprese
sotto l’amministrazione di Livio Caldera, in occasione della stesura del Masterplan per
la località di Ponte Arche che
ha rappresentato la chiave di
volta della lunga vicenda processuale.
Il Masterplan prevede sorgano, al posto del prato libero e
del rudere di un’abitazione che
si vedono attualmente, delle
strutture a destinazione alberghiera, commerciale e abitativa. Una valorizzazione della zona che i signori Alberti hanno
considerato sufficiente per far
cadere il contenzioso che pendeva sul Comune e chiudere
Val Rendena | Dopo vent’anni ha lasciato la valle salutato dai sindaci. Al suo posto Christian Civettini
Un sincero grazie al maresciallo Calabrò
RENDENA - Con il riconoscimento consegnatogli ieri dai sindaci Michele Cereghini (Pinzolo),
Arturo Povinelli (Carisolo), Joseph Masè (Giustino) ed Enrico
Beltrami (Massimeno), Domenico Calabrò, per vent’anni comandante della Stazione dei carabinieri di Carisolo, ha ricevuto il
riconoscimento per il meritevole servizio prestato dal 1995 al
7 gennaio scorso. Un sentito grazie da parte della gente dei quattro paesi. Ora, Calabrò, è stato
chiamato a dirigere la stazione
dei carabinieri di Trento. Un
avanzamento di carriera importante con la certezza di lasciarsi alle spalle un lavoro fatto bene, svolto sempre con intelligenza e attenzione.
«Quelli vissuti in Val Rendena
sono stati anni stupendi . affer-
ma - durante i quali ho riscontrato una grande disponibilità
da parte delle istituzioni, delle
quali ho sempre sentito la vicinanza, e della popolazione; caratteristiche che sono tipiche
di questa zona e che costantemente hanno accompagnato il
mio lavoro e quello dei miei collaboratori. Ho sempre percepito tanta positività verso l’Arma.
Mantengo un ricordo straordinario di questi paesi dove mi sono trovato molto bene - prosegue Calabrò - e ai quali rimagno
legato. L’interessamento verso
la mia persona per il nuovo incarico a Trento mi ha onorato».
Quali i ricordi di questi vent’anni rendenesi? «Sicuramente i recuperi dei soldati, italiani e austriaci, sul fronte della prima
guerra mondiale (per questo il
comandante Domenico Calabrò
è stato insignito della Croce nera austriaca), ma anche il dono
dell’albero di Natale a Papa Giovanni Paolo II nel 2004, che ha
coinvolto anche noi carabinieri».
Domenico Calabrò è arrivato in
Trentino nel 1984 e il suo primo
incarico è stato quello di vicecomandante della stazione di
Ponte Arche. Poi ad Arco e quindi ha trascorso un anno a Laives prima di essere chiamato a
Trieste dove, dal 1988 al 1995,
ha fatto parte del reparto speciale antidroga dei carabinieri.
Poi, ancora direzione al reparto operativo di Trento e quindi
Carisolo.
Il nuovo comandante è Christian
Civettini che arriva da Madonna di Campiglio.
Al. V.
Il maresciallo
Domenico Calabrò
dalla Val Rendena
è passato da
alcuni giorni al
comando della
stazione di Trento
l’annosa vicenda. «È davvero
positivo che si sia giunti a questa soluzione - dichiara il sindaco di Comano Terme Fabio
Zambotti - che apre un’opportunità di sviluppo e recupero
per un’area al centro del paese con una struttura alberghiera in grado di portare una ventata di novità e freschezza all’intera offerta turistica locale.
Al di là di volumi e metri cubi,
è il valore di recupero di un’intera parte di paese e avere per
essa un piano di sviluppo prestigioso e valorizzante che riteniamo della massima importanza». Oltre a chiudere i contenziosi in corso, l’accordo
sblocca infatti l’azione comunale nella riqualificazione dell’area immediatamente limitrofa alla proprietà privata: vi sorge oggi l’Istituto comprensivo
Giudicarie Esteriori che nel Masterplan dovrebbe invece diventare un edificio pluriuso
con il tanto atteso e richiesto
auditorium per la località turistica. La scuola dovrebbe spostarsi nel polo di Campo Lomaso, assieme alle classi elementari che già sono a Campo da
decenni, anche se la proposta,
quando fu annunciata pubblicamente in occasione della presentazione del masterplan, suscitò anche diverse contrarietà.
Ora l’accordo pubblico-privato fra Comune e famiglia Alberti verrà mandato in Provincia
per la seconda adozione della
variante urbanistica sul Prg, attesa dalla Giunta provinciale
nel giro di un paio di settimane, che chiuderà definitivamente la questione da parte del
pubblico. I privati hanno poi
un anno di tempo per presentare il piano attuativo dell’accordo e procedere nella direzione indicata.
IN BREVE
RENDENA
Chiusura della statale
La Polizia Locale delle
Giudicarie ricorda che da
lunedì 1 al 5 febbraio la
statale 239 della Rendena
sarà chiusa al traffico per
lavori tra Tione e Villa dalle
9 alle 16.30. Deviazione
sulla provinciale 34.
SPIAZZO RENDENA
Fil di montagna
Per la rassegna «Anima
montis» alle 21 presso il
Teatro parrocchiale verrà
proiettata la pellicola
«Valley Uprising» del
2014.
CINEMA
Jobs e Verdone
Questa sera alle 21 al
Cinema teatro comunale di
Tione viene proiettato il
film «Steve Jobs». Al
PalaCampiglio alle 21:30
la commedia di Antonio
Albanese e Carlo Verdone
«L’abbiamo fatta grossa».
PINZOLO
Vertical Up
Al via oggi alle 18 la sfida
internazionale Vertical Up
2016 sulla pista Tulot di
Pinzolo. La gara in
streaming da Piazza San
Giacomo.
RONCONE
Expo e arte
E’ in programma oggi
pomeriggio «Post Expo incontro a Malga Val da
Vez». Per il tema, «Terra
Madre» di Ermanno Olmi e
documento prodotto dai
ragazzi delle scuole medie
di Pieve di Bono su Expo
2015. Prenotazione
obbligatoria: 335
7009047.
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