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Economia del benessere
POLITICA ECONOMICA A.A. 2011-2012 Prof. Francesca Gastaldi TEORIA DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE (1930-1950) che studia il funzionamento di una economia di produzione e di scambio domandandosi quale debba essere la configurazione ottimale di un sistema economico, in cui siano presenti più individui eterogenei, con diversi sistemi di preferenze e diverse dotazioni iniziali di fattori, come la capacità lavorativa e il capitale, e di beni. Il suo fine è di definire un OTTIMO SOCIALE a prescindere dalla descrizione del contesto istituzionale (economia decentrata o pianificata). Anche in questo caso viene costruito un modello in cui l’aspetto essenziale è il processo di massimizzazione del benessere sociale L’economia del benessere si fonda su alcuni presupposti generali che trovano di solito largo consenso, ma che di fatto costituiscono dei GIUDIZI DI VALORE (includono anche valutazioni di tipo etico e non sono quindi ascrivibili al solo concetto di razionalità) 1) Visione filosofica di tipo individualistico: gli individui sono razionali e i migliori giudici di se stessi; 2) Visione non organicistica della società: lo stato esiste, ma non è una fonte autonoma di valori. La sua volontà dipende dalla aggregazione delle volontà degli individui che ne fanno parte. 3) Si accetta il principio di efficienza, in accordo al quale la produzione, lo scambio e la distribuzione dei beni si informano al criterio secondo cui una riallocazione delle risorse che migliori il benessere di un individuo senza arrecare danno agli altri rappresenta un miglioramento del benessere della società (principio di Pareto) Il problema fondamentale è definire un ottimo sociale, che significa massimizzare il benessere della collettività, e per questo abbiamo bisogno di una funzione di benessere sociale. Si devono stabilire i parametri dai quali dipende il benessere sociale: in generale, il benessere sociale è definito in funzione delle utilità individuali. 1 SINTESI DEI RISULTATI DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE Che cosa significa definire una situazione di ottimo sociale? Risposta non univoca; ottimo per chi? Necessario introdurre il concetto di FUNZIONE DEL BENESSERE SOCIALE: W=W(U1, U2) => la sua forma dipende dalla nozione di equità Misura il benessere degli individui solo sulla base della loro utilità senza nessuna interdipendenza (è assente l’idea di un bene dello Stato in sé) La sua definizione è necessaria per stabilire la priorità delle opzioni di politica economica L’Utilità degli individui è misurata dalla quantità di beni e servizi di cui gli individui dispongono e di cui possono godere: Ui= Ui(Xi1,Xi2) i=1,2 Non esiste interdipendenza nel benessere dei due individui (punto di vista egoistico) Se esiste tale funzione: date certe dotazioni iniziali di fattori e di beni, date certe tecniche produttive, come dovrebbero essere organizzate la produzione e la distribuzione dei beni tra i vari individui della società al fine di realizzare il massimo benessere sociale? Prima conclusione importante: Pur senza bisogno di caratterizzare il contesto istituzionale è possibile definire alcune condizioni che devono essere rispettate per poter raggiungere il massimo benessere collettivo. Si considerano 2 individui: 1 e 2 2 beni: X1 e X2 2 fattori: LeK 2 Il problema è quello di massimizzare il benessere sociale tenendo conto dei vincoli costituiti dalle preferenze individuali, dalle tecniche di produzione e dalle dotazioni e diritti sui fattori produttivi: Max W=W(U1, U2) s.t. U1= U1(X11, X12) U2= U2(X21, X22) s.t. s.t. vincolo delle preferenze X1= X1(K1, L1) X2= X2(K2, L2) vincolo della tecnologia K1+K2 = K L1+L2 = L vincolo delle risorse X11+X21= X1 X12,+X22= X2 Per questa massimizzazione è possibile identificare due gruppi di condizioni: A) le condizioni di efficienza paretiana (efficienza) B) le condizioni che riguardano la funzione del benessere sociale (distribuzione) A) le condizioni di efficienza paretiana Nella situazione di ottimo: 1) il saggio marginale di sostituzione tra i beni X1 e X2 dell’individuo 1 sarà identico al saggio marginale di sostituzione per l’individuo 2; efficienza nello scambio 2) i saggi marginali di trasformazione tecnica dei fattori produttivi K e L sono uguali nella produzione di entrambi i beni; efficienza nella produzione 3) per il sistema nel suo complesso, il saggio marginale di trasformazione calcolato sulla frontiera della produzione uguaglia il saggio marginale di sostituzione per i due individui. Efficienza globale – nella composizione del prodotto Quando sono soddisfatte queste condizioni siamo in presenza di una situazione Pareto efficiente. 3 L’insieme delle posizioni Pareto efficienti è infinito e può essere rappresentato graficamente sul piano delle utilità U1 e U2 con la grande frontiera delle utilità. Tuttavia, il programmatore onnisciente e paretiano non può scegliere quale Una scelta è possibile solo assumendo l'esistenza di una funzione del benessere sociale (W): W = W (U1, U2,..., Un) che esprime le preferenze della collettività circa la distribuzione L'ottimo degli ottimi è il punto sw (fig.4) B) Le condizioni che riguardano la funzione del benessere sociale Nella situazione di ottimo sociale l’utilità marginale sociale prodotta dall’incremento di una unità addizionale del bene X1 o X2, messa a disposizione di un individuo deve essere uguale per ogni individuo. Partendo da una data frontiera delle utilità e da una funzione del benessere sociale, questo secondo gruppo di condizioni consente di individuare il punto sulla grande frontiera delle utilità a cui corrisponde il massimo benessere sociale. Importanza della separabilità dei due gruppi di condizioni. Ragioni che giustificano l’intervento pubblico: * primo gruppo di condizioni: ragioni di efficienza * secondo gruppo di condizioni: ragioni distributive 4 Sulla base di questo impianto analitico sono stati dimostrati i DUE TEOREMI DELLA ECONOMIA DEL BENESSERE Primo teorema dell’Economia del benessere Dimostra che le condizioni di efficienza paretiana sono realizzate in una economia decentrata di concorrenza perfetta. IN UN SISTEMA ECONOMICO DI CONCORRENZA PERFETTA, NEL QUALE VI SIA UN INSIEME COMPLETO DI MERCATI, UN EQUILIBRIO CONCORRENZIALE, SE ESISTE, È UN OTTIMO PARETIANO Questa soluzione dipende però dalla distribuzione iniziale delle risorse. Cambiando la distribuzione si ottiene un punto diverso sulla frontiera, Pareto efficiente ma con una distribuzione diversa. Il mercato di concorrenza perfetta permette di realizzare l’efficienza paretiana, ma non risolve il problema della distribuzione ottimale del benessere. Una economia di mercato di concorrenza perfetta possiede caratteristiche di ottimalità paretiana già motivazioni di intervento pubblico (es. politiche di liberalizzazione dei mercati, abolizioni di posizioni di rendita e di monopolio legale) Se le condizioni poste per il funzionamento di un sistema concorrenziale si realizzassero sempre, non vi sarebbe evidentemente alcuno spazio, sotto il profilo produttivo, per l’esistenza di un settore pubblico. Tutti i beni desiderati dai consumatori sarebbero forniti nelle quantità desiderate e sarebbero prodotti nelle condizioni più efficienti, ciò che permetterebbe di applicare i prezzi più bassi. Nella realtà non sempre tutte le condizioni di efficienza si realizzano. Alcuni mercati non funzionano, o funzionano in modo imperfetto, e dalle carenze e imperfezioni del mercato si apre lo spazio per l’esistenza del settore pubblico. (definizione delle istituzioni) La soluzione Pareto efficiente definita dal mercato concorrenziale in ogni caso dipende dalla distribuzione iniziale delle risorse. Dal punto di vista sociale, la concorrenza perfetta permette l’efficienza paretiana, ma può non risolvere il problema della distribuzione ottimale del benessere degli individui. 5 Secondo teorema dell’Economia del benessere SE SONO RISPETTATE ALCUNE CONDIZIONI RELATIVE ALLE FUNZIONI DI UTILITÀ IINDIVIDUALI (INSIEMI DI PREFERENZA CONVESSI *), IN PRESENZA DI MERCATI COMPLETI, MODIFICANDO OPPORTUNAMENTE LE DOTAZIONI INIZIALI DELLE RISORSE, CON PARTICOLARI STRUMENTI DI REDISTRIBUZIONE (IMPOSTE E SUSSUÌIDI NON DISTORSIVI), UNA ECONOMIA CONCORRENZIALE CONSENTE DI REALIZZARE QUALSIASI STATO SOCIALE PARETO EFFICIENTE SULLA GRANDE FRONTIERA DELLE UTILITÀ, E QUINDI ANCHE QUELLO OTTIMO PER LA COLLETTIVITÀ * COMPLETEZZA TRANSITIVITÀ ORDINALITÀ VALIDITÀ NORMATIVA CONCORRENZIALE. DI UNA ECONOMIA DECENTRATA DI TIPO Strumenti non discorsivi (lump sum) non devono violare le tre condizioni di efficienza paretiana e quindi devono essere commisurati a fattori esogeni Valore negativo di questo secondo teorema per la difficoltà di utilizzare strumenti non distorsivi Se, per correggere la distribuzione realizzata dal mercato concorrenziale, il governo non è in grado di usare strumenti neutrali, l’intervento correttivo comporterebbe l’abbandono della grande frontiera e quindi delle soluzioni di first best. trade-off tra equità ed efficienza. (Okun: la redistribuzione avviene con un secchio con il fondo bucato, causando perdite per la società nel suo complesso) 6 LA FUNZIONE DEL BENESSERE SOCIALE La funzione del benessere sociale (FBS) è lo strumento che consente di ordinare in termini di benessere diversi possibili stati sociali (ovvero le diverse configurazioni di produzione, scambio e distribuzione dei beni tra gli individui). Si è anche detto che la sua definizione presuppone un “giudizio di valore”, e in particolare un diverso concetto di equità. Una funzione del benessere sociale (FBS) esprime il benessere collettivo in funzione del benessere delle persone che compongono la società e quindi definisce un loro ordinamento. Ne esistono diverse, che si ispirano a diversi postulati etici e filosofici. Ad esempio si possono considerare quattro diversi modi di aggregazione: 1. FBS UTILITARISTA (BENTHAM) 2. FBS EGUALITARIA 3. FBS RAWLSIANA 4. FBS “INTERMEDIA” 1. DEFINIZIONE UTILITARISTA (BENTHAM) Gli individui sono indistinguibili e il BS è la semplice somma del benessere dei singoli individui: W= W (U1 + U2 + … + Un) Secondo BENTHAM la società deve massimizzare la somma delle utilità dei suoi membri (a prescinde dai livelli di utilità di due individui, la collettività è disposta a scambiare una unità di uno con una unità dell’altro) Uguale peso delle utilità Il benessere della collettività è dato dalla somma di utilità. Questa concezione del benessere mira a massimizzare il benessere complessivo, trascurando completamente il modo in cui esso è distribuito tra gli individui. (figura a) 7 U1 U2 Figura a La funzione del benessere sociale utilitaristica additiva è neutrale da un punto di vista distributivo. Le curve avrebbero inclinazione diversa se le utilità dei due individui avessero un peso diverso. 2. DEFINIZIONE EGUALITARIA U1=U2 Il benessere sociale raggiungerà il valore massimo solo nel punto in corrispondenza del quale i livelli di reddito e l’utilità marginale dei due individui sono uguali. (figura b) (figura b) 8 3. DEFINIZIONE RAWLSIANA (o principio del max-min) dà forte peso all’eguaglianza e all’utilità delle persone più svantaggiate, il cui benessere influenza direttamente il benessere sociale: W = Min (U1, U2, … Un) Il benessere aumenta solo se migliora la posizione del soggetto che sta peggio. Fondamento filosofico di una teoria più generale della giustizia sociale, all’interno di una teoria del contratto sociale che solo parzialmente può essere considerata compatibile con l’impostazione welfaristica. Per Rawls giustizia significa equità Si domanda quali sarebbero i principi che ipotetici individui che intendano costruire una società nella “posizione originale” sarebbero disposti ad accettare come base del loro vivere civile. necessario ragionare “dietro il velo dell’ignoranza” supponendo inoltre che gli individui abbiano fondamentalmente un atteggiamento di avversione al rischio, argomenta e deduce i seguenti principi: 9 Principio della libertà -> ogni persona ha un identico diritto alla massima estensione della sua libertà compatibilmente con l’analoga libertà degli altri individui Principio della differenza -> le disuguaglianze sociali devono essere risolte in modo che si realizzi il massimo beneficio per il meno avvantaggiato e si applichino a situazione aperte a tutti gli individui in condizioni di uguali opportunità (fondamento ad un principio distributivo) 4. FBS “intermedia” nella quale agli individui viene dato eguale peso, ma il contributo del benessere di ognuno è decrescente al crescere del livello di benessere individuale (ad es., è pari alla sua radice quadrata): W = F (√U1 + √ U2 + … + √ Un) 10 A questo punto ci si chiede data la difficoltà di definire la funzione di benessere sociale se esistono delle condizioni ragionevoli che debbano essere rispettate per la costruzione della curva di benessere sociale? Dal punto di vista normativo si studia il passaggio dalle preferenze individuali a quelle collettive. Da un punto di vista normativo si studiano le relazioni tra processo di voto e formazione delle scelte sociali, ovvero la costruzione della FBS. Domanda: Attraverso i meccanismi di voto è possibile pervenire alla definizione di una funzione che sia in grado di ordinare diverse alternative sociali, rispettando i principi etici di carattere generale in una società di tipo democratico? TEOREMA DELLA IMPOSSIBILITA’ (ARROW, 1951) Arrow si è chiesto se fosse possibile determinare una procedura per passare da un insieme di preferenze individuali date a un sistema di decisione sociale dovendo, la procedura, soddisfare alcune condizioni irrinunciabili Quali sono queste condizioni? Requisiti del meccanismo di aggregazione in un sistema democratico: 1) LA FUNZIONE DEL BENESSERE SOCIALE DIPENDE ESCLUSIVAMENTE DALLE UTILITÀ DEGLI INDIVIDUI CHE COMPONGONO LA COLLETTIVITÀ Le utilità degli individui devono rispettare alcuni criteri: COMPLETEZZA TRANSITIVITÀ ORDINALITÀ NON MISURABILI E NON CONFRONTABILI 2) LE VARIAZIONI DI BENESSERE SOCIALE SONO VALUTATE SECONDO IL CRITERIO DI PARETO (PRINCIPIO DI PARETO DEBOLE) Se per tutti gli individui A > B anche a livello sociale vale la stessa preferenza. Il benessere della collettività viene accresciuto se aumenta l’utilità di un individuo senza che si riduca quella di qualche altro. 11 3) INDIPENDENZA DELLE ALTERNATIVE IRRILEVANTI – Se si sceglie tra due alternative il risultato non dovrebbe dipendere dalla presenza di una terza alternativa. 4) SCELTA NON DITTATORIALE – Gli esiti non devono riflettere semplicemente le preferenze di un singolo individuo 5) DOMINIO NON RISTRETTO - LA REGOLA DI SCELTA COLLETTIVA DEVE ESSERE IN GRADO DI FUNZIONARE PER QUALUNQUE STRUTTURA DELLE PREFERENZE INDIVIDUALI Arrow dimostra che: ATTRAVERSO MECCANISMI DI AGGREGAZIONE DELLE PREFERENZE INDIVIDUALI (MECCANISMI DI VOTO) NON È POSSIBILE DEFINIRE UNA REGOLA DI SCELTA COLLETTIVA CHE PARTENDO DA ORDINAMENTI DI PREFERENZE COMPLETI E TRANSITIVI, SIA IN GRADO DI FORNIRE UN ORDINAMENTO DELLE ALTERNATIVE COMPLETO E TRANSITIVO CHE SODDISFI SIMULTANEAMENTE GLI ALTRI QUATTRO ASSIOMI FONDAMENTALI. “Se noi escludiamo la possibilità di comparazioni interpersonali di utilità gli unici metodi per passare dalle preferenze individuali alle scelte sociali che siano accettabili e che siano definiti per un dato insieme di profili di preferenze individuali sono imposti o dittatoriali” Il teorema della impossibilità di Arrow rappresenta quindi un ostacolo alla possibilità di definire dei criteri di formazione delle scelte collettive coerenti con i presupposti della teoria normativa dell’economia del benessere. 12 IN GENERALE SI POSSONO SINTETIZZARE ALCUNI PROBLEMI NELL’IMPIANTO DELLA TEORIA DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE A) Non è utile per affrontare problemi di equità e giustizia: non è possibile confrontare politiche che hanno un impatto differenziato tra individui Il principio di Pareto non è in grado di dirci se il risultato dell’azione è preferibile, dal punto di vista sociale, rispetto allo status quo. Criterio di Kaldor- Hicks Fondamentale è la definizione della FUNZIONE DI BENESSERE SOCIALE. => esplicitazione dei criteri equitativi utilizzati per confrontare situazioni o politiche diverse B) La funzione del benessere sociale è costruita aggregando in qualche maniera le preferenze dei componenti la collettività. Il problema è che le preferenze si possono aggregare in molteplici modi. C) Non è possibile trovare un meccanismo d’aggregazione che sia in grado di rispettare contemporaneamente quelli che sono identificati come assiomi fondamentali per l’economia del benessere. La teoria economica ha infatti dimostrato che se si vuole restare rigorosamente fedeli ai presupposti descritti (razionalità, individualismo...) e al principio di efficienza paretiana, è impossibile arrivare a definire una regola di decisione collettiva e cioè una regola di scelta tra diversi stati sociali che conduca al massimo benessere della società (teorema dell’impossibilità di Arrow) D) Lo spostamento da “a” a “sw” (fig. 4) richiede la redistribuzione delle risorse nella collettività con strumenti non distorsivi; l’uso di strumenti distorsivi impedisce il passaggio da un ottimo all’altro. Trade-off equitàefficienza 13