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Vieni qui che t`ammazzo di botte!

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Vieni qui che t`ammazzo di botte!
Istituto d’Istruzione superiore “F. Albert” - LANZO TORINESE
Vieni qui che t’ammazzo di botte!
Materiali didattici
1. Prima della visione
1.1 Attivazione delle conoscenze pregresse
Le attività che seguono possono essere utili per attivare nei ragazzi le conoscenze pregresse del
fenomeno, sia dal punto di vista oggettivo (Che cos’è il bullismo?), sia dal punto di vista soggettivo
(Quale esperienza ho avuto del bullismo? Che cosa ne penso? Dove mi colloco?). Le proposte sono
diversificate, l’esperienza di ogni docente saprà discernere, riformulare, organizzare, sulla base della
conoscenza delle persone che saranno coinvolte.
1.1.a. Brainstorming
- a partire dalla parola “bullismo”, avendo cura di far rilevare la distinzione tra le parole che indicano
comportamenti o atteggiamenti e quelle che implicano un giudizio. Il brainstorming potrebbe
costituire un’ottima occasione per favorire la narrazione da parte dei ragazzi di episodi vissuti o
conosciuti;
- a partire da parole che solo indirettamente possono portare al bullismo; ad esempio: “relazione fra
ragazzi”; “rapporti tra studenti”; “violenza”; “scuola”… in questo modo si può verificare quanto
l’esperienza diretta o la conoscenza indiretta del bullismo emergano alla coscienza dei ragazzi, a
partire da insiemi di significato che non necessariamente devono includerne il concetto.
1.1.b. Raccontare per raccontarsi
Si proponga ai ragazzi di raccontare un episodio, realmente accaduto oppure frutto della fantasia,
che abbia come tema il bullismo. Dopo la fase di scrittura e di lettura alla classe, si raggruppino gli
episodi simili sulla base della tipologia di violenza esercitata e dei personaggi coinvolti. A questo
punto ogni gruppo di racconti viene assegnato ad un gruppo di lavoro che avrà il compito di
completare la seguente tabella per ognuno dei racconti:
Racconto scritto da ………..
Chi è il bullo/la bulla?
Chi è la vittima/chi sono le vittime?
Quali motivi spingono il bullo/la bulla
a comportarsi in questo modo?
Come si difende la vittima?
Che cosa fanno gli adulti?
Che suggerimento daresti alla vittima
per uscire dalla sua situazione?
Infine ogni gruppo disporrà gli episodi in ordine di gravità crescente, giungendo ad una motivazione
concordata della scelta fatta.
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La comunicazione del risultato dei lavori avverrà con la preparazione di un cartellone.
1.1. c. I racconti degli altri
Si propongono di seguito tre fra i possibili brani letterari che abbiano a che fare col bullismo. Per
ognuno vengono formulate alcune domande che spingano alla riflessione e alla discussione.
- P. Giordano, La solitudine dei numeri primi, Mondadori, Milano 2008; capitolo 5, pp. 53-57.
a. Qual è l’atteggiamento di Alice nei confronti di Viola, prima dell’episodio narrato?
b. Secondo te, perché Viola sceglie proprio Alice per la “tortura” della caramella?
c. Qual è il comportamento delle amiche di Viola? Quale di loro mostra di non essere
totalmente d’accordo con Viola? Da che cosa lo capiamo?
d. Perché, secondo te, Alice ingoia la caramella?
e. Qual è il significato del comportamento di Viola alla fine del brano? Ha vinto? È stata
sconfitta? È arrabbiata con Alice? La ammira?
f. Quali motivi hanno spinto Viola a comportarsi in quel modo?
La risposta alla domanda f., esaurita la fase, necessaria, delle supposizioni da parte degli studenti, può
essere fornita dalla lettura di un brano del capitolo 15 (pp. 98-99), nonché dalla lettura della prima parte
del capitolo 5, che contiene molti particolari scabrosi.
- P. Mastrocola, Una barca nel bosco, Guanda, Parma 2004; capitolo Copioni, pp. 45-49
a. Che cosa ha a che fare il brano col bullismo?
b. Qual è il ruolo degli adulti nel brano? Il loro comportamento aiuta il protagonista ad
integrarsi fra i compagni?
c. Quali reazioni suscita il comportamento dei compagni nel protagonista?
d. Quali riflessioni si possono fare sul sogno ad occhi aperti che il protagonista-narratore colloca
alla fine del brano? Che cosa ci dice dello stato d’animo del protagonista? Di chi è la
responsabilità della violenza che il protagonista scopre in sé?
- D. Pennac, Diario di scuola, Feltrinelli, Milano 2008; capitolo quinto, nn. 9-10.12-13
a. Che cosa distingue il bullo dal “vero teppista” di cui parla l’autore? Secondo te, essere bullo
può costituire il primo passo per diventare, magari senza accorgersene, un “vero teppista”,
oppure si tratta di livelli assolutamente diversi?
b. Gli adulti possono essere vittime di bullismo da parte dei ragazzi? Gli adulti possono essere
autori di atti di bullismo? Verso chi?
c. Qual è l’opinione dell’autore sui giovani?
d. Che cosa pensa l’autore della televisione e della sua influenza sui giovani?
e. Qual è il significato del capitolo finale (13) rispetto alla prima parte del testo?
1.1.d. Bulli… improvvisati
Se i ragazzi hanno qualche dimestichezza con l’improvvisazione teatrale, si può loro proporre di
preparare in brevissimo tempo (5-10 minuti per organizzarsi) alcune scene di bullismo. Si può
decidere di lasciare la situazione alla loro inventiva e l’assegnazione dei ruoli alle loro scelte, oppure
dare compiti più specifici.
Due esempi relativi a questa seconda possibilità:
a. ingresso della scuola, uno studente diligente e un po’ timido arriva e viene “accolto” dai compagni
che lo deridono e lo derubano;
b. una studentessa vittima di bullismo cerca di parlarne con le sue migliori amiche, ricevendo da loro
qualche consiglio.
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1.2 Attivazione delle aspettative
Per attivare e rendere esplicite le aspettative nei confronti dello spettacolo si possono sottoporre
alcune domande che potranno essere assegnate al lavoro di piccoli gruppi, oppure affrontate da
tutta la classe. Ecco alcuni esempi:
a. Quanti saranno i bulli?
b. Saranno maschi o femmine?
c. Come saranno vestiti?
d. Chi saranno le vittime?
e. Quale sarà il ruolo degli adulti?
f. Quali azioni di bullismo saranno rappresentate?
g. Come si comporteranno le vittime?
h. Quali saranno le motivazioni dei bulli?
i. Come finirà la storia?
j. Lo spettacolo ci farà ridere? Se sì, di chi rideremo? Perché rideremo?
k. Lo spettacolo ci commuoverà? Se sì, che cosa ci farà commuovere?
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2. Dopo la visione
2.1 Verifica delle aspettative
Con le modalità scelte in precedenza si sottopongano ai ragazzi le stesse domande elencate al punto
1.2 e si verifichi quanto lo spettacolo abbia risposto alle aspettative e in quale misura invece abbia
veicolato un messaggio o semplicemente presentato delle situazioni che non erano state previste.
2.2 La storia di Egle
Per verificare quanto del messaggio sia stato colto, si potrebbe partire da un semplice riscrittura della
vicenda, chiedendo agli studenti di transcodificare il testo teatrale e trasformarlo in un testo
narrativo. Dal momento che lo spettacolo non costruisce una vicenda lineare in modo realistico, ma
presenta situazioni-tipo che sta allo spettatore collegare, è verisimile che ci si possa trovare di fronte
a narrazioni differenti, tutte, in qualche misura, “fedeli interpretazioni” del testo teatrale.
2.3 Discutiamoci su…
Si propongono di seguito alcuni spunti di riflessione sullo spettacolo, che possono costituire
occasione di discussione, di scrittura, di lavoro a gruppi.
a. Nello spettacolo alcune scene si ripetono praticamente identiche, cambiano solo i personaggi:
qual è il significato di questa ripetizione?
b. Chi sono le vittime di Egle? In base a quali criteri vengono scelte? Ci sono altri bulli nella vicenda?
c. Alcuni studenti si rivolgono agli psicologi per parlare dei loro problemi, ma ottengono risposte
vaghe, insoddisfacenti, talora sconcertanti. Qual è il messaggio di queste scene? C'è qualcosa che
accomuna adulti e ragazzi, lungo il percorso della vita?
d. Quale immagine dei rapporti tra genitori e figli emerge dallo spettacolo? Quali atteggiamenti
prevalgono: indifferenza, incomprensione, volontà di comunicare e di capirsi, impotenza?
e. Quale tra i monologhi dei ragazzi è stato più coinvolgente? Perché?
f. Qual è il significato della scena finale? Che cosa ha spinto Egle a diventare una bulla? Perché è
proprio il professore “sfigato” a parlare con lei? Che cosa dice il professore circa il rapporto dei
ragazzi con la scuola? Perché alla fine non perdona Egle?
2.4 Prova a rappare!
a. Assegnare ai ragazzi i testi dei rap dello spettacolo e invitarli a spiegare il significato dei testi. Poi
ogni studente assegnerà un voto da 1 a 5 ad ogni rap, al termine si stilerà una classifica dei testi
migliori.
b. Se si sono svolte le attività indicate ai punti 1.1.b, 1.1.c, 1.1.d si inviteranno i ragazzi a comporre
brevi rap sulle vicende di cui si sia precedentemente trattato.
2.5 Ora dite la vostra
Sarebbe forse utile per gli spettatori, ma certamente per gli “attori” (ragazzi e docenti) ricevere delle
“recensioni” dello spettacolo. Lettere ad un personaggio, giudizi motivati, proposte di modifica della
vicenda o della messa in scena… per continuare a pensare e non interrompere il dialogo.
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