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mosquito n. 6 - Tipografia Bagnoli 1920

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mosquito n. 6 - Tipografia Bagnoli 1920
LA BOTTEGA DELLA CRETA
PIEVE DI CENTO (BO)
VIA BASSA 16 - TEL. 3473185823
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il mosquito
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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE, FORMAZIONE, CULTURA E SPORT, DIRETTORE DANIELE BIANCARDI, REDAZIONE L. DAL POZZO, R. BAGNOLI, STAMPATO IN PROPRIO, AUT. TRIB. FE N. 13/96 DEL 3/7/1996 - N. 6 - ANNO II
SIAMO TUTTI
GIAPPONESI
di Nerone
n un ormai lontano inizio estate, era il
26 giugno 1963, data di cui solo i non
più giovani possono avere ricordo, il presidente degli Stati Uniti d’America John
Fitzgerald Kennedy pronunciò un memorabile discorso davanti alla Porta di
Brandeburgo. Per parlare di un mondo diviso, come da un muro, e all’epoca lo era
fisicamente Berlino, pronunciò una frase
poi divenuta famosa. Disse: “Siamo tutti
berlinesi”. Frase con la quale voleva sintetizzare la necessità di libertà cui la città
tedesca ambiva.
Uso quella frase, strumentalmente, per
parlare di una divisione oggi esistente:
quella che vede una parte del pianeta e i
suoi abitanti usare tante risorse a esclusivo proprio vantaggio a danno di tutta la
nostra meravigliosa terra. Tragedie ambientali a ripetizione sono anche l’iceberg
di questa divisione.
Un’ultima tragedia è lo tsunami abbattutosi in Giappone e la conseguente catastrofe per l’esplosione della centrale nucleare di Fukushima. Questo mostruoso
evento ci porta necessariamente a riflettere ma a essere immediatamente solidali
e uniti a quel popolo che già fu colpito, in
tempo di guerra, dalle sofferenze derivate
dalle radiazioni.
Ecco quindi che parafrasando il presidente americano dovremmo dire: “Siamo tutti Giapponesi”.
I giapponesi in realtà sono unici. Animati
dall’Atarimae, insieme di regole non scritte, tanto ovvie che li portano ad affrontare
tutti insieme i problemi senza abbandonare la barca, nella loro composta dignità,
già si rimboccano le maniche. Vedrete che
in pochi anni il Giappone non avrà più i
segni della tragedia oggi sotto gli occhi
di tutti.
Ne sono dimostrazione le foto che in
questi giorni girano sui media. In una è
inquadrata un’autostrada sventrata nel
giorno del terremoto; in un’altra la stessa autostrada di sei giorni dopo. Ci sono
i segni dei rattoppi, ma è perfettamente
utilizzabile e aperta al traffico.
I
(segue in seconda)
LA
RIVOLTA
DI
ALGERI
SOMMOSSE PER LA FAME DI PANE, DEMOCRAZIA, LIBERTÀ, SAPERE, INFORMAZIONE, LAVORO
Da una conversazione con M. M.
giovane sociologo algerino
Algeri 10/01/11. Voglio parlare del
mio paese perché mi sembra di capire che i mezzi di informazione in
Italia non stiano parlando molto della condizione dei giovani algerini,
del pericolo reale che la rivolta si
allarghi.
Le fonti ufficiali parlano, ad oggi, di
5 morti 800 feriti e più di 1000 prigionieri, ma siamo in un continuo
stato di allerta e il bilancio è già molto pesante. Ieri ho girato per Algeri
nei posti più caldi (babeloued-belcour-hussein, dey-kouba...) i giovani
dai 14 ai 26 anni erano dappertutto,
calmi in attesa della sera ma alcuni
erano armati con spade coltelli bastoni e altro, e, determinati, esprimevano la loro rabbia contro HAGRA
(oppressione-tirannia) dello Stato.
Iniziano a parlare di pane e finiscono
con la testa del governo.
Ad Algeri la situazione è più tranquilla ma nelle altre città la rivolta
sembra appena iniziata, la chiamano
anche INTIFADA. I partiti politici
non hanno nessuna credibilità visto
che fanno tutti parte dello stesso governo in modo diretto o indiretto e il
popolo non si fida di loro. L’assenza
di una vera opposizione politica è la
tragedia più grande per il mio paese.
La prima cosa che mostra questa rivolta è che il popolo sta da una parte
e quello che si chiama governo, con
tutti i partiti politici che lo sostengono, da un’altra.
E’ sbagliato chiamarla rivolta del
couscous l’aumento dei prezzi è
soltanto l’ultimo elemento di rabbia
per tutti. I giovani sono esasperati
per la loro condizione complessiva:
NO lavoro, NO casa, NO libertà.
Lo slogan principale è “morte allo
stato attuale, cambiamo tutto!!!”
I problemi dell’Algeria hanno radici
antiche.
Dopo la guerra di liberazione tutti i
governi sono stati “di gradimento”
dello stato francese, oggi la situazione è peggiore in quanto sono visibili
ingerenze e interessi di altri paesi europei e non.
Mi dispiace!!! l’Algeria ha sacrificato tanti uomini e donne per l’indipendenza ma dopo è tornata ad
essere derubata!!! rapinata!!! In quel
momento quando gli algerini festeggiavano la loro libertà i più sapienti
piangevano lacrime calde…
(segue in terza)
COSA VUOI FARE DA GRANDE?
NON VOGLIO RINUNCIARE AI SOGNI DI UN DISARMO NUCLEARE E SICUREZZA UMANA
di Franca T.
P
erché in un mondo moderno, pieno di
informazioni e teoricamente indipendente, esistono le armi nucleari? Per cosa
vengono effettivamente usate? Ma soprattutto a chi servono?
Le armi nucleari hanno fondamenti e con-
seguenze di ordine materiale, istituzionale, culturale e psicologico. Gli stati militarmente nucleari fanno leva su tali armi
spinti dai vantaggi che specifici gruppi di
elettori traggono dagli investimenti nella
produzione e nel mantenimento degli armamenti.
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Le armi nucleari sono uno strumento
molto potente nelle mani dei governi che
le possiedono e, anche se non vengono
lanciate o fatte esplodere, servono come
mezzo di coercizione o come deterrente
nei confronti degli altri paesi.
(segue in seconda)
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1
TUTTI
COSA VUOI FARE DA GRANDE? SIAMO
GIAPPONESI
NON VOGLIO RINUNCIARE AI SOGNI DI UN DISARMO NUCLEARE E SICUREZZA UMANA
di Franca T.
(segue dalla prima)
In realtà questi arsenali non servono per la
sicurezza nazionale o mondiale, ma sono
anzi antitetiche alla sicurezza e inadatte a
rispondere alle minacce che il mondo contemporaneo percepisce come incombenti,
per esempio il terrorismo, i cambiamenti
climatici, l’emergenza alimentare e idrica, la carenza di risorse energetiche e la
crescente disparità economica globale. Il
nucleare anche come fonte energetica esaspera tutte queste crisi perché lo sviluppo,
il dispiegamento e la sua proliferazione,
aumenta le tensioni, le diseguaglianze, le
contrapposizioni e il degrado ambientale a livello mondiale, determinando uno
spreco di risorse economiche, politiche e
umane, che potrebbero essere impiegate
diversamente per affrontare e risolvere
altri problemi più importanti. Se i fondi
che le potenze nucleari spendono ogni
anno per gli armamenti medesimi fossero
destinati a programmi sociali, infrastrutture, istruzione, sanità o progetti per fonti
di energia rinnovabili, le economie locali
e nazionali potrebbero essere rimodellate
per creare condizioni di vita più eque e
sostenibili per la maggior parte della popolazione mondiale.
Attualmente i principali Paesi che dichia-
rano di possedere armi atomiche, facendo
parte del cosiddetto club dell’atomo, sono:
Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno
Unito, Pakistan, India.
A parte si colloca Israele, che ufficialmente non dichiara di possedere armi nucleari, ma è certo che disponga invece di un
arsenale, composto da un minimo di 150 a
circa 400 testate, del quale non ha mai annunciato ufficialmente una dottrina d’impiego, riservandosi il diritto di esercitare
pressioni unilaterali su chiunque.
La Corea del Nord ha un programma
nucleare dichiarato ufficialmente e il 9
ottobre 2006 ha fatto il suo primo test
di esplosione sotterranea, mentre altre
nazioni, prima fra tutte l’Iran, sono fortemente sospettate di perseguire un programma di tale armamento. Gli unici
Paesi al mondo che hanno pubblicamente
e volontariamente rinunciato agli arsenali nucleari che avevano a disposizione
sono il Sudafrica e, nell’ambito dei paesi dell’ex-Unione Sovietica, l’Ucraina, la
Bielorussia ed il Kazakistan.
Secondo un recente studio del Natural Resources Defense Council ci sono ancora
31.535 bombe atomiche sparse nel mondo,
e il suo numero è da ritenersi sicuramente
sottostimato in quanto considera solo gli
stati che hanno ammesso ufficialmente di
possedere armi nucleari, cioè USA (10.500
bombe), Russia (20.000), Gran Bretagna
(185), Francia (450), China (400). Mancano i dati ufficiali relativi a Israele, India e
Pakistan, che però hanno già effettuato 5
test nucleari). Il Sud Africa ne costruì 4 o
5 ma poi le distrusse insieme ai progetti,
rinunciandone alla costruzione (almeno
così disse De Klerk nel 1993).
In Italia ci sono 90 bombe nucleari americane. La loro presenza ha un’importanza
militare limitata per gli Stati Uniti, ma
risponde anche ad esigenze politiche del
governo italiano, che vuole avere voce in
capitolo nella Nato.
Per cominciare e produrre un cambiamento a questa logica strategica del XX
secolo, è necessaria un’azione concentrata
a livello internazionale, nazionale e locale per fermare la continua produzione,
modernarizzazione e proliferazione delle
armi nucleari e per stigmatizzarne il possesso e lo sviluppo. Ci sono moltissimi
modi in cui i cittadini attivi e impegnati in
ogni paese possono contribuire a cambiare le regole del gioco. Il punto di partenza
di ogni strategia è capire la correlazione
fra questo tipo di armi e le strutture di
potere che le mantengono, e riconoscere
l’incompatibilità fra nucleare e un’autentica sicurezza umana.
16/05/2011
S. Giovanni in Persiceto, ore 21.00
Fanin
11/05/2011
Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe
Isola delle Rose. La libertà fa paura
REGIA STEFANO BISULLI, ROBERTO NACCARI
02/05/2011
S. Giovanni in Persiceto, ore 21.00 - Fanin
Viaggetto sull’Appennino. A piedi da
Piacenza a Rimini
REGIA FRANCESCO CONVERSANO, NENE GRIGNAFFINI
REGIA ENZA NEGRONI
04/05/2011
Pieve di Cento, ore 20.45
Teatro Comunale A. Zeppilli
Suolo minacciato (Il)
13/05/2011
Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe
Tempo delle arance (Il)
REGIA NICOLA DALL’OLIO
Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe
Castello d’Argile, ore 21.00
Teatro comunale Castello d’Argile
Mia casa è la tua (La). Volti e momenti
dal mondo dell’accogliere
REGIA EMMANUEL EXITU
09/05/2011
Pieve di Cento, ore 20.45
Teatro Comunale A. Zeppilli
Viaggetto sull’Appennino. A piedi da
Piacenza a Rimini
REGIA FRANCESCO CONVERSANO, NENE GRIGNAFFINI
CONVERSANO, NENE GRIGNAFFINI
2
12/05/2011
Castello d’Argile, ore 21.00
Teatro comunale Castello d’Argile
Pioniere del wireless: Guglielmo
Marconi 1874-1937 (Il)
REGIA NICOLA ANGRISANO
14/05/2011
Pieve di Cento, ore 20
Teatro Comunale A. Zeppilli
Maurizio Galimberti. The instant dada artist
REGIA GIAMPIERO D’ANGELI
Note a margine. Appunti per un film sul 7 luglio
REGIA NICO GUIDETTI
Occupiamo l’Emilia
REGIA STEFANO AURIGHI, DAVIDE LOMBARDI, PAOLO TOMASSONE
Prigione invisibile (La)
REGIA MATTEO LOLLETTI, LISA TORMENA, CLAUDIA VINCENZI
Rauch Girl
REGIA GIANGIACOMO DE STEFANO
Sorelle d’Italia
REGIA LORENZO BUCCELLA, VITO ROBBIANI
Buio in sala
REGIA RICCARDO MARCHESINI
Pioniere del wireless: Guglielmo
Marconi 1874-1937 (Il)
REGIA ENZA NEGRONI
18/05/2011
Pieve di Cento, ore 20.45
Teatro Comunale A. Zeppilli
È stato morto un ragazzo. Federico
Aldrovandi che una notte incontrò la polizia
REGIA FILIPPO VENDEMMIATI
Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe
Viaggetto sull’Appennino. A piedi da
Piacenza a Rimini
REGIA FRANCESCO CONVERSANO, NENE GRIGNAFFINI
20/05/2011
Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe
Suolo minacciato (Il)
REGIA NICOLA DALL’OLIO
25/05/2011
Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe
Buio in sala
REGIA RICCARDO MARCHESINI
30/05/2011
Pieve di Cento, ore 20.45
Teatro Comunale A. Zeppilli
Buio in sala
REGIA RICCARDO MARCHESINI
di Nerone
(segue dalla prima)
Noi italiani invece aspettiamo che qualcuno ci soccorra oppure gridiamo ai quattro
venti che andremmo da un’altra parte del
mondo. Così ogni volta che abbiamo un
problema.
Anche noi ora siamo in difficoltà. Difficoltà imparagonabili a quelle giapponesi.
Ma che differenza di reazione!
Loro combattono, insieme, noi ci lamentiamo continuamente accusando indistintamente quello o quell’altro. Se invece la
dimostrazione di attaccamento al paese
dimostrata il 17 marzo, in occasione della
festa dei 150 anni dell’Italia, la mostrassimo nel nostro agire quotidiano potremmo
aver presente la nostra situazione e, qui
veniamo alla mission del nostro giornale,
elaborare strategie per proporle a chi compete. Ciò per avere maggiore disponibilità
per la cultura che ancora molti intendono
come organizzazione del tempo libero e
quindi superflua, e non motore vero di un
paese che vuole un futuro. Però, e qui ci
vuole attenzione, quando c’era trippa per
gatti nessuno si lamentava dei rivoli di
fondi che andavano a mantenere associazioni, progetti, ecc… palesemente inutili.
Ora, invece, occorre denunciare le spese
inutili e gli sprechi, e vogliamo rimanere
solo al campo culturale, affinché maggiori
opportunità siano date per formare le nuove generazioni e per allargare la visione
del mondo a tutti. Combattere l’ignoranza
è anche combattere la meschinità, i soprusi, gli arbitri, ecc…Apprezzare, e goderne, una poesia, un romanzo, un film , un
opera teatrale,ecc..
Allora basta col dire “Ah, quando vado
all’estero…Ah che paese incivile il nostro.
Ah…” Bene. Le nostre sensazioni ci possono stare, però niente lamentele. Troviamo sbocchi positivi alle situazioni. Tanto
le lamentele trovano uditorio solo dove fa
comodo, mentre trovare soluzioni stimola
poi tutti.
Non lasciamo andare in malora un paese
che più di ogni altro al mondo conserva
una natura varia e bellissima e tante opere
d’arte. E anche in questo caso dovremmo
dire Siamo tutti giapponesi.
LA RIVOLTA
DI ALGERI
TRA LA VIA EMILIA E IL WEST
CHE FINE HA FATTO TRENOK?
(segue dalla prima)
Da una conversazione con M. M.
giovane sociologo algerino
L’indipendenza è stata rubata al popolo !!
L’Algeria ha problemi seri su tutti i
piani ma l’oppressione è una parola
nelle bocche della gente nelle strade
d’Algeri e penso di tutta l’Algeria
come lo è il saluto, gli algerini dicono
HAGRA tirannia, oppressione. Altro
problema è l’ignoranza diffusa legata
alla difficoltà a conoscere e a fare circolare l’informazione.
La memoria storica: l’eco dei racconti
dei combattenti è arrivato quasi a tutti
perché tutti gli algerini hanno in famiglia un combattente o martiri. I miei
zii e nonni, maschi e femmine, hanno partecipato tutti alla liberazione.
Alcuni erano stati condannati a morte
altri torturati, adesso non hanno la libertà di scrivere loro la storia, preferiscono raccontarla a voce, però quando
ce la raccontano non è come la storia
ufficiale. Parlano dell’indipendenza
rubata, dello Stato algerino che è sempre occupato a distanza, dei generali
che hanno guidato il paese dal 1962.
Uomini e donne hanno combattuto
nella resistenza come un solo popolo:
algerini musulmani insieme fino alle
fine.
La situazione in Algeria è ben sintetizzata nel breve video che indico di seguito (http://www.youtube.com/user/
saidnorway#p/u/16/q_g4c3R69v4),
mostra la gente che non ha un posto
dove abitare e lo stato che promette
soluzioni che non realizza. Alla fine
una donna dice: “giuro sul nome di
Allah che ho sperato di morire prima
di vivere questa vita, ho pena per i
miei figli. Non c’è affatto giustizia nel
nostro paese non c’è!”
Parole che spiegano meglio di qualunque altro discorso il caso algerino.
(a cura di Luca Dal Pozzo)
di Mara Pitari
B
ologna. Ore 18.30 di un pomeriggio qualunque. C’è una pista
ciclabile che dal centro città si volge verso la periferia. E’ un tracciato semisconosciuto e anonimo che,
lasciate ad un certo punto le ultime
palazzine fuori porta, corre parallelamente all’arteria pulsante dei collegamenti in regione: la Via Emilia,
dalla quale lo separano poche centinaia di metri ricoperti di arbusti
e sterpaglie e diversi metri cubi di
smog.
Pedalando si percorre placidamente la pianura tra un canale di verde
acqua stagnante da un lato e una
rete metallica. Esclusi il suono della
brezza estiva che scuote il canneto e
il cinguettare di qualche uccellino di
passaggio, tutto è immerso nel silenzio. E’ strano pensare di essere a poche centinaia di metri da una statale,
da una tangenziale, da un’autostrada e da una linea ferroviaria su cui
viaggiano treni che portano in tutto
il resto della penisola. Al di là della
rete di metallo, nulla. Solo cemento
e ferraglia che si estendono a perdita
d’occhio: la naturale scenografia di
un enorme e grigio deposito ferroviario.
Nella monocromia dello scenario è
impossibile non notarlo: spicca in
lontananza con la sua livrea sgargiante. E all’improvviso mi ricordo
di lui. L’avevo completamente di-
menticato il TrenOK! Eppure è lì,
al di là della rete. Come un animale
raro imprigionato in una gabbia. E
in effetti, proprio come nel caso di
un una creatura insolita, solo in pochi possono dire di averlo “avvistato” nel corso della sua tanto gloriosa
quanto breve vita.
Si parla ormai di anni fa, quando intorno alla metà di questo decennio,
le Ferrovie dello Stato lanciarono
con estremo clamore la sua nascita:
era arrivato il TrenOK, il primo (e
ultimo, ahinoi) treno low cost in Italia, che con soli 9 euro permetteva
viaggiare fra Roma e Milano (con
tappe intermedie a Firenze e Bologna) e successivamente tra Roma
e Bari, coniugando la velocità e la
comodità di un Eurostar con una
tariffa senza concorrenza. Una generazione intera di giovani aveva
esultato alla notizia e qualcuno può
addirittura vantare di esserci salito
sopra. Sì, alcuni soltanto.
Perché nel gennaio 2007, il sogno di
tanti universitari fuorisede, futuri
e promettenti precari, originari soprattutto del sud e centro Italia e trapiantati al Nord, si infranse di fronte
ad un comunicato apparso sul sito
di Trenitalia, alla pagina di TrenOk,
che recitava così: “la sospensione
dell’offerta fra Roma e Milano, malgrado l’apprezzamento della clientela, si è resa necessaria in quanto il
mantenimento dei servizi low cost
su quella linea non è più economica-
mente sostenibile”.
Quello che successe dopo ha un sapore tutto italiano: per la precisione
semplicemente non se ne parlò più.
Come accade spesso, il silenzio che
accompagna la chiusura di un servizio è direttamente proporzionale
al clamore che preannuncia il suo
avvio. Così al posto del treno economico, oggi, è possibile percorrere
la stessa tratta soppressa, quella tra
Milano e Roma, ad un tempo certamente inferiore, con una comodità
identica, un prezzo che dieci volte
superiore (il biglietto costa 91.00
euro in seconda classe) ma finalmente “economicamente sostenibile”. Il
nome che Trenitalia ha assegnato a
tale prodigio della sostenibilità economica è “Tav”. Nel centro e nel sud
d’Italia si fa fatica a trovare un treno
che funzioni, ma da Roma in su si
può andare fieri dell’esistenza di un
servizio ferroviario veloce e comodo quanto proibitivo per le tasche di
un cittadino medio.
Ad ogni modo, dopo la scomparsa
del treno low cost qualche protesta
si è fatta strada tra il popolo di Internet: forum e blog ne testimoniano
ancora oggi l’amarezza. Addirittura è stata inaugurata una petizione
per richiederne il ripristino ma per
il momento il TrenOK è decisamente KO, abbandonato in un deposito
ferroviario fuori Bologna, perduto
da qualche parte “tra la Via Emilia
e il West”.
3
COME D’INCANTO
POESIE PRIMAVERILI
DI MARIA LUISA VIANELLI
LA STORIA DI VILLA BEATRICE, TRA PASSATO PRESENTE E FUTURO.. INCERTO?
di Daniela Fratti
ome d’incanto, solo così si può descrivere la sensazione provata dagli
amanti della storia e dell’arte, dai cittadini e dai visitatori, all’apertura di Villa
Beatrice ad Argelato avvenuta all’inizio
di quest’anno. La villa è rimasta chiusa
per i lavori di ristrutturazione e conservazione dagli anni ottanta, anni in cui
entra in possesso del Comune di questo
piccolo paese della bassa bolognese,
poiché era la residenza privata della famiglia Facchini, ultimi proprietari.
Grazie al ritrovamento di antichi carteggi si può datare la sua costruzione
attorno alla fine 1500, infatti , i primi
documenti in nostro possesso risalgono
al 1625 che trattano la permuta dei terreni tra il Marchese Senatore Angelelli,
proprietario della villa, ed il Senatore
Ulisse Bandini. Nel 1669 la villa passa
alla famiglia Zambeccari che ne rimane
proprietaria fino al 1850 anno in cui viene venduta unitamente ai 12 poderi tenuti a mezzadria.
Il 12 giugno 1881 la villa passa all’Avv.
Enea Facchini. La famiglia Facchini
rimarrà in possesso della tenuta fino
al 1943, anno in cui il rag. Alessandro
Facchini la dona al Ricovero di Bologna passando poi all’Istituto Giovanni
XXIII.
Questo palazzo ripropone nel proprio
corpo centrale i tipici moduli architettonico - compositivi delle ville bolognesi con la doppia scala di accesso che
conduce alla loggia a doppio volume,
voltata con una composizione a vela e
peducci in arenaria, realizzata secondo
gli intenti compositivi comuni delle vil-
C
4
le dell’epoca e, seguendo l’omogeneità
funzionale che caratterizza un periodo
teso a esaltare il raziocinio umano rispetto alla natura. Infatti la loggia mantiene,
con le aperture vetrate a Nord e Sud, il
ruolo di perno spaziale del palazzo.
Ciò che la rende unica nel panorama
delle ville della pianura bolognese sono
i corpi laterali a corte riservati alla servitù, dando così l’idea di un alta funzionalità distributiva e creando una netta
divisione del piano di servizio da quello
nobile; così nel cortile a ovest si concentrano i lavori più fastidiosi causanti
odori e viavai, attorno ci sono le cucine,
la dispensa, le stalle e le abitazioni della
servitù mentre a est, dove si affacciano
sale ed ambienti importanti, troviamo
funzioni più contenute che consentono
un uso più garbato dello spazio.
Ma è l’interno che ha lasciato sorpresi
e incantati i visitatori che si affrettavano
nelle sale, con gli occhi voltati all’insù
per ammirare un cielo rimasto nascosto
e proibito per così tanti anni; appaiono
infatti, negli ambienti del piano nobile,
splendide decorazioni di fine cinquecento nel soffitto ligneo e nei fregi alle pareti: le stanze presentano dipinti a grottesche (decorazione caratterizzata da
forme fantastiche umane animali e vegetali) e riquadri di storia familiare e di
tutti i giorni, eseguiti da due mani differenti. Nelle sale ad ovest la mano sembra
di Cesare Baglione (1525-1590) allievo
del Fontana nonché “amico da osteria”
dei Carracci ( ci tramanda il Malvasia) e
riportano soggetti commissionati da un
colto personaggio della famiglia Angelelli commemorando, come era d’uso,
attraverso le scritte in latino, le iniziative
pie e culturale di questa nobile famiglia
argelatese.
Il carattere allegro del pittore unito alla
sua particolare abilità riesce a infondere
nei dipinti quella vivacità interpretativa
capace di rendere così deliziose e realiste le scene di genere poste ad abbellimento delle ville principesche.
Nell’ala est invece non si ha più la mano
del Baglione ma di un altro artista a
noi sconosciuto si ipotizza il Dentone
o Menghino del Brizio, entrambi presenti a Villa Paleotta di Bentivoglio, al
Casino Malvasia del Trebbo ed il secondo ha lavorato in casa Sampieri. Le
scene cambiano leggermente, siamo in
presenza di fregi che esibiscono figure
di divinità mitologiche e paesaggi con
stemmi e motti araldici inquadrati in
cartelle contornati ai lati da sirene scultoree e in basso da mascheroni e tralci
floreali, si trovano anche un’altra foggia
di cartella sormontata da due amorini in
atteggiamento vezzoso, segnale questo
del tramonto dell’epoca cinquecentesca segnata dall’iconografia del gioco e
dell’allegrezza, con l’arrivo delle allegorie stagionali ed i poemi eroici incentrati
sulla potenza dell’uomo e degli dei.
Ma un poco discosta dalle sale si trova
l’altro gioiello di Villa Beatrice: la cappellina. Dedicata alla moglie del Conte
Enea Facchini, Beatrice Lauro Facchini
morta di malattia, in segno di amore e
devozione, la cappellina si affaccia sulla
scala a nord della villa, la sua bellezza è
proprio nella sua semplicità; l’altare è in
legno marmorizzato finemente decorato,
manca la pala d’altare, probabilmente
raffigurante una Sant’Anna, forse in possesso del Giovanni XXIII.
La bellezza della Villa risalta agli occhi
anche in assenza degli arredi purtroppo
scomparsi e, grazie agli affreschi ancora
perfettamente conservati, le stanze sembrano piene e vive. Non si può descrivere l’emozione e la meraviglia provata
nel riscoprire questo tesoro, un tesoro
incompleto perché mancano all’appello la ristrutturazione del secondo piano
e dell’ala est, una ristrutturazione che
probabilmente avverrà in tempi piuttosto lunghi sia per la crisi economica sia
per la mancanza di fondi che sta colpendo anche le amministrazioni comunali.
Vorrei concludere questo mio pezzo raccontando la meraviglia che si prova nel
veder rinascere un luogo che sembrava
destinato a morire, ma questa morte rimane un ombra dietro l’angolo a causa
dei nuovi decreti legge volti a tagliare
fondi al mondo dell’arte e della cultura
e al nostro patrimonio artistico.
Peccato, sarebbe bello che certi ministeri agissero pensando di valorizzare
il nostro patrimonio, visto che un soldo
speso oggi per l’arte e la cultura sarà un
guadagno economico e intellettivo per
un futuro a noi non tanto lontano poiché
come afferma Marcel Proust: “La vera
terra dei barbari non è quella che non
ha mai conosciuto l’arte, ma quella che,
disseminata di capolavori, non sà ne apprezzarli, né conservarli”
Nel mio giardino
di Maria Luisa Vianelli
In città
il pettirosso e la tortorina inanellata
tacciono, l’ugola ammutolita
dal rombo dei motori e dal confuso andare
di metalli crudeli.
In città
non si sente il canto impertinente e appassionato
del merlo e del colombo innamorati;
fra i tetti di palazzi rassegnati
le rondini non sanno più tracciare
le note antiche sul rigo musicale
di un cielo indifferente.
Nel mio giardino invece
è tutto un volo, un canto
di stridi e di gorgheggi senza fine.
Nel mio giardino si posa
il merlo, il tordo e il cardwllino.
E dopo il temporale,
nell’acqua iridescente,
si riflette un sorriso d’azzurro
e una inenarrabile speranza.
Tenerezza
di Maria Luisa Vianelli
Ho aiutato
un fragile merlottino
a riprendere il volo.
Ho avuto fra le mani
un lampo di indicibile bellezza
e di infinito.
JAZZ A GOGO
uinto anno di attività, 112 concerti, 7
CD, questi sono i numeri del Cento
Jazz Club. Su questa linea di lusinghieri
successi e di grandi artisti che, spesso,
hanno trasformato il concerto in un vero
e proprio evento, il Cento Jazz Club ha
aperto, a gennaio, il cartellone 2011 con
la presentazione al Torrione, prestigiosa
sede del Jazz Club Ferrara, del CD “Psaico Bop” di cui avevamo già dato notizia dalle colonne di questo giornale. In
febbraio è toccato al trio del diciottenne
Alessandro Lanzoni, nuovo talento del
piano jazz italiano, accompagnato da Gabriele Evangelista, ventenne contrabbassista, e Tommaso Cappellato alla batteria.
Sempre nel mese di febbraio ha preso il
via la rassegna “Woman in Jazz”, ovvero
la donna e la voce femminile protagoniste
nella musica jazz. Il primo concerto è stato quello della Wonderbrass, un ensemble
di musicisti stile New Orleans con la voce
di Irene Frezzato. A marzo, in una serata
di forti emozioni, si è esibita la grande vocalist Shawnn Monteiro accompagnata da
un trio di notevoli artisti americani. Marzo ha visto il grande tributo alla canzone
di Mina con la voce e l’interpretazione
di Tiziana Quadrelli, artista centese, di
notevole caratura e impatto sul pubblico.
In aprile, una serata di grandi suggestioni emotive suscitate da Daria Toffali che
ha affrontato con sicurezza e maestria la
Bossa Nova di Jobim, Veloso e Buarque.
Tutto è stato possibile per la collaborazione che il jazz club sta portando avanti, da
diverso tempo, con i principali e più importanti locali e ristoranti della zona quali “Vino e”, Ristorante “Buriani”, “Pizza
leggera-White Palace”, “Caffè Italia”. Un
connubio quasi obbligato quello della
cena abbinata al concerto sia per contenere i costi di realizzazione dei concerti sia
partecipazioni - sonetti di laurea
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SOTTO LA SUPERFICIE
di Amedeo Luigi Correggiari
n una partita a scacchi, il nostro
cervello tende a non vedere alcune
mosse che sono scartate automaticamente in quanto ci appaiono a prima
vista assurde e perdenti ed invece
non lo sono. Come ‘rimedio’ a questo limite umano, c’è chi consiglia
l’analisi preventiva ed accurata delle
cosiddette mosse forzanti, cioè mosse
che hanno repliche obbligate da parte
dell’avversario; analisi che consentirebbe di andare al di là della valutazione più superficiale di una posizione
e di vedere cose impensabili e spesso
vincenti.
Diamo un paio di semplici, ma divertenti e famosissimi esempi.
Vaganian-Planinc, Hastings 1974-75
Il nero muove e vince:
Karpov-Salov, Linares 1993
Il bianco muove e vince
Soluzione
Soluzione
1) … Dc7!! 2) Dxc7-Cxb3 matto.
Q
per favorire le occasioni di degustazione
eno-gastronomica. Maggio sarà un mese
denso di appuntamenti a partire da giovedì 5 quando si inaugurerà “JAZZ OUT”,
la nuova rassegna jazzistica che, con
cadenza quindicinale, porterà all’esterno
dell’ ”Enoteca Natali” di Tiziano Zaccarini, concerti con cena a tema. Un’ottima
opportunità, quindi, per ascoltare musica di grande classe. Aprirà la rassegna
il complesso “Blue Naif ”, un quartetto
dedicato alla musica gitana, manouche e
musette. Il 12 maggio, il “Gran Torino”
di San Matteo della Decima ospiterà in
trio, il grande trombettista Fabrizio Bosso accompagnato da Alessandro Minetto
alla batteria e Alberto Marsico all’organo
hammond. Il 19 maggio, al Caffè Italia,
sarà la volta di uno dei più grandi pianisti della storia del jazz italiano, Enrico
Pierannunzi in trio. Gli appuntamenti di
maggio si concluderanno al ristorante Buriani, giovedì 26, con una serata dedicata
allo champagne e alle più famose melodie
evergreen in stile classic jazz. Per quanto riguarda la produzione discografica, il
Cento Jazz Club ha appena co-prodotto,
assieme al Bologna Jazz Festival e al Take
Five, il disco di Javier Girotto con Andrea
Dessì e i Torres de Mar. Un lavoro artistico molto importante in cui si fondono
i suoni e le alchimie sonore della musica mediterranea. Nel mese di giugno e
luglio continuerà l’ottima collaborazione
con l’Amministrazione comunale di Pieve di Cento che, nella figura del sindaco
Sergio Maccagnani e dell’assessore alla
cultura Angelo Zannarini, ha dato, già lo
scorso anno, pieno appoggio agli eventi
jazzistici. Un legame quello tra Pieve e il
Cento Jazz Club di grande importanza e
che rappresenta un felice esempio di condivisione e di sinergia artistico-culturale.
Info: www.centojazzclub.com
[email protected]
1) Dxg6-hxg6 2) Th4 e il matto è imparabile.
di Enrico Malucelli
Presidente Cento Jazz Club
I
BEN VENGA MAGGIO...
IL PRIMO MAGGIO A PIEVE DI CENTO
N
ell’ambito delle manifestazioni del
primo maggio, è stato presentato dal
Comune di Pieve di Cento il libro “Ben
Venga Maggio... Il Primo Maggio a Pieve di Cento” a cura di Eugenio Ramponi
e del Comune di Pieve di Cento. Questa
pubblicazione, in occasione del 150° della
Repubblica, traccia una breve storia della festa dei Lavoratori, ripercorrendo gli
avvenimenti e i personaggi legati al Comune di Pieve di Cento, ma soprattutto,
è dedicata ai manifesti, della prima metà
del secolo scorso, rispolverati degli archivi comunali pubblicati e commentati in
sintesi nella loro storia. Una pubblicazione imperdibile per gli appasionati della
storia locale.
5
ESERCIZI DI AMMIRAZIONE NELLA NOTTE PALAZZO DEI DIAMANTI: GLI ANNI FOLLI
GIOVANI CREATIVI PER LA NOTTE EUROPEA DEI MUSEI LA PARIGI DI MODIGLIANI, PICASSO E DALÍ. 1918-1933
D
al prossimo 11 settembre vi aspetta
a Ferrara la mostra “Gli anni folli.
La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí.
1918-1933”.
Non perdete l’occasione per ammirare i
capolavori dei più importanti artisti della storia dell’arte del ventesimo secolo,
presentati nella meravigliosa cornice di
Palazzo dei Diamanti.
Monet, Matisse, Mondrian, Picasso, Braque, Modigliani, Chagall, Duchamp, De
Chirico, Miró, Magritte e Dalí furono
solo alcuni dei protagonisti di quel periodo aureo, dalla fine della Grande Guerra
ai primi anni Trenta, nel quale Parigi fu
la capitale mondiale dell’arte. Per raccontare le vicende di questa stagione indimenticabile saranno presentati dipinti,
di Giorgia Govoni
U
n appuntamento culturale di grande
originalità si è tenuto il 14 maggio
2011 presso la Galleria Il Ponte di Pieve di
Cento.
È stato presentato, infatti, il progetto Esercizi di ammirazione nella notte, un evento
culturale ideato e curato da Valeria Tassinari e Marco Pellizzola, rispettivamente docente incaricato di Storia della Decorazione
presso l’Accademia di Belle Arti di Brera
e docente di Decorazione presso l’Accademia di Brera, ed organizzato in occasione
della Notte Europea dei Musei a cui hanno
aderito anche i Comuni di Cento (provincia
di Ferrara) e di Pieve di Cento (provincia di
Bologna), il cosiddetto territorio del Centopievese, e appunto la Galleria Il Ponte di
Andrea Maccaferri.
Il sottotitolo chiarisce subito il cuore del
progetto: arte, moda e design si incontrano
al museo. Questo significa che nella notte
europea di apertura dei musei, gli spazi istituzionali dedicati al patrimonio artistico (la
Pinacoteca Comunale e la Galleria d’Arte
Moderna di Cento, la Pinacoteca Comunale e la chiesa della SS. Trinità di Pieve di
Cento) si sono animati di nuove apparizioni che, per poche ore, li hanno reinterpretati offrendo al pubblico l’opportunità di
un gioco di sguardi inaspettato tra pittura,
scultura, design e moda. Poltrone e sedute
di design contemporaneo, ideate da allievi
dell’Accademia di Belle Arti di Brera, scenograficamente collocate in posizioni strategiche di fronte ai capolavori del passato,
hanno proposto nuovi punti di osservazio-
ne; tra le sale giovani autori hanno sfilato
indossando le proprie creazioni ispirate ai
capolavori dimostrando che l’ammirazione del passato può ispirare nuovi percorsi
di ricerca, mentre improvvisazioni jazz di
giovani musicisti hanno creato un clima
coinvolgente, ricco di sfumature emotive.
Questo percorso alla scoperta della bellezza
ha preso il via proprio alla Galleria Il Ponte nel cui spazio espositivo erano visibili
undici modelli in scala di opere di design
realizzate dagli allievi - Clara Bonati, Paola Calizaya, Caterina De Nicola, Michael
Gambino, Federica Ferri, Graziana Mastronardo, Alessia Panza, Gaia Radaelli, Cristina Raisi, Yujin Shin, Jessica Soffiati - insieme ai disegni preparatori. Ma non basta:
come solo raramente succede, il design qui
si è incontrato anche con la realtà aziendale
della produzione. L’azienda Sambadagua,
infatti, ha deciso di produrre in scala 1:1 sei
dei dieci prototipi e proprio queste realizzazioni sono state “le nuove apparizioni”, sedute cuscino essenziali o surreali, collocate
nei luoghi museali istituzionali.
Tra qualche mese dalla conclusione
dell’evento verrà pubblicato un catalogo
con le fotografie delle opere inserite nel
contesto espositivo museale.
Per la Galleria Il Ponte questa scommessa sui giovani designers non è una novità:
già nel 2010 la Galleria, insieme alla ditta
Maccaferri Arreda, si era fatta promotrice
dell’evento Showroom Brera, una mostra
dedicata a giovani allievi del prof. Pellizzola che avevano realizzato sculture-oggetto
che erano anche complementi d’arredo.
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6
sculture, fotografie, costumi teatrali, ready made e disegni capaci di restituire la
varietà e la ricchezza della produzione
artistica di quegli anni, un caleidoscopio
di stili e linguaggi che trascinerà il visitatore in un appassionante percorso alla
scoperta delle principali tendenze artistiche del Novecento.
La mostra, organizzata da Ferrara Arte,
rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2012.
Gli anni folli. La Parigi di Modigliani,
Picasso e Dalí. 1918-1933
Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 11 settembre 2011 – 8 gennaio 2012
Info: Call Center Ferrara Mostre e Musei, tel. 0532 244949 e-mail: diamanti@
comune.fe.it www.palazzodiamanti.it
CONCORSO
DI
PITTURA
A
PIEVE
DI
CENTO
A CARATTERE NAZIONALE. INTOTOLATO A WALTER ALBERGHINI
L
’Associazione “Gli Amici dell’Arte”
indice e organizza un concorso di
pittura nell’ambito delle iniziative culturali del Comune di Pieve di Cento e ha
deciso di intitolarlo a Walter Alberghini,
recentemente scomparso, il quale per
tanti anni ne è stato presidente prodigandosi con straordinario impegno.
La manifestazione è patrocinata dall’Assessorato alla Cultura e dalla Partecipanza Agraria di Pieve di Cento.
Il concorso è ospitato dal Museo MAGI
‘900 di Giulio Bargellini, Via Rusticana
A/1, Pieve di Cento (BO).
Al concorso possono partecipare tutti
gli artisti con o senza invito. Ogni artista può aderire con più opere da studio
o estemporanee. Le opere vanno consegnate presso il Museo MAGI ‘900, Via
Rusticana A/1, Pieve di Cento, Bologna
(vedi cartina), Sabato 28 e Domenica 29
Maggio, ore 10-12/14-18, Martedì 31
Maggio e Mercoledì 1 Giugno, ore 1418, Giovedì 2, ore 10-12/14-18, Venerdì
3, ore 14-18 e Sabato 4, ore 10-12/14-18.
Quote di partecipazione: € 15 per
un’opera e € 10 per ogni opera aggiuntiva. La misura delle opere è: minima
40x50, massima libera. Tutte le opere
verranno esposte presso il Museo MAGI
‘900 dal 5 al 12 Giugno 2011.
Domenica 12 Giugno 2011, ore 16, verranno premiate le opere con relativa consegna dei premi.
Per informazioni: tel. 334 74 75 733
ELENCO PREMI
COMUNE DI PIEVE DI CENTO
PARTECIPANZA AGRARIA
MAGRI MAURIZIO
G.T. COMIS - GIOVANNI TADDIA
BORGHI RICCARDO
EDICOLA GOTTI
PRO LOCO DI PIEVE DI CENTO
€ 500
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€ 300
€ 300
€ 250
€ 250
LO SAPEVATE CHE?
Se una statua rappresenta una
persona su un cavallo che ha entrambe le zampe anteriori sollevate, significa che la persona
in questione è morta in guerra.
Se il cavallo ha solo una zampa
anteriore sollevata, la persona
è morta a seguito di una ferita
riportata in guerra. Se il cavallo
ha tutte le quattro zampe a terra, la persona è morta per cause
naturali.
PRESENTA
VENDETTA
DEL
DESTINO
S.U.B. LA
IL LIBRO DI ANTONIO DI DALMAZI
UNA SELEZIONE DI FILM NON DISTRIBUITI IN ITALIA
O
gni anno delle molte migliaia di film
prodotti al mondo solo una piccola
parte (tra l’1 e il 2%) trova spazio nei
cataloghi dei distributori italiani. Ovviamente in questo mare di offerte scartate
ci sono anche moltissimi prodotti mediocri ma è anche vero che nelle sale italiane finisce un po’ di tutto, i film in fondo,
dal punto di vista delle case distributrici,
sono dei prodotti da vendere, ed allora
non c’è cast, sceneggiatura o regista che
possa competere col solito cinepanettone
o forse no…
Tutti i film verranno proiettati in lingua
originale con sottotitoli in italiano.
Si ringrazia per la collaborazione e il
supporto tutta la community di ITALIAN
SUBS www.italiansubs.net.
Ingresso ad offerta libera con tessera
Flux e soprattutto FREE POP-CORN
PRESSO LO SPAZIO FLUX
Via Garibaldi 25 Pieve di Cento (BO)
YOUTH IN REVOLT
5/MAGGIO/2011
Regista: Miguel Arteta
Genere: Commedia - Anno: 2009
800 BALAS
19/MAGGIO/2011
Regista: Alex de la Iglesia
Genere: Commedia - Anno: 2002
JESUS CAMP 1/GIUGNO/2011
Regista: Heidi Ewing, Rachel Grady
Genere: Documentario - Anno: 2006
$9.99
16/GIUGNO/2011
Regista: Tatia Rosenthal
Genere: Animazione - Anno: 2008
AL VIA IL 9º TORNEO INTERPROVINCIALE “CITTÀ PIEVE DI CENTO”
di Mirco
agazzi tutti in campo. Da Domenica 1º Maggio lo stadio comunale di
Pieve di Cento ospiterà la 9ª edizione del
torneo interprovinciale “ CITTA’ PIEVE
DI CENTO” e 5º memorial “STEFANO
GOLISANO” organizzato dalla Società
Libertas Argile-Vigor Pieve.
La manifestazione, grazie al lavoro dei
Dirigenti della società Libertas-Vigor,
sta acquisendo sempre più prestigio ed
importanza nel panorama dei vari tornei
giovanili.
L’edizione di quest’anno vede la partecipazione di ben 21 società delle province
R
di Bologna, Ferrara e Modena con 68
squadre, venti in più rispetto all’anno
precedente, suddivise nelle categorie
Esordienti, Pulcini e Primi Calci che ,
per tutto il mese di Maggio, si affronteranno nelle gare di qualificazione fino
alla giornata delle finale del 5 Giugno.
Durante tutte le giornate di gara sarà
in funzione, all’interno dello Stadio, lo
stand gastronomico dove atleti, genitori,
dirigenti ed appassionati potranno gustare le Nostre specialità.
Vi aspettiamo numerosi e buon divertimento a tutti.
ANTONCARNI
società
cooperativa
Tel. 051.97.43.69 - Via Circ.Pon. 33 - PIEVE DI CENTO
di Luca Dal Pozzo
U
n grande romanzo in una
piccola realtà. Un sabato di
qualche mese fa stavo tranquillamente passeggiando nelle affascinanti stradine del centro di Mantova, tra le vetrine illuminate a festa
in vista del Natale e un viavai di
gente euforica. Passando davanti
ad una libreria la mia attenzione
è stata subito attirata da un nutrito gruppo di persone intente a
festeggiare qualcosa, tra pasticcini, bottiglie di spumante e sorrisi
emozionati. Sono entrato, incuriosito dalla situazione, e sono stato
subito accolto dalla voce calda ed
amichevole del libraio: “Buonasera. Venga a festeggiare con noi”.
“Cosa si festeggia?” è stata la mia
domanda spontanea, mentre una
ragazza mi porgeva educatamente
un bicchiere di prosecco. “Stiamo
presentando un nuovo romanzo.
Si chiama LA VENDETTA DEL
DESTINO e l’autore è lui” mi ha
risposto il mio affabile interlocutore indicandomi un ragazzo di
circa trent’anni circondato da una
decina di persone che ridevano
e scherzavano. “E’ il suo primo
romanzo ed è molto emozionato,
anche se non lo dà a vedere” mi
ha sussurrato subito dopo con aria
complice, come se fosse partecipe
della trepidazione generata dall’
evento.
“Lo prendo’” gli ho risposto io,
avvicinandomi subito dopo al
giovane autore per farmi autografare e dedicare la copia. “Grazie.
Spero davvero che le piaccia” mi
ha risposto lui con un sorriso cordiale e spontaneo, sinceramente
grato per aver scelto, tra i tanti,
troppi titoli che affollavano la
vetrina, di leggere proprio la sua
prima opera.
La sera stessa ho iniziato la lettura
e già dalle prime battute sono stato letteralmente trascinato all’interno di una trama avvincente e
misteriosa dalla quale non riuscivo a staccanni. Tre giorni. Questo
è stato il tempo impiegato per “divorare” il romanzo di Antonio Di
Dalmazi.
Si tratta di un thriller psicologico
che narra le vicende di tre uomini che non si conoscono, molto
diversi tra loro sotto molti punti
di vista, che però si trovano ad
affrontare un terribile destino
comune. Un evento drammatico
lega per sempre le loro esistenze
portando alla luce retro scena incredibili che inducono il lettore
a pensare che forse, il fatto che
le loro vite si siano intrecciate in
un modo così complesso, non sia
solo frutto del caso.
E’ una trama originale, incredibilmente affascinante nella quale il lettore rimane avvinto ed
intrappolato, con un finale a dir
poco sorprendente nel quale tutto
è diverso da come ci si sarebbe
aspettato. Ma la cosa che più mi
ha colpito di questo romanzo è
lo stile narrativo: Di Dalmazi ha
un modo di scrivere scorrevole
ed elegante, un lessico vario e ricercato con una tratteggiata vena
poetica, una tempistica narrativa
incalzante caratterizzata dall’alternarsi di inaspettati colpi di scena e toccanti flashback, un ritmo
frenetico scandito ad arte per creare suspance ed attesa.
In sintesi, mi sono trovato davanti
ad un gran bel romanzo che non
ha nulla da invidiare ai più blasonati scrittori che riempiono le vetrine delle librerie e che vendono
milioni di copie; e, con una punta
di amarezza, sono costretto a constatare che, come al solito, è una
questione di marketing, di pubblicità, di immagine... di mercato.
Le grandi case editrici preferiscono investire su un nome già
affennato che assicuri loro un successo calcolato ed un margine di
guadagno già previsto. Le piccole
case, per contro, sono costrette a
sottostare alle pressanti logiche di
mercato imposte dalle grandi imprese e a fatica riescono a scavarsi
una nicchia nel complesso ed articolato mondo dell’ editoria.
“La vendetta del destino” è il
paradigma di questa assurda situazione nella quale un’opera di
pregevole fattura rimane confinata nei più remoti scaffali di coraggiose librerie precludendo si la
possibilità di essere conosciuta al
grande pubblico, in nome di una
bieca logica di profitto che predilige la quantità alla qualità, il denaro alle emozioni.
7
COSA FARE TRA LA NEBBIA E LE ZANZARE
PIEVE DI CENTO
Dom. 29 Maggio, dalle ore 9
Motoraduno Storico
MINERBIO
Saggio di propedeutica
della musica Scuola J.Dù Prè
Domenica 8 Maggio
Stadio E. Sgorbati
Torneo di minirugby
A cura di Registro storico Moto Morini
8 Maggio, ore 14
Cà de’ Fabbri
Festa degli aquiloni
1 Giugno, ore 21
Palazzo Minerva
Concerto del Corpo Bandistico
Saggio di fine anno
Dal 16 Maggio al 21 Maggio
Campo sportivo, dalle ore 18
Torneo di calcio G. Soverini e D.
Passarini
2 Giugno, ore 10.30
Parco 2 agosto 1980
Concerto del Corpo Bandistico
A Teater - Commedianti della Pieve
Martedì 24 Maggio, ore 19:30
Centro Soc. “Luigen”
Spaghetti parole e… fantasia
Angeli a Bologna. Una storia che
potrebbe ripetersi
Trei ziteli e l’anvoud bel
di Paolo Zamparini, Ed. Girali
Sabato 7 Maggio, ore 20:45
Domenica 8, ore 16
di Nedda Alberghini Po
Sabato 14 Maggio
Nuit européenne des musées
Settimana dei Musei del Centopievese
Esercizi di ammirazione nella notte
Arte, design e moda si incontrano al museo. In
collaborazione con il comune di Cento, l’Accademia
di Belle Arti di Brera e la Galleria Il Ponte
Giovedì 19 Maggio, ore 17:30
Per Nati per Leggere
L’albero dei libri
Letture all’aperto nel giardino dell’Opera Pia Galuppi per
bambini da 2 a 5 anni (in caso di maltempo, in Biblioteca)
Domenica 22 Maggio
Chi cerca trova
Mercatino dell’antiquariato
a cura dell’Assemblea territoriale di Cà de’ Fabbri
Iniziativa curata dall’associazione sportiva A.Mi.Ca
Mer. 25 Maggio, ore 20:45
Ciak, Sipario
La Classe - Entre Les Murs
Domenica 2 Giugno
Festa degli aquiloni
Gara di pesca per bambini
S. GIORGIO DI PIANO
Sabato 4 e Dom. 5 giugno
dalle ore 9
V mostra mercato di piante rare
ed orchidee “Il Verde Piano”
Mostra e Stand Gastronomico
26 Maggio, ore 21
Parrocchia di Cà de’ Fabbri
Concerto del Corpo Bandistico
Città di Minerbio
28 Maggio, dalle ore 19.30
Campo sportivo di Minerbio
Sport alla griglia
iniziativa curata dall’A.s.d. Cà de’ Fabbri ‘81
29 Maggio, dalle ore 12.30
Campo sportivo di Minerbio
Sport alla griglia
iniziativa curata dall’A.s.d. Cà de’ Fabbri ‘81
31 Maggio, ore 18
Palazzo Minerva
In occasione della Festa della Repubblica Italiana
Dal 9 Maggio al 11 Maggio
Presso il Campo sportivo, dalle ore 18
Torneo di calcio
Iniziativa curata dall’associazione sportiva A.Mi.Ca
Dal 9 Giugno al 10 Giugno
Palazzo Minerva, ore 18.30
Saggio di strumenti della
Scuola di musica J.Dù Prè
9 Giugno, ore 21
Centro Soc. Marani di Cà de’ Fabbri
Concerto del Corpo Bandistico
17 Giugno, ore 21
Castello di San Martino in Soverzano
Concerto della
Scuola di musica J. Dù Prè
18 Giugno, dalle ore 21
Carnevale notturno e notte bianca
a cura del Comitato Carnevale di Minerbio
19 Giugno, dalle 8 alle 21
La Dolce Fiera
a cura del Comitato Carnevale di Minerbio
19 Giugno, dalle ore 21
Rocca Isolani
Miss Italia - II Edizione
a cura del Comitato Carnevale di Minerbio
24 Giugno, ore 21
Centro sociale Primavera
Concerto del Corpo Bandistico
SAN PIETRO IN CASALE
Concorso “Tratti Parole e
Musica PER LA LEGALITÀ E
CONTRO LE MAFIE”
rivolto a giovani con un’età
compresa tra 15 e 28 anni
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8
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