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mosquito n. 6 - Tipografia Bagnoli 1920
LA BOTTEGA DELLA CRETA PIEVE DI CENTO (BO) VIA BASSA 16 - TEL. 3473185823 [email protected] www.labotteghadellacreta.com il mosquito informazione - cultura - spettacolo - sport LA BOTTEGA DELLA CRETA PIEVE DI CENTO (BO) VIA BASSA 16 - TEL. 3473185823 [email protected] www.labotteghadellacreta.com TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE, FORMAZIONE, CULTURA E SPORT, DIRETTORE DANIELE BIANCARDI, REDAZIONE L. DAL POZZO, R. BAGNOLI, STAMPATO IN PROPRIO, AUT. TRIB. FE N. 13/96 DEL 3/7/1996 - N. 6 - ANNO II SIAMO TUTTI GIAPPONESI di Nerone n un ormai lontano inizio estate, era il 26 giugno 1963, data di cui solo i non più giovani possono avere ricordo, il presidente degli Stati Uniti d’America John Fitzgerald Kennedy pronunciò un memorabile discorso davanti alla Porta di Brandeburgo. Per parlare di un mondo diviso, come da un muro, e all’epoca lo era fisicamente Berlino, pronunciò una frase poi divenuta famosa. Disse: “Siamo tutti berlinesi”. Frase con la quale voleva sintetizzare la necessità di libertà cui la città tedesca ambiva. Uso quella frase, strumentalmente, per parlare di una divisione oggi esistente: quella che vede una parte del pianeta e i suoi abitanti usare tante risorse a esclusivo proprio vantaggio a danno di tutta la nostra meravigliosa terra. Tragedie ambientali a ripetizione sono anche l’iceberg di questa divisione. Un’ultima tragedia è lo tsunami abbattutosi in Giappone e la conseguente catastrofe per l’esplosione della centrale nucleare di Fukushima. Questo mostruoso evento ci porta necessariamente a riflettere ma a essere immediatamente solidali e uniti a quel popolo che già fu colpito, in tempo di guerra, dalle sofferenze derivate dalle radiazioni. Ecco quindi che parafrasando il presidente americano dovremmo dire: “Siamo tutti Giapponesi”. I giapponesi in realtà sono unici. Animati dall’Atarimae, insieme di regole non scritte, tanto ovvie che li portano ad affrontare tutti insieme i problemi senza abbandonare la barca, nella loro composta dignità, già si rimboccano le maniche. Vedrete che in pochi anni il Giappone non avrà più i segni della tragedia oggi sotto gli occhi di tutti. Ne sono dimostrazione le foto che in questi giorni girano sui media. In una è inquadrata un’autostrada sventrata nel giorno del terremoto; in un’altra la stessa autostrada di sei giorni dopo. Ci sono i segni dei rattoppi, ma è perfettamente utilizzabile e aperta al traffico. I (segue in seconda) LA RIVOLTA DI ALGERI SOMMOSSE PER LA FAME DI PANE, DEMOCRAZIA, LIBERTÀ, SAPERE, INFORMAZIONE, LAVORO Da una conversazione con M. M. giovane sociologo algerino Algeri 10/01/11. Voglio parlare del mio paese perché mi sembra di capire che i mezzi di informazione in Italia non stiano parlando molto della condizione dei giovani algerini, del pericolo reale che la rivolta si allarghi. Le fonti ufficiali parlano, ad oggi, di 5 morti 800 feriti e più di 1000 prigionieri, ma siamo in un continuo stato di allerta e il bilancio è già molto pesante. Ieri ho girato per Algeri nei posti più caldi (babeloued-belcour-hussein, dey-kouba...) i giovani dai 14 ai 26 anni erano dappertutto, calmi in attesa della sera ma alcuni erano armati con spade coltelli bastoni e altro, e, determinati, esprimevano la loro rabbia contro HAGRA (oppressione-tirannia) dello Stato. Iniziano a parlare di pane e finiscono con la testa del governo. Ad Algeri la situazione è più tranquilla ma nelle altre città la rivolta sembra appena iniziata, la chiamano anche INTIFADA. I partiti politici non hanno nessuna credibilità visto che fanno tutti parte dello stesso governo in modo diretto o indiretto e il popolo non si fida di loro. L’assenza di una vera opposizione politica è la tragedia più grande per il mio paese. La prima cosa che mostra questa rivolta è che il popolo sta da una parte e quello che si chiama governo, con tutti i partiti politici che lo sostengono, da un’altra. E’ sbagliato chiamarla rivolta del couscous l’aumento dei prezzi è soltanto l’ultimo elemento di rabbia per tutti. I giovani sono esasperati per la loro condizione complessiva: NO lavoro, NO casa, NO libertà. Lo slogan principale è “morte allo stato attuale, cambiamo tutto!!!” I problemi dell’Algeria hanno radici antiche. Dopo la guerra di liberazione tutti i governi sono stati “di gradimento” dello stato francese, oggi la situazione è peggiore in quanto sono visibili ingerenze e interessi di altri paesi europei e non. Mi dispiace!!! l’Algeria ha sacrificato tanti uomini e donne per l’indipendenza ma dopo è tornata ad essere derubata!!! rapinata!!! In quel momento quando gli algerini festeggiavano la loro libertà i più sapienti piangevano lacrime calde… (segue in terza) COSA VUOI FARE DA GRANDE? NON VOGLIO RINUNCIARE AI SOGNI DI UN DISARMO NUCLEARE E SICUREZZA UMANA di Franca T. P erché in un mondo moderno, pieno di informazioni e teoricamente indipendente, esistono le armi nucleari? Per cosa vengono effettivamente usate? Ma soprattutto a chi servono? Le armi nucleari hanno fondamenti e con- seguenze di ordine materiale, istituzionale, culturale e psicologico. Gli stati militarmente nucleari fanno leva su tali armi spinti dai vantaggi che specifici gruppi di elettori traggono dagli investimenti nella produzione e nel mantenimento degli armamenti. comunicazione • coordinati grafici cataloghi • brossure • editoria soluzioni per la grafica e la stampa Via Borgomozzo 8 - Pieve di Cento - Bologna Tel. 051.686.14.05 - 339.85.88.163 [email protected] - www.bagnoli1920.it Le armi nucleari sono uno strumento molto potente nelle mani dei governi che le possiedono e, anche se non vengono lanciate o fatte esplodere, servono come mezzo di coercizione o come deterrente nei confronti degli altri paesi. (segue in seconda) il mosquito info e pubblicità: 3398588163 [email protected] www.ilmosquito.com 1 TUTTI COSA VUOI FARE DA GRANDE? SIAMO GIAPPONESI NON VOGLIO RINUNCIARE AI SOGNI DI UN DISARMO NUCLEARE E SICUREZZA UMANA di Franca T. (segue dalla prima) In realtà questi arsenali non servono per la sicurezza nazionale o mondiale, ma sono anzi antitetiche alla sicurezza e inadatte a rispondere alle minacce che il mondo contemporaneo percepisce come incombenti, per esempio il terrorismo, i cambiamenti climatici, l’emergenza alimentare e idrica, la carenza di risorse energetiche e la crescente disparità economica globale. Il nucleare anche come fonte energetica esaspera tutte queste crisi perché lo sviluppo, il dispiegamento e la sua proliferazione, aumenta le tensioni, le diseguaglianze, le contrapposizioni e il degrado ambientale a livello mondiale, determinando uno spreco di risorse economiche, politiche e umane, che potrebbero essere impiegate diversamente per affrontare e risolvere altri problemi più importanti. Se i fondi che le potenze nucleari spendono ogni anno per gli armamenti medesimi fossero destinati a programmi sociali, infrastrutture, istruzione, sanità o progetti per fonti di energia rinnovabili, le economie locali e nazionali potrebbero essere rimodellate per creare condizioni di vita più eque e sostenibili per la maggior parte della popolazione mondiale. Attualmente i principali Paesi che dichia- rano di possedere armi atomiche, facendo parte del cosiddetto club dell’atomo, sono: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, Pakistan, India. A parte si colloca Israele, che ufficialmente non dichiara di possedere armi nucleari, ma è certo che disponga invece di un arsenale, composto da un minimo di 150 a circa 400 testate, del quale non ha mai annunciato ufficialmente una dottrina d’impiego, riservandosi il diritto di esercitare pressioni unilaterali su chiunque. La Corea del Nord ha un programma nucleare dichiarato ufficialmente e il 9 ottobre 2006 ha fatto il suo primo test di esplosione sotterranea, mentre altre nazioni, prima fra tutte l’Iran, sono fortemente sospettate di perseguire un programma di tale armamento. Gli unici Paesi al mondo che hanno pubblicamente e volontariamente rinunciato agli arsenali nucleari che avevano a disposizione sono il Sudafrica e, nell’ambito dei paesi dell’ex-Unione Sovietica, l’Ucraina, la Bielorussia ed il Kazakistan. Secondo un recente studio del Natural Resources Defense Council ci sono ancora 31.535 bombe atomiche sparse nel mondo, e il suo numero è da ritenersi sicuramente sottostimato in quanto considera solo gli stati che hanno ammesso ufficialmente di possedere armi nucleari, cioè USA (10.500 bombe), Russia (20.000), Gran Bretagna (185), Francia (450), China (400). Mancano i dati ufficiali relativi a Israele, India e Pakistan, che però hanno già effettuato 5 test nucleari). Il Sud Africa ne costruì 4 o 5 ma poi le distrusse insieme ai progetti, rinunciandone alla costruzione (almeno così disse De Klerk nel 1993). In Italia ci sono 90 bombe nucleari americane. La loro presenza ha un’importanza militare limitata per gli Stati Uniti, ma risponde anche ad esigenze politiche del governo italiano, che vuole avere voce in capitolo nella Nato. Per cominciare e produrre un cambiamento a questa logica strategica del XX secolo, è necessaria un’azione concentrata a livello internazionale, nazionale e locale per fermare la continua produzione, modernarizzazione e proliferazione delle armi nucleari e per stigmatizzarne il possesso e lo sviluppo. Ci sono moltissimi modi in cui i cittadini attivi e impegnati in ogni paese possono contribuire a cambiare le regole del gioco. Il punto di partenza di ogni strategia è capire la correlazione fra questo tipo di armi e le strutture di potere che le mantengono, e riconoscere l’incompatibilità fra nucleare e un’autentica sicurezza umana. 16/05/2011 S. Giovanni in Persiceto, ore 21.00 Fanin 11/05/2011 Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe Isola delle Rose. La libertà fa paura REGIA STEFANO BISULLI, ROBERTO NACCARI 02/05/2011 S. Giovanni in Persiceto, ore 21.00 - Fanin Viaggetto sull’Appennino. A piedi da Piacenza a Rimini REGIA FRANCESCO CONVERSANO, NENE GRIGNAFFINI REGIA ENZA NEGRONI 04/05/2011 Pieve di Cento, ore 20.45 Teatro Comunale A. Zeppilli Suolo minacciato (Il) 13/05/2011 Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe Tempo delle arance (Il) REGIA NICOLA DALL’OLIO Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe Castello d’Argile, ore 21.00 Teatro comunale Castello d’Argile Mia casa è la tua (La). Volti e momenti dal mondo dell’accogliere REGIA EMMANUEL EXITU 09/05/2011 Pieve di Cento, ore 20.45 Teatro Comunale A. Zeppilli Viaggetto sull’Appennino. A piedi da Piacenza a Rimini REGIA FRANCESCO CONVERSANO, NENE GRIGNAFFINI CONVERSANO, NENE GRIGNAFFINI 2 12/05/2011 Castello d’Argile, ore 21.00 Teatro comunale Castello d’Argile Pioniere del wireless: Guglielmo Marconi 1874-1937 (Il) REGIA NICOLA ANGRISANO 14/05/2011 Pieve di Cento, ore 20 Teatro Comunale A. Zeppilli Maurizio Galimberti. The instant dada artist REGIA GIAMPIERO D’ANGELI Note a margine. Appunti per un film sul 7 luglio REGIA NICO GUIDETTI Occupiamo l’Emilia REGIA STEFANO AURIGHI, DAVIDE LOMBARDI, PAOLO TOMASSONE Prigione invisibile (La) REGIA MATTEO LOLLETTI, LISA TORMENA, CLAUDIA VINCENZI Rauch Girl REGIA GIANGIACOMO DE STEFANO Sorelle d’Italia REGIA LORENZO BUCCELLA, VITO ROBBIANI Buio in sala REGIA RICCARDO MARCHESINI Pioniere del wireless: Guglielmo Marconi 1874-1937 (Il) REGIA ENZA NEGRONI 18/05/2011 Pieve di Cento, ore 20.45 Teatro Comunale A. Zeppilli È stato morto un ragazzo. Federico Aldrovandi che una notte incontrò la polizia REGIA FILIPPO VENDEMMIATI Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe Viaggetto sull’Appennino. A piedi da Piacenza a Rimini REGIA FRANCESCO CONVERSANO, NENE GRIGNAFFINI 20/05/2011 Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe Suolo minacciato (Il) REGIA NICOLA DALL’OLIO 25/05/2011 Bentivoglio, ore 21.00 - Sala TeZe Buio in sala REGIA RICCARDO MARCHESINI 30/05/2011 Pieve di Cento, ore 20.45 Teatro Comunale A. Zeppilli Buio in sala REGIA RICCARDO MARCHESINI di Nerone (segue dalla prima) Noi italiani invece aspettiamo che qualcuno ci soccorra oppure gridiamo ai quattro venti che andremmo da un’altra parte del mondo. Così ogni volta che abbiamo un problema. Anche noi ora siamo in difficoltà. Difficoltà imparagonabili a quelle giapponesi. Ma che differenza di reazione! Loro combattono, insieme, noi ci lamentiamo continuamente accusando indistintamente quello o quell’altro. Se invece la dimostrazione di attaccamento al paese dimostrata il 17 marzo, in occasione della festa dei 150 anni dell’Italia, la mostrassimo nel nostro agire quotidiano potremmo aver presente la nostra situazione e, qui veniamo alla mission del nostro giornale, elaborare strategie per proporle a chi compete. Ciò per avere maggiore disponibilità per la cultura che ancora molti intendono come organizzazione del tempo libero e quindi superflua, e non motore vero di un paese che vuole un futuro. Però, e qui ci vuole attenzione, quando c’era trippa per gatti nessuno si lamentava dei rivoli di fondi che andavano a mantenere associazioni, progetti, ecc… palesemente inutili. Ora, invece, occorre denunciare le spese inutili e gli sprechi, e vogliamo rimanere solo al campo culturale, affinché maggiori opportunità siano date per formare le nuove generazioni e per allargare la visione del mondo a tutti. Combattere l’ignoranza è anche combattere la meschinità, i soprusi, gli arbitri, ecc…Apprezzare, e goderne, una poesia, un romanzo, un film , un opera teatrale,ecc.. Allora basta col dire “Ah, quando vado all’estero…Ah che paese incivile il nostro. Ah…” Bene. Le nostre sensazioni ci possono stare, però niente lamentele. Troviamo sbocchi positivi alle situazioni. Tanto le lamentele trovano uditorio solo dove fa comodo, mentre trovare soluzioni stimola poi tutti. Non lasciamo andare in malora un paese che più di ogni altro al mondo conserva una natura varia e bellissima e tante opere d’arte. E anche in questo caso dovremmo dire Siamo tutti giapponesi. LA RIVOLTA DI ALGERI TRA LA VIA EMILIA E IL WEST CHE FINE HA FATTO TRENOK? (segue dalla prima) Da una conversazione con M. M. giovane sociologo algerino L’indipendenza è stata rubata al popolo !! L’Algeria ha problemi seri su tutti i piani ma l’oppressione è una parola nelle bocche della gente nelle strade d’Algeri e penso di tutta l’Algeria come lo è il saluto, gli algerini dicono HAGRA tirannia, oppressione. Altro problema è l’ignoranza diffusa legata alla difficoltà a conoscere e a fare circolare l’informazione. La memoria storica: l’eco dei racconti dei combattenti è arrivato quasi a tutti perché tutti gli algerini hanno in famiglia un combattente o martiri. I miei zii e nonni, maschi e femmine, hanno partecipato tutti alla liberazione. Alcuni erano stati condannati a morte altri torturati, adesso non hanno la libertà di scrivere loro la storia, preferiscono raccontarla a voce, però quando ce la raccontano non è come la storia ufficiale. Parlano dell’indipendenza rubata, dello Stato algerino che è sempre occupato a distanza, dei generali che hanno guidato il paese dal 1962. Uomini e donne hanno combattuto nella resistenza come un solo popolo: algerini musulmani insieme fino alle fine. La situazione in Algeria è ben sintetizzata nel breve video che indico di seguito (http://www.youtube.com/user/ saidnorway#p/u/16/q_g4c3R69v4), mostra la gente che non ha un posto dove abitare e lo stato che promette soluzioni che non realizza. Alla fine una donna dice: “giuro sul nome di Allah che ho sperato di morire prima di vivere questa vita, ho pena per i miei figli. Non c’è affatto giustizia nel nostro paese non c’è!” Parole che spiegano meglio di qualunque altro discorso il caso algerino. (a cura di Luca Dal Pozzo) di Mara Pitari B ologna. Ore 18.30 di un pomeriggio qualunque. C’è una pista ciclabile che dal centro città si volge verso la periferia. E’ un tracciato semisconosciuto e anonimo che, lasciate ad un certo punto le ultime palazzine fuori porta, corre parallelamente all’arteria pulsante dei collegamenti in regione: la Via Emilia, dalla quale lo separano poche centinaia di metri ricoperti di arbusti e sterpaglie e diversi metri cubi di smog. Pedalando si percorre placidamente la pianura tra un canale di verde acqua stagnante da un lato e una rete metallica. Esclusi il suono della brezza estiva che scuote il canneto e il cinguettare di qualche uccellino di passaggio, tutto è immerso nel silenzio. E’ strano pensare di essere a poche centinaia di metri da una statale, da una tangenziale, da un’autostrada e da una linea ferroviaria su cui viaggiano treni che portano in tutto il resto della penisola. Al di là della rete di metallo, nulla. Solo cemento e ferraglia che si estendono a perdita d’occhio: la naturale scenografia di un enorme e grigio deposito ferroviario. Nella monocromia dello scenario è impossibile non notarlo: spicca in lontananza con la sua livrea sgargiante. E all’improvviso mi ricordo di lui. L’avevo completamente di- menticato il TrenOK! Eppure è lì, al di là della rete. Come un animale raro imprigionato in una gabbia. E in effetti, proprio come nel caso di un una creatura insolita, solo in pochi possono dire di averlo “avvistato” nel corso della sua tanto gloriosa quanto breve vita. Si parla ormai di anni fa, quando intorno alla metà di questo decennio, le Ferrovie dello Stato lanciarono con estremo clamore la sua nascita: era arrivato il TrenOK, il primo (e ultimo, ahinoi) treno low cost in Italia, che con soli 9 euro permetteva viaggiare fra Roma e Milano (con tappe intermedie a Firenze e Bologna) e successivamente tra Roma e Bari, coniugando la velocità e la comodità di un Eurostar con una tariffa senza concorrenza. Una generazione intera di giovani aveva esultato alla notizia e qualcuno può addirittura vantare di esserci salito sopra. Sì, alcuni soltanto. Perché nel gennaio 2007, il sogno di tanti universitari fuorisede, futuri e promettenti precari, originari soprattutto del sud e centro Italia e trapiantati al Nord, si infranse di fronte ad un comunicato apparso sul sito di Trenitalia, alla pagina di TrenOk, che recitava così: “la sospensione dell’offerta fra Roma e Milano, malgrado l’apprezzamento della clientela, si è resa necessaria in quanto il mantenimento dei servizi low cost su quella linea non è più economica- mente sostenibile”. Quello che successe dopo ha un sapore tutto italiano: per la precisione semplicemente non se ne parlò più. Come accade spesso, il silenzio che accompagna la chiusura di un servizio è direttamente proporzionale al clamore che preannuncia il suo avvio. Così al posto del treno economico, oggi, è possibile percorrere la stessa tratta soppressa, quella tra Milano e Roma, ad un tempo certamente inferiore, con una comodità identica, un prezzo che dieci volte superiore (il biglietto costa 91.00 euro in seconda classe) ma finalmente “economicamente sostenibile”. Il nome che Trenitalia ha assegnato a tale prodigio della sostenibilità economica è “Tav”. Nel centro e nel sud d’Italia si fa fatica a trovare un treno che funzioni, ma da Roma in su si può andare fieri dell’esistenza di un servizio ferroviario veloce e comodo quanto proibitivo per le tasche di un cittadino medio. Ad ogni modo, dopo la scomparsa del treno low cost qualche protesta si è fatta strada tra il popolo di Internet: forum e blog ne testimoniano ancora oggi l’amarezza. Addirittura è stata inaugurata una petizione per richiederne il ripristino ma per il momento il TrenOK è decisamente KO, abbandonato in un deposito ferroviario fuori Bologna, perduto da qualche parte “tra la Via Emilia e il West”. 3 COME D’INCANTO POESIE PRIMAVERILI DI MARIA LUISA VIANELLI LA STORIA DI VILLA BEATRICE, TRA PASSATO PRESENTE E FUTURO.. INCERTO? di Daniela Fratti ome d’incanto, solo così si può descrivere la sensazione provata dagli amanti della storia e dell’arte, dai cittadini e dai visitatori, all’apertura di Villa Beatrice ad Argelato avvenuta all’inizio di quest’anno. La villa è rimasta chiusa per i lavori di ristrutturazione e conservazione dagli anni ottanta, anni in cui entra in possesso del Comune di questo piccolo paese della bassa bolognese, poiché era la residenza privata della famiglia Facchini, ultimi proprietari. Grazie al ritrovamento di antichi carteggi si può datare la sua costruzione attorno alla fine 1500, infatti , i primi documenti in nostro possesso risalgono al 1625 che trattano la permuta dei terreni tra il Marchese Senatore Angelelli, proprietario della villa, ed il Senatore Ulisse Bandini. Nel 1669 la villa passa alla famiglia Zambeccari che ne rimane proprietaria fino al 1850 anno in cui viene venduta unitamente ai 12 poderi tenuti a mezzadria. Il 12 giugno 1881 la villa passa all’Avv. Enea Facchini. La famiglia Facchini rimarrà in possesso della tenuta fino al 1943, anno in cui il rag. Alessandro Facchini la dona al Ricovero di Bologna passando poi all’Istituto Giovanni XXIII. Questo palazzo ripropone nel proprio corpo centrale i tipici moduli architettonico - compositivi delle ville bolognesi con la doppia scala di accesso che conduce alla loggia a doppio volume, voltata con una composizione a vela e peducci in arenaria, realizzata secondo gli intenti compositivi comuni delle vil- C 4 le dell’epoca e, seguendo l’omogeneità funzionale che caratterizza un periodo teso a esaltare il raziocinio umano rispetto alla natura. Infatti la loggia mantiene, con le aperture vetrate a Nord e Sud, il ruolo di perno spaziale del palazzo. Ciò che la rende unica nel panorama delle ville della pianura bolognese sono i corpi laterali a corte riservati alla servitù, dando così l’idea di un alta funzionalità distributiva e creando una netta divisione del piano di servizio da quello nobile; così nel cortile a ovest si concentrano i lavori più fastidiosi causanti odori e viavai, attorno ci sono le cucine, la dispensa, le stalle e le abitazioni della servitù mentre a est, dove si affacciano sale ed ambienti importanti, troviamo funzioni più contenute che consentono un uso più garbato dello spazio. Ma è l’interno che ha lasciato sorpresi e incantati i visitatori che si affrettavano nelle sale, con gli occhi voltati all’insù per ammirare un cielo rimasto nascosto e proibito per così tanti anni; appaiono infatti, negli ambienti del piano nobile, splendide decorazioni di fine cinquecento nel soffitto ligneo e nei fregi alle pareti: le stanze presentano dipinti a grottesche (decorazione caratterizzata da forme fantastiche umane animali e vegetali) e riquadri di storia familiare e di tutti i giorni, eseguiti da due mani differenti. Nelle sale ad ovest la mano sembra di Cesare Baglione (1525-1590) allievo del Fontana nonché “amico da osteria” dei Carracci ( ci tramanda il Malvasia) e riportano soggetti commissionati da un colto personaggio della famiglia Angelelli commemorando, come era d’uso, attraverso le scritte in latino, le iniziative pie e culturale di questa nobile famiglia argelatese. Il carattere allegro del pittore unito alla sua particolare abilità riesce a infondere nei dipinti quella vivacità interpretativa capace di rendere così deliziose e realiste le scene di genere poste ad abbellimento delle ville principesche. Nell’ala est invece non si ha più la mano del Baglione ma di un altro artista a noi sconosciuto si ipotizza il Dentone o Menghino del Brizio, entrambi presenti a Villa Paleotta di Bentivoglio, al Casino Malvasia del Trebbo ed il secondo ha lavorato in casa Sampieri. Le scene cambiano leggermente, siamo in presenza di fregi che esibiscono figure di divinità mitologiche e paesaggi con stemmi e motti araldici inquadrati in cartelle contornati ai lati da sirene scultoree e in basso da mascheroni e tralci floreali, si trovano anche un’altra foggia di cartella sormontata da due amorini in atteggiamento vezzoso, segnale questo del tramonto dell’epoca cinquecentesca segnata dall’iconografia del gioco e dell’allegrezza, con l’arrivo delle allegorie stagionali ed i poemi eroici incentrati sulla potenza dell’uomo e degli dei. Ma un poco discosta dalle sale si trova l’altro gioiello di Villa Beatrice: la cappellina. Dedicata alla moglie del Conte Enea Facchini, Beatrice Lauro Facchini morta di malattia, in segno di amore e devozione, la cappellina si affaccia sulla scala a nord della villa, la sua bellezza è proprio nella sua semplicità; l’altare è in legno marmorizzato finemente decorato, manca la pala d’altare, probabilmente raffigurante una Sant’Anna, forse in possesso del Giovanni XXIII. La bellezza della Villa risalta agli occhi anche in assenza degli arredi purtroppo scomparsi e, grazie agli affreschi ancora perfettamente conservati, le stanze sembrano piene e vive. Non si può descrivere l’emozione e la meraviglia provata nel riscoprire questo tesoro, un tesoro incompleto perché mancano all’appello la ristrutturazione del secondo piano e dell’ala est, una ristrutturazione che probabilmente avverrà in tempi piuttosto lunghi sia per la crisi economica sia per la mancanza di fondi che sta colpendo anche le amministrazioni comunali. Vorrei concludere questo mio pezzo raccontando la meraviglia che si prova nel veder rinascere un luogo che sembrava destinato a morire, ma questa morte rimane un ombra dietro l’angolo a causa dei nuovi decreti legge volti a tagliare fondi al mondo dell’arte e della cultura e al nostro patrimonio artistico. Peccato, sarebbe bello che certi ministeri agissero pensando di valorizzare il nostro patrimonio, visto che un soldo speso oggi per l’arte e la cultura sarà un guadagno economico e intellettivo per un futuro a noi non tanto lontano poiché come afferma Marcel Proust: “La vera terra dei barbari non è quella che non ha mai conosciuto l’arte, ma quella che, disseminata di capolavori, non sà ne apprezzarli, né conservarli” Nel mio giardino di Maria Luisa Vianelli In città il pettirosso e la tortorina inanellata tacciono, l’ugola ammutolita dal rombo dei motori e dal confuso andare di metalli crudeli. In città non si sente il canto impertinente e appassionato del merlo e del colombo innamorati; fra i tetti di palazzi rassegnati le rondini non sanno più tracciare le note antiche sul rigo musicale di un cielo indifferente. Nel mio giardino invece è tutto un volo, un canto di stridi e di gorgheggi senza fine. Nel mio giardino si posa il merlo, il tordo e il cardwllino. E dopo il temporale, nell’acqua iridescente, si riflette un sorriso d’azzurro e una inenarrabile speranza. Tenerezza di Maria Luisa Vianelli Ho aiutato un fragile merlottino a riprendere il volo. Ho avuto fra le mani un lampo di indicibile bellezza e di infinito. JAZZ A GOGO uinto anno di attività, 112 concerti, 7 CD, questi sono i numeri del Cento Jazz Club. Su questa linea di lusinghieri successi e di grandi artisti che, spesso, hanno trasformato il concerto in un vero e proprio evento, il Cento Jazz Club ha aperto, a gennaio, il cartellone 2011 con la presentazione al Torrione, prestigiosa sede del Jazz Club Ferrara, del CD “Psaico Bop” di cui avevamo già dato notizia dalle colonne di questo giornale. In febbraio è toccato al trio del diciottenne Alessandro Lanzoni, nuovo talento del piano jazz italiano, accompagnato da Gabriele Evangelista, ventenne contrabbassista, e Tommaso Cappellato alla batteria. Sempre nel mese di febbraio ha preso il via la rassegna “Woman in Jazz”, ovvero la donna e la voce femminile protagoniste nella musica jazz. Il primo concerto è stato quello della Wonderbrass, un ensemble di musicisti stile New Orleans con la voce di Irene Frezzato. A marzo, in una serata di forti emozioni, si è esibita la grande vocalist Shawnn Monteiro accompagnata da un trio di notevoli artisti americani. Marzo ha visto il grande tributo alla canzone di Mina con la voce e l’interpretazione di Tiziana Quadrelli, artista centese, di notevole caratura e impatto sul pubblico. In aprile, una serata di grandi suggestioni emotive suscitate da Daria Toffali che ha affrontato con sicurezza e maestria la Bossa Nova di Jobim, Veloso e Buarque. Tutto è stato possibile per la collaborazione che il jazz club sta portando avanti, da diverso tempo, con i principali e più importanti locali e ristoranti della zona quali “Vino e”, Ristorante “Buriani”, “Pizza leggera-White Palace”, “Caffè Italia”. Un connubio quasi obbligato quello della cena abbinata al concerto sia per contenere i costi di realizzazione dei concerti sia partecipazioni - sonetti di laurea soluzioni per la grafica e la stampa [email protected] - www.bagnoli1920.it - tel. 0516861405 SOTTO LA SUPERFICIE di Amedeo Luigi Correggiari n una partita a scacchi, il nostro cervello tende a non vedere alcune mosse che sono scartate automaticamente in quanto ci appaiono a prima vista assurde e perdenti ed invece non lo sono. Come ‘rimedio’ a questo limite umano, c’è chi consiglia l’analisi preventiva ed accurata delle cosiddette mosse forzanti, cioè mosse che hanno repliche obbligate da parte dell’avversario; analisi che consentirebbe di andare al di là della valutazione più superficiale di una posizione e di vedere cose impensabili e spesso vincenti. Diamo un paio di semplici, ma divertenti e famosissimi esempi. Vaganian-Planinc, Hastings 1974-75 Il nero muove e vince: Karpov-Salov, Linares 1993 Il bianco muove e vince Soluzione Soluzione 1) … Dc7!! 2) Dxc7-Cxb3 matto. Q per favorire le occasioni di degustazione eno-gastronomica. Maggio sarà un mese denso di appuntamenti a partire da giovedì 5 quando si inaugurerà “JAZZ OUT”, la nuova rassegna jazzistica che, con cadenza quindicinale, porterà all’esterno dell’ ”Enoteca Natali” di Tiziano Zaccarini, concerti con cena a tema. Un’ottima opportunità, quindi, per ascoltare musica di grande classe. Aprirà la rassegna il complesso “Blue Naif ”, un quartetto dedicato alla musica gitana, manouche e musette. Il 12 maggio, il “Gran Torino” di San Matteo della Decima ospiterà in trio, il grande trombettista Fabrizio Bosso accompagnato da Alessandro Minetto alla batteria e Alberto Marsico all’organo hammond. Il 19 maggio, al Caffè Italia, sarà la volta di uno dei più grandi pianisti della storia del jazz italiano, Enrico Pierannunzi in trio. Gli appuntamenti di maggio si concluderanno al ristorante Buriani, giovedì 26, con una serata dedicata allo champagne e alle più famose melodie evergreen in stile classic jazz. Per quanto riguarda la produzione discografica, il Cento Jazz Club ha appena co-prodotto, assieme al Bologna Jazz Festival e al Take Five, il disco di Javier Girotto con Andrea Dessì e i Torres de Mar. Un lavoro artistico molto importante in cui si fondono i suoni e le alchimie sonore della musica mediterranea. Nel mese di giugno e luglio continuerà l’ottima collaborazione con l’Amministrazione comunale di Pieve di Cento che, nella figura del sindaco Sergio Maccagnani e dell’assessore alla cultura Angelo Zannarini, ha dato, già lo scorso anno, pieno appoggio agli eventi jazzistici. Un legame quello tra Pieve e il Cento Jazz Club di grande importanza e che rappresenta un felice esempio di condivisione e di sinergia artistico-culturale. Info: www.centojazzclub.com [email protected] 1) Dxg6-hxg6 2) Th4 e il matto è imparabile. di Enrico Malucelli Presidente Cento Jazz Club I BEN VENGA MAGGIO... IL PRIMO MAGGIO A PIEVE DI CENTO N ell’ambito delle manifestazioni del primo maggio, è stato presentato dal Comune di Pieve di Cento il libro “Ben Venga Maggio... Il Primo Maggio a Pieve di Cento” a cura di Eugenio Ramponi e del Comune di Pieve di Cento. Questa pubblicazione, in occasione del 150° della Repubblica, traccia una breve storia della festa dei Lavoratori, ripercorrendo gli avvenimenti e i personaggi legati al Comune di Pieve di Cento, ma soprattutto, è dedicata ai manifesti, della prima metà del secolo scorso, rispolverati degli archivi comunali pubblicati e commentati in sintesi nella loro storia. Una pubblicazione imperdibile per gli appasionati della storia locale. 5 ESERCIZI DI AMMIRAZIONE NELLA NOTTE PALAZZO DEI DIAMANTI: GLI ANNI FOLLI GIOVANI CREATIVI PER LA NOTTE EUROPEA DEI MUSEI LA PARIGI DI MODIGLIANI, PICASSO E DALÍ. 1918-1933 D al prossimo 11 settembre vi aspetta a Ferrara la mostra “Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí. 1918-1933”. Non perdete l’occasione per ammirare i capolavori dei più importanti artisti della storia dell’arte del ventesimo secolo, presentati nella meravigliosa cornice di Palazzo dei Diamanti. Monet, Matisse, Mondrian, Picasso, Braque, Modigliani, Chagall, Duchamp, De Chirico, Miró, Magritte e Dalí furono solo alcuni dei protagonisti di quel periodo aureo, dalla fine della Grande Guerra ai primi anni Trenta, nel quale Parigi fu la capitale mondiale dell’arte. Per raccontare le vicende di questa stagione indimenticabile saranno presentati dipinti, di Giorgia Govoni U n appuntamento culturale di grande originalità si è tenuto il 14 maggio 2011 presso la Galleria Il Ponte di Pieve di Cento. È stato presentato, infatti, il progetto Esercizi di ammirazione nella notte, un evento culturale ideato e curato da Valeria Tassinari e Marco Pellizzola, rispettivamente docente incaricato di Storia della Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e docente di Decorazione presso l’Accademia di Brera, ed organizzato in occasione della Notte Europea dei Musei a cui hanno aderito anche i Comuni di Cento (provincia di Ferrara) e di Pieve di Cento (provincia di Bologna), il cosiddetto territorio del Centopievese, e appunto la Galleria Il Ponte di Andrea Maccaferri. Il sottotitolo chiarisce subito il cuore del progetto: arte, moda e design si incontrano al museo. Questo significa che nella notte europea di apertura dei musei, gli spazi istituzionali dedicati al patrimonio artistico (la Pinacoteca Comunale e la Galleria d’Arte Moderna di Cento, la Pinacoteca Comunale e la chiesa della SS. Trinità di Pieve di Cento) si sono animati di nuove apparizioni che, per poche ore, li hanno reinterpretati offrendo al pubblico l’opportunità di un gioco di sguardi inaspettato tra pittura, scultura, design e moda. Poltrone e sedute di design contemporaneo, ideate da allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera, scenograficamente collocate in posizioni strategiche di fronte ai capolavori del passato, hanno proposto nuovi punti di osservazio- ne; tra le sale giovani autori hanno sfilato indossando le proprie creazioni ispirate ai capolavori dimostrando che l’ammirazione del passato può ispirare nuovi percorsi di ricerca, mentre improvvisazioni jazz di giovani musicisti hanno creato un clima coinvolgente, ricco di sfumature emotive. Questo percorso alla scoperta della bellezza ha preso il via proprio alla Galleria Il Ponte nel cui spazio espositivo erano visibili undici modelli in scala di opere di design realizzate dagli allievi - Clara Bonati, Paola Calizaya, Caterina De Nicola, Michael Gambino, Federica Ferri, Graziana Mastronardo, Alessia Panza, Gaia Radaelli, Cristina Raisi, Yujin Shin, Jessica Soffiati - insieme ai disegni preparatori. Ma non basta: come solo raramente succede, il design qui si è incontrato anche con la realtà aziendale della produzione. L’azienda Sambadagua, infatti, ha deciso di produrre in scala 1:1 sei dei dieci prototipi e proprio queste realizzazioni sono state “le nuove apparizioni”, sedute cuscino essenziali o surreali, collocate nei luoghi museali istituzionali. Tra qualche mese dalla conclusione dell’evento verrà pubblicato un catalogo con le fotografie delle opere inserite nel contesto espositivo museale. Per la Galleria Il Ponte questa scommessa sui giovani designers non è una novità: già nel 2010 la Galleria, insieme alla ditta Maccaferri Arreda, si era fatta promotrice dell’evento Showroom Brera, una mostra dedicata a giovani allievi del prof. Pellizzola che avevano realizzato sculture-oggetto che erano anche complementi d’arredo. LA.ME.GE di LANZONI UBER LAVORAZIONE LAMIERA TRANCIATURA E STAMPAGGIO PICCOLE E GRANDI SERIE SPECIALIZZATO IN ACCIAIO INOX www.lamege.it [email protected] - [email protected] Via Mascarino, 18 - PIEVE DI CENTO (BO) - TEL. 051975142 6 sculture, fotografie, costumi teatrali, ready made e disegni capaci di restituire la varietà e la ricchezza della produzione artistica di quegli anni, un caleidoscopio di stili e linguaggi che trascinerà il visitatore in un appassionante percorso alla scoperta delle principali tendenze artistiche del Novecento. La mostra, organizzata da Ferrara Arte, rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2012. Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí. 1918-1933 Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 11 settembre 2011 – 8 gennaio 2012 Info: Call Center Ferrara Mostre e Musei, tel. 0532 244949 e-mail: diamanti@ comune.fe.it www.palazzodiamanti.it CONCORSO DI PITTURA A PIEVE DI CENTO A CARATTERE NAZIONALE. INTOTOLATO A WALTER ALBERGHINI L ’Associazione “Gli Amici dell’Arte” indice e organizza un concorso di pittura nell’ambito delle iniziative culturali del Comune di Pieve di Cento e ha deciso di intitolarlo a Walter Alberghini, recentemente scomparso, il quale per tanti anni ne è stato presidente prodigandosi con straordinario impegno. La manifestazione è patrocinata dall’Assessorato alla Cultura e dalla Partecipanza Agraria di Pieve di Cento. Il concorso è ospitato dal Museo MAGI ‘900 di Giulio Bargellini, Via Rusticana A/1, Pieve di Cento (BO). Al concorso possono partecipare tutti gli artisti con o senza invito. Ogni artista può aderire con più opere da studio o estemporanee. Le opere vanno consegnate presso il Museo MAGI ‘900, Via Rusticana A/1, Pieve di Cento, Bologna (vedi cartina), Sabato 28 e Domenica 29 Maggio, ore 10-12/14-18, Martedì 31 Maggio e Mercoledì 1 Giugno, ore 1418, Giovedì 2, ore 10-12/14-18, Venerdì 3, ore 14-18 e Sabato 4, ore 10-12/14-18. Quote di partecipazione: € 15 per un’opera e € 10 per ogni opera aggiuntiva. La misura delle opere è: minima 40x50, massima libera. Tutte le opere verranno esposte presso il Museo MAGI ‘900 dal 5 al 12 Giugno 2011. Domenica 12 Giugno 2011, ore 16, verranno premiate le opere con relativa consegna dei premi. Per informazioni: tel. 334 74 75 733 ELENCO PREMI COMUNE DI PIEVE DI CENTO PARTECIPANZA AGRARIA MAGRI MAURIZIO G.T. COMIS - GIOVANNI TADDIA BORGHI RICCARDO EDICOLA GOTTI PRO LOCO DI PIEVE DI CENTO € 500 € 500 € 400 € 300 € 300 € 250 € 250 LO SAPEVATE CHE? Se una statua rappresenta una persona su un cavallo che ha entrambe le zampe anteriori sollevate, significa che la persona in questione è morta in guerra. Se il cavallo ha solo una zampa anteriore sollevata, la persona è morta a seguito di una ferita riportata in guerra. Se il cavallo ha tutte le quattro zampe a terra, la persona è morta per cause naturali. PRESENTA VENDETTA DEL DESTINO S.U.B. LA IL LIBRO DI ANTONIO DI DALMAZI UNA SELEZIONE DI FILM NON DISTRIBUITI IN ITALIA O gni anno delle molte migliaia di film prodotti al mondo solo una piccola parte (tra l’1 e il 2%) trova spazio nei cataloghi dei distributori italiani. Ovviamente in questo mare di offerte scartate ci sono anche moltissimi prodotti mediocri ma è anche vero che nelle sale italiane finisce un po’ di tutto, i film in fondo, dal punto di vista delle case distributrici, sono dei prodotti da vendere, ed allora non c’è cast, sceneggiatura o regista che possa competere col solito cinepanettone o forse no… Tutti i film verranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano. Si ringrazia per la collaborazione e il supporto tutta la community di ITALIAN SUBS www.italiansubs.net. Ingresso ad offerta libera con tessera Flux e soprattutto FREE POP-CORN PRESSO LO SPAZIO FLUX Via Garibaldi 25 Pieve di Cento (BO) YOUTH IN REVOLT 5/MAGGIO/2011 Regista: Miguel Arteta Genere: Commedia - Anno: 2009 800 BALAS 19/MAGGIO/2011 Regista: Alex de la Iglesia Genere: Commedia - Anno: 2002 JESUS CAMP 1/GIUGNO/2011 Regista: Heidi Ewing, Rachel Grady Genere: Documentario - Anno: 2006 $9.99 16/GIUGNO/2011 Regista: Tatia Rosenthal Genere: Animazione - Anno: 2008 AL VIA IL 9º TORNEO INTERPROVINCIALE “CITTÀ PIEVE DI CENTO” di Mirco agazzi tutti in campo. Da Domenica 1º Maggio lo stadio comunale di Pieve di Cento ospiterà la 9ª edizione del torneo interprovinciale “ CITTA’ PIEVE DI CENTO” e 5º memorial “STEFANO GOLISANO” organizzato dalla Società Libertas Argile-Vigor Pieve. La manifestazione, grazie al lavoro dei Dirigenti della società Libertas-Vigor, sta acquisendo sempre più prestigio ed importanza nel panorama dei vari tornei giovanili. L’edizione di quest’anno vede la partecipazione di ben 21 società delle province R di Bologna, Ferrara e Modena con 68 squadre, venti in più rispetto all’anno precedente, suddivise nelle categorie Esordienti, Pulcini e Primi Calci che , per tutto il mese di Maggio, si affronteranno nelle gare di qualificazione fino alla giornata delle finale del 5 Giugno. Durante tutte le giornate di gara sarà in funzione, all’interno dello Stadio, lo stand gastronomico dove atleti, genitori, dirigenti ed appassionati potranno gustare le Nostre specialità. Vi aspettiamo numerosi e buon divertimento a tutti. ANTONCARNI società cooperativa Tel. 051.97.43.69 - Via Circ.Pon. 33 - PIEVE DI CENTO di Luca Dal Pozzo U n grande romanzo in una piccola realtà. Un sabato di qualche mese fa stavo tranquillamente passeggiando nelle affascinanti stradine del centro di Mantova, tra le vetrine illuminate a festa in vista del Natale e un viavai di gente euforica. Passando davanti ad una libreria la mia attenzione è stata subito attirata da un nutrito gruppo di persone intente a festeggiare qualcosa, tra pasticcini, bottiglie di spumante e sorrisi emozionati. Sono entrato, incuriosito dalla situazione, e sono stato subito accolto dalla voce calda ed amichevole del libraio: “Buonasera. Venga a festeggiare con noi”. “Cosa si festeggia?” è stata la mia domanda spontanea, mentre una ragazza mi porgeva educatamente un bicchiere di prosecco. “Stiamo presentando un nuovo romanzo. Si chiama LA VENDETTA DEL DESTINO e l’autore è lui” mi ha risposto il mio affabile interlocutore indicandomi un ragazzo di circa trent’anni circondato da una decina di persone che ridevano e scherzavano. “E’ il suo primo romanzo ed è molto emozionato, anche se non lo dà a vedere” mi ha sussurrato subito dopo con aria complice, come se fosse partecipe della trepidazione generata dall’ evento. “Lo prendo’” gli ho risposto io, avvicinandomi subito dopo al giovane autore per farmi autografare e dedicare la copia. “Grazie. Spero davvero che le piaccia” mi ha risposto lui con un sorriso cordiale e spontaneo, sinceramente grato per aver scelto, tra i tanti, troppi titoli che affollavano la vetrina, di leggere proprio la sua prima opera. La sera stessa ho iniziato la lettura e già dalle prime battute sono stato letteralmente trascinato all’interno di una trama avvincente e misteriosa dalla quale non riuscivo a staccanni. Tre giorni. Questo è stato il tempo impiegato per “divorare” il romanzo di Antonio Di Dalmazi. Si tratta di un thriller psicologico che narra le vicende di tre uomini che non si conoscono, molto diversi tra loro sotto molti punti di vista, che però si trovano ad affrontare un terribile destino comune. Un evento drammatico lega per sempre le loro esistenze portando alla luce retro scena incredibili che inducono il lettore a pensare che forse, il fatto che le loro vite si siano intrecciate in un modo così complesso, non sia solo frutto del caso. E’ una trama originale, incredibilmente affascinante nella quale il lettore rimane avvinto ed intrappolato, con un finale a dir poco sorprendente nel quale tutto è diverso da come ci si sarebbe aspettato. Ma la cosa che più mi ha colpito di questo romanzo è lo stile narrativo: Di Dalmazi ha un modo di scrivere scorrevole ed elegante, un lessico vario e ricercato con una tratteggiata vena poetica, una tempistica narrativa incalzante caratterizzata dall’alternarsi di inaspettati colpi di scena e toccanti flashback, un ritmo frenetico scandito ad arte per creare suspance ed attesa. In sintesi, mi sono trovato davanti ad un gran bel romanzo che non ha nulla da invidiare ai più blasonati scrittori che riempiono le vetrine delle librerie e che vendono milioni di copie; e, con una punta di amarezza, sono costretto a constatare che, come al solito, è una questione di marketing, di pubblicità, di immagine... di mercato. Le grandi case editrici preferiscono investire su un nome già affennato che assicuri loro un successo calcolato ed un margine di guadagno già previsto. Le piccole case, per contro, sono costrette a sottostare alle pressanti logiche di mercato imposte dalle grandi imprese e a fatica riescono a scavarsi una nicchia nel complesso ed articolato mondo dell’ editoria. “La vendetta del destino” è il paradigma di questa assurda situazione nella quale un’opera di pregevole fattura rimane confinata nei più remoti scaffali di coraggiose librerie precludendo si la possibilità di essere conosciuta al grande pubblico, in nome di una bieca logica di profitto che predilige la quantità alla qualità, il denaro alle emozioni. 7 COSA FARE TRA LA NEBBIA E LE ZANZARE PIEVE DI CENTO Dom. 29 Maggio, dalle ore 9 Motoraduno Storico MINERBIO Saggio di propedeutica della musica Scuola J.Dù Prè Domenica 8 Maggio Stadio E. Sgorbati Torneo di minirugby A cura di Registro storico Moto Morini 8 Maggio, ore 14 Cà de’ Fabbri Festa degli aquiloni 1 Giugno, ore 21 Palazzo Minerva Concerto del Corpo Bandistico Saggio di fine anno Dal 16 Maggio al 21 Maggio Campo sportivo, dalle ore 18 Torneo di calcio G. Soverini e D. Passarini 2 Giugno, ore 10.30 Parco 2 agosto 1980 Concerto del Corpo Bandistico A Teater - Commedianti della Pieve Martedì 24 Maggio, ore 19:30 Centro Soc. “Luigen” Spaghetti parole e… fantasia Angeli a Bologna. Una storia che potrebbe ripetersi Trei ziteli e l’anvoud bel di Paolo Zamparini, Ed. Girali Sabato 7 Maggio, ore 20:45 Domenica 8, ore 16 di Nedda Alberghini Po Sabato 14 Maggio Nuit européenne des musées Settimana dei Musei del Centopievese Esercizi di ammirazione nella notte Arte, design e moda si incontrano al museo. In collaborazione con il comune di Cento, l’Accademia di Belle Arti di Brera e la Galleria Il Ponte Giovedì 19 Maggio, ore 17:30 Per Nati per Leggere L’albero dei libri Letture all’aperto nel giardino dell’Opera Pia Galuppi per bambini da 2 a 5 anni (in caso di maltempo, in Biblioteca) Domenica 22 Maggio Chi cerca trova Mercatino dell’antiquariato a cura dell’Assemblea territoriale di Cà de’ Fabbri Iniziativa curata dall’associazione sportiva A.Mi.Ca Mer. 25 Maggio, ore 20:45 Ciak, Sipario La Classe - Entre Les Murs Domenica 2 Giugno Festa degli aquiloni Gara di pesca per bambini S. GIORGIO DI PIANO Sabato 4 e Dom. 5 giugno dalle ore 9 V mostra mercato di piante rare ed orchidee “Il Verde Piano” Mostra e Stand Gastronomico 26 Maggio, ore 21 Parrocchia di Cà de’ Fabbri Concerto del Corpo Bandistico Città di Minerbio 28 Maggio, dalle ore 19.30 Campo sportivo di Minerbio Sport alla griglia iniziativa curata dall’A.s.d. Cà de’ Fabbri ‘81 29 Maggio, dalle ore 12.30 Campo sportivo di Minerbio Sport alla griglia iniziativa curata dall’A.s.d. Cà de’ Fabbri ‘81 31 Maggio, ore 18 Palazzo Minerva In occasione della Festa della Repubblica Italiana Dal 9 Maggio al 11 Maggio Presso il Campo sportivo, dalle ore 18 Torneo di calcio Iniziativa curata dall’associazione sportiva A.Mi.Ca Dal 9 Giugno al 10 Giugno Palazzo Minerva, ore 18.30 Saggio di strumenti della Scuola di musica J.Dù Prè 9 Giugno, ore 21 Centro Soc. Marani di Cà de’ Fabbri Concerto del Corpo Bandistico 17 Giugno, ore 21 Castello di San Martino in Soverzano Concerto della Scuola di musica J. Dù Prè 18 Giugno, dalle ore 21 Carnevale notturno e notte bianca a cura del Comitato Carnevale di Minerbio 19 Giugno, dalle 8 alle 21 La Dolce Fiera a cura del Comitato Carnevale di Minerbio 19 Giugno, dalle ore 21 Rocca Isolani Miss Italia - II Edizione a cura del Comitato Carnevale di Minerbio 24 Giugno, ore 21 Centro sociale Primavera Concerto del Corpo Bandistico SAN PIETRO IN CASALE Concorso “Tratti Parole e Musica PER LA LEGALITÀ E CONTRO LE MAFIE” rivolto a giovani con un’età compresa tra 15 e 28 anni Scadenza presentazione elaborati 10.06.2011 L’ARTE DELLA STAMPA comunicazione • coordinati grafici cataloghi • brossure • editoria soluzioni per la grafica e la stampa Via Borgomozzo 8 - Pieve di Cento - Bologna Tel. 051.686.14.05 - 339.85.88.163 [email protected] - www.bagnoli1920.it 8