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Economia condivisa
Anno 8 numero 65. Dicembre 2008 Gennaio 2009. € 4,00 valori Mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità FABIO CUTTICA / CONTRASTO Fotoreportage > La Rete Sc il Naotpri a di le valor i a pag . 40 Dossier > Free economy: il sapere di tutti a disposizione di tutti crea beni comuni Economia condivisa Internazionale > La mappa dei paesi coinvolti dalla crisi da debito creativo Finanza > Banca Etica: la voce dei fondatori alla vigilia del decennale Economia solidale > Le Green Idea americane dopo lo tsunami finanziario Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento - Contiene I.R. | editoriale | Contro la crisi informarsi e capire di Ugo Biggeri È NOVAMONT L’AUTORE Ugo Biggeri Laureato in fisica, dal 1982 ha operato nel volontariato con l’associazione Mani Tese di cui è stato presidente fino al 2000. È stato presidente dell’associazione Finanza Etica, revisore della cooperativa verso la Banca Etica di cui è socio fondatore, e, dal 1998, consigliere d’amministrazione della Banca Popolare Etica. Dall’aprile 2003 è presidente della Fondazione responsabilità etica. DICEMBRE ED È UN MOMENTO CRITICO, in cui verrà misurata la profondità della crisi economica in base all'andamento dei nostri consumi. A pensarci bene questa cosa mette tristezza, sia per il Natale che per noi cittadini. Però è molto indicativa: direi che è il bilancio di un anno in cui l'informazione ed il potere hanno negato quanto possibile una crisi che non solo era inevitabile, ma già in corso. Facendo il bilancio della nostra rivista sfoglio le copertine, da gennaio ad oggi: le fotografie, i titoli, le interviste, i dati, le inchieste. Salta agli occhi l'indipendenza di Valori, l'originalità delle notizie, l'uso della lente della finanza etica e della sostenibilità che mostra un informazione diversa. E viene voglia di dire “l'avevamo scritto” (già dal 2007 e potete rileggerci anche su www.valori.it). Le notizie sono di quelle che si fa fatica a trovare nella stampa tradizionale. I racconti di quello che non funziona, dal modello di “consumo a tutti i costi” degli ipermercati, alla ricchezza di un Paese misurata con un indicatore limitato come il Prodotto interno lordo; dalla spinta all’indebitamento folle delle famiglie americane, al welfare italiano che spesso i soldi li ha, ma li spreca; dai paradisi fiscali che proteggono traffici illeciti sotto lo sguardo incurante dei governi internazionali, alla crisi finanziaria che travolge tutto e tutti, ma che potrebbe anche essere un’opportunità per ripartire in modo diverso e migliore. E poi le proposte concrete: nuove regole per la finanza mondiale, nuovi indicatori del benessere di uno Stato, più lavoro e meno speculazione, una tassazione più equa, un rapporto differente con la terra per un’agricoltura che non sia vittima della finanza. E le storie positive, di chi è riuscito a creare un’economia diversa, come quella basata sulla responsabilità, sulla condivisione delle conoscenze, sulla rete, sulla mutualità, sulla relazione e anche sul baratto, di cui parliamo nel dossier di copertina di questo numero. Quest'indipendenza di Valori, di cui siamo orgogliosi, esiste grazie al sostegno della Cooperativa Editoriale Etica, con i suoi soci, di Banca Etica e di Circom, la cooperativa di giornalisti che, con passione, indipendenza e professionalità lo realizza. Ma, sempre più, Valori esiste grazie ai suoi lettori e abbonati, in crescita, vera garanzia di indipendenza anche per il futuro. Oggi c'è un motivo ancora più importante per leggere e promuovere Valori. La crisi che stiamo vivendo mostra senza pietà un analfabetismo finanziario che ci colpisce tutti, dai cittadini ai dirigenti pubblici, agli stessi esperti di finanza. Addirittura chi vende e chi compra alcuni prodotti finanziari non sa che cosa sta facendo (e finanziando) fino in fondo: derivati, hedge fund, obbligazioni strutturate, fondi di investimento, fondi pensione... E arriviamo all'assurdo in cui chi detta le regole liberiste e non riconosce la funzione innovativa e sociale della finanza etica, oggi chiede aiuti di Stato per salvare chi è stato causa o complice del disastro. La finanza è sicuramente complessa, ma oggi è il fulcro del sistema. E Don Milani quarant’anni fa ci insegnava che è la padronanza della parola che ci da la possibilità di essere uguali. Dobbiamo quindi avere un nostro punto di vista sulla finanza, capire come funziona, capire come possiamo intervenire e agire. Se vogliamo un mondo più giusto, oggi è più che mai il momento di far sentire la nostra voce per cambiare le regole. Occorre informarsi e capire. Leggiamo Valori. . | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 3 | | sommario | valori dicembre 2008 / gennaio 2009 mensile anno 8 numero 65 Registro Stampa del Tribunale di Milano n. 304 del 15.04.2005 editore Società Cooperativa Editoriale Etica Via Copernico, 1 - 20125 Milano promossa da Banca Etica soci Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Arci, TransFair Italia, Mag 2, Editrice Monti, Fiba Cisl Nazionale, Cooperativa Sermis, Ecor, Cnca, Fiba Cisl Brianza, Federazione Autonoma Bancari Italiani, Publistampa, Federazione Trentina delle Cooperative, Rodrigo Vergara, Circom soc. coop., Donato Dall’Ava consiglio di amministrazione Ugo Biggeri, Stefano Biondi, Pino Di Francesco Fabio Silva ([email protected]), Sergio Slavazza direzione generale Giancarlo Roncaglioni ([email protected]) collegio dei sindaci Giuseppe Chiacchio (presidente), Danilo Guberti, Mario Caizzone direttore editoriale Ugo Biggeri ([email protected]) direttore responsabile Andrea Di Stefano ([email protected]) redazione ([email protected]) Via Copernico, 1 - 20125 Milano Paola Baiocchi, Andrea Barolini, Francesco Carcano, Matteo Cavallito, Emanuele Isonio, Michele Mancino, Mauro Meggiolaro, Andrea Montella, Jason Nardi, Elisabetta Tramonto progetto grafico e impaginazione Francesco Camagna ([email protected]) Simona Corvaia ([email protected]) fotografie Fabio Cuttica, Jonas Bendiksen (Contrasto, Magnum Photos), Eduardo Castaldo (Acs) stampa Publistampa Arti grafiche Via Dolomiti 12, Pergine Valsugana (Trento) abbonamento annuale ˜ 10 numeri Euro 35,00 ˜ scuole, enti non profit, privati Euro 45,00 ˜ enti pubblici, aziende Euro 60,00 ˜ sostenitore abbonamento biennale ˜ 20 numeri Euro 75,00 ˜ scuole, enti non profit, privati Euro 85,00 ˜ enti pubblici, aziende come abbonarsi bollettino postale c/c n° 28027324 Intestato a: Società Cooperativa Editoriale Etica, via Copernico 1 - 20125 Milano Causale: abbonamento/Rinnovo Valori I bonifico bancario c/c n°108836 - Abi 05018 - Cab 01600 - Cin Z Iban: IT29Z 05018 01600 000000108836 della Banca Popolare Etica Intestato a: Società Cooperativa Editoriale Etica, via Copernico 1 - 20125 Milano Causale: abbonamento/Rinnovo Valori + Cognome Nome e indirizzo dell’abbonato I carta di credito sul sito www.valori.it sezione come abbonarsi Causale: abbonamento/Rinnovo Valori È consentita la riproduzione totale o parziale dei soli articoli purché venga citata la fonte. Per le fotografie di cui, nonostante le ricerche eseguite, non è stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara pienamente disponibile ad adempiere ai propri doveri. Carta ecologica FSC Misto, sbiancata senza cloro, con cellulosa proveniente da foreste certificate in conformità alle norme FSC. Il Forest Stewardship Council (FSC) garantisce tra l’altro che legno e derivati non provengano da foreste ad alto valore di conservazione. Publistampa Arti grafiche è certificata FSC Chain of Custody CQ-COC-000016. I Dal questo mese il prezzo di Valori aumenta: 4 euro a numero, 35 per l’abbonamento annuale, 65 per il biennale. Fino a metà febbraio si può usufruire della promozione di Natale, con regali e abbonamenti scontati (a pag. 40). FABIO CUTTICA / CONTRASTO www.valori.it Anche la rete, per quanto virtuale, ha un’anima materiale. Un operatore all'interno della sala server di Virgilio.it è immerso nei cavi di un computer. Milano, 2001 globalvision 7 fotoreportage. La Rete 8 dossier. Free economy Il sapere di ognuno a disposizione di tutti Bikesharing: mobilità pulita sulle due ruote Condividere il viaggio, nuova vita per l’autostop Baratto graffetta rossa con una casa Dall’Arizona la community mondiale per il riuso Banche del tempo: i conti correnti che non falliscono mai Le nuove reti collaborative Zoes: Zona Equo Sostenibile finanzaetica In Terrasanta la pace ha bisogno di credito Buon compleanno Banca Etica: i primi 10 anni dalla voce dei fondatori Legalità: armi di istruzione di massa Cantone: “Il culto del denaro nella camorra borghese” economiasolidale 16 18 20 21 22 22 24 24 26 28 30 32 35 37 Paul Hawken: “Il bello della crisi, costruire un mondo nuovo” Green Festival: “Change or die” Rifiuti zero: la differenza che fa la differenza Le suore all’attacco delle carte di credito tossiche 42 44 46 48 51 finanzaislamica 55 internazionale Islanda, Ucraina, Pakistan: storie di default Argentina, il giallo dei fondi pensione La Troika del gas spaventa l’Europa Se dieci rigassificatori vi sembrano pochi 56 58 59 61 63 lavanderia 65 altrevoci 66 indiceverde 77 utopieconcrete 78 LETTERE, CONTRIBUTI, ABBONAMENTI COMUNICAZIONE E AMMINISTRAZIONE CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITÀ Società Cooperativa Editoriale Etica Sisifo italia srl Via Copernico 1, 20125 Milano tel. 02.67199099 fax 02.67491691 e-mail [email protected] ˜ [email protected] [email protected] ˜[email protected] Via Don Soldà 8, 36061 Bassano del Grappa tel. 0424.505218 fax 0424.508136 e-mail [email protected] www.sisifo.eu | globalvision | La leva della domanda Per diffondere la ricchezza di Alberto Berrini OME ERA INEVITABILE L’AGGRAVARSI NELLE DIMENSIONI e nel tempo della crisi finanziaria ha condotto l’economia C Provincia MI mondiale a un deciso rallentamento in alcune aree e a una vera e propria recessione in altre. Del resto, a prescindere dalla tempesta finanziaria, il rallentamento era già in atto, per lo meno dai primi mesi del 2008, e la crisi era “di domanda”. Questa si compone di consumi e investimenti che vivono essenzialmente di aspettative. E la crisi finanziaria le ha decisamente indirizzate in senso negativo. Ma il dato strutturale è l’iniqua distribuzione del reddito a livello mondiale che negli ultimi decenni ha premiato profitti e rendite a discapito del lavoro. Si veda in proposito il recente rapporto Ocse “Growing Unequal?: Income Distribution and Poverty in OECD Countries”, che ha drammaticamente fotografato questa situazione in cui si allarga la forbice dei redditi. Salari in discesa e riduzioni fiscali non selettive, dunque a vantaggio dei ceti più ricchi, e il parallelo calo delle prestazioni fornite dallo Stato sociale sono le “vere” cause della recessione in atto. L’indebitamento delle famiglie, in primo luogo quelle americane ma non solo, è stato un modo per non affrontare il problema distributivo ma anzi per trasformarlo in un’ulteriore occasione di profitto per il sistema economico, in particolare per i mercati creditizi. Il rischio è che la crisi si avviti, cioè che crisi finanziaria e rallentamento economico si alimentino vicendevolmente. “Le economie del G7 non sono state travolte da un collasso sistemico della finanza, ma occorre che si riprendano rapidamente dal contagio finanziario – scriveva Giangiacomo Nardozzi su Il Sole 24 Ore del 25 ottobre –. Altrimenti c’è il rischio che il circolo vizioso ricominci dalle banche, questa volta colpite non I salari bassi, le riduzioni dal crollo del castello di carte da loro stesse costruito, ma dalla caduta fiscali a vantaggio solo a catena anche della sana attività produttiva cui hanno fatto credito”. dei ceti più ricchi e il calo A quel punto non si parlerebbe più di recessione o di crisi finanziaria delle prestazioni fornite ma di depressione. Uno scenario improbabile vista la dimensione dal welfare sono le vere degli interventi messi in atto dai governi e dalle autorità monetarie. cause della crisi in atto Ma tali interventi hanno per ora riguardato la crisi finanziaria e non il grave rallentamento dell’economia mondiale. La partita della politica economica è ancora tutta da giocare. Come se ne esce? Non è più il tempo di “leve finanziarie”. “Non c’è molto che Ben Bernanke (foto) possa fare per l’economia. Potrà e dovrà tagliare i tassi di interesse ancora di più, ma nessuno si aspetta che tale mossa possa incidere in modo considerevole oltre a fornire un modesto impulso economico” (Krugmann, La Repubblica, 19 ottobre 2008). Dunque non è più il momento della politica monetaria, ma piuttosto di quella fiscale. Ciò che più serve è la “leva della domanda” che in una fase di aspettative negative può essere più efficace in mano pubblica che privata. In effetti gli incentivi fiscali diretti (in particolare negli Usa) non sono stati efficaci nel rilanciare consumi e investimenti. E questo perché quando lo scenario è troppo incerto, come diceva Keynes, “il cavallo non beve”. È necessario che lo stimolo fiscale avvenga attraverso la modalità della spesa diretta dello Stato. Innanzitutto in investimenti, a partire da quelli in favore della sostenibilità ambientale della crescita economica, ma anche in trasferimenti ai ceti più deboli, sotto le varie forme di ammortizzatori sociali, al fine di garantire loro un reddito che, peraltro, sicuramente spenderanno! Ma la vera politica economica di lungo termine che serve è un maggior equilibrio nella distribuzione dei redditi. In Usa lo hanno chiamato “spread the wealth” (diffondere la ricchezza) secondo il principio citato da Barack Obama nel famoso dialogo con Joe l’idraulico. Se ne parla da molto, è ora di attuarlo. . | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 7 | | fotoreportage | > La Rete foto di Fabio Cuttica / Contrasto I | 8 | valori | nternet di oggi non è la stessa internet di quindici anni fa. La rete primigenia, dopo essersi riconvertita dal militare al civile, era legata al mondo accademico, mentre il suo sviluppo più recente e «democratico» è quello associato ai social network. La connessione permanente, conseguenza dell’evoluzione tecnologica e dell’abbattimento dei costi delle telecomunicazioni, ha scatenato la febbre della socializzazione in rete. Facebook, ad esempio, con i suoi 110 milioni di utenti nel mondo, sta vivendo un vero boom a ogni latitudine. Non poteva mancare l’Italia tra i Paesi più attivi in questo social network: siamo decimi in graduatoria con 1,6 milioni di utenti registrati e un incremento negli ultimi sei mesi di oltre un milione di iscritti. Questo successo non significa che internet in Italia sia una certezza acquisita, «un diritto», come invece viene inteso in altri Paesi, soprattutto del Nord Europa, data l’ineguale diffusione del collegamento in banda larga nel nostro Paese. Non è un caso, infatti, che i social network facciano registrare la loro maggiore diffusione in Olanda e in Inghilterra, anziché negli Stati Uniti. I Paesi Bassi hanno 3,7 milioni di utenti registrati, pari al 36,4% della popolazione, il Regno Unito vanta 10,6 milioni di utenti (29,1% della popolazione), contro i 43 milioni degli Usa (il 23,4% della popolazione). Un dato interessante dei social network è la loro diffusione discontinua anche tra Paesi che hanno caratteristiche di sviluppo similari. In Europa sono circa 178 milioni gli utenti on line ogni settimana, il 55% dei navigatori si collega quotidianamente. La motivazione principale (73%) è tenersi in contatto con amici e parenti (Fonte: EIAA). Nel futuro prossimo venturo si prevede che il traffico in internet aumenterà di 100 volte e rischierà di far collassare la rete. Gli esperti prevedono che entro il 2015 gli utenti connessi saranno cinque miliardi, un incremento che porrà dei problemi di costi e di lentezza, il che significherà dire addio alla banda larga per trovare altre soluzioni, come la trasmissione ottica delle informazioni a ultravelocità. Le ragioni di questa crescita prevista sono dovute all’accesso di India e Cina, ma anche a piattaforme come You Tube, il cinema digitale e il Voip. Una start up tecnologica finlandese ha già la risposta: il web fotonico. Questa soluzione, che usa la fotonica al posto dei circuiti elettrici, eliminerebbeil costo della conversione da segnale elettrico a impulso fotonico che pesa sugli attuali sistemi ottici, garantendo una velocità illimitata, almeno sulla carta. ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | FABIO CUTTICA / CONTRASTO Splendido esempio di riconversione da militare a civile, l’ultimo sviluppo di internet è oggi quello dei social network, spazi interattivi in rete dove incontrarsi e condividere esperienze. In attesa delle nuove trasformazioni della rete, legate alle prossime tecnologie. L’AUTORE Fabio Cuttica è nato a Roma nel 1973. Per due anni ha portato avanti un progetto sull’“emergenza abitativa” in Italia. Il lavoro, “La prima casa”, è stato successivamente premiato come miglior progetto al premio “Canon giovani fotografi 2005”. Attualmente Cuttica si divide tra Roma e il Sudamerica (Bogotà, Colombia e Caracas, Venezuela), documentando tanto l’aspetto politico quanto quello sociale. In Venezuela la sua ricerca lo ha portato a fotografare l’addestramento militare di molti civili, a fronte di una probabile invasione statunitense. I suoi “Guardiani della Rivoluzione”, tuttavia, sono ben lontani dal rappresentare l’ideale di guerriero che l’arte classica ci ha consegnato. Più simili a eroi ed eroine virtuali dei videogames, ciò che emerge nel reportage di Cuttica è proprio la distruzione di quell’ideale e la totale inadeguatezza dell’uomo Un bambino guarda incuriosito un’installazione alla “Fabbrica del gas” della Bovisa. contemporaneo di poterlo incarnare. In Colombia il giovane fotografo e il giornalista Fernando Cardenas hanno seguito per mesi i “desplazados”, realizzando un’ampia documentazione sui contadini sfollati costretti a lasciare case e terre, vittime degli squadroni paramilitari dei latifondisti. Collaboratore del progetto Redattore sociale, recentemente Fabio Cuttica è stato premiato per il reportage “Super-abili”, sui disabili e lo sport. Milano, 2001 > La Rete | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 9 | FABIO CUTTICA / CONTRASTO | fotoreportage | > La Rete Sopra, visitatori allo Smau. A sinistra, dall’alto in basso, un corso di internet riservato agli anziani; il bagno del campus di “Webb 2001”, primo megaraduno italiano di internet; “Italian Party 2001”, dove si sono sfidati più di mille appassionati di videogiochi. Milano / Padova / Firenze, 2001 | 10 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 11 | FABIO CUTTICA / CONTRASTO | fotoreportage | Alcuni momenti di “Italian Party 2001”, l’arena multiplayer all’interno del Palasport dove 1.200 appassionati si sono sfidati on line ai giochi più diffusi. Firenze, 2001 > La Rete | 12 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 13 | FABIO CUTTICA / CONTRASTO | fotoreportage | > La Rete Sopra, il video “Goodnight Moon” di Shivaree trasmesso all’“Italian Party 2001”. A sinistra, dall’alto in basso: una coppia osserva uno schermo in una stanza imbottita del “Webb 2001”; installazione video digitale al Palaexpo durante la “Mostra multimediale”; il laboratorio multimediale “Medialab”. Firenze / Padova / Roma, 2001 | 14 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 15 | dossier FABIO CUTTICA / CONTRASTO a cura di Paola Baiocchi, Andrea Barolini, Emanuele Isonio, Ezio Manzini e Jason Nardi Il sapere di ognuno a disposizione di tutti >18 Bike sharing, mobilità pulita sulle due ruote >20 In viaggio insieme, nuova vita per l’autostop >21 Dall’Arizona la community mondiale per il ri-uso >22 Banche del tempo: i conti correnti che non falliscono mai >24 Le nuove reti collaborative >24 Zoes: Zona Equo Sostenibile >26 Un laboratorio multimediale al Palexpo “Media Lab”. Roma, 2001 Free economy Condividere è possibile Le innumerevoli forme collaborative già realizzate sul web dimostrano che uscire dall’individualismo è facile e anche molto produttivo se tutti lavorano per un progetto considerato un bene comune | 16 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 17 | | dossier | free economy | | dossier | free economy | di Paola Baiocchi è qualcosa di molto umano e molto rivoluzionario che circola in quello che viene chiamato web 2.0: è la possibilità di interagire e di condividere. Comunicare, interscambiare e cooperare sono azioni molto umane: siamo esseri sociali e, in modo collaborativo, riusciamo a raggiungere più facilmente grandi obiettivi. Ma è rivoluzionario che on line si riesca a dare nuova evidenza a questo modo di essere “sconveniente”. Chiariamoci, sconveniente solo perché potenzialmente non consumistico e quindi da tenere in sordina, come tutta un’altra serie di “bestemmie” tipo: il denaro non è necessario, la concorrenza non fa vincere il migliore (ma solo il più forte) e l’unione C’ Qui sotto, un’immagine tratta da “Se vogliamo lo si fa” (01/Quaderni di design dei servizi) idee di servizio basate sulla collaborazione attiva dei cittadini, per il quartiere milanese di Quarto Oggiaro. A cura di Ezio Manzini, Giordana Ferri, Giovanna Vitale. Nella pagina a fianco, uno stand dello Smau 2001 a Milano. fa la forza. La rete è piena di esempi di collaborazione gratuita, che navigatori sconosciuti tra di loro prestano, senza nessun ritorno economico, ma solo perché vogliono dare il proprio contributo ad un “bene comune”, per un interesse più generale. Mettendo la propria conoscenza in un “fondo cassa” a cui chiunque può attingere e può contribuire, come nel caso dell’enciclopedia online Wikipedia, si costruiscono formidabili giacimenti di informazione o efficienti motori di ricerca come Mozilla (vedi BOX ). Allo stesso tempo l’interattività del web 2.0 permette a persone lontane, ma vicine per interessi, di scambiare ospitalità, conoscenze e oggetti, che acquisiscono un valore d’uso, diverso dall’essere merci. In questo dossier abbiamo selezionato alcuni di questi mondi paralleli, in cui la condivisione e la disponibilità verso gli altri sono regola, che crea anche servizi mai inventati prima. Ne abbiamo rappresentato una parte, indicativa di questa forma di collaborazione orizzontale. Che sta anche interessando le scienze sociali. Sociologia delle reti telematiche Della rete vediamo solo la parte che ci riflette. Se oltrepassiamo, come Alice, lo specchio ed entriamo nella sua parte tecnica, troviamo una dimensione grande come le radici di un albero: almeno il dop- | 18 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | FABIO CUTTICA / CONTRASTO Il sapere di ognuno a disposizione di tutti UTENTI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI! «NON CAPISCO GRANCHÉ DI INFORMATICA: come posso creare un sito web con un forum al quale partecipi un gruppo di utenti registrandosi?». Immaginate di aver posto voi questa domanda. Cosa fate per ottenere una risposta? Facile: chiamate un vostro amico che «al computer è un mago». Certo, anche nell’epoca di internet il mondo reale può essere una soluzione efficace. Ma c’è un’altra possibilità. Questa, infatti, è una delle centinaia di migliaia di domande che, ogni giorno, vengono “postate” (scritte su un forum) su internet. Vantaggi? Innumerevoli: potete porla quando volete (senza il rischio di svegliare il vostro amico); potete ottenere una risposta in pochi minuti (a leggere il vostro quesito sono migliaia di “internauti” contemporaneamente); potete ottenere molte risposte (e quindi non un solo punto di vista). E, in più, potete chiedere qualsiasi cosa vi passi per la mente. Certo, non tutto quello che vi risponderanno gli altri internauti deve essere preso come oro colato (ma d’altra parte anche il vostro amico può sbagliare). Avventurarsi, quindi, con un po’ di prudenza nella condivisione del sapere sul web significa aprirsi una porta sul mondo. Anzi: milioni di porte. La creazione di innumerevoli comunità online garantisce l’accesso ad una quantità potenzialmente infinita di informazioni e conoscenza. Si può leggere il saggio di uno scienziato, ascoltare la musica di una band cilena, vedere in diretta una tv indiana o scaricare un software creato con il contributo di tutti gli utenti. Il tutto ad un unico patto: occorre essere in tanti. E più si è, migliore sarà il risultato. Intanto la risposta all’utente che aveva chiesto aiuto è arrivata in sei minuti. Avete amici più veloci? Ecco, nelle schede che seguono (pag. 19 e 20), qualche via per accedere al sapere digitale. Andrea Barolini L’«E-NCICLOPEDIA» CONDIVISA: WIKIPEDIA WIKIPEDIA NACQUE COME IL PRIMO ESPERIMENTO di documentario online «open content», ovvero accessibile (e implementabile) da tutti. In breve, si è trasformato nel più grande progetto mondiale (anch’esso «free») di condivisione di informazioni. Wikipedia è l’enciclopedia del web. Nata nel 2001 da un’idea dell’imprenditore americano Jimmy Donal Wales, è l’unica a «contenuto libero» del mondo, gestita ed organizzata cioè da volontari, senza fini di lucro e alla quale tutti possono contribuire aggiungendo articoli, correggendo quelli presenti o inserendo nuove voci. Un successo planetario: Wikipedia è oggi pubblicata in oltre 200 lingue, consultata 60 milioni di volte al giorno e contiene circa un milione e 800 mila voci (la versione italiana supera le 130 mila). Più di qualsiasi enciclopedia cartacea. Non solo: su Wikipedia sono consultabili anche un archivio di immagini, suoni e filmati con più di 200 mila file (Wikimedia Commons), una collezione di libri di testo (Wikibooks), un dizionario (Wikizionario), un notiziario redatto da giornalisti-utenti volontari di tutto il mondo (Wikinews), un servizio per tradurre gratuitamente documenti e testi (Wikisource) e una collezione di citazioni (Wikiquote). E ovviamente è tutto, rigorosamente, gratis. Insomma, con il contributo di tutti, la condivisione della conoscenza è pressoché infinita sul web. A proposito! Creare un sito internet con un forum è ormai facilissimo, anche per i neofiti del web. Uno dei modi più semplici è usare Altervista (it.altervista.org), piattaforma che offre gratuitamente ai membri della sua comunità un servizio di “hosting” avanzato, completo di tutte le caratteristiche di cui un utente medio ha bisogno. pio della parte fuori dal suolo. Nell’organizzazione dei dati messi a disposizione dagli internauti, si sviluppa la competizione commerciale che le reti collaborative hanno messo in moto come indotto e di cui il web 3, che sarà semantico e basato sulla presentazione di dati associati, sarà sicuramente un’accentuazione. Mariella Berra, docente all’Università di Torino, nel libro Sociologia delle reti telematiche, analizza il rapporto tra reti sociali e reti digitali a partire dalla teoria del “capitale sociale”. Le reti telematiche sono in grado di generare sia un capitale sociale “cattivo” perché orientato opportunisticamente, sia un capitale “buono” perché orientato alla produzione di beni comuni in una logica non mercantile del dono, allo stesso tempo capace di produzioni altamente competitive sul mercato. Per l’autrice le reti telematiche si caratterizzano per la valorizzazione delle libertà individuali e la creatività dei singoli, in una sorta di nuova frontiera democratica. Eppure le competizioni a colpi di milioni di dollari per acquistare piattaforme nate come blog (vedi Murdoch con Myspace) o motori come Yahoo, rimettono al centro dell’attenzione la straordinaria massa di informazioni, anche personali, che affidiamo in forma fiduciaria alla rete e su cui non esercitiamo alcun controllo. Mentre sono in molti a volerli gestire. . | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 19 | | dossier | free economy | | dossier | free economy | PEER-TO-PEER: DAL FILE SHARING ALLE TELEFONATE ONLINE L’OPEN SOURCE: L’«UFFICIO SVILUPPATORI» GLOBALE PEER-TO-PEER, LETTERALMENTE, SIGNIFICA NODO-A-NODO. È, soprattutto, la nuova frontiera del file sharing, utilizzata da centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo. Si tratta della possibilità di condividere i propri file (musica, film, e-books, giochi o qualsiasi altra cosa: basta fare attenzione ai contenuti protetti da copyright) con tutti gli internauti attraverso un software. Ne esistono moltissimi: eMule, Azureus, BitTorrent… Il funzionamento è tanto semplice quanto geniale: ogni volta che un utente di questi programmi richiede un file, il software cerca tra tutti i navigatori in linea quel particolare documento, ma ne preleverà solo una piccola parte da ciascuno (così da non intasare la connessione di un solo computer). E, se si è in tanti, bastano pochi dati da ciascuno per “ricostruire” in fretta l’originale. Sulla tecnologia peer-to-peer si basano anche i VoIP (Voice over Internet Protocol), come il celebre Skype, che consentono di telefonare con il pc senza pagare nulla a chiunque abbia installato il programma sul proprio computer. ALTRO ESEMPIO DELLE POTENZIALITÀ della condivisione del sapere online è l’open source. Si tratta di un sistema destinato ai più esperti, ma dei cui frutti giovano tutti gli utenti. Prende piede quando un’azienda informatica – o anche un singolo – elabora un software in versione “base”, e decide di rilasciare il “codice sorgente”, attraverso il quale chiunque può modificare e arricchire il programma. Il risultato è che migliaia di persone, da tutto il mondo, possono lavorare, insieme, allo stesso progetto: un’enorme catena di montaggio virtuale. L’esempio più eclatante del funzionamento dell’open source è certamente Mozilla, nome in codice del vecchio browser Navigator. Nel 1998 l’azienda proprietaria del software, la Netscape Communication, rilasciò i “sorgenti”. Nacque il Progetto Mozilla, seguito dalla comunità online Mozilla Organization. In breve, grazie al lavoro di gruppo di decine di migliaia di sviluppatori, il browser fu sviluppato sempre di più, tanto da arrivare, oggi, ad essere l’unico vero concorrente di Explorer. Qui a fianco, alcuni esempi di bike sharing. Da sinistra a destra: Barcellona, Roma e Berlino. Ci si iscrive al servizio, si riceve una tessera magnetica o un codice e si può prendere una bici da una delle rastrelliere sparse per la città. SOFTWARE AGGREGATORI: E SUL WEB VA IN ONDA TELE PIANETA TERRA ANNI FA SOCIOLOGI E STUDIOSI che indagano il fenomeno delle nuove tecnologie indicarono una frontiera. Quella della “convergenza digitale”. Immaginarono che, in un futuro prossimo, un unico pc potesse racchiudere in sé tutti gli strumenti multimediali che oggi conosciamo. Forse per arrivare a questo livello manca ancora un po’. Ma molte di queste cose già si possono fare con un normale computer. Grazie al peer-to-peer, sono infatti moltissimi i canali televisivi visibili scaricando (gratis) uno dei tanti software “aggregatori” distribuiti in internet (tra i più popolari ci sono TvAnts, Coolstraming e StreamerOne). Alla loro base c’è il concetto di condivisione tra tutti gli utenti del flusso di dati. Ciascun utilizzatore, infatti, riceve dagli altri una parte dei dati audio e video, e a sua volta ne immette in rete un piccolo segmento. La somma di tutte le connessioni garantisce la visione di praticamente qualsiasi programma trasmesso nel mondo (alle volte anche in modo illegale, come nel caso degli eventi coperti da copyright). Non solo: se poi proprio non potete aspettare la messa in onda, sui canali italiani, delle nuove puntate della vostra serie tv preferita, un’organizzatissima comunità online (www.italiansubs.net) viene in aiuto dei meno abili con l’inglese. È sufficiente iscriversi al forum e scaricare i sottotitoli - in italiano - in un formato che permette di aggiungerli ai video (attraverso programmi appositi come VLC Mediaplayer). Insomma: se avete un computer in casa, una tv con decine di migliaia di canali - e infiniti servizi aggiuntivi - è a vostra disposizione. Con software aggregatori, scaricabili gratuitamente dalla rete, è possibile vedere con il computer qualsiasi programma trasmesso al mondo. LINK UTILI azureus.sourceforge.net www.livestation.com www.italiansubs.net www.wikipedia.it www.mozilla.org www.emule-project.net www.kazaa.com www.coolstreaming.us tvants.en.softonic.com www.toolbank.org www.livemocha.com www.babelteka.org Bike sharing: a due ruote la mobilità è pulita Condividere il viaggio Nuova vita per l’autostop Fanno calare la pancia e la CO2 le biciclette messe a disposizione dei cittadini, per integrare i trasporti pubblici. Viaggi condivisi e passaggi metropolitani al “salto”. La mobilità 2.0 unisce tecnologia e fantasia. L FENOMENO HA CONTAGIATO ORMAI MOLTE CITTÀ IN EUROPA. Ci si iscrive, si prende la bici dalla rastrelliera e, per i primi trenta minuti, si viaggia completamente gratis. Senza emettere nemmeno un grammo di anidride carbonica e buttando giù pure qualche etto di pancia. di Emanuele Isonio Nei centri urbani sempre più intasati di auto e condannati al traffico perenne, tutte le iniziative di condivisione (o sharing) dei mezzi di trasporto è meritorio. Quando lo “sharing” riguarda però le biciclette, è doppiamente benedetto. Un tipo di mobilità, questo, assolutamente ecologico, sostenibile e a costo zero (o quasi) per il cittadino, che, dopo le tradizionali città “pioniere” SITI BIKE SHARING (come Amsterdam e Berlino) sta ormai contagiando molti centri europei, medi e grandi (tra gli altri, Parigi, Roma Lione, Barcellona, Roma e in futuro Londra e Milano). www.roma-n-bike.com Non cambia, almeno nelle grandi linee, il principio di Barcellona www.bicing.com funzionamento: ci si iscrive al servizio, si riceve una tesBerlino sera magnetica o un codice, si prende una bicicletta in www.bahn.de una delle rastrelliere sparse per la città, si paga una somNew York www.nybikeshare.org ma irrisoria per ogni ora di utilizzo (circa un euro). MolParigi to spesso, proprio per incentivare utilizzi brevi e faciliwww.velib.paris.fr tare lo scambio delle bici, la prima mezz’ora è gratuita e I | 20 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | la tariffa aumenta col passare delle ore. Quello che cambia è invece la portata del bike sharing. Il servizio a Roma e Parigi è partito a pochi mesi di distanza: ma se nella Capitale francese il piano Vèlib ha potuto subito contare su dieci mila bici (oggi arrivate a quota 24 mila) su 1.400 stazioni in tutto il territorio cittadino, a Roma si è partiti più “cauti” con 250 bici per 19 postazioni nel centro storico (ma l’obiettivo finale è venti mila dueruote e l’estensione del servizio a tutti i quartieri). Anche Londra si voterà ben presto al bike sharing: sei mila bici dal 2010, 700 milioni d’investimento per quadruplicare i cittadini sui pedali e abbattere del 60% entro quindici anni la CO2 prodotta. A Milano, invece, il piano di fattibilità del servizio è stato realizzato un anno fa dalla Fondazione Cariplo. La proposta è di partire con 120 biciclette in ottanta stazioni per arrivare poi a una flotta di dieci mila mezzi. Nello studio sono indicati anche i “segreti” per garantire il successo al servizio: stazioni capillari, integrate con la rete del trasporto pubblico, manutenzione attenta e frequente, periodica riallocazione delle bici perché siano sempre reperibili, sala di controllo per monitorare il servizio. . N PRINCIPIO ERA L’AUTOSTOP. Poi vennero il car sharing, il car poo- I ling, il mobility manager e l’organizzazione di politiche aziendali e pubbliche per la “mobilità sostenibile”, come l’incentivazione a viaggiare in vetture “a pieno carico” adottate negli Sati Uniti, la high-occudi Jason Nardi pancy vehicles (H.O.V.) che riserva corsie preferenziali alle auto con più di due passeggeri. Le politiche pubbliche in Italia per spostare il trasporto privato e individuale su quello collettivo e pubblico sono ancora deboli e contraddittorie: le nostre città sono sempre più congestionate dal traffico urbano, con conseguenze non solo ambientali, ma anIL RIDE SHARING IN RETE viaggioeconomico.org (versione italiana di ride4cents.com) viaconme.it muoversi.net/ticketone codacons.net/carpool carpooling.it zimride.com (anche su Facebook) goloco.com (anche su Facebook) Piggyback.com (per Android, la piattaforma per cellulari open source di Google) [email protected] oppure tel 02 33001001 dal lunedì al venerdì dalle 13.00 alle 14.00 che sulla salute pubblica (non a caso alcuni sindaci, come quello di Firenze, sono sotto processo perché non avrebbero preso i provvedimenti necessari contro lo smog a tutela della salute dei cittadini). L’Italia continua ad essere il Paese con il più alto rapporto automobili /abitanti: 60 auto ogni 100 abitanti. Non solo: ogni auto trasporta in media 1,2 persone. Basterebbe passare a 1,5 persone per auto e il numero delle vetture circolanti si ridurrebbe del 20%, liberando strade, diminuendo il traffico, smog e i tempi di percorrenza. Ma la nostra classe politica è notoriamente sorda da questo punto di vista, per cui i cittadini si auto-organizzano (sperando che il buon esempio sia contagioso). Spostarsi insieme per risparmiare e inquinare meno Mutuati dai social network negli ultimi due anni sono spuntati nuovi sistemi di “matching” (accoppiamento) tra persone disposte a ospitare passeggeri e viaggiatori che lasciano a casa l’auto o hanno scelto di non possederla. Si parla infatti di ride sharing, ossia di un sistema che facilita l’incontro, stabilito anche poco prima della partenza, tra conducente e passeggero per un unico viaggio, che può essere occasionale o costituire un tragitto ricorrente, locale o anche di lunga percorrenza. Questo sistema è al tempo stesso sem- | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 21 | | dossier | free economy | | dossier | free economy | plice, conveniente e flessibile e si avvale di tecnologie ormai largamente accessibili, come il GPS, la telefonia mobile, internet, i software liberi. In alcuni casi “riassunti” negli strumenti di comunicazione mobile per eccellenza: gli smartphone. In altre parole, si tratta dell’autostop. 2.0: il “passaggio virtuale” è concordato, per cui non occorre stare con il pollice alzato sul bordo della strada, ma si è sicuri di ottenere il passaggio (per i passeggeri) e di condividere le spese (per i conducenti). Nel mondo sono ormai centinaia di migliaia gli utenti, soprattutto in Germania e negli Stati Uniti, ma anche nei Paesi dell’Est, in particolare in Polonia. Il ride sharing in Italia In Italia siamo agli inizi. Oltre a Passatel, trasmissione storica di Radio Popolare di Milano, che dal 1993 scambia “passaggi e messaggi”, lo scorso luglio è nato Roadsharing.com, erede di Viavai, che vantava più di 20 mila iscritti e 35 mila viaggi condivisi. Realizzato dalla fiorentina WebDev.it, utilizza un motore di ricerca geografica per facilitare gli incontri tra gli utenti. Stabilito il contatto, la trattativa avviene via mail o per telefono. L’iscrizione è gratuita. Il conducente dell’auto può chiedere di dividere le spese di viaggio, ma molti si accontentano solo di un cambio alla guida. In Trentino da un anno è in fase sperimentale “Jungo, la strategia della pulce” basato su un sistema di affiliazione (con una tessera dopo essersi registrati su jungo.it), che non richiede né un appuntamento, né una programmazione, né un vincolo di tratta, né un parcheggio iniziale e finale. L’esperimento pilota condotto su 750 “imbarchi” nel giro di 2 mesi ha visto scendere il tempo medio di attesa (TMA) previsto per ciascun passaggio su strade di traffico medio-alto a 6 minuti. Il movimento conta quasi mille aderenti, e ha referenti locali in 11 città del Nord Italia. . BARATTO GRAFFETTA ROSSA CON UN’ABITAZIONE SCAMBIAMOCI DI TETTO DA UN CAPO ALL’ALTRO DEL MONDO È DIVENTATO L’ICONA DEL BARATTO VIA WEB perché in poco più di dieci mesi è riuscito, partendo da una graffetta rossa, a conquistare - di scambio in scambio - una casa in affitto gratis per un anno. Kyle MacDonald è il nome del giovane canadese che ha perseguito con tenacia la sua idea “quello che a me non serve può essere fondamentale per te” . E ha utilizzato al massimo le possibilità del web e del sito californiano craigslist.org. Nato come newsletter nel 1995 per scambiare all’interno di una community eventi e manifestazioni, il sito è poi diventato una bacheca gratuita di annunci ed è letteralmente esploso. Ma non è l’unico: in Italia dal 2006 c’è zerorelativo.it, sito dove barattare, prestare, regalare o offrire servizi; inventato da un gruppo di pesaresi ha ora 2.550 iscritti. Oppure c’è scambiamoci.it, vetrina virtuale in cui gli interessati concordano direttamente modalità di scambio e di spedizione. Ma esistono anche siti per il baratto impresariale, dove cioè sono le imprese che si scambiano beni o servizi senza utilizzare denaro, come sul sito incambiodi.it, attivo anche in molti paesi del Sudamerica. www.zerorelativo.it - www.scambiamoci.it www.craiglist.org - www.incambiodi.it GIRARE IL MONDO DA UNA CASA ALL’ALTRA SENZA PAGARE L’AFFITTO. È possibile attraverso i siti dove si scambiano le case. Molto “frequentati” all’estero, stanno decollando anche da noi. Il meccanismo è semplice: “vorrei visitare il tuo Paese: se tu vuoi visitare il mio ti metto a disposizione la casa, oppure l’automobile, il camper o la barca”. Attraverso un sito internet si conoscono le offerte e sul sito vengono registrati i feedback negativi o positivi, per cui chi non è corretto viene escluso. Si possono scambiare abitazioni oppure offrire ospitalità, che sarà ricambiata. Un mezzo straordinario per fare vacanze-studio sostenibili. C’è anche un altro modo di viaggiare, per cui bisogna avere doti di condivisione e voglia di confronto: è il couchsurfing (letteralmente saltare da un divano all’altro), un servizio di ospitalità gratuita che dal 2004 ha formato una rete di 600 mila viaggiatori in 231 Paesi. Partecipare è facile: da una parte c’è chi mette a disposizione una stanza, un divano o un angolo del giardino dove piantare una tenda e dall’altra ci sono i viaggiatori. Ogni iscritto ha un profilo sul sito che riporta interessi e dati anagrafici. www.scambiocasa.it - www.homeexchange.com www.homeforexchange.com - www.couchsurfing.com LA CASA COME LABORATORIO DI CONDIVISIONE NON POTEVAMO TRASCURARE chi sceglie la condivisione proprio nell’abitare: le esperienze di cohousing si stanno diffondendo in Italia, anche se la partecipazione nel momento del progetto è quasi sempre limitata solo agli spazi comuni. Per conoscere soluzioni molto “spinte” di co-progettazione vale la pena di guardare il sito di design dei servizi sustainable-everyday.net. Ma c’è anche chi sceglie di condividere scopi e visione della vita, oltre che spazi comuni: ci sono le comunità e gli eco-villaggi. Di questi ultimi se ne contano circa una cinquantina in Italia, organizzati nella Rive (Rete Italiana Ecovillaggi) ospitata sul sito ww.sostenibile.org. A livello internazionale la più diffusa rete è Gen, Global Ecovillage Network. www.cohousing-italy.com - www.coabitare.org www.cohousing.it- www.cohousing.org www.sustainable-everyday.net www.gen.ecovillage.org Dai Quaderni di design dei servizi. Qui sopra il progetto di cucina condivisa Cucilab, riutilizzo di spazi ex scolastici a Quarto Oggiaro (Mi). Sotto: YouForMe, “banca del tempo” creata con Sms tra giovani. LE BANCHE DEGLI ATTREZZI C’È CHI HA PENSATO di estendere il concetto del prestito dei libri agli attrezzi e così sono nate le attrezzoteche: martelli pneumatici, betoniere, trapani a percussione vanno forte tra i bricoleur che si scambiano anche informazioni e tecniche costruttive. In Italia ancora non esiste un sito attraverso il quale scambiare attrezzature da lavoro. www.toolbank.org - www.atlanta.toolbank.org www.kk.org/cooltools/archives/000469.php LIVEMOCHA, NELLA RETE (SOCIALE) PER IMPARARE LE LINGUE BABELTEKA, LA BIBLIOTECA DISTRIBUTIVA IN ITALIA SE AVETE BISOGNO DI IMPARARE UNA LINGUA, iscriversi ad un corso non è la sola soluzione possibile. Internet ne offre un’altra. Immediata, innovativa e gratuita. Si chiama LiveMocha ed è un social-network: una sorta di Facebook, messo a punto da una società di Seattle, (Usa), interamente dedicato all’apprendimento delle lingue straniere. C’è anche una chat-line in cui si può parlare con i propri compagni di studio. Un’altra nuova frontiera del web 2.0, applicata al sapere. www.livemocha.com L’idea (ma non il copyright, che non c’è…) viene della California. E inizialmente si chiamava Distributed Library Project: un progetto «free-software» per favorire il prestito di libri, musica e video. BabelTeka è il passaggio successivo (italiano): chiunque voglia, può iscriversi e mettere a disposizione la propria collezione privata, chiedere in prestito romanzi, cd o dvd. Sarete voi stessi ad accordarvi con gli altri utenti per le modalità degli scambi. www.babelteka.org Da Tucson in Arizona una rete mondiale per il ri-uso L’organizzazione Freecycle Network ha evitato che miliardi di oggetti finissero nelle discariche o negli inceneritori. Per partecipare va rispettata una sola regola: ogni scambio deve essere gratuito. di Emanuele Isonio «M In Italia i gruppi finora attivi sono diciassette. Il più grande è quello di Roma con oltre mille iscritti, seguito da Milano e Torino | 22 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | A SE INVECE DI BUTTARE CIÒ CHE NON USO PIÙ, lo donassi a chi, magari, lo può trovare ancora utile?». Dev’esserselo chiesto Deron Beal, un ambientalista statunitense di Tucson (Arizona), quando il 1° maggio del 2003 decise di inviare a una quarantina di amici una mail che annunciava la nascita del Freecycle Network. Da quel momento è nata un’organizzazione dedicata a chi preferisce riutilizzare un oggetto anziché buttarlo via. Al progetto sono ammesse anche le organizzazioni senza scopo di lucro. Il modo per partecipare è semplice: ci si iscrive al gruppo della propria città e, da quel momento, si possono inviare messaggi per oggetti di ogni tipo: vecchi mobili, libri, abiti, le ruote di una bicicletta. Insomma, tutto ciò che potrebbe essere utile a qualcun altro. Va rispettata solo una regola: tutti gli oggetti presentati sul sito di Freecycle vanno offerti gratuitamente. L’idea è dilagata rapidamente: in un quinquennio la rete ha visto l’adesione di oltre 6 milioni di persone distribuite in 4618 gruppi in 85 LIBRI Paesi. Inutile dire quanto ciò abbia giovato, oltre che alle tasche dei partecipanti, anche all’ambiente mondiale, visto che l’iniziativa ha sottratto miliardi di oggetti alle discariche e diffuso la (sana) filosofia dello scambio. In Italia i gruppi finora attivi sono diciassette (il più grande è quello di Roma con oltre mille iscritti, seguito da Milano e Torino). Per iscriversi o per avere tutte le informazioni sull’associazione e sui gruppi basta cliccare su www.freecycle.org. . | ANNO 8 N.65 | Mariella Berra Sociologia delle reti telematiche Laterza, 2007 DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 23 | | dossier | free economy | | dossier | free economy | INUTILE NASCONDERSELO. È nei momenti più difficili, quando la vita ci pone di fronte a sfide inattese e spesso terribili che ci si sente più soli, più spaesati e molto spesso non si ha la lucidità per sapere come uscirne: un problema di alcool, tossicodipendenza o anoressia, un figlio disabile, un parente colpito da una malattia cronica o degenerativa, uno stato di depressione, la difficoltà di elaborare un lutto. Situazioni che, se non prese in tempo, possono provocare gravi conseguenze. Per superarle, sono nati i gruppi di “auto-aiuto”: reti di persone che stanno vivendo situazioni di vita e difficoltà simili o che condividono gli stessi obiettivi. In America sono una realtà consolidata, in Italia sono invece un fenomeno ancora piuttosto sconosciuto, anche se già oggi coinvolgono oltre 30 mila persone. La filosofia di questo strumento è piuttosto semplice: “auto- LIBRI IN NEGOZIO E SENZA APPUNTAMENTO: LA NUOVA ERA DELLA TUTELA LEGALE GRUPPI DI AUTO-AIUTO: LE PROPRIE DIFFICOLTÀ SI VINCONO INSIEME aiuto” significa “aiutarsi l’un l’altro”. Poter conoscere, in un clima informale, chi sta attraversando (o è riuscito a risolvere) gli stessi nostri problemi fa sentire meno soli e ci fa capire che le nostre emozioni o paure non sono né singolari né folli. Confrontandosi con gli altri si assume un ruolo attivo e si apprendono informazioni e soluzioni pratiche. Qualche esempio di associazione di “auto-aiuto”: gli Alcolisti anonimi, la Al-anon (per i parenti di alcolisti), Automutuoaiuto (per affrontare un lutto), la Aism (per aiutare chi è colpito da sclerosi multipla), l’Antea hospice (per le cure palliative ai malati terminali di tumore). Fare un censimento completo di questi gruppi e associazioni è forse impossibile. Un elenco piuttosto ampio è comunque disponibile su Em. Is. www.autoaiutotoscana.org TUTTI DEVONO POTER FAR VALERE I PROPRI DIRITTI: è un principio cardine del nostro ordinamento, ma spesso svuotato di significato. Chi deve risolvere una controversia, grande o piccola, è infatti costretto a pagare salate parcelle solo per ricevere un parere da un avvocato. Da oggi, può però essere sufficiente una passeggiata e fare un salto al “negozio giuridico”. Sono stati aperti a Milano e a Roma (e prossimamente a Napoli, Catanzaro e Olbia) gli sportelli di A.L.T. (Assistenza legale per tutti), un’iniziativa nata dalla mente di due giovani avvocati (Cristiano Cominotto e Francesca Passerini). Una sfida, resa possibile dalle liberalizzazioni contenute nella prima “lenzuolata Bersani”. I negozi sono in sostanza degli studi legali ma a livello strada. Ci sono però due differenze sostanziali: si riceve senza appuntamento e la prima consulenza è gratuita e, nei casi più banali, sufficiente a risolvere il problema. Se è poi necessario andare avanti, vengono prospettati gli eventuali costi, che sono rateizzabili e collegati al risultato raggiunto. www.assistenzalegalepertutti.it Marcel Mauss Saggio sul dono. Forma e motivo dello scambio nelle società arcaiche Einaudi, 2002 Judith Levine Io non compro: un anno senza acquisti, un’esperienza per riflettere sul potere del mercato Ponte alle Grazie, 2006 Il tempo è denaro: ecco i conti correnti che non falliscono mai Aderendo a una Banca del Tempo si scambiano ore di “lavoro” con gli altri correntisti. Si risparmia denaro (un milione di euro annui solo a Roma) e si vede l’altro come una risorsa e non come una minaccia. N TEMPO DI CRISI FINANZIARIE e istituti di credito a rischio bancarotta, c’è un tipo di conti correnti che è al riparo da qualsiasi rischio di crollo. È quello delle Banche del Tempo, un’esperienza affermatasi in Italia negli Anni 90 e ormai diffusa più o meno di Emanuele Isonio in tutte le regioni. La parola d’ordine è “reciprocità”. Un concetto anNella pagina a fianco, dai Quaderni di design cora nuovo nella cultura italica. Gli scambi in questo dei servizi, il progetto caso non consistono in beni e prodotti ma in attività. Ortoinsieme. Come far conoscere Ognuno di noi ha una specializzazione o un hobby: ai bambini di Quarto c’è chi ha le “mani d’oro” per le riparazioni domestiOggiaro i ritmi delle stagioni e la cultura che, chi ama impartire lezioni di musica, chi fa la spedel verde sfruttando sa per sé e non trova nulla di strano a farla anche per le risorse e gli spazi altri, chi adora portare a spasso gli animali, chi è un asso disponibili? I a fare le dichiarazioni dei redditi, chi può riparare i pc. Aderendo a una Banca del Tempo, si diviene correntisti (“tempo-correntisti”, per la precisione). Nel proprio conto-corrente finiscono le ore impiegate a realizzare attività in favore di altri correntisti e si accumulano così crediti di pari valore da spendere nelle prestazioni che più ci occorrono. Altra particolarità di queste banche è che l’unica unità di misura del valore di una prestazione è l’ora: un’ora di pulizia delle verdure vale come un’ora di ripetizioni di diritto pubblico. «Questo tipo di iniziativa crea relazioni interpersonali non esclusive, come quelle familiari, ma aperte a nuove conoscenze. Costruisce legami di solidarietà allargata, basati sulla fiducia, sulla reciprocità, sul rapporto attivo di ogni membro della comunità», spie- Non abbiamo quindi nessuno con cui parlare. Buttare ga Maria Luisa Petrucci, presidente del coordinamento roalle ortiche quanto costruito con fatica in 12 anni samano (www.banchedeltempodiroma.it). rebbe delittuoso e dannoso per il tessuto sociale». Tra le Che il fenomeno si stia allargando lo dimostrano i attività scambiate, al primo posto, le lezioni di lingue dati. Nella Capitale, ad esempio, l’ultima rilevazione straniere, d’informatica e le visite guidate. (aprile 2008) segnala 7918 iscritti (69% Subito dopo, vengono le “facilitazioni alla donne), che si sono scambiati 88.539 ore di LINK UTILI vita quotidiana” (aiuto agli anziani, baby lavori. «A fronte di 250 mila euro di finanOsservatorio sitting, cucito, giardinaggio), «che sono in ziamenti annuali, le casse comunali risparNazionale sulle Banche del Tempo aumento da quando la crisi economica si è miano oltre 1 milione di euro in servizi erowww.tempomat.it acuita». La lista dei lavori da scambiarsi è gati. Ma siamo preoccupati per il futuro: da Associazione potenzialmente infinita. L’unico elemento quando la giunta capitolina è cambiata – nazionale Banche del Tempo essenziale è la volontà di aprirsi al prossidenuncia la Petrucci - il Comune è scomwww.bdtitalia. mo, traendone tra l’altro un vantaggio perparso. Non è stato nemmeno nominato il altervista.org sonale. Anche economico. delegato del Sindaco per i tempi e gli orari. . Chris Anderson La coda lunga. Da un mercato di massa a una massa di mercati Codice Edizioni, 2007 Alfredo Salsano Il dono nel mondo dell’utile Bollati Boringhieri, 2008 Le nuove reti collaborative Migliorare la qualità della vita utilizzando le risorse esistenti. Uscire dalla logica dell’individualismo è facile se alle persone si offrono attività in cui “ci si dà da fare” per risolvere i problemi in collaborazione con gli altri. di Ezio Manzini Politecnico di Milano, Unità di Ricerca DIS-Design e Innovazione per la Sostenibilità, Dipartimento INDACO G iniziative sostenibili “Sono perché non richiedono nuovi materiali o nuovi spazi, ma producono nuova socialità ” | 24 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | RUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE, feste di vicinato, nonni baby sitter, condivisione di cose e spazi esistenti, ristorante in casa, verde di quartiere autogestito, negozi multifunzionali. Questi e tanti altri casi come questi, ci dicono che è possibile migliorare la qualità della vita quotidiana utilizzando prioritariamente le risorse esistenti: risorse umane (gli abitanti, le loro capacità e conoscenze) e quelle fisiche (le cose e gli spazi, le infrastrutture che già ci sono). Ci dicono che, contrariamente ai più diffusi stereotipi, le persone possono rompere la passività, uscire dalla logica dell’individualismo e mettersi in rete per arrivare, assieme, a dei risultati che abbiano valore “per sé e per tutti”. Cioè per ciascuno degli attori impegnati e per la collettività. In questo modo di fare c’è il carattere profondamente creativo dei casi d’innovazione sociale cui qui facciamo riferimento. Essi sono infatti delle attività volontarie, ma non sono il volontariato inteso come il darsi da fare per altri che sono in grave difficoltà. Queste attività di volontariato tradizionale sono certamente importanti e vanno promosse. Ma non è di queste che ci occupiamo ora: ci riferiamo ad attività in cui “ci si dà da fare” per un problema che sentiamo come nostro e che per essere risolto richiede collaborazione con altri. E che, nel risolverlo, produce un bene comune. Una qualità ambientale e sociale che è un bene di tutti. Reti sociali per il bene comune Certamente queste iniziative (che tecnicamente sono da vedere co- | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 25 | | dossier | free economy | | dossier | free economy | me dei servizi e/o delle attività di dinamizzazione sociale) non risolvono ogni problema della vita di un quartiere o di una città. Ci sono problemi che non possono essere affrontati solo con la buona volontà e la capacità di collaborazione dei cittadini (se mancano strade, ospedali, scuole, … occorre che qualcuno li realizzi). Però, ciò che queste iniziative leggere producono non è marginale. La loro esistenza, e quella delle reti sociali che le sorreggono, risolvono una serie importante di problemi. Ma non solo. Rafforzano il tessuto sociale del quartiere e gli restituiscono un identità percepibile. Preparano la componente umana alle iniziative di intervento sulle strutture fisiche, che eventualmente dovrebbero essere attuate. Queste iniziative sono intrinsecamente sostenibili: lo sono perché non richiedono di usare (quasi) nulla di più di quello che già c’è in termini di materiali usati e spazi occupati, mentre producono nuova socialità. Lo sono perché, spesso, portano a rigenerare l’ambiente fisico (condivisione di oggetti e spazi o rigenerazione del verde, …) e perché, sempre, hanno come effetto – diretto o indiretto – la rigenerazione del tessuto sociale. Introdotto questo interessante fenomeno, possiamo chiederci quali siano le sue possibilità di sviluppo. Per rispondere a questa domanda, occorre osservarlo in un quadro più generale. Una convergenza possibile Il fatto che la società contemporanea sia caratterizzata da grandi problemi sociali ed ambientali è un dato di fatto oggi fin troppo evidente. Ciò che invece è assai meno in evidenza sono le sue possibilità. Che ci sono e sono altrettanto notevoli. Nella società contemporanea, infatti, vi è anche un enorme patrimonio di risorse sociali e tecnologiche che, se opportunamente valorizzate, potrebbero dare soluzioni efficaci e sostenibili a molti dei problemi che oggi dobbiamo affrontare. La prima di queste risorse è l’insieme delle capacità e delle competenze diffuse tra coloro che si confrontano tutti i giorni con questi problemi: in un mondo che cambia in fretta, solo chi è a diret- to contatto con i problemi generati da tale cambiamento li conosce davvero e può dare utili idee su come affrontarli. Ed è su questo terreno fertile che nascono le reti collaborative cui si è accennato nel paragrafo precedente (e che questo dossier intende presentare). La seconda risorsa, ancora ampiamente sottoutilizzata è data dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Malgrado tanto se ne sia parlato, la loro potenzialità come strumenti per la soluzione dei problemi con cui la società contemporanea si confronta non è ancora stata veramente espressa. Vi sono però dei segnali promettenti che indicano come queste tecnologie possano essere oggi intese come sistemi abilitanti per inedite forme di servizio e di organizzazione sociale basate sulla capacità e la voglia delle persone di cooperare. Si apre dunque l’eccezionale possibilità di connettere tra loro le due grandi risorse: le capacità delle persone stesse e le opportunità offerte dalle tecnologie. E, così facendo, di rendere pensabile e praticabile una nuova generazione di servizi e di sistemi produttivi basati sulle capacità culturali, sociali e valoriali di cui le persone diffusamente dispongono. Questo testo è l’adattamento delle introduzioni di due pubblicazioni in fase di stampa: Ezio Manzini, Giordana Ferri, Giovanna Vitale Idee di servizio basate sulla collaborazione attiva dei cittadini: se vogliamo lo si fa! Quaderni de Design dei Servizi N1, Milano 2008 Ezio Manzini, Margherita Pillan, Tommaso Buganza, Giordana Ferri Telefoni mobili, servizi digitali e dinamizzazione socioculturale mobili e collaborativi Quaderni de Design dei Servizi N2, Polidesign, Milano 2008 Le pubblicazioni sono il risultato di due laboratori svolti alla Facoltà del Design del Politecnico di Milano, in collaborazione con Milano Metropoli, Telecom Italia e Provincia di Milano. . Zoes: oltre la Rete, la Zona Equo Sostenibile Il nuovo social media al servizio delle realtà dell’economia solidale e della sostenibilità, per formare una grande comunità di condivisione. L di Jason Nardi E COMUNITÀ DI PRATICA SOSTENIBILI e l’economia solidale hanno finalmente un nuovo strumento al loro servizio per amplificare e rendere visibile il loro lavoro e coinvolgere molti più cittadini. I quali, a loro volta, possono scoprire un mondo ricchissimo abitato da Attraverso un sistema di parole chiave sono gli stessi membri di Zoes a inserire e condividere le informazioni sui diversi temi e sulle “buone pratiche” di sostenibilità Nella pagina accanto, dai Quaderni di design dei servizi, il progetto SMSkate per creare uno skatepark, realizzato dai ragazzi del quartiere e gestito dagli utenti, che funzioni come centro di aggregazione giovanile. Sopra, sempre dai Quaderni di design dei servizi, un’iniziativa per condividere prodotti per neonati tra le famiglie. A sinistra, l’immagine del social network Zoes. | 26 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | chi, nei confronti di questa crisi globale – come di quella permanente di un’economia scollegata dalla realtà – sta già trovando soluzioni e pratiche creative e innovative (magari basate su tradizioni popolari, riviste alla luce del nostro tempo) che non sono affette dall’andamento della borsa e che migliorano il benessere materiale di chi le vive. Questo strumento è Zoes.it – il nuovo social media dell’economia solidale e sostenibile. Un facebook dalla faccia diversa Se vi siete fatti prendere da Facebook negli ultimi mesi e avete una vostra community di centinaia di amici “virtuali” su Internet, allora Zoes vi piacerà ancora di più, dal momento che aggiunge altre dimensioni – quello di comunità geografica e di attivismo, per esempio – agli scambi da social network. Se invece non vi siete mai affacciati nel mondo di Facebook, perché non avete tempo da perdere e state lavorando a salvare il mondo (o almeno a rendere migliore la comunità in cui vivete), allora... Zoes fa per voi: questo nuovo sistema di relazioni online ha un approccio finalizzato a collegare in rete chi pratica stili di vita equosostenibili. In altre parole, a favorire l’incontro tra quanti magari vivono nella stessa città e fanno cose simili, ma non lo sanno – oppure a intensificare ed estendere i rapporti tra organizzazioni diverse, che potrebbero trovare terreni comuni di lavoro, o a interagire con quegli enti locali “virtuosi”, che riescono a mettere in moto reali politiche di sostenibilità sul territorio. Le reti sociali incontrano il social network Zoes nasce per fornire una piattaforma al servizio delle realtà dell’economia solidale e della sostenibilità presenti sul territorio, per la formazione di una grande rete di comunicazione e scambio, legata ai principi e alle pratiche di sostenibilità ambientale, economiche e sociali. E così facendo, crea una mappa virtuale e in continuo divenire delle “zone equosostenibili” territoriali esistenti o in potenza, visualizzabile a partire da quello che c’è “intorno a te”, fino alla dimensione nazionale. L’approccio è rivolto ai diversi attori coinvolti: uno spazio - piazza - mercato d’incontro tra individui, associazioni, gruppi d’acquisto solidale, imprese/produttori e istituzioni/enti pubblici. Ovvero, tra consumatori e produttori, ma anche tra produttori stessi – all’interno di una stessa filiera (possibilmente “corta”) – e così via. Questo approccio “organico” di Internet è rafforzato da un altro aspetto importante di Zoes: il contenuto generato dagli utenti. Sono infatti gli stessi membri di Zoes – ognuno “esperto” e competente per il suo campo d’azione – a inserire e condividere le informazioni sui diversi temi e sulle “buone pratiche” di sostenibilità, attraverso un sistema di parole chiave che permette poi di ricercare e correlare i contenuti in maniera pratica ed efficiente. I 10 canali tematici di Zoes (Abitare e costruire, Cibo e agricoltura, Finanza e risparmio, Energia ed ecoefficienza, Politica e partecipazione, Salute e Benessere, Diritti e Reti sociali, Saperi e comunicazione, Viaggio e ospitalità, Produzione e responsabilità) sono alimentati anche da accordi con le maggiori testate di media indipendenti che seguono costantemente questi temi, a partire da Valori. L’aspetto veramente innovativo del progetto è il modo in cui tutti i diversi componenti sono combinati insieme: il network sociale con la mappatura territoriale e con l’e-commerce (chiamato “Buonmercato”), i canali tematici con gli strumenti di partecipazione (come Zoes in azione: gli strumenti per fare campagne di sensibilizzazione a massa critica; lo scambio di risorse e competenze, ecc.) il tutto “condito” con una forte connessione e partenariato con le comunità di pratica esistenti e le organizzazioni nazionali e locali. Non resta che un invito ad “entrare” in www.zoes.it, la zona equosostenibile intorno a te. INFO ZOES È PROMOSSA dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica e dalla Fondazione Sistema Toscana, in collaborazione con Terra Futura, Fa la Cosa Giusta, Valore Sociale, Banca Etica, Valori, Altreconomia, Aam Terranuova e molte altre organizzazioni che stanno diventando partner del progetto. Per informazioni e adesioni: [email protected] . | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 27 | | inbreve | | inbreve | In Terrasanta la pace ha bisogno di credito >30 Buon compleanno Banca Etica. I pionieri raccontano >32 Legalità: Raffaele Cantone racconta la camorra borghese >37 finanzaetica ETHOS: LA PAGA DEI MANAGER DECISA DAGLI AZIONISTI I MISTERI DELLA SOSTENIBILITÀ SHELL E NESTLÈ PRIMI DELLA CLASSE DALL’EUROPA ALLA PUGLIA PER CREARE LAVORO OBAMA CHIEDE UN CODICE ETICO LA CRISI FA BENE AI FONDI ETICI IN UN ANNO IN EUROPA CRESCIUTI DEL 23% PIÙ POTERE AL SUD CON IL NUOVO MASTER DI ETIMOS Agli azionisti delle compagnie non deve essere concesso soltanto di poter votare sul tariffario del CdA ma anche di esprimersi sul sistema retributivo dell’intero management. È l’opinione espressa di recente da Ethos, l’ente ginevrino che gestisce assets “etici” per 1,4 miliardi di euro. Ethos, che da tempo conduce una campagna contro i maxi-compensi ai manager, ha scelto di alzare la voce sulla decisione del governo svizzero di proporre una legge che garantisca agli azionisti un controllo sulla remunerazione del Cda. «Le politiche remunerative spesso non seguono le linee guida internazionali – avevano affermato a Ethos –. In molti casi la variabilità del compenso non è determinata da criteri legati alla performance e gli eventi recenti hanno dimostrato che una cattiva struttura di compenso può avere conseguenze negative». Pur lodando la decisione del governo, l’ente svizzero giudica la proposta non sufficiente a risolvere i problemi del sistema di incentivi. Il diritto di votare su quest’ultimo elemento, sottolinea in particolare Ethos, costituisce un principio raccomandato da tempo dall’OECD e già in vigore in Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Olanda. A settembre Ethos aveva annunciato iniziative di sensibilizzazione sulla campagna per i giusti sistemi retributivi in occasione delle assemblee annuali 2009 dei grandi gruppi elvetici come ABB, Credit Suisse, Nestlé, Novartis e UBS. Da tempo alcune delle più discusse corporation europee svettano misteriosamente ai vertici delle classifiche continentali di sostenibilità. È la denuncia presentata dall’agenzia britannica di consulenza sugli investimenti responsabili Salter Baxter e ripresa dal quotidiano londinese Guardian. La notizia, già di per sé sorprendente, assume toni grotteschi alla lettura dei nomi altisonanti delle protagoniste di queste scelte anomale: British American Tobacco, Royal Dutch Shell, Royal Bank of Scotland, Nestlé e i colossi minerari BHP Billiton e Xstrata. Queste sei corporation, divenute celebri negli anni per essere state al centro di critiche e iniziative di boicottaggio da parte degli attivisti per i diritti umani e per la protezione dell’ambiente (nella foto, un’azione di protesta di Greenpeace nel 2002 nel quartier generale della Nestlé a Vevey, in Svizzera), sarebbero state inserite in un’incredibile Top 50 delle migliori compagnie europee nel campo della responsabilità d’impresa. La rivelazione ha contribuito ad accendere il dibattito sull’attendibilità di alcuni sistemi di valutazione della corporate responsability che, alla luce di una serie di clamorose anomalie, rischia nel peggiore dei casi di assumere il tono farsesco della classica operazione di “greenwashing”. In riferimento alla sorprendente Top 50, Salter Baxter ha sottolineato nel suo ultimo rapporto come i 4/5 delle compagnie inserite in graduatoria avessero effettivamente integrato la sostenibilità all’interno della loro strategia aziendale. Solo 11 compagnie, tuttavia, erano state in grado di superare il test completo di sostenibilità elaborato dagli analisti e comprendente tre criteri: l’impegno con gli azionisti, le strategie di lungo periodo e la capacità di integrare i principi della responsabilità sociale a prescindere dalle pressioni esterne degli attivisti o dell’opinione pubblica. Tra le aziende in grado di rispettare i tre criteri chiave Volkswagen, BASF, Vodafone e Telefónica. C’è la cooperativa Artesan, creata a Bari da un gruppo di Rom. Si occupa di verde pubblico, sgomberi e altri servizi nel quartiere dove sono insediati. Ci sono le 4 giovani donne che si occupavano di babysitting, animazione per bambini, feste tutto pagato in nero, che sono riuscite a costituire una cooperativa e aprire una ludoteca in provincia di Foggia. Sono solo due degli oltre 300 progetti finanziati dalla Regione Puglia grazie ai fondi europei del progetto Sovvenzione Globale. 9,6 milioni di euro stanziati nel 2006 per sostenere l’avvio di nuove imprese o il consolidamento di imprese già costituite. Obiettivo: l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, una categoria quella definita dalle leggi europee più ampia della legge 381: donne in zone economicamente svantaggiate, giovani, disoccupati di lunga data. Circa 30 mila euro per ogni progetto per iniziative di formazione, per l’acquisto di attrezzature, la costituzione delle cooperative. Gestire i fondi e coordinare il progetto è stato compito di Ape (agenzia per lo sviluppo dell’economia sociale), formata da Banca Etica e dal Fondo sviluppo (Confcooperative), e di Coop fond (Legacoop). www.piccolisussidipuglia.it Fuori le lobby, i gruppi di pressione e le corporations. Parte sotto i migliori auspici, almeno per ora, il complesso piano di rinnovamento delle agenzie governative promosso dal neo presidente Barack Obama. Lo ha riferito a novembre il Wall Street Journal. Al centro della nuova regolamentazione, ha spiegato il braccio destro del presidente John Podesta, c’è il delicato tema del fund raising. A Obama spetta un budget di 8,5 milioni di dollari dei contribuenti cui si aggiungono altri 3 milioni e mezzo provenienti dalle donazioni. E proprio su questi ultimi si concentrano le maggiori novità: le donazioni individuali, ha precisato Podesta, non possono superare i 5 mila dollari, i lobbisti abituali sono esclusi dalle attività dell’amministrazione mentre i membri dello staff saranno obbligati ad astenersi dalle attività di lobbying per i prossimi 12 mesi. Per i collaboratori più stretti dell’amministrazione il divieto varrà invece per due anni. Sempre secondo Podesta (che ha sottolineato come fosse costume abituale delle precedenti amministrazioni utilizzare le donazioni delle corporation per finanziare i grandi eventi inaugurali) il cosiddetto Transition Team si compone di circa 450 persone e avrà un costo complessivo di 12 milioni di dollari. La crisi che da tempo colpisce il settore del risparmio gestito europeo non intacca i fondi d’investimento socialmente responsabili che, al contrario dei colleghi “ordinari”, hanno evidenziato una crescita di notevoli proporzioni. È il risultato dell’ultima ricerca presentata da Vigeo, una delle principali agenzie di rating sociale ed ambientale in Europa. L’indagine, che si è concentrata nell’arco di un anno (giugno 2007 - giugno 2008) ha portato alla luce dati inequivocabili: i fondi di investimento responsabili sono aumentati di numero raggiungendo un totale di 537 con un incremento del 23%. Il patrimonio rimane stabile a 48 miliardi di euro mentre la quota Sri sul totale del capitale gestito passa dallo 0,75% allo 0,87%. Tra i mercati protagonisti della crescita si segnala soprattutto la Francia, dove il patrimonio Sri è aumentato del 20%. «Il consolidamento e il processo di diversificazione in atto nei fondi SRI riflettono il grado di maturità del mercato che esprime nuovi bisogni in termini di ricerca» ha dichiarato Nicole Notat, Presidente e Direttore Generale di Vigeo. Proprio la diversificazione rappresenta oggi un elemento in forte espansione. Secondo quanto emerso dalla ricerca il mercato europeo si caratterizzerebbe per l’aumento dei criteri di selezione degli investimenti. Al centro dell’interesse dei gestori, in modo particolare, si segnalano nuovi screening etici e tematici che implicano una valorizzazione del capitale umano e degli stili di vita sostenibili ma anche una nuova attenzione per i mercati emergenti del Vecchio Continente. Si chiama “F4E-Finance for empowerment” il nuovo master di Etimos e Fondazione Choros: una proposta di formazione specialistica sui temi dello sviluppo umano e il ruolo della finanza nel definire e accrescere poteri (e quindi i diritti) della popolazione a basso reddito del Pianeta. Il corso, che partirà a gennaio, rappresenta un’evoluzione e un ampliamento del master in Finanza per lo sviluppo, organizzato con successo per tre anni da Etimos in collaborazione con l'Università di Parma. Le novità principali sono rappresentate dall'ingresso, come partner, di Gtz (l'Agenzia tedesca per la cooperazione tecnica), una delle sigle leader nel mondo della cooperazione allo sviluppo. Nuova anche l’impostazione didattica, che propone un percorso parallelo di riflessione ed esperienza concreta sul campo. Sono previste sei settimane di attività nell’arco di un anno, divise in moduli da una settimana ciascuno organizzati, ogni bimestre, in Italia (Roma, Padova e Palermo) e all'estero (Argentina, Sri Lanka e Namibia). È possibile anche l'iscrizione a singoli moduli. Al di là delle nozioni tecniche, giocherà un ruolo importante anche la comprensione degli aspetti umani e della dimensione multiculturale nelle problematiche di sviluppo locale e nella microfinanza. Previste tre borse di studio per i partecipanti erogate dalla Fondazione Choros. Per informazioni: 049 8755116. | 28 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 29 | ONG & BANCA ETICA: LE FIDEIUSSIONI IN PALESTINA BENEFICIARIO NUMERO PROGETTI CREDITI DI FIRMA DELIBERATI A.C.S. 1 2 G.V.C. 1 2 UCODEP 1 2 PROGETTO SVILUPPO 1 2 CREDITI DI FIRMA CONSEGNATI 3.000,00 75.000,00 4.600,00 115.000,00 4.000,00 100.000,00 124.852,50 4.994,10 € 431.446,60 TOTALI ONG & BANCA ETICA: LE FIDEIUSSIONI IN LIBANO BENEFICIARIO In Terrasanta la pace ha bisogno di credito Per un’istituzione finanziaria operare in un’area di conflitti è peggio di un maremoto. In Medio Oriente, Banca Etica ha scelto di sostenere i progetti di Ong italiane. alla bellezza dei propri sogni» ripeteva Eleanor Roosevelt. Un’idea che ha guidato le sue attività a sostegno dei diritti delle donne e che andrebbe tenuta a mente da chi lavora in contesti difficili, anche nel settore delle istituzioni finandi Emanuele Isonio ziarie. Se poi il loro intervento punta a sostenere il lavoro di centinaia di donne in una delle terre storicaUn progetto realizzato da ACS-Associazione mente più piagate dai conflitti come la Palestina, quella di cooperazione allo Sviluppo con Banca frase assume i contorni di un appello. Quello che stiamo Etica e il Consolato per raccontarvi è l’intervento di Banca Etica in Terra Sanitaliano a Gerusalemme. ta: azioni concrete e la speranza di realizzare un sogno. NelPalestina, 2007 la consapevolezza che - come dice il vicedirettore della LINK UTILI banca, Gabriele Giuglietti, citando il giudice Rosario LivaArab Center tino - «di fronte all’Onnipotente non ci sarà chiesto quanfor Agricultural to siamo stati credenti ma quanto siamo stati credibili». Development «I L FUTURO APPARTIENE A CHI CREDE www.acad.ps Palestinian Agricultural Rural Developement www.pal-arc.org Negev Institute for Strategies of Peace and Development www.nisped.org.il | 30 | valori | Uno tsunami sociale Banca Etica è già stata impegnata in situazioni d’emergenza. Dopo il maremoto nel Sud-est asiatico nel 2004 ha gestito cinque milioni di euro per attività di credito, capitalizzazioni e assistenza tecnica alle istituzioni di microfinanza e alle banche di sviluppo locali. Ma quando ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | le emergenze sono dovute a conflitti decennali è diverso: «Nello Sri Lanka si era verificato un fenomeno naturale. In Palestina invece ci siamo trovati di fronte a uno “tsunami sociale”, con effetti di lungo periodo - spiega Giuglietti -. In un simile contesto servono risposte d’emergenza ma anche ricostruire le relazioni per riportare la fiducia». La situazione è peggiorata dopo la vittoria elettorale di Hamas nel 2006: l’affermazione del partito fondamentalista ha provocato il blocco dei trasferimenti alla ANP (l’Autorità nazionale palestinese) dalla comunità internazionale e da Israele. In una realtà in cui tutte le famiglie palestinesi hanno almeno un familiare dipendente dell’ANP, le conseguenze sono intuibili. Il 95% delle attività commerciali di Gaza ha chiuso per l’impossibilità di approvvigionarsi. Oltre 75 mila lavoratori sono rimasti senza lavoro. Il tasso di povertà ha superato il 60% (e raggiunge l’85 nella Striscia di Gaza), il 30% è sotto la soglia di povertà estrema. E l’assenza di entrate certe ha messo in ginocchio le istituzioni di microfinanza che operano nelle zone rurali attorno a Gaza e in Cisgiordania: nove organizzazioni che da anni finanziano piccole attività agricole dell’area. Proprio qui si colloca l’intervento di Banca Etica. Su ri- NUMERO PROGETTI CREDITI DI FIRMA DELIBERATI UCODEP 3 6 R&C 2 4 ARCS 3 6 GVC 4 8 CISP 2 4 CTM Lecce 1 2 INTERSOS 2 4 CRIC 1 2 MOVIMONDO 2 4 PROGETTO SVILUPPO 1 COSV 3 TOTALI 23 PARC PALESTINIAN AGRICULTURAL RELIEF COMMITTEES SVILUPPO RURALE, PROTEZIONE AMBIENTALE e rafforzamento del ruolo femminile: sono gli obiettivi della Parc, fondata nel 1983 da un gruppo di agronomi per il deterioramento dell’attività agricola nella valle del Giordano e nella West Bank, occupate dall’esercito israeliano. Dal 1990 ha lanciato un programma rivolto alle donne per la vendita locale di prodotti agricoli tipici. Il progetto ha coinvolto il circuito del commercio equo per le esportazioni. In collaborazione con Ctm Altromercato, esportano cous-cous, mandorle, olio d’oliva e datteri prodotti a Gerico e nella Striscia di Gaza. Gli agricoltori coinvolti sono 1300. ACAD ARAB CENTER FOR AGRICULTURAL DEVELOPMENT ACAD È UN’ORGANIZZAZIONE PER LO SVILUPPO, nata nel 1988 che opera con le microimprese nelle aree rurali e più depresse della Palestina. L’obiettivo è garantire l’indipendenza economica e la sicurezza alimentare per le fasce povere della popolazione e di promuovere una loro partecipazione attiva nelle sfere politiche, economiche e sociali del Paese. Dal 2003 ha esteso l’attività creditizia anche a tutti i settori economici, con esclusione dell’edilizia. Tre i tipi di prodotti: micro finanziamenti biennali fino a 3 mila dollari, prestiti quadriennali tra i 5 mila e i 15 mila dollari e coperture finanziarie per le cooperative operanti nelle aree rurali. 6 CREDITI DI FIRMA CONSEGNATI 7.759,91 193.997,76 9.610,58 240.264,56 2.045,20 51.130,00 9.013,37 225.334,25 9.724,32 243.108,00 8.460,00 211.500,00 7.692,96 192.324,00 1386,00 34650,00 8.814,10 220.352,50 9.338,34 233.458,50 1.212,20 30.305,00 5.995,24 149.880,89 7.968,00 7.340,00 183.500,00 199.200,00 9.290,66 232.266,50 9.258,08 231.452,00 7.725,74 193.143,50 9.175,46 229.386,50 9.510,20 8.132,40 237.755,06 203.310,16 9.242,90 231.072,50 185.636,12 1.880,00 41.500,00 7.467,06 186.676,43 € 4.538.246,95 Dopo la vittoria elettorale di Hamas del 2006, i fondi internazionali sono stati bloccati. In Palestina, il tasso di povertà ha superato il 60% con punte dell’85% | FONTE: UFFICIO CREDITI BANCA ETICA – AGG. GIUGNO 2008 | finanzaetica | FONTE: UFFICIO CREDITI BANCA ETICA – AGGIORNAMENTO AL 29 APRILE 2008 EDUARDO CASTALDO / ACS | finanzaetica | finanza etica nel mondo/3 | chiesta del direttore di Acad (Arab Center for Agricultural Development) Samir Barghouti, nel luglio 2007 ha organizzato una “missione valutativa” a Gerico, Tulkarem, Qalqilya. Luoghi noti per attentati, dove però esistono germogli di speranza che vanno aiutati. «Volevamo verificare direttamente la reale condizione delle istituzioni di microfinanza palestinesi - prosegue Giuglietti -. È stato essenziale il contributo del Patriarcato di Gerusalemme e del locale movimento dei focolarini, dei preti missionari di Verona, di una fondazione laica veneta e di altre Ong. Ad esse si sono aggiunti organismi cooperativi e di ricerca israeliani che ci hanno chiesto di agire da “ambasciatori” in quel difficile contesto». Una rete di contatti che ha permesso di individuare due istituzioni che meritavano sostegno: Reef (finanziaria della Ong Parc, Palestinian Agricultural Rural Developement) e Acad (vedi BOX ). È stato deliberato un primo finanziamento di 75 mila euro a Reef che ha permesso di sostenere alcune cooperative di donne nella produzione di prodotti alimentari non deperibili (mais, cous cous, mandorle, datteri), commercializzati con il marchio Fairtrade. Presto sarà erogato anche il secondo finanziamento (di pari importo) in favore di Acad. «Le motivazioni del nostro intervento sono state ovviamente collegate all’emergenza in atto. Ma abbiamo valutato la credibilità delle proposte e la capacità delle due organizzazioni di controllare i crediti e la loro solidità organizzativa». Un sogno di banca Gli interventi in Medio Oriente di Banca Etica non si esauriscono con Reef e Acad. In Palestina sono stati garantiti 431 mila euro in fidejussioni per le attività di quattro Ong italiane (Acs, Ucodep, Progetto sviluppo e Gvc). In Libano, dopo l’emergenza scoppiata nel 2006, hanno ricevuto garanzie (per 4,5 milioni) le undici organizzazioni del nostro Paese, che hanno potuto sviluppare ventitré progetti (vedi TABELLE ). Accanto a tali iniziative, un’altra, ancora più ambiziosa: aiutare la nascita di due banche di credito cooperativo, una in ciascun lato del muro che divide Palestina e Israele. In Palestina, il percorso prevede di utilizzare la finanziaria della Ong Parc come “nucleo” per il futuro istituto bancario. In Israele, l’idea arriva da Yehudah Paz, presidente del Negev Institute for Strategies of Peace and Development (NISPED) e membro del board dell’unione dei kibbutzim (che riunisce 120 mila persone, realizza il 40% della produzione agricola e il 10% di quella industriale per 2 miliardi di fatturato). «Nel giugno 2007 ci ha chiesto di avviare un percorso per giungere alla creazione di una banca cooperativa nel suo Stato in cui finora esistono solo istituti commerciali», spiega Giuglietti. Un percorso bicefalo perché al momento non si può creare una banca che veda tra i propri soci, insieme, israeliani e palestinesi. «In prospettiva però – spiega Fabio Salviato, presidente di Banca Etica - le due banche potranno collaborare tra loro, associandosi alla futura banca etica europea. Per ora è un sogno che in tre anni potrebbe diventare realtà». . ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 31 | | finanzaetica | 1999-2009 | | finanzaetica | i soldi della “Tenevamo campagna per il disarmo in un conto Bnl, una Buon compleanno Banca Etica I primi 10 anni dalla voce dei pionieri delle più coinvolte nei finanziamenti delle armi. Capimmo allora che non si poteva essere neutrali verso i temi della finanza ” L’assemblea nazionale della Cooperativa Verso la Banca Etica a Brescia il 16 novembre 1996. La cooperativa era stata costituita dalle associazioni fondatrici per raccogliere il capitale e preparare la nascita vera e propria della banca. Brescia, 1996 degli armamenti. Capimmo che non si può essere neutrali a quanto accade nel mondo della finanza». Si innescò un immenso cortocircuito che percorse tutto il Terzo settore. «Bisognava occuparsi di finanza etica. Serviva uno strumento per sostenere le iniziative in favore dell’ambiente, della solidarietà, dell’eticità delle azioni», spiega Franco Zecchinato, ex presidente dell’Aiab, oggi Presidente della Cooperativa agricola El Tamiso. UANDO JACK NICHOLSON RITIRÒ L’OSCAR appena vinto per “Qualcuno volò sul nido del cuculo” disse sarcasticamente: «Lo dedico a tutti quelli che mi dicevano che tentare la carriera d’attore sarebbe stato un pessimo affare». Quando Papa Giodi Emanuele Isonio vanni XXIII lanciò l’idea di aprire il Concilio Vaticano II che rivoluzionò la vita della Chiesa, in Curia si sollevarono ondate di dubbi. La nascita di Banca Etica non fu accolta tanto diversamente: lo scetticismo aleggiava anche sopra di lei. Molti economisti ed esperti dubitavano dell’iniziativa. Costruire dal basso una banca suonava assurdo: «Non c’è molto denaro circolante», «Non siamo in una fase di espansione economica», «Non potete competere con i colossi del credito», dicevano. Era il 1999. A distanza di un decennio, quella che ai più appariva la scelta azzardata e velleitaria di ventuno folli, ha messo radici sane e robuste e si è rivelata opportuna e vincente. Q Un humus favorevole Lo scetticismo avvolgeva il progetto. «Tutti gli esperti a cui avevamo chiesto pareri dubitavano della nostra iniziativa», ricorda Giovanni Ac- quati, allora presidente della Mag 2 di Milano. «Il mondo accademico valutava l’operazione con toni scettici. L’unico che ci diede fiducia fu l’economista Stefano Zamagni», racconta Fabio Salviato, presidente di Banca Etica. E Fabio Silva, all’epoca segretario di Fiba Brianza, oggi vicepresidente di Banca Etica, ammette che «anche gran parte del mondo sindacale era convinto che nel confronto con i giganti bancari italiani ed esteri avremmo perso in partenza». Eppure attorno all’idea di contribuire alla nascita di un istituto bancario per il Terzo settore c’era caparbietà e passione. «Un humus favorevole» lo definisce Salviato. Cooperative sociali, Ong e associazioni non profit avevano difficoltà a ricevere credito dai canali finanziari tradizionali e questo ne impediva lo sviluppo. La vita delle Mag (le Mutue di Auto Gestione, nate per raccogliere e utilizzare capitale privato in progetti cooperativi) venne invece resa più difficile da una legge del ‘91 (la 197), dalla successiva decisione di Bankitalia e da un decreto legislativo del 94: imponevano un capitale sociale minimo di un miliardo di lire, l’iscrizione all’ufficio italiano cambi e vietavano alle cooperative finanziarie la raccolta di capitale attraverso depositi sociali. Alcune Mag sospesero le attività. Altre chiusero del tutto. «È arrivato il momento di pensare a una ARCHIVIO BANCA POPOLARE ETICA È nata nel 1999 tra lo scetticismo generale, per rispondere alle esigenze del Terzo settore e per proporre una finanza alternativa. I fondatori raccontano: da dove si è partiti, dove si è arrivati e quali sono oggi le sfide. banca vera e propria» si dissero i responsabili di varie Mag. E infatti alla fondazione della Banca Etica presero parte cinque di queste realtà. Motivazioni pratiche e necessità di superare problemi contingenti si unirono poi a questioni ideali, forse ancor più rilevanti. «Nel 1995 – ricorda Ugo Biggeri, dieci anni fa presidente di Manitese, oggi presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica – uscì il primo rapporto sulle transazioni di armi, imposto dalla legge 185/90. Scoprimmo così che la banca in cui tenevamo i soldi per la campagna anti-mine (la Bnl, ndr) era tra le più coinvolte nel settore Un’utopia su binari concreti Ma a dieci anni di distanza da quella scelta, che valutazione dare del percorso fatto? «Banca Etica – commenta l’attuale presidente delle Acli, Andrea Olivero – nacque per dare forza al mondo della finanza etica e, se oggi il tema si è diffuso tra i consumatori, molto del merito è suo. Già solo per questo la sua esperienza è positiva. Non a caso oggi molte altre banche hanno lanciato iniziative di tipo etico». L’entusiasmo per quella scelta non sembra scemato e nessuno si è pentito: «Per noi che vedevamo le banche come il Regno del demonio, occuparci di un istituto di credito è stato un salto importante», dichiara Franco Zecchinato. «Siamo riusciti a superare l’idea della banca tradizionale interessata solo ai profitti, creandone una che si preoccupa di dove finiscono gli investimenti», aggiunge Luigi Bobba, ex presidente di Acli, oggi deputato del Partito Democratico. «Ha indirizzato l’utopia verso binari assai più concreti», sottolinea Ugo I FONDATORI DELLA BANCA UNO PER UNO ACLI (ASSOCIAZIONI CRISTIANE LAVORATORI ITALIANI) www.acli.it Circoli, servizi, imprese, associazioni per il lavoro e la cittadinanza attiva, contro l’emarginazione e l’esclusione sociale. 3,5 milioni di utenti, 980 mila iscritti, 4 mila circoli, 105 sedi provinciali, 21 regionali. | 32 | valori | AGESCI (ASSOCIAZIONE GUIDE E SCOUT CATTOLICI ITALIANI) www.agesci.org “Vedere i giovani come protagonisti autentici della propria crescita civile” è il suo principio fondante. Nata nel 1974 conta più di 177 mila soci dagli 8 anni in su: lupetti, coccinelle, esploratori e capi. ANNO 8 N.65 | ARCI (ASSOCIAZIONI RICREATIVE CULTURALI ITALIANE) www.arci.it La più grande associazione sociale europea (1,2 milioni di soci e 6500 circoli) ha compiuto mezzo secolo nel 2007. Finanza etica, attività ricreative, diritti civili e integrazione culturale. DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | ASSOCIAZIONE BOTTEGHE DEL COMMERCIO EQUO SOLIDALE www.assobdm.it Dal 1991 coordina le cooperative e le botteghe equo-solidali. 126 organizzazioni non profit e 220 punti vendita. Molte le campagne di informazione sul commercio alternativo. ASSOCIAZIONE ITALIANA AGRICOLTURA BIOLOGICA www.aiab.it Se oggi i valori dell’agricoltura biologica non sono più per pochi eletti il merito è anche di Aiab, che da 20 anni lavora per la conversione ecologica dell’ambiente rurale, attraverso attività di ricerca, formazione e divulgazione. CONSORZIO GINO MATTERELLI (CGM) www.cgm.coop Un’organizzazione che riunisce 81 consorzi e 1200 cooperative, che danno lavoro a 35 mila persone di cui 9 mila soggetti svantaggiati. Obiettivi: servizi di qualità, prezzi accessibili, promozione del benessere collettivo. COOPERATIVA OLTREMARE www.coopoltremare.it Raccogliere il risparmio tra le famiglie per sostenere il commercio equo e i meccanismi produttivi rispettosi dell’ambiente e dell’uomo. È la filosofia con la quale la cooperativa, nata nel 1991, ha contribuito alla nascita di Banca Etica. COOPERAZIONE TERZO MONDO (CTM-ALTROMERCATO) www.altromercato.it 130 cooperative impegnate nello sviluppo dell’economia solidale nel Sud del mondo. Ctm è sinonimo di prodotti equosolidali, diffusi in 350 Botteghe, supermercati, negozi bio e mense. CONSORZIO ETIMOS (EX CTM-MAG) www.etimos.it Nato nel 1999 dall’ex Ctm Mag, volta pagina, guardando all’ambito internazionale. Raccoglie risparmio in Italia e lo investe in progetti di microfinanza e in favore di cooperative di produttori dei Paesi in via di sviluppo. EMMAUS ITALIA www.emmaus.it Molti conoscono l’Abbè Pierre, religioso e partigiano francese. Fu lui a fondare nel 1949 il movimento Emmaus, per aiutare poveri e senza tetto. Oggi sono 306 i gruppi ufficiali in 35 Paesi del mondo. Emmaus Italia ne conta 13 in 7 regioni. | ANNO 8 N.65 FIBA - CISL BRIANZA www.fiba.it I suoi 83 mila iscritti tra i lavoratori di banche, assicurazioni e settore parabancario fanno di Fiba Cisl il sindacato più rappresentativo nel settore finanziario, che da mezzo secolo si rivolge a tutto il mondo della finanza. | GRUPPO ABELE www.gruppoabele.org Droghe, aids, alcolismo, immigrazione, carcere, prostituzione, emarginazione, malattie mentali sono i drammi che cerca di contrastare fin dal 1965 con servizi d’accoglienza e promuovendo la cultura della solidarietà. DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 33 | | finanzaetica | DAL PASSATO AL FUTURO: PARLA FABIO SALVIATO, PRESIDENTE DI BANCA ETICA Il fermento degli anni ‘90 ha dato forza a diverse esperienze dell’associazionismo. Prodromi di una banca etica? Quando nel 1995 si è costituito il Forum del Terzo Settore era matura la consapevolezza di dover creare le sinergie per essere una vera forza alternativa. Mancava uno strumento finanziario che permettesse di operare con maggiore indipendenza al settore. Biggeri. «Ha permesso al Terzo settore di confrontarsi col mercato e le sue regole», dice Andrea Olivero, attuale presidente Acli. «Si è fatta portatrice di una critica verso i meccanismi perversi della finanza. “L’interesse più alto è quello di tutti” dicevamo. Oggi la crisi dei mercati dimostra che il problema era reale e chi diceva il contrario ci sbatte il muso», aggiunge Fabio Silva. Una banca non fu una scommessa un po’ azzardata? I numeri della crescita parlano chiaro. Scommessa vinta? In questi 10 anni si è affinato lo strumento utilizzato. Siamo passati da un istituto che faceva riferimento a 4 universi (cooperazione internazionale, sociale, ambiente e cultura) al sostegno di un’economia civile, anche il biologico, le energie rinnovabili e la responsabilità sociale d’impresa. Oggi siamo anche la banca del cittadino socialmente responsabile, con un’attenzione alle fasce deboli. Se fossimo rimasti fermi sugli obiettivi che ci eravamo dati all’inizio saremmo forse già scomparsi o imprigionati in un’esperienza di nicchia, senza futuro ma con un glorioso passato. E invece c’è un futuro. Come sarà? Siamo alla vigilia della creazione della prima banca etica europea. Ce lo chiedono le reti sociali europee di cui facciamo parte e siamo l’unica realtà che può ambire a trasformarsi in esperienza internazionale. L’evoluzione del pensiero che in questi anni ci ha distinto – l’etica nell’economia, la finanza al servizio dell’economia reale, la trasparenza delle attività - oggi premia il nostro progetto. La crisi in atto dà ragione al nostro percorso e ai valori che abbiamo declinato in concrete pratiche economiche. Una ragione che ci chiede ancora maggiori responsabilità nell’affermazione di un modello di sviluppo sostenibile. Nonostante le lodi non è scomparsa la capacità di evidenziare i problemi e di sviluppare riflessioni per rafforzarsi. «Banca Etica non deve assolutamente farsi attanagliare dal conservatorismo come altri istituti di credito – consiglia Ferrante, attuale presidente di Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) –. Deve saper prevedere cosa avverrà fra cinque anni e predisporre gli strumenti finanziari adatti ai vari settori dell’economia solidale. Prendiamo l’agricoltura biologica, dove gli investimenti sono irrisori». E Franco Zecchinato, attuale presidente di Aiab Veneto, aggiunge: «Per intercettare le proposte di progetti e finanziamenti in quel settore dovrebbe predisporre offerte e servizi come per le energie rinnovabili». Altro tema “caldo”, la necessità di aumentare la capacità dell’istituto di offrire credito. Una limitata capacità d’intervento è da più parti giudicata un freno allo sviluppo della banca. Ma come risolvere il problema? «Serve una rete finanziaria tra soggetti equosolidali, come le Mag – propone Acquati – sul modello della Cassa dell’economia solidale del Quebec (www.desjardins.com ndr)». C’è chi invece ipotizza scelte più ardite. Secondo Bobba «è il momento di pensare ad alleanze con gruppi bancari tradizionali, come banca Prossima del gruppo Intesa. Dobbiamo accettare le sfide impegnative. I rischi ci sono ma con le dovute precauzioni la scommessa può essere vincente». Molte le perplessità su tale proposta: «Attenzione ad annullare le specificità di Banca Etica», ammonisce Andrea Olivero. Mentre Fabio Silva sottolinea la necessità di «fare alleanze tra pari e con soggetti omogenei». Ed ecco che la realtà si intreccia nuovamente con il sogno: «Il 28 Novembre – spiega Salviato – abbiamo svolto un incontro per lanciare il progetto della Banca Etica Europea da compiere entro un anno. Un progetto a trazione mediterranea, perché il gruppo dei pionieri sarà composto da Italia, Francia e Spagna. Ma si aggregheranno poi altre realtà. Può essere questa la nuova utopia del XXI secolo». . I FONDATORI DELLA BANCA UNO PER UNO | 34 | valori | MAG VENEZIA www.magvenezia.it Dal 1992 finanzia le attività culturali nel territorio di Venezia e provincia, raccogliendo il risparmio dei propri soci. I progetti più numerosi riguardano la cooperazione sociale, il volontariato e la promozione della cultura. ANNO 8 N.65 | MANI TESE www.manitese.it Nata nel 1964, Manitese ha finanziato oltre 2100 progetti in tutto il mondo per incentivare l’autosufficienza e l’autodeterminazione delle comunità locali. Nuovi rapporti tra i popoli, giustizia e solidarietà sono le sue parole d’ordine. DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 Armi di istruzione di massa Le sfide aperte La nascita di Banca Etica segna l’apertura di mondi considerati di sola solidarietà, negli anni in cui il Terzo Settore decise di professionalizzarsi. La finanza etica era uno strumento per le migliaia di imprese socialmente responsabili non bancabili. Abbiamo risposto a una necessità. MAG2 FINANCE MILANO www.mag2.it Negli Anni 80, mentre lo yuppismo imperava, si concentrava sugli ambiti del sociale, dell’ecologia, del consumo consapevole. Eroga finanziamenti per i progetti del mondo “non profit” di solito esclusi dal credito tradizionale. | contro l’illegalità | finanzaetica | | OVERSEAS www.overseas-onlus.org Sierra Leone, India, Cile, Brasile: tutti teatri nei quali dal 1971 realizza progetti di sviluppo nei settori agricoloartigianale, dell’educazione sanitaria di base e della solidarietà a distanza, collaborando con gruppi e Ong locali. UNIONE ITALIANA SPORT PER TUTTI www.uisp.it I legami tra il diritto allo sport e salute, qualità della vita, educazione, socialità sono più stretti di quanto si pensi. Uisp ne è convinta. E con lei il suo milione di soci e le 14 mila società sportive e circoli ad essa associati. UNIONE SINDACALE TERRITORIALE CISL BRIANZA www.cislbrianza.it Il secondo sindacato confederale per numero di iscritti: oltre 4 milioni. I suoi strumenti: contrattazione, concertazione, tutela individuale, partecipazione. In Brianza conta 12 sedi La pagoda moderna di Al-Bab: sede e simbolo del progetto di riqualificazione dell’area Tribunali-Castellammare, nel centro di Palermo, della cooperativa ALI e del consorzio SALI. A metà novembre hanno subito un atto intimidatorio. Usura, pizzo, appalti truccati, traffico di rifiuti, infiltrazioni mafiose. Per combatterle lo Stato deve essere al fianco dei cittadini. Le armi: giustizia, presenza sul territorio, un’alternativa sociale. Ma, soprattutto, cultura della legalità. C’è la via giudiziaria, imprescindibile ma spesso lenta, farraginosa e, per questo, vulnerabile. C’è il lavoro delle forze dell’ordine. Ci sono le scuole, che dovrebbero educare al rispetto delle regole. Ci sono le asdi Andrea Barolini sociazioni, che svolgono un ruolo sempre più importante, in prima linea. Ma in un Paese in cui VIVERE A RATE quattro regioni su venti hanno ancora buona parte del LE PROSSIME DATE loro territorio nella mani di una criminalità che si è fatta ormai Stato nello Stato, evidentemente, non basta. Quello che ancora oggi deve cambiare, in Italia, è la mentalità. È questa la vera sfida: combattere la cultura 2-3 dicembre omertosa e familista con quella della solidarietà. La diPontedera fesa del “privilegio” di un posto di lavoro al servizio di 4-5 dicembre Poggibonsi un boss con un’alternativa concreta. Il degrado con lo sviluppo. E, soprattutto, la superficialità con l’impegno. 10-11 dicembre Figline Valdarno Vanno in questa direzione le tante iniziative che nei 13 dicembre prossimi mesi terranno alta la guardia in tutta Italia. E Bucine vanno in questa direzione anche due eventi che vedono 16 e 17 dicembre come protagoniste la Toscana e la Campania. Due rePrato gioni molto diverse tra loro, ma entrambe alle prese con In occasione della Festa problemi annosi e complessi. C della Legalità promossa da Regione Toscana INFO www.media.unisi.it /viverearate I SONO MOLTI MODI PER COMBATTERE L’ILLEGALITÀ. In Campania «facciamo arrabbiare la gente» Qualche settimana fa, nel cuore di Napoli, la parte sana della città si è stretta attorno a Raffaele Cantone, | magistrato da anni in prima linea nella lotta alla camorra. Centinaia di persone: uomini e donne, giovani e anziani, che hanno scelto di passare una domenica mattina nel cinema American Hall, ascoltando quello che aveva da dire chi la criminalità l’ha vista con i propri occhi. E la vive sulla propria pelle. L’incontro, organizzato da Antonio D’Antonio della Fiba-Cisl, era «un modo per dire che non vogliamo rassegnarci a questa situazione, né accettarla come normale», spiega Emma Marra, segretario regionale del sindacato. Si parla di rifiuti. Francesco Pirozzi, docente di Ingegneria sanitaria e ambientale presso l’università Federico II di Napoli, spiega – in termini tecnici – cosa accade da anni in Campania. Una regione che non produce più immondizia delle altre: ciascun abitante accumula ogni anno 550 chilogrammi di rifiuti. La media nazionale è di 500. Il problema nasce piuttosto dal fatto che il territorio “ospita” anche migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti prodotti altrove. E troppe volte lo fa in modo illegale, senza controlli, con gravissimi rischi per l’ambiente e per la salute dei cittadini. «Spesso le aziende che lasciano partire i loro rifiuti per la Campania, sanno benissimo che fine faranno…», accusa Cantone. I dati sono impietosi: la raccolta differenziata, nel 2006, ha raggiunto il 25% in Italia. Una quota sfiorata in Campania solo nella provincia di Salerno (21%). Napoli non ha superato il 9%. E il trend della città è ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 35 | | finanzaetica | | finanzaetica | addirittura negativo. «Occorre rendere partecipi i cittadini – ha spiegato Pirozzi –: è l’unica strada per superare il problema». Bisogna parlare con le persone, spiegare cosa rischiano, creare i presupposti per un vasto movimento d’opinione: «Dobbiamo fare arrabbiare la gente», riassume Emma Marra. Toscana, un tour per non vivere a rate E ad essere arrabbiati ci sono anche tutti quei cittadini (e sono sempre di più) che vivono il fenomeno del sovra-indebitamento. Per questo nasce l’iniziativa “Vivere a rate”: «Oltre il 40% delle famiglie italiane vive costantemente con problemi finanziari: ritardo nei pagamenti di bollette e utenze, rate di mutui o piccoli prestiti, indebitamento crescente e difficoltà di arrivare a fine mese e a far fronte agli impegni assunti. E non si tratta solo di anziani o famiglie monoreddito, ma di fasce sempre più consistenti del ceto medio», spiega la Fiba presentando il progetto. Si stima che le famiglie italiane non più in grado di far fronte alla rata del mutuo siano circa l’8%: oltre 500 mila. E molte di loro finiscono per rivolgersi agli usurai. Per questo i promotori di “Vivere a rate” (oltre al sindacato dei bancari, tra gli altri, anche la Regione Toscana, Legacoop e l’Arci) hanno voluto contribuire a diffondere la cultura della legalità e sensibilizzare sul fenomeno del sovra-indebitamento delle famiglie. Il progetto, che coinvolge diciotto comuni della Toscana, è costituito da uno spettacolo teatrale (“Un matrimonio quasi felice”, di Nicola Zavagli), dalla distribuzione di un libro divulgativo e dalla proiezione in giro per la regione del film “Vite strozzate” di Ricki Tognazzi, che racconta il mondo dell’usura attraverso lo sguardo delle vittime. Anche in questo caso il risvolto culturale ha un peso determinante: «Pubblicità, media, istituti di credito e finanziari sono impegnati costantemente a sollecitare la corsa ai consumi, spesso semplicemente voluttuari, favorendo così il ricorso all’indebitamento e lo svilupparsi di fenomeni di usura», sottolinea Roberto Pistonina, segretario toscano di Fiba. Il tour di “Vivere a rate” si concluderà il 19 Dicembre durante la Festa della Legalità promossa dalla Regione Toscana (al Palazzo dei Congressi di Firenze). NAPOLI, LA TELEVISIONE CHE FA SCUOLA DON MARCELLO COZZI: CONTRO I PROIETTILI IL SORRISO ALI: «CI VOGLIONO INTIMIDIRE? LAVOREREMO ANCORA DI PIÙ» ANCHE QUESTO È FARE SCUOLA. Il liceo Jacopo Sannazaro di Napoli ha messo in piedi la prima web-tv interamente gestita dagli studenti. Una sperimentazione che vale molto di più del prodotto finale dei ragazzi. Qui si insegna a conoscere il mondo attraverso un lavoro giornalistico. Negli studi televisivi del liceo c’è chi fa il tecnico delle luci, chi il cronista, chi il responsabile audio, chi cura la segreteria di redazione. Il centro audiovisivo è nato molti anni fa ed è stato trasformato in tv il 21 novembre 2005, giorno della prima trasmissione. «Un modo per lottare contro la dispersione scolastica, la noia e l’indifferenza che dilagano tra i giovani», spiega Massimo Albin, insegnante del Sannazaro, ideatore e coordinatore della web-tv. Oggi, sul sito internet della tv online ci sono inchieste, approfondimenti, rubriche. E un telegiornale quindicinale (basta cliccare su www.cpvs.it) che occupa quasi quotidianamente gli studenti. Il sogno del futuro? «La diretta», spiegano ambiziosamente i ragazzi. A.Ba. LA PIÙ GRANDE FORZA per chi lotta contro le organizzazioni mafiose è non perdere il sorriso. Reagire con rabbia alle intimidazioni trasformando questo sentimento in voglia di fare. In forza per spaccare un sistema fatto di connivenze, silenzi, collusioni. Don Marcello Cozzi è un prete, è il responsabile di Libera in Basilicata. Nelle settimane scorse ha ricevuto una lettera. Conteneva due proiettili. Era la prima volta che accadeva. «Sarà per la nostra fondazione antiusura nata nel 2002 che toglie ai mafiosi fette di mercato. Sarà perché cerchiamo di accendere i riflettori sui legami tra poteri forti e infiltrazioni mafiose in una regione dimenticata dai media nazionali. Oppure per la manifestazione di ottobre in Lucania in cui protestavamo con sindaci, vescovi e il presidente della Provincia di Potenza per l’escalation di omicidi (5 in un anno). Non so ovviamente il motivo esatto dell’intimidazione. Ma la mia risposta è semplice: continuare nella nostra opera quotidiana. Contro gli usurai, il disagio sociale, le droghe». Em.Is. ARRIVARE LA MATTINA AL LAVORO e trovare la porta d’ingresso sprangata con tanto di corona funeraria, fiori in terra e fossa scavata scoraggerebbe molti tra quelli che non respirano ogni giorno la realtà opprimente del giogo mafioso. Per chi vive e lavora nel mondo dell’economia sociale in Sicilia è diverso. Quell’intimidazione è un incentivo ad andare avanti. Una paradossale dimostrazione della qualità del proprio lavoro. Un motivo di vanto per ogni cittadino onesto. «Significa che stiamo lavorando bene e che offriamo un’alternativa credibile per il futuro della nostra isola», ci spiega con orgoglio Connie Maldonado. Lei e altre ragazzi di Palermo gestiscono la cooperativa Ali (www.alicooperativa.com) da anni impegnata nel settore del turismo responsabile. Vogliono far scoprire il lato migliore della Sicilia, con visite guidate nei terreni confiscati alle cosche e in luoghi simbolo come Portella della Ginestra. Da qualche mese stanno poi affiancando un . progetto (Al Bab) del consorzio Sali. Per un motivo nobile e – almeno apparentemente – privo di connotati antimafia: riqualificare il quartiere di Castello a mare, realizzare servizi per la fruizione dell’area archeologica degli Schiavoni e strutture per l’accoglienza turistica: «Forse il gesto è legato a qualche nostra iniziativa sul territorio o perché il consorzio utilizza un’area che i mafiosi vorrebbero controllare. Non è sempre facile capire il modo di ragionare mafioso. Una cosa è certa: andremo avanti. Ancora più motivati. Se vogliono fermarci ci devono ammazzare. Ma devono far fuori migliaia di persone. Il tempo degli eroi isolati è finito». Em.Is. «Il culto del denaro della camorra borghese» Raffaele Cantone racconta la camorra. Non solo scippi, rapine e droga, ma consulenti, imprenditori. E politica. AFFAELE CANTONE È LA PRIMA LINEA del fronte di Gomorra. Magistrato, otto anni alla Direzione Distrettuale Antimafia napoletana, numero uno dell’anticamorra, ora alla Cassazione di Roma. Da dieci anni sotto scorta. Con lui moglie e fidi Andrea Barolini gli. Spirito di servizio: «Certe cose si fanno perché si devono fare». Al servizio di uno Stato che, però, troppo spesso latita tra i latitanti. Ha scritto un libro il cui titolo, “Solo per la giustizia”, porta con sé un doppio significato che dovrebbe pesare come un macigno su molte (troppe) coscienze. R Comprese quelle di alcuni politici? La Campania è la Regione con il più alto numero di Comuni commissariati per infiltrazione mafiosa. La camorra è in grado di parlare con i politici locali, ma anche con quelli del Centro-Nord. E in alcuni casi la politica ha sfruttato in modo indecente ciò che avviene in alcuni territori della Campania. Mostrando, tra l’altro, cla- morose (e trasversali) insipienze, se non vere e proprie connivenze. Ovvero? Ci sono stati, ad esempio per quanto riguarda la questione rifiuti, casi di siti di stoccaggio provvisori allestiti nell’area del giuglianese, su terreni che erano stati acquistati a 50 mila euro tre giorni prima che fossero destinati a deposito di rifiuti. Subito dopo sono stati affittati allo Stato a 900 mila euro all’anno. Immense distese di rifiuti. E senza che nessun cittadino abbia mai protestato. Connivenza? La camorra non è solo un problema di ordine pubblico. È un sistema che riempie vuoti sociali, che dà lavoro, che sa anche portare ricchezza. Finta, ma sempre ricchezza. Pecunia non olet… È il principio cardine della camorra. | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 37 | | finanzaetica | | finanzaetica | INIZIATIVE PER LA LEGALITÀ In corso ITALIA CAROVANA ANTIMAFIE Dedicata quest’anno al 60° anniversario della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la Carovana sta viaggiando su due direttrici, nord e sud. Organizzata da Libera, Arci e Avviso Pubblico con la partecipazione di Banca Etica, Unipol e Cgil. www.carovanaantimafia.it 1 marzo 2009 CROTONE (DA CONFERMARE) MANIFESTAZIONE NAZIONALE Fino al 19 dicembre TOSCANA VIVERE A RATE Si sposterà probabilmente da Locri a Crotone, quest’anno, la manifestazione organizzata dal Consorzio Goel, da anni in prima linea contro la ‘ndrangheta. www.consorziosociale.coop Inziativa congiunta di istituzioni, associazioni e cittadini per sensibilizzare sul tema dell’usura. www.media.unisi.it/viverearate 19 marzo 2009 CASAL DI PRINCIPE MANIFESTAZIONE IN RICORDO DI DON DIANA APPUNTAMENTI DICEMBRE>FEBBRAIO La camorra si infiltra in tutti i gangli della società, anche nel sistema bancario. Un esponente di spicco del clan dei Casalesi usava una carta di credito, senza avere un conto in banca “ ” La manifestazione si terrà nel territorio “difficile” di Casal di Principe, con la partecipazione degli studenti e degli scout dell’Agesci, in occasione del quindicesimo anniversario della morte di Don Peppe Diana. www.libera.it Una mappa dell’Italia della legalità. Le prossime iniziative, lungo tutta la penisola, di sensibilizzazione, informazione e protesta su tematiche come l’usura, gli assassini di mafia, la criminalità organizzata. Sopra, Raffaele Cantone. LIBRI 21 marzo 2009 NAPOLI XIV GIORNATA DELLA MEMORIA È la Giornata in ricordo delle vittime delle mafie organizzata da Libera e Avviso Pubblico. «L’etica LIBERA la bellezza. Riscattare la bellezza, liberarsi dalle mafie», è lo slogan scelto quest’anno. www.libera.it Raffaele Cantone Solo per Giustizia Mondadori 2008 Lo Stato è presente a fasi alterne e il territorio è in mano ai clan. Il tessuto sociale riesce a fare la sua parte? Le organizzazioni criminali sono in grado di scavalcarlo. E di infiltrarsi in tutti i gangli della società. Ad esempio nel sistema bancario: tempo fa scoprimmo che un esponente di spicco del clan dei casalesi aveva a disposizione una carta di credito, grazie alla quale manteneva un altissimo tenore di vita. Eppure alla stessa persona non risultava intestato neppure un conto corrente. A quanti di noi avrebbero accordato una carta, per giunta con fido illimitato, senza un conto in banca? Quindi la camorra non è solo bassa manovalanza criminale, ignoranza al servizio dei soldi facili. Dobbiamo distinguere la camorra delle città, che effettivamente è un fenomeno “popolare” da quella di provincia, che invece è pret| 38 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | tamente borghese. Fatta di imprenditori, affaristi. Gente che magari non ha un elevatissimo livello culturale ma che si avvale di consulenti di altissimo livello. E che così riesce ad introdursi anche in molti affari leciti, nel campo della grande distribuzione, dell’edilizia. Uscendo così anche dal territorio campano… La camorra ha importanti colonie in Emilia e in Toscana, poco interessate alla criminalità fatta di furti e rapine, e molto agli affari. Come la ‘ndrangheta, anche la camorra si prepara al salto internazionale? I clan campani sono già presenti in Scozia, in Germania e soprattutto nell’Europa dell’est. E puntano ad espandere i loro affari anche altrove. . 1 – 13 dicembre TAMIL NADU (INDIA) 6TH INTERNATIONAL ADVANCED REFLECTIVE EDUCATION AND TRAINING (ART) COURSE ON DEVELOPMENT FINANCE Diviso in tre segmenti (Microfinance as Development Finance, Social Security for Poverty Reduction e Business Promotion for Poverty Reduction) il corso intende presentare modelli di economia sostenibile testati in diverse condizioni sociali e culturali. www.dhan.org/tda/art.php 3 – 4 dicembre MILANO (ITALIA) EUROPEAN FORUM OF ISLAMIC FINANCE Al centro del dibattito l’integrazione della finanza islamica nel sistema economico europeo. Organizza Financial Events International. www.financial-events.ch/EB-IslamicFinance-Milan2008.html 5 dicembre PARIGI (FRANCIA) NOVETHIC’S FIRST ANNUAL CONFERENCE FOR INSTITUTIONAL INVESTORS Si discute dei benefici degli investimenti responsabili (SRI) con un occhio al caso francese. Nel 2007, spiegano i promotori, il totale degli assets SRI gestiti dagli investitori francesi ammontava a 22,1 miliardi di euro. Il rendimento medio è stato pari al 30%. www.novethic.com/novethic/v3_uk /sri-conference.jsp 9 dicembre LONDRA (UK) EDHEC ALTERNATIVE INVESTMENT DAYS L’incontro è dedicato alla presentazione dei risultati dell’ultima indagine dell’EDHEC Risk and Asset Management Research Centre. Tema della ricerca sono i fondi pensione. www.edhec-risk.com/events/edhec _conferences /EAID_2008/index_html 9 dicembre LONDRA (UK) 10TH ANNUAL MULTI PENSIONS Una delle più importanti conferenze europee dedicate ai fondi pensione. La partecipazione è gratuita per gli operatori del settore. www.iir-events.com/IIR-conf/Finance /EventView.aspx?EventID=1886 9-11 dicembre MIAMI (USA) SUSTAINABLE BRANDS INTERNATIONAL Allo studio lo sviluppo del concetto di “marchio sostenibile” e i trend del mercato mondiale con il contributo di centri di ricerca privati come Havas Media, GlobeScan, Cohn & Wolfe. www.sustainablebrandsinternational.com 12 dicembre PARIGI (FRANCIA) INSTITUTIONAL INVESTORS AND SRI: HOW TO INTEGRATE ESG FACTORS IN YOUR INVESTMENT CHOICES Si discute di investimento responsabile, corporate governance e misurazione dell’impatto ambientale e sociale delle scelte strategiche alla base degli investimenti. Organizza Novethic. www.novethic.fr 13 dicembre BARI FILIALE IN FESTA INAUGURAZIONE DELLA NUOVA FILIALE DI BANCA ETICA A BARI Un’intera giornata per festeggiare l’apertura delle dodicesima filiale di Banca Etica, la terza nel Mezzogiorno dopo Napoli e Palermo. La mattina un convegno a cui parteciperanno il sindaco di Bari, Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, Francuccio Gesualdi, fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Fabio Salviato e Mario Crosta, presidente e direttore generale di Banca Etica. Nel pomeriggio esibizioni di musicisti e attori professionisti, soci e clienti di Banca Etica, che lavorano sui temi del recupero delle tradizioni locali, del riuso, della sostenibilità e dei diritti umani. E una degustazione di vini biologici pugliesi. Via Ottavio Serena 30 - tel. 0805640887 [email protected] www.bancaetica.it 16 dicembre ONLINE INTRODUCTION TO SOCIAL AUDITING - WEBINAR Seminario online sulla gestione dei diritti umani e della sostenibilità nelle operazioni di outsourcing della produzione organizzato da STRResponsible Sourcing. Sponsorizza l’evento CSCC (Cal-Safety Compliance Corporation). Costo: 75 dollari. www1.gotomeeting.com/register /182028699 PER SEGNALARE UN EVENTO SCRIVETE A [email protected] 17 dicembre IN VIDEOCONFERENZA CLIMATE CHANGE: OPTIONS AND OPPORTUNITIES Organizzato da Restructuring Today, l’evento, pensato per essere seguito in videoconferenza, affronterà il tema del cambio climatico e del suo impatto politico, economico, tecnologico e regolamentare sulle industrie del settore energetico. Partecipano l’Ad di Exelon John Rowe, e gli esponenti di Resources for the Future Phil Sharp e Raymond Kopp. www.csrwire.com/event/904.html 12 – 13 gennaio NEW YORK (USA) 3RD ANNUAL FORUM ON RESPONSIBLE INVESTING Realizzato in collaborazione con Foundation & Endowment Money Management, Money Management Letter e Social Investment Forum, l’evento riunisce esperti di vari settori. Gli assets totali gestiti nel mercato mondiale secondo i criteri dell’investimento responsabili, spiegano gli organizzatori, ammonterebbero a 2,7 trilioni di dollari. www.iievents.com 12 – 13 gennaio BANGKOK (THAILANDIA) THE 1st UNIVERSITY SOCIAL RESPONSIBILITY INTERNATIONAL CONFERENCE 2009 (USRIC 2009) Evento dedicato al ruolo dell’università nel campo della responsabilità sociale. Organizza la Sripatum University. www.usralliance.org 19 – 22 gennaio HONG KONG (CINA) 2ND ANNUAL ANTI-CORRUPTION ASIA CONGRESS Si discute di strategie e programmi aziendali anti-corruzione attraverso il confronto delle diverse esperienze e lo studio comparato dei casi. Organizza Beacon Events. www.anticorruptioncongress.com 21 – 23 gennaio PUDUCHERRY (INDIA) INTERNATIONAL CONFERENCE ON MICROFINANCE Conferenza sul microcredito organizzata dalla School of Management della Pondicherry University. Sponsorizza la National Bank for Agriculture and Rural Development – NABARD. www.pondiuni.edu.in/icomfi2009 25 – 26 gennaio DUBAI (EMIRATI ARABI UNITI) 5TH GCC ECONOMIC FORUM | ANNO 8 N.65 | Organizzato da Datamatix, l’evento tratterà gli ultimi sviluppi della crisi finanziaria, il ruolo del petrolio e il futuro del mercato mondiale. www.datamatixgroup.com/conferences /conference.asp?id=389 2 – 4 febbraio LONDRA (UK) THE UK ANTI-CORRUPTION SUMMIT Dibattito tra esperti del settore per la seconda edizione del summit londinese in programma presso l’Hilton Tower Bridge. www.ethicalcorp.com/ukethics 3 – 4 febbraio NEW YORK (USA) ETHICAL SUPPLY CHAIN SUMMIT USA Appuntamento a New York City per il seguito ideale del convegno annuale “European Ethical Supply Chain Summit”, la due giorni di conferenze già ospitata a Parigi (2006), Amsterdam (2007) e Berlino (2008). www.supplychainusa.com 17 – 18 febbraio LONDRA (UK) 3RD ANNUAL CLIMATE CHANGE UK SUMMIT Come gestire l’impatto ambientale, creare nuovi prodotti e comunicare efficacemente il proprio messaggio agli azionisti. Se ne discute al Regents Park Marriott di Londra per la terza edizione del convegno. www.ethicalcorp.com/climate 22 – 26 febbraio DUBAI (EMIRATI ARABI UNITI) 7TH GCC GOVERNMENT AND BUSINESS CUSTOMER CARE CONFERENCE Già conosciuto come GCC Government Organizations Customer Care Excellence Conference, l’evento, giunto alla settima edizione, metterà a confronto le diverse esperienze degli operatori del settore pubblico e di quello privato. www.datamatixgroup.com/conferences /conference.asp?id=451 24 – 26 febbraio HONG KONG (CINA) ANTI-MONOPOLY AND COMPETITION LAW ASIA FORUM Uno sguardo sul problema della tutela della concorrenza e un approfondimento della nuova legislazione cinese in materia. Organizza Beacon Events. www.competitionlawasia.com DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 39 | Contro il panico da regali di Natale arriva una cura... regala valori 1 leggo (valori) e leggo (un libro) potrai scegliere tra 4 possibilità per ogni abbonamento, in omaggio un libro a scelta tra i 5 che proponiamo €35,00 2 leggo (valori + un libro) e (eco)gioco abbonamento a valori + libro + gioco €45,00 3 il mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità Per attivare l’abbonamento basta andare sul sito www.valori.it, scaricare il modulo che trovate on line, compilarlo e rispedirlo via e-mail a [email protected], allegando la copia dell’avvenuto pagamento (a meno che si usi la carta di credito). Oppure compilare il modulo qui sotto e inviarlo via fax alla Società Cooperativa Editoriale Etica [02 67491691], sempre allegando la copia dell’avvenuto pagamento. leggo io e regalo a te Per ogni abbonamento, il secondo a metà prezzo €55,00 nuovo abbonato 4 €60,00 ente/azienda * obbligatorio denominazione ente/azienda indirizzo * telefono * e–mail * cellulare attività scelgo l’offerta numero mi abbono, lo regalo a metà prezzo a un amico e posso scegliere 2 libri in omaggio (uno per me e uno per l’amico) privato cognome e nome * età leggo doppio e regalo doppio rinnovo titolo di studio 1 2 3 4 regalo l’abbonamento a [ cognome e nome ] indirizzo e-mail/telefono ho scelto il libro dal titolo e per il mio amico autorizzo il trattamento dei dati personali ai sensi del D. lgs. 196/2003, per l’abbonamento e per la gestione della promozione (l’informativa completa è disponibile sul sito www.valori.it) luogo e data IL GIOCO Divertente, colorato e totalmente naturale, per sfogare la creatività, non solo dei bambini. E non produce rifiuti. I LIBRI TRA CUI SCEGLIERE Jean-Louis Laville L’economia solidale Bollati Boringhieri 1998 Christian Marazzi Il posto dei calzini La svolta linguistica dell’economia e i suoi effetti sulla politica Bollati Boringhieri 1999 Si chiama HappyMais®, è il gioco ecologico, realizzato con un derivato del mais. Basta bagnarne un pezzetto per attaccarlo a un altro e costruire quello che si vuole. Vanni Codeluppi Il potere del consumo Viaggio nei processi di mercificazione della società Bollati Boringhieri 2003 Elvio Dal Bosco La leggenda della globalizzazione L’evoluzione dell’economia internazionale negli anni novanta del Novecento Bollati Boringhieri 2004 Guido Viale Vita e morte dell’automobile Bollati Boringhieri 2007 ho già provveduto al pagamento tramite firma leggibile carta di credito modello RID modulo freccia bonifico bancario bollettino postale COME EFFETTUARE IL VERSAMENTO online con carta di credito, modulo freccia o modello RID ˜ info su www.valori.it con bonifico bancario sul C/C EU IBAN: IT29 Z 05018 01600 000000108836 della Banca Popolare Etica, intestato a: Società Cooperativa Editoriale Etica, via Copernico 1, 20125 Milano con bollettino postale sul C/C 28027324 intestato a: Società Cooperativa Editoriale Etica, Via Copernico 1, 20125 Milano Nella causale inserire nome e cognome, indirizzo ed e-mail del destinatario, specificando “Abbonamento annuale” e il riferimento alla promozione ABBONAMENTO ANNUALE 10 NUMERI + INSERTI: scuole, enti non profit, privati 35,00 euro ˜ enti pubblici, aziende 45,00 euro ˜ sostenitore 60,00 euro Per ulteriori informazioni, telefona dalle ore 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.00 al numero 02.67199099, scrivi a [email protected] o entra nel sito www.valori.it La promozione scade il 15 febbraio 2009 | inbreve | Paul Hawken: dalla crisi a un nuovo mondo >44 La differenziata che fa la differenza >48 Suore all’attacco delle carte di credito tossiche >51 | inbreve | economiasolidale APPROVATO ALLA CAMERA IL RITORNO AL NUCLEARE IL PIANO PER LE ENERGIE RINNOVABILI DI GREENPEACE PER FAR VINCERE ECONOMIA, SICUREZZA E CLIMA VIA LIBERA ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA INTESA SAN PAOLO CONFERMA LA MEGA-TORRE TORINESE CHI È SOLIDALE SI VEDE A NATALE: I PACCHI DI LIBERA E ALTRE IDEE PER I REGALI “GIUSTI” AIUTA IL BIOLOGICO, FAI IL PASSAPAROLA AI primi di novembre Montecitorio ha approvato il disegno di legge sullo sviluppo che contiene il “pacchetto energia” e la delega istitutiva dell’Agenzia per la sicurezza del nucleare. L’Agenzia non era prevista nel testo originario del provvedimento, è stata inserita dalla Commissione per le attività produttive. Questo pacchetto energia contiene una serie di novità gravissime: i territori su cui dovranno sorgere le centrali saranno militarizzati e potranno addirittura essere commissariati, se non si troverà l’assenso delle popolazioni locali. L’Agenzia per il nucleare dipenderà direttamente dalla Presidenza del consiglio, anche se l’ultima parola in merito alle nomine dipenderà dal Presidente della Repubblica. La Sogin, la discussa società che si occupa dello smantellamento dei siti nucleari, sarà commissariata in vista di una sua privatizzazione. Previsto anche l’azzeramento dell’Enea, l’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente. Anche dal resto del mondo non arrivano notizie tranquillizzanti: The Guardian annuncia che il governo statunitense ha ceduto la licenza per la fabbricazione di minicentrali nucleari alla Hyperion, compagnia con sede del Nuovo Messico. Avrebbe già ordini per cento unità e l’obiettivo di fabbricarne 4 mila tra il 2013 e il 2023. Anche la giapponese Toshiba starebbe progettando reattori simili. Una rivoluzione energetica incentrata sulle energie rinnovabili farebbe risparmiare circa 14 mila miliardi di euro nella spesa in combustibili fossili, oltre a sostenere l’occupazione mondiale e salvare il pianeta dai catastrofici effetti del climate change. Il calcolo è contenuto nel nuovo rapporto “Energy [R]evolution: A Sustainable World Energy Outlook” realizzato da Greenpeace International ed Erec (European Renewable Energy Council). Il documento delinea un sistema energetico mondiale in grado di fermare la crescita delle emissioni di gas serra nel 2015. Investire nelle tecnologie rinnovabili per Greenpeace è una strategia “win-win-win”: vincente per la sicurezza energetica dell’Europa, vincente per l’economia, vincente per fronteggiare i cambiamenti climatici. Lo scenario prospettato stima in 15.900 miliardi di dollari i costi addizionali per l’utilizzo del carbone nel mondo, da oggi al 2030. «Più di quanto necessario per avviare una rivoluzione energetica pulita», riferiscono dall’organizzazione. Per Oliver Scefer, direttore di Erec, «il mercato globale delle fonti rinnovabili può continuare a crescere a tassi con due cifre fino al 2050, superando le dimensioni attuali del mercato delle fonti fossili. Oggi - ha aggiunto il mercato delle rinnovabili vale 70 miliardi di dollari l’anno e raddoppia ogni tre anni». La nuova strategia sostenibile, per gli ambientalisti, dimostra «come sia possibile supportare la crescita economica ed evitare allo stesso tempo una crisi climatica catastrofica». Confutando, tra l’altro, la posizione di quegli Stati come Italia e Polonia che, nella Ue, ritengono necessario rivedere al ribasso gli impegni per il pacchetto “energia e clima” a causa della crisi economica. Se ne è accorto padre Alex Zanotelli, che ha subito inviato una lettera di disperata denuncia ai fan di Beppe Grillo a Mantova, per il resto la notizia è passata sotto silenzio. La privatizzazione di servizi pubblici essenziali è diventata legge, all’interno del decreto 112, votato ad agosto, contenente disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, per la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. Con un decreto legge, in piena estate, si è dato il via libera alla privatizzazione di servizi come l’acqua In nome della semplificazione e “al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi della concorrenza”. Stravolto il ruolo dello Stato e degli Enti locali, non più custodi di un bene comune, ma soggetti proprietari di beni competitivi in una logica di interessi privati, il cui primo dovere è garantire che i dividendi dell’impresa siano i più elevati nell’interesse delle finanze comunali. L’approvazione è avvenuta con il consenso dell’opposizione, come scrive Zanotelli: «In particolare del PD, nella persona del suo corrispettivo ministro-ombra Lanzillotta. Così il governo Berlusconi, con l’assenso dell’opposizione, ha decretato che l’Italia è oggi tra i paesi per i quali l’acqua è una merce». Eppure le esperienze di privatizzazione dell’acqua sono molte in Italia e molto negative, come ad Aprilia, dove l’acqua è amministrata da Veolia, e i rincari sono stati anche del 300 per cento. Nel bel mezzo di una crisi finanziaria mondiale che colpisce anche il sistema bancario italiano, e con la recessione alle porte, ci si aspetterebbe da una banca un uso morigerato delle proprie risorse. Ma evidentemente non è tempo di vacche magre per tutti: il cda del gruppo Intesa San Paolo ha infatti confermato i finanziamenti per la realizzazione del grattacielo di Porta Susa. Una torre alta 200 metri, adibita a uffici, già in passato al centro di molte critiche dentro e fuori Torino. «L’unica banca che nell’autunno 2008 stanzia 400 milioni di euro per farsi un monumento», tuona il comitato “Non grattiamo il cielo di Torino”, che si batte per bloccare l’opera e chiede invece di utilizzare le numerose aree dismesse della città. «Non ci aspettavamo che Intesa San Paolo confermasse il finanziamento. Fino a qualche mese fa ritenevamo questa operazione negativa per il paesaggio e l’ambiente, oggi appare sempre più evidente che si tratta anche di un’operazione azzardata e rischiosissima dal punto di vista economico», spiegano l’ex assessore comunale all’Ambiente, Paolo Hutter e l’urbanista Guido Montanari, membri del comitato. «Se fino a qualche mese fa si poteva obiettare che si tratta di fondi privati, ora le risorse delle banche sono un problema di tutti». L’appello del Comitato si può firmare sul sito www.nongrattiamoilcielo.org. “A Natale siamo tutti più buoni”. Giustissimo. E allora, nella scelta dei regali ricordiamoci di privilegiare i prodotti di chi combatte tutto l’anno per fare più bello e meno ingiusto il nostro mondo. Anche quest’anno, ad esempio, l’associazione antimafia Libera propone il suo cesto natalizio di prodotti alimentari provenienti dai terreni faticosamente confiscati alle cosche: la pasta della cooperativa Placido Rizzotto, i legumi e i ceci lessi di Libera Terra, il vino Cento Passi, la passata della coop Lavoro e Non Solo, il pesto di peperoncino e l’olio extravergine della cooperativa Valle del Marro che coltiva terreni confiscati nella piana di Gioia Tauro. E ancora, i taralli pugliesi e i pomodori secchi della cooperativa Terre di Puglia che lotta per contrastare la Sacra Corona Unita. Due le confezioni disponibili: da 30 e da 45 euro. Le ordinazioni si possono effettuare via mail ([email protected]) o presso le sedi sparse in tutta Italia. Chi ama regalare calendari, può optare per quello di Greenpeace (“Standing up of the Earth”) stampato su carta riciclata e sbiancata senza cloro: 12 immagini mozzafiato del nostro meraviglioso pianeta. Oppure può scegliere quello di Unicef per aiutare i bambini del sud del mondo. O, ancora, quello di Emergency, i cui fondi saranno destinati al programma di pediatria e cardiochirurgia in Sudan. L’associazione di Gino Strada propone anche le decorazioni del vostro albero e i biglietti d’auguri. Ha fatto le cose in grande il WWF: l’Ong ambientalista ha realizzato un intero catalogo di idee regalo e decorazioni natalizie, scaricabile dal suo sito internet (www.wwf.it). Un’ultima cosa: per impacchettare i vostri regali, privilegiate i sacchetti di stoffa. Renderete il vostro dono più originale e contribuirete a risparmiare tonnellate di carta. Una volta scartati i regali, comunque, fate la raccolta differenziata. E buon Natale a tutti! Hai trovato un’offerta davvero conveniente su un prodotto bio? Fai arrivare la notizia anche agli altri consumatori con un sms (al 320 204 30 40) o un’email. Il passaparola raggiungerà rapidamente migliaia di persone. L’informazione sarà infatti pubblicata dai siti www.lanuovaecologia.it, www.aiab.it e www.helpconsumatori.it che raccoglieranno le segnalazioni e le organizzeranno per città e prodotto, per informare i consumatori sui prezzi più economici del biologico. È l’obiettivo di “Passaparola Bio”, l’iniziativa di Legambiente, Aiab e Help Consumatori, per combattere il caro-prezzi e fornire le migliori opportunità d’acquisto a chi vuole comprare prodotti bio. L’iniziativa vuole agevolare le scelte di chi è già convinto delle proprietà dei prodotti bio e incentivare chi si accosta al biologico solo occasionalmente o è indifferente e si preoccupa (legittimamente) di risparmiare denaro. Una categoria, quest’ultima, che pare sempre più in diminuzione. Un’indagine pubblicata sul mensile di Legambiente evidenzia come il consumo responsabile cresca dal 2003. La ricerca, svolta dalla Lorien Consultino, traccia un profilo degli italiani rispetto ai consumi del bio, suddividendoli tra convinti (26%), responsabili (27%), occasionali (30%) e indifferenti (17%). L’avanzamento del settore “bio” sembra ormai diventato un fenomeno culturale… | 42 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 43 | | economiasolidale | prospettive | | economiasolidale | Il bello della crisi Costruire un mondo nuovo Le case galleggianti ancorate nella baia di Sausalito, in California. Di fronte sorge l’edificio che ospita il Natural Capital Institute creato da Paul Hawken. WISEREARTH: LA RETE DELLA SOSTENIBILITÀ UN SOCIAL NETWORK MONDIALE, un database delle esperienze di sostenibilità, una community. WiserEarth è tutto questo. 110 mila organizzazioni in 243 Paesi che condividono gli stessi obiettivi: la lotta ai cambiamenti climatici, alla povertà, alla deforestazione, alla fame. Che combattono per la pace e per la difesa dei diritti umani. WiserEarth è un terreno di confronto e di scambio di informazioni, permette di collaborare e di condividere risorse. www.wiserearth.org Ambientalista, imprenditore, giornalista, autore di numerosi libri sulla tutela dell’ambiente e dei diritti umani. Durante una chiacchierata con Ugo Biggeri, Paul Hawken propone la sua visione positiva del futuro, verso il cambiamento. HAWKEN AL NATURAL CAPITAL INSTITUTE A SAUSALIvicino a San Francisco, dall’altra parte del Golden Gate Bridge. Un edificio che non si fa notare: case in legno basse, quattro o cinque uffici dell’istituto e tre o quattro impreda Sausalito (California) Ugo Biggeri se satellite. Vi lavorano una Presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica decina di persone. L’ambiente è carino soprattutto per la vicinanza dei moli sulla baia a cui sono ancorate centinaia di case galleggianti variopinte. Siamo sulla terra ferma ma sembra di poter partire lentamente, verso il largo. Paul spiega che è un effetto voluto è uno slow office in cui ci deve essere spazio per stare bene, per fare una pausa giocando all’aperto. Le ristrutturazioni sono state realizzate seguendo il principio del riutilizzo: legname, porte, finestre, arredi di recupero, anche quando il restauro fa costare il tutto un po’ di più del nuovo. Paul è nel comitato consultivo di Terra Futura dal 2004, le sue idee hanno ispirato la parola chiave “produrre” dell’evento e speriamo partecipi ad una delle prossime edizioni. Prima di incontrarmi era alla Silicon Valley dove lavora come consulente per diverse imprese. I NCONTRO PAUL TO crisi: una grande “La oppportunità. Anche per fare affari. Si potranno creare milioni di posti di lavoro ” Paul Hawken: il guru, negli Usa e non solo, della tutela dell’ambiente e dei diritti umani. | 44 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | Paul, la prima domanda è inevitabile in questi giorni: cosa ne pensi della attuale crisi finanziaria? Le crisi sono cicliche e si possono distinguere in crisi a ciclo breve e a lungo periodo. La disponibilità decrescente di petrolio è un ciclo lungo che ovviamente avrà effetti decisivi sul nostro modo di produrre e gestire l’energia. In questo ciclo si inserisce il ciclo breve delle variazioni di prezzo del greggio che non cambieranno il trend di lungo periodo. La stessa cosa si sta verificando con la crisi finanziaria: siamo alla fine di un ciclo finanziario di lungo periodo, di fatto va in crisi il modello economico e quindi la crisi continuerà ad essere presente ed ad avere effetti negli anni a venire. Ma devo dire che, secondo me, siamo in un ottimo periodo. Certo non voglio che nessuno soffra troppo, ma questa crisi rappresenta un’opportunità eccezionale per innescare un ciclo economico positivo, che risolva anche le altre crisi correlate: la crisi ecologica e la crisi sociale. Come credi possa essere vissuta positivamente questa crisi? Emergeranno le idee che il movimento ha prodotto in questi anni: responsabilità di impresa, produttività delle risorse, energie rinnovabili, ecoefficienza, differenti modelli di consumo, diversi metri di valutazione della propria soddisfazione personale, basati sulla relazione e non solo su consumo e denaro. La voglia di cambiamento sta contagiando anche i semplici cittadini. Chi ha fiuto per gli affari avrà opportunità eccezionali e si potranno creare milioni di posti di lavoro, c’è da reinventare tutto. Le piccole imprese che hanno maggiore flessibilità, saranno avvantaggiate. Occorre essere rapidi, innovativi nella direzione di un’economia verde, capaci di relazioni con i consumatori e con la società. L’Italia dovrebbe riscoprire e valorizzare il suo tessuto di piccole imprese interconnesse a discapito dell’attenzione per le grandi imprese che non reggeranno la crisi. Sei ottimista quindi? Sì, decisamente, ma lo sono perché vedo già soluzioni ed opportunità che crescono. Nel 1787 a Londra una dozzina di attivisti iniziò ad incontrarsi da un piccolo editore per chiedere l’abolizione del commercio di schiavi. Politici ed imprenditori li denigrarono per anni affermando che erano richieste assurde fatte da incompetenti, gente che non conosceva il mondo dell’impresa e non aveva esperienza. Si dava per certo che l’abolizione della schiavitù avrebbe messo in crisi l’economia inglese, distrutto la crescita e i posti di lavoro, abbassato gli standard di vita degli inglesi. Sessanta anni dopo la schiavitù era abolita. Oggi ci troviamo di fronte a problematiche molto più complesse e pericolose dell’abolizione della schiavitù, ma i gruppi di attivisti e innovatori sono disseminati in tutto il mondo. Siamo pronti, ci sono le opportunità per cambiare. Ti abbiamo conosciuto come un innovatore e un divulgatore di un modo nuovo di fare impresa (in Capitalismo naturale). Da dove nasce il tuo interesse per il movimento e per l’inquietudine (che definisci benedetta) che spinge tanti cittadini nel mondo all’attivismo? Negli ultimi quindici anni ho fatto conferenze in tutto il mondo. Ovunque ho trovato alla fine dei dibattiti gente impegnata, attiva, dedicata alla soluzione di problemi locali e globali con passione: cambiamento climatico, povertà, pace, deforestazione, rifiuti, acqua, fame, diritti umani, natura, lobbing sulle istituzioni locali ed internazionali. Un movimento internazionale difficile da definire, ma con tre radici di fondo: attivismo ambientale, iniziative per la giustizia sociale, culture indigene. È un movimento che non si incasella in nessuna delle categorie attuali e per questo è quasi invisibile. I media lo ignorano tranne che per denigrarlo, ridicolizzarlo o cercare la notizia dello “scontro” du- rante le manifestazioni (succedeva la stessa cosa con le donne che chiedevano il diritto di voto). Abbiamo difficoltà a leggerlo oggi, perché non sappiamo dove stiamo andando: sarà la storia con il senno di poi a farci vedere tutto più chiaro. Ecco allora che ho voluto vederci più chiaro, cercare di capire meglio. È un movimento di idee e non di ideologie. Gli ideologismi sono per loro natura più semplici da definire: giustificano, spiegano e dettano la linea. Oggi osserviamo il rifiuto di una grande idea a favore di migliaia di pratiche e utili idee. Invece di “-ismi”, processi, impegno, compassione. È qui, in questo movimento, la chiave per una “terra futura” per tutti. Il libro presenta un’ampia e interessante appendice sui temi del movimento e il numero di organizzazioni che lo compongono e una proposta che è complementare a Zoes, la piattaforma internet per l’economia solidale che sta nascendo in Italia (vedi ARTICOLO a pag. 27). Quando ho iniziato a pensare al libro ho iniziato a studiare quante fossero le realtà impegnate connesse nel movimento. È un’operazione complessa e che non era stata fatta prima, perché, appunto, mancano definizioni univoche. Le prime stime sono salite rapidamente da 100 mila organizzazioni a 250 mila. Ora sono convinto che siamo almeno nell’ordine di 1 o 2 milioni di organizzazioni nel mondo che si impegnano su ambiente, giustizia, diritti culturali. Facendo questo studio mi sono reso conto che manca una rete, manca la percezione di essere in ottima compagnia nel mondo è nato quindi www.wiserearth.org: un database ed un social network mondiale generato dagli utenti. Ad oggi ci sono 243 Paesi censiti con un totale di oltre 100 mila organizzazioni. È un’esperienza assolutamente innovativa e se vi sarà modo di collaborare con Zoes questo sarà assolutamente positivo. . | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 45 | | economiasolidale | | economiasolidale | LIBRI GLOBAL EXCHANGE CO-OP AMERICA IN AMERICA: IL GREEN FESTIVAL… È UNA REALTÀ ASSOCIATIVA NON PROFIT che da vent’anni promuove campagne di lobbing sui diritti umani. Le loro principali attività sono i reality tours, ovvero oltre 40 destinazioni per migliaia di turisti (nel maggio 2009 saranno anche in Italia per Terrafutura); il commercio equo, con progetti in una dozzina di Paesi; la formazione per preparare studenti delle superiori e universitari a carriere green; le campagne di pressione sulle imprese per introdurre il commercio equo e la riduzione di emissioni di CO2; la diffusione delle idee e delle voci critiche di tutto il mondo ignorate dai media; l’organizzazione di eventi culturali ed educativi. www.globalexchange.org DA GENNAIO 2009 CAMBIERÀ e si chiamerà Green America. È un associazione non profit che, da oltre 25 anni, si concentra su strategie e azioni economiche per risolvere i problemi ambientali e sociali. Spinge le persone ad attivarsi per un mondo più giusto, attraverso il loro ruolo economico: consumatori, investitori, lavoratori e imprenditori. Crea quindi reti per favorire la green economy che è intesa come un economia “salutare” sia per l’ambiente che per il sociale. Attiva meccanismi di consumo critico, fa pressioni sulle imprese irresponsabili. Promuove il Co-op America’s Green Business Network, che vede migliaia di imprese in rete, “certificate” da Co-op America stessa. www.coopamerica.org Si è svolta a San Francisco, dal 14 al 16 novembre, la settima edizione del Green Festival. 150 relatori e oltre 400 imprese “verdi”, per discutere e confrontarsi su come mettere in pratica un’economia attenta all’ambiente, alle persone, alla sostenibilità. www.greenfestivals.org …E IN ITALIA: TERRA FUTURA Si terrà a Firenze, dal 29 al 31 maggio 2009, la 6a edizione di Terra Futura, un momento di incontro e di confronto per l’economia sostenibile. Complessivamente 94 mila visitatori, 550 espositori, 5 mila realtà rappresentate, 220 appuntamenti culturali, 850 relatori, 160 momenti fra animazioni e laboratori di buone prassi. Sono i numeri della quinta edizione. Un’iniziativa promossa dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica (per il sistema Banca Etica), Regione Toscana e Adescoop, con partner come Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete, Legambiente. www.terrafutura.it “Change or die”, sostenibilità all’americana Dal Greenfestival alla Greenbusiness Conference, gli Stati Uniti “scoprono” le “green ideas”. Si parla di cambiamento proprio a pochi giorni dall’elezione di Barack Obama, che ha ricordato come tutto sia possibile. ONO A SAN FRANCISCO PER ASSISTERE AL GREEN FESTIVAL, un evento molto simile a Terrafutura (vedi BOX ) e con cui è iniziata una collaborazione. Il festival è organizzato da Global Exchange e Co-op America (vedi BOX ), ci sono 400 espositori che hanno proda San Francisco (California) Ugo Biggeri dotti o idee “green” (che qui significa sia ambiente che sociale). Sembra veramente di essere a Firenze a maggio anche se le differenze ci sono: mancano gli enti locali, si paga il biglietto (15 dollari), ci sono meno Ong, c’e più vendita e molti meno incontri auto organizzati. La differenza maggiore riguarda lo stile delle conferenze: non convegni, ma veloci workshop di massimo un’ora con tre, quattro speakers. Ci son anche sezioni di musica hip-hop intervallate da oratori molto coinvolgenti con uno stile da animatori di villaggio vacanze: «Respirate calmatevi, il cambiamento del mondo non dipende solo da voi, ma da come sapremo condividere le responsabilità con gli altri, lasciando che ognuno trovi la sua strada… Respirate, siate positivi, yeah!!!». Incredibile per noi europei. Sono contento di essere qui, si sta bene, si percepisce un movimento delle buone pratiche che si espande si interroga, mostra le sue contraddizioni, ma non si ferma. S Due giorni prima del Greenfestival ho partecipato alla Greenbusiness Conference, organizzata da Co-op America. Un momento di riflessione (sempre a pagamento: 400 dollari) tra imprenditori verdi o aspiranti tali. Il marchio “verde” Honest Tee, che ha venduto il 40% a Coca Cola per allargare il suo mercato, è presentato come un caso di successo, si discute di come sia positivo allargare il business. Ho seri dubbi sulla sostenibilità di un mercato delle bevande in bottiglia, ma questo non pare un problema visto che Honest Tee almeno non riempie di schifezze e zuccheri la pancia degli americani. Si discute di guerrilla marketing e di come si debbano preparare le richieste per trovare investitori. Si fanno sezioni di "problem solving" per aiutarsi vicendevolmente a trovare buone idee. Ci sono alcuni punti in comune interessanti con l’economia sostenibile italiana, la responsabilità di impresa, la necessità di fare rete, l’importanza delle relazioni (che qui si manifesta con l’idea che per l’impresa responsabile è meglio il blog del sito web), la passione con cui si lavora e il mettersi personalmente in gioco. Ma sull’approccio all’innovazione e al mercato gli americani sono molto più spinti di noi. E la crisi finanziaria? IN RETE www.greenfestivals.org www.naturalcapital.org www.paulhawken.com www.wiserearth.org www.terrafutura.it La settima edizione del Greenfestival si è tenuta a San Francisco dal 14 al 16 novembre. | 46 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | La crisi si sente. Si sente nelle strade, dove la gente sa che c’è, ma spera non li riguardi. Si sente per il fatto che arrivano i licenziamenti (ognuno conosce un licenziato recente a lui vicino). Si vede dai giornali, traspare dalla paura di una grande Ong che fa il 75% delle sue entrate per progetti sotto Natale. Il prossimo Natale consumista che già monta il suo gigantesco albero in Union Square sembra veramente la cartina di tornasole che mostrerà quanto alla crisi sia arrivata all’economia reale. Ma oltre al crisi c’è qualcosa di nuovo e di entusiasmante, probabilmente legato anche al fatto che San Francisco è, tra le grandi città, la più progressista d’America. “Change”: cambiamento. È una parola che significa molto oggi, qui. Ci si crede e molto. È come una chiave per leggere il futuro. L’elezione di Obama dimostra che tutto è possibile, anche avere un presidente che non andrà contro le corporation, ma almeno sa leggere e crede nella scienza. “Change” è come un mantra a cui attaccarsi: senza molta razionalità per la gente comune, con una grande speranza per il mondo del Green Festival . Cambiamento e innovazione. Tutti alla Green Bu- siness Conference sono convinti che se sei un imprenditore, di fronte alla crisi hai due possibilità: Change or Die e “change” significa green economy, messaggi positivi da comunicare ai consumatori, investimenti. Kevin Danaher direttore di Global Exchange ha ben riassunto il sentimento comune: «Dobbiamo fare sentire ora la nostra voce, urliamo più forte, impegnamoci di più. Il tempo del cambiamento è ora. Obama è la vela, ma noi, il popolo, siamo il vento. Facciamolo soffiare nella giusta direzione». . Paul Hawken Amory Lovins Hunter Lovins Capitalismo naturale Edizioni Ambiente 2007 Paul Hawken Blessed Unrest: How the Largest Social Movement in History Is Restoring Grace, Justice, and Beauty to the World Penguin Books maggio 2008 In arrivo la versione italiana nella primavera 2009, per Edizioni Ambiente dal titolo Benedetta inquietudine www.blessedunrest.com >76C9>'%%-HDCD6C8DG66E:GI>/AVETE PROGETTI PER IL FUTURO? ;dcYVo^dcZ8Vg^eadjcdYZ^eg^cX^eVa^dg\Vc^hb^[^aVcigde^X^VabdcYd#9Va&..&VYd\\^]VhdhiZcjide^Y^'%b^aVegd\Zii^YdcVcYd ^cWZcZ[^XZcoVdaigZjcb^a^VgYdZbZoodY^Zjgd#;dcYVo^dcZ8Vg^eadg^XdgYVX]ZX^hdcdWVcY^VcXdgVVeZgi^cZaaZfjViigdVgZZY^ ^ciZgkZcid/6bW^ZciZ!6giZZ8jaijgV!G^XZgXVHX^Zci^[^XVZHZgk^o^VaaVEZghdcV#HZ[ViZeVgiZY^jcZciZcdcegd[^iZVkZiZegd\Zii^d ^c^o^Vi^kZ!k^h^iViZ^ah^idlll#[dcYVo^dcZXVg^ead#^iVaaVeV\^cVXdcig^Wji^# AMBIENTE IjiZaVgZaVfjVa^i|YZaaZVXfjZ ARTE E CULTURA 8gZVgZZY^kja\VgZXjaijgVViigVkZghd\a^VgX]^k^hidg^X^ KVadg^ooVgZ^aeVig^bdc^dXjaijgVaZ/kZghdaVXgZVo^dcZ Y^h^hiZb^XjaijgVa^adXVa^ B^\a^dgVgZaV\Zhi^dcZZaÉdg\Vc^ooVo^dcZ YZ\a^Zci^bjh^XVa^ZiZVigVa^ RICERCA SCIENTIFICA EgdbjdkZgZegd\Zii^^ciZgcVo^dcVa^[^cVa^ooVi^Va gZXajiVbZcidY^\^dkVc^g^XZgXVidg^ SERVIZI ALLA PERSONA 8gZVgZeVgicZgh]^e^ciZgcVo^dcVa^eZgadhk^ajeed 9^[[dcYZgZZediZco^VgZ\a^^ciZgkZci^Y^]djh^c\hdX^VaZ iZbedgVcZdV[VkdgZY^hd\\Zii^YZWda^ ;Vkdg^gZadhk^ajeedYZaaÉ^begZhVhdX^VaZeZg^chZg^gZVa aVkdgdeZghdcZhkVciV\\^ViZ HdhiZcZgZ^aÆYdedY^cd^YjgVciZcd^Ç IjiZaVgZaÉ^c[Vco^VcZ\ViVZ\VgVci^gZ^aY^g^iidYZab^cdgZ VaaV[Vb^\a^V I bandi non hanno scadenza | economiasolidale | rifiuti zero | | economiasolidale | La differenziata che fa la differenza LA BRUTTA STORIA DELL’INCENERITORE DELLA VERSILIA E DEL CONTRATTO DAVIDDI L’INCENERITORE DI FALASCAIA È UNA SPINA NEL FIANCO degli abitanti di Pietrasanta che gli hanno sempre fatto la guerra cercando di impedirne la costruzione. Alla fine, dopo aver anche subito le cariche della polizia e gli arresti durante le manifestazioni, l’impianto è stato imposto da un commissario regionale, e i Comuni della Piana lucchese si trovano costretti - fino al 2019 - a conferirgli una quota fissa dei propri rifiuti. E se non raggiungono il quantitativo di rifiuti da bruciare, le tariffe aumentano vorticosamente. È l’effetto del Contratto Daviddi, dal nome del commissario regionale che lo ha ideato e che mette i Comuni nella scomoda posizione di dover ad un tempo raggiungere le percentuali di differenziata di legge per non essere multati ed essere costretti a conferire all’inceneritore i propri rifiuti, con costi quasi doppi rispetto alla discarica. E sempre più alti quanto più diminuiscono i quantitativi. Un vero disincentivo per la raccolta differenziata. La questione ora è anche complicata da una vicenda giudiziaria avviata per presunte manomissioni del software di rilevazione delle emissioni, a seguito della denuncia presentata da Veolia dopo una lettera anonima. Veolia, uno dei leader mondiali dei servizi ambientali, ha rilevato l’impianto di Falascaia, con quelli di Gioia Tauro, Taranto, Piacenza e Vercelli (dove ha fatto partire un’indagine simile, denunciando la precedente gestione). L’inceneritore al momento è chiuso per lavori di manutenzione, ma resta una mina vagante da disattivare, perché le somme stanziate da Veolia per la manutenzione non sembrano sufficienti a risolvere i problemi di malfunzionamento che le emissioni rivelano. E poi perché l’ipotesi di far arrivare tonnellate di rifiuti da bruciare dall’area di Firenze, che è sfornita di inceneritori, è in rotta di collisione con il protocollo sulla prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti, sottoscritto da 28 comuni sui 35 componenti l’Ato Due. Insomma che la politica faccia chiarezza: non si può volere la riduzione della produzione dei rifiuti e contemporaneamente l’importazione della “monnezza” dalla provincia confinante. Pa.Bai. Capannori, in provincia di Lucca, primo Comune italiano ad aver aderito alla campagna internazionale Rifiuti Zero, lancia un appello perché azzerare i rifiuti è possibile. Anche organizzando pullman per chi vuole controllare dove va a finire la spazzatura. Nella pagina a fianco, l’assessore all’ambiente Alessio Ciacci e il sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro. Qui a fianco, l’inaugurazione del distributore di latte a Lammari. S ABATO MATTINA ALL’ISOLA ECOLOGICA DI COLLE DI COMPITO, La strategia del passo frazione del Comune di Capannori, nella lucchesia: dopo passo c’è un traffico da centro commerciale. Solo che i citQuesto è solo uno degli aspetti dell’articolata strategia di gestione dei tadini che arrivano con il loro tesserino rifiuti che Capannori ha messo in atto a partire dal 2005, con una racmagnetico non sono lì per fare la spesa colta differenziata porta a porta di qualità, che ha già raggiunto padi Paola Baiocchi settimanale, ma per “conferire” rifiuti recchi successi e che può servire da esempio a chi vuole affrontare in differenziati. C’è l’olivicoltore con le potature: passa con il camionmodo risolutivo il problema dei rifiuti. «Abbiamo cominciato da una cino sopra la pesa a pieno carico e dopo aver scaricato. frazione di soli 600 abitanti – ci spiega Alessio Ciacci atIl peso dei rami tagliati si trasforma in punti sul “bantuale assessore all’Ambiente – eliminando totalmente i comat dei rifiuti” e il nostro “conferitore” se ne va via cassonetti dalla strada e facendo sei ritiri alla settimana, con un sorriso da un orecchio all’altro. casa per casa. La raccolta è stata preceduta da assemblee Sì, perché al raggiungimento di un certo punteggio in cui abbiamo incontrato i cittadini, rispondendo a tutsi vedrà recapitare a casa un piccolo assegno dall’Ascit, ti i loro dubbi, anche con viaggi organizzati in pullman l’azienda consortile pubblica che gestisce i rifiuti nel Coper controllare dove finiva il materiale differenziato. Siamune di Capannori e in altri cinque Comuni della Piamo andati agli impianti – continua l’assessore – ed è stana di Lucca (Porcari, Montecarlo, Altopascio, Villa Basito molto importante vedere l’effetto del consumo di aclica, Pescaglia). La proverbiale parsimonia dei lucchesi, que minerali: centinaia di cubi di bottiglie di plastica presinsomma, sarà gratificata, ma soprattutto quelle potatusate, che ci hanno permesso di spiegare bene il perché delManifesto del Meeting internazionale rifiuti re non finiranno in discarica o bruciate nel campo, ma l’eliminazione delle acque imbottigliate dalle mense scozero entro il 2020, diventeranno “compost”. lastiche. Ora sul territorio, oltre alla Via del vino c’è queldell’aprile 2008. | 48 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | la della Buona acqua, con 15 fonti recuperate e dotate di una tecnologia ai raggi ultravioletti che elimina la carica batterica». A distanza di tre anni e con ormai 36 mila abitanti serviti (su 45 mila) sono i cittadini a chiedere: quando arriverà la differenziata anche da noi? Coinvolgimento, informazione, feedback Le linee guida usate da Capannori sono state il coinvolgimento della popolazione attraverso una rete di informazione capillare, messa a punto dalle associazioni locali di volontariato che hanno distribuito le istruzioni e i bidoncini per la raccolta, dietro un piccolo compenso. È stato fondamentale per la riuscita anche l’assetto completamente pubblico dell’Ascit, la società che gestisce la raccolta e che reinveste i Partiti con un servizio per 600 abitanti, ora la raccolta ne raggiunge 36 mila. Il risultato: 57 mila tonnellate di rifiuti in meno in tre anni e un risparmio di 2 milioni e 348 mila euro risparmi ottenuti su nuovi mezzi più piccoli a Gpl e assumendo nuovo personale (circa 30 nuovi posti di lavoro dall’inizio della raccolta). E poi il feedback continuo con i cittadini, per condividere i risultati raggiunti, per sondare nuove esigenze e lanciare nuovi obiettivi. Perché dopo aver raggiunto, dove è già attiva, l’82% di differenziata (che fa il 65% a livello comunale e il miglior risultato della Toscana) dal 2007 Capannori, con l’allora assessore all’Ambiente Eugenio Baronti, ha aderito alla campagna internazionale Rifiuti zero e sta facendo un lavoro scientifico con Paul Connett, professore di chimica alla St. Lawrence University di New York e Rossano Ercolini, storico rappresentante dei comitati di lotta contro gli inceneritori. Come si diventa un Comune a rifiuti zero È stato istituito l’Osservatorio verso rifiuti zero, che ha messo a punto una road map di “sottrazione dalle discariche” partendo dall’analisi dell’indifferenziato. e così visto che il 14% di quello che va in discarica sono pannolini e pannoloni, è partita la consegna in via sperimentale a 30 famiglie dei pannolini da lavare. Il Comune ha già avviato una politica di acquisti verdi di pro| ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 49 | | economiasolidale | ANCHE LA “VIA LATTEA” PORTA ALLA RIDUZIONE DEI RIFIUTI DALLA STALLA AL DISTRIBUTORE CI SONO CIRCA 200 METRI: a Lammari, frazione di Capannori, la filiera del latte non è corta, è cortissima. E l’allevatore apre le porte della sua stalla alle scuole e ai curiosi che, dopo aver riempito la bottiglia, vogliono sapere tutto di come viene prodotto il latte. Nell’ottica della riduzione dei rifiuti di plastica, il Comune di Capannori ha acquistato un distributore automatico di latte spendendo 15 mila euro. In accordo con l’Associazione degli allevatori della Provincia è stato scelto di collocarlo nel parcheggio di una scuola elementare ed è stato subito un successo: dalle previsioni iniziali di 150 litri di consumo quotidiano, in meno di una settimana si è arrivati a erogare 300 litri al giorno, anche grazie al lavoro di promozione sul territorio attraverso i Gruppi di acquisto solidali. Dopo quattro o cinque mesi l’allevatore ha dovuto comprare altre 30 vacche, perché le 20 che aveva non bastavano per soddisfare la richiesta di circa 600 litri al giorno. Il distributore viene riempito più volte al giorno con latte appena munto di alta qualità e sottoposto a controlli igienico-sanitari strettissimi, perché non ha subito alcun tipo di trattamento termico. Costa 1 euro al litro (almeno 30 centesimi in meno di quello confezionato) e fa risparmiare il consumo di circa 400 contenitori di plastica al giorno. Pa.Bai. | (dis)servizi finanziari | economiasolidale | dotti ottenuti dal riciclaggio (Gpp), ma è la grande distribuzione, rappresentata in zona soprattutto da Esselunga che per il momento fa orecchie da mercante nella promozione di confezioni e di stili di vita che riducano la produzione di rifiuti. Non così Confesercenti e Confcommercio che hanno dato la disponibilità all’installazione in alcuni loro negozi di bidoncini d’alluminio per l’erogazione di detersivi ecologici alla spina. Risultato: 56.861 tonnellate di rifiuti in meno conferiti in discarica nel periodo 2005/2007; con un risparmio economico di 2.348.000 euro per il 2007, che significa uno sconto del 20% della Tia (Tariffa igiene ambientale) pagata dai cittadini, con un ulteriore sconto del 10% a chi pratica il compostaggio casalingo. Le suore all’attacco delle carte di credito tossiche Scoraggiare l’incenerimento dei rifiuti Capannori, nonostante abbia impedito in tutti i modi che si costruissero inceneritori sul suo territorio e nonostante l’impegno per arrivare a rifiuti zero scoraggiando l’inceneriOgni giorno 600 litri di latte alta qualità mento dei rifiuti, si trova fra i piedi un ina un euro e un risparmio gombrante ostacolo al raggiungimento dei per l’ambiente di 400 bottiglie di plastica. suoi obiettivi: una parte dei suoi rifiuti deve essere destinato, all’interno di un piano provinciale, all’inceneritore di Pietrasanta (vedi BOX ). Mentre si preannuncia una battaglia legale per rescindere il contratto con l’inceneritore, vanno avanti le iniziative di riduzione dei rifiuti, come il bollino di Ecosagra: a chi organizza sagre senza usare stoviglie usa e getta di plastica viene riconosciuto un sostegno economico e la pubblicizzazione da parte del Comune. E quest’anno si sono risparmiati 41 mila coperti. . Prestiti predatori e superpaghe dei manager. Sono questi i temi più caldi per gli “azionisti attivi” statunitensi nel 2009. A intervenire in assemblea saranno sorelle, pastori, missionari, membri della coalizione ICCR. 2003 CHE NE PARLIAMO, MA NESSUNO CI ASCOLTA. Forse adesso è arrivato il momento buono», spiega suor Susan Mika, del monastero benedettino di Boerne, in Texas. «Ci siamo incontrati con Bank of America e con altre banche. Molte dichiarazioni di Mauro Meggiolaro di intenti, impegni formali, ma alla fine niente di concreto. È arrivato il momento di far sentire la nostra voce in assemblea». Siamo a New York all’incontro autunnale di ICCR, la maggiore coalizione di azionisti religiosi al mondo, e si parla di carte di credito. Di come vengano vendute ormai da anni in modo ag- «È DAL ICCR: AZIONARIATO ATTIVO DAL 1971 INTERFAITH CENTER ON CORPORATE RESPONSIBILITY (Centro Interreligioso per la Responsabilità d’Impresa). È una coalizione internazionale di 275 investitori istituzionali religiosi che comprende congregazioni, ma anche società di gestione del risparmio, fondi pensione, fondazioni e diocesi. Messi insieme gestiscono un patrimonio di oltre 100 miliardi di dollari. Da più di 30 anni ICCR, che ha sede a New York, utilizza gli investimenti degli enti religiosi per influenzare le strategie di gestione delle imprese e promuovere la giustizia sociale nelle assemblee degli azionisti. La prima mozione presentata a un assemblea risale al 1971 ed è considerata anche la prima vera iniziativa di azionariato attivo nel mondo. «Al posto di vendere le azioni delle imprese che si comportano in modo irresponsabile preferiamo dialogare per stimolare il cambiamento», ha dichiarato Laura Berry, direttore generale di ICCR. Nel 2007 ICCR, a cui aderisce Etica Sgr, società di gestione del risparmio di Banca Etica, ha fatto votare mozioni nelle assemblee di oltre 150 società americane. Per informazioni: www.iccr.org | gressivo ai clienti più vulnerabili, ai poveri, a chi ha già storie creditizie difficili o è sommerso dai debiti. A quella fascia subprime della popolazione già pesantemente colpita dai mutui sulla prima casa. «Le banche vogliono raschiare il fondo del barile - aggiunge Mark Regier, del Mennonite Mutual Aid, responsabile della Campagna sulle Abusive Credit Card Practices -, il debito revolving come percentuale del debito totale delle famiglie americane è in crescita costante. Siamo ormai al 40% e i ritardi nei pagamenti sono al loro massimo dal 1993». Revolve, come “girare”, ribaltare il debito che si legge nel saldo a fine mese delle carte di credito sui mesi successivi, in comode rate, con tassi annui che in molti casi superano il 20%. «E’ una nuova bomba pronta a scoppiare nei mercati», continua suor Susan, «anche perché i debiti collegati alle carte di credito subprime sono stati cartolarizzati e collegati a titoli obbligazionari, con lo stesso sistema con cui si sono stati impacchettati i mutui casa. Un numero sempre maggiore di famiglie non riuscirà più a pagare le rate delle carte revolving, i titoli collegati si svaluteranno pesantemente e per chi li avrà in pancia saranno dolori». Le ricette contro la nuova usura Meglio prevenire, quindi. Ma come? I membri del gruppo di lavoro sulle Credit Card Practices pensano di presentare mozioni alle assemblee degli azionisti delle prime dieci banche che, negli USA, emettono e vendono carte di credito. I primi candidati saranno Bank of America, JP Morgan, Citigroup, seguiti da Capital One, Discover, American Express, Wells Fargo. «Con le nostre mozioni chiederemo alle banche di pubblicare un rapporto sulle politiche di ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 51 | FONTE: ICCR INTRANET VERVESHARE | economiasolidale | | economiasolidale | LE PRINCIPALI INIZIATIVE PROGRAMMATE DA ICCR PER LA STAGIONE ASSEMBLEARE 2009 NOME DELL’IMPRESA TEMA AZIONE AT&T Abbot Laboratories Altria Group American Express Apple Computer Bank of America Bank of New York Boeing Company Bristol Myers Squibb Burger King Caterpillar Chevron Assicurazione sanitaria dei lavoratori Accesso ai farmaci nei paesi poveri Salute e sicurezza dei lavoratori Say on pay Assicurazione sanitaria dei lavoratori Crediti subprime Say on pay Vendita di armamenti a paesi stranieri Accesso ai farmaci nei paesi poveri Politiche sui diritti umani Vendita di armamenti a paesi stranieri Estrazione di petrolio dalle sabbie bituminose Carte di credito Sfruttamento dell’acqua Riciclo dei rifiuti elettronici Violenza nei video game Say on pay Trivellazioni nell’artico Riduzione delle emissioni dei veicoli Vendita di armamenti a paesi stranieri Trasparenza sulle operazioni di Credit Default Swap Say on pay Carte di credito Militarizzazione dello spazio Say on pay Say on pay Riciclo dei contenitori per bevande OGM Riciclo dei rifiuti elettronici Riciclo dei contenitori per bevande Report sulla catena di approvvigionamento Carte di credito e mutui subprime Report sulla catena di approvvigionamento Carte di credito Presentazione di una mozione Dialogo Presentazione di una mozione Presentazione di una mozione Presentazione di una mozione Dialogo Presentazione di una mozione Presentazione di una mozione Dialogo Dialogo Presentazione di una mozione Presentazione di una mozione Citigroup Coca Cola Dell Disney Dow Chemical Exxon Ford General Electric Goldman Sachs Intel JP Morgan Lockheed Martin MC Donald’s Morgan Stanley Pepsi Procter & Gamble Philips International Starbucks Timberland Wachovia Wal Mart Wells Fargo Presentazione di una mozione Dialogo Dialogo Dialogo Presentazione di una mozione Presentazione di una mozione Dialogo Dialogo Presentazione di una mozione Presentazione di una mozione Presentazione di una mozione Presentazione di una mozione Presentazione di una mozione Presentazione di una mozione Dialogo Dialogo Dialogo Dialogo Dialogo Dialogo Dialogo Presentazione di una mozione vendita delle carte e sull’impatto che queste possono avere sui debitori e sul tasso di insolvenza», spiega Mark Regier. «Faremo leva sul fatto che, se si continuano ad intrappolare i consumatori in formule di finanziamento che rendono praticamente impossibile il pagamento regolare delle rate, ne risentiranno non solo i debitori, ma anche le prospettive di crescita di lungo termine delle stesse istituzioni finanziarie». Le ricette degli azionisti religiosi per un “credito più sostenibile” sono elencate come Best Practices, in un documento di 15 punti che sarà consegnato alle banche oggetto della campagna. «Chiediamo, per esempio, ci sia un preavviso minimo di 45 giorni quando si aumentano i tassi», spiega suor Mika, «oppure che i tassi non possano essere aumentati retroattivamente o che, per i giova- Le carte di credito “revolving” hanno creato debiti che rischiano ora di esplodere: è la storia dei mutui subprime si ripete. Gli azionisti religiosi: «Regole nuove» | 52 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | ni, siano previsti programmi per la prevenzione dell’iperindebitamento e, infine, che venga spiegato in modo chiaro e trasparente il costo effettivo del debito, usando un linguaggio semplice, accessibile a tutti». Niente di straordinario, ma niente di più difficile: nonostante la grave crisi di fiducia in cui sono precipitate, le grandi banche non sembrano disposte ad arretrare di un millimetro. Anzi, proprio in questo periodo, stanno cercando in tutti i modi di spremere i clienti più a rischio, aumentando le commissioni e i tassi di interesse sugli scoperti o sui ritardi nei pagamenti. Secondo quanto riporta il quotidiano Usa today, dal gennaio 2003 al dicembre 2007, la commissione media di mora sui pagamenti sarebbe salita del 17% a 35,24 $, mentre il tasso per chi supera i limiti di credito puo’ arrivare anche al 32%. «La possibilità di cartolarizzare i debiti connessi alle carte ha dato una spinta notevole all’aumento dei tassi e delle commissioni», ha dichiarato Adam Levitin della Georgetown University. «Le banche hanno ben poco da perdere se chi usa le carte non riesce più a ripagare il debito. Il rischio di insolvenza l’hanno infatti già cartolarizzato e ceduto ad altri. E quindi cercano di estrarre dai clienti maggiore liquidità possibile, fino a quando scoppiano». Un tetto alle paghe Se la campagna sulle pratiche di credito predatorie dovrà passare al banco di prova della stagione assembleare 2009, l’iniziativa “say on pay” (“dì la tua sulle paghe”), ha già ottenuto notevoli risultati negli ultimi due anni. «Le remunerazioni degli amministratori delle grandi corporation hanno raggiunto livelli incredibilmente alti», spiega Timothy Smith, di Walden Asset Management, una società di investimenti specializzata nella promozione di fondi etici. «Dal 2007 chiediamo alle imprese in assemblea che i piani di remunerazione dei manager siano sottoposti al voto consultivo degli azionisti, come già succede in Gran Bretagna, o in Australia». Timothy è un veterano tra gli azionisti religiosi. Rappresentante della Chiesa Metodista, è stato direttore di ICCR per quasi trent’anni. Ora guida il gruppo sul controllo delle remunerazioni e, al meeting della coalizione, mostra i risultati raggiunti: «nel 2008 abbiamo presentato mozioni say on pay alle assemblee di quasi 100 imprese americane. In media abbiamo ottenuto il 43% dei voti a favore. In dieci casi abbiamo superato il 50%: è un risultato enorme», spiega. Per ora le società che hanno accolto le richieste degli azionisti sono una decina, tra cui il colosso delle telecomunicazioni Verizon, Tech Data, Blockbuster e Motorola. Ma il loro numero potrebbe presto crescere, anche grazie a un possibile intervento politico. Un progetto di legge sul say on pay è già passato alla Camera dei Rappresentanti USA, su iniziativa del partito democratico, nell’aprile del 2007. Presto passerà sul tavolo di Barack Obama che, secondo la rivista Forbes, potrebbe firmarlo già nei primi cento giorni di presidenza. . APPUNTAMENTI DICEMBRE>FEBBRAIO 29 novembre – 8 dicembre MILANO FIERA CASA ENERGIA EXPO 2008 Giunta alla sua terza edizione, riunisce in un unico spazio fieristico tutti gli operatori che si occupano di sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili per la casa, di risparmio energetico, bioedilizia, sicurezza e domotica per promuovere un nuovo modello abitativo che coniuga comfort, benessere, sicurezza e sostenibilità ambientale. www.casaenergia.com 1 – 24 dicembre GENOVA MACONDO, FIERA DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE Anche quest’anno la fiera di Macondo scende in piazza con il suo carico di prodotti e progetti made in dignity provenienti da piccole organizzazioni di produttori di Asia, Africa ed America Latina. Il tutto accompagnato da “Cibo per la Mente 2008”, la rassegna di eventi culturali che quest’anno avrà come filo conduttore il diritto al cibo e all’acqua. Piazza Matteotti www.bottegasolidale.it 6 – 8 dicembre ANCONA ECO&ECQUO La fiera sull’attenzione sociale, ambientale e sull’economia solidale compie cinque anni e continua sulla strada dell’educazione alla tutela del Pianeta, all’uguaglianza fra i popoli, alla solidarietà e al rispetto dei diritti umani. Coinvolti anche quest’anno personalità internazionali della cultura e dello spettacolo. Uomini e donne che parlano di diritti umani e ambiente, premi Nobel, vittime o testimoni di iniquità e occasioni di riscatto. www.ecoandequo.it 9 – 10 Dicembre BRESSANONE (BZ) 3° ENERGY FORUM L’architettura e l’edilizia solare rientrano in un approccio integrale della progettazione di edifici basato sull’interazione fra energia, luce, aria e nuovi materiali. Particolare attenzione verrà dedicata alle più recenti evoluzioni nel settore dei componenti integrati per l’edilizia sotto il profilo dell’impiego delle energie rinnovabili e dell’utilizzo multifunzionale nell’involucro degli edifici. www.energy-forum.it 10 – 11 dicembre ROMA BIENNALE INTERNAZIONALE COMUNICAZIONE AMBIENTALE Promossa da Federambiente, Bica 08 rappresenta una delle più importanti iniziative a livello nazionale e mondiale per analizzare il ruolo attuale e gli scenari futuri della comunicazione ambientale nel rapporto fra i servizi di pubblica utilità e il cittadino utente. Casa dell’Architettura, P.zza M.Fanti, 47. www.bicaonline.it 11 dicembre ALBIOLO (CO) PIÙ RAGNATELE: ATTREZZI IN COMUNE Ultimo appuntamento con il ciclo di laboratori per imparare i segreti del riuso, del riciclo e del recupero. In collaborazione con il circolo comasco del Movimento della Decrescita felice. ore 21, Sala Consiliare. www.lisolachece.org 12 dicembre FIRENZE IL LAVORO. LEGALITÀ, QUALITÀ, SICUREZZA Ultima giornata di studio organizzata dalla Regione Toscana e dall’Anci Toscana per approfondire i temi connessi agli appalti e alla legalità del lavoro. È prevista la partecipazione del vicepresidente della Regione, Federico Gelli. La partecipazione alle giornate di studio è gratuita ma l’iscrizione è obbligatoria e può essere fatta via internet ai seguenti siti. www.ancitoscana.it www.e.toscana.it 14 dicembre CALTANISSETTA DAI GAS ALLA TUA VITA PRIMA FESTA REGIONALE DEI GAS SICILIANI Stand dei gruppi d’acquisto solidali e di molte associazioni che sostengono PER SEGNALARE UN EVENTO SCRIVERE A [email protected] l’idea di un consumo intelligente. Previsti inoltre degustazioni offerte dai produttori che forniscono i Gas, un villaggio del consumo responsabile per i più piccoli, laboratori del gusto a cura di Slow Food Sicilia, visite guidate alla Maccalube e alla miniera di Trabonella a cura di Legambiente e lezioni sulla liberazione dalle mafie attraverso i consumi. Centro culturale Michele Abbate, via Niscemi. www.retegas.org 22 dicembre MILANO BABBO NATALE A CASA TUA Per i volontari un modo per vivere lo spirito del Natale con solidarietà. Per i bambini un momento magico alla vigilia di Natale. Per l’UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia muscolare) la possibilità di raccogliere fondi. “Babbo Natale a casa tua” è un classico dell’associazione: le famiglie con bambini della provincia di Milano possono prenotare la visita di un Babbo Natale la notte della Vigilia, che distribuirà i doni lasciati fuori dalla porta dai genitori. 02-84.800.276 - 388-176.5572 [email protected] www.babbonataleacasatua.it e www.uildmmilano.it 31 dicembre SCADENZA BANDO PROGETTI PER L’ECONOMIA SOCIALE La Fondazione Culturale Responsabilità Etica ha pubblicato un bando per l’erogazione di contributi per progetti tesi a rafforzare una cultura dell’uso responsabile del denaro e di forme economiche che abbiano un impatto sociale ed ambientale positivo sulla comunità. Possono richiedere il contributo: Organizzazioni di Volontariato, Associazioni di Promozione Sociale, Terzo settore, ONG, Enti Pubblici e altri soggetti. Il bando completo sul sito della banca. www.bancaetica.com 12 – 17 gennaio MONACO DI BAVIERA (GERMANIA) BAU 2009 Il principale salone europeo per il futuro dell’edilizia. Presenta architetture, materiali e sistemi per l’edilizia | ANNO 8 N.65 | industriale e commerciale, l’edilizia residenziale e l’arredamento interno, con progettisti, architetti e ingegneri che esporranno facciate intelligenti, edilizia ad alta efficienza energetica, metodi di ristrutturazione edilizia. www.bau-muenchen.de 23 gennaio – 1 febbraio VERONA VIVI LA CASA Salone nazionale del biologico e dell’ecosostenibile allestito presso la Fiera di Verona. La manifestazione mette in contatto i piccoli e medi produttori biologici con i consumatori, i gruppi d’acquisto ed i negozianti. Durante i 6 giorni espositivi è prevista anche la vendita diretta dei prodotti. www.vivilacasaweb.it 22 – 25 gennaio BOLZANO KLIMAHOUSE 2009 Fiera internazionale specializzata per l’efficienza energetica e l’edilizia sostenibile. www.fierabolzano.it/klimahouse2009 1 – 15 febbraio MAL’ARIA 2009 Smog e stress da traffico? Inquinamento acustico e città poco pedonalizzate? Tematiche che anche quest’anno saranno al centro di Mal’Aria, la storica campagna antismog che Legambiente organizza in numerosi comuni italiani. www.legambiente.eu 16 – 23 febbraio ITALIA SETTIMANA AMICA DEL CLIMA Una settimana di mobilitazione nazionale per celebrare l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto. Banchetti, manifestazioni, blitz, convegni, tutto per promuovere azioni quotidiane, buone pratiche che ognuno di noi può seguire per contribuire a un risparmio energetico globale. www.legambiente.eu DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 53 | | finanzaislamica | Salam e Istisna’ Vendere ciò che non si ha di Federica Miglietta* CORANO, AFFINCHÉ UN CONTRATTO DI VENDITA DI BENI REALI SIA LECITO, devono sussistere due requisiti: l’esistenza del bene e il suo possesso da parte del venditore. Ci sono però due eccezioni, previste dal Corano, salam e istisna’, che sono particolari tipologie di vendita. Salam è un contratto nel quale il venditore accetta di fornire al compratore alcuni beni specifici che saranno consegnati a una data futura, previo pagamento di un prezzo saldato contestualmente alla stipulazione del contratto. Rappresentando la vendita di un bene non ancora esistente, Salam sarebbe vietato dalla Shari’ah: in realtà, invece, è consentita perché permette ai piccoli agricoltori di ottenere un finanziamento per sostenere le spese sino al raccolto. Parallelamente al finanziamento dell’agricoltura, questo contratto è stato utilizzato per finanziare le importazioni. Al fine di evitare abusi, esso è soggetto a regole molto severe: il prezzo pattuito deve essere pagato interamente al momento della stipulazione del contratto e la qualità e la quantità dei beni devono essere identificate con precisione. In campo bancario, il salam è utilizzabile per il credito fondiario e al commercio. Il prezzo del bene può essere fissato in misura inferiore rispetto al valore effettivo in modo che la differenza rappresenti il profitto per la banca. La banca, inoltre, può richiedere garanzie e ipoteche per assicurare il proprio credito. Vi è però un problema di non poco conto e cioè la banca, alla scadenza, riceve fisicamente i beni finanziati, siano essi grano, frutta o altro ancora e questo pone difficoltà di ordine pratico. Le banche islamiche, allora, ovviano a questo problema Niente future nella finanza stipulando un salam parallelo sugli stessi beni, e firmando islamica. Vietato vendere cioè con un terzo soggetto un contratto uguale e contrario quello che ancora non esiste. e in questo modo chiudono l’operazione. Solo due eccezioni, per aiutare Il salam parallelo è però permesso solo a condizione agricoltori e artigiani. che sia stipulato con una terza parte e non invece Ma le regole sono molto severe con il contraente originario. Nel caso di istisna’ la transazione avviene prima che il bene sia costruito; in questo caso, quindi, ci si riferisce principalmente a beni che devono essere costruiti su misura. Si ordina cioè al costruttore di produrre un certo manufatto, ma non è necessario che il prezzo sia pagato interamente alla stipula del contratto (cosa necessaria, invece, nel salam). Il contratto di istisna’, in questo modo, può essere impiegato per finanziare l’acquisto di un certo bene e viene usato principalmente per acquistare abitazioni in costruzione (sostituendo dunque il mutuo immobiliare). Il finanziatore, secondo il contratto di istisna’, può costruire l’immobile oppure può, stipulando un contratto di istisna’ parallelo, ordinare a una terza parte di costruire un dato immobile. In questo caso il cliente “ordina” alla banca l’immobile e la banca lo acquista, a sua volta, dal costruttore, dopo * Docente di finanza aver aggiunto un margine di profitto. Una volta stipulato il contratto, il cliente inizia a pagare le rate allo IEMIF, Istituto del proprio debito alla banca, finché l’immobile non sarà ultimato e consegnato alla parte acquirente. di Economia dei Mercati e degli Intermediari In entrambi i contratti la proprietà si trasferisce quando avviene la consegna del bene. Sino a quel Finanziari, dell’università momento i rischi permangono in capo al venditore. Bocconi di Milano. P PALM ER IL . | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 55 | | inbreve | | internazionale | inbreve | Islanda, Ucraina, Pakistan e altre storie di default >58 Argentina: il giallo dei fondi pensione >59 La Troika del gas spaventa l’Europa >61 internazionale RIPRENDE LA GUERRA CIVILE IN CONGO: ACCUSE ALL’ONU LIBERTÀ IN INTERNET: IL CODICE DI CONDOTTA DI GOOGLE, YAHOO E MICROSOFT NON CONVINCE L’AFRICA METTE AL BANDO LE CLUSTER BOMB TRA CINA E TAIWAN SCATTA L’ORA DELLA DISTENSIONE AUMENTANO IN COLOMBIA LE ESECUZIONI EXTRAGIUDIZIARIE DI INNOCENTI DOPO 40 ANNI SMINATO IL CONFINE CILE-PERÙ Le timide speranza di pace che avevano caratterizzato nell’ultimo anno la Repubblica Democratica del Congo sono state rapidamente spazzate via dall’escalation dei combattimenti tra le fazioni in lotta nell’infinita guerra civile. Campo di battaglia principale è la regione orientale del Kivu, area di colossale importanza strategica tanto per la presenza delle risorse naturali quanto per la vicinanza con il Ruanda, centro di smistamento sul mercato internazionale dei traffici illegali che da più di un decennio depredano le ricchezze del Paese. A fronteggiarsi sono le milizie filogovernative dei mayi-mayi e i ribelli del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp) del famigerato generale Laurent Nkunda, signore assoluto della regione. Mentre le agenzie non governative lanciano l’allarme sulla catastrofe umanitaria, la missione di pace delle Nazioni Unite (Monuc) è sotto accusa a causa della sua conclamata impotenza. Attivata nel 2000, la Monuc è, con i suoi 16 mila uomini e 1,3 miliardi di dollari di budget annuo, la missione Onu più imponente del pianeta. I 6 mila caschi blu di stanza nel Kivu non sono stati in grado di disturbare i traffici illeciti di Nkunda né di restare immuni dagli scandali. In passato alcuni alti ufficiali della missione sono stati accusati di complicità in un traffico illegale di armi e diamanti. I colossi del settore informatico Google, Yahoo e Microsoft hanno pubblicato il testo integrale del codice di condotta per la tutela della libertà in internet e della privacy degli utenti del web. Lo ha reso noto il portale RSI News citando il comunicato pubblicato dalle tre corporation sul sito specializzato Global Network Initiative. L’operazione dovrebbe costituire un impegno per il futuro nelle relazioni tra le imprese del settore e i regimi autoritari del mondo, quello cinese in primis. Elaborato in collaborazione con importanti esponenti del mondo accademico e dei media (tra cui Rebecca Mackinnon, ex corrispondente da Pechino della CNN e docente presso il Journalism and Media Studies Centre della Hong Kong University) il codice di condotta non sembra soddisfare in pieno gli attivisti per i diritti umani. Inizialmente coinvolte nel progetto, le Ong Amnesty International e Reporters sans frontières (Rsf) hanno preferito abbandonare l’iniziativa giudicando il testo eccessivamente ambiguo e pieno di scappatoie in grado di giustificare comportamenti inadeguati da parte delle multinazionali della rete. Polemizzando apertamente con le tre major, Rsf ha chiamato pubblicamente in causa il tristemente noto caso del dissidente cinese Shi Tao, condannato a dieci anni di reclusione dalle autorità di Pechino per aver diffuso una mail contenente le direttive inviate dal governo ai giornali locali in occasione del quindicesimo anniversario della repressione della rivolta studentesca di piazza Tienanmen. Fu solo grazie alla collaborazione di Yahoo che gli inquirenti cinesi furono in grado di risalire all’identità di Shi Tao. “Tutti i Paesi africani, senza alcuna eccezione, firmeranno il trattato sul bando delle cluster bomb, che verrà siglato il prossimo 3 dicembre ad Oslo”, si legge nel documento finale approvato dai rappresentanti dei governi del continente africano e noto come Kampala Action Plan. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Peace Reporter citando il testo della dichiarazione conclusiva del vertice svoltosi a Kampala, in Uganda. La posizione unitaria dell’Africa non rappresenta solo una buona notizia per i Paesi promotori della campagna ma evidenzia anche un forte valore simbolico. ‹‹Per lungo tempo l’Africa è stata una discarica per armi pericolose, comprese le bombe a grappolo, che hanno causato la perdita di migliaia di vite umane››, ha affermato nell’occasione il capo di Stato ugandese Yoweri Museveni sottolineando come la convenzione contro l’uso di questi ordigni potrà consolidare la pace e la sicurezza in Africa. A maggio 111 Paesi avevano garantito il loro impegno per la firma del Trattato di Oslo. Tra questi mancano tuttora nazioni come Stati Uniti, India, Israele, Cina, Brasile, Pakistan, Russia e Georgia. Queste ultime due, ha denunciato di recente l’Ong Human Rights Watch, avrebbero fatto ampio uso di questi ordigni in occasione del conflitto caucasico dell’agosto scorso. È ancora presto per parlare di amicizia ma intanto, a 60 anni di distanza dalla rivoluzione maoista, l’intesa siglata a novembre tra la Repubblica Popolare Cinese e la Cina Nazionalista (Taiwan) può definirsi autenticamente “storica”. Lasciando diplomaticamente da parte qualsiasi considerazione relativa alle questioni di sovranità, i governi di Pechino e Taipei hanno raggiunto un’intesa su quattro programmi di cooperazione economica dal valore di diversi miliardi di dollari. Tra le intese raggiunte anche quelle sulle agevolazioni per il turismo e l’aumento dei collegamenti aerei tra i due Paesi. Il buon fine dei negoziati sancisce una nuova tappa di quel processo di riavvicinamento tra le due nazioni ben rappresentato dai dati sugli scambi economici e commerciali. Secondo quanto reso noto nel più recente rapporto dell’Amministrazione della dogana cinese, nel mese di agosto l’ammontare complessivo dello scambio tra le due nazioni (ovvero la somma di import ed export) è stato pari a 12,2 miliardi di dollari che hanno portato il valore dei primi 8 mesi del 2008 a superare quota 93 miliardi (+7% rispetto all’agosto 2007, addirittura +20% rispetto ai primi due quadrimestri dell’anno passato). Dal 1949, anno della proclamazione della Repubblica Popolare, le due Cine non hanno mai raggiunto un vero accordo di riconoscimento reciproco. Il numero delle esecuzioni illegali e degli abusi commessi dalle milizie colombiane nel corso degli ultimi anni sarebbe aumentato a dismisura. È la denuncia del network umanitario CCEEU (Coordinamento Colombia Europa Stati Uniti) di cui fanno diverse Ong impegnate da tempo nell’indagine sugli abusi connessi alla cosiddetta politica della Seguridad Democrática. Promosso nel 2002 dall’allora neo-eletto presidente Álvaro Uribe, il programma di Sicurezza Democratica prevedeva il rafforzamento della lotta contro la guerriglia delle Farc (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) attraverso un maggior coinvolgimento della popolazione e degli aspiranti “collaboratori”. Al centro di questo programma venne così a collocarsi quel sistema di incentivi fatto di ricompense e vere e proprie taglie sulla testa dei guerriglieri che avrebbe determinato un’escalation delle esecuzioni. È pressoché certo che molti dei 955 individui giustiziati dall’esercito tra il giugno 2002 e il giugno 2007 (il 68% in più rispetto al quinquennio precedente) fossero vittime innocenti, non diversamente da molti dei 235 desaparacidos registrati come tali nello stesso periodo. Dal gennaio 2007 al luglio 2008, inoltre, le esecuzioni sommarie sarebbero state 535. Ormai noto con il nome di “scandalo dei falsi positivi”, dove con questa espressione “clinica” vengono indicati gli innocenti uccisi e fatti passare per terroristi, il terremoto politico ha coinvolto i vertici dell’esercito provocando una valanga di epurazioni e dimissioni anche ai massimi livelli. All’inizio di novembre a rinunciare all’incarico è stato, tra gli altri, niente meno che comandante in capo dell’esercito colombiano, il generale Mario Montoya. Un passo avanti storico nel processo di normalizzazione delle relazioni internazionali tra il Cile e il Perù. Dopo decenni di tensioni, le autorità di Santiago hanno dato il via libera alle operazioni di sminamento della frontiera settentrionale del Paese che, a partire dagli anni 70, era stata minata con l’inserimento di circa 23 mila ordigni antiuomo e anticarro. L’opera di bonifica, iniziata ufficialmente a novembre, è stata resa possibile agli accordi congiunti realizzati attraverso il cosiddetto Trattato di Ottawa, un’intesa che, a partire dal 2002, ha permesso lo sminamento della frontiera cilena con i Paesi vicini (tra cui Bolivia e Argentina). Secondo quanto reso noto dalla stampa locale, la bonifica territoriale renderà possibile i successivi lavori di ampliamento della strada che collega la città cilena di Arica con il centro peruviano di Tacna. Un obiettivo che dovrebbe essere raggiunto nel 2011 con una spesa complessiva di circa 12 milioni di dollari. Per favorire le operazioni non sono mancate le iniziative internazionali. Gli Stati Uniti hanno messo a disposizione delle autorità cilene il più avanzato modello di macchina scavatrice utilizzata nelle operazioni di sminamento mentre la Germania ha promesso la consegna di macchinari specifici per un valore di diverse centinaia di migliaia di euro a partire dai primi mesi del 2009. | 56 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 57 | | internazionale | JONAS BENDIKSEN / MAGNUM PHOTOS | internazionale | economie in bilico | L’isola che non c’è più E altre storie di default ARGENTINA, IL GIALLO DEI FONDI PENSIONE DEI GUAI DEL DEBITO ESTERO ARGENTINO (130 miliardi di dollari circa) credevamo di sapere già tutto ma che Buenos Aires fosse pronta a nazionalizzare i fondi pensione privati nessuno se lo aspettava. Così, quando alla fine di ottobre il presidente Cristina Fernández Kirchner ha annunciato la statalizzazione del sistema pensionistico privato gli analisti sono andati nel panico e nel giro di 24 ore il differenziale tra i tassi dei bond Usa e quelli argentini è aumentato del 20%. Secondo l’opposizione l’obiettivo del governo sarebbe chiaro: mettere le mani su 30 miliardi di dollari di entrate allo scopo di coprire le scadenze debitorie del biennio 2009-10 (25 miliardi). La maggioranza nega ma molti investitori sospettano che la situazione dei conti sia disperata e che il governo argentino stia ormai raschiando il fondo del barile. Come se non bastasse le previsioni sul futuro del subcontinente latinoamericano non sono incoraggianti. Per il 2009 si prevede un tasso di crescita regionale non superiore all’1,5%. M.Cav. Bagnanti nelle acque calde della Laguna Blu. La geotermia, che in fornisce energia in grande quantità a costi ridottisimi, ha attirato i server delle grandi società dell’Information Technology e le industrie trasformatrici dell’alluminio. Islanda, 2000 Esposizione dissennata al mercato finanziario, sistemi bancari inesperti, debiti e tensioni politiche hanno esposto Argentina, Islanda, Pakistan e Ucraina (e non solo) al rischio bancarotta. E TI METTONO IN VENDITA SU EBAY ad un prezzo di partenza di 99 centesimi è probabile che tu ti senta umiliato. Ma se, per aiutarti con un prestito da quaranta milioni di euro, si muove niente meno che il governo autonomo dell’arcipelago danedi Matteo Cavallito se delle Isole Far Oer vuol dire che sei davvero messo male. Sarà stato forse questo, sul finire di ottobre, il pensiero del primo ministro islandese Geir H. Haarde, un uomo chiamato a governare 100 mila chilometri quadrati di terra, ghiaccio e geiser, ormai prossimi al collasso. La crisi finanziaria globale ha toccato una nuova fase, quella della devastazione dei sistemi economici nazionali. A spiegarlo senza mezzi termini sono stati gli analisti del Financial Times che, raccogliendo i dati sui derivati di credito e combinandoli con le variabili macroeconomiche, hanno reso nota la più sintetica e tremenda delle conclusioni: l’Islanda avrebbe oggi l’80% di probabilità di dichiarare bancarotta. Le stime, spiegano dal quotidia- S | 58 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | no britannico, le fa il mercato, come a dire che ormai gli analisti di tutto il mondo sono tendenzialmente concordi nel recitare il requiem islandese. Una sonata che, nelle sue diverse varianti, potrebbe accompagnare presto altri “infelici del debito” come Argentina, Ucraina e Pakistan, per il quale le probabilità di default sarebbero addirittura 9 su 10. Negli ultimi mesi l’allarme sul rischio bancarotta si è diffuso a tal punto che, per la prima volta nella storia, la società di analisi Markit ha annunciato di essere pronta a pubblicare nel web i dati sui Sovereign Credit Default Swaps, i derivati anti-fallimento sui debiti nazionali. In passato quasi nessun osservatore sembrava curarsi del loro andamento anche perché le probabilità di default apparivano trascurabili. Ma la crisi, si sa, ha cambiato le carte in tavola. E se l’Argentina vede schizzare a quattromila punti base l’interesse sui suoi CDS sovrani (servono quattro milioni di dollari per assicurarne 10 su base quinquennale), l’Ucraina sfiora i 2.800 punti, il Pakistan sfonda quota tremila e i russi la soglia psicologica del 10%, significa che, eviden- temente, gli investitori hanno paura (vedi BOX ). Quando e se quest’ultima si trasformerà in panico, trascinando sul fondo i sistemi nazionali, non è dato saperlo. Ma ripercorrere quello che resta il più assurdo e impensabile dramma finanziario nazionale può già essere un importante spunto di riflessione generale soprattutto per chi, nei prossimi, mesi sarà chiamato a prendere decisioni cruciali non tanto per i grandi investitori quanto per i semplici cittadini. L’Islanda, prima invasa dalla California poi bollata come Stato canaglia Il mercato finanziario islandese è stato liberalizzato pienamente nel 2003 quando le tre principali banche del Paese, Kaupthing, Landsbanki e Glitnir, sono state privatizzate. All’alba del XXI secolo gli istituti dell’isola si sono così lanciati sulle piazze internazionali portando a termine investimenti apparentemente redditizi mentre l’economia nazionale, tradizionalmente chiusa, iniziava a fare i conti con i rischi del cambio flessibile e del deficit con l’estero. Quando il mercato si espande le banche islandesi cercano e trovano una rapida crescita, comprando e, soprattutto, indebitandosi. Apparentemente tutto sembra filare liscio ma, nell’estate del 2007, nella lontana e soleggiata California un numero crescente di aspiranti padroni di casa viene travolto dalla parabola ascendente dei tassi sui mutui. È l’inizio della crisi del credito e l’Islanda si scopre esposta visto che i suoi istituti, al pari di molti altri, hanno benedetto la cartolarizzazione selvaggia acquistando titoli tossici in quantità industriale. Siamo alla fine del 2007 e qualcuno, a cominciare dagli hedge funds, inizia a sospettare che forse quell’ipertrofico sistema bancario islandese non sia più in grado di adempiere ai suoi obblighi di debitore. Prende così il via la speculazione al ribasso e i dati macroeconomici impazziscono letteralmente: tra gennaio e aprile 2008 il principale indice di borsa locale perde il 40%, l'inflazione sale al 6,8% e i tassi di interesse schizzano al 15,5%. È arrivata, per dirla con Jón Ormur Halldórsson, docente della Business School dell’Università di Reykjavik, “la tempesta perfetta”. «La causa principale di tutto questo - spiega Halldórsson - è costituita paradossalmente dal successo delle tre banche principali. Queste sono cresciute così tanto da superare di 12 volte l’economia nazionale. Questa dimensione sfalsata significava che non c’era più nessun garante credibile dei debiti a cui fare ricorso». In assenza di un garante ultimo la situazione non può che peggiorare. Gli istituti islandesi, Landesbanki e Kaupthing in primis, hanno ormai una discreta presenza in Gran Bretagna. Per evitare che i correntisti di sua Maestà si ritrovino privati dei loro risparmi il governo londinese sceglie di far ricorso niente meno che alle leggi speciali antiterrorismo del 2001 congelando i conti amministrati nel regno dalle banche islandesi. A proposito di ipertrofia: i correntisti britannici interessati dal provvedimento sono 300 mila, tanti quanti gli abitanti dell’Islanda. Il resto viene da sé. La fiducia nel sistema Paese dell’isola crolla. La corona va a picco anche se la banca centrale cerca in tutti i modi di sostenerla (a fine ottobre i tassi d’interesse toccano quota 18%). Serve nuova liquidità, non importa se in mezzo ci finiscano i rubli russi o le corone danesi delle isole Far Oer. Si comincia così ad aprire un dialogo con il Fondo Monetario Internazionale e si inizia, soprattutto, a prendere in considerazione un’idea un tempo giudicata folle: l’adesione all’euro. «Se l’Islanda avesse aderito all’Unione Europea e avesse adottato l’euro, come vorrebbe oggi il 70% dei cittadini, i nostri problemi sa| ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 59 | | internazionale | | scenari energetici | internazionale | A Est spira un vento gelido Quali sono gli altri Paesi a rischio? Gli osservatori non sembrano avere dubbi puntando verso Est. La combinazione “mercato depresso-svalutazione-sfiducia-debito” sta interessando almeno tre ex Paesi socialisti: Russia, Ungheria e Kazakhstan. Il passato di economia chiusa (che ha caratterizzato almeno in parte la stessa Islanda), è un dato decisamente da non sottovalutare. A far riflettere, infatti, è la probabile inesperienza del settore finanziario già combinatasi con una transizione all’economia di mercato piena di promesse di rapida modernizzazione. È come se gli ex Paesi socialisti avessero vissuto quella frenesia finanziaria che nelle economie di mercato colpisce ciclicamente gli operatori nei periodi di cieco ottimismo. Solo che tutto è accaduto in un ambiente finanziario sottodimensionato e privo del sostegno di una valuta forte. L’esito è stato l’indebitamento sul mercato internazionale, che, come noto è diventato ultimamente estremamente costoso e di fatto impraticabile. Per evitare un collasso generale si muoverà il FMI che però, è bene ricordarlo, non è certo un ente caritatevole. I prestiti del Fondo, in altre parole, sono sempre soggetti a importanti condizioni ed è proprio su questo, probabilmente, che si gioca ora la partita più importante. In passato, quando nessuno in Occidente metteva in dubbio la fede nel liberismo, il trade-off dei prestiti era costituito da quegli adeguamenti strutturali che esponevano le nazioni emergenti alle insidie del mercato mondiale. Oggi, con gli Stati Uniti impegnati a iniettare mille milioni di dollari “statali” nel sistema finanziario privato, lo scenario dovrà necessariamente essere diverso. È l’occasione per puntare finalmente sulle regole. Un’opportunità da non sprecare. e che lascia aperti molti scenari geopolitici e di mercato. NA TROIKA DEL GAS CAPACE DI COORDINARE le attività di espor- U . Bano Ferrari, Carlo Rossi, Luigi Melesi Elio Meloni, Valerio Beretta Adriano Sella Sergio Paronetto Giancarlo Bregantini IL CORPO RACCONTA SAPERI E SAPORI LA NONVIOLENZA DEI VOLTI LA TERRA E LA GENTE Idee e pratiche per umanizzare le organizzazioni MINIGUIDA DEI NUOVI STILI DI VITA La speranza in cui credo Forza di liberazione pp. 288 € 15,00 pp. 424 € 22,00 pp. 96 € 3,00 pp. 296 € 15,00 pp. 224 € 13,00 Il libro, curato da Vittorio Chiari, è basato sulla decennale esperienza degli autori: un clown professionista, un attore televisivo, un autore di testi teatrali. È un manuale imperdibile per scuole, gruppi, appassionati di teatro e di clownerie. Frutto dell’esperienza di capaci formatori il libro presenta teorie e casi concreti, utili per chi opera in associazioni, aziende, comunità… Al libro è abbinato un dvd con un’intervista a Bruno Volpi fondatore di Mondo di comunità e famiglia. Una guida pratica e semplice, ricca di suggerimenti su come investire in modo etico i propri risparmi, su come effettuare acquisti “attenti”, su come praticare la giustizia e la nonviolenza, su come adottare comportamenti ecologici e rispettosi dell’ambiente. Un libro, realizzato in collaborazione con Pax Christi, che presenta le testimonianze di campioni della nonviolenza: Primo Mazzolari, Tonino Bello, Lorenzo Milani, David Turoldo, Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira, Oscar Romero, Ernesto Balducci, Gandhi e molti altri. Il vescovo di Campobasso, già vescovo di Locri, racconta la terra di Calabria e la sua gente, animata da giovani pronti a lottare e a pagare di persona per costruire un futuro più giusto, libero e solidale… Per informazioni e acquisti: Editrice Monti Via Legnani, 4 - Saronno (VA) • Tel. 02.9670.8107 [email protected] • www.padremonti.it Russia, Iran e Qatar potrebbero dar vita a un’OPEC del gas. Un’ipotesi che allarma il Vecchio Continente SCONTO DEL 15% PER I LETTORI DI “VALORI” CHE RICHIEDERANNO I LIBRI ALL’EDITRICE MONTI CITANDO QUESTA INSERZIONE FONTE: ENI, WORLD OIL AND GAS REVIEW 2008 (HTTP://WWW.ENI.IT/WOGR_2008/GAS-RESERVES-1.HTM) DATI IN MILIARDI DI METRI CUBI (AL 1° GENNAIO 2008 NELLA CLASSIFICA DELLE RISERVE) IL DRAMMA ISLANDESE NON È UN FENOMENO ISOLATO. A passarsela malissimo, tra gli altri, c’è anche l’Ucraina. Tra settembre e ottobre la valuta locale ha perso il 12% sul dollaro, il deficit di bilancio è salito al 7,9% portando il debito estero a quota 100 miliardi di dollari, il prezzo della principale commodity nazionale (l’acciaio) è calato riducendo di riflesso le entrate mentre il gas importato dalla Russia dovrebbe aumentare di valore. Le agenzie di rating abbassano la valutazione non diversamente da quanto fatto con un altro martoriato Paese: il Pakistan. Nella repubblica islamica la crescita economica vive una brusca frenata e l’inflazione va alle stelle. Dall’inizio del 2008 ad oggi la rupia ha perso il 30% mentre il mercato azionario ha ceduto 40 punti percentuali nell’ultimo semestre. Crisi economica mondiale, certo, ma non solo. Ad accomunare i due Paesi c’è infatti un altro elemento destabilizzante: la precaria situazione politica. In Ucraina gli ex alleati Viktor Yuschenko (attuale presidente) e Yulia Timoshenko (premier) sono ormai ai ferri corti. Quest’ultima ha invocato l’intervento del Fondo Monetario prospettando però il rinvio delle elezioni anticipate. Gli investitori si sono spaventati e la situazione si è aggravata. In Pakistan è accaduto qualcosa di simile ma la tendenza potrebbe cambiare. I ribassi hanno infatti solleticato la fantasia degli investitori cinesi e dei loro colleghi di Abu Dabi. I primi pensano di trasferire 7 miliardi di dollari nel Paese (che dal FMI dovrebbe riceverne da 10 a 15), i secondi hanno iniziato a investire massicciamente sui terreni agricoli locali. M.Cav. Libro illustrato La Troika del gas spaventa l’Europa rebbero stati di portata molto inferiore», spiega ancora Halldórsson sottolineando come la richiesta formale di adesione all’Ue rappresenti oggi il punto chiave del programma di risanamento. UCRAINA E PAKISTAN, LA POLITICA NON AIUTA tazione nel mercato mondiale con una inevitabile attenzione per l’Europa. Potrebbe essere questa la grande novità dei prossimi anni all’interno del complicato mercato dell’oro azzurro, la di Matteo Cavallito materia prima più importante dopo il petrolio nell’intero settore energetico. L’idea, sostenuta TOP 10 RISERVE in particolare da Mosca e oggetto di discussione alla riuMONDIALI [ 2006 ] nione del Gas Exporting Countries Forum (GECF) a metà Russia 47.814 Iran 26.845 novembre, è piuttosto semplice: realizzare un organismo Qatar 25.490 di gestione comune delle attività di export del gas tra i tre Arabia Saudita 7.546 maggiori detentori della risorsa: Russia, Iran e Qatar, che USA 6.173 compensano da soli il 60% del gas del pianeta. Si tratteEmir. Arabi Uniti 6.111 rebbe, hanno fatto notare quasi tutti gli analisti, di un veVenezuela 5.565 Nigeria 5.275 ro e proprio alter ego dell’Opec. Un autentico cartello, soAlgeria 4.428 stiene il partito degli allarmisti, in grado di dare un ulteIraq 3.170 riore spinta al rialzo al prezzo del gas sfavorendo il principale compratore dell’area: l’Unione Europea. Ma è davTotale 138.415 Resto mondo 43.531 vero solo una questione di prezzo? Tot. mondo 181.945 Un mercato sui generis TOP 10 IMPORTAZIONI EUROPEE [ 2008 ] Germania Italia Ucraina Francia Spagna Turchia Regno Unito Olanda Bielorussia Belgio 90,23 75,60 50,24 47,85 37,48 30,03 22,53 21,53 20,79 16,78 Il valore del gas segue quello di mercato del petrolio (cui si lega attraverso una formula matematica) con uno scarto temporale variabile tra i sei e i nove mesi. Proprio quest’ultimo dato andrebbe a sostegno della tesi del cartello: siccome l’oro nero ha raggiunto il suo picco all’inizio dell’estate per poi crollare, è probabile che il gas inizi a perdere valore all’inizio del 2009 e solo una mossa in stile Opec potrebbe frenare la tendenza. La questione non appare però così semplice. A differenza del petrolio, il gas è trasportato quasi intera| mente attraverso la rete dei gasdotti. I contratti di fornitura sono pluriennali (solitamente di trent’anni) e spesso anche poco trasparenti. «Un cartello di prezzo determinato da Russia, Iran e Qatar sarebbe teoricamente possibile, ma nella realtà dei fatti è piuttosto difficile sganciare il prezzo del gas da quello del petrolio – spiega Goffredo Galeazzi, direttore del quotidiano d’informazione sull’energia La Staffetta Quotidiana –. Il vero problema è però un altro, e cioè che non tutte le clausole dei contratti takeor-pay sono note. Noi non sappiamo, ad esempio, quanto paghi esattamente Eni a Gazprom secondo i contratti trentennali che hanno stipulato». Un problema non da poco anche perché la Russia, il fornitore numero uno dell’Europa, evidenzia una capacità produttiva insufficiente. Chiamati a svolgere il ruolo di subfornitori, le repubbliche meridionali dell’ex URSS sarebbero pronte a vendere il gas a prezzi “europei” (500 dollari per mille metri cubi) invece che alle cifre più basse che caratterizzano tipicamente le aree orientali della rete dei gasdotti (100-200 dollari). La geopolitica trionfa Dalle reti sotto il controllo di Mosca passa la stragrande maggioranza del gas chiamato a riscaldare le case degli europei. È una situazione di semi-monopolio che non pare destinata a cambiare nel prossimo futuro. I giacimenti europei del Mare del Nord sono in via di esaurimento e i due più importanti progetti di gasdotti, ancora sulla carta, vedono i russi in prima fila con Gazprom il colosso numero uno del mercato, mentre le vie alternative sembrano al ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 61 | | internazionale | SCHEDA: I PRINCIPALI EURO-GASDOTTI IN PROGETTO NORD STREAM Area: Mar Baltico Direzione: da Russia a Germania Il gasdotto dovrebbe attraversare il Mar Baltico per collegare la città russa di Vyborg con il centro tedesco di Greifswald. Il progetto è affidato a un consorzio di imprese denominato NordStream AG di cui fanno parte il gigante russo Gazprom (51% delle azioni) le tedesche Wintershall ed E.ON Ruhrgas (entrambe con il 20%) e l’olandese N.V. Nederlandse Gasunie (9%). I critici hanno sollevato perplessità sui rischi di impatto ambientale chiamando in causa soprattutto I danni alla fauna ittica locale. La data di completamento dell’opera non è ancora stata ipotizzata ufficialmente. www.nordstream.com SOUTH STREAM Area: Mar Nero, Balcani Direzione: da Russia a Italia, da Russia a Ungheria L’opera intende svilupparsi lungo due direzioni. La prima seguirebbe la traiettoria Russia-GreciaItalia mentre la seconda coinvolgerebbe il tratto originariamente pensato per il vecchio Blue Stream (Bulgaria, Romania, Serbia, Ungheria, Slovenia, Austria). Partecipano ai lavori, che dovrebbero condurre il gasdotto all’operatività nel 2013, la russa Gazprom e l’italiana Eni. www.eni.it www.gaazprom.ru NABUCCO Area: Turchia, Est Europa Direzione: dalla Turchia all’Austria attraverso l’Europa orientale 8 miliardi di euro di spesa prevista per la costruzione di 3.300 chilometri di gasdotto tra la rete turca e il centro di smistamento austriaco di Baumgarten (per metà sotto il controllo di Gazprom). Il progetto resta per ora sulla carta tanto che non è ancora stato chiarito quale sarà il punto d’origine dell’immissione (aree candidate: il confine turco-georgiano e quello turco-iraniano). L’opera garantirebbe all’Europa una fornitura indipendente dal circuito russo e proprio per questo è osteggiata da Mosca. I lavori dovrebbero essere affidati a un consorzio di 5 imprese in rappresentanza di altrettante nazioni attraversate dall’impianto: Botas (Turchia), Bulgargaz (Bulgaria), Transgas (Romania), Mol (Ungheria) e OMV (Austria) www.nabucco-pipeline.com WHITE STREAM Area: Caspio, Europa centrale e orientale Direzione: da Ucraina a Polonia È il progetto di più difficile realizzazione. Promosso dalle autorità di Kiev, che vorrebbero così tagliare fuori la Russia, il gasdotto dovrebbe attraversare l’Europa orientale per allacciarsi alla rete polacca. A rendere tuttora irrealizzabile il progetto c’è l’assenza di un accordo sulla fornitura iniziale. L’Ucraina non possiede un quantitativo di gas sufficiente ed è per questo chiamata ad acquistare il necessario surplus da un cliente dell’Asia centrale. Le autorità ucraine hanno ipotizzato un allacciamento con la rete dell’Azerbaijan che, però, ha negato la disponibilità. Un’alternativa possibile è costituita dal Turkmenistan. Il progetto è stato promosso dalla società britannica GUEU-White Stream Pipeline Company Limited (GUEU). www.energy-community.org/pls/portal/docs/91811.PDF GALSI Area: Mediterraneo Direzione: Da Algeria a Italia Appena 284 chilometri ma un’enorme importanza strategica. Sono le caratteristiche salienti del Gasdotto Algeria Sardegna Italia, meglio conosciuto come GALSI. Il progetto prevede un collegamento sottomarino Algeria-Sardegna con successivo tratto di fornitura capace di allacciare l’isola con la rete italiana presso il comune toscano di Piombino. Si tratterebbe del gasdotto più profondo mai realizzato (-2885 metri nel tratto di maggiore depressione). A gestire il progetto, che dovrebbe essere completato nel 2012, un consorzio formato dall’algerina Sonatrach (41.6% delle azioni), e dalle italiane Edison (20.8%), Enel (15,6%), Hera Trading (10,4%) e Sfirs (la finanziaria della Regione Sardegna detentrice dell’11,6% del capitale). Nel progetto, cui collabora anche Snam Rete Gas, potrebbe entrare l’onnipresente Gazprom che ha già siglato un accordo di massima con Sonatrach. www.galsi.it PERSIAN PIPELINE Area: Medio Oriente, Europa meridionale Direzione: Da Iran a Italia via Turchia e Grecia È l’ultimo progetto ad essere stato lanciato e, va da sé, quello di cui si sa meno. Ad annunciarlo è stato a fine ottobre il direttore della National Iranian Gas Export Company (NIGEC) Reza Kasaizadeh (nella foto - www.shana.ir) secondo cui la linea dovrebbe essere completata entro il 2014. Il tratto, che partendo dai depositi della Repubblica Islamica dovrebbe attraversare Turchia, Grecia e Italia, potrebbe costituire un’ottima risorsa tanto per un’Europa alla ricerca di alternative al gas russo quanto per lo stesso Iran, la cui presenza nel mercato mondiale del gas appare ancora sottodimensionata. È probabile che gli Stati Uniti guardino con sfavore al progetto per ovvie ragioni geopolitiche. www.presstv.ir/detail.aspx?id=73621§ionid=351020103 | 62 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | momento poco percorribili (vedi SCHEDE ). Il tentativo europeo di diversificare le sue fonti trova sulla sua strada almeno due ostacoli: il primo è rappresentato dalla mancanza di una politica strategica comune cui si sostituisce l’iniziativa individuale dei singoli Paesi (vedi il caso Nord Stream); la seconda è data dalle pressioni della Russia e degli Stati Uniti. Se Mosca vuole continuare a garantirsi il predominio di mercato, infatti, Washington non vuole che i suoi piani di isolamento del regime di Teheran siano messi a rischio dalla sete di gas degli europei. FONTE: NORD STREAM AG 2008 | internazionale | IL SISTEMA DEI GASDOTTI EUROPEI Gasdotti esistenti* In costruzione* Principali giacimenti *costituiti da diversi gasdotti Gazprom, prima nell’energia A garantire la leadership russa non ci sono solo i fattori geologici e di rete. Con 270 miliardi di dollari capitalizzazione la Gazovaya Promyshlennost, meglio conosciuta come Gazprom, è la terza multinazionale del pianeta, la prima del mercato energetico. Con l’obiettivo dichiarato di quadruplicare il proprio capitale nei prossimi anni, la corporation vede come azionista di maggioranza lo Stato russo con il quale ha storicamente rapporti strettissimi (l’attuale premier Dimitri Medvedev è stato per anni al vertice del CdA) e ha ormai una posizione di monopolio puro o di fatto con dodici Paesi europei, imponendosi come fornitore leader dell’area UE con il 25% del mercato. La sua presenza ridondante ha permesso a Mosca di giocare un ruolo determinante anche in quei progetti che mirerebbero a diversificare le forniture europee. La compagnia ha acquisito per metà il controllo del centro di smistamento di Baumgarten, in Austria, che dovrebbe (o per meglio dire “avrebbe dovuto”) essere lo snodo finale del gasdotto Nabucco. Secondo i rumors di mercato l’impresa potrebbe inoltre entrare nel progetto GALSI (vedi schede), il piano di fornitura Algeria-Italia. Il futuro della Troika Quale sarà allo stato attuale il futuro della troika? I dubbi restano. L’intesa a tre potrebbe garantire alla Russia un controllo per lo meno parziale sulle alternative europee di fornitura ma al tempo stesso potrebbe dare una spinta al settore del gas nei due Paesi mediorientali. L’Iran studia un paio di progetti di rete: il primo, denominato Persian Pipeline (vedi schede) interesserà l’Europa, il secondo, ribattezzato Peace Pipeline dovrebbe alimentare la domanda di India e Cina. Il Qatar potrà puntare invece sul segmento del gas liquido (che è caratterizzato da minori vincoli di mobilità) di cui è leader mondiale. A quel punto le ambizioni di crescita delle due nazioni potranno forse sminuire il potere di Mosca a patto, però, che l’Europa sappia svincolarsi dalle pressioni americane aprendo un canale commerciale con Teheran. «L’Iran non è un Paese strumentalizzabile e per questo gli iraniani tenderanno a fare i loro interessi – sottolinea il direttore de La Staffetta –. E se gli europei offriranno garanzie migliori allora è probabile che l’Iran scelga di fare affari con loro piuttosto che con la Russia». . I PROGETTI SE DIECI RIGASSIFICATORI VI SEMBRANO POCHI SONO DEI TERMINALI DOVE NAVI GASIERE scaricano il gas liquefatto a – 160°, che viene poi riportato allo stato gassoso con vaporizzatori a fiamma sommersa e quindi immesso nella rete del gas. Ma i rigassificatori non piacciono, suscitano nelle popolazioni reazioni negative come gli inceneritori, perché vanno a insistere su territori già molto sfruttati da insediamenti petrolchimici che, invece, vorrebbero mettere la parola fine a quel tipo di esperienza e passare a produzioni più sostenibili. E non piacciono anche perché per i rigassificatori il mare rappresenta un nuovo territorio da colonizzare e magari desertificare con il loro impatto. Tanto che al momento della decina di rigassificatori che dovrebbero spuntare dal mare tutto attorno all’Italia o essere ospitati nelle aree portuali, ce n’è uno solo attivo, quello storico dell’Eni a Panigaglia (La Spezia) da 4 miliardi di mc l’anno, che ha ricevuto nel 2007 il no della Regione al suo raddoppio. Dal 2009, invece, dovrebbe cominciare a distribuire 8 miliardi di mc di gas proveniente dal Qatar, l’impianto offshore di Rovigo, un gigantesco monolito di cemento fabbricato nei cantieri spagnoli di Algeciras, arrivato in agosto a 15 km al largo del Delta del Po, dopo esser stato rimorchiato per 1700 miglia attraverso il Mediterraneo. Il progetto è una joint venture tra Qatar Petroleum, Exxon Mobil (con il 90 per cento delle quote) e Edison con il 10 per cento. È stato fortemente avversato dalle popolazioni locali, da anni alle prese con i problemi legati alla presenza dell’industria petrolchimica ed estrattiva, ma l’impianto ha ricevuto quattro valutazioni favorevoli di impatto ambientale. Bloccati i lavori per il terminale galleggiante di Livorno, tra ricorsi al Tar dei comitati “No offshore” e colpi di mano della Olt, la controllata di Endesa che con le municipalizzare di Torino, Livorno e Genova porta avanti il progetto. L’unico impianto che al momento avrebbe il sostegno del territorio è il siciliano Porto Empedocle. Tutti gli altri progetti sono in fase di stallo, sospesi tra la crisi finanziaria e l’attesa della “rinascita” nucleare dell’Italia. | ANNO 8 N.65 | Brindisi, bloccato da sequestro giudiziario per tangenti e per la richiesta della Via (Bp) Taranto (progetto della spagnola Gas Natural) Porto Empedocle (Nuove Energie e Enel) Priolo (Erg e Shell) Gioia Tauro (consorzio CrossGas- Italpetroli) Trieste, no dei Comuni (Endesa) Zaule, no dei Comuni (Gas Natural) Livorno, iniziati i lavori, ma non concluso l’iter autorizzativo (Olt, Endesa, municipalizzate di Torino, Livorno e Genova) Rosignano (consorzio Edison-Bp-Solvay) Mare Adriatico (l’Eni ipotizza un riuso di sue strutture al largo delle coste dell’Abruzzo o delle Marche) DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 63 | | internazionale | | lavanderia | Banche in crisi APPUNTAMENTI DICEMBRE>FEBBRAIO 3 – 6 dicembre HYDERABAD (INDIA) INTERNET GOVERNANCE FORUM (IGF) Il terzo incontro del Forum delle Nazioni Unite sulla Governance di Internet avrà come tema principale l’inclusione del prossimo miliardo di utenti, la transizione dal IPv4 al IPv6, le risorse critiche, la privacy. www.isoc.it della Regione Artica verranno affrontati nelle giornate di dicembre organizzate da ArcticNet, rete di centri di eccellenza del Canada. In concomitanza con la conclusione dell’Anno Polare Internazionale e del 400mo anniversario di Quebec City, per Artic Change 2008 si aspettano 600 tra ricercatori, studenti e politici da tutto il mondo. www.arctic-change2008.com 7 dicembre GHANA ELEZIONI DEL PARLAMENTO E DEL PRESIDENTE 10 dicembre 2008 TORINO (ITALIA) FORUM INTERNAZIONALE DONNE DEL MEDITERRANEO Incontro Internazionale “Palestina e Israele: Donne e Organizzazioni Internazionali insieme per il dialogo e la Pace”. www.centrounesco.to.it 1 – 12 dicembre POZNAN (POLONIA) CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI La conferenza polacca è la continuazione delle trattative internazionali che sono stati avviate nel quadro del Bali Road Map. (http://unfccc.int/2860.php) Negli stessi giorni della conferenza sono previste numerose manifestazioni per richiamare i governi all’urgenza delle azioni per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici. www.globalclimatecampaign.org 7 dicembre UCRAINA ELEZIONI PARLAMENTARI Dopo lo sfaldamento della coalizione di governo l’Ucraina è di nuove alle urne. 7 – 10 dicembre ATENE (GRECIA) GLOBAL FORUM FOR MEDIA DEVELOPMENT Circa 500 esperti provenienti da oltre 100 Paesi sono stati invitati alla seconda edizione del Forum. Gli argomenti discussi saranno le potenzialità dei nuovi media nello sviluppo di strategie comuni per il pluralismo e l’indipendenza dei mezzi di informazione. www.gfmd-athensconference.com 9 – 12 dicembre QUEBEC (CANADA) ARCTIC CHANGE 2008 QUEBEC CITY CONVENTION CENTRE Cambiamenti climatici e problemi | 64 | valori | ANNO 8 N.65 | 12 dicembre ADDIS ABÉBA (ETIOPIA) LES VENDREDIS DE LA COMMISSION Dibattito organizzato dalla Commissione dell’Unione africana (UA) sugli effetti della crisi finanziaria sulle economie dell’Africa, sulle eventuali misure atte a prevenire crisi analoghe, sull’istituzione della Banca centrale e del Fondo monetario africani. (nella foto il presidente della Commissione, Jean Ping, riceve l’ambasciatore degli Stati Uniti presso l’UA, John Simon). www.africa-union.org 18 dicembre TURKMENISTAN ELEZIONI PARLAMENTARI 24 dicembre ISOLE PITCAIRN ELEZIONI GENERALI Le quattro isole vulcaniche (di cui una sola abitata) nell’Oceano Pacifico meridionale sono territori britannici d’oltremare. Abitate dai discendenti degli ammutinati del Bounty sposati con polinesiane, oggi con solo 48 abitanti Pitcairn è lo Stato meno popolato del mondo. Recentemente è salita alla ribalta della cronaca per un una sconvolgente storia di pedofilia e violenze sessuali perpetrate nell’arco di decenni dalla metà dei maschi adulti dell’isola. Un tribunale speciale, composto da giudici giunti apposta dalla Gran Bretagna e dalla Nuova Zelanda, ha condannato sei uomini – tra cui l’allora sindaco Steve Christian – con sentenze fino a sei anni di carcere, dichiarandoli colpevoli di abusi sessuali sulle donne e i minori dell’isola. 5 – 7 gennaio 2009 BANGKOK (THAILANDIA) ENVIRONMENTAL & WATER RESOURCES Gestione delle risorse idriche DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | PER SEGNALARE UN EVENTO SCRIVERE A [email protected] e informazione ambientale nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto asiatici e africani, nella conferenza internazionale organizzata dall’Asian Institute of Technology. www.ait.ac.th 5 – 12 gennaio HANOI (VIETNAM) ASEAN TOURISM FORUM Grande fiera del turismo dei Paesi asiatici aderenti all’Asean (Associazione delle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale) a cui partecipano ministri, operatori turistici e imprenditori. www.atf2009vietnam.com al referendum di ratifica della nuova Costituzione. La Carta costituzionale è stata modificata dopo la prima stesura e contiene ora concessioni alle oligarchie locali, ampia autonomia amministrativa ai dipartimenti e il riconoscimento delle minoranze indigene. Frutto di una lunga mediazione fra governo e opposizione, l’accordo sulla data del voto è arrivato dopo che il presidente Morales (nella foto) ha accettato di cancellare dal testo la possibilità di due elezioni consecutive di un candidato alla massima carica dello Stato, rimandando di fatto una sua rielezione al 2014. 11 – 15 gennaio NEW DELHI (INDIA) PETROTECH 2009 Ottava conferenza biennale dell’industria energetica, organizzata sotto l’egida del ministero per l’Energia, dal governo indiano, dall’Indian Oil Corporation Ltd e da Petrotech Society (organizzazione che raccoglie i rappresentanti di tutta la filiera produttiva degli idrocarburi). L’edizione del 2007 aveva raccolto 4000 delegazioni da 60 Paesi e le adesioni per questa edizione sono in crescita. www.petrotech2009.org 27 gennaio – 1° febbraio BELEM (BRASILE) WORLD SOCIAL FORUM 2009 L’edizione 2009 del World Social Forum si svolgerà in Amazzonia, nella regione di Para, non a caso in concomitanza con il meeting di Davos. Per un cambiamento culturale verso una nuova giustizia sociale. www.fsm2009amazonia.org.br 14 – 17 gennaio PORTO (PORTOGALLO) HEALTHINF 2009 Conferenza internazionale sullo stato dell’utilizzo delle tecnologie informatiche nella pratica e nella diagnosi medica, organizzata da INSTICC (Institute for Systems and Technologies of Information, Control and Communication). www.healthinf.org 28 gennaio – 1° febbraio DAVOS (SVIZZERA) WORLS ECONOMIC ANNUAL MEETING Un progetto per il mondo dopo la crisi, è l’argomento dell’incontro annuale dell’esclusivo “forum” dei decisori mondiale. I partecipanti provengono dai consigli d’amministrazione delle compagnie strategiche mondiali della produzione, della creatività, del sociale e del Web. Invitati anche membri della Comunità dei giovani leader mondiali, che rappresentano la voce del futuro nel mondo degli affari. Presenti i rappresentanti delle organizzazioni mondiali come Banca Mondiale, Nazioni Unite, FMI, e poi ministri dell’economia, dell’ambiente, dell’energia, degli affari sociali oltre ad ONG, sindacati, accademici, sportivi e religiosi. www.weforum.org 19 – 20 gennaio IL CAIRO (EGITTO) CHILD POVERTY AND DISPARITIES: PUBLIC POLICIES FOR SOCIAL JUSTICE Prima conferenza internazionale di un ciclo biennale di incontri sotto l’egida dell’Egypt National Observatory for Child Rights, il National Council of Childhood and Motherhood (NCCM) e l’United Nations Children’s Fund in Egypt (Unicef), in cui verranno elaborate nuove piattaforme sul tema dei diritti dei minori. www.unicef.org 25 gennaio BOLIVIA REFERENDUM COSTITUZIONALE Finalmente il 25 gennaio la Bolivia andrà 20 – 21 febbraio ROMA (ITALIA) ASPEN INSTITUTE ITALIA Conferenza Internazionale dal titolo: Aspen, per un capitalismo finanziario sostenibile dei G8, materie prime e bene comune. In collaborazione con il World Food Program. www.aspeninstitute.it Svolta alla Ubs di Paolo Fusi EZZO MILIARDO DI DEBITI UFFICIALI. Più quelli non ufficiali, nascosti nelle pieghe dei bilanci, nei complessi rapporti con le società offshore dei clienti e dei propri dipendenti, una fuga di capitali verso le piccole banche regionali. Perché i clienti avevano capito che alla Ubs c’era solo la possibilità di perdere tutto, certamente non di guadagnare cifre miracolose come si era sperato. Un quadro desolante, che per giunta si ripete a distanza di pochi anni: non ne sono passati ancora dieci da quando la Ubs, tecnicamente fallita, veniva fusa con la Società di Banca Svizzera (ancora sana) per salvare posti di lavoro, soldi dei clienti e l’immagine della piazza finanziaria elvetica. In questi dieci anni i dirigenti venuti dalla banca di Basilea hanno distrutto nuovamente la Ubs. Un colosso che aveva sfidato dalla piccola Confederazione le banche di tutto il mondo diventando quella che aveva più soldi investiti di tutte – ridotta ad un cumulo di macerie fumanti. Per giunta avendo perso tutte le caratteristiche che l’avevano fatta grande: l’organizzazione interna, il controllo totale sui movimenti dei dipendenti, una sezione informazione (la Awp) in grado di sapere tutto su tutti per poter operare in borsa. Ma la disgrazia dei derivati, la malattia che ha colpito bancari e banchieri per un quarto di secolo, ha messo in ginocchio, dopo la Swissair, anche il secondo dei quattro pilastri della Svizzera. Mancano solo la Nestlé e la chimica a Basilea, che comunque stanno bene, anzi benissimo. Il Governo svizzero ha regalato alla Ubs 64 miliardi di franchi per evitarne il fallimento. Sono oltre 40 miliardi di euro. Il presidente dell’istituto, Peter Kurer, ha detto che senza quei soldi avrebbe chiuso in una settimana. E il governo ha detto sì. Non solo: quei soldi li ha prestati senza Ecco chi sono gli uomini garanzie. Ed ora si sa che quei 64 miliardi sono già stati polverizzati. del nuovo board del colosso Gli azionisti più importanti di Ubs hanno imposto la svolta: alla guida svizzero. Che nel frattempo della banca c’è ora una nuova squadra: Bruno Gehrig, William Parrett, ha bruciato i 40 miliardi di euro di prestito governativo... Sally Bott e Rainer-Marc Frey. Sono nomi che in Italia non conosce nessuno. Bruno Gehrig ha cominciato la sua carriera come professore, poi è andato alla Ubs, ne è scappato alla fine degli anni 80 quando si è accorto di quanto rischiassero coi derivati, ha lavorato per l’industria chimica, poi è stato eletto nel Direttorio della Banca Nazionale ed ha guidato i controlli sulle banche. Gehrig l’ha detto subito: basta con le porcate elettroniche, dobbiamo tornare alla vecchia Ubs. Buon vecchio Conto Protezione, i tuoi bei tempi tornano. William Parrett ha lavorato tutta la vita alla Kpmg ed è andato in pensione con la convinzione che i controlli delle società di auditing siano una presa per i fondelli e che lui in 40 anni di professione non ha mai saputo nulla di cosa accadesse davvero in una banca. Sally Bott invece ha lavorato una vita alla Bp e si occupa di materie prime, mai vista una banca dal di dentro. Rainer-Marc Frey, infine, è uno scommettitore da casinò finanziario. Un “mago dei derivati”. La sua strategia: scommettere solo sulle piccole vincite sicure, aumentare il volume degli affari della tua società acquisendo nuovi clienti, vendere tutto ad una grossa banca che fa fallire tutto e ricominciare da zero altrove. Cosa vuol dire? Che Gehrig ed il suo team faranno secchi tutti coloro che hanno fatto la Ubs negli ultimi 15 anni, riducendo quasi a zero le scommesse ed investendo sulle materie prime, che sono il nuovo grande ricatto del Pianeta. Non so come vi sentite voi, ma io sono confuso: è una buona notizia o no? E noi della cosidetta sinistra nostalgica e sentimentalista, che ricorda di quando c’erano un piano ed un traguardo, cosa facciamo adesso? Basterà il Commissario Montalbano per farci sentire più sicuri? M . | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 65 | | economiaefinanza | | narrativa | a cura di Michele Mancino altrevoci PRECARI E FLESSIBILI PER IL MERCATO: UN’ANALISI DEL MODERNO CAPITALISMO IMPRESA SOCIALE E SFIDA GLOBALE UN NUOVO CONTRATTO CONTRO I SALARI BASSI IL PRINCIPE (MAFIOSO) È LA FACCIA DELL’ITALIA ROMANZO GIALLO AL PONTE DELL’ORTICA L’AMORE DI HASNA CORRE VELOCE I nuovi assetti del capitalismo europeo si accompagnano ad un inasprimento degli squilibri distributivi e ad un progressivo peggioramento delle condizioni del lavoro. Sono gli effetti delle politiche neoliberiste che scaricano sul lavoro il peso degli aggiustamenti macroeconomici: imponendo precarietà, bassi salari, emigrazioni, nuove forme di patriarcato e vanificando le conquiste sociali del passato. In Italia le cose non vanno meglio, a causa delle politiche di restrizione dell'intervento pubblico e della ricerca di una crescente flessibilità del mercato del lavoro. Questo libro raccoglie i materiali del Convegno “L’economia della precarietà”, promosso dal quotidiano il manifesto, a cui hanno partecipato noti economisti e leader politici e sindacali della sinistra. Propone un’analisi della struttura del capitalismo e delle attuali condizioni del lavoro, oltre a fare il punto sulle necessarie riforme sociali. Al fine di contribuire alla definizione di una credibile iniziativa unitaria della sinistra nell'ambito della politica economica. George Bernard Shaw una volta disse: «Le persone ragionevoli adattano se stesse al mondo; quelle irragionevoli persistono nel voler adattare il mondo a se stesse. Dunque tutti i progressi dipendono dalle persone irragionevoli». Lo ha dimostrato il Premio Nobel Muhammad Yunus con il microcredito della sua Grameen Bank. Nel mondo ci sono una grande quantità di imprenditori “dissennati” che hanno dato vita a imprese capaci di soddisfare bisogni sociali e ambientali di varia natura e, al tempo stesso, solide e redditizie. Sono proprio questi imprenditori irragionevoli a essere spesso il perno delle svolte importanti, soprattutto di fronte a problemi e sfide epocali: guerre, terrorismo, povertà, cambiamenti climatici, epidemie globali. Gli imprenditori irragionevoli sono quelli che vinceranno la sfida della globalizzazione. La disoccupazione è calata negli ultimi dieci anni, ma gli italiani sono insoddisfatti: i loro salari sono più bassi della media europea ed è sempre più difficile entrare nel mercato del lavoro dalla porta principale. Soltanto uno su dieci riesce a trasformare il contratto a tempo definito in un'assunzione a tempo indeterminato. Se poi perdi il lavoro nessuno ti aiuta. E allora, cosa fare contro la precarietà? I rimedi ci sono: contratto unico senza scadenza per tutti i lavoratori e con tutele gradualmente crescenti. Occorre anche un salario minimo e riformare gli ammortizzatori sociali. Sarà così possibile rilanciare il lavoro e aiutare i giovani, le donne e i disoccupati di tutte le età, smettendo di sostenere solo chi è dentro il mercato. A costo zero per il contribuente. Ma perché nessun governo finora lo ha fatto? Sandro Micuzzi, commissario della questura di Milano, riceve una telefonata anonima: «Se vieni a mezzanotte al ponte dell’Ortica, ti dirò tutto sul serial killer dei travestiti». Micuzzi si presenta all’appuntamento. Un tossico gli punta addosso una pistola, spara e scappa. Il commissario risponde al fuoco e lo uccide. Lo scandalo è inevitabile, i giornali attaccano la “polizia violenta”. Il libro di Cassani è dunque un romanzo giallo alla milanese i cui ingredienti sono: una città disincantata e senza nebbia, un commissario contro corrente e affascinante a sua insaputa, una sparatoria sul ponte dell’Ortica un cadavere nel Naviglio, due donne pericolose, collaboratori fidati q.b, grappa Nardini e toscanelli a volontà . Tempo di lettura: una notte. JOHN ELKINGTON PAMELA HARTIGAN FUORI DAGLI SCHEMI GLI IMPRENDITORI SOCIALI CHE CAMBIANO IL MONDO TITO BOERI PIETRO GARIBALDI UN NUOVO CONTRATTO PER TUTTI Qual è il vero volto della mafia? È quella che si vede in tv? I corrotti e i criminali sono una malattia della nostra società, elementi costitutivi del potere, a parte poche eccezioni (la Costituente, Mani pulite, il maxiprocesso a Cosa nostra). Ricordate il “Principe” di Machiavelli? In politica qualsiasi mezzo è lecito. C'è un braccio armato (anche le stragi sono utili alla politica del Principe), ci sono i volti impresentabili di Riina, Provenzano, Lo Piccolo, e poi c’è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in parlamento. Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa. II libro è questo: racconta il fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi. Ci avviamo verso una democrazia mafiosa? Gli italiani possono reagire, è già successo. Lei si chiama Hasna, è nata in Italia da genitori marocchini e cresciuta nella babele di via della Maddalena, nel centro storico di Genova. Hasna in casa parla arabo, ma ha l'accento zeneize e si dibatte fra due stili di vita: quello della cultura africana e islamica che permea il suo contesto familiare, e quello occidentale che contraddistingue le sue compagne di liceo. Hasna deve combattere contro i pregiudizi e il razzismo strisciante. Hasna è riservata, ma anche generosa. Corre veloce, fino a scoprirsi campionessa di atletica. Lui si chiama Lamberto è genoano nell'anima, stravagante e determinato. Di famiglia benestante, vive ad Albaro ma il suo carattere ribelle lo porta a distaccarsi dal solco ideologico e culturale tracciato dai suoi genitori. Grazie alle nuove amicizie del liceo e al suo modo “francescano” di interpretare la religione cattolica, Lamberto si scopre di sinistra. PAOLO LEON RICCARDO REALFONZO L’ECONOMIA DELLA PRECARIETÀ ManifestoLibri, 2008 Etas, 2008 Chiarelettere, 2008 SAVERIO LODATO ROBERTO SCARPINATO IL RITORNO DEL PRINCIPE Chiarelettere, 2008 MASSIMO CASSANI SOTTOTRACCIA Sironi editori, 2008 PHILIP, IL RAGAZZINO CHE CERCA LA VENDETTA LA GIUNGLA DEGLI ASPIRANTI SCRITTORI TRA «BUFALE» E EDITORI A PAGAMENTO «Trovati un lavoro, scrittore del cazzo». Chi da grande volesse fare lo scrittore senza correre il rischio di sentirsi ripetere questa frase, dovrebbe leggere il libro di Nicola Pezzoli. Che il mondo sia pieno di scrittori narcisisti e di case editrici a pagamento, sul modello delle edizioni del Taglione di malausseniana memoria, lo si sapeva già. La storia che racconta Pezzoli va però ben al di là della solita rappresentazione di quel mondo di frustrati che sono gli aspiranti scrittori. Lui entra nel cuore del sistema, ne diventa prima vittima e poi vendicatore tutt'altro che mascherato. Svela il gioco dell'editoria che conta, dove si muovono grandi critici, consulenti e soprattutto affermati giornalisti che consacrano bufale travestite da grandi autori e tracciano su prestigiosi quotidiani nazionali le nuove tendenze letterarie affidandosi a pseudointellettuali isterici e autoreferenziali. Pezzoli, rispetto ai suoi colleghi aspiranti scrittori, ha una maledizione in più: assomiglia in modo impressionante a Pier Vittorio Tondelli, quello di “Altri libertini” e “Rimini”, autore culto degli Anni 80, morto di Aids ad appena 36 anni. Philip ha tutte le tristezze, le allegrie, le paure di un ragazzino che si affaccia all'adolescenza. E ora il padre sostiene che la sua morte non sia stata un incidente, ma c'entra lo zio Alan, che vuole la mamma di Philip e il pub di famiglia. E continua a tormentare Philip con la storia del Club dei Padri estinti, una sgangherata congrega di spettri che si ritrova davanti al pub. Improbabile Amleto del XXI secolo, Philip cercherà di portare a termine la vendetta del padre fantasma in un crescendo di avventure, disavventure ed episodi esilaranti fino alla tragedia finale. Un libro toccante e profondo sulla necessità di trovare un senso a un lutto incomprensibile, sulla difficoltà di diventare grandi, sul ribaltamento dei ruoli nel rapporto padri-figli, sull'ineluttabilità del proprio destino. MATT HAIG IL CLUB DEI PADRI ESTINTI Einaudi, 2008 NICOLA PEZZOLI TUTTA COLPA DI TONDELLI Kaos Edizioni, 2008 TOMMASO GIANI OSTINATAMENTE Fratelli Frilli Editori, 2007 | 66 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 67 | | FOTOGRAFIA, UNA QUESTIONE DI METODO In questo volume non si troverà una storia per correnti artistiche o settori d’attività, e nemmeno racconti agiografici o un focus particolare su gruppi di fotografi che contribuirebbero a una storia per compartimenti difficile da concepire nella dinamica di un’epoca. Si è preferito, invece, scegliere grandi assi interpretativi, ossia vere e proprie narrazioni che permettono di attraversare il tempo, ciascuna a suo modo. Il lettore può dunque, per la maggior parte delle sezioni, partire dall’inizio del periodo per arrivare fino a oggi. Una panoramica ricca e inedita nelle modalità, che alterna gli approfondimenti testuali di autori francesi tra i più accreditati e album iconografici, accompagna il lettore dalle prime eliografie di Nicéphore Niépce negli anni Venti dell’Ottocento fino alle più recenti ricerche di Andreas Gursky e Barbara Kruger. L’opera afferma comunque un punto di vista e un metodo: l’apertura verso tutti gli aspetti della creatività dell’immagine e delle condizioni stesse di tale creatività, privilegiando lo sguardo storico, che riunisce gli aspetti tecnici, sociali ed estetici, senza dogmatismi. RITI, TRADIZIONI, PAESAGGI E NUDI: È IL MESSICO DI BRAVO. IN UNO SCATTO ANDRÈ GUNTHERT MICHEL POIVERT STORIA DELLA FOTOGRAFIA Contrasto Due, 2008 La prima grande retrospettiva del lavoro di Manuel Alvarez Bravo, non solo l’autore più significativo della fotografia messicana, ma uno dei maggiori artisti del ventesimo secolo. 370 fotografie, riprodotte in ordine cronologico, mostrano gli ottanta anni di sorprendente carriera di Bravo. La collezione include sia immagini diventate icone sia capolavori sconosciuti, oltre a più di venti fotografie inedite. Estremamente vario nei soggetti, il volume include paesaggi, scene urbane e rurali, nudi, still life, soggetti religiosi e popolari, così come ritratti di personalità da Diego Rivera a Frida Kahlo da Carlos Fuentes a Sergej Eisenstein e Octavio Paz. Soprattutto, il lavoro celebra l’amato Messico, con i suoi rituali indigeni e le sue tradizioni antiche che trascendono il tempo e lo spazio nella pura bellezza della fotografia. Oltre a una prefazione di Colette Alvarez Urbajtel, vedova di Bravo, il libro contiene tre saggi di John Banville, Jean-Claude Lemagny e Carlos Fuentes, un esaustivo materiale di documentazione, una cronologia che ripercorre la storia espositiva, una bibliografia, una lista delle immagini e un indice dei titoli. fotografia | IL MITO DEL NANGA PARBAT, RE DEGLI 8000 STILE BURLESQUE DI LISA KERESZI Il Nanga Parbat è il più impervio tra gli ottomila dell’Himalaya. Il suo nome significa letteralmente “Montagna Nuda”, per via delle pareti di roccia troppo ripide per essere ricoperte dalla neve. È anche chiamato Diamir, ovvero ”Re delle Montagne“, dal nome di uno dei suoi versanti. È la “Montagna del Destino” per i migliori alpinisti di tutti i tempi e, soprattutto, per Reinhold Messner. È il luogo della tragica scomparsa del fratello Günther e del suo ritrovamento molti anni dopo. Messner racconta in questo volume l’epopea della conquista del Nanga Parbat a partire dal XIX secolo. Le immagini aeree del fotografo pakistano Pervez Khan restituiscono intatta la bellezza maestosa di questa montagna, simbolo dell’eterno misurarsi dell’uomo con se stesso. Prima personale italiana della fotografa americana Lisa Kereszi, con una selezione di 22 scatti tratti dalla serie Fantasies, progetto che si sviluppa tra il il 1999 e il 2005. Nella sua ricerca sugli interni vuoti dei locali notturni, una notte la fotografa approda allo Show World, uno strip club di Times Square nel cuore di New York, dove assiste a uno spettacolo di new burlesque. Quella notte la Kereszi scatta la fotografia di una ballerina, Dirty Martini, dando così inizio al suo lavoro fotografico sul burlesque, uno stile che fa rivivere l’arte dello strip-tease come gioco provocatorio: le ballerine ritratte sono spogliarelliste sui generis, performer vicine all’immaginario delle pin-up che danno vita a uno spettacolo fatto di piume, lustrini e trucchi di scena. Alle immagini vibranti e vitali delle showgirl fanno da contrappunto quelle degli interni vuoti, che raccontano di tappeti logori, neon colorati, sagome femminili nude ritratte a mano sulle pareti e mozziconi di sigarette. REINHOLD MESSNER NANGA PARBAT LA MONTAGNA DEL DESTINO Mondadori, 2008 JOHN BANVILLE JEAN-CLAUDE LEMAGNY CARLOS FUENTES MANUEL ALVAREZ BRAVO Fino al 17 gennaio 2009 METRONOM DI MODENA www.metronom.it Electa, 2008 | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 69 | | I DISPLAY DINAMICI CHE DANNO VOCE AI DISABILI CISL Chi non può parlare ha ora a disposizione un traduttore istantaneo portatile. Un tablet pc con display dinamici che facilità la comunicazione per i disabili. Per chi non può parlare, dunque, questa tecnologia consente la sintesi vocale e la compattazione semantica attraverso software speciali. I recenti progressi di questa tecnologia sono stati presentati a Montreal nella conferenza dell’Isaac, società internazionale per la comunicazione aumentativa e alternativa. I progressi della tecnologia e dei software aumentano l’accessibilità della Rete per i disabili. Tra i programmi di navigazione è da segnalare la piattaforma NavigAbile, un progetto sviluppato dalla Fondazione Accenture, che dà una serie di servizi, tra cui: posta elettronica, un compositore di frasi e un dizionario. www.isaacitaly.it QUANDO LA BLOGOSFERA DIVENTA LA GRANDE ALLEATA DELLA DEMOCRAZIA Una mamma porta il proprio figlio in un supermercato, il Carrefour di Assago. Lì, per il piccolo, c’è un evento imperdibile: la possibilità di farsi fotografare con Saetta, una macchina a grandezza naturale del film “Cars”. Il fotografo gli dice di guardare nell’obiettivo ma lui non vuole e per questo viene allontanato. Il bambino è autistico, piange, per lui quello era l’appuntamento tanto desiderato. La madre racconta questa storia in un post sul suo blog e scrive una mail al direttore di Carrefour, che a sua volta risponde. Nel frattempo, il popolo della blogosfera, venuto a conoscenza della storia, si scatena dando vita a un tam tam sulla Rete. In pochi giorni una grande quantità di commenti indignati e commossi vengono inviati alla direzione del supermercato. Ma il messaggio di scuse del direttore viene ritenuto troppo formale. Nasce un forum di discussione sul caso. I partecipanti non si accontentano e intensificano la loro azione a favore della donna. A quel punto la madre del bambino, ricontattata dalla direzione del supermercato, fa una richiesta precisa che viene accolta: organizzare una raccolta fondi per la ricerca sull’autismo. La blogosfera ha vinto. multimedia | LA ZONA OFF-LIMITS, IL LIMITE DELLA VITA IGNAZIO, LA POLITICA E IL MONDO CHE CAMBIA A Città del Messico esiste un regno del benessere e della serenità. Un regno di vialetti lindi e villette lussuose, un quartiere residenziale cintato da uno spesso muro di cemento e protetto da guardie private, sorvegliato dall’oculare elettronico delle videocamere di sicurezza. Lo chiamano la Zona, e fuori dai suoi confini si allunga a perdita d’occhio la città vera, immersa nella miseria. Dalla città provengono i tre ragazzi che un sera superano il muro con l’intenzione di fare bottino. La rapina però finisce male, un’anziana muore, e le guardie della Zona uccidono due dei rapinatori. Il terzo, Miguel, si nasconde in uno scantinato, ma i residenti cominciano a dargli la caccia. A trovarlo è però Alejandro, adolescente che dialogando con Miguel comincia a riconoscere l’atrocità limitante del muro. «Ignazio era il nome di mio nonno. I veri protagonisti del film sono due paesi: Sanza al Sud e Piadena al Nord. Un’esperienza tutta di politica militante la prima, mentre la seconda tutta di politica culturale continua ancora oggi, dall’inizio degli anni 70, grazie alla Lega di Cultura di Piadena. Il film è un tentativo di raccontare a mio figlio quante energie sono state spese per cambiare, se non il mondo, almeno questo paese, e quanta ricchezza siamo stati capaci di sperperare in poco meno di 40 anni». Il mitico autore della canzone culto “Contessa” racconta storie, esperienze, incontri e sogni. Un viaggio fatto con l’aiuto di grandi amici e interpreti: Ettore Scola, Bernardo Bertolucci, Giovanna Marini, Daniele Silvestri, Ascanio Celestini, Francesco Guccini, Giuseppe Morandi. RODRIGO PLÀ LA ZONA PAOLO PIETRANGELI IGNAZIO 01 Distribution, 2008 Morena Films, 2007 blackcat.bloggy.biz | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 71 | | A TERRA FUTURA IL GREEN MEETING Suntek Il premio “Green Meeting” è stato assegnato alla 5a edizione di Terra Futura, la mostraconvegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale, che si è svolta dal 23 al 25 maggio alla Fortezza da Basso di Firenze. Italia For Events (IFE), il network che valorizza le eccellenze in ambito di eventi e proposte congressuali attraverso il concorso Italia for Excellence, ha così motivato la scelta: «Terra Futura 2008 è stata capace di far convergere sulla città di Firenze l’attenzione di tutto il sistema dell’ecosostenibilità, affrontando un ampio parco di temi legati alla compatibilità sociale, economica e ambientale». Terra Futura è promossa e organizzata da Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus per conto del sistema Banca Etica (Banca Etica, Consorzio Etimos, Etica SGR, Rivista “Valori”), Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale s.c., in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete, Legambiente, in collaborazione con Provincia e Comune di Firenze, Firenze Fiera spa. La candidatura al concorso è stata fatta da Firenze Convention Bureau come progetto “green” di eccellenza. VENEZIA DIVENTA ECO E SOSTENIBILE GRAZIE A RES E ALTRA ECONOMIA A Venezia è nata l’associazione AEres, composta da 27 soggetti tra attori economici e gruppi di cittadini. La sigla unisce gli acronimi AE di Altra Economia e Res, che individua la Rete dell’economia solidale. Si tratta di un’evoluzione del progetto Altraeconomia, nato alla fine di due anni fa su iniziativa degli assessorati comunali alle Attività produttive, Politiche sociali e Ambiente. L’obiettivo è la valorizzazione dell’economia etica e dei valori ad essa collegati come la solidarietà, la tutela e il rispetto dell'ambiente, l’annullamento delle sperequazioni sociali. Il nuovo progetto sarà dunque portato avanti da quegli stessi soggetti che partecipavano ad Altraeconomia in collaborazione con le istituzioni che lo avevano originato. L’associazione offrirà sul territorio comunale alcuni servizi tra cui: il latte alla spina, proveniente direttamente dalle aziende di allevatori locali, venduto ad un euro al litro, i prodotti biologici, messi in vendita in un apposito mercatino, i gruppi di acquisto solidale. Oltre alle iniziative di economia solidale ci sono una serie di appuntamenti rivolti ai cittadini per favorire il consumo consapevole, come la gestione dei rifiuti e dell’acqua, i risparmi delle famiglie, le banche del tempo. Nei programmi futuri dell’associazione c’è anche la costituzione di un gruppo di acquisto solidale per l’energia. terrafutura | A UN ITALIANO SU TRE PIACE EQUO E SOLIDALE TIMES SQUARE BRILLA AL SOLE Un italiano su tre, pari al 32%, consuma almeno qualche volta prodotti alimentari del commercio equo e solidale. La ricerca, condotta dalla Coldiretti-Swg, è stata presentata in occasione del salone del Gusto e di Terra Madre, gli eventi promossi a Torino da Slow food. Si tratta di dati indicativi di un settore che rappresenta una realtà importante anche in Italia, anche se il 29% degli italiani dichiara di non consumare mai prodotti cosiddetti equo solidali ed una percentuale analoga dice di farlo solo raramente. Secondo la Coldiretti dietro questa scelta c’è la volontà di dare un valore etico ai propri acquisti, anche in condizioni di crisi economica, che comunque ha determinato una contrazione nei consumi equosolidali. Questa propensione si riscontra anche nella curiosità desiderio di conoscere in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti espresso dal 98 per cento dei cittadini italiani. Il 4 dicembre si accenderà a Times Square, centralissima piazza di New York posta tra la settima e la quarantaduesima strada, la prima insegna pubblicitaria che sfrutta energia pulita. Times Square, illuminata giorno e notte, è considerata il simbolo dello spreco energetico e dunque un valido punto di partenza per una campagna di energia pulita ed ecosostenibile. L’idea è venuta a Ron Potesky, vicepresidente della Ricoh Americas corporation, una delle più grandi aziende d’informatica al mondo. Il progetto, costato circa 3 milioni di dollari, consiste in un enorme pannello luminoso di circa 16 tonnellate alimentato esclusivamente da 64 pannelli fotovoltaici e 16 turbine eoliche, per un totale di 16.3 kW di potenza. Il costo di gestione dell’impianto si aggira intorno ai 200 mila dollari al mese, che sono al di sotto di quanto si spende per l’illuminazione dell’insegna. In ogni caso il beneficio ambientale in materia di risparmio di emissioni di CO2 è pari a 18 tonnellate annue. www.coldiretti.it www.timessquare.com www.comune.venezia.it www.terrafutura.it | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 73 | | AGGREGAZIONI VIA WEB VERSO EXPO Acli Fermento in Rete per la metropoli che cambia e sperimentazioni di esperienze sociali condivise. Incentivato da Expo 2015, il percorso virtuoso di confronto tra Milano e le principali esperienze internazionali è avviato. Se sul fronte architettonico e urbanistico la città sta già vivendo il suo avvicinamento all’appuntamento internazionale, sul fronte delle pratiche quotidiane Milano resta un luogo in perenne attesa di trasformazione. Riflessioni e principi di organizzazione si ritrovano così sul web, anticipatore di nuove pratiche di condivisione sociale fortemente deconnaturate ideologicamente. Poco permeabile ai flash-mob e resistente a pratiche diffuse di condivisione, l’animus della città esprime delle avanguardie. www.criticalcity.org è un esperimento che mixa gli ingredienti del gioco urbano e dell’Alternative Reality Game. Tra visite agli orti cittadini e agli scheletri di architetture abbandonate, gli utenti del sito partecipativo promuovono pratiche condivise di azione diretta per la conoscenza della città, come il critical gardening che viene lanciato e quindi monitorato per vederne la rispondenza da parte dei cittadini. RESPONSABILITÀ SOCIALE E TECNOLOGIA: IL DESIGN SENSIBILE PER TUTTI Interazione, esperienza sensoriale e responsabilità collettiva. Il tema della mostra “Universal Design: Designing our future”, in programma a Berlino fino al 9 gennaio prossimo allo spazio IDZ, sensibilizza i visitatori sulle modalità di fruizione di oggetti quotidiani perché gli stessi siano accessibili a tutte le età e indipendentemente dallo status sociale dell’utente. Obiettivo della ricerca di Universal Design, che si richiama agli studi dell’architetto statunitense Ronald L. Mace, è stimolare il connubio attivo tra responsabilità sociale e nuove tecnologie. «Universal Design è il design di prodotti che possano essere usati da tutti gli uomini» spiegava alla fine degli anni Ottanta l’architetto, introducendo la necessità di creare oggetti che non richiedano per l’utilizzo complesse spiegazioni o modalità di fruizione. Nella stessa direzione si muovono numerosi progetti in ambito hi-tech, tra cui la recente nuova release del progetto di Nicholas Negroponte “One laptop per child”. La nuova versione, dal costo finale inferiore ai cento dollari, prevede un laptop dotato di touch screen e dal consumo energetico estremamente ridotto. Design e funzioni lo rendono assimilabile ad un e-book evoluto, destinato principalmente a progetti di istruzione. | future | TECNO WARGAME NEL FUTURO DEGLI USA NEGLI STATES WI-FI PUBBLICO DIFFICILE Un elmetto in grado di far comunicare soldati impegnati in operazioni occulte tramite connessioni sensoriali. Terapie per cancellare i ricordi traumatizzanti delle azioni di guerra. Scenari hollywoodiani che sono allo studio nei laboratori della Difesa Usa. I primi studi compiuti su felini domestici sembrano aver incoraggiato gli avanzati e eticamente opinabili studi della Difesa. Secondo Parmentola «sarebbe grandioso eliminare i brutti ricordi, in modo da non doverne più subire alcun condizionamento. Ci sono molti soldati nell'esercito che soffrono di questo problema, vittime della cosiddetta nevrosi da guerra». Tra le altre attività di studio in corso, la medicina rigenerativa, in particolare di parte degli arti maggiormente esposti al rischio di amputazione nei conflitti a bassa intensità. Non mancano gli effetti speciali, per esempio oleogrammi che, preceduti da lanci di fumogeni ad elevata persistenza, creano «mirror» di veri soldati che creano scompiglio tra le file del nemico. La sperimentazione prevede infine la catalogazione di dati. Tramite simulazioni interattive di guerra tra soldati veri, reduci da missioni di guerra, ed elaboratori in grado di codificare le emozioni e le reazioni dei militari, verranno elaborati comportamenti reattivi di maggiore intensità offensiva. Tempi difficili per la connettività Wi-Fi gratuita negli Usa. L’operatore Earthlink ha dovuto pagare una penale di cinque milioni di dollari alla municipalità di Houston per aver fallito gli obiettivi del progetto di connessione della città. Con il provento della penale verrà allesito e garantito un servizio ad accesso gratuito per scuole, biblioteche e istituzioni pubbliche oltre ad una dotazione di personal computer per i meno abbienti. I privati, tuttavia, dopo l’illusione di un accesso gratuito a banda larga dovranno rassegnarsi a mantenere un abbonamento ad un operatore tradizionale. Dopo alcune settimane di sperimentazione della condivisione di rete gratuita, in particolare verso le zone della città maggiormente escluse dalla avanzata tecnologica, la municipalità ha dovuto trasformare il progetto in una campagna a favore dell’utilizzo del pc anche verso le fasce povere della popolazione. Il Wi-Fi di Houston voleva essere un progetto di promozione della qualità della vita cittadina che ha incontrato una prima fase di difficoltà a causa della carenza di banda disponibile. Il progetto tuttavia non verrà abbandonato ma orientato verso politiche contro il digital-divide nell’accesso a conoscenze e tecnologie informatiche di base. ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 75 | | indiceverde | VALORI SOLAR ENERGY INDEX Le elezioni negli Stati Uniti La situazione della scuola italiana Cosa succede a Bologna Intervista e poesie di Zanzotto Gianni Mura e il Tour de France i n r e g a l o p e r t u t t i l’indice dei fascicoli degli autori e degli illustratori dal n. 1 al n. 100 w w w . l o s t r a n i e r o . n e t Redazione via degli Scialoia 3 00196 Roma - tel. 0636002516 www.lostraniero.net [email protected] ATTIVITÀ PAESE Conergy Centrotherm Photovoltaics Evergreen Solar First Solar GT Solar Manz Automation Meyer Burger Phoenix Solar PV Crystalox Solar Q-Cells Renewable Energy Corporation Roth & Rau SMA Solar Technologies Solar Millennium Solaria Solarworld Solon Sunpower Suntech Power Sunways Sistemi fotovoltaici Linee produttive per pannelli solari Celle e moduli fotovoltaici Moduli fotovoltaici (film sottile) Linee produttive per pannelli solari Linee produttive per pannelli solari Seghe speciali per lavorazione pannelli Costruzione di centrali solari Silicio policristrallino Celle fotovoltaiche Silicio, celle, moduli fotovoltaici Linee produttive per pannelli solari Inverter solari Solare termico Moduli fotovoltaici Celle e moduli fotovoltaici Moduli e sistemi fotovoltaici Celle e moduli fotovoltaici Celle e moduli fotovoltaici Celle e inverter solari Germania Germania USA USA USA Germania Svizzera Germania Gran Bretagna Germania Norvegia Germania Germania Germania Spagna Germania Germania USA Cina Germania CORSO DELL’AZIONE 7.11.2008 RENDIMENTO DAL 15.10.08 AL 7.11.2008 5,96 € 22,11 € 4,42 $ 149,67 $ $4,49 73,52 € 163,60 CHF 22,95 € 148,50 £ 26,56 € 64,80 kr 16,46 € 36,60 € 12,08 € 2,41 € 18,28 € 25,27 € 27,85 $ 14,60 $ 3,65 € 40,57% -25,13% 34,64% 29,51% -6,05% -2,40% 2,35% -24,73% 15,35% -26,39% -23,13% -14,18% -18,19% -26,30% -20,72% -8,23% 3,14% -14,31% -25,13% 30,36% -3,95% € = euro, $ = dollari Usa, £= sterline inglesi, CHF = franchi svizzeri, NOK = corone norvegesi. Fonte dei dati: Thomson Financial. Sono presi in considerazione i prezzi di chiusura “aggiustati” per eventuali dividendi e split. Nota: Le imprese presenti nel Valori Solar Energy Index non sono necessariamente in linea con i criteri socio-ambientali utilizzati da Etica Sgr. La rubrica “indice etico” ha natura puramente informativa e non rappresenta in alcun modo una sollecitazione all’investimento in strumenti finanziari. L’utilizzo dei dati e delle informazioni come supporto di scelte di investimento personale è a completo rischio dell’utente. Il solare in attesa di Obama di Mauro Meggiolaro RIMO MESE IN NEGATIVO. Il nuovo indice solare di Valori parte con il piede sbagliato. -3,95% Valori Solar Energy Index25,05% -3,95% contro il +0,95% del Dow Jones Eurostoxx 50. Molti titoli del solare hanno beneficiato dei rialzi collegati all’elezione di Barack Obama. Negli USA l’elettricità Eurostoxx 50 0,95% prodotta da fonti rinnovabili potrebbe arrivare al 10% del totale entro il 2012, con investimenti pari a 150 miliardi di dollari da parte del nuovo governo. Il nuovo clima politico americano poRendimenti dal 15.10.2008 al 07.11.2008 trebbe ridare ossigeno a un settore pesantemente colpito dalla crisi finanziaria. Ma i contributi pubblici non bastano. L’andamento delle energie rinConergy www.conergy.de Sede Amburgo - Germania Borsa FSE – Francoforte sul Meno novabili in borsa è infatti legato al prezzo del peRendimento dal 15.10.2008 al 07.11.2008: +40,57% trolio. Più il barile è caro, più le rinnovabili Attività Conergy AG è un’impresa tedesca fondata nel 1998. Leader nel mercato dell’energia solare in Europa, diventano relativamente convenienti. Dopo aver è attiva anche nell’eolico. Dal marzo 2005 è quotata alla borsa di Francoforte. Conergy è in fase toccato i 147 dollari, il greggio è ora intorno ai 70 di ristrutturazione e sta cercando di uscire da una difficile crisi finanziaria, iniziata nel 2007. dollari e potrebbe rimanere a questi livelli per tutRicavi [Milioni di euro] Utile [Milioni di euro] Numero dipendenti 2006 ta la durata della crisi economica. In un rapporto 2007 2.632 706 anticipato dal Financial Times, l’IEA, International 682 Energy Agency, prevede però che il prezzo del petrolio tornerà rapidamente sopra i 100 dollari ai 1.365 primi segnali di recupero dell’economia, mentre ci si aspetta un calo della produzione di greggio del -1 9% all’anno fino al 2030. Per i titoli del solare si -248 potrebbe aprire un lungo sentiero di crescita. P UN’IMPRESA AL MESE In questo numero: NOME TITOLO . in collaborazione con www.eticasgr.it | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 | valori | 77 | | utopieconcrete | Fiumi in piena L’Italia resta a guardare di Massimiliano Pontillo UI NOSTRI TELEGIORNALI SI RIPETONO SOVENTE SCENE DI ORDINARIA APOCALISSE, con migliaia di sfollati, qualche disperso, i gommoni dei vigili del fuoco che vanno a recuperare gruppi di famiglie arrampicate sui tetti con i salotti delle loro case trasformati in acquari. È la nuova immagine della nostra Penisola tropicalizzata, in cui pochi giorni di maltempo prendono subito la piega maligna dell’allagamento se non peggio dell’alluvione o della frana. Cosa fare affinché queste tragedie non si ripetano? Il territorio italiano può prepararsi alle alluvioni annunciate, e inevitabili, per arginarne gli effetti? A sentire gli esperti non c’è da stare tanto tranquilli. Correre ai ripari sarà sempre più difficile, e costoso. Colpa del cemento che ha paralizzato in mezza Italia gli alvei dei fiumi. Colpa della fuga dalle campagne appenniniche che ha lasciato fossi e rogge senza le cure quotidiane degli agricoltori. Colpa di un territorio ingessato dall’incuria e incapace di assorbire elasticamente i cambiamenti climatici. Il clima, sicuramente, peggiora una situazione già molto compromessa e modifica in parte anche il tipo di disastri naturali che ci dovremo aspettare sempre di più in futuro. A causa dell’effetto serra, nell’ultimo secolo abbiamo registrato una diminuzione del 20% delle giornate di pioggia e al contempo un aumento del 5% della loro intensità. La prospettiva è un modello meteorologico caratterizzato da pochi ma intensi nubifragi. E questa è una bella falla, per rimanere in tema, perché la pioggia intensa fa tanto più disastri quanto più asciutto è il terreno. L’acqua corre via veloce, forma colate rapide di fango che si abbattono sugli abitati a trenta e più chilometri all’ora, spazza via tutto quello che trova, travolge e uccide. Il cambio climatico non è più reversibile e non resta che cercare di adattarsi con sistemi di monitoraggio e previsione Allagamenti, alluvioni, frane. sofisticati e tempestivi. Con meno pioggia le alluvioni non dovrebbero In Italia è a rischio il 10% più essere quelle tipiche di fondovalle che hanno segnato la nostra del territorio: 13 mila aree storica: il Po nel 1951, l’Arno nel 1966, l’Adda nel 1987. che interessano 6 mila comuni. memoria Piuttosto ci dobbiamo aspettare frane rapide e alluvioni torrentizie, Eppure le opere di messa in sicurezza segnano il passo... come a Sarno, Vibo Valentia o in Versilia. Secondo le stime più recenti del ministero dell’Ambiente le aree a rischio molto elevato di alluvioni, frane e valanghe sarebbero addirittura tredici mila, pari a circa il 10% del territorio nazionale per tre miliardi di euro di danni l’anno. I comuni interessati dal dissesto sono l’80% del totale, cioè più di seimila. La maggior parte ha costruito abusivamente su pendii malfermi o dentro le golene dei fiumi, godendo dei reiterati condoni. La prima cosa da fare è spostare migliaia di case e fabbriche abusive dalle aree a rischio. All’esordio del governo Prodi l’allora ministro dell’Ambiente aveva detto che la prima grande opera era la manutenzione del territorio. Costo preventivato 44 miliardi di euro, ma dal 1998 al 2005 ne sono stati spesi appena uno e mezzo, per finanziare circa due mila interventi delle situazioni più a rischio. Secondo il rapporto di Legambiente “La difesa del suolo in Italia”, molti di questi interventi si muovono come elefanti in una cristalliera, riempiendo inutilmente i fiumi di altro cemento, con sponde e briglie e bacini artificiali dove far sfogare i fiumi in caso di piena. La realtà dei fatti è che l’Italia è stata la prima in Europa a istituire nel 1989 le sei Autorità di bacino nazionali, con lo scopo di governare i fiumi per unità geografica e non seguendo i confini amministrativi; ma ora le vuole smantellare, al punto che queste agenzie non hanno nemmeno i fondi per pagare gli affitti degli uffici. E tutti i fondi che fino al 2003 andavano alle Autorità adesso vanno alle Regioni. L’Italia è stata all’avanguardia nel decidere di gestire i fiumi dalla sorgente alla foce, senza frammentarli in artificiali confini regionali. E il bello è che l’Europa ci ha seguito con una Direttiva comunitaria che a questo punto solo noi non rispettiamo. S . | 78 | valori | ANNO 8 N.65 | DICEMBRE 2008 / GENNAIO 2009 |