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11 RIVOLUZIONE RUSSA powerpoint
1
LA RIVOLUZIONE RUSSA
La Russia nell’Ottocento
La fine dell’Impero Zarista
La rivoluzione comunista
2
L’Impero russo nell’Ottocento
• GLI ZAR ROMANOV DELL’OTTOCENTO:
•
•
•
•
•
ALESSANDRO I (1801-1825)
NICOLA I (1825 -1855) –
ALESSANDRO II (1855-1881)
ALESSANDRO III (1881 – 1894)
NICOLA II (1894 – 1917)
Lo Zar Alessandro I
3
Caratteristiche dell’Impero:
• potere assoluto dello Zar,
• carattere confessionale dello Stato
(l’Ortodossia, elemento fondante della Russia),
• dominio duro sulle nazioni soggette (polacchi,
lituani ecc.),
• arretratezza economica e sociale: economia
agricola, la maggior parte delle terre
appartengono alla nobiltà e alla chiesa
ortodossa, servitù della gleba.
4
In Politica estera:
• tendenza a espandersi verso l’Asia e il Mediterraneo (verso i
“mari caldi”) e verso la penisola balcanica (solidarietà con le
nazioni ortodosse oppresse dai Turchi):
5
L’ opposizione al regime zarista:
• Il movimento di opposizione al regime zarista è costituito quasi
esclusivamente dalla Intelligentsia, che vuole una liberalizzazione del
sistema politico (sul modello occidentale) senza perdere però “l’anima
russa”: il profondo senso comunitario e spirituale che distingue il popolo
russo dai popoli individualisti e materialisti dell’Europa occidentale.
• Questo movimento si esprime dapprima (anni centrali del secolo) come
POPULISMO: “andare verso il popolo”: idea di un debito che i ceti alti
hanno nei confronti dei contadini e di un sacrificio che debbono
compiere per sollevare il popolo (istruzione, assistenza sanitaria, aiuti
materiali).
• Nella seconda metà del secolo, nasce una opposizione politica che, per
mezzo del terrorismo, vuole distruggere il regime autocratico zarista,
oppressore del popolo (Sergej Necaev scrive, insieme a Bakunin, il
Catechismo del rivoluzionario, e fonda l’organizzazione terroristica
Narodnaja Volja = Volontà del popolo)
6
Nel 1861 lo Zar Alessandro II abolì la
servitù della gleba.
Lo Zar Alessandro II
• Tuttavia l’abolizione della servitù non fu
accompagnata da provvedimenti che
facilitassero il riscatto delle terre da parte
dei singoli contadini liberati.
• Dopo l’abolizione della servitù della gleba
Alessandro II non prese altre iniziative
riformatrici, anzi rafforzò il dispotismo
facendo ricorso sistematicamente alla
polizia segreta (Ochrana), alla censura, al
predominio della vecchia nobiltà,
all’oppressione delle minoranze.
• Nel 1881 Alessandro II fu assassinato dai
terroristi
7
• Durante i regni di Alessandro III (1881-1894) e Nicola II (18941917) il dispotismo non fu allentato, e si cercò di guadagnare il
consenso popolare con una politica estera espansionista
(Armenia, Turkestan e Manciuria) e con l’antisemitismo, che
permetteva di indirizzare verso le comunità ebraiche (molto
diffuse e consistenti in Russia) il risentimento e il malcontento
popolare, che trovava sfogo nei POGROMS fomentati dalle
autorità politiche e dalla polizia segreta.
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Vittime del pogrom di Kishinev 1903
Pogrom di Odessa 1905
9
“Stop your cruel oppression of the jews”
stampa americana del 1904
Protocolli dei Savi di Sion
10
La rivoluzione russa del 1905
• 1905: la Russia, nella sua espansione in Asia (Manciura), entra in
conflitto con il Giappone, che la sconfigge.
• Conseguenze: difficoltà economiche, disordini sociali, repressioni
sanguinose, movimento rivoluzionario in cui compaiono i SOVIET =
consigli di operi e soldati.
• Lo Zar concede la DUMA (parlamento) e riprende il controllo della
situazione (nel frattempo le truppe sono rientrate dall’Oriente).
DUMA = parlamento eletto con un sistema elettorale che favorisce i
proprietari terrieri.
• Nonostante ciò Nicola II scioglie più volte la DUMA per impedire
che questa approvi riforme liberali.
• Nicola II affida la guida del governo al ministro Stolypin che
promuove l’industrializzazione e la riforma agraria per favorire la
formazione di un ceto di contadini proprietari (Kulaki).
• Stolypin non rinuncia ai tradizionali metodi di governo autoritari, e
viene assassinato dai terroristi nel 1911.
11
22 gennaio 1905:
la Domenica di sangue
di San Pietroburgo
• Questa immagine non è autentica, è una ricostruzione successiva
dell’episodio che scatenò la rivoluzione del 1905: Nella Capitale russa una
grande folla di circa 150.000 operai guidati dal pope Gapon, si recò di fronte
al Palazzo d’Inverno, residenza degli zar, per consegnare al sovrano una
supplica.
• Malgrado la folla fosse pacifica, i Cosacchi di guardia, su ordine del ministro
di palazzo, caricarono la folla con fucili e sciabole.
• Al termine, secondo dati della polizia, si contarono circa mille morti e
duemila feriti.
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• “I cosacchi caricano la folla sulla scalinata di Odessa”, fotogramma del
celebre film “La corazzata Potemkin”, del regista Sergei Eisenstein, che
descrive l’insurrezione dell’equipaggio di una nave russa durante la
rivoluzione del 1905.
13
I partiti politici in Russia
• In questi anni si formano in Russia i
Partiti politici :
• Partito Costituzionale Democratico
(“Kadetti”): corrisponde ai partiti
liberali occidentali, propugna una
liberalizzazione e una
occidentalizzazione della Russia.
• Partito Socialista Rivoluzionario
(“SR”) erede del Populismo, non
marxista, favorevole a una riforma
agraria che assegni le terre ai
contadini e a forme di gestione
sociale delle terre. I “SR” più
estremisti approvano e praticano il
terrorismo politico.
Manifesto del Partito SR
14
• Partito Socialdemocratico (marxista), fondato nel 1898 da Plechanov,
che
• traduce in russo le opere di Marx.
• Il Partito Socialdemocratico si divide in due correnti: MENSCEVICHI
(= minoranza) e BOLSCEVICHI (= maggioranza)
• I Menscevichi concepiscono il partito come organizzazione politica del
proletariato, aperta a tutti i lavoratori; il partito agisce per migliorare le
condizioni dei lavoratori senza porsi come obiettivo immediato la
rivoluzione socialista.
Georgij Plechanov
Julij Martov, leader
dei Menscevichi
15
I Bolscevichi
– Lenin
Lenin (pseudonimo di
Vladimir Ilic Uljanov )
leader dei Bolscevichi
• I Bolscevichi concepiscono il partito come
“avanguardia” del proletariato: il partito non
deve raccogliere tutti i lavoratori, ma solo i
marxisti rivoluzionari, che accettano una
rigida disciplina di partito per rendere più
efficace l’azione rivoluzionaria.
• Un partito di rivoluzionari ben organizzato,
capace di guidare il proletariato, il quale,
secondo Lenin, spontaneamente non
farebbe la rivoluzione, ma si fermerebbe a
rivendicazioni salariali;
• “eresia” di Lenin rispetto alla “ortodossia”
marxista: il soggetto rivoluzionario non è il
proletariato, ma il partito-avanguardia del
proletariato, e ciò avrà gravi conseguenze,
perché alla “dittatura del proletariato”
prevista da Marx verrà sostituita la dittatura
del partito.
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• Karl Marx, di cui Lenin diede un’interpretazione “eretica”, influenzata
dal volontarismo del movimento populista rivoluzionario russo (il
fratello di Lenin fu membro del gruppo terrorista Narodnaja Volja, e fu
giustiziato per aver attentato alla vita dello zar)
17
L’industrializzazione della Russia
• in Russia l’industrializzazione comincia negli ultimi anni
dell’Ottocento.
• E’ finanziata in gran parte da capitali esteri, concentrata in
zone limitate della Russia (a Pietroburgo, nei distretti minerari
degli Urali e di Baku), caratterizzata da industrie di grandi
dimensioni. Nasce anche in Russia un proletariato sottoposto
a pesante sfruttamento e del tutto privo di diritti sociali.
• Negli anni 1906-1917 l’industria russa registra una crescita
fortissima (del 150%) e si riduce notevolemente la quota dei
finanziamenti esteri (nel 1914 sono il 12% dei finanziamenti
complessivi): si parla di “miracolo economico russo”, la
Russia sta per diventare una potenza industriale, quando nel
1914 scoppia la Grande Guerra.
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La cultura russa all’inizio del ’900
• La Russia, paese fortemente arretrato sul piano politico e
sociale, presenta tuttavia agli inizi del Novecento una
produzione artistico-culturale d’avanguardia e di grandissimo
spessore: in musica Stravinsky, in letteratura Majakovskij, nella
pittura Chagall, Kandinskij, Malevic.
Vladimiri Majakovskij
Igor Stavinsky
19
Un manifesto di propaganda politica realizzato da Majakovskij e
uno spartito di Igor Stravinskij
20
Opere di Chagall, Kandinskij e Malevic
21
La Grande Guerra e le Rivoluzioni del 1917
• Nel 1914 la Russia entra in guerra: sconfitte, crisi bellica,
difficoltà nei rifornimenti all’esercito e alle città, crisi
alimentare (perché i contadini sono chiamati alle armi).
• 23 febbraio - 8 marzo: rivoluzione spontanea a Pietrogrado
(i gruppi politici sono “sorpresi” dalla rivoluzione); le truppe
mobilitate per reprimere la rivolta fraternizzano con la folla in
rivolta.
• Il 15 marzo lo Zar Nicola II, resosi conto di non poter più
contare sull’esercito, abdica.
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• Lo zar Nicola II, sua moglie Alexandra Fedorovna, e Rasputin, il
monaco mistico che esercitò una grande influenza a corte, fino al
1916, allorché fu ucciso da congiura di nobili
23
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• Si costituisce un governo provvisorio, costituito da
Kadetti e “Ottobristi” (liberali moderati fedeli allo Zar), che
promette la convocazione di una Assemblea Costituente e
decide di continuare la guerra a fianco dell’Intesa contro gli
Imperi centrali.
• Intanto si formano i SOVIET, consigli degli operai e dei
soldati, egemonizzati dai Partiti di sinistra (SR,
Menscevichi, Bolscevichi) => dualismo di potere,
decisioni contrastanti, per esempio l’ORDINE N. 1 del
Soviet di Pietrogrado sulla disciplina militare > situazione di
disordine e vuoto di potere.
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Il Soviet di
Pietrogrado
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Le Tesi d’Aprile
• Lenin esule in Svizzera fino ad aprile del
1917: scrive “L’IMPERIALISMO FASE
SUPREMA DEL CAPITALISMO” in cui
sostiene che la Guerra mondiale è l’esito
dell’imperialismo, ultima fase di sviluppo
del capitalismo. Quindi i tempi sono
maturi per la rivoluzione socialista: non
bisogna cercare la pace, che salverebbe
il capitalismo dall’autodistruzione, ma
bisogna trasformare la guerra in
rivoluzione.
• Lenin rientra in Russia in aprile (con
l’aiuto dei tedeschi) e diffonde le “TESI
D’APRILE”, che diventano il programma
politico del partito bolscevico.
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Tesi di Aprile:
• “Pace, pane, terra” e “Tutto il potere ai soviet” > concludere
subito la pace con la Germania, nazionalizzare le terre e distribuirle
ai contadini poveri, eliminare il dualismo di potere tra Governo
provvisorio e Soviet conferendo tutto il potere ai Soviet.
• Alla base delle Tesi c’è la convinzione (vedi il saggio “STATO E
RIVOLUZIONE”) che la Russia possa imboccare subito la via della
rivoluzione socialista (abolizione della proprietà privata, dittatura del
proletariato ecc.): seconda “eresia” di Lenin rispetto a Marx.
• Infatti i marxisti “ortodossi” ( e i Menscevichi) erano convinti che il
capitalismo in Russia fosse “immaturo”, e che quindi la Russia, prima
di giungere al socialismo, dovesse attraversare una lunga fase di
democrazia liberale e di sviluppo del capitalismo. Per questo erano
disposti a collaborare con la borghesia per l’edificazione di un
sistema politico liberal-democratico, ed accettarono di entrare nel
governo provvisorio (in maggio); >
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• Invece secondo Lenin a livello mondiale il capitalismo è “maturo”,
è già giunto alla sua fase ultima (l’imperialismo); la Russia è
“l’anello debole” del capitalismo mondiale e perciò la rivoluzione
socialista deve scoppiare proprio in Russia, e poi dalla Russia
deve propagarsi in tutto il mondo.
• Lenin, poiché vuole subito la rivoluzione socialista, è contrario alla
collaborazione con la borghesia e vuole eliminare il governo
provvisorio;
• è invece favorevole a un’ alleanza tra operai e contadini poveri
(per questo propone la distribuzione delle terre ai contadini, terza
“eresia”!),
• Lenin, marxista, non crede che i contadini siano un soggetto
rivoluzionario, però sa che il proletariato in Russia è troppo esiguo
per realizzare la rivoluzione da solo e quindi ha bisogno di alleati,
in ogni caso tutto il movimento rivoluzionario deve essere guidato
dal Partito (avanguardia del proletariato), unico soggetto
rivoluzionario veramente determinato e consapevole.
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• Inoltre nelle campagne, nel corso del 1917, la rivoluzione sociale si sta
compiendo spontaneamente: il governo provvisorio non affronta il nodo
della riforma agraria, i contadini cominciano allora ad appropriarsi delle
terre dei grandi latifondi; molti contadini-soldati disertano per ritornare ai
loro poderi e partecipare alla spartizione delle terre. Lenin insomma
riconosce e legittima un fenomeno sociale che è già in atto.
• Il programma delle Tesi d’Aprile mira a guadagnare consensi popolari al
Partito Bolscevico, che non gode di grande seguito tra le masse.
30
Manifesti di propaganda politica bolscevica
31
• Giugno 1917: La posizione dei
Bolscevichi è ancora minoritaria:
al 1° Congresso panrusso dei
Soviet i delegati bolscevichi sono
105 su 777.
• Luglio 1917: tentativo
insurrezionale dei Bolscevichi,
stroncato dal Governo provvisorio.
I capi bolscevichi devono rifugiarsi
all’estero per non essere arrestati.
• Si forma un nuovo Governo
Provvisorio, presieduto dal
socialista indipendente Kerenskij,
in cui entrano anche Menscevichi
e Socialisti Rivoluzionari .
32
• Settembre 1917: il generale
Kornilov tenta di restaurare lo Zarismo
con un colpo di stato; ma il colpo di
stato viene sventato dai Soviet: nella
resistenza al tentativo reazionario di
Kornilov è determinante la propaganda
e l’organizzazione dei Bolscevichi. Il
Governo Provvisorio invece appare
impotente e quindi perde credibilità.
• Dopo il fallito colpo di stato di Kornilov i
Bolscevichi ottengono la maggioranza
nei Soviet di Pietrogrado e Mosca,
inoltre ottengono l’appoggio dei
marinai della base militare di
Kronstadt.
Il generale Kornilov
33
La conquista del potere
• 25 ottobre - 7 novembre (vigilia del 2° Congresso
panrusso dei Soviet). I Bolscevichi prendono il potere con
un colpo di stato: le Guardie Rosse e i marinai di Kronstadt
conquistano i centri di potere a Pietrogrado e Mosca, il
Governo provvisorio non riesce a organizzare una
resistenza, Kerenskij fugge.
• I Bolscevichi hanno preso il potere prima del Congresso
dei Soviet per mettere i delegati dei Soviet di fronte al fatto
compiuto. I Menscevichi e i SocialRivoluzionari non
approvano il colpo di stato attuato dai Bolscevichi e
abbandonano il Congresso dei Soviet pensando di poter
riprendere il potere nell’Assemblea Costituente (le elezioni
sono fissate per novembre).
34
Ottobre 1917, la presa del Palazzo
d’Inverno, ma la foto non è
autentica, si tratta di una
ricostruzione posteriore.
L’Incrociatore Aurora, della
base navale di Kronstadt
35
Il Consiglio dei Commissari del Popolo
• I Bolscevichi costituiscono un nuovo governo (chiamato Consiglio dei
Commissari del Popolo) che viene considerato l’organo esecutivo del
Congresso dei Soviet, ma che è formato solo da Commissari bolscevichi
e presieduto da Lenin.
• Il Consiglio dei Commissari del
Popolo decide: 1) avvio di trattative
per la pace; 2) nazionalizzazione
delle terre delle grandi proprietà e
redistribuzione ai contadini poveri;
3) nazionalizzazione delle banche,
del commercio estero, dei trasporti;
4) controllo operaio sulle imprese;
5) separazione tra Stato e Chiesa;
6) diritto delle minoranze nazionali
all’autodeterminazione
Guardie Rosse
36
I Bolscevichi del 1917
Lev Trotzskij, membro
del Politburo e
Commissario del
Popolo, assassinato
nel 1940 da un sicario
di Stalin
Josip Stalin,
Commissario
del Popolo, successore
di Lenin
Zinoviev, membro del
Politburo, giustiziato
nel 1936
37
Feliks Dzrezinskij,
Capo della CEKA,
morto nel 1926
Kamenev, membro
del Politburo,
giustiziato nel 1936
Bucharin, membro
del Politburo,
giustiziato
nel 1938
38
Krestinskij, membro del
Politburo, giustiziato nel 1938
Krilenko, Commissario
del popolo, giustiziato
nel 1938
Sokolnikov, membro del
Politburo, morto
nella Purga del 1939
Lunacharsky,
Commissario
del popolo, morto
nel 1933
39
Pjatakov, Commissario
del popolo, giustiziato
nel 1938
Sverdlov, membro del
Politburo, morto nel 1919,
Rykov, Commissario del
Popolo e membro del
Politburo, giustiziato nel 1938
Sljapnikov, capo dei
bolscevichi in Russia
durante l’esilio di
Lenin, Commissario
del Popolo,
giustiziato nel 1936
Miljutin, Commissario del
Popolo e membro del
Politburo, ucciso nella Purga
del 1937
39
40
Nadezda Krupskaja,
moglie di Lenin,
Alexandra Kollontaj,
fece parte del Politburo
e fu ambasciatrice dell’URSS
Inessa Armand,
Commissario del popolo,
amante di Lenin
41
Novembre 1917:
elezioni dell’Assemblea Costituente =
• 58% Socialisti rivoluzionari, 25% Bolscevichi,
• 17% Menscevichi e Kadetti.
• Il risultato delle elezioni delegittima il governo
bolscevico.
42
Verso la dittatura e la guerra civile
• Gennaio 1918: viene costituita la CEKA (polizia politica) per combattere la
controrivoluzione.
• L’Assemblea Costituente viene sciolta perché si oppone al governo dei
Commissari del Popolo. Il Partito dei Kadetti viene sciolto.
• Marzo 1918: Pace di Brest-Litovsk fra Russia e Germania (la Russia perde
Estonia, Lettonia, Lituania, Ucraina, Polonia e Finlandia).
• Il partito bolscevico (per distinguersi dai socialisti) diventa Partito
Comunista.
• Primavera 1918: prime sollevazioni di contadini contro la requisizione dei
raccolti, contro i Soviet.
• Inizia la guerra civile (1918-20). Le Armate bianche (generali zaristi,
avversari del potere sovietico di vari schieramenti), sostenute da truppe
dell’Intesa (Inglesi, Francesi, Giapponesi, Cechi) occupano vaste zone della
Russia e si scontrano con l’Armata Rossa, organizzata da Trotzkij. Il
governo comunista ripristina la coscrizione obbligatoria e la disciplina nell’
esercito.
43
44
Manifesto di Es Lessitzskij:
“Con il cuneo rosso sconfiggi i Bianchi”
Trotzskij con
l’Armata Rossa
45
La fine dei Romanov
• Nel corso della guerra civile (luglio 1918), Nicola II e i suoi
familiari, che si erano ritirati a Ekaterinburg (Monti Urali),
furono uccisi dai Bolscevichi
46
Guerra civile > Comunismo di guerra.
• Estate 1918: Guerra civile, insurrezioni dei contadini, attentato a Lenin
(ferito), dissesto dell’economia (la produzione agraria, industriale e
mineraria è calata paurosamente) > crisi del potere sovietico.
• I Comunisti reagiscono accentuando la dittatura del Partito Comunista >
espulsione dei Socialisti rivoluzionari e dei menscevichi dai Soviet.
• La Costituzione della Repubblica Federale Socialista Sovietica Russa (10
luglio 1918) attribuisce il potere ai Soviet, ma di fatto essi sono subordinati
al Partito Comunista, “avanguardia del movimento operaio”, che assume il
controllo degli apparati statali e dei sindacati.
• Repressione spietata dei disordini e delle opposizioni (decine di migliaia di
esecuzioni sommarie decise dalla CEKA). Abolita la libertà di stampa e il
diritto di sciopero. Vengono istituiti i Campi di Concentramento.
• Comunismo di guerra (= interventi statali sull’economia per far fronte al
dissesto economico): requisizione forzata dei cereali, nazionalizzazione di
tutte le fabbriche, non più gestite da comitati di operai, ma direttamente dallo
Stato, tutto il commercio viene controllato dal governo sparisce l’economia
di mercato e si riduce la moneta in circolazione.
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La fine della Guerra Civile e la crisi del ’21
• 1920: La guerra civile finisce con la vittoria dell’Armata Rossa. Le
Armate bianche sono battute perché sono divise e perché il loro
prevalente orientamento filozarista e aristocratico preclude
l’appoggio delle masse popolari (nonostante l’ostilità dei contadini al
governo comunista).
• 1920- 1921: Guerra tra la Russia e la Polonia conclusa dalla Pace di
Riga = fallisce il tentativo di “esportare” la rivoluzione comunista.
• 1921 : alla fine della guerra civile l’economia russa è in una
condizione di paralisi. Nell’inverno 1920-21 carestie in gran parte
della Russia (3 milioni di morti).
• Ribellioni di contadini, scioperi di operai a Pietrogrado, ribellione dei
marinai di Kronstadt : chiedono di ripristinare la democrazia nei
Soviet, la libertà di stampa e di sciopero, la liberazione dei prigionieri
politici; la ribellione viene stroncata con l’esercito. Dissensi all’interno
del Partito.
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49
1921: X° Congresso
del Partito Comunista: la N.E.P.
• N.E.P. = Nuova Politica Economica : libertà di commercio all’interno
della Russia, libertà di iniziativa privata a livello di piccole aziende, i
contadini possono vendere le eccedenze sul libero mercato. Lo Stato
conserva il controllo del commercio estero, delle grandi industrie, dei
trasporti e delle banche.
• Ma … nessuna concessione alle richieste di democrazia e libertà
politica…
• Effetti della NEP: ripresa della produzione agricola (nel 1927 ritorna
ai livelli del 1913), debole crescita dell’industria; si formano di nuovo
articolazioni e differenze sociali (> Kulaki)
• 1922: La Repubblica Federale Socialista Sovietica Russa si
trasforma in URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche:
Russia, Ucraina, Bielorussia, Transcaucasia, Uzbekistan,
Turkmenistan)
50
La Costituzione del 1924
• il potere supremo è attribuito al Congresso dei Soviet. Ma di
fatto c’è una dittatura del Partito Comunista, che sceglie i
candidati alle elezioni dei soviet (su lista unica e con voto
palese), controlla la potentissima Polizia politica, decide (nei
suoi congressi) l’indirizzo politico che deve essere attuato
dal Soviet e dal governo.
• Il Segretario del Partito detiene il massimo potere
decisionale. Il Partito, organizzato secondo un rigido
centralismo, dirige e controlla tutta la vita pubblica (esempi:
commissari politici nell’esercito, gioventù comunista ecc. )
51
L’edificazione della società socialista,
la creazione dell’uomo nuovo
• Sforzo in due direzioni: educazione della gioventù, lotta contro
la Chiesa ortodossa.
• Istruzione obbligatoria fino a 15 anni, lotta contro
l’analfabetismo, formazione ideologica (insegnamento della
dottrina marxista e Komsomol).
• Scristianizzazione della Russia (chiusura di chiese, confisca
dei beni, arresti e uccisioni di sacerdoti): la chiesa ortodossa
sopravvive nel ridottissimo spazio lasciato dal regime.
• Lotta contro la morale tradizionale: legalizzazione del divorzio
e dell’aborto, parità fra i sessi, tuttavia si respinge l’assoluta
libertà sessuale, rimane la famiglia tradizionale.
52
La politica estera
della Russia comunista
• Nel 1917 Lenin e i Bolscevichi erano convinti che le sorti del Comunismo in
Russia fossero legate a una rivoluzione comunista europea, ritenuta
probabile come conseguenza della crisi sociale scatenata dalla 1^ guerra
mondiale.
• MARZO 1919: per promuovere la rivoluzione comunista in Europa i
comunisti russi fondano il COMINTERN (Internazionale Comunista) in
contrapposizione con la II Internazionale Socialista (riformista) e con i
Partiti Socialisti riformisti o moderati.
• Aderiscono al Comintern i Partiti Comunisti nati in Europa nel 1918 sul
modello bolscevico e alcuni vecchi partiti socialisti, tra cui quello italiano. Si
determina quindi anche in Europa una scissione all’interno del movimento
socialista tra socialdemocratici e filobolscevichi.
• Nel 1921, risultano falliti tutti i tentativi di realizzare la rivoluzione in
Europa: il Partito Comunista russo si pone allora l’obiettivo di consolidare il
nuovo stato sovietico russo attraverso rapporti diplomatici ed economici
con gli Stati europei ---> politica di “coesistenza pacifica”.
53
• …Gli Stati europei, dopo la sconfitta dei Bianchi nella guerra
civile, sono disposti a riconoscere il nuovo Stato sovietico,
del resto isolato dal “cordone sanitario”.
• TAPPE DELLA “COESISTENZA PACIFICA”: 1921 PACE DI
RIGA tra Russia e Polonia.
• 1922 TRATTATO DI RAPALLO tra Russia e Germania +
patto segreto di non-aggressione.
• 1922-25 riconoscimento diplomatico dell’URSS da parte
degli Stati Europei, di Cina e Giappone.
• 1921-27 Il COMINTERN appoggia la NEP e asseconda la
politica estera russa di “coesistenza pacifica”.
• Del resto i Partiti membri del COMINTERN sono rigidamente
subordinati alle direttive del PCUS, che assume il ruolo di
Partito-guida.
54
1924: muore Lenin
55
Lotta per la successione a Lenin
• Trotskij:
•
•
•
•
“Rivoluzione permanente”, cioè
“esportare la rivoluzione in Europa”,
accelerare l’industrializzazione,
porre fine alla N.E.P.
• Stalin:
• “Socialismo in un solo paese”, cioè
• consolidare l’U.R.S.S.
• normalizzare i rapporti
internazionali (rinunciando a
promuovere rivoluzioni)
• mantenere la N.E.P.
56
Stalin successore di Lenin
• Lenin nel suo testamento invita a
diffidare di Stalin;
• Trockij, capo dell’Armata rossa
durante la guerra civile, è più
popolare…
• …ma Stalin, Commissario per le nazionalità e segretario
organizzativo del Partito, ha il sostegno della “Nomenklatura”
(apparato del Partito).
• 1924 Stalin diventa segretario del PCUS
• 1927: Stalin estromette dal Partito gli oppositori Trotzkij,
Zinovev, Kamenev: repressione di ogni forma di dissenso
anche all’interno del Partito > Inizia lo Stalinismo.
57
Approfondimento: il “Terrore rosso”
• 20 dicembre 1917: viene istituita la CEKA (polizia politica); in teoria non
ha, inizialmente, il potere di giustiziare.
• 8 gennaio 1918: Ordinanza del Consiglio dei Commissari del Popolo: “Gli
agitatori controrivoluzionari verranno fucilati sul posto”
• 27 gennaio 1918: Lenin annuncia pubblicamente che gli speculatori
saranno fucilati sul posto: "nulla possiamo conseguire senza ricorrere
al terrore“
• 24 febbraio 1918: la CEKA inizia le fucilazioni senza processo
• Aprile 1918: 400 anarchici giustiziati dalla CEKA
• 5 settembre 1918: Decreto sul Terrore Rosso che rafforza il potere della
CEKA > 1300 esecuzioni sommarie a Pietrogrado …
58
Da “Uno Stato contro il suo popolo” di N. Werth
(in: Il libro nero del comunismo)
• « Qualunque sia l'esatto numero delle vittime del Terrore rosso nell’autunno
1918 (e basta sommare le cifre delle esecuzioni riportate sulla stampa per
concludere che non può essere inferiore a 10.000-15.000), questo episodio
rappresenta la definitiva consacrazione di una prassi bolscevica: trattare
ogni forma di contestazione, reale o potenziale, nel quadro di una guerra
civile senza possibilità di tregua e soggetta, per citare la formula di Lacis, a
«leggi proprie». Bastava che scoppiasse uno sciopero, come accadde per
esempio ai primi di novembre del 1918 nella fabbrica di armi di Motoviliha,
nella provincia di Perm' (dove gli operai protestavano contro il principio
bolscevico del razionamento «in base all’origine sociale» e contro gli abusi
della Ceka locale), perché la fabbrica intera fosse subito dichiarata dalle
autorità «in stato di insurrezione». Con gli scioperanti non si trattava: la
reazione era la serrata, il licenziamento di tutti gli operai, l’arresto dei
«sobillatori», la ricerca dei «controrivoluzionari» menscevichi che si
presumeva fossero all’origine dello sciopero. Tali pratiche erano certo
diventate correnti dall’estate 1918 in poi …
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• …Tuttavia in autunno la Ceka locale, ormai ben strutturata e «pungolata»
dagli appelli alla strage lanciati dal Centro, andò più in là nella repressione:
furono giustiziati oltre 100 scioperanti senza sottoporli a nessuna forma di
processo.
• La dimensione stessa del fenomeno - da 10.000 a 15.000 esecuzioni
sommarie in due mesi - segna già a questo punto un vero e proprio salto di
qualità rispetto all’epoca zarista. Basta ricordare che per l’intero periodo fra
il 1825 e il 1917 le sentenze di morte pronunciate dai tribunali zaristi (corti
marziali comprese) in tutti i processi che avessero qualche «rapporto con
l’ordine politico» erano arrivate a 6231, con una punta di 1310 condanne a
morte nel 1906. In poche settimane la Ceka da sola aveva giustiziato un
numero di persone da due a tre volte superiore rispetto a quanti l’impero
zarista ne avesse condannati a morte in novantadue anni. (…)
• Il salto di qualità era ben più che una pura e semplice questione di cifre.
L'introduzione di categorie nuove, come «sospetto», «nemico del popolo»,
«ostaggio», «campo di concentramento», «tribunale rivoluzionario», di
pratiche inedite come la «reclusione preventiva» o l'esecuzione sommaria,
senza processo, di centinaia e migliaia di persone arrestate da una polizia
politica di tipo nuovo, al di sopra delle leggi, costituiva una vera e propria
rivoluzione copernicana in questo ambito. »
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Il monastero ortodosso
delle Isole Solovky, nel Mar Bianco
• nel 1920 fu “statalizzato” e utilizzato come campo di prigionia .
• Nel 1923 tutto l’arcipelago delle Solovky fu assegnato alla CEKA e divenne
la prima cellula del GULAG, il grande “arcipelago” di Campi di lavori forzati
che caratterizzò il totalitarismo sovietico
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Sergej P. Mel’gunov sul Terrore
• Contro il giustificazionismo di Gor’kij che
attribuiva le violenze all’ “eccezionale crudeltà
del popolo russo”, contro l’irenismo dell’Alto
commissario della Società delle Nazioni che
invitava a “comprendere e perdonare” le
inevitabili vendette degli oppressi contro gli
oppressori, Mel’gunov pensa che non si
tratta di “eccessi”:
• “Il terrore bolscevico è un sistema di
metodica attuazione della violenza e
• dell’arbitrio, è l’apoteosi senza remore dell’omicidio inteso come
strumento di dominio alla quale non era ancora arrivato nessun
potere al mondo. Non si tratta di eccessi per i quali si può cercare
questa o quella spiegazione nella particolare psicosi indotta dalla
guerra civile... L' atrocità morale del terrore, la sua azione disgregante
sulla psiche umana, consistono più che nei singoli omicidi in sé, o
nel loro numero più o meno consistente, proprio nel suo essere
elevato a sistema”.
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Infatti…
• TROTSKIJ: “Il nemico deve essere reso inoffensivo; in tempo di guerra
questo significa: sterminato” .
• DZERZINSKIJ (capo della CEKA): «Che la classe operaia schiacci l'idra
della controrivoluzione con il terrore di massa! Lo sappiano i nemici
della classe operaia: ogni individuo arrestato che sia trovato
illecitamente in possesso di un’arma sarà giustiziato all’istante, ogni
individuo che osi fare la mi-nima propaganda contro il regime
sovietico sarà subito arrestato e rinchiuso in campo di
concentramento!»
• M.Lacis (dirigente CEKA) : «Non stiamo combattendo una guerra contro
gli individui. Stiamo sterminando la borghesia come classe.»
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• Petrovskij, commissario del popolo per l’Interno: «È ormai l'ora di farla
finita con tutte queste mollezze e sentimentalismi. Tutti i socialisti
rivoluzionari di destra devono essere immediatamente arrestati. Si
deve prendere un grande numero di ostaggi nella borghesia e tra gli
ufficiali. Di fronte alla minima resistenza si dovrà ricorrere alle
esecuzioni in massa. (…) Le Ceka e le altre milizie devono
individuare e arrestare tutti i sospetti, giustiziando immediatamente
chiunque risulti compromesso in attività. (…) Nell’attuare il terrore
di massa non si possono tollerare debolezze o esitazioni.»
• La Pravda: «Lavoratori, per noi è giunta l'ora di annientare la
borghesia, altrimenti essa vi annienterà. Le città devono essere
ripulite con implacabile determinazione da tutto il marcio borghese.
Tutti questi signori saranno schedati, e quelli che rappresentano un
pericolo per la causa rivoluzionaria sterminati. ... L'inno della classe
operaia sarà un canto di odio e di vendetta!.»
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Lenin e il Terrore
(Lenin dixit…)
• «È poco probabile che un governo
rivoluzionario, quale che sia,
possa fare a meno della pena di
morte contro gli sfruttatori .»
• «La violenza rivoluzionaria non
• «La garanzia del successo sta
può non manifestarsi anche nei
nel conseguimento di un unico
confronti degli elementi vacillanti,
fine comune: l’epurazione della
privi di fermezza, della stessa
terra russa da ogni sorta di
massa lavoratrice.»
insetti nocivi: da quelle pulci che
sono i furfanti, da quelle cimici
• «La dittatura è uno stato di guerra
che sono i ricchi e così via»
esasperato [...] Siamo in guerra e
agiamo in conseguenza: non
promettiamo nessuna libertà e
• «il buon comunista è anche un
nessuna democrazia.»
buon Cekista.»
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«applicare implacabile
terrore di massa contro
kulak, pope e Guardie
bianche; rinchiudere i
sospetti in un campo di
concentramento fuori
città.»
• «Compagni! L'insurrezione dei kulak nei
vostri cinque distretti dev’essere soffocata
senza pietà. Lo esigono gli interessi della
rivoluzione intera, perché ormai è
cominciata dappertutto la “battaglia finale”
contro i kulak. Bisogna dare un esempio. 1.
Impiccare (e dico impiccare in modo che
tutti vedano) non meno di 100 kulak, ricconi,
notori succhiasangue. 2. Pubblicarne i
nomi. 3. Appropriarsi di tutto il loro grano. 4.
Individuare gli ostaggi, come abbiamo
scritto nel nostro telegramma di ieri. Fate
così in modo che tutti lo vedano, per
centinaia di leghe tutto intorno, e tremino, e
pensino: questi ammazzano e
continueranno ad ammazzare i kulak
assetati di sangue. Telegrafate che avete
ricevuto ed eseguito queste istruzioni.
Vostro Lenin.
• PS. Trovate elementi più duri »
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Da “Tutto scorre…” di Vasilij Grossman
• “I memorialisti raccontano che, divenuto ormai guida della rivoluzione,
fondatore del partito, capo del governo sovietico, la sua semplicità rimase
inalterata. Non fumava e non beveva, è certo che mai in vita sua inveì
contro qualcuno con parolacce e bestemmie. Il suo tempo libero era pulito,
da studente: la musica, il teatro, un libro, una passeggiata. Il suo
abbigliamento era sempre democratico, sfiorava la povertà.”
• “La storia dello Stato russo non sa cosa farsene dei lati umani, umanitari
del carattere di Lenin che, il palmo poggiato sugli occhi, ascoltava
l’Appassionata, né della sua ammirazione per Guerra e pace, né della
democratica modestia di Lenin, né della sua cordialità e delle sue
attenzioni per la gente minuta, come segretari e autisti, né delle sue
conversazioni con i bimbi dei contadini, né dei suoi rapporti affettuosi con
gli animali domestici…”
68
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Da “Tutto scorre…” di Vasilij Grossman
• “E contemporaneamente egli mostrava sempre durezza, asprezza, villania
verso i suoi avversari politici. Mai egli ammise che, sia pure parzialmente,
gli avversari potessero avere ragione, che, sia pure parzialmente, egli
avesse torto. “Venduto”, “lacché”, “servo”, “mercenario”, “agente”, “Giuda”,
“corrotto per trenta denari” – con tali parole definiva spesso i suoi
oppositori.”
• “L’intolleranza di Lenin, la sua irremovibile perseveranza nel raggiungere lo
scopo, lo spregio della libertà, la crudeltà verso chi la pensava
diversamente e la capacità di cancellare con mano ferma dalla faccia della
terra tutti coloro che contestavano la giustezza delle sue tesi…”
• “L’uomo sull’arena pubblica era l’opposto dell’uomo nella sua vita privata.
(…) Ne risulta qualcosa di completamente diverso, complesso, a volte
tragico. Una folle ambizione politica congiunta alla vecchia giacchetta, al
bicchiere di tè leggero, alla mansarda da studente. La capacità di calpestare
nel fango l’avversario senza scomporsi, di tramortirlo in un dibattito, si
associavano in modo incomprensibile al gentile sorriso, alla timida
delicatezza.”
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Da “Tutto scorre…” di Vasilij Grossman
• “La spietata crudeltà, il disprezzo per la cosa più sacra alla rivoluzione
russa: la libertà, e lì accanto, dentro il petto dello stesso uomo, il puro
entusiasmo giovanile per una buona musica, un bel libro.”
• “Un carattere cosiffatto si comporta in mezzo all’umanità come il chirurgo
nei reparti di una clinica. L’interesse che dimostra per i malati, per i loro
padri, per le mogli, le madri, le sue burlette e le sue discussioni, la sua lotta
in favore dell’infanzia abbandonata e la sua sollecitudine verso gli operai
giunti in età pensionabile – sono tutte cose da nulla, sciocchezze,
esteriorità. L’animo suo sta nel bisturi. L’essenza di uomini simili risiede
nella loro fanatica fede nell’onnipotenza del bisturi. Quel bisturi è il
grande teorico, il leader filosofico del ventesimo secolo.”
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Perché?
• «Perché il comunismo moderno, apparso nel 1917, si è quasi
immediatamente elevato a dittatura sanguinaria e poi a regime criminale?
I suoi obiettivi potevano essere raggiunti solo con l’esercizio dell’estrema
violenza? Come spiegare che il crimine sia stato concepito e praticato dal
potere comunista come un provvedimento normale, ordinario, quasi
banale, e che ciò sia durato decenni? » (S. Courtois, “Perché?”, capitolo
finale del Libro nero del comunismo)
• La storiografia ha individuato tre fattori all’origine del dispotismo e della
violenza criminale dei regimi comunisti:
• 1) La Guerra: « …La prima guerra mondiale che, non senza ragione, è
stata vista come una lacerazione della civiltà europea e come l’avvio di
una violenza prima sconosciuta. Indubbiamente la guerra preparò il
terreno, psicologico oltre che sociale e politico, per quei cataclismi che
segnarono tragicamente il secolo XX. » (Vittorio Strada)
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• 2) La tradizione russa: l’arretratezza, il dispotismo, la violenza di Stato e la
violenza terroristica (in realtà era avviato, all’inizio del Novecento, un rapido
progresso in campo politico, economico, culturale, ma la Grande Guerra
l’interruppe).
• 3) L’ideologia. Questo elemento, considerato decisivo da molti studiosi, è
stato particolarmente sottolineato ed analizzato da Hanna Arendt (“Le
origini del Totalitarismo”) e da Aleksandr Solzenitsyn (“Arcipelago Gulag):
• SOLZENITSYN: « Per fare del male l’uomo deve prima sentirlo come bene
o come una legittima, assennata azione. La natura dell’uomo è, per fortuna,
tale che egli sente il bisogno di cercare una giustificazione delle proprie
azioni.
• Le giustificazioni di Macbeth erano fragili e il rimorso lo uccise. Ma anche
Jago è un agnellino: la fantasia e le forze spirituali dei malvagi
shakespeariani si limitavano a una decina di cadaveri: perché mancavano
di ideologia…
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• …L’ideologia! è lei che offre la
giustificazione del male che cerchiamo e la
duratura fermezza occorrente al malvagio.
Occorre la teoria sociale che permetta di
giustificarci di fronte a noi stessi e agli altri,
di ascoltare, non rimproveri, non
maledizioni, ma lodi e omaggi. Così gli
inquisitori si facevano forti con il
cristianesimo, i conquistatori con la
glorificazione della patria, i colonizzatori
con la civilizzazione, i nazisti con la razza, i
giacobini (vecchi e nuovi) con
l’uguaglianza, la fraternità, la felicità delle
future generazioni.
• Grazie all’ideologia è toccato al secolo XX
sperimentare una malvagità esercitata su
milioni. »
• (Aleksandr Solzenitsyn “Arcipelago Gulag”)
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• ARENDT: «Un'ideologia è letteralmente quel che il suo nome sta a
indicare: è la logica di un'idea. L'ideologia tratta il corso degli avvenimenti
come se seguisse la stessa «legge» dell'esposizione logica della sua
«idea». Essa pretende di conoscere i misteri dell'intero processo storico - i
segreti del passato, l'intrico del presente, le incertezze del futuro - in virtù
della logica inerente alla sua «idea».
•
Si suppone che il movimento della storia e il processo logico del
concetto corrispondano l'uno all'altro, di modo che quanto avviene,
avviene secondo la logica di un'«idea». Tuttavia, l'unico movimento
possibile nel regno della logica è la deduzione da una premessa. Le
ideologie ritengono che una sola idea basti a spiegare ogni cosa nello
svolgimento dalla premessa, e che nessuna esperienza possa insegnare
alcunché dato che tutto è compreso in questo processo coerente di
deduzione logica [...]
•
Il metodo usato dai dittatori totalitari per trasformare le rispettive
ideologie in armi con cui costringere ciascuno dei sudditi a mettersi al
passo col movimento del terrore era poco appariscente…
75
• ...L'uno si vantava della «freddezza glaciale
del ragionamento» (Hitler), l'altro della
«inesorabilità della sua dialettica» (Stalin), e
spingevano le implicazioni agli estremi della
coerenza logica: una «classe in via di
estinzione» consisteva di gente condannata a
morte; le razze «inadatte a vivere» venivano
sterminate. Chi ammetteva che esistevano
«classi in via di estinzione» senza trarre da
tale fatto la conseguenza dell'uccisione dei
loro membri, o riconosceva che il diritto alla
vita era legato alla razza senza trarre la
conseguenza dell'eliminazione delle «razze
inadatte» era semplicemente o uno stupido o
un codardo. L'argomento più persuasivo a
tale riguardo, e caro a Hitler come a Stalin,
era: non si può dire A senza dire B e C e così
via, sino alla fine dell'alfabeto. »
• (Hanna Arendt, “Le origini del totalitarismo”)
76
Ideologia
• Una teoria politica che pretende di essere scientifica, di interpretare il
senso della storia, dalla quale scaturisce un programma politico che deve
realizzarsi (per il “bene” dell’umanità), con inesorabile certezza.
• L’ideologia esige una trasformazione profonda della società e del’uomo
(l’edificazione di un “mondo nuovo”, di un “uomo nuovo”).
• L’obiettivo della Ideologia è una realizzazione politica terrena, perfetta,
definitiva, sommamente desiderabile, che giustifica ogni sacrificio e ogni
costo di vite umane.
• Un tratto caratterizzante dell’ideologia comunista (leninista-stalinista) così
come di quella nazionalsocialista (hitleriana) è l’individuazione di un
“nemico” (la borghesia – il giudaismo) identificato come l’unico ostacolo
che si frappone alla realizzazione della società perfetta.
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