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11 RIVOLUZIONE RUSSA powerpoint
1 LA RIVOLUZIONE RUSSA La Russia nell’Ottocento La fine dell’Impero Zarista La rivoluzione comunista 2 L’Impero russo nell’Ottocento • GLI ZAR ROMANOV DELL’OTTOCENTO: • • • • • ALESSANDRO I (1801-1825) NICOLA I (1825 -1855) – ALESSANDRO II (1855-1881) ALESSANDRO III (1881 – 1894) NICOLA II (1894 – 1917) Lo Zar Alessandro I 3 Caratteristiche dell’Impero: • potere assoluto dello Zar, • carattere confessionale dello Stato (l’Ortodossia, elemento fondante della Russia), • dominio duro sulle nazioni soggette (polacchi, lituani ecc.), • arretratezza economica e sociale: economia agricola, la maggior parte delle terre appartengono alla nobiltà e alla chiesa ortodossa, servitù della gleba. 4 In Politica estera: • tendenza a espandersi verso l’Asia e il Mediterraneo (verso i “mari caldi”) e verso la penisola balcanica (solidarietà con le nazioni ortodosse oppresse dai Turchi): 5 L’ opposizione al regime zarista: • Il movimento di opposizione al regime zarista è costituito quasi esclusivamente dalla Intelligentsia, che vuole una liberalizzazione del sistema politico (sul modello occidentale) senza perdere però “l’anima russa”: il profondo senso comunitario e spirituale che distingue il popolo russo dai popoli individualisti e materialisti dell’Europa occidentale. • Questo movimento si esprime dapprima (anni centrali del secolo) come POPULISMO: “andare verso il popolo”: idea di un debito che i ceti alti hanno nei confronti dei contadini e di un sacrificio che debbono compiere per sollevare il popolo (istruzione, assistenza sanitaria, aiuti materiali). • Nella seconda metà del secolo, nasce una opposizione politica che, per mezzo del terrorismo, vuole distruggere il regime autocratico zarista, oppressore del popolo (Sergej Necaev scrive, insieme a Bakunin, il Catechismo del rivoluzionario, e fonda l’organizzazione terroristica Narodnaja Volja = Volontà del popolo) 6 Nel 1861 lo Zar Alessandro II abolì la servitù della gleba. Lo Zar Alessandro II • Tuttavia l’abolizione della servitù non fu accompagnata da provvedimenti che facilitassero il riscatto delle terre da parte dei singoli contadini liberati. • Dopo l’abolizione della servitù della gleba Alessandro II non prese altre iniziative riformatrici, anzi rafforzò il dispotismo facendo ricorso sistematicamente alla polizia segreta (Ochrana), alla censura, al predominio della vecchia nobiltà, all’oppressione delle minoranze. • Nel 1881 Alessandro II fu assassinato dai terroristi 7 • Durante i regni di Alessandro III (1881-1894) e Nicola II (18941917) il dispotismo non fu allentato, e si cercò di guadagnare il consenso popolare con una politica estera espansionista (Armenia, Turkestan e Manciuria) e con l’antisemitismo, che permetteva di indirizzare verso le comunità ebraiche (molto diffuse e consistenti in Russia) il risentimento e il malcontento popolare, che trovava sfogo nei POGROMS fomentati dalle autorità politiche e dalla polizia segreta. 8 Vittime del pogrom di Kishinev 1903 Pogrom di Odessa 1905 9 “Stop your cruel oppression of the jews” stampa americana del 1904 Protocolli dei Savi di Sion 10 La rivoluzione russa del 1905 • 1905: la Russia, nella sua espansione in Asia (Manciura), entra in conflitto con il Giappone, che la sconfigge. • Conseguenze: difficoltà economiche, disordini sociali, repressioni sanguinose, movimento rivoluzionario in cui compaiono i SOVIET = consigli di operi e soldati. • Lo Zar concede la DUMA (parlamento) e riprende il controllo della situazione (nel frattempo le truppe sono rientrate dall’Oriente). DUMA = parlamento eletto con un sistema elettorale che favorisce i proprietari terrieri. • Nonostante ciò Nicola II scioglie più volte la DUMA per impedire che questa approvi riforme liberali. • Nicola II affida la guida del governo al ministro Stolypin che promuove l’industrializzazione e la riforma agraria per favorire la formazione di un ceto di contadini proprietari (Kulaki). • Stolypin non rinuncia ai tradizionali metodi di governo autoritari, e viene assassinato dai terroristi nel 1911. 11 22 gennaio 1905: la Domenica di sangue di San Pietroburgo • Questa immagine non è autentica, è una ricostruzione successiva dell’episodio che scatenò la rivoluzione del 1905: Nella Capitale russa una grande folla di circa 150.000 operai guidati dal pope Gapon, si recò di fronte al Palazzo d’Inverno, residenza degli zar, per consegnare al sovrano una supplica. • Malgrado la folla fosse pacifica, i Cosacchi di guardia, su ordine del ministro di palazzo, caricarono la folla con fucili e sciabole. • Al termine, secondo dati della polizia, si contarono circa mille morti e duemila feriti. 12 • “I cosacchi caricano la folla sulla scalinata di Odessa”, fotogramma del celebre film “La corazzata Potemkin”, del regista Sergei Eisenstein, che descrive l’insurrezione dell’equipaggio di una nave russa durante la rivoluzione del 1905. 13 I partiti politici in Russia • In questi anni si formano in Russia i Partiti politici : • Partito Costituzionale Democratico (“Kadetti”): corrisponde ai partiti liberali occidentali, propugna una liberalizzazione e una occidentalizzazione della Russia. • Partito Socialista Rivoluzionario (“SR”) erede del Populismo, non marxista, favorevole a una riforma agraria che assegni le terre ai contadini e a forme di gestione sociale delle terre. I “SR” più estremisti approvano e praticano il terrorismo politico. Manifesto del Partito SR 14 • Partito Socialdemocratico (marxista), fondato nel 1898 da Plechanov, che • traduce in russo le opere di Marx. • Il Partito Socialdemocratico si divide in due correnti: MENSCEVICHI (= minoranza) e BOLSCEVICHI (= maggioranza) • I Menscevichi concepiscono il partito come organizzazione politica del proletariato, aperta a tutti i lavoratori; il partito agisce per migliorare le condizioni dei lavoratori senza porsi come obiettivo immediato la rivoluzione socialista. Georgij Plechanov Julij Martov, leader dei Menscevichi 15 I Bolscevichi – Lenin Lenin (pseudonimo di Vladimir Ilic Uljanov ) leader dei Bolscevichi • I Bolscevichi concepiscono il partito come “avanguardia” del proletariato: il partito non deve raccogliere tutti i lavoratori, ma solo i marxisti rivoluzionari, che accettano una rigida disciplina di partito per rendere più efficace l’azione rivoluzionaria. • Un partito di rivoluzionari ben organizzato, capace di guidare il proletariato, il quale, secondo Lenin, spontaneamente non farebbe la rivoluzione, ma si fermerebbe a rivendicazioni salariali; • “eresia” di Lenin rispetto alla “ortodossia” marxista: il soggetto rivoluzionario non è il proletariato, ma il partito-avanguardia del proletariato, e ciò avrà gravi conseguenze, perché alla “dittatura del proletariato” prevista da Marx verrà sostituita la dittatura del partito. 16 • Karl Marx, di cui Lenin diede un’interpretazione “eretica”, influenzata dal volontarismo del movimento populista rivoluzionario russo (il fratello di Lenin fu membro del gruppo terrorista Narodnaja Volja, e fu giustiziato per aver attentato alla vita dello zar) 17 L’industrializzazione della Russia • in Russia l’industrializzazione comincia negli ultimi anni dell’Ottocento. • E’ finanziata in gran parte da capitali esteri, concentrata in zone limitate della Russia (a Pietroburgo, nei distretti minerari degli Urali e di Baku), caratterizzata da industrie di grandi dimensioni. Nasce anche in Russia un proletariato sottoposto a pesante sfruttamento e del tutto privo di diritti sociali. • Negli anni 1906-1917 l’industria russa registra una crescita fortissima (del 150%) e si riduce notevolemente la quota dei finanziamenti esteri (nel 1914 sono il 12% dei finanziamenti complessivi): si parla di “miracolo economico russo”, la Russia sta per diventare una potenza industriale, quando nel 1914 scoppia la Grande Guerra. 18 La cultura russa all’inizio del ’900 • La Russia, paese fortemente arretrato sul piano politico e sociale, presenta tuttavia agli inizi del Novecento una produzione artistico-culturale d’avanguardia e di grandissimo spessore: in musica Stravinsky, in letteratura Majakovskij, nella pittura Chagall, Kandinskij, Malevic. Vladimiri Majakovskij Igor Stavinsky 19 Un manifesto di propaganda politica realizzato da Majakovskij e uno spartito di Igor Stravinskij 20 Opere di Chagall, Kandinskij e Malevic 21 La Grande Guerra e le Rivoluzioni del 1917 • Nel 1914 la Russia entra in guerra: sconfitte, crisi bellica, difficoltà nei rifornimenti all’esercito e alle città, crisi alimentare (perché i contadini sono chiamati alle armi). • 23 febbraio - 8 marzo: rivoluzione spontanea a Pietrogrado (i gruppi politici sono “sorpresi” dalla rivoluzione); le truppe mobilitate per reprimere la rivolta fraternizzano con la folla in rivolta. • Il 15 marzo lo Zar Nicola II, resosi conto di non poter più contare sull’esercito, abdica. 22 • Lo zar Nicola II, sua moglie Alexandra Fedorovna, e Rasputin, il monaco mistico che esercitò una grande influenza a corte, fino al 1916, allorché fu ucciso da congiura di nobili 23 24 • Si costituisce un governo provvisorio, costituito da Kadetti e “Ottobristi” (liberali moderati fedeli allo Zar), che promette la convocazione di una Assemblea Costituente e decide di continuare la guerra a fianco dell’Intesa contro gli Imperi centrali. • Intanto si formano i SOVIET, consigli degli operai e dei soldati, egemonizzati dai Partiti di sinistra (SR, Menscevichi, Bolscevichi) => dualismo di potere, decisioni contrastanti, per esempio l’ORDINE N. 1 del Soviet di Pietrogrado sulla disciplina militare > situazione di disordine e vuoto di potere. 25 Il Soviet di Pietrogrado 26 Le Tesi d’Aprile • Lenin esule in Svizzera fino ad aprile del 1917: scrive “L’IMPERIALISMO FASE SUPREMA DEL CAPITALISMO” in cui sostiene che la Guerra mondiale è l’esito dell’imperialismo, ultima fase di sviluppo del capitalismo. Quindi i tempi sono maturi per la rivoluzione socialista: non bisogna cercare la pace, che salverebbe il capitalismo dall’autodistruzione, ma bisogna trasformare la guerra in rivoluzione. • Lenin rientra in Russia in aprile (con l’aiuto dei tedeschi) e diffonde le “TESI D’APRILE”, che diventano il programma politico del partito bolscevico. 27 Tesi di Aprile: • “Pace, pane, terra” e “Tutto il potere ai soviet” > concludere subito la pace con la Germania, nazionalizzare le terre e distribuirle ai contadini poveri, eliminare il dualismo di potere tra Governo provvisorio e Soviet conferendo tutto il potere ai Soviet. • Alla base delle Tesi c’è la convinzione (vedi il saggio “STATO E RIVOLUZIONE”) che la Russia possa imboccare subito la via della rivoluzione socialista (abolizione della proprietà privata, dittatura del proletariato ecc.): seconda “eresia” di Lenin rispetto a Marx. • Infatti i marxisti “ortodossi” ( e i Menscevichi) erano convinti che il capitalismo in Russia fosse “immaturo”, e che quindi la Russia, prima di giungere al socialismo, dovesse attraversare una lunga fase di democrazia liberale e di sviluppo del capitalismo. Per questo erano disposti a collaborare con la borghesia per l’edificazione di un sistema politico liberal-democratico, ed accettarono di entrare nel governo provvisorio (in maggio); > 28 • Invece secondo Lenin a livello mondiale il capitalismo è “maturo”, è già giunto alla sua fase ultima (l’imperialismo); la Russia è “l’anello debole” del capitalismo mondiale e perciò la rivoluzione socialista deve scoppiare proprio in Russia, e poi dalla Russia deve propagarsi in tutto il mondo. • Lenin, poiché vuole subito la rivoluzione socialista, è contrario alla collaborazione con la borghesia e vuole eliminare il governo provvisorio; • è invece favorevole a un’ alleanza tra operai e contadini poveri (per questo propone la distribuzione delle terre ai contadini, terza “eresia”!), • Lenin, marxista, non crede che i contadini siano un soggetto rivoluzionario, però sa che il proletariato in Russia è troppo esiguo per realizzare la rivoluzione da solo e quindi ha bisogno di alleati, in ogni caso tutto il movimento rivoluzionario deve essere guidato dal Partito (avanguardia del proletariato), unico soggetto rivoluzionario veramente determinato e consapevole. 29 • Inoltre nelle campagne, nel corso del 1917, la rivoluzione sociale si sta compiendo spontaneamente: il governo provvisorio non affronta il nodo della riforma agraria, i contadini cominciano allora ad appropriarsi delle terre dei grandi latifondi; molti contadini-soldati disertano per ritornare ai loro poderi e partecipare alla spartizione delle terre. Lenin insomma riconosce e legittima un fenomeno sociale che è già in atto. • Il programma delle Tesi d’Aprile mira a guadagnare consensi popolari al Partito Bolscevico, che non gode di grande seguito tra le masse. 30 Manifesti di propaganda politica bolscevica 31 • Giugno 1917: La posizione dei Bolscevichi è ancora minoritaria: al 1° Congresso panrusso dei Soviet i delegati bolscevichi sono 105 su 777. • Luglio 1917: tentativo insurrezionale dei Bolscevichi, stroncato dal Governo provvisorio. I capi bolscevichi devono rifugiarsi all’estero per non essere arrestati. • Si forma un nuovo Governo Provvisorio, presieduto dal socialista indipendente Kerenskij, in cui entrano anche Menscevichi e Socialisti Rivoluzionari . 32 • Settembre 1917: il generale Kornilov tenta di restaurare lo Zarismo con un colpo di stato; ma il colpo di stato viene sventato dai Soviet: nella resistenza al tentativo reazionario di Kornilov è determinante la propaganda e l’organizzazione dei Bolscevichi. Il Governo Provvisorio invece appare impotente e quindi perde credibilità. • Dopo il fallito colpo di stato di Kornilov i Bolscevichi ottengono la maggioranza nei Soviet di Pietrogrado e Mosca, inoltre ottengono l’appoggio dei marinai della base militare di Kronstadt. Il generale Kornilov 33 La conquista del potere • 25 ottobre - 7 novembre (vigilia del 2° Congresso panrusso dei Soviet). I Bolscevichi prendono il potere con un colpo di stato: le Guardie Rosse e i marinai di Kronstadt conquistano i centri di potere a Pietrogrado e Mosca, il Governo provvisorio non riesce a organizzare una resistenza, Kerenskij fugge. • I Bolscevichi hanno preso il potere prima del Congresso dei Soviet per mettere i delegati dei Soviet di fronte al fatto compiuto. I Menscevichi e i SocialRivoluzionari non approvano il colpo di stato attuato dai Bolscevichi e abbandonano il Congresso dei Soviet pensando di poter riprendere il potere nell’Assemblea Costituente (le elezioni sono fissate per novembre). 34 Ottobre 1917, la presa del Palazzo d’Inverno, ma la foto non è autentica, si tratta di una ricostruzione posteriore. L’Incrociatore Aurora, della base navale di Kronstadt 35 Il Consiglio dei Commissari del Popolo • I Bolscevichi costituiscono un nuovo governo (chiamato Consiglio dei Commissari del Popolo) che viene considerato l’organo esecutivo del Congresso dei Soviet, ma che è formato solo da Commissari bolscevichi e presieduto da Lenin. • Il Consiglio dei Commissari del Popolo decide: 1) avvio di trattative per la pace; 2) nazionalizzazione delle terre delle grandi proprietà e redistribuzione ai contadini poveri; 3) nazionalizzazione delle banche, del commercio estero, dei trasporti; 4) controllo operaio sulle imprese; 5) separazione tra Stato e Chiesa; 6) diritto delle minoranze nazionali all’autodeterminazione Guardie Rosse 36 I Bolscevichi del 1917 Lev Trotzskij, membro del Politburo e Commissario del Popolo, assassinato nel 1940 da un sicario di Stalin Josip Stalin, Commissario del Popolo, successore di Lenin Zinoviev, membro del Politburo, giustiziato nel 1936 37 Feliks Dzrezinskij, Capo della CEKA, morto nel 1926 Kamenev, membro del Politburo, giustiziato nel 1936 Bucharin, membro del Politburo, giustiziato nel 1938 38 Krestinskij, membro del Politburo, giustiziato nel 1938 Krilenko, Commissario del popolo, giustiziato nel 1938 Sokolnikov, membro del Politburo, morto nella Purga del 1939 Lunacharsky, Commissario del popolo, morto nel 1933 39 Pjatakov, Commissario del popolo, giustiziato nel 1938 Sverdlov, membro del Politburo, morto nel 1919, Rykov, Commissario del Popolo e membro del Politburo, giustiziato nel 1938 Sljapnikov, capo dei bolscevichi in Russia durante l’esilio di Lenin, Commissario del Popolo, giustiziato nel 1936 Miljutin, Commissario del Popolo e membro del Politburo, ucciso nella Purga del 1937 39 40 Nadezda Krupskaja, moglie di Lenin, Alexandra Kollontaj, fece parte del Politburo e fu ambasciatrice dell’URSS Inessa Armand, Commissario del popolo, amante di Lenin 41 Novembre 1917: elezioni dell’Assemblea Costituente = • 58% Socialisti rivoluzionari, 25% Bolscevichi, • 17% Menscevichi e Kadetti. • Il risultato delle elezioni delegittima il governo bolscevico. 42 Verso la dittatura e la guerra civile • Gennaio 1918: viene costituita la CEKA (polizia politica) per combattere la controrivoluzione. • L’Assemblea Costituente viene sciolta perché si oppone al governo dei Commissari del Popolo. Il Partito dei Kadetti viene sciolto. • Marzo 1918: Pace di Brest-Litovsk fra Russia e Germania (la Russia perde Estonia, Lettonia, Lituania, Ucraina, Polonia e Finlandia). • Il partito bolscevico (per distinguersi dai socialisti) diventa Partito Comunista. • Primavera 1918: prime sollevazioni di contadini contro la requisizione dei raccolti, contro i Soviet. • Inizia la guerra civile (1918-20). Le Armate bianche (generali zaristi, avversari del potere sovietico di vari schieramenti), sostenute da truppe dell’Intesa (Inglesi, Francesi, Giapponesi, Cechi) occupano vaste zone della Russia e si scontrano con l’Armata Rossa, organizzata da Trotzkij. Il governo comunista ripristina la coscrizione obbligatoria e la disciplina nell’ esercito. 43 44 Manifesto di Es Lessitzskij: “Con il cuneo rosso sconfiggi i Bianchi” Trotzskij con l’Armata Rossa 45 La fine dei Romanov • Nel corso della guerra civile (luglio 1918), Nicola II e i suoi familiari, che si erano ritirati a Ekaterinburg (Monti Urali), furono uccisi dai Bolscevichi 46 Guerra civile > Comunismo di guerra. • Estate 1918: Guerra civile, insurrezioni dei contadini, attentato a Lenin (ferito), dissesto dell’economia (la produzione agraria, industriale e mineraria è calata paurosamente) > crisi del potere sovietico. • I Comunisti reagiscono accentuando la dittatura del Partito Comunista > espulsione dei Socialisti rivoluzionari e dei menscevichi dai Soviet. • La Costituzione della Repubblica Federale Socialista Sovietica Russa (10 luglio 1918) attribuisce il potere ai Soviet, ma di fatto essi sono subordinati al Partito Comunista, “avanguardia del movimento operaio”, che assume il controllo degli apparati statali e dei sindacati. • Repressione spietata dei disordini e delle opposizioni (decine di migliaia di esecuzioni sommarie decise dalla CEKA). Abolita la libertà di stampa e il diritto di sciopero. Vengono istituiti i Campi di Concentramento. • Comunismo di guerra (= interventi statali sull’economia per far fronte al dissesto economico): requisizione forzata dei cereali, nazionalizzazione di tutte le fabbriche, non più gestite da comitati di operai, ma direttamente dallo Stato, tutto il commercio viene controllato dal governo sparisce l’economia di mercato e si riduce la moneta in circolazione. 47 La fine della Guerra Civile e la crisi del ’21 • 1920: La guerra civile finisce con la vittoria dell’Armata Rossa. Le Armate bianche sono battute perché sono divise e perché il loro prevalente orientamento filozarista e aristocratico preclude l’appoggio delle masse popolari (nonostante l’ostilità dei contadini al governo comunista). • 1920- 1921: Guerra tra la Russia e la Polonia conclusa dalla Pace di Riga = fallisce il tentativo di “esportare” la rivoluzione comunista. • 1921 : alla fine della guerra civile l’economia russa è in una condizione di paralisi. Nell’inverno 1920-21 carestie in gran parte della Russia (3 milioni di morti). • Ribellioni di contadini, scioperi di operai a Pietrogrado, ribellione dei marinai di Kronstadt : chiedono di ripristinare la democrazia nei Soviet, la libertà di stampa e di sciopero, la liberazione dei prigionieri politici; la ribellione viene stroncata con l’esercito. Dissensi all’interno del Partito. 48 49 1921: X° Congresso del Partito Comunista: la N.E.P. • N.E.P. = Nuova Politica Economica : libertà di commercio all’interno della Russia, libertà di iniziativa privata a livello di piccole aziende, i contadini possono vendere le eccedenze sul libero mercato. Lo Stato conserva il controllo del commercio estero, delle grandi industrie, dei trasporti e delle banche. • Ma … nessuna concessione alle richieste di democrazia e libertà politica… • Effetti della NEP: ripresa della produzione agricola (nel 1927 ritorna ai livelli del 1913), debole crescita dell’industria; si formano di nuovo articolazioni e differenze sociali (> Kulaki) • 1922: La Repubblica Federale Socialista Sovietica Russa si trasforma in URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche: Russia, Ucraina, Bielorussia, Transcaucasia, Uzbekistan, Turkmenistan) 50 La Costituzione del 1924 • il potere supremo è attribuito al Congresso dei Soviet. Ma di fatto c’è una dittatura del Partito Comunista, che sceglie i candidati alle elezioni dei soviet (su lista unica e con voto palese), controlla la potentissima Polizia politica, decide (nei suoi congressi) l’indirizzo politico che deve essere attuato dal Soviet e dal governo. • Il Segretario del Partito detiene il massimo potere decisionale. Il Partito, organizzato secondo un rigido centralismo, dirige e controlla tutta la vita pubblica (esempi: commissari politici nell’esercito, gioventù comunista ecc. ) 51 L’edificazione della società socialista, la creazione dell’uomo nuovo • Sforzo in due direzioni: educazione della gioventù, lotta contro la Chiesa ortodossa. • Istruzione obbligatoria fino a 15 anni, lotta contro l’analfabetismo, formazione ideologica (insegnamento della dottrina marxista e Komsomol). • Scristianizzazione della Russia (chiusura di chiese, confisca dei beni, arresti e uccisioni di sacerdoti): la chiesa ortodossa sopravvive nel ridottissimo spazio lasciato dal regime. • Lotta contro la morale tradizionale: legalizzazione del divorzio e dell’aborto, parità fra i sessi, tuttavia si respinge l’assoluta libertà sessuale, rimane la famiglia tradizionale. 52 La politica estera della Russia comunista • Nel 1917 Lenin e i Bolscevichi erano convinti che le sorti del Comunismo in Russia fossero legate a una rivoluzione comunista europea, ritenuta probabile come conseguenza della crisi sociale scatenata dalla 1^ guerra mondiale. • MARZO 1919: per promuovere la rivoluzione comunista in Europa i comunisti russi fondano il COMINTERN (Internazionale Comunista) in contrapposizione con la II Internazionale Socialista (riformista) e con i Partiti Socialisti riformisti o moderati. • Aderiscono al Comintern i Partiti Comunisti nati in Europa nel 1918 sul modello bolscevico e alcuni vecchi partiti socialisti, tra cui quello italiano. Si determina quindi anche in Europa una scissione all’interno del movimento socialista tra socialdemocratici e filobolscevichi. • Nel 1921, risultano falliti tutti i tentativi di realizzare la rivoluzione in Europa: il Partito Comunista russo si pone allora l’obiettivo di consolidare il nuovo stato sovietico russo attraverso rapporti diplomatici ed economici con gli Stati europei ---> politica di “coesistenza pacifica”. 53 • …Gli Stati europei, dopo la sconfitta dei Bianchi nella guerra civile, sono disposti a riconoscere il nuovo Stato sovietico, del resto isolato dal “cordone sanitario”. • TAPPE DELLA “COESISTENZA PACIFICA”: 1921 PACE DI RIGA tra Russia e Polonia. • 1922 TRATTATO DI RAPALLO tra Russia e Germania + patto segreto di non-aggressione. • 1922-25 riconoscimento diplomatico dell’URSS da parte degli Stati Europei, di Cina e Giappone. • 1921-27 Il COMINTERN appoggia la NEP e asseconda la politica estera russa di “coesistenza pacifica”. • Del resto i Partiti membri del COMINTERN sono rigidamente subordinati alle direttive del PCUS, che assume il ruolo di Partito-guida. 54 1924: muore Lenin 55 Lotta per la successione a Lenin • Trotskij: • • • • “Rivoluzione permanente”, cioè “esportare la rivoluzione in Europa”, accelerare l’industrializzazione, porre fine alla N.E.P. • Stalin: • “Socialismo in un solo paese”, cioè • consolidare l’U.R.S.S. • normalizzare i rapporti internazionali (rinunciando a promuovere rivoluzioni) • mantenere la N.E.P. 56 Stalin successore di Lenin • Lenin nel suo testamento invita a diffidare di Stalin; • Trockij, capo dell’Armata rossa durante la guerra civile, è più popolare… • …ma Stalin, Commissario per le nazionalità e segretario organizzativo del Partito, ha il sostegno della “Nomenklatura” (apparato del Partito). • 1924 Stalin diventa segretario del PCUS • 1927: Stalin estromette dal Partito gli oppositori Trotzkij, Zinovev, Kamenev: repressione di ogni forma di dissenso anche all’interno del Partito > Inizia lo Stalinismo. 57 Approfondimento: il “Terrore rosso” • 20 dicembre 1917: viene istituita la CEKA (polizia politica); in teoria non ha, inizialmente, il potere di giustiziare. • 8 gennaio 1918: Ordinanza del Consiglio dei Commissari del Popolo: “Gli agitatori controrivoluzionari verranno fucilati sul posto” • 27 gennaio 1918: Lenin annuncia pubblicamente che gli speculatori saranno fucilati sul posto: "nulla possiamo conseguire senza ricorrere al terrore“ • 24 febbraio 1918: la CEKA inizia le fucilazioni senza processo • Aprile 1918: 400 anarchici giustiziati dalla CEKA • 5 settembre 1918: Decreto sul Terrore Rosso che rafforza il potere della CEKA > 1300 esecuzioni sommarie a Pietrogrado … 58 Da “Uno Stato contro il suo popolo” di N. Werth (in: Il libro nero del comunismo) • « Qualunque sia l'esatto numero delle vittime del Terrore rosso nell’autunno 1918 (e basta sommare le cifre delle esecuzioni riportate sulla stampa per concludere che non può essere inferiore a 10.000-15.000), questo episodio rappresenta la definitiva consacrazione di una prassi bolscevica: trattare ogni forma di contestazione, reale o potenziale, nel quadro di una guerra civile senza possibilità di tregua e soggetta, per citare la formula di Lacis, a «leggi proprie». Bastava che scoppiasse uno sciopero, come accadde per esempio ai primi di novembre del 1918 nella fabbrica di armi di Motoviliha, nella provincia di Perm' (dove gli operai protestavano contro il principio bolscevico del razionamento «in base all’origine sociale» e contro gli abusi della Ceka locale), perché la fabbrica intera fosse subito dichiarata dalle autorità «in stato di insurrezione». Con gli scioperanti non si trattava: la reazione era la serrata, il licenziamento di tutti gli operai, l’arresto dei «sobillatori», la ricerca dei «controrivoluzionari» menscevichi che si presumeva fossero all’origine dello sciopero. Tali pratiche erano certo diventate correnti dall’estate 1918 in poi … 59 • …Tuttavia in autunno la Ceka locale, ormai ben strutturata e «pungolata» dagli appelli alla strage lanciati dal Centro, andò più in là nella repressione: furono giustiziati oltre 100 scioperanti senza sottoporli a nessuna forma di processo. • La dimensione stessa del fenomeno - da 10.000 a 15.000 esecuzioni sommarie in due mesi - segna già a questo punto un vero e proprio salto di qualità rispetto all’epoca zarista. Basta ricordare che per l’intero periodo fra il 1825 e il 1917 le sentenze di morte pronunciate dai tribunali zaristi (corti marziali comprese) in tutti i processi che avessero qualche «rapporto con l’ordine politico» erano arrivate a 6231, con una punta di 1310 condanne a morte nel 1906. In poche settimane la Ceka da sola aveva giustiziato un numero di persone da due a tre volte superiore rispetto a quanti l’impero zarista ne avesse condannati a morte in novantadue anni. (…) • Il salto di qualità era ben più che una pura e semplice questione di cifre. L'introduzione di categorie nuove, come «sospetto», «nemico del popolo», «ostaggio», «campo di concentramento», «tribunale rivoluzionario», di pratiche inedite come la «reclusione preventiva» o l'esecuzione sommaria, senza processo, di centinaia e migliaia di persone arrestate da una polizia politica di tipo nuovo, al di sopra delle leggi, costituiva una vera e propria rivoluzione copernicana in questo ambito. » 60 Il monastero ortodosso delle Isole Solovky, nel Mar Bianco • nel 1920 fu “statalizzato” e utilizzato come campo di prigionia . • Nel 1923 tutto l’arcipelago delle Solovky fu assegnato alla CEKA e divenne la prima cellula del GULAG, il grande “arcipelago” di Campi di lavori forzati che caratterizzò il totalitarismo sovietico 61 62 63 Sergej P. Mel’gunov sul Terrore • Contro il giustificazionismo di Gor’kij che attribuiva le violenze all’ “eccezionale crudeltà del popolo russo”, contro l’irenismo dell’Alto commissario della Società delle Nazioni che invitava a “comprendere e perdonare” le inevitabili vendette degli oppressi contro gli oppressori, Mel’gunov pensa che non si tratta di “eccessi”: • “Il terrore bolscevico è un sistema di metodica attuazione della violenza e • dell’arbitrio, è l’apoteosi senza remore dell’omicidio inteso come strumento di dominio alla quale non era ancora arrivato nessun potere al mondo. Non si tratta di eccessi per i quali si può cercare questa o quella spiegazione nella particolare psicosi indotta dalla guerra civile... L' atrocità morale del terrore, la sua azione disgregante sulla psiche umana, consistono più che nei singoli omicidi in sé, o nel loro numero più o meno consistente, proprio nel suo essere elevato a sistema”. 64 Infatti… • TROTSKIJ: “Il nemico deve essere reso inoffensivo; in tempo di guerra questo significa: sterminato” . • DZERZINSKIJ (capo della CEKA): «Che la classe operaia schiacci l'idra della controrivoluzione con il terrore di massa! Lo sappiano i nemici della classe operaia: ogni individuo arrestato che sia trovato illecitamente in possesso di un’arma sarà giustiziato all’istante, ogni individuo che osi fare la mi-nima propaganda contro il regime sovietico sarà subito arrestato e rinchiuso in campo di concentramento!» • M.Lacis (dirigente CEKA) : «Non stiamo combattendo una guerra contro gli individui. Stiamo sterminando la borghesia come classe.» 65 • Petrovskij, commissario del popolo per l’Interno: «È ormai l'ora di farla finita con tutte queste mollezze e sentimentalismi. Tutti i socialisti rivoluzionari di destra devono essere immediatamente arrestati. Si deve prendere un grande numero di ostaggi nella borghesia e tra gli ufficiali. Di fronte alla minima resistenza si dovrà ricorrere alle esecuzioni in massa. (…) Le Ceka e le altre milizie devono individuare e arrestare tutti i sospetti, giustiziando immediatamente chiunque risulti compromesso in attività. (…) Nell’attuare il terrore di massa non si possono tollerare debolezze o esitazioni.» • La Pravda: «Lavoratori, per noi è giunta l'ora di annientare la borghesia, altrimenti essa vi annienterà. Le città devono essere ripulite con implacabile determinazione da tutto il marcio borghese. Tutti questi signori saranno schedati, e quelli che rappresentano un pericolo per la causa rivoluzionaria sterminati. ... L'inno della classe operaia sarà un canto di odio e di vendetta!.» 66 Lenin e il Terrore (Lenin dixit…) • «È poco probabile che un governo rivoluzionario, quale che sia, possa fare a meno della pena di morte contro gli sfruttatori .» • «La violenza rivoluzionaria non • «La garanzia del successo sta può non manifestarsi anche nei nel conseguimento di un unico confronti degli elementi vacillanti, fine comune: l’epurazione della privi di fermezza, della stessa terra russa da ogni sorta di massa lavoratrice.» insetti nocivi: da quelle pulci che sono i furfanti, da quelle cimici • «La dittatura è uno stato di guerra che sono i ricchi e così via» esasperato [...] Siamo in guerra e agiamo in conseguenza: non promettiamo nessuna libertà e • «il buon comunista è anche un nessuna democrazia.» buon Cekista.» 67 «applicare implacabile terrore di massa contro kulak, pope e Guardie bianche; rinchiudere i sospetti in un campo di concentramento fuori città.» • «Compagni! L'insurrezione dei kulak nei vostri cinque distretti dev’essere soffocata senza pietà. Lo esigono gli interessi della rivoluzione intera, perché ormai è cominciata dappertutto la “battaglia finale” contro i kulak. Bisogna dare un esempio. 1. Impiccare (e dico impiccare in modo che tutti vedano) non meno di 100 kulak, ricconi, notori succhiasangue. 2. Pubblicarne i nomi. 3. Appropriarsi di tutto il loro grano. 4. Individuare gli ostaggi, come abbiamo scritto nel nostro telegramma di ieri. Fate così in modo che tutti lo vedano, per centinaia di leghe tutto intorno, e tremino, e pensino: questi ammazzano e continueranno ad ammazzare i kulak assetati di sangue. Telegrafate che avete ricevuto ed eseguito queste istruzioni. Vostro Lenin. • PS. Trovate elementi più duri » 68 Da “Tutto scorre…” di Vasilij Grossman • “I memorialisti raccontano che, divenuto ormai guida della rivoluzione, fondatore del partito, capo del governo sovietico, la sua semplicità rimase inalterata. Non fumava e non beveva, è certo che mai in vita sua inveì contro qualcuno con parolacce e bestemmie. Il suo tempo libero era pulito, da studente: la musica, il teatro, un libro, una passeggiata. Il suo abbigliamento era sempre democratico, sfiorava la povertà.” • “La storia dello Stato russo non sa cosa farsene dei lati umani, umanitari del carattere di Lenin che, il palmo poggiato sugli occhi, ascoltava l’Appassionata, né della sua ammirazione per Guerra e pace, né della democratica modestia di Lenin, né della sua cordialità e delle sue attenzioni per la gente minuta, come segretari e autisti, né delle sue conversazioni con i bimbi dei contadini, né dei suoi rapporti affettuosi con gli animali domestici…” 68 69 Da “Tutto scorre…” di Vasilij Grossman • “E contemporaneamente egli mostrava sempre durezza, asprezza, villania verso i suoi avversari politici. Mai egli ammise che, sia pure parzialmente, gli avversari potessero avere ragione, che, sia pure parzialmente, egli avesse torto. “Venduto”, “lacché”, “servo”, “mercenario”, “agente”, “Giuda”, “corrotto per trenta denari” – con tali parole definiva spesso i suoi oppositori.” • “L’intolleranza di Lenin, la sua irremovibile perseveranza nel raggiungere lo scopo, lo spregio della libertà, la crudeltà verso chi la pensava diversamente e la capacità di cancellare con mano ferma dalla faccia della terra tutti coloro che contestavano la giustezza delle sue tesi…” • “L’uomo sull’arena pubblica era l’opposto dell’uomo nella sua vita privata. (…) Ne risulta qualcosa di completamente diverso, complesso, a volte tragico. Una folle ambizione politica congiunta alla vecchia giacchetta, al bicchiere di tè leggero, alla mansarda da studente. La capacità di calpestare nel fango l’avversario senza scomporsi, di tramortirlo in un dibattito, si associavano in modo incomprensibile al gentile sorriso, alla timida delicatezza.” 70 Da “Tutto scorre…” di Vasilij Grossman • “La spietata crudeltà, il disprezzo per la cosa più sacra alla rivoluzione russa: la libertà, e lì accanto, dentro il petto dello stesso uomo, il puro entusiasmo giovanile per una buona musica, un bel libro.” • “Un carattere cosiffatto si comporta in mezzo all’umanità come il chirurgo nei reparti di una clinica. L’interesse che dimostra per i malati, per i loro padri, per le mogli, le madri, le sue burlette e le sue discussioni, la sua lotta in favore dell’infanzia abbandonata e la sua sollecitudine verso gli operai giunti in età pensionabile – sono tutte cose da nulla, sciocchezze, esteriorità. L’animo suo sta nel bisturi. L’essenza di uomini simili risiede nella loro fanatica fede nell’onnipotenza del bisturi. Quel bisturi è il grande teorico, il leader filosofico del ventesimo secolo.” 71 Perché? • «Perché il comunismo moderno, apparso nel 1917, si è quasi immediatamente elevato a dittatura sanguinaria e poi a regime criminale? I suoi obiettivi potevano essere raggiunti solo con l’esercizio dell’estrema violenza? Come spiegare che il crimine sia stato concepito e praticato dal potere comunista come un provvedimento normale, ordinario, quasi banale, e che ciò sia durato decenni? » (S. Courtois, “Perché?”, capitolo finale del Libro nero del comunismo) • La storiografia ha individuato tre fattori all’origine del dispotismo e della violenza criminale dei regimi comunisti: • 1) La Guerra: « …La prima guerra mondiale che, non senza ragione, è stata vista come una lacerazione della civiltà europea e come l’avvio di una violenza prima sconosciuta. Indubbiamente la guerra preparò il terreno, psicologico oltre che sociale e politico, per quei cataclismi che segnarono tragicamente il secolo XX. » (Vittorio Strada) 72 • 2) La tradizione russa: l’arretratezza, il dispotismo, la violenza di Stato e la violenza terroristica (in realtà era avviato, all’inizio del Novecento, un rapido progresso in campo politico, economico, culturale, ma la Grande Guerra l’interruppe). • 3) L’ideologia. Questo elemento, considerato decisivo da molti studiosi, è stato particolarmente sottolineato ed analizzato da Hanna Arendt (“Le origini del Totalitarismo”) e da Aleksandr Solzenitsyn (“Arcipelago Gulag): • SOLZENITSYN: « Per fare del male l’uomo deve prima sentirlo come bene o come una legittima, assennata azione. La natura dell’uomo è, per fortuna, tale che egli sente il bisogno di cercare una giustificazione delle proprie azioni. • Le giustificazioni di Macbeth erano fragili e il rimorso lo uccise. Ma anche Jago è un agnellino: la fantasia e le forze spirituali dei malvagi shakespeariani si limitavano a una decina di cadaveri: perché mancavano di ideologia… 73 • …L’ideologia! è lei che offre la giustificazione del male che cerchiamo e la duratura fermezza occorrente al malvagio. Occorre la teoria sociale che permetta di giustificarci di fronte a noi stessi e agli altri, di ascoltare, non rimproveri, non maledizioni, ma lodi e omaggi. Così gli inquisitori si facevano forti con il cristianesimo, i conquistatori con la glorificazione della patria, i colonizzatori con la civilizzazione, i nazisti con la razza, i giacobini (vecchi e nuovi) con l’uguaglianza, la fraternità, la felicità delle future generazioni. • Grazie all’ideologia è toccato al secolo XX sperimentare una malvagità esercitata su milioni. » • (Aleksandr Solzenitsyn “Arcipelago Gulag”) 74 • ARENDT: «Un'ideologia è letteralmente quel che il suo nome sta a indicare: è la logica di un'idea. L'ideologia tratta il corso degli avvenimenti come se seguisse la stessa «legge» dell'esposizione logica della sua «idea». Essa pretende di conoscere i misteri dell'intero processo storico - i segreti del passato, l'intrico del presente, le incertezze del futuro - in virtù della logica inerente alla sua «idea». • Si suppone che il movimento della storia e il processo logico del concetto corrispondano l'uno all'altro, di modo che quanto avviene, avviene secondo la logica di un'«idea». Tuttavia, l'unico movimento possibile nel regno della logica è la deduzione da una premessa. Le ideologie ritengono che una sola idea basti a spiegare ogni cosa nello svolgimento dalla premessa, e che nessuna esperienza possa insegnare alcunché dato che tutto è compreso in questo processo coerente di deduzione logica [...] • Il metodo usato dai dittatori totalitari per trasformare le rispettive ideologie in armi con cui costringere ciascuno dei sudditi a mettersi al passo col movimento del terrore era poco appariscente… 75 • ...L'uno si vantava della «freddezza glaciale del ragionamento» (Hitler), l'altro della «inesorabilità della sua dialettica» (Stalin), e spingevano le implicazioni agli estremi della coerenza logica: una «classe in via di estinzione» consisteva di gente condannata a morte; le razze «inadatte a vivere» venivano sterminate. Chi ammetteva che esistevano «classi in via di estinzione» senza trarre da tale fatto la conseguenza dell'uccisione dei loro membri, o riconosceva che il diritto alla vita era legato alla razza senza trarre la conseguenza dell'eliminazione delle «razze inadatte» era semplicemente o uno stupido o un codardo. L'argomento più persuasivo a tale riguardo, e caro a Hitler come a Stalin, era: non si può dire A senza dire B e C e così via, sino alla fine dell'alfabeto. » • (Hanna Arendt, “Le origini del totalitarismo”) 76 Ideologia • Una teoria politica che pretende di essere scientifica, di interpretare il senso della storia, dalla quale scaturisce un programma politico che deve realizzarsi (per il “bene” dell’umanità), con inesorabile certezza. • L’ideologia esige una trasformazione profonda della società e del’uomo (l’edificazione di un “mondo nuovo”, di un “uomo nuovo”). • L’obiettivo della Ideologia è una realizzazione politica terrena, perfetta, definitiva, sommamente desiderabile, che giustifica ogni sacrificio e ogni costo di vite umane. • Un tratto caratterizzante dell’ideologia comunista (leninista-stalinista) così come di quella nazionalsocialista (hitleriana) è l’individuazione di un “nemico” (la borghesia – il giudaismo) identificato come l’unico ostacolo che si frappone alla realizzazione della società perfetta.