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Giuseppe Parini Il poeta e il nobile morti parlano della nobiltà CD84

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Giuseppe Parini Il poeta e il nobile morti parlano della nobiltà CD84
PARTE NONA
CAPITOLO V
Le riforme e le rivoluzioni: Illuminismo e Neoclassicismo (1748-1815)
Giuseppe Parini e Il Giorno, § 2
CD84
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Giuseppe Parini
Il poeta e il nobile morti parlano della nobiltà
[Dialogo sopra la nobiltà]
Il Dialogo sopra la nobiltà – pubblicato postumo – fu composto da Parini attorno al 1757, e dunque nei
primi anni di frequentazione dell’ambiente illuministico milanese. Esso testimonia il fervore ideologico
e l’impegno civile con i quali Parini aderì alla prospettiva sociale della cultura con cui era entrato in contatto. Il Dialogo è vicino alle prime due parti del Giorno (Il Mattino e Il Mezzogiorno) sia per quanto
riguarda i contenuti (la polemica antinobiliare) sia per il piglio satirico e demistificante.
La trama presenta un vivace scambio di battute tra il cadavere di un ricco nobile e quello di un poeta povero, sepolti accanto, per uno strano caso, entro una fossa comune. Aiutato ovviamente dalla condizione
in cui si svolge il colloquio, il poeta riesce infine a smontare l’alterigia del nobile, mostrando l’infondatezza delle sue pretese di superiorità.
Quella qui riportata è la parte centrale del dialogo, nella quale il poeta riesce infine a intaccare la orgogliosa sicurezza dell’interlocutore.
da G. Parini, Poesie e prose, a cura
di L. Caretti, Ricciardi, Milano-Napoli
1957.
NOBILE È egli però possibile, animale, che tu non ti avveda quanto celebri, quanto illustri, e quanto grandi uomini sieno stati questi miei avoli?1
POETA Io giurovi ch’io non ne ho udito mai favellare.2 Ma che hann’eglino3 però fatto cotesti sì
celebri avoli vostri? Hanno eglino forse trovato la maniera del coltivare i campi; hanno eglino ridotti
gli uomini selvaggi a vivere in compagnia?4 Hanno eglino forse trovato la religione, le leggi e le arti
che sono necessarie alla vita umana? S’egli hanno fatto niente di questo, io confessovi sinceramente
che cotesti vostri avoli meritavano d’essere rispettati da’ loro contemporanei, e che noi ancora non
possiamo a meno di non portar riverenza alla memoria loro.5 Or dite, che hanno eglino fatto?
NOBILE Tu dèi6 sapere che que’ primi de’ nostri avoli7 prestarono de’ grandi servigi agli antichi
nostri principi, aiutandoli nelle guerre ch’eglino intrapresero; e perciò furono da quelli beneficati insignemente e renduti ricchi sfondolati.8 Dopo questi, altri divenuti fieri per la loro potenza, riuscirono celebri fuorusciti,9 e segnalarono la loro vita faccendo stare al segno il loro Principe e la loro patria;10 altri si diedero per assoldati11 a condurre delle armate in servigio12 ora di questo or di quell’altro signore, e fecero un memorabile macello13 di gente d’ogni paese. Tu ben vedi che in simili circostanze, sia per timore d’essere perseguitati, sia che per le varie vicende s’erano scemate le loro facoltà,14
si ritirarono a vivere ne’ loro feudi; ricoverati15 in certe loro ròcche sì ben fortificate, che gli orsi non
vi sarebbono16 potuti arrampicare; dove non ti potrei ben dire quanto fosse grande la loro potenza.
Bastiti il dire che nelle colline ov’essi rifugiavano,17 non risonava mai altro che un continovo18 eco delle loro archibusate,19 e ch’egli erano dispotici padroni della vita e delle mogli de’ loro vassalli. Ora intendi quanto grandi e quanto rispettabili uomaccioni fosser costoro, de’ quali tenghiamo tuttavia20 i
ritratti appesi nelle nostre sale.21
POETA Or via, voi avete detto abbastanza dello splendore e del merito de’ vostri avi. Non andate, vi priego, più oltre, perché noi entreremmo forse in qualche ginepraio. Per altro voi fate il bell’onore alla vostra prosapia, attribuendo a’ vostri ascendenti il merito che finora avete attribuito loro.22
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avoli: antenati.
favellare: parlare.
eglino: essi.
hanno…compagnia: sono forse riusciti a convertire (hanno
eglino ridotti) i selvaggi a vivere in società (compagnia)?
e che noi ancora…loro: e che anche (ancora) noi non
possiamo fare a meno di portare rispetto (riverenza)
alla loro memoria.
dèi: devi.
que’ primi…avoli: i nostri più antichi (primi) antenati
(avoli).
furono da quelli…sfondolati: furono da quelli [: i prin-
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cipi] ricompensati con ingenti benefici (beneficati insignemente) e resi ricchi sfondati (sfondolati).
divenuti…fuorusciti: resi arroganti (fieri) dal potere acquisito, diventarono (riuscirono) celebri fuorilegge (fuorusciti).
e segnalarono…patria: si distinsero (segnalarono la loro vita) tenendo a bada (faccendo stare al segno) il loro principe e la loro patria.
si diedero per assoldati: si offrirono come mercenari.
in servigio: al servizio.
macello: strage.
s’erano scemate…facoltà: si erano ridotte (scemate)
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese Manuale di letteratura
le loro ricchezze (facoltà).
ricoverati: rifugiati.
sarebbono: sarebbero.
rifugiavano: trovavano rifugio.
continovo: continuo.
archibusate: colpi d’archibugio.
tenghiamo tuttavia: teniamo tuttora.
ritratti…sale: questo passaggio annuncia la galleria degli avi del giovin signore nel rifacimento del Mattino.
22 Per altro…loro: Del resto, voi rendete un bell’onore [: è
ironico] alla vostra stirpe (prosapia) attribuendo ai vostri antenati (ascendenti) tali meriti.
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[G. B. PALUMBO EDITORE]
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CAPITOLO V
Le riforme e le rivoluzioni: Illuminismo e Neoclassicismo (1748-1815)
Giuseppe Parini e Il Giorno, § 2
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Giuseppe Parini ~ Il poeta e il nobile morti parlano della nobiltà
Voi fate tutto il possibile per rivelare la loro vergogna e per isvergognare anche voi stesso, se fosse vero, come voi dite, che a voi dovesse discendere il merito de’ vostri maggiori e che questi fossero stati i
meriti loro. Io credo bene che tra’ vostri antenati, così come tra’ nobili che io ho conosciuti, vi saranno stati di quelli che meriterebbono d’essere imitati per l’eccellenza delle loro sociali virtù; ma siccome queste virtù non si curano di andare in volta a processione, così si saranno dimenticate insieme
col nome di que’ felici vostri antenati, che le hanno possedute.23
NOBILE Or ti rechi molto in sul serio24 tu, ora.
POETA Finché voi non mi faceste vedere altro che vanità, io mi risi della leggerezza del vostro cervello; ma, dappoiché mi cominciate a scambiare i vizi per virtù, egli è pur forza che mi si ecciti la bile.25 Volete voi ora che noi torniamo a’ nostri scherzi?
NOBILE Sì, torniamoci pure, che il tuo discorso mi comincia oggimai a piacere; e quasi m’hai persuaso che questa Nobiltà non sia po’ poi così gran cosa, come questi miei pari la fanno.26
POETA Rallegromene27 assai. Ben si vede che l’aria veritiera di questo nostro sepolcro comincia
ora ad insinuarvisi ne’ polmoni, cacciandone quella che voi ci avevate recato di colassù.28
NOBILE Sì, ma tu mi dèi concedere, nondimeno, che io merito onore da te in grazia della celebrità de’ miei avi.
POETA Or bene, io farovvi29 adunque quell’onore che fassi30 agli usurpatori, agli sgherri,31 a’ masnadieri,32 a’ violatori,33 a’ sicari, dappoiché cotesti vostri maggiori34 di cui m’avete parlato furono per
lo appunto tali, se io ho a stare a detta di voi;35 sebbene io mi creda che voi ne abbiate avuti de’ savi,
de’ giusti, degli umani, de’ forti e de’ magnanimi, de’ quali non sono registrate le gesta nelle vostre genealogie perché appunto tali si furono36 e perché le sociali virtù non amano di andare in volta a processione. Non vi sembra egli giusto che, se voi avete ereditato i loro meriti, così ancora dobbiate ereditare i loro demeriti, a quella guisa appunto che chi adisce un’eredità assume con essa il carico de’ debiti che sono annessi a quella?37 e che per ciò, se quelli furono onorati, siate onorato ancora voi,38 e, se
quelli furono infami, siate infamato voi pure?
NOBILE No certo, ché39 cotesto non mi parrebbe né convenevole40 né giusto.
POETA E perché ciò?
NOBILE Perché io non sono per verun modo41 tenuto a rispondere delle azioni altrui.
POETA Per qual ragione?
NOBILE Perché, non avendole io commesse, non ne debbo perciò portare la pena.42
POETA Volpone! voi vorreste adunque godervi l’eredità, lasciando altrui i pesi che le appartengono, eh! Voi vorreste adunque lasciare a’ vostri avoli la viltà del loro primo essere,43 la malvagità delle azioni di molti di loro e la vergogna che ne dee nascere, serbando per voi lo splendore della loro fortuna, il merito delle loro virtù, e l’onore ch’eglino si sono acquistati con esse.
NOBILE Tu m’hai così confuso, ch’io non so dove io m’abbia il capo. Io son rimasto oggimai come la cornacchia d’Esopo,44 senza pure una piuma dintorno.45 Se per questo, per cui io mi credeva di
meritar tanto, io sono ora convinto di non meritar nulla, ond’è adunque46 che quelle bestie che vive-
23 che meriterebbono…possedute: che meriterebbero di
essere presi ad esempio per via della superiorità (eccellenza) dei loro valori morali; ma, poiché (siccome)
tali valori non si curano di andare [a mostrarsi] in giro
(in volta) [come se fossero] in processione, perciò (così) verranno dimenticati insieme al nome dei vostri fortunati progenitori che li hanno posseduti.
24 ti rechi…serio: prendi la cosa molto seriamente.
25 egli è…bile: è naturale (egli è pur forza) che mi monti (mi si ecciti) la collera (la bile).
26 come questi…la fanno: come i miei pari [: i nobili] la
descrivono (la fanno).
27 Rallégromene: Me ne rallegro.
28 di colassù: di lassù [: dal mondo dei vivi].
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farovvi: vi farò.
che fassi: che si fa.
sgherri: guardie del corpo.
masnadieri: briganti.
violatori: stupratori.
maggiori: antenati.
se io…di voi: se devo attenermi (se io ho a stare) a
quel che avete detto (a detta di voi).
36 sebbene…furono: per quanto io ritenga che ne abbiate avuti [nella vostra famiglia] di saggi, onesti, pii, coraggiosi e generosi, le cui imprese non sono menzionate (registrate) nelle storie della vostra famiglia, proprio
perché furono tali.
37 a quella guisa…quella?: allo stesso modo (a quella guisa),
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appunto, in cui chi accetta (adisce) un’eredità si assume
anche l’onere (il carico) dei debiti a quella annessi?
ancora voi: anche voi.
ché: poiché.
convenevole: opportuno.
per verun modo: in alcun modo.
portare la pena: assumersi la colpa.
del loro primo essere: della loro condizione originaria.
la cornacchia d’Esopo: in una favola di Esopo la cornacchia
partecipa all’assemblea degli animali rivestita di penne di
pavone ma viene riconosciuta e spennata in pubblico.
senza…dintorno: senza più neppure (pure) una piuma
indosso (dintorno).
ond’è adunque: per quale motivo (ond’è) dunque.
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Giuseppe Parini ~ Il poeta e il nobile morti parlano della nobiltà
van con noi, facevanmi tante scappellate, così profondi inchini, davanmi tanti titoli, e idolatravanmi
sì fattamente ch’io mi credeva una divinità?47 e voi altri autori, e voi altri poeti, ne’ vostri versi e nelle
vostre dediche, mi contavate tante magnificenze dell’altezza della mia condizione, della grandezza de’
miei natali,48 e il diavolo che vi porti, gramo e dolente ch’io mi sono rimasto!49
POETA Coraggio, Signore; ché voi siete giunto finalmente a mirare in viso la bella verità. Pochissimi sono coloro che veder la possono colassù tra’ viventi; e qui solo tra queste tenebre ci aspetta a lasciarsi vedere tutta nuda com’ella è.50 Coraggio, Eccellenza.
NOBILE Dammi del tu in tua malora, dammi del tu; ch’io trovomi alla fine perfettamente tuo
eguale,51 se non anzi al disotto di te medesimo, dappoiché io non trovomi aver più nulla per cui mi
paia di poter esigere segni di rispetto e di riverenza di sorta alcuna.
47 idolatravanmi…divinità?: mi idolatravano in modo tale (sì fattamente) che io mi credevo un dio?
48 mi contavate…natali: mi raccontavate (mi contavate) tante grandi cose sul prestigio (altezza) del mio ceto (condi-
zione), sull’importanza della mia stirpe (de’ miei natali).
49 gramo…rimasto!: come mi sento infelice (gramo) e
mortificato (dolente)!
50 e qui…com’ella è: è solo qui, in queste tenebre, ci aspet-
ta per lasciarsi vedere nella sua nudità [: senza mascheramenti].
51 perfettamente tuo eguale: in tutto e per tutto uguale
a te.
esercizi
Analizzare e interpretare
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Analizza l’autoritratto che il nobile fa della propria stirpe: su
che cosa egli insiste in particolar modo?
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Queste rimandano a un problema di cattiva educazione o a
caratteri difficilmente modificabili?
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Dove Parini individua l’origine storica della disuguaglianza?
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Quali giustificazioni il nobile adduce del proprio comportamento?
La condanna rivolta da Parini contro la nobiltà arrogante
comporta la condanna della nobiltà in blocco?
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Al poeta è attribuita una funzione importante anche nei confronti della nobiltà: quale?
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese Manuale di letteratura
[G. B. PALUMBO EDITORE]
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