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La Roccia dei secoli - Assemblee di Dio in Italia
Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza 16-28 FEBBRAIO 2007 - ANNO XXVI N.4 CRISTIANI OGGI QUINDICINALE DELLE CHIESE CRISTIANE EVANGELICHE “ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIA” L’O SS E RVATO R I O E VAN G E L I CO Il Maestro fa la differenza l primo nome con il quale il Nuovo Testamento designa i seguaci di Gesù è Iquello di “discepoli”, cioè “coloro che apprendono”. Una prima lettura dei Vangeli rivela che i discepoli non erano studenti come s’intende ai nostri giorni, ma seguaci, uomini che apprendevano vivendo in comune con il Maestro. La vita quotidiana con Gesù, costellata di normali accadimenti e di miracolosi eventi, era una scuola nella quale le lezioni si susseguivano l’una all’altra. Al tempo di Gesù, come oggi, non mancavano certo scuole e maestri. Ad esempio vi erano i discepoli dei farisei e quelli del Battista: “Or i discepoli di Giovanni e i Farisei solevano digiunare. E vennero a Gesù e gli dissero: Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei Farisei digiunano, e i discepoli tuoi non digiunano?” (Marco 2:18). Quando, però, per le prime volte ascoltò Gesù, “…la gente stupiva della sua dottrina, perch’egli li ammaestrava come avente autorità e non come gli scribi” (Marco 1:22), anzi “…tutta la moltitudine era rapita in ammirazione della sua dottrina” (Marco 11:18). La differenza, è chiaro, era nel Maestro! L’uomo è mosso da sete di conoscenza e curiosità continue verso il mondo che lo circonda, sé stesso e Dio. Tale ricerca comporta una richiesta continua di maestri che, per quel che riguarda l’aspetto spirituale, sono inadeguati. A tal riguardo, Gesù stesso ha detto: “Ma voi non vi fate chiamar ‘Maestro’; perché uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli. E non chiamate alcuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è ne’ cieli. E non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra guida, il Cristo” (Matteo 23:8-10). Oggi come allora, la differenza fra discepoli la fa il Maestro: se pensiamo di accomodarci fra i banchi di qualsiasi scuola umana, seppur rispettabile, impareremo parzialmente, ma se decidiamo di seguire il Maestro Buono, il Pastore delle anime nostre, ne avremo uno smisurato peso di gloria. Discepoli di Cristo si diventa: “Poi, fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era divenuto anch’egli discepolo di Gesù” (Matteo 27:57). segue a pagina 3 Una società immorale “Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s'andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell’uomo” (Matteo 24:37-39) Queste parole di Gesù stendono un velo pietoso sulla società del tempo di Noè, la quale, secondo la narrazione del capitolo 6 del libro della Genesi, manifestò il proprio traviamento spirituale e morale. La sua corruzione e la sua scellera- tezza addolorarono il Signore e determinarono la manifestazione del Suo giusto giudizio sull’uomo, il cui cuore “…concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo…” (Genesi 6:5). continua a pagina 2 La Roccia dei secoli “Confidate in perpetuo nell'Eterno, poiché l'Eterno, sì l'Eterno, è la roccia dei secoli. Egli ha umiliato quelli che stavano in alto, Egli ha abbassato la città elevata, l'ha abbassata fino a terra, l'ha stesa nella polvere” (Isaia 26:4-5). Gli elementi del creato continuano ad esistere, ma soggetti ad inevitabili trasformazioni: le rocce sono scavate da piogge, erose dai venti, dilatate dal sole. La perfetta natura di Dio, però, non è condizionabile da fattori esterni. Dio non è soltanto l’Eterno, ma anche l’Immutabile. In un mondo in cui tutto cambia, si stravolge, dai costumi sociali ai valori morali ed alle leggi giuridiche, abbiamo una rassicurante certezza: Dio non muta! Il Suo santo carattere non è condizionabile da alcuna incognita. Dio non è influenzabile dal male e non cambia idea sul peccato. continua a pagina 3 I N Q U E STO N U M E RO Osservatorio Evangelico Il Maestro fa la differenza .................................................... pag.1,3 Una società immorale................................................................... pag.1,2 La Roccia dei secoli .......................................................................... pag.1,3 Cronaca Internazionale ...................................................... pag.2,5 Curàti dalla paura....................................................................................... pag.4 Laurea funebre?............................................................................................ pag.5 Piena consapevolezza .................................................................. pag.6-7 Cronaca Italiana.............................................................................. pag.6,7 La testimonianza Liberata da vizi e superstizioni ........................................... pag.8 PAGINA 2 CRISTIANI OGGI 16-28 FEBBRAIO 2007 Una società immorale continua dalla prima pagina La narrazione della perversione è atavica e parte, quindi, da lontano, ma giunge in modo irrefrenabile fino ai nostri giorni, palesando contenuti di malvagità sempre più marcati. Sicuramente possiamo affermare che la nostra società, rispetto a quella di qualche decennio scorso, è diventata più ingegnosa, più tecnologicamente avanzata, più globalizzata, ma è anche moralmente più depravata, avendo perso ogni senso del pudore e della decenza (cfr. Apocalisse 22:11). In passato si tendeva ad occultare l’indecenza e, almeno, a far finta di nulla, ma oggi essere perversi è divenuto un titolo di merito. Non si è ancora spento l’eco di quanti hanno agito con cattiveria ed immoralità persino nell’ambito della scuola, avendo usato violenza fisica e costretto alla licenziosità. Quei bulli hanno poi filmato le orride scene e, fieri della loro bravata, hanno diffuso le reprobe immagini sulla rete di internet, quasi fosse stato un trofeo di moralità. L’opinione pubblica, istigata al giudizio dai media, ha subito stigmatizzato quell’agire depravato e, indignata, ha espresso il proprio disappunto. Vorrei domandarmi se, quanto avvenuto, sia stata solo una bravata di pochi ovvero la nostra società sta cominciando a raccogliere il frutto dell’opera dell’avversario di Dio, che vi ha abbondantemente seminato la zizzania (cfr. Matteo 13:24-30). Se ciò è vero, si può in qualche modo porre rimedio alla perversione del cuore? Chi deve opporsi al progredire della malvagità? Ad un paragone con la società di qualche decennio fa, è lapalissiano che oggi sia drasticamente cambiato il nostro stile di vita e, con esso, anche i valori perseguiti. La famiglia di oggi, così presa dal lavoro, ha sempre meno tempo per inculcare il timore di Dio (Proverbi 22:6) ed ha delegato a chissà chi il compito di educare i propri figli, per perseguire invece il benessere economico. Certamente con il doppio o il triplo stipendio ci si può permettere una vita molto agiata, si può condurre un’esistenza molto più tranquilla, si possono appagare tanti sogni nel cassetto, ma il rovescio della medaglia è la poca attenzione verso i figli, che ormai hanno imparato a cavarsela da soli, ad operare le loro decisioni senza il controllo e la guida, spirituale e morale, di chi è stato costituito responsabile da Dio. “Tu amerai dunque l’Eterno, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze. E questi comandamenti che oggi ti do ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figliuoli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai” (Deuteronomio 6:5-7). Un’ulteriore conferma a quanto detto ci è stata data dalla “guerra per obiettivi sportivi”. Da un lato un padre poliziotto difendeva le istituzioni dello Stato ed il principio della legalità, dall’altro il figlio combatteva a colpi di spranghe contro le forze dell’ordine; è proprio il colmo! Com’è possibile che i genitori abbiano così poco tempo per stare vicini ai figli ed istruirli nel bene? Il permissivismo e la mancanza di educazio- ne dei figli sta diventando un fenomeno comune, il segno della modernità, e non dobbiamo quindi stupirci se, mancando i punti di riferimento nella famiglia, l’immoralità non ha più un freno nella società. Chi, infatti, dovrà insegnare a distinguere fra i programmi televisivi culturali e quelli immorali o satanici ed impedire la visione di scene di dissolutezza? Chi starà vicino ai navigatori di internet, evitando che possano approdare su siti spazzatura e pornografici? Chi controllerà le amicizie dei figli ed impedirà che sia contaminato il talamo nuziale? Chi sarà preposto ad insegnare cos’è il peccato e scongiurerà che esso segni inevitabilmente e negativamente l’esistenza dell’uomo? Davanti a fatti incresciosi, scadenti trofei di vera immoralità e di vera perversione, la coscienza cristiana grida con veemenza che ci si deve attenere ai valori della Parola di Dio: “Ascoltate la parola dell'Eterno, o capi di Sodoma! Prestate orecchio alla legge del nostro Dio, o popolo di Gomorra!” (Isaia 1:10). È tempo di annunciare l’Evangelo e di insegnare la via della salvezza: “Come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non v’è chi predichi?” (Romani 10:14). Il Signore ha chiamato ogni credente al privilegio ed alla responsabilità di istruire nel timore di Dio e ci ha scelto per annunciare l’Evangelo, sia con la vita sia con le parole. Svolgiamo questo nostro ruolo prima in famiglia e poi nella società: “O tu che rechi la buona novella a Sion, sali sopra un alto monte! O tu che rechi la buona novella a Gerusalemme, alza forte la voce! Alzala, non temere! Di’ alle città di Giuda: "Ecco il vostro Dio!” (Isaia 40:9). Carmelo Fiscelli CRONACA INTERNAZIONALE USA: in aumento le chiese pentecostali Un calo numerico delle chiese protestanti storiche e un aumento delle chiese dell’area pentecostale. È quanto emerge dai dati dell’Annuario statistico sul cristianesimo negli USA, una pubblicazione annuale curata dal Consiglio Nazionale delle Chiese Cristiane del Nord America (NCCC). Considerato come la fonte statistica più attendibile per quel che riguarda le chiese nordamericane, l’Annuario prende in considerazione oltre 224 denominazioni cristiane, fornendo per ognuna di esse un breve profilo storico, informazioni su responsabili e uffici centrali, oltre che naturalmente i relativi dati numerici. I dati presentati riguardano l’anno 2005 e forniscono una fotografia dell’appartenenza religiosa di circa 166 milioni di cristiani negli Stati Uniti, un paese a larga maggioranza protestante, profondamente segnato da una diffusa cultura biblica e dalla cultura della Riforma. Da essa risulta un considerevole aumento soltanto tra le chiese pentecostali, alle quali l’Annuario dedica uno spazio particolare, anche in relazione al centenario degli avvenimenti di “Azusa Street” (Los Angeles), celebrati nel 2006, e considerati l’inizio del movimento. Tra quelle pentecostali, le Assemblee di Dio risultano la chiesa maggiore con oltre 2.800.000 fedeli e un incremento annuo dell’1,86%. * 16-28 FEBBRAIO 2007 CRISTIANI OGGI PAGINA 3 La Roccia dei secoli continua dalla prima pagina Le Scritture ispirate iniziano e terminano con il divieto per i peccatori impenitenti all’albero della vita, cioè alla gloriosa comunione con Lui (cfr. Genesi 3:24 e Apocalisse 22:14-15). “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebrei 13:8), il Suo sacrificio non necessita di pratiche e cerimonie aggiuntive. Chiunque si accosta alla croce può sempre sperimentare come il tempo non scalfisce l’efficacia della giustificazione ottenuta dal Redentore. Offerto una volta e per sempre, il sangue di Gesù è potente da lavare ancora oggi qualunque peccatore! Inespugnabile ai nemici della fede, che si arrampicano con facoltà umane e propri meriti, la Roccia dei secoli rimane invece un solido rifugio accessibile a chi confida nella giustizia di Dio. Chi si fonda su di essa non sarà deluso per l’eternità! Infatti, “giustificati dunque per fede, abbiam pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio” (Romani 5:1-2). La cura divina per i credenti non viene mai meno, non può essere intaccata perfino dalle situazioni di più aspra desolazione. L’apostolo Paolo, parlando del cammino d’Israele nel deserto, dopo la redenzione dalla schiavitù in Egitto, afferma: “e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale, perché beveano alla roccia spirituale che li seguiva; e la roccia era Cristo (I Corinzi 10:4). Forse scusi e spieghi il tuo animo sfiduciato, il tuo crollo spirituale, il tuo scivolare nei precipizi del dubbio, con l’aver subìto urti troppo forti… E se invece fossero stati troppo deboli i fondamenti della tua fede? Ricordiamo che confidare nel Signore non si riduce ad andare a Lui costretti da tempeste, per poi sfruttare altre correnti e basarci sui nostri appoggi, ma è fondare la propria intera vita sulla Sua Parola. Gesù stesso dice: “Perché mi chiamate Signore, Signore, e non fate quel che dico? Chiunque viene a me ed ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi somiglia. Somiglia ad un uomo il quale, edificando una casa, ha scavato e scavato profondo, ed ha posto il fondamento sulla roccia; e venuta una piena, la fiumana ha investito quella casa e non ha potuto scrollarla perché era stata edificata bene. Ma chi ha udito e non ha messo in pratica, somiglia ad un uomo che ha edificato una casa sulla terra, senza fondamento; la fiumana l’ha investita, e subito è crollata; e la ruina di quella casa è stata grande” (Luca 6:46-49). Cara anima, la tua è una fede vaga ed occasionale, o stai veramente confidando nel Signore, la Roccia Eterna? Alessandro Cravana L’OSSERVATORIO EVANGELICO prosegue dalla prima pagina Il Maestro fa la differenza Gentile lettore, l’invito che ti viene rivolto a diventare discepolo di Gesù è il più importante fra quelli che puoi ricevere. Non ti è richiesto di compilare un modulo d’iscrizione, ma piuttosto di convertirti a Cristo: “Se uno viene a me e non odia suo padre, e sua madre, e la moglie, e i fratelli, e le sorelle, e finanche la sua propria vita, non può esser mio discepolo” (Matteo 8: 21). L’odio del quale si parla nel testo non è certo il malanimo, Gesù sta semplicemente dicendo di porre in cima ai nostri pensieri, al primo posto nella nostra vita Lui, affidandogli noi stessi, la nostra sorte eterna, la vita stessa. Cosa accadrà a questo punto? Lasciamo la risposta al Vangelo: “Allora Pietro, replicando, gli disse: Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e t’abbiam seguitato; che ne avremo dunque?… E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figliuoli, o campi per amor del mio nome, ne riceverà cento volte tanti, ed erederà la vita eterna” (Matteo 19:27,29-30). Salvatore Cusumano CRISTIANI OGGI PAGINA 4 16-28 FEBBRAIO 2007 Curàti dalla paura “Ma ora così parla l’Eterno, il tuo Creatore… Non temere…” (Isaia 43:1) Il brano biblico citato è parte del messaggio divino rivolto ad Israele, tramite il profeta Isaia, sulla futura cattività in Babilonia, conseguenza della disubbidienza. Esso contiene la promessa della cura di Dio verso il Suo popolo durante e dopo l’esilio. Dio rassicura Israele a non aver paura, perché Egli è in grado di far ritornare gli esuli nella terra promessa. Il messaggio biblico è ricco di parole che, lungi dall’avere lo scopo di riempire pagine, sono scaturite direttamente dalla “bocca” di Dio per curare il cuore impaurito di chi giace nella difficoltà. Spesso, quando si attraversano delle difficoltà o delle circostanze sfavorevoli, l’uomo deve fare i conti con i timori. La paura è un nemico che giunge improvvisamente e riesce a far vedere la realtà già difficile, ancora più tragica. Il cuore dell’uomo, a causa della paura, si smarrisce ed inizia a nutrire forti dubbi, anche nei confronti di Dio. La paura produce nella vita diverse problematiche, dalle notti insonni agli stati di ansia e di panico, ai momenti di agitazione e di nervosismo. Tutto questo influisce anche nelle relazioni con gli altri, talvolta al punto da incrinarle. Il Signore cura i timori del credente con la Sua Parola, Egli si rivolge direttamente al cuore impaurito con la potenza del Suo messaggio: “Non temere…!” L’espressione è la stessa utilizzata da Gesù quando i discepoli si trovano nella tempesta (cfr. Matteo 14:27). “Non temere… tu sei mio!” (43:1) Quest’affermazione divina dà al credente la certezza che supererà il momentaneo dubbio, frutto del timore di non appartenere a Dio. Israele non doveva avere paura perché Dio l’aveva riscattato dalla schiavitù d’Egitto con un’azione potente. Israele, liberato dal giogo del faraone, era diventato proprietà di Dio. A rafforzare il concetto di proprietà vi è qui l’affermazione divina: “Tu sei mio”. Il credente non deve dimenticare che in Cristo è stato redento dalla schiavitù del peccato e che, per questo, è diventato proprietà di Dio. Ogni uomo difende ciò che gli appartiene, così Dio difende e protegge ciò che è Suo. La paura svanirà quando al cuore del credente risuonerà la dolce voce dello Spirito di Dio, che sussurra: “Tu sei mio!”. A questo proposito, l’apostolo Paolo scri- brano biblico sono simboleggiate dall’acqua e dal fuoco. In ogni difficoltà il Signore sarà con il credente. Egli non gli eviterà fiumi da attraversare, ma l’aiuterà a superarli, così come non evitò ai tre amici di Daniele la fornace ardente, ma li liberò dal fuoco. Il Signore, che è fedele alle Sue promesse, adempì in favore dei tre giudei questa parola: “…quando camminerai nel fuoco, non ne sarai arso, e la fiamma non ti consumerà” (Isaia 43:2). Le avversità che si presentano nel cammino della vita possono produrre timore, ma la presenza di Dio allontana la paura e non permette al fuoco, e nemmeno alle acque, di travolgere i Suoi. “Non temere… io ti amo” (43:4) ve ai credenti di Roma: “Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio” (Romani 8:16). “Non temere… io sarò con te” (43:2) Il Signore cura la paura d’Israele assicurandogli la Sua presenza. Quante volte, da bambini, siamo andati da nostro padre o da nostra madre in preda alla paura dell’oscurità. La cura che ci hanno prestato è stata semplice ed efficace; non hanno fatto altro che parlarci ed assicurarci la loro presenza con una semplice frase: “Adesso siamo con te, non aver paura!”. La voce e la presenza dei genitori hanno prodotto immediatamente quella serenità necessaria per gustare un sonno tranquillo. Dio si rivolge ad Israele per garantire la Sua presenza durante le difficoltà, che nel Israele non doveva avere alcun timore perché era l’oggetto dell’amore di Dio. Spesso, in preda alla paura, dubitiamo dell’amore di Dio, ma Egli non rinnega Se stesso, perché è amore (cfr. I Giovanni 4:8). Il Suo amore è immutabile nel tempo, efficace ed autorevole sulle circostanze. Dio promette di far ritornare Israele in Palestina dalla cattività, per farlo utilizzerà una sola parola: “Dirò al settentrione: "Da!" e al mezzogiorno: "Non ritenere…” (Isaia 43:6). Il fatto che si attraversano i fiumi o le fiamme ardenti della prova, non significa che Dio non ama, anzi proprio in quelle circostanze si scoprirà quanto l’amore di Dio sia grande e immenso. Israele sarebbe andato in esilio, ma avrebbe conosciuto ancora una volta l’amore di Dio. Timori e paure si affacciano lungo il cammino della vita, ma possono essere vinti attraverso la fede, che permette di credere nell’efficacia della Parola di Dio quando ricorda l’appartenenza, la presenza e l’amore del Signore verso chi confida in Lui. Antonino Manuguerra 16-28 FEBBRAIO 2007 CRISTIANI OGGI PAGINA 5 Laurea Funebre? Nel mondo dell’apparire occorre salvare anche l’immagine di chi non è più tra noi, ma non sarebbe meglio prepararsi per incontrare Dio? La notizia che arriva dalla Gran Bretagna è singolare, perché cerca di venire incontro alle esigenze di una società pluralistica e multietnica. Questa volta è il caro estinto a dover essere debitamente accompagnato dai familiari nel momento dell’estremo saluto e, siccome bisogna essere edotti, specializzati sugli usi e i costumi dei cittadini che si apprestano a condurre il loro congiunto al cimitero, ecco allora che scatta l’iniziativa universitaria e si istituisce una nuova facoltà che rilascerà lauree sull’argomento! Penserete che non sia allegro? Forse, eppure alcuni hanno ravvisato questa necessità. Preparazione Nel mondo dell’apparire occorre salvare anche l’immagine di chi non è più tra noi, con tanto di pompa e trucco sulla salma, ma salvaguardando eventuali protocolli tradizionali. Non sarebbe meglio prepararsi per incontrare Dio, giacché, come dice la Bibbia, dopo la morte viene il giudizio? La valutazione sarà operata da Dio, il giusto Giudice, e non vi saranno attenuanti. Di ogni parola oziosa che gli uomini avranno detta, renderanno conto a Dio nel giorno del giudizio, figuriamoci per tutti gli altri peccati! Inoltre, Dio valuterà persino l’opera, il servizio di chi ha creduto in Cristo, sebbene non passerà per il giudizio. È necessaria perciò un’oculata preparazione. Specializzazione Occorre uno “studio specializzato”, mediante la Bibbia, la Parola di Dio. Arrivare impreparati nell’aldilà vorrebbe dire non poter più rimediare alla tremenda condizione di separazione eterna da Dio. Un simile “corso” di preparazione è aperto a tutti e si fonda su un testo eterno, infal- libile ed efficace, la Parola di Dio. Occorre, inoltre, uno specialista capace di insegnare. In un mondo in cui tutti ricorrono ad esperti di ogni settore, perfino nella religione, in cui troviamo sacerdoti, profeti, guru, astrologi, guide, capi carismatici, l’unico capace di insegnare la Verità è Cristo Gesù, Colui che cancella i peccati di chi crede in Lui. Certezze Si può anche prendere una laurea per conservare alcune forme e tradizioni, ma non si possono dare certezze ai congiunti in vita. Già, perché occorre operare la scelta quando si è vivi, una scelta di fede che sin d’ora ci doni la sicurezza del luogo ultraterreno in cui siamo diretti. Tale fede, fondata unicamente sulla Bibbia, ci dà un nuovo scopo di vita, ci fa accettare Gesù nel cuore, ci riempie di gioia e d’amore. Anche se non lo vediamo, siamo resi capaci di amare il Signore e per questo ci rallegriamo di una gioia grandissima, inesprimibile, e otteniamo il fine della fede, la salvezza dell’anima. La certezza è forte, è assicurata da almeno tre testimoni attendibili: Gesù Cristo, perché “chi ha il Figlio ha la vita…” (I Giovanni 5:12); lo Spirito Santo che “…attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio” (Romani 8:16); la Parola di Dio, che afferma: “…Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Simone Caporaletti CRONACA INTERNAZIONALE Perù: distribuzione record di Bibbie Per il secondo anno consecutivo la Società Biblica Peruviana (SBP) ha raggiunto un grande risultato nella distribuzione della Bibbia. Nel 2006 ne ha distribuite 273.021, superando le 253.916 copie del 2005. Nel corso degli anni la Bibbia continua ad essere il libro più letto e più tradotto in tutto il mondo. L'obiettivo delle Società Bibliche Unite è far sì che ogni persona possa averne una. In Perù, la Società Biblica si è impegnata a far arrivare la Bibbia in tutti i settori della popolazione, compresi i gruppi marginali, caratterizzati da forti differenze culturali, linguistiche e di ubicazione geografica. Oltre 9.000 Bibbie in lingua Quechua-Cusco sono state distribuite nelle zone rurali del sud del paese. Tra le iniziative emerge anche la distribu- zione gratuita, nelle zone in cui manca l'elettricità, di un nuovo dispositivo audio chiamato "El Proclamador", che funziona ad energia solare e che contiene la lettura di tutto il Nuovo Testamento. Negli ultimi 5 anni, tra le comunità della foresta e dell'amazzonia peruviana sono state distribuite oltre 100 mila copie della Bibbia. da A.F. CO04_07.qxd 20-03-2007 19:32 Pagina 6 CRISTIANI OGGI PAGINA 6 16-28 FEBBRAIO 2007 Piena cons “…l’angelo, percosso il fianco a Pietro, lo svegliò Di tutti gli avvenimenti di quella memorabile notte, Pietro fu assolutamente consapevole. Non avvenne tutto mentre dormiva, ma quando si fu svegliato. L’angelo provvide prima a svegliarlo e soltanto quando l’apostolo fu perfettamente desto, si verificarono gli episodi che facevano parte del meraviglioso mosaico soprannaturale composto quella notte: la liberazione di Dio. Il Signore, infatti, non ci lascia mai all’oscuro di ciò che fa per noi, perché il mistero, il segreto del piano di Dio “…fu tenuto occulto fin dai tempi più remoti, ma è ora manifestato, e, mediante le Scritture pr ofetiche… è fatto conoscere…” (Romani 16:25, 26). In Lui e nelle Sue azioni non v’è inganno, non siamo soggetti passivi, la Sua opera non si subisce in modo assolutamente inconsapevole, non siamo ignare comparse nel sorprendente affresco del piano della salvezza e nemmeno soltanto e semplicemente destinatari - e non sarebbe poco - della Sua grazia; Dio non ci lascia e non ci preferisce storditi, addormentati, “con l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio…” (Efesini 4:18), Egli vuole che le nostre facoltà siano assolutamente sveglie e attive, in maniera tale che realizziamo appieno ciò che vuole compiere in noi. Gradisce figli attenti, pronti, svegli. Egli non si prefigge di raggiungere soltanto le nostre emozioni, con un’abile opera di manipolazione psicologica, escludendo la nostra mente. La prima cosa che compie nella nostra vita è quella di liberarci da una mente reproba, cattiva e ribelle (cfr. Romani 1:28). Il messaggio dell’Evangelo è indirizzato innanzitutto alla nostra mente, perché ne comprendiamo l’argomento, gli aspetti e quindi ne apprezziamo l’immenso, smisurato valore. Prima di indicarci il ravvedimento e condurci a realizzare la nuova nascita, ci convince di peccato, perché alla fine la nostra scelta sia assolutamente consapevole, compiuta sulla base di informazioni certe e non di inganni maligni. Dio non vuole sudditi che lo subiscono, che reprimono il proprio odio e il proprio rancore, ma figli che lo amano, servitori che lo onorano con gioia e lo servono spontaneamente. Anche nell’uso delle proprie facoltà mentali, Dio desidera dei credenti che sappiano esercitare con maturità il discernimento spirituale, capaci di individuare la verità separandola dall’errore; che sappiano ciò che è utile e edifica, che non siano trascinati dallo spirito di stordimento che sta condizionando tanta parte del genere umano. Infatti, lo stordimento è proprio “un’alterazione dell’equilibrio psichico, …un grande turbamento, una confusione che impedisce temporaneamente l'udito, alterando l'equilibrio psichico”. Spesso ci si stordisce “con emozioni e divertimenti per sviarsi da pensieri tristi, da preoccupazioni assillanti”. Non è un caso, infatti, che il termine “stordimento deriva da tordo, nel significato figurativo di ‘balordo’”. È un’attitudine, quest’ultima, alimentata già nella famiglia, nutrita dalla scuola, incoraggiata dai mezzi di informazione e dai ritrovati della tecnologia moderna. Il conformismo non si addice a credenti risvegliati dal Signore, ripieni dello Spirito Santo. Siamo, infatti, chiamati a non conformarci a questo secolo, ma ad essere trasformati mediante il rinnovamento della nostra mente, affinché conosciamo per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà (cfr. Romani 12:2). La prima conseguenza di questa condizione è l’incapacità di udire: lo stordimento produce “un grande turbamento, una confusione, che impedisce temporaneamente l’udito”. Si ascolta la parola, ma non si riceve e quindi non si conosce “qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà”. Il seme cade in parte lungo la strada, gli uccelli vengono e lo mangiano… uno ode la parola e non la intende perché viene il maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui: è colui che ha ricevuto la semenza lungo la strada (cfr. Matteo 13:4, 19). La completa CRONACA ITALIANA Africo (Rc) - XXXI Incontro Fraterno Interprovinciale Il 6 gennaio 2007, le chiese A.D.I. delle province di Catanzaro, Reggio Calabria e Vibo Valentia si sono incontrate in un piccolo centro della provincia reggina calabrese, Africo Nuovo. Il pastore della chiesa locale ha porto il saluto di benvenuto e dato inizio al primo culto, che prevedeva uno studio biblico. Il pastore invitato per predicare la Parola di Dio è stato Gaetano Montante, responsabile delle chiese di Raffadali e Santa Elisabetta, in provincia di Agrigento, che ha esposto uno studio dal tema: “‘Voi siete miei amici’ - Salvati per un nuovo rapporto con Cristo”, sottolineando il fondamento, la condizione e lo scopo dell’amicizia che Gesù Cristo offre. Dopo il pranzo al sacco, consumato nei locali attigui alla sala di culto della chiesa evangelica di Africo, i credenti si sono trattenuti per il culto previsto nel pomeriggio, durante il quale il coro della chiesa di Vibo Valentia ha eseguito degli inni di lode a Dio. Il sermone ha preso spunto dal passo evangelico della seconda moltiplicazione dei pani e dei pesci: un’attenta valutazione delle differenze con il passo che narra la prima moltiplicazione, ha mostrato gli aspetti soprannaturali e pratici di quel miracolo. Andrea Palamara CO04_07.qxd 20-03-2007 19:32 Pagina 7 CRISTIANI OGGI 16-28 FEBBRAIO 2007 PAGINA 7 nsapevolezza iò dicendo: Levati prestamente…” (Atti 12:7) consapevolezza, la piena intelligenza è il segreto della maggiore benedizione! Infatti, la donna dal flusso di sangue “…sentì nel corpo d’esser guarita di quel flagello… ben sapendo quel che era avvenuto in lei, venne e gli si gettò ai piedi, e gli disse tutta la verità” (Marco 5:29, 33). Ci fa somigliare a Gesù che era “conscio della virtù ch’era emanata da lui” (Marco 5:30) : non dobbiamo strappargli le risposte alla preghiera, Egli ce le vuole donare… consapevolmente, coscientemente. Dell’opera che Egli vuole compiere nella nostra vita, possiamo essere, alla fine, completamente coscienti, certi, talché esclameremo anche noi: “…so in chi ho creduto…” (II Timoteo 1:12). Nel caso della caduta delle mura di Gerico, Dio volle che il popolo d’Israele facesse un giro ogni giorno per sei giorni e poi sette giri il settimo giorno attorno alla città proprio perché acquisisse la più assoluta consapevolezza del fatto che Gerico non era città alla loro portata. “Oh quale crudeltà da parte di Dio”, dirà qualcuno! Ogni volta che passavano, osservavano le mura alte dodici metri e dicevano: “Non ce la faremo mai…”; l’Eterno, però, aveva detto a Giosuè: “…Vedi, io do in tua mano Gerico, il suo re, i suoi prodi guerrieri” (Giosuè 6:2). Nel caso, ancora, della prima moltiplicazione dei pani e dei pesci, proprio Gesù disse ai Suoi discepoli di accertarsi, di acquisire piena consapevolezza di ciò che possedevano: “…Quanti pani avete? Andate a vedere. Ed essi, accertatisi, risposero: Cinque, e due pesci” (Marco 6:38). Quanto si saranno stupiti a constatare che con cinque pani e due pesci Gesù sfamò cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini! Il mondo, il successo, l’amore per il denaro e per le cose terrene, i piaceri insani ci vogliono stordire perché la benedizione di Dio risulti meno efficace, meno preziosa, meno bella. Vogliamo acquisire piena consapevolezza di ciò che siamo, per vedere e rallegrarci appieno di ciò che il Signore sta compiendo in noi e vuole continuare ad operare per mezzo di noi! Eliseo Cardarelli CRONACA ITALIANA Casnate con Bernate (CO): VII Incontro “campistico” della Lombardia Il 6 gennaio 2007, al palazzetto dello Sport di Casnate con Bernate, in provincia di Como, si è svolto il VII Incontro “campistico” della Lombardia. Oltre duemila credenti delle nostre chiese evangeliche si sono dati appuntamento per questa ricorrenza annuale dei partecipanti ai vari turni del Centro Comunitario “Villaggio Resegone” (Rota d’Imagna, Bergamo). Eccoci tutti coinvolti dallo studio biblico del mattino, dal titolo “Le regole del combattimento”, che ci viene presentato da Eliseo Fragnito, pastore a Latina e Cisterna di Latina. Visti i tempi che viviamo, il verso chiave sul quale è incentrato l’insegnamento - “…in realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne” (2 Corinzi 10:3) - mette subito in evidenza che il combattimento in questione è quello della fede. Premesso che le difficoltà che incontriamo nella vita cristiana ci ricordano che la via per il cielo non è una passeggiata di piacere, ma uno strenuo combattimento spirituale da condurre con armi spirituali, lo studio entra subito nel vivo. Regola numero 1: dobbiamo riconoscere di essere in guerra. Ciò esclude la pacifica rilassatezza per le cose spirituali, la fuga dalle nostre responsabilità di figli di Dio, un atteggiamento neutrale, comodo, distratto, propenso al compromesso. Regola numero 2: ricordiamo e non sottovalutiamo le difficoltà ambientali in cui ci muoviamo, sia quelle causate della fragilità della nostra natura, sia quelle che derivano dalle pressioni del “mondo” ostile a Dio. sole adatte a un combattimento spirituale (i sistemi del mondo importati nella chiesa si sono rivelati un totale fallimento e incapaci di rispondere alle reali necessità dell’uomo). Infine, se saremo disposti a rinunciare al nostro “voler fare” per sottometterci alla sovranità di Dio, saremo certi della vittoria totale e definitiva. Eccoci poi al culto del pome- Regola numero 3: ricorriamo alla strategia giusta, lasciando da parte ogni espediente umano. Proponiamoci, quindi, di presentare Gesù quale il Salvatore venuto a liberare l’uomo dal peccato e non un “Gesù terapeutico”, unicamente pronto a risolvere i problemi e a farci star bene. Scegliamo i mezzi giusti, ovvero armi e armature spirituali, che sono le riggio. Veniamo allietati dal canto del coro della chiesa di MilanoBaggio, quindi il pastore Eliseo Fragnito presenta nuovamente la Parola di Dio, prendendo spunto da Ebrei 12:18-29. Il messaggio è vibrante, perché ci ricorda che quello di Dio non è un popolo confuso: infatti, abbiamo ricevuto un regno che non può essere scosso e che non potrà essere rimosso in quanto è spirituale, inattaccabile, ha in sé il seme dell’immortalità. Un sistema religioso che si fondi soltanto su cose materiali può essere scosso, il mondo può essere scosso. Infatti, l’empio sarà portato via come pula al vento e il cielo e la terra passeranno, ma la Parola di Dio dimora in eterno! Una chiesa locale può essere scossa da turbamenti e afflizioni (talvolta utili a verificarne la purezza), ma non la Chiesa del Signore. La nostra vita personale può essere scossa da dolori, malattie, incredulità, ribellioni; anche la forza fisica, la bellezza, la prestanza possono essere scosse. Ma se lo siamo, siamo scossi per far parte di un regno che non sarà mai smosso! Il “raduno dei campisti” della Lombardia si conclude con il canto di un altro splendido coro, composto da un’ottantina di nostri bambini: bravissimi, sprizzanti gioia da ogni parte. Ancora una volta abbiamo apprezzato la bellezza della comunione fraterna; il Signore ci ha parlato abbondantemente tramite la sua Parola: torniamo “a valle”, per continuare a metterla in pratica. Elio Varricchione CRISTIANI OGGI PAGINA 8 16-28 FEBBRAIO 2007 L A T E STI M O N IAN ZA Liberata da vizi e superstizioni Le frequenze di RADIOEVANGELO Ho udito affermare che il nostro corpo è il tempio di Dio e che dovremo rendere conto a Lui se ne facciamo un cattivo uso Donatella, ho 45 anni e vorrei raccontare come è cambiata la mia vita. Sono Pensavo di essere una buona cristiana solo perché ero onesta, fedele, mamma, figlia e amica disponibile, benché vivessi una vita religiosa un po’ a modo mio. Questo almeno fino a quando, un giorno, una credente evangelica conosciuta nel negozio dove lavoro, mi ha parlato di Gesù e mi ha spiegato che per far arrivare la mia preghiera a Dio dovevo rivolgermi direttamente a Lui attraverso Gesù, unico e solo intermediario, e non ad uno dei tanti “santi”. Ho deciso di provare e mi sono impegnata a pregare per chiedere al Signore qualcosa di impossibile, almeno per me: essere liberata dal vizio del fumo. Avevo cominciato a fumare all’età di 14 anni e non avevo smesso più, neppure per un giorno. Mentre partecipavo ad un culto evangelico, ho udito affermare che il nostro corpo è il tempio di Dio e che dovremo rendere conto a Lui se ne facciamo un cattivo uso, un’affermazione che mi è servita per capire che dovevo stare più vicina al Signore per stare lontana dal fumo. Il giorno che sono stata liberata dalla mia schiavitù avevo messo un cerotto alla nicotina, come facevo già da qualche giorno, ma poiché avevo chiesto al Signore di liberarmi, ho detto: “Signore tolgo anche questo, voglio la certezza che sia opera Tua”. Mi sono sentita subito meglio e non ho più fumato una sola sigaretta. Pian piano ho fatto pulizia di tante altre cose che legavano la mia vita, dai numerosi “santini”, perché non avevo più bisogno di intermediari, al gioco del lotto, del quale conoscevo sistemi e tecniche, all’oroscopo, con tutte le sue riviste per conoscere il futuro… Oggi mi sembra così ridicolo quel che facevo. Con l’aiuto del Signore voglio progredire nelle Sue vie, sino alla fine dei miei giorni, sperando di riuscire a portare con me anche la mia famiglia. Donatella Acireale (CT) 92,500+92,800 MHz Agrigento 98,500 MHz Atena Lucana (SA) 88,400 MHz (rip.Napoli) Atina (FR) 90,000 MHz (rip.Sora) Bari 91,500 MHz Benevento 88,800 MHz (rip.Napoli) Bologna 88,450 MHz; 88,300 MHz Cagliari 101,750 MHz Cassino (FR) 89,200 MHz (rip.Sora) Catania 91,000 MHz Crotone - Caccuri 107,400 MHz (rip.Isola Capo Rizzuto) Frosinone 89,100 MHz (rip.Roma) Gela (CL) 104,200 MHz Giarre (CT) 93,400 MHz, 93,800 MHz Ginosa (TA) 102,300 MHz Gravina (BA) 103,500MHz Isola Capo Rizzuto (KR) 104,900 MHz Isola Liri (FR) 101,450 MHz (rip.Sora) Latina-Sonnino 101,700+93,550 MHz (rip.Roma) Macchia di Giarre (CT) 106,300 MHz (rip.Linguaglossa) Matera 98,300 MHz Melito di Porto S. (RC) 104,300 MHz Misilmeri (PA) 99,500 MHz Montecalvo (AV) 96,300 MHz (rip.Napoli) Napoli 102,800 MHz Petilia Policastro (KR) 92,600 MHz (rip.Is.Capo Rizzuto) Reggio Calabria 107,700 MHz Rieti 101,900 MHz (rip.Roma) Rimini (RN) 95,000 MHz Roma 101,700 MHz Sant’Agata Militello (ME) 91,200 MHz Sant’Angelo dei Lombardi (AV) 91,200 MHz (rip.Nap.) San Giovanni in Carico (FR) 87,550 MHz (rip.Sora) Salemi (TP) 103,700 MHz (rip.Trapani) Segni (RM) 107,400 MHz (rip.Roma) Sora (FR) 89,360 MHz Terni 107,000 MHz (rip.Roma) Trapani 103,700 MHz Novità editoriali Lo “stagnino di Bedford” Questa è la biografia di un uomo che visse in un periodo della storia religiosa inglese contrassegnato da un grande ardore per la Parola di Dio e per l’evangelizzazione. Nessuno poteva immaginare che lo “stagnino di Bedford”, come Bunyan veniva chiamato dai suoi oppositori, sarebbe diveCristiani Oggi - Quindicinale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Direttore Responsabile ai sensi di legge: Francesco Toppi Comitato di Redazione di Cristiani Oggi - Risveglio Pentecostale: Francesco Toppi, Eliseo Cardarelli, Salvatore Cusumano, Vincenzo Martucci, Vincenzo Specchi nuto l’autore de “Il pellegrinaggio del cristiano”, un classico della letteratura inglese. Egli è un esempio di come un uomo veramente conquistato dalla grazia di Dio sia poi disposto ad affrontare scherni, privazioni e prigionia pur di proclamare l’Evangelo. Direzione e Amministrazione: Via dei Bruzi, 11 00185 Roma - Tel. 06.491518/491165 e mail:[email protected] Redazione: Via Monti, 96 - 14100 Asti Amministrazione: Anna Maria Di Giuseppe Registrazione n.12/82 del 7/1/1982 Tribunale di Roma Versamenti sul c/c postale n.72198005 intestato a Cristiani Oggi, Via dei Bruzi 11 - 00185 Roma Stampa: Cooperativa Tipografica Operai srl - Vicenza John Bunyan - William H. Harding, ADI-Media, pagg.144 Potete richiedere questo libro a: ADI-Media, Via della Formica 23 00185 Roma - Corrispettivo euro 3,70 La pubblicazione è distribuita a membri e simpatizzanti delle Chiese Cristiane Evangeliche A.D.I. ed è sostenuta da offerte volontarie. In conformità alla legge 675/96 sulla tutela dei dati personali, la Redazione di Cristiani Oggi garantisce l’assoluta riservatezza di quelli di cui è in possesso. 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