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Se avesse realizzato i suoi sogni, avremmo avuto un

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Se avesse realizzato i suoi sogni, avremmo avuto un
parte prima
Se avesse realizzato i suoi sogni, avremmo avuto
un calciatore o un ballerino in più, ma avremmo perduto un vero fenomeno da palcoscenico. Volendo
dirla tutta, poi, nel calcio come nella danza i fuoriclasse non mancano e neppure le grandi étoile. È in
televisione che c’è carenza di veri showman capaci di
divertire, di cantare, di imitare, di presentare, di recitare, di intrattenere il pubblico per tre ore senza annoiarlo mai. E Fiorello è questo unicum che riesce
sempre a far arrivare la sua carica umana al pubblico
e ad essere trasparente in qualunque occasione.
Insomma: meno male che Fiorello c’è! Questa forza
della natura, all’anagrafe Rosario Tindaro Fiorello, figlio di Nicola Fiorello, un appuntato radiotelegrafista
della Guardia di Finanza originario di Letojanni, e di
Rosaria dei Giardini di Naxos, nasce alle 14, 30 del 16
maggio 1960 a Catania nella clinica Gibiino dopo un
lungo travaglio e un parto distocico con uso del forcipe. Come primo nome i genitori scelgono lo stesso
della mamma, mentre il secondo nome, Tindaro, è in
onore della Madonna dei Tindari, la madonna nera
alla quale i genitori sono devoti. Terminata la ‘trasferta’ catanese, Rosario trascorre la prima infanzia a
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Riposto, in via Cascino. È qui che frequenta l’asilo e
le prime classi delle elementari. “Avevo 4 anni – racconta Rosario a Tv Sorrisi e Canzoni – ma la sensazione me la ricordo come se fosse adesso. Feci una recita scolastica a Riposto, il paese di Franco Battiato.
Fui scelto su 1.500 bambini per interpretare Ulisse e
quando il pubblico si mise ad applaudirmi fu sconvolgente. È la stessa sensazione che provo ogni volta
che sento un applauso. Da allora non ho fatto altro
che gigioneggiare per ricevere l’apprezzamento di
qualcuno”. La folgorazione continua anche alle scuole elementari, come racconta la maestra Carmela
Rodolico sul portale di Acquaro: “Fiorello arrivò nella mia terza classe nell’anno scolastico 1968–1969. La
figura di Fiorello spicca nella mia mente per la sua
allegria e per il suo impegno nelle attività di danza e
di recitazione: lo ricordo quando interpretò la figura
di Dio in un teatro d’ombre, durante la rappresentazione della Creazione del mondo. Stava al centro della scena con disinvoltura e sicurezza, dimostrando di
avere sin da piccolo qualità non comuni. Era molto
ricercato dalle femminucce perché tutte erano innamorate di lui. Al momento delle danze, per conquistarle, Fiorello si bagnava i capelli sotto la fontanella
della scuola e pettinava molto bene il suo bel ciuffo.
Infine si cospargeva tutto, dalla testa ai piedi, con un
forte profumo di gelsomino (la Calabrisella)! Questo
profumo doveva piacere molto alle bambine, visto
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che tutte volevano fargli da dama! Fiorello era il compagno di banco di mio fratello Francesco che frequentava la nostra stessa classe e tutti e due si coalizzavano per fare i dispettucci a mio padre (che allora
faceva il bidello della scuola elementare), come quello di nascondergli il motorino nei posti più impensati, facendolo disperare! Fiorello però amava una sola
bambina: Sebastiana, che era molto bella!”. Poi il padre viene trasferito ad Augusta, dove Rosario Fiorello
(che tutti chiamano Saro) termina le elementari e frequenta le scuole medie ma senza eccellere. Anziché
studiare, preferisce stare fuori per dare due calci ad
un pallone o scommettere le figurine Panini a ‘chiappeddi’, una sorta di gioco delle bocce giocato con le
pietre. Oppure: “Noi bambini – racconta a Barbara
Palombelli sul Corriere della Sera – entravamo di nascosto nella base della Nato, c’era un buco nella rete,
eravamo affascinati dai militari americani, facevano
un gioco stranissimo, che era poi il baseball, e bevevano lattine di Coca Cola, mentre da noi allora in
scatola c’erano solo i pomodori. Una volta riuscimmo a rubare una mazza, un guantone, una palla, senza farci scoprire. Ma il divertimento preferito era farci risucchiare dal mulinello degli elicotteri a due pale.
Uscivamo dai cespugli, saltavamo e volavamo in aria,
anche per due metri, eravamo leggerissimi. Erano gli
anni dei sogni e delle cambiali. Vivevamo di cambiali:
rivedo mio padre che firma interi fascicoli, seduto al
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tavolo della nostra casa in affitto… che poi è il motivo per cui mi angosciano i debiti. Papà che guida la
vecchissima Ford Taunus usata e rimessa a posto con
le sue mani e mi porta nella sua piccola sala radio, io
che resto solo, spingo il tasto rosso e comincio a cantare… avrò avuto nove anni, subito una vociona risponde: bambino che canta sulla banda quattro, che
succede? E lo rivedo la sera, quando papà chiudeva i
collegamenti con il suo Alt, in codice: Alfa-LimaTango”. Un episodio particolarmente curioso accade
negli anni delle scuole medie durante una scampagnata. “La prima volta che ho visto la neve – racconta Fiorello a Tano Gullo del quotidiano La Repubblica
– avrò avuto 12 anni, è stato sull’Etna. Sceso dal bus
sono rimasto abbagliato, ho provato una sensazione
di euforia. La neve per me era una novità assoluta. E
allora istintivamente ne ho raccattata un pugno e l’ho
messa in bocca per assaggiarla. ‘Minchia cumpà, ma
è ghiacciata, è una specie di granita senza zucchero’,
ho urlato ai miei amici. E lì risate. Forse è stata una
delle mie prime gag di involontario cabaret”. Poiché
la musica e l’intrattenimento restano le sue vere passioni, nel 1973, a soli tredici anni, comincia a fare
radio nella sua città e la prima emittente che gli offre
un microfono è Radio Master Sound e con lui trasmettono tutte persone con il doppio lavoro, come
Gianni Macchia e Enzo Pataria. La svolta arriva nel
1975 quando a Brucoli apre un villaggio turistico, che
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per i ragazzi di Augusta diventa un punto di riferimento ed una vera attrazione. Quasi ogni giorno, con
la bicicletta del bidello del liceo, raggiunge la Valtur
per vedere e per capire cosa si fa. Acquisita una certa
esperienza, da Radio Augusta Centrale passa a
Radiorama e a Radio Marte dove, in un caldo afoso,
con voce impostata introduce i dischi dicendo: “Ok
ragazzi, il vinile è fresco, everybody, get down”. Ai
microfoni di Radio Marte batte ogni record riuscendo a trasmettere per 72 ore consecutive. “Era il 1976
– ricorda Fiorello – la mia prima trasmissione si chiamava Summer Sound, c’erano le dediche: ‘da Carmela
ad Antonio’ e così via. La radio è come il servizio
militare: forma. Il rapporto con il pubblico lo costruisci nelle serate di fine settimana e lo verifichi in radio. Radio Marte per me è stata fondamentale, mi ha
incanalato, mi ha fatto costruire i personaggi, mi ha
dato i tempi stringati”. Nonostante la radio sia un’ottima palestra, si rende conto che per campare, però,
deve assolutamente trovare un lavoro ‘normale’. Così,
non potendo chiedere una ‘paghetta’ ai genitori, accetta di fare il muratore, il meccanico, il falegname, di
vendere verdura fresca con l’Apecar per cinquecento
lire al giorno, per poi continuare come fattorino e
aiutante del signor Cacciaguerra, titolare di un’agenzia funebre, che sponsorizza la Megarese, la squadra
di calcio di Megara Hyblaea (l’antica colonia greca
situata nei pressi di Augusta) dove gioca pure Rosario.
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Come ala destra è veramente in gamba, ma la sua
carriera calcistica s’interrompe a quindici anni.
Intanto frequenta il liceo scientifico Principe di
Napoli, dove si diploma in nove anni perché ogni
classe è puntualmente ripetuta, e quotidianamente
mette in scena i suoi balletti, le sue imitazioni e le sue
canzoni, facendo divertire i tre fratelli (Anna, Catena
e Giuseppe) oppure gli amici del bar con le voci di
Tutto il calcio minuto per minuto: Ciotti, Ameri e
Bortoluzzi. Prova i suoi numeri nel bagno della casa
di via Caracciolo e lontano da occhi indiscreti crea e
perfeziona i suoi personaggi. Ogni occasione, poi,
per il nostro astro nascente è buona per cimentarsi
come dj e quella in cui si fa notare di più è il ‘Gran
ballo della ragioneria’. “Mi sono stupita che abbia
avuto tanto successo – confida Cettina Conforte,
professoressa di storia e filosofia, a Tony Damascelli
del Giornale –. Con me, in quarta D, stava seduto al
primo banco, era quieto, timoroso. Del resto le aveva
passate tutte, le sezioni, dalla A in poi, una testa matta. Passava il tempo a guardarsi allo specchio e a pettinarsi la frangetta. Poi se la svignava a giocare a flipper, nel bar vicino alla scuola e suo padre lo cercava,
disperato, unn’è? Unn’è? Un’altra volta strillava che
c’era il terremoto e tutti scappavano dall’aula. Poi decisi di assegnare un compito individuale di storia.
Sparì, dopo solo due mesi di scuola, lasciò gli studi. E
adesso, eccolo lì”. Continua a regalare ricordi, Padre
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Antonino Giardina, il professore di religione: “Non
potevo incominciare la lezione se lui prima non avesse fatto ridere la classe, soltanto allora io avevo il diritto di spiegare, di aprire il libro. Era un matto ma
credente, rispettava il precetto pasquale. Da due anni
non lo sento, gli ho mandato un messaggio attraverso
sua madre, non mi ha risposto. Se lo incontra glielo
dica, piffavore”. E ancora Rosa Maria Ferreri, professoressa di Inglese: “Era vivace, simpatico ma imprevedibile, ne facevano assieme, ogni giorno, lui e il
bidello (Domenico Treignali, detto zu’ Minico), una
coppia di pazzi”. Chi lo fa recitare per la prima volta
su un vero palcoscenico è Giorgio Casale che, nel
1978, lo ‘scrittura’ per uno spettacolo intitolato Bazar
umoristico della compagnia Teatro Gruppo, messo in
scena al teatro della Marina Militare di Augusta, non
lontano dalle scogliere del Faro di Santa Croce, dove
si apparta per i primi approcci amorosi con le amichette. Ma più che le ragazze l’idea fissa di Rosario è
il villaggio Valtur. Rimane incantato quando i suoi
compaesani, che ci lavorano, raccontano la vita all’interno della struttura, oppure quando riesce ad entrarci clandestinamente per pochi istanti, tagliando la
rete metallica della recinzione. È una sortita brevissima, ma sufficiente, per rimanere conquistato definitivamente dal villaggio Valtur di Brucoli. E lì, tra una
scalinata fiorita, una piccola cascata, una montagna di
gelsomini profumatissimi, un panorama mozzafiato
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e una piscina vicino al mare, attraverso l’ufficio di
collocamento riesce a farsi assumere come facchino
di cucina, poi aiuto cuoco, quindi cameriere nelle sale
del ristorante e infine barman. Dichiara a Tv Sorrisi e
Canzoni: “Università? Non ci sono neanche passato
davanti. E mi sono giocato pure la maturità al liceo.
Mi presentai all’orale tutto abbronzato, una maglietta
con su scritto ‘Miami Beach’. I professori mi chiesero: ‘Hai studiato?’ ‘Sinceramente no’ risposi, ‘non so
nulla’. Avevo già la testa nei villaggi vacanze. Nel ’78
come cameriere guadagnavo 1.150.000 lire. Non
male, soprattutto per me che venivo da una famiglia
dove i soldi non abbondavano”. Dietro il bancone
del bar fa piccoli show che incuriosiscono i clienti.
Ma la meta di Rosario è il microfono dell’anfiteatro,
che vede mentre serve una bibita o un caffè. Così una
sera si avvicina, afferra l’asta ed inizia a cantare, con
un inglese tutto inventato, Moonlight Serenade. Il pubblico gli regala applausi e la direzione gli offre l’opportunità di fare piccoli spettacoli. Nell’82 va a fare il
militare: il Car a Bari e il servizio di leva a Sacile, in
provincia di Pordenone. “365 giorni: me li sono fatti
tutti, senza sconti – racconta Fiorello a Tv Sorrisi e
Canzoni –. Appena arrivato, ero disperato. Ma come
al solito ero io a incoraggiare gli altri. Alla fine mi
sono divertito, organizzavo le feste per Pasqua e
Capodanno, facevo spettacolini. Mi ero specializzato
nell’imitazione dei comandanti. Quando è finito, ho
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pianto. Lasciavo degli amici. Mi sono sempre saputo
adattare a tutte le situazioni”. Congedato, torna ai villaggi e spinto dal suo grande amico Enzo Oliveri della Valtur, si lascia convincere e tenta la carta dell’animatore, anche se guadagna molto meno: solo 220mila lire al mese. Sceglie pure di farsi chiamare semplicemente Fiorello (che è il suo cognome) perché,
come spiega lui stesso: “Si adatta meglio al lavoro che
faccio”. Come animatore ufficiale improvvisa, intervista la gente, canta, imita, balla, fa battute e scherzi.
Ogni suo spettacolo è una festa che dura fino a notte
fonda. I vacanzieri lo stimano e in molti gli prevedono un futuro da showman in televisione. Per intrattenere il pubblico, fa pure lo strip completo, coprendo
i suoi ‘gioielli’ con due cappelli. E per fare spettacolo
nello spettacolo, in mancanza di acqua, si lava i capelli con il latte di mandorla, mentre quasi ogni giorno
sveglia i vacanzieri addormentati in spiaggia con
qualsiasi pretesto. Non se la dà a gambe, perché riesce a farsi perdonare, sfoderando un grande sorriso.
Talvolta si traveste da Papa e fa la benedizione dei
cornetti. Rischia invece di passare dei guai seri quella
volta che, vestito da carabiniere con divisa originale,
scende in spiaggia a controllare i bagnati comminando multe a chi troppo vestito e a chi troppo svestito.
Un giorno, però, atterra un elicottero dei veri carabinieri e… Con difficoltà i responsabili del villaggio
riescono a difenderlo davanti al comandante della ca17
serma. Ovviamente viaggia molto. Va in Costa d’Avorio, a Le Paletuvier; poi a Nicotera e Simeri in Calabria
e a San Sicario in Piemonte. Quindi a Marilleva nel
Trentino, a El Kebir in Tunisia, a Santo Stefano in
Sardegna, a Simeri e a Ostuni. Proprio nella ‘città
bianca’ della Puglia, è il 1986, organizza una scherzo
ai danni dei vacanzieri. Rosario è fidanzato con
Elisabetta (Tata) Reggio, una collega animatrice.
Insieme decidono di realizzare un finto matrimonio,
con una cerimonia religiosa strettamente privata e i
festeggiamenti con tutti i clienti del villaggio. Lei è
vestita con un abito da sposa bellissimo che s’ispira a
quello della principessa Diana, mentre lui indossa un
vecchio smoking preso in prestito da un giardiniere.
I mille vacanzieri, invitati alla festa, si mobilitano e
vanno ovunque alla ricerca dei vestiti più adatti alla
cerimonia. Quando Fiorello ed Elisabetta arrivano al
villaggio, seguiti da un corteo di sei Mercedes, si assiste ad un frenetico movimento di scollature vertiginose, cappelli, guanti, macchine fotografiche, cineprese e quintali di riso lanciati sui finti sposi. Per loro
c’è pure una montagna di regali e persino un viaggio
di nozze a Vienna. A notte inoltrata, finita la festa, gli
pseudo-sposini salutano tutti i vacanzieri, perché
avrebbero lasciato il villaggio la mattina seguente, rivelando si è trattato solo di uno scherzo. Ma per loro
la messinscena non finisce lì. L’indomani mattina chi
se ne va, incrociando chi arriva, racconta del matri18
monio svolto la sera precedente e a Fiorello ed
Elisabetta non spetta altro che fingere fino alla fine
dell’estate. Durante la permanenza a Ostuni, Pippo
Baudo in persona (che sta cercando talenti emergenti per Fantastico) gli telefona e lo invita ad andare a
Roma per fare un provino perché Gino Landi, tornato dalla vacanza in un villaggio Valtur, gli aveva parlato di questo animatore simpatico e molto bravo.
Fiorello è un po’ scettico, ma Pippo è Pippo e poi ha
voglia di vivere nuove sfide. Giunto a Roma, l’attesa
negli studi televisivi è estenuante. Ci sono oltre mille
ragazzi che, come lui, aspettano. È quasi sul punto di
andarsene, quando lo fanno entrare nello studio. Una
volta dentro si trova di fronte proprio Pippo Baudo
e Gino Landi. Inizia il provino dicendo che gli servono i soldi per tornare al villaggio e se è possibile averli in anticipo, poiché in tasca non ha una lira. Baudo
sorride, annuisce, crede che si tratti di una gag.
Fiorello intuisce tutto e così inizia un lungo monologo. Canta pure qualche canzone. Il suo spettacolino
dura quasi un’ora e alla fine Baudo lo invita a seguirlo
in uno stanzino. Persino i tecnici gli fanno segno di
compiacimento, come se avesse superato il provino.
Sembra fatta, invece Superpippo gli dice: “Sei bravo,
ma sei lungo. Potresti presentare Fantastico, ma qui di
presentatore ci sono già io”. Terminato il suo primo
ed unico provino, Fiorello se ne torna a Ostuni.
Ricorda ancora su Tv Sorrisi e Canzoni: “Come anima19
tore facevo qualsiasi cosa, spostavo i tavoli, portavo
le valigie… Altro che le prove di oggi! Microfono in
mano e pubblico davanti. E andavo. Ma quella è stata
la mia grande scuola. Uno sconosciuto dove lo trova
un pubblico tutte le sere? Lì ho imparato a non trattare male la gente, a non fare facili battute sulle signore anziane o sui signori sovrappeso. Ho sempre
pensato, mi piacerebbe se al posto di quella signora ci
fosse mia madre? No. Allora non lo faccio. Le battute è meglio farle sui potenti, su chi si può difendere.
Avevo un successo enorme. Alla tv non ci pensavo
proprio, ero soddisfatto e felice. Prima di prenotare
le vacanze la gente chiamava in Valtur e chiedeva,
‘Dov’è Fiorello?’ ‘In Tunisia’. ‘Bene, allora mi prenoti due settimane lì’”. Nei circuiti dei villaggi turistici,
insomma, è ormai una celebrità. E la televisione, nonostante la toppata di Pippo Baudo, doveva interessarsi di lui. Così, in un’inchiesta sui lavori estivi dei
ragazzi, realizzata da Tiziana Ferrario per il TG1, il 7
agosto del 1987 Fiorello appare per la prima volta in
tv. Tra l’altro dichiara: “Vengo da una famiglia povera
e ho scelto questo come lavoro. Lavoro?? Ma che lavoro! È una vacanza. Vacanza? Ma che vacanza è un
lavoro! Lavoro vacanza. Si è capito che cos’è? È un
divertimento. È un lavoro! Sulla carta c’è scritto che
io faccio questo lavoro, per me non è un lavoro, però
quando la gente me lo chiede gli dico sì, faccio questo lavoro, se no che dico,Ne facevano, assieme, ogni
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giorno, e non faccio niente? Faccio l’animatore”. Un
mese dopo è L’Espresso che pubblica un lungo servizio di Cristina Mariotti su Fiorello, definendolo ‘superstar dei tredici villaggi Valtur’. Parlando degli
ospiti vacanzieri dice: “Oggi, il pubblico è assai più
smaliziato e abituato a spettacoli di buon livello.
Quello che cerca al villaggio, e in un buon animatore,
non è tanto la piccola copia di Baudo, ma qualcosa di
originale e di fresco. Chi sceglie la formula del villaggio vuole essere libero, anche di non fare niente,
come recitano i nostri ultimi slogan pubblicitari.
Certo, per un animatore che ha come imperativo professionale quello di far partecipare tutti, può essere
uno smacco. Anche se, debbo dire, io riesco a tirarmi
dietro alla fine anche i più svogliati, i più musoni”.
Quindi spiega: “Per fare bene l’animatore bisogna
prima di tutto star bene assieme agli altri. Ma per me
non è un problema”. È vero che lavora tutto l’anno
per un milione al mese (compresi vitto e alloggio) e
riesce a tornare a casa solo per qualche settimana, ma
nonostante tutto dichiara che non è particolarmente
attratto dalla televisione. “Tutte cose interessanti, si
vedrà. Ma non farei carte false per uscir fuori. A me
la dimensione del villaggio sta bene, mi piace il contatto con la gente, amo il lavoro che faccio… Se non
sfondo nello spettacolo alla mia maniera, il contenitore di un talk-show sarebbe a misura per me, allora
mi piacerebbe fare carriera nella Valtur, diventare un
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dirigente. II mio modello e Mario Luciani, boss numero due della società, direttore operativo: anche lui
cominciò tanti anni fa come me”. Un po’ per divertirsi un po’ per mettersi in gioco, partecipa alla 29°
edizione del Festival di Castrocaro. Non vince e il
suo talento non viene notato neppure dai giurati e dai
cronisti più acuti. La capacità di intrattenere di
Fiorello però non sfugge a Francesco Fornari che, su
La Stampa del 29 ottobre 1987, conclude il suo articolo scrivendo: “Fra tanti debuttanti, nello spettacolo presentato da Barbara D’Urso, c’è stata gloria anche per un altro esordiente, Rosario Fiorello, animatore nei villaggi vacanze, che ha proposto un modo
diverso, inedito e divertente, di fare imitazioni”. Nella
stagione invernale 1988–89 nel villaggio di Pila, in
Val d’Aosta, conosce Bernardo Cherubini, fratello di
Jovanotti, che fa l’istruttore di tiro con l’arco. Finito
l’impegno con il villaggio, Cherubini gli propone di
andare a Milano dove suo fratello Lorenzo sta realizzando Uno, due tre Jovanotti con Claudio Cecchetto. È
il presentatore-produttore che, durante una cena, capisce subito le straordinarie capacità di Fiorello e lo
mette alla prova ai microfoni di Radio Deejay. Di
fronte a questa nuova svolta professionale Fiorello
viene assalito da mille dubbi. Pensa persino di rifiutare l’offerta e tornare a fare l’animatore ai villaggi, perché non si sente all’altezza della situazione. Superate
le prime esitazioni, inizia a proporre le primi imita22
zioni e immediatamente s’intasano le linee telefoniche. Primo compagno di viaggio è Tony Severo; insieme conducono Stessa ora, stessa radio, stesso programma, in onda tutti i giorni dalle 13.00 alle 14.00.
Parallelamente, ogni mese firma anche l’omonima
rubrica sulla rivista Deejay Show in cui racconta le avventure radiofoniche da maggio ’89. Questo è il primo articolo che firma:
“Salve, sono Fiorello, ringrazio l’egregio direttore
di questo portentoso spettacolo su carta stampata
di aver dato ad un maranza come me l’opportunità
di scriverci dentro. Ah come mi sento importante!!!
Ma veniamo a noi, oggi voglio fare due chiacchiere
con un personaggio amicissimo di Deejay. Si chiama
Italo, viene da Roma (avete avuto modo di sentire la
sua voce e le sue battutacce durante il programma
pomeridiano di Tony Severo e vedete la sua foto qui
sotto).
FIORELLO: Ciao Italo come stai?
ITALO: Ou io sto bbene e tu comme stai a
Colorato?
FIORELLO: A parte che non sono colorato ma solo
leggermente abbronzato. E poi sono io che ti devo
fare le domande!!!
ITALO: A cocco nun t’allarga’, a me nessuno me
pò parlà così perché io so’ un gallo, esattamente so’
er gallo de Prima Valle, ci ho a Vespa rosso bordò, de
prima faccio na piotta (100 km/h) de seconda nun
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ce lo so e faccio pure le penne!!! (andare solo con la
ruota di dietro snobbando quella davanti).
FIORELLO: All’arrabbiata.
ITALO: A rinc… ma che all’arrabbiata e’ penne mie
so nartra cosa!!! Praticamente se fanno co la vespa,
anzi co la mia vespa; a proposito voglio fa nu’ disco ‘a
vespa mia’ voglio fa concorrenza a Ggiovvannnottti!!!
Lui c’ia’ l’arli-devi e io ci ho a vespa rosso-bordò.
FIORELLO: Non ti sembra di correre un po’ troppo?
ITALO: Io nun coro mai, volo, io so nato pe a velocità pensa che mi madre nun m’à fatto in nove mesi
ma in tre, so’ nato terzino, però a me mi piace giocare
all’attacco come a Farcao.
FIORELLO: Ma tu sei proprio matto io intendevo
un’altra cosa!!!
ITALO: Ma che voi intende tu, a’ coso nero, piuttosto me fai na cortesia, je dici ar capo tuo se me fa fa’
‘no speciale su Lando Fiorini che è er mejo de tutti???
Cia’ te saluto! Wromm!!!
FIORELLO: Ehi, ma vai via così?!? Be’ ragazzi avete
sentito di che pasta è fatto Italo? Continuate a seguirlo, in radio dalle 13.00 alle 14.00, chissà magari riuscirà a farlo questo disco ‘A vespa mia’, auguri Italo
e forza Roma!!! Uei ragazzi ciao!!! Appuntamento al
prossimo mese!!!”.
Attraverso le onde arrivano nelle case, oltre ad
Italo, diversi personaggi divertenti come: Eulaffio,
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Zapparata, il Sindaco Fralloppio, Rino Tommaso,
Ambrogino, L’angolo del prof Sbarbi, Romeo,
Gregorio De Francesco, Signorina Viacard. E Radio
Rosalia:
“Tra i nostri ospiti, non graditi, ma oramai ospiti
fissi, ce ne sono di nuovi, e se mi permettete vorrei catapultarvene un paio da questa pagina. Tutti i
dì ci colleghiamo con una radio nostra amica, ovvero Radio Rosalia Network. Vera radio di sfigati, ma
molto simpatici! Al grido di ‘DJ Rocco, ci sei…?’ inizia la sarabanda. Proviamo… ‘DJ Rocco, ci sei…?
DJ Rocco, Porca pu…, ci sei?’. Giuro che di solito si
sente una sparatoria. È il loro modo di battere la concorrenza, ma poi finalmente con lo scacciapensieri
parte la sigla… ‘DJ Rocco, ci seiiiii?’.
Sì… pronto… pronto, sono DJ Rocco, eccomi
qua, e sono in ‘linia’, si in linia, con la i, con Deejay
Network, e sono sempre io, l’unica radio non libera ma latitante, ovviamente Rosalia Network, ecco
DJ Rocco, il dj che si vede e non si tocca, e allora vi ricordiamo che noi abbiamo sempre il nostro
‘Piciutteddu for sindaco’ con la canzone ‘È qui la
Cozza? Sììì’. Bene, così allora sono motto contento,
motto contento di essere qui in questo giornale, praticamente il giornale di Sicilia. Ah come? non è quello di Sicilia, ah sì, il Deejay Shob, Deejay Shob scritto
con la b e non con la w, e allora vi saluto, cari amici,
l’appuntamento come sapete è sempre alla stessa ora
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e allo stesso orario, con la radio più meglio del mondo e della Sicilia orientale e della Svizzera, cioè Radio
Rosalia Network”.
Un altro collegamento:
“Ma forse non conoscete ancora bene quelli di
Radio Rosalia Network. Quelli sono veramente pazzeschi, io che son matto ve lo posso dire. Sì… sono
i più scassati disc-jockey d’Italia. Ogni volta che ci
colleghiamo stanno giocando a Risiko, all’Allegro
Chirurgo, addirittura a ‘Così fan tutti’, e senza donne!!! Facciamo partire il terzo nastro.
Dj Rocco: Qui DJ Rocco che ci vede ma non si
tocco… Da Radio Rosalia Network, l’unica radio libera ma latitante.
Tony: DJ Rocco, a cosa stavate giocando oggi?
R: Non stavamo giocando, stavamo cucinando il
latte con le cozze per Ambrogino, il bambino che
dice c’è ffio… rello?
T: Ho capito… Cosa intendete fare di bello, oggi?
R: Niente.
T: Neanche l’oroscopo?
R: Ah già, è vero, l’oroscopo… Pierino, fai partire
la sigla. Scorpione… oggi incontrerete uno sconosciuto… Sputateci, è un mafioso. Sagittario.. Beeh…
Oggi sfiga! Leone… Roar! Oggi avrete una fame incontenibile, mangerete troppo e dopo sarà un casino.
Provate con le fave di fuca. Basta! Tutti gli altri segni,
oggi sono sfigati!
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T: Dj Rocco, oggi niente gioco?
R: Sì, abbiamo il premio omertà!! Jingol… 342522…
Premio omertà… Premio omertà Pronto, chi parla?
T: Non c’è nessuno, come al solito.
R: C’è, c’è… Come ti chiami?… Da dove telefoni?
T: Non risponde!
R: Giusto! Hai vinto! Sììì, perché vincere al premio omertà è semplice, basta non parlare… è finito
a nostra disposizione, e non possiamo far altro che
salutarvi nel nostro modo… Cornutooooo!”.
L’ultimo collegamento con Radio Rosalia:
“Mi dicono dalla regia che finalmente abbiamo il
collegamento con Rrradio Rrrosalia Network.
Deejay Rrrocco, ci seiii?
Qui parla DJ Rocco, che si vede, ma non si tocco.
Da Rradio Rrosalia Network, l’unica rradio non libera ma latitante. Abbiamo in apertura un’anteprima,
una vera e propria novità. Linda dei Pooh. E Rradio
Rrrosalia è l’unica Rrradio che può vantarsi di avere
questo disco. Ma attenzione, è inutile che vi dica che
non giocheremo più al premio omertà, visto che telefonano solo quelli della mafia per chiederce i sordi.
Faremo invece una dedica su un altro pezzo di successo, direttamente dalla Germania Linda dei Pooh
in dedica dalla Signora Concetta al marito Gaetano
dicendo: ‘Toma a casa, amore, c’è stata l’amnistia’.
Ma attento, DJ Toonno, ti saluta un nostro ascor27
tatore di nome Enzo, che nella sua lettera dice: ‘Mi
piacete tanto che stasera vi dedico il mio scippo’. Ed
ora spazio riempi piazza, ovvero Hit in supposte…
Numero uno, indovinate… Linda dei Pooh. Numero
due, indovinate di nuovo Linda dei Pooh. Numero
tre… Eh, no! Sfumaaa, Gavardi, adesso dobbiamo
chiudere, però prima vorrei salutarvi una volta tanto
io… Cornutiiiiiiii”.
Fiorello ormai è lanciatissimo e tra i suoi personaggi più riusciti, che propone nel programma Stessa ora,
stessa radio, stesso programma, c’è l’esilarante gay Gianfri.
Ecco alcuni interventi tratti sempre dal mensile Deejay
Show, uscito nelle edicole dall’87 al ’92:
“Non sarà facile resistere alle intromissioni di
Gianfri, il mitico personaggio del bucio-bucio. Per
chi non ha mai ascoltato questo programma, non
sarà facile capire chi è Gianfri. Ma provo a spiegarlo,
facendovi ascoltare la registrazione di ieri.
Tony: Qui a Radio Deejay Network…
Gianfrì: Antoniooooo…
T: Ciao, Gianfri come va?
G: Male, ho un mal di testa pazzesco, ma se penso
a come ieri sera ballavi sui tavolini vestito da odalisca,
mi sento meglio.
T: Non scherzare… E soprattutto non inventarti le
solite storie assurde, io ieri sera sono rimasto a casa.
G: Vuoi negare che eri con noi al ‘Giardino di
Tamara’ con un velo color rosso incendio di Troia?
28
Vuoi negare che ti sei imboscato col Dudo chissà
dove?
Ferma pure il nastro. Ecco, questo è il Gianfri!”.
E poi un altro intervento:
“ Stessa ora, stessa radio, stesso programma deve continuare… Anche quando veniamo interrotti dal
Gianfri, noto ‘Allegro’ dell’area milanese, che dice di
avermi conosciuto in un campo nudisti con un gonnellino di banane. A parte il fatto che smentisco di
esserci mai stato, e tanto meno di usare ‘frutta da
indosso’, io non lo conosco… Non lo conosco…
Gianfri: Antonio, Antonio, sono io, Gianfri, ma
come non mi conosci, ma se ti vedo sempre in quei localacci che frequenti (come ad esempio ‘L’ombelico’,
‘Il tuca tuca’, ‘Il lecca lecca’, ‘L’allacciami’, ‘Il tocami todo’) ma che bello che sei, sono sempre vestito
con questi tailleur color ‘rosso incendio di Troooia’.
Comunque Tonino, io adesso mi sto preparando, mi
sto arricciando le ciglia, mi sto pettinando questa cascata fluente di boccoli riccioli che ho, e ti mando un
bacio a te e a tutti i lettori di DeeJay Show”.
Con il terzo siparietto lasciamo Gianfri:
“Gianfri: Antonioooooo…
T: porca miseria, mi sa che è arrivato il Gianfri, è
una tipetto un po’ stravagante…
G: Antoniooooo, amoreeeeee, come stai… ti ho
visto sai? Ti ho visto al ‘Porcellino rosa’ ieri sera, eri
bellissima, vestita come Penelope. E indovinate il co29
lore della veste… Rosso incendio di Troia. Mi parevi un angelo quando, attaccato al filo, svolazzavi da
una parte all’altra della discoteca urlando come una
pazza. Dio se eri forte… eravamo tutte sbalordite a
guardarti…
T: Basta, Gianfri, mi metti in imbarazzo, qualcuno potrebbe anche crederci, mentre sono tutte luride
bugie”.
Dalla radio alla tv il passo è breve. Claudio
Cecchetto, dopo pochi mesi di ‘prova’, intuisce che
Fiorello si sente ancora insoddisfatto e per niente realizzato, così chiude Stessa ora, stessa radio, stesso programma e gli offre le telecamere di DeeJay Television
in onda su Italia 1. Debutta con la rubrica Sing &
song, in cui dà la possibilità agli ascoltatori di cantare
su una base musicale come succederà al Karaoke, e
con Mattinata esagerata condotto insieme a Amadeus
dove propone le parodie di Michele Cucuzza, Bruno
Vespa e il meccanico della Vespa di Bruno Vespa.
Senza soluzione di continuità a metà maggio dell’89
Deejay Television lo manda in missione a Bari per
seguire le tre serate di Azzurro, la kermesse musicale
a squadre condotta da Milly Carlucci, Gerry Scotti e
il patron della manifestazione trasmessa da Italia 1
Vittorio Salvetti. Racconta Fiorello su DeeJay Show:
“Fummo mandati là! Per fare azioni di divertimento, guastando il clima ‘moscio’ che piano piano stava
prendendo piede, ma siamo arrivati in tempo; vi de30
scriverò adesso alcune azioni di guerra citando alcuni
‘gruppi’ o ‘solisti’ che agivano nelle immediate vicinanze. I primi che vedemmo furono i terribili Steve
Rogers Band, un gruppo eversivo; trovati e immediatamente intervistati, in uno dei rifugi più sicuri
della zona, di proprietà di due tipi abbastanza loschi
chiamati ‘I due Ghiottoni’. Mai furono visti di giorno, in quanto i cinque preferiscono agire solo aiutati
dalla notte, loro unica madre putativa. Subito dopo
incontrammo uno sperduto facente parte di una
squadriglia volante, doveva essere… forse mi ricordo
la sigla, L.E.A.L.I., conosciamo solo il suo nome, si
chiamava Fausto, non riuscimmo a parlargli perché
era ormai andato e continuava a ripetere ‘Stand by
me’, ‘Stand by me’, che fosse la sigla??!?? Il nostro
cammino fu molto lungo. Incontrammo altre bande:
ricordo Noiseworks, Bliss, Waterfront, Fine Young
Cannibals, One 2 Many (questi ultimi non si capiva
bene… quanti fossero). Ma finalmente il colpaccio,
abbattemmo lo Smaila a ‘colpi grossi’, e rubammo
la Facio, e fu lì che tutti pensammo la fatidica frase
‘la facio o non la facio?’. Il nostro cammino fu duro
e laborioso, ma riuscimmo a contattare anche due
grandi legionari, presenti per dare lustro alla grande battaglia: Joe Cocker e Robert Palmer. Ormai comunque i tre giorni della grande guerra erano finiti
e noi potemmo ritornare in Patria, la nostra grande
Patria: Deejayland. Piaciuta questa storiella? E allora
31
l’appuntamento è per la prossima avventura”.
Conclusa la dissertazione sulla manifestazione musicale, Fiorello annuncia l’uscita del suo primo 45 giri,
Gioca Jouer, prodotto dall’onnipresente Cecchetto:
“Ragazzi, prima di chiudere vi voglio parlare di una
cosa che mi sta a cuore: il Gioca Jouer!! voi direte, ma
non è la canzone che fece impazzire l’Italia dieci anni
fa? Ebbene sì, adesso c’è una nuova versione, cantata
da me, ovviamente abbiamo giocato e come sempre
ci siamo divertiti un mondo a farlo, come di solito accade nella famiglia Deejay, il disco uscirà tra pochissimo, sicuramente prima dell’estate, e allora divertitevi
con noi, è una vera forza. Ah, dimenticavo: se volete farvi delle sane risate, ‘ballate’ il lato B, troverete
delle sorprese divertentissime. Beh, ragazzi, si è fatto
tardi e la penna scotta, devo proprio lasciarvi, ciao a
tutti e appuntamento al prossimo numero… e Gioca
Jouer!!!”. Il lato b, che Fiorello raccomanda di ascoltare e di ballare, propone una versione strumentale
e una ‘sport version’ del Gioca Jouer con l’imitazione
dei radiocronisti sportivi più famosi dell’epoca. Con
l’arrivo dell’estate Fiorello si trasferisce all’Aquafan
di Riccione per condurre il Deejay Beach sempre su
Italia 1. Il programma vede sfilare davanti le telecamere i cantanti della scuderia di Cecchetto come
Sandy Marton e Jovanotti (quando riesce a sganciarsi
dal servizio militare), ma anche gruppi e solisti tra i
più amati dal pubblico giovanile: Papa Winnie, Steve
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Rogers Band, Kraze e Raf, lanciatissimo con il brano
Cosa resterà di questi anni 80. Puntuale la cronaca di
Fiorello sul mensile Deejay Show. “Amicissimi lettori
di Deejay Show, un salutissimo super abbronzato dal
vostro Fiorello. Vi scrivo dalla mitica, pardon…‘esagerata’ Aquafan di Riccione dove ormai da un mese
circa vi proponiamo Deejay Beach, l’unico programma
che vi abbronza. Ma sì, è proprio un programma ai
raggi U.V.A., che vuoi dire: uè, veramente abbronzato! Ci sono stati casi di scottature e spellamenti vari,
quindi io vi do un consiglio: guardate Deejay Beach
con la crema protettiva, soprattutto sul nasino, che
di solito è la parte più colpita. Comunque lo sapete
già: se non avete voglia di stare in spiaggia o in piscina, in montagna o in campagna e volete passare un
primo pomeriggio divertente, entusiasmante, pieno
di vita e di video, guardateci alle 14.15 su Italia Uno.
Qualcuno ci ha chiesto: ma vi divertite molto in quel
di Riccione??? Caspiterina, ragazzi!!! Tra riprese televisive, scivoli super veloci, piadine al prosciutto, favolosi golosissimi gelatissimi della Frutteria Ciquita
per finire poi in discoteca, la storica Walky Cup, là
dove Molella continua a martellare, Stefano Stura a
sturellare e Fiorello a… boh!!! Per non parlare delle
fugaci apparizioni di Jo… (indovinate un po’!!!) che
appena può sganciarsi dalla caserma viene a trovarci
e ci fa splendide sorprese quando meno te l’aspetti… La notte in Aquafan è veramente esagerata…
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Pensate… Apriamo alle 10 di sera, tutti gli scivoli e le
piscine sono funzionanti con acqua riscaldata, puoi
fare un kamikaze sotto le stelle, poi se non hai voglia di vestirti puoi ballare in costume nella mitica pista da bagno con schiuma… ma vi rendete conto???
(chiude l’articolo ricordando i passi del Gioca jouer)
Ballare, cantare, dormire, autostop, starnuto, camminare, nuotare sciare, clacson, macho, urlareeee!!! Tra
mille bolle di sapone!!! Vi aspetto!!! Ciao a tutti e…
alla prossima!!!”.
Il 31 dicembre dell’89 Fiorello conduce su Italia
1 (con Amadeus, Leonardo Pieraccioni e Linus)
Capodanno DeeJay, una sorta di no-stop a base di videoclip in cui vengono riproposti tutti gli hit del decennio che sta per concludersi. All’nizio del 1990 Radio
DeeJay lo manda come inviato al Festival di Sanremo
per raccontare il dietro le quinte della kermesse. Alla
gara canora più famosa d’Italia, però, è legato anche
il ricordo più triste di Fiorello. “Mentre sono lì sulla
riviera – racconta ad Edmondo Berselli su L’Espresso
– squilla il telefono: torna a casa perché papà è morto.
È per questo che Sanremo ancora oggi mi prende la
gola”. Come reazione, terminata la telefonata: “Urlai,
guardando il mare dalla finestra dell’albergo, quella
notte. Ero disperato”. È un amore viscerale quello che
lo lega al suo papà, anche perché l’ha sempre considerato il più grande amore dello spettacolo. “Lui sì che
era un artista – confida a Sergio Buonadonna di La
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Repubblica –. Non aveva avuto l’occasione per ragioni
sociali, quindi ha fatto l’appuntato della Guardia di
Finanza, ma era bello come Clark Gable, mia madre
mi diceva che andando in giro con lui lo guardavano
tutti, cantava con lo stile del periodo, molto melodico,
ed io lo ammiravo. Evidentemente la scintilla è stata
quella. Lui è stato il mio grande uomo di spettacolo e
il punto di riferimento. Se fosse nato a Roma avrebbe senz’altro fatto cinema, magari i film dei telefoni
bianchi”. A questo punto Cecchetto decide di formare la coppia Fiorello-Marco Baldini, che insieme realizzano per due anni lo storico programma W Radio
Deejay, in onda alle 13.00 dal lunedì al venerdì con un
Nicola Savino primo tecnico di consolle. Baldini racconta così il loro primo incontro durante l’intervista
rilasciata a Vittorio Zincone per il Corriere della Sera
Magazine: “Inizio anni ’90. Io ero da poco a Radio
Deejay. Un giorno Claudio Cecchetto, il direttore, mi
convoca: ‘C’è questo ragazzo che viene dalla Sicilia,
Fiorello. Te lo affido. Vorrei che faceste una cosa tipo
Alto gradimento. Ma non ti mettere in competizione
con lui. Tu scrivi i testi e fai la parte istituzionale.
Lui fa il comico… La prima volta che ci siamo incontrati è venuto nella mia stanzetta: ‘Minchia, sembri Sylvester Stallone’. Spernacchiavamo chiunque.
Come due pischelli”. L’accoppiata si rivela subito azzeccatissima e pure le gag ed i personaggi vengono
subito apprezzati e amati. Fiorello ripropone molti
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dei personaggi collaudati in passato, ma insieme a
Marco Baldini, che con gli anni diventerà il suo alter
ego, ne lancia dei nuovi altrettanto divertenti come
il ragionier Colombo, Nini Capuzzello, la Voce calabrese, il Chiosco bar, Claudio Bagliore, Bruno Vespa
e Mostro inviato. Dal Deejay Show:
“Marco: Mamma mia! Andiamo col primo spazio,
linea al Vespa Gi, ovvero il notiziario di Bruno Vespa.
Sigla Tiggì, Pappapaparà, parapappa para–pappa…
vroomm!
Bruno Vespa: Salve, bip bip (frecce della Vespa),
sono Bruno Vespa. Veniamo subito alle notizie: non
è il sole che gira intorno alla Terra, bensì la Terra che
gira intorno al Sole; questa la scoperta di un giovane
osservatore di nome Galileo Galilei. L’intuizione è
scaturita da alcune ‘margheritone’ di nome girasoli,
che d’ora in avanti si chiameranno ‘giraterra’. Notizie
dall’estero: è partito finalmente il supertransatlantico Titanic: auguriamo all’equipaggio e ai passeggeri buon viaggio. Sport: ai campionati di wrestling di
Gerusalemme, Davide batte ai punti Golia; la vittoria
è però sotto inchiesta, a causa di un presunto lancio
di sassi.
Marco: Madre Santissima, che notizie! Andiamo
avanti…”.
Un estratto dal DeeJay Show che vede il Mostro
Inviato protagonista:
“Quest’oggi ci collegheremo col Mostro Inviato,
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che si trova ancora ad Hollywood per parlarci degli
Oscar… Mostro, ci sei?
Mostro Inviato: prima di tutto vorrei sapere chi
paga… io giro come un pazzo in largo e lungo, ma di
rimborsi non se ne parla!
Marco: Mostro, non è un problema mio, deve rivolgersi all’amministrazione. E adesso ci racconti della
notte degli Oscar!
Mostro Inviato: devo dire che ho visto dei bei film:
ecco alcuni titoli. Ieri sera hanno proiettato Alle dame
del castello piace solo fare quello, un film in lizza per la migliore attrice protagonista; altra bella pellicola è senza dubbio Diario di una casalinga vogliosa, entrata lire
10.000, ingresso a coppie; poi al cinema Diamante,
che è un cinema qui di Hollywood, ho visto Moana
e lo zoo di Berlino, altro film che ci ha lasciato tutti a
bocca aperta per la recitazione…
Marco: Mostro, guardi che per me lei ha sbagliato
festival! Controlli bene cosa c’è scritto sul cartellone!
Mostro Inviato: Innanzitutto mostro sarà lei, comunque sul tabellone che ho qua accanto a me c’è
scritto ‘Festival di Hollywood’.
Marco: Sì, d’accordo, e sotto? Non c’è scritto
nient’altro?
Mostro: … Porno!… Una parola che mi è, devo
dire, pressoché sconosciuta!
Marco: Ecco, lo sapevo! Vabbè, anche oggi abbiamo fatto la nostra brava figura da caciottari… arrive37
derci, Mostro!
Mostro Inviato: Le ripeto che mostro sarà lei… arrivederci!”.
In una altra puntata, Fiorello fa appena in tempo
a salutare i radioascoltatori con la voce del Mostro
Inviato che succede un curioso aneddoto. Prima di salire alla radio, il nostro va al solito bar per fare colazione e in pochi minuti tragurgita un intero panettone. Poi
di corsa entra in studio. Baldini si lamenta per il ritardo
e gli ricorda cosa c’è da fare. Fiorello-Mostro Inviato
riesce a dire solamente “Mi sento male, ho mangiato
un polpettone e mi è rimasto sul… aaahhh… scusate”. Immediatamente la regia manda in onda la musica, mentre il nostro viene trasportato in ospedale dove
gli riscontrano un blocco intestinale. Fatta la puntura
e la lavanda gastrica, Fiorello torna alla radio e Baldini
racconta tutto ai microfoni. Le gag più belle nate dal
programma W Radio DeeJay diventano due cassette che
vendono ciascuna più di 100.000 copie. Con la nuova
edizione di DeeJay Beach, in onda durante l’estate del
’90, vola a Ibiza. Da qui lancia il suo secondo singolo,
Spiagge, che diventa la sigla del programma e arriva secondo nelle hit parade delle discoteche. Gerry Scotti,
che l’ha sentito nei panni del cantautore Gregorio De
Francesco, lo invita a fare l’ospite fisso nel Gioco del 9
con Teo Teocoli e Gene Gnocchi. Diventa il ‘disturbatore’ che, tra una domanda e l’altra, interviene per cantare o per fare battute. La sua simpatia è una conferma
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per i vecchi fan, ma soprattutto conquista quella parte
di pubblico, che non l’aveva ancora apprezzato né a
Deejay Television né a Radio DeeJay. La sua popolarità
induce Cecchetto a provare qualcosa di assolutamente
inedito: un disco con le canzoni perfettamente imitate
da Fiorello. A luglio nasce così l’album Veramente falso,
che si trasforma subito in un enorme successo e vende
oltre centocinquantamila copie. Persino i cantanti imitati rimangono molto soddisfatti, mentre quelli non
imitati chiedono di essere presenti nella voce di Fiore
nei prossimi album. Qui di seguito è riportata parte
dell’intervista che rilascia a DeeJay Show per l’uscita del
suo primo album:
Allora, Fiorello, come è nata l’idea di incidere
Veramente falso?
“L’intero progetto è frutto della mente ‘diabolica’
di Claudio Cecchetto. Effettivamente è da quando
lavoro in radio che lo stresso chiedendogli di farmi
cantare, ma è stata sua l’idea di realizzare questo divertentissimo album. Durante i programmi di Radio
DeeJay mi sentiva sempre imitare artisti come Vasco
Rossi, Zucchero e Claudio Baglioni, così mi ha proposto di interpretare i più grandi successi della musica italiana in versione ‘tarocco’. Il bello di questa
trovata è che non abbiamo mai pensato di spacciare
le nostre incisioni per originali: sono falsi dichiarati… ma pur sempre d’autore!”.
E gli artisti di cui hai imitato la voce – peraltro alla
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perfezione! – come hanno reagito?
“Per il momento ho solo un simpatico aneddoto su
Vasco da raccontarvi. Qualche tempo fa – prima che
il disco fosse pubblicato – è venuto in radio a trovare
Claudio, il quale gli ha detto: ‘Ho da farti ascoltare
una vera rarità!’ e poi gli ha messo su la mia versione
dì Vita spericolata. A Vasco è piaciuta così tanto che
mi ha persino dato dei consigli per imitarlo meglio”.
Fra tutti i cantanti che hanno spazio su Veramente
falso, manca un tuo carissimo amico, Raf: come mai?
“Perché, se notate, tutte le canzoni che ho rifatto
sono piuttosto vecchie. State certi, però, che se fra
dieci anni realizzerò la parte seconda di questo progetto ci sarà Cosa resterà degli anni Ottanta. In ogni caso
un piccolo omaggio a Raf l’ho già fatto: la mia versione di Terra promessa di Eros Ramazzotti comincia
con l’o–o–oh di Self control!”.
Dopo un lp, c’è sempre un tour: sarà così anche
per Fiorello?
“Certamente, durante l’estate sarò in giro per le più
belle discoteche d’Italia con uno spettacolo a metà
fra il comico ed il cantato. Mi sbizzarrirò con tutti
i miei personaggi ed interpreterò dal vivo le canzoni dell’album. Sarà anche un modo per dimostrare
ai più scettici che sono veramente capace di cantare.
Non vedo l’ora… sarà un casino divertente!”.
Sei un popolarissimo personaggio radiofonico, hai
lavorato con successo in televisione e ora hai addirit40
tura pubblicato un album, ma uno come te ha qualche sogno nel cassetto?
“Vorrei tanto andare a Sanremo. No, scherzo…
però non sarebbe male!”.
Sul 33 giri la critica si spacca a metà. Scrive Giovanni
Barberis su La Stampa: “Il disco Veramente falso è nato
sullo stesso stile con cui si dipingono le copie dei
quadri o di sculture di autori famosi. I produttori della Five Record che hanno sotto contratto l’imitatore
ammettono candidamente: Dal falso industriale, creato in larga scala, si è passati al falso ‘artistico’, esclusivo come l’originale, incredibilmente simile all’autentico: questo è lo stile, il messaggio di Fiorello”.
Di tutt’altro avviso, invece, è Roberto Giallo che su
L’Unità sostiene: “… Tra le compilation dell’anno,
però , la più brutta è senza dubbio quella di Fiorello,
ultimo ‘talento’ lanciato da Claudio Cecchetto per la
Five Record. Titolo: Veramente falso. Contenuto: nove
canzoni di vari autori, tutte belle e famose, cantate,
anzi imitate, da Fiorello. C’è Vita spericolata e la voce è
quella di Vasco. C’è La canzone del sole e la voce è quella di Battisti. Avanti così, un Baglioni, un Bennato,
uno Zero, un Celentano. Non brutte canzoni, ma un
brutto disco sì, perché per quanto popolare possa essere la musica popolare si dovrebbe trattarla meglio.
In un’imitazione deve esserci qualcosa di caricaturale,
di interpretato. Lì no, Vasco sembra Vasco e basta.
La canzone è sua, la voce è (quasi) sua, ansimi, pause,
41
tempi, tutto suo. E invece è Fiorello. Che va persino
in classifica”. Durante l’estate Fiorello gira l’Italia con
la sua tournée, mentre in televisione accetta di animare a fianco di Red Ronnie i collegamenti dalla Baia
Imperiale di Gabicce per Sapore di mare, la trasmissione che vede in gara celebri motivi degli anni ’60, ’70 e
’80 reinterpretati per l’occasione da popolari cantanti e personaggi dello spettacolo. È in questo periodo che nei corridoi della Fininvest (oggi Mediaset),
incrocia Luana Colussi, impegnata con Maurizio
Mosca e Cesare Cadeo a Calcio Mania. Fiorello va dalla parrucchiera dell’azienda e le confida che la vorrebbe conoscere. Luana, però, rifiuta per paura. Una
sera s’incontrano all’Hollywood, la famosa discoteca
milanese. Fiorello, vedendola arrivare, sente il cuore
battere a cento all’ora. Le va incontro e le offre subito da bere. Lei accetta, prende un succo di frutta, poi
iniziano a parlare e a conoscersi. Quando finisce la serata, Fiorello le chiede il numero del telefono. Luana
gli scrive su un bigliettino un numero falso, intestato
ad una sua amica con la quale condivide un appartamento. Nei giorni successivi Fiorello telefona continuamente, ma la voce femminile dall’altro capo della
cornetta risponde sempre che Luana non c’è. Dopo
qualche giorno si rivedono e Fiorello non nasconde
il suo dispiacere per tutte le volte che ha telefonato
senza riuscire a parlare con lei. Allora Luana, durante
una cena, gli confessa le sue paure. E si fidanzano
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quella stessa sera, diventando inseparabili. Inatteso, a
pochi mesi di distanza dal primo lp, a metà dicembre
del ’91 arriva nei negozi Nuovamente falso, diventando
immediatamente una delle strenne natalizie più vendute. Il nuovo album, dieci cover cantate da Fiorello
imitando ancora le voci degli interpreti originali, alla
resa dei conti vende 150 mila copie come il lavoro
precedente. “In effetti, questo secondo disco è dedicato a tutti i miei fan – dichiara in un’intervista su
DeeJay Show – ma rappresenta anche un regalo che mi
sono voluto fare da solo. Non potete neanche immaginarvi quanto mi diverto a cantare e a stare in sala
d’incisione con i ragazzi che lavorano con me”. Poi,
sottolineando di non essersi preoccupato di uscire in
un momento migliore, in quanto non gli interessano
le strategie di mercato; spiega di aver incluso nel disco l’imitazione del buon vecchio Frank “Perché nutro per lui un’ammirazione smisurata. E poi se dovessi finire in un’isola deserta, My way sarebbe una delle
pochissime canzoni che mi porterei dietro”. Quindi
racconta che ha fatto ascoltare la sua interpretazione
a Gianni Morandi. “È capitato dalle parti di Radio
Deejay qualche tempo fa e così gli ho fatto ascoltare
la mia versione di C’era un ragazzo che come me amava i
Beatles e i Rolling Stones. È rimasto letteralmente sbalordito. Finito il brano, dopo qualche secondo di silenzio ha detto: No, non è possibile!”. Infine, dichiara che gli piacerebbe lavorare con Monica Bellucci.
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“Quella donna mi fa impazzire. Farei qualsiasi cosa
per una come lei!”. E conclude confidando la pazzia
più grande che ha fatto per una donna. “Quando ancora lavoravo nei villaggi, una volta, pur di riuscire a
vedere la mia ragazza, sono arrivato a prendere un
elicottero. Mi trovavo in montagna e tutte le strade
erano bloccate dalla neve, così ho convinto un mio
amico che lavorava in una compagnia di elicotteri
a portarmi da lei”. Tra le poche recensioni apparse
sui giornali (molti ancora lo snobbano) c’è quella di
Maria Novella Oppo per L’Unità: “Un disco (quello
nuovo) che gli perdoniamo ancora meno del primo,
perché in esso il nostro non si accontenta di rifare
senza riuscirci il Celentano migliore (quello di Una
carezza in un pugno) ma se la piglia anche con Frak
Sinatra (My way) e questo è veramente troppo. Però,
alla fine, in un periodo in cui perfino i delitti passionali sembrano fotocopiati uno sull’altro, anche
prendersela con Fiorello sembra esagerato”. La promozione del nuovo lavoro all’inizio del ’92 comprende la partecipazione di Fiorello a TeleMike, a Buona
domenica, a Topventi, a Piacere Rai 1 (condotto da Gigi
Sabani e Toto Cutugno dove canta Il gatto e la volpe) e
proprio in questo periodo l’organizzazione del Nuovo
Cantagiro lo contatta per affiancarlo a Mara Venier e
Gino Rivieccio nella conduzione. Fiorello accetta e
rimane sotto contratto dal 31 maggio al 30 agosto.
Prima di partire con la carovana canora, però, il 23
44
maggio è a Riccione per assistere al matrimonio del
suo produttore-amico Claudio Cecchetto con Maria
Paola Danna, sua compagna di vita da anni. Durante
la cerimonia celebrata nella chiesa Mater Admirabilis
di Riccione, Fiorello legge anche due brani delle
Sacre Scritture insieme a Jovanotti e Amadeus. Sul
palco della carovana canora, che attraversa l’Italia da
un capo all’altro, Fiorello intrattiene, canta, scherza
con gli ospiti, racconta il dietro le quinte, s’intrufola
nei camerini, mentre scrive i testi dei suoi interventi
con Marco Baldini. Al pubblico degli stadi e alla platea televisiva (la gara va in onda su Raidue) presenta
pure il nuovo singolo Mare nostrum. Dure le critiche
per l’intero cast del Nuovo Cantagiro ed in particolare
per Fiorello. Accanto a chi lo definisce ‘un emergente della demenza’, Marinella Venegoni scrive su La
Stampa: “Non è invece l’eleganza il segno distintivo
del Nuovo Cantagiro. La prima frase è stata del neopresentatore Fiorello: ‘Speriamo che non inciampo,
sennò faccio una bella figura di water’. Complimenti,
alla classe e alla grammatica. La povera Mara Venier,
eccessivamente entusiasta, dovrà vedersela con lui e
con l’altro presentatore Gino Ravieccio, che promette battute del cavolo”.
Poi è ancora Marinella Venegoni che rincara la
dose: “Abbiamo finalmente scoperto gli assassini
delle passerelle musicali in tv. Sono i presentatori. Se
qualche dubbio c’era ancora, si è sciolto nella este45
nuante serata finale del Cantagiro. Dalle 21.30 all’una
di notte; tre ore e mezza impossibili da seguire senza
farsi cogliere da acute crisi di sconforto. Dov’è finita
la bella parlata italiana, dove la dignità, il senso di un
mestiere, la coscienza di un servizio (comunque) ai
cittadini che pagano il canone? Anche nelle più barbare dimore, uno prima di parlare con il nipote o con
la suocera raccoglie i pensieri per poter essere capito.
Mara Venier, Gino Rivieccio e Fiorello ci hanno seppelliti sotto una montagna di bla bla. Frasi fatte e ripetute all’infinito che non significano nulla, domande
cretine che potevano ricevere soltanto risposte banali. All’originalissima domanda rivolta ad ognuno dei
concorrenti: ‘Fai un bilancio di queste settimane di
gara’, Marco Ferradini ha ribattuto in modo sensato: ‘È difficile giudicare una canzone in tre minuti: è
come giudicare l’amore da una sveltina’. Apriti cielo,
quel genio di Rivieccio si è affrettato a ribattere: ‘Noi
ci dissociamo. Questo è il bello della diretta’. Ma si
riveda lui, con i suoi colleghi, la registrazione della serata: dovrebbe dissociarsi prima di tutto da se stesso.
Mara Venier, l’anno scorso, per questa sua partecipazione al Cantagiro, aveva ricevuto anche lodi. Sono
noti il suo senso dell’ironia, la sua spensieratezza.
Questa volta, è vero, aveva la gamba ingessata: quel
suo straparlare potrebbe pure nascere dallo sfinimento di un’estate pesante, ma che colpa ne hanno i telespettatori? È stato sgradevole che si sia rivolta con il
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‘tu’ alla signora Lucilla Vitalone, moglie del Ministro
per il Commercio Estero, che ha consegnato (chissà perché) una targa ad un cantante. E che imbarazzante, quell’intervista di Mara al signor Ministro, che
definiva le canzoni del Cantagiro di ‘singolarissima
musicalità, un momento molto alto della canzone italiana’. L’auspicio, signor Ministro? ‘Che Fiuggi possa
continuare ad ospitare manifestazioni come questa’.
Ma siamo seri. Se la Rai (e non solo) ha bisogno di
presentatori, se li fabbrichi. Li selezioni, li prepari.
Ogni volta che Fiorello apre bocca non per cantare,
dà una coltellata al buon gusto… A metà della serata, poi, con molte caselle del tabellone ancora vuote
senza che nessuno ne spiegasse il perché, a qualcuno nella banda dei presentatori è sfuggita la frase: ‘I
numeri non ve li facciamo vedere, sennò vi sveliamo
i trucchi’. Insegnate loro a parlare, per carità. Prima
che arrivi Di Pietro”. Fiorello ricorda l’esperienza del
Cantagiro a Edmondo Berselli su L’Espresso: “Di me
scrivono: sta nascendo una stella, bisogna ucciderla
prima che uccida noi. Sembrava che gli avessi fatto
qualcosa”. I rapporti tra i tre conduttori non sono
mai stati facili. In particolare tra la coppia FiorelloVenier e Rivieccio. Così li spiega Mara a Tv Sorrisi e
Canzoni : “Eravamo in tre. Gino Rivieccio era quello
serio, preciso, rigido. Il bravo presentatore, insomma.
E poi Fiorello e io, i classici casinisti. Nella conduzione uscivamo un po’ dagli schemi e puntualmente
47
Rivieccio ci bacchettava… Alla fine dell’estate fui ricoverata in una clinica per fare una Tac per un’eventuale operazione. La mattina apro un quotidiano e
leggo una lunga intervista a Rivieccio. Diceva più o
meno così: ‘È stata un’esperienza meravigliosa, peccato che abbia lavorato con due persone che non sanno che cos’è la tv, due che non hanno i tempi giusti e
che non faranno mai strada: Mara Venier e Fiorello’.
Inutile dire che ero furiosa. Poco dopo squilla il telefono. ‘Pronto, sono Gino Rivieccio’. Io non ci penso
neanche un secondo e riattacco. E così per tutto il
giorno, una telefonata dopo l’altra. A un certo punto,
dopo l’ennesimo squillo, rispondo e sento ‘Non mettere giù… Sono Fiore’”.
48
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