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Olio di oliva: tendenze e dinamiche recenti

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Olio di oliva: tendenze e dinamiche recenti
Olio di oliva: tendenze e dinamiche recenti
Attestate a
350 mila
tonnellate le
prime stime
Ismea per la
produzione
italiana
Ottobre 2015
Archiviata una delle peggiori annate della storia per l’olivicoltura italiana, quella del 2015/16 si preannuncia
una campagna decisamente migliore. Da una primissima ricognizione Ismea, si evince un forte incremento
produttivo per l’Oliveto Italia che dalle 222 mila tonnellate della scorsa campagna (preconsuntivo Ismea su
dati Agea) potrebbe arrivare quest’anno a una produzione superiore a 350 mila. Si avrebbe così un recupero
di quasi il 60%, che manterrebbe comunque la produzione sotto i livelli del 2013, quando si erano ottenute
460 mila tonnellate di oli di oliva.
In generale, non si segnalano problemi fitosanitari, dopo i pesanti attacchi di mosca olearia della scorsa
annata. Una condizione, dunque, ottimale sia in relazione alle rese in olio sia alla qualità del prodotto finale.
Produzione italiana di olio di oliva (tonnellate)
Piemonte
Lombardia
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
ITALIA
2013
2014
Var.%
18,1
772,2
275
547
33,3
5727,8
687,2
16.808
5.730
3.340
19395
18592,4
5.720
38.026
184.826
6.197
103.205
49.281
4.520
463.701
4
221
200
957
50
1.992
642
6.197
1.074
1.763
5.655
4.143
1.463
5.101
134.757
2.485
25.241
22.620
7.442
222.007
-77,9
-71,4
-27,3
75,0
50,2
-65,2
-6,6
-63,1
-81,3
-47,2
-70,8
-77,7
-74,4
-86,6
-27,1
-59,9
-75,5
-54,1
64,6
-52,1
Fonte: Istat fino al 2013; 2014 Preconsuntivo Ismea su dati Agea
Senza dubbio il forte caldo di luglio e la prolungata assenza di precipitazioni hanno ostacolato il normale
sviluppo vegetativo degli oliveti, impedendone la piena carica produttiva.
L’evoluzione più recente, anche da un punto di vista climatico, non sta creando problemi nei principali centri
di produzione nazionale, né si registrano timori da parte degli olivicoltori in merito a danni da agenti
patogeni, nonostante le piogge autunnali. C’è comunque un’attenzione molto alta per gli attacchi di mosca.
…e intanto la
produzione
mondiale
potrebbe
tronare sui 3
milioni di
tonnellate
Con il procedere delle operazioni di raccolta, di cui si registra l’avvio proprio in questo periodo, si avrà
comunque un quadro più puntuale della situazione che permetterà di affinare le stime di produzione e di
valutare i risultati anche nelle dimensioni regionali.
Anche le prime indicazioni a livello mondiale portano ad ipotizzare una produzione targata 2015 al di sopra
dei livelli del 2014 ma al di sotto di quelli del 2013. Da Madrid, vero ago della bilancia del settore oleario
mondiale, arrivano notizie sicuramente di un recupero rispetto alle 800 mila tonnellate dell’anno scorso, che
al momento si stima possa attestare la produzione al di sopra del milione di tonnellate, restando però molto
lontani dall’annata record del 2013 quando sono stati raggiunti 1,8 milioni di tonnellate.
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Ottobre 2015
Il luglio afoso e la prolungata assenza di precipitazioni non hanno certo permesso uno sviluppo eccellente
agli olivi iberici.
Di contro, il clima asciutto non ha favorito l’insorgere di malattie. Il risultato finale dipenderà dalla capacità
delle drupe di formare la parte grassa e dalle relative rese in olio.
Annata buona anche in Grecia, dove il 2015 sembra poter almeno eguagliare il buon risultato dell’anno
precedente posizionandosi ben olite le 300 mila tonnellate. Potrebbe, invece, risultare dimezzata la
produzione tunisina.
…e il
consumo
mondiale
2015
potrebbe
tronare sotto
la soglia dei 3
milioni di
tonnellate
Stando così le cose, quindi, l’Italia potrebbe riconquistare il secondo posto nella graduatoria dei Paesi
produttori dopo che lo scorso anno per le dinamiche conosciute, secondo i dati forniti dal COI, era scesa al
4° dietro Spagna, Grecia e Tunisia.
Il 2015 sembra segnare il ritorno ad un consumo mondiale sotto la soglia dei 3 milioni di tonnellate. E vista
la scarsa produzione del 2014 questo risultato era facilmente pronosticabile.
Di fatto sono state le scorte a fare da regolatore del mercato. Il -7% segnato dal consumo mondiale è infatti
molto al di sotto della flessione registrata dalla produzione che nel 2014 è stata del 25% in meno rispetto
all’anno prima.
Prezzi internazionali dell’olio di extravergine di oliva (euro/chilo)
7,00
6,00
5,00
4,00
3,00
2,00
1,00
0,00
Italia
Spagna
Grecia
Tunisia
(1) Prezzo alla produzione, franco magazzino produttore, Iva esclusa
Fonte: Ismea
Prezzi internazionali dell’olio di oliva (euro/chilo)
Gen-Set 2014
Spagna
extravergine
lampante
Grecia
extravergine
lampante
Tunisia
extravergine
lampante
Gen-Set 2015
Var. % 15/14
2,24
1,94
3,58
3,06
59,8
57,8
2,83
1,85
3,44
2,27
21,5
22,7
2,52
1,92
3,37
2,41
33,7
25,7
(1) Prezzo alla produzione, franco magazzino produttore, Iva esclusa
Fonte: Ismea
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Ottobre 2015
A settembre
l’extra iberico
ha superato i 4
euro
Intanto le prime previsioni produttive non sembrano influire particolarmente sull’andamento dei listini iberici.
Le quotazioni, infatti, hanno toccato un nuovo massimo relativo proprio a settembre con 4,14 euro al chilo,
ed era dall’inizio del 2006 che non si vedevano listini così alti, per poi ridiscendere sotto la soglia dei quattro
euro con le prime contrattazioni di ottobre. Questa flessione è attribuibile ad una fisiologica stanchezza del
mercato legata anche alla scarsità di prodotto rimasto. Del resto le 261 mila tonnellate di olio registrate come
giacenza spagnola ad agosto 2015 risultano le più basse degli ultimi sei anni.
Da mesi ormai si sottolinea l’escalation, in termini di prezzi alla produzione, dell’extra spagnolo e a dimostrarlo
c’è anche il fatto che negli ultimi mesi si stia consolidando il sorpasso sull’analogo prodotto greco, attestato
a settembre 3,77 euro al chilo contro i 3,80 del mese prima. Lo stesso per il prodotto tunisino che, in scia a
quello iberico, resta al di sopra dei livelli greci.
E’ peraltro la domanda italiana a sostenere il mercato sia tunisino che greco.
Prezzi nazionali dell’olio di oliva (€/kg)
Olio extravergine di oliva
Olio vergine di oliva
Olio lampante di oliva
Gen-Set 2014
3,49
2,39
1,75
Gen-Set 2015
5,75
3,60
2,64
Var. %
15/14
64,9
50,9
50,8
(1) Prezzo alla produzione, franco magazzino produttore, Iva esclusa
Fonte: Ismea
In Italia, intanto, continuano le lievi flessioni del prezzo medio dell’extra. Anche questo, comunque, non
desta particolare preoccupazione né sorpresa tra gli operatori, visti i livelli raggiunti ad inizio anno e gli scarsi
volumi rimasti disponibili per gli acquirenti. In termini percentuali, del resto, l’extra italiano è quello che
nell’anno ha guadagnato di più: +65% contro il +60% dell’omologo prodotto spagnolo.
Dopo l’impennata dei listini di inizio 2015, infatti, tutti avevano previsto una frenata anche per il rapido
esaurimento delle scorte. In Puglia tutte le piazze hanno risentito del colpo di scure sui listini già da luglio,
così come in gran parte delle altre aree meridionali. Fanno eccezione le piazze siciliane dove c’è stabilità dei
prezzi ma contrattazioni ridotte al lumicino per la poca disponibilità. Il prezzo medio dell’extra è sceso a
settembre a 5,45 euro al chilo, mentre le prime contrattazioni di ottobre, ancora sull’olio della vecchia
campagna si sono attestate sulla soglia dei cinque euro.
A differenza dell’extravergine il lampante ha continuato la sua ascesa per tutta l’estate, così come l’omologo
prodotto iberico, e a settembre ha raggiunto 3,24 euro al chilo. Anche per questo segmento ottobre ha fatto
segnare qualche ribasso fino ad arrivare sulla soglia dei 2,90 euro al chilo.
…ma gli oli
Dop tengono
Prezzi sostenuti e tendenzialmente invariati sul fronte delle produzioni Dop e Igp. Anche in questo segmento
il grosso degli aumenti si è registrato in inverno, mentre negli ultimi mesi i listini sono rimasti pressoché
stazionari anche in conseguenza dei ridotti scambi. Fa eccezione la Dop Terre di Bari che, in linea con quanto
accade nel mercato dell’olio convenzionale della stessa zona, ha mostrato negli ultimi tre mesi una discreta
flessione passando dai 6 euro al chilo di aprile ai 5,40 euro di settembre per poi scendere ulteriormente a
ottobre. Da considerare che nei primi nove mesi del 2015 il prezzo medio di questa Dop ha superato di oltre
il 70% quello dello stesso periodo dell’anno prima.
Incrementi a due cifre si hanno, comunque per tutte le produzioni Dop quotate con punte per le Dop Garda,
Lametia e Veneto il cui prezzo è più che raddoppiato rispetto al periodo gennaio-settembre 2014.
Decisamente sotto la media l’incremento della Dop Umbria ma anche in questo caso la scarsità dei
quantitativi disponibili non ha mai permesso al mercato di entrare realmente nel vivo.
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Ottobre 2015
Prezzi degli oli Dop/Igp italiani (€/kg)
Gen-Set 2014
4,14
4,20
18,00
3,71
7,70
7,87
4,66
4,55
4,16
3,79
9,25
14,50
3,98
nd
6,75
9,49
9,49
6,50
3,37
7,23
7,52
3,80
nd
4,10
4,10
9,50
6,87
Alto crotonese
Aprutino pescarese
Brisighella
Bruzio
Canino
Chianti classico
Cilento
Colline salernitane
Colline teatine
Dauno
Garda
Laghi lombardi
Lametia
Monte Etna
Monti Iblei
Riviera dei fiori
Riviera ligure
Sabina
Terre di Bari
Terre di Siena
Umbria
Val di Mazzara
Valdemone
Valle del Belice
Valli trapanesi
Veneto
Toscano Igp
Gen-Set 2015
7,83
nd
20,26
nd
9,00
11,50
6,29
7,49
nd
6,02
20,13
19,13
8,10
6,84
7,80
12,50
11,75
nd
5,76
10,75
8,75
6,15
6,65
6,15
6,15
20,19
10,00
Var. % 15/14
89,3
nd
12,5
nd
16,9
46,1
35,0
64,7
nd
58,8
117,6
31,9
103,5
nd
15,6
31,7
23,8
nd
71,2
48,6
16,3
61,8
nd
50,0
50,0
112,5
45,6
1) Prezzo alla produzione, franco magazzino produttore, Iva esclusa
Fonte: Ismea
…Clima di
fiducia
dell’industria
olearia tra i
migliori del
comparto
L’indice del clima di fiducia dell’Industria olearia italiana
11,9
+27,3
Legenda: freccia scura trimestre di riferimento; freccia chiara trimestre precedente (max: 100, min: -100)
Fonte: Ismea
Cresce ancora, nel frattempo, l’indice del clima di fiducia dell’industria del terzo trimestre 2015. Ci sono
infatti tutte le condizioni per un buon grado di ottimismo. Le scorte sono in decisa frenata, la produzione si
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Ottobre 2015
prospetta in aumento così come gli ordini. L’indicatore calcolato da Ismea per il settore è nettamente
superiore a quello dell’agroalimentare nel suo complesso, attestato a 14,1 e comunque in crescita rispetto
al trimestre precedente.
Rallenta la
crescita
dell’import in
volume ma
non la spesa
Intanto, i dati Istat a tutto luglio 2015 sul commercio con l’estero, mostrano un rallentamento delle
importazioni. I volumi acquistati fuori dai confini nazionali, infatti, si attestano sostanzialmente sugli stessi
livelli dei primi sette mesi dell’anno precedente, mentre la spesa è aumentata del 49% per un totale che ha
superato abbondantemente il miliardo di euro.
Questo incremento degli esborsi appare del tutto giustificato dalle dinamiche del mercato alla produzione
nei Paesi tradizionalmente fornitori.
Importazioni italiane di olio di oliva e sansa per segmento
Tonnellate
Olio di oliva
Extravergine e vergine
Lampante
Raffinato di oliva
Olio di sansa
Greggio
Raffinato di sansa
Totale complessivo
Gen-Lug 2015
363.831
294.350
44.240
25.241
25.327
12.570
12.756
389.158
Migliaia di euro
Var. %
-1,1
1,4
17,7
-36,8
18,0
44,2
0,1
0,0
Gen-Lug 2015
1.157.651
972.278
118.258
67.115
36.512
15.102
21.411
1.194.164
Var. %
48,9
53,2
74,2
-10,1
52,3
93,4
32,4
49,0
Fonte: Elaborazione Ismea su dati Istat
Tra i fornitori
italiani
scende la
Spagna ma
crescono
notevolmente
la Grecia e la
Tunisia
Principali Paesi fornitori italiani di olio di oliva e sansa
Tonnellate
Mondo
Spagna
Grecia
Tunisia
Portogallo
Marocco
Francia
Australia
Germania
Migliaia di euro
Gen-Lug 2015
Var. %
Gen-Lug 2015
Var. %
389.158
210.070
101.226
66.282
6.814
2.547
838
575
66
-0,0
-38,8
389,7
594,7
-42,7
442,4
-15,5
-48,1
10,4
1.194.164
646.128
317.709
191.903
24.815
6.645
2.848
1.708
369
49,0
-6,9
550,8
937,6
-19,3
536,0
31,0
-27,5
49,3
Fonte: Elaborazione Ismea su dati Istat
Scendendo nel dettaglio dei Paesi fornitori si evidenzia l’ottimo risultato della Grecia che, forte di un autunno
2014 che ha fatto il pieno produttivo, ha guadagnato considerevolmente nel mercato italiano a discapito
della Spagna. O forse è più corretto dire che la mancanza di prodotto spagnolo è stata colmata con acquisti
dalla Grecia in primo luogo, ma anche dalla Tunisia. Nei primi quattro mesi del 2015 sono arrivati dalla Grecia
101 mila tonnellate di prodotto, più che quintuplicato il risultato dello stesso periodo dell’anno prima,
mentre in Tunisia sono state acquistate 66 mila tonnellate (quasi sette volte in più rispetto ai primi sette
mesi del 2014). Come prevedibile è diminuito il flusso in ingresso dalla Spagna che, con 210 mila tonnellate,
ha segnato il -39% su base annua.
L’export
segna il passo
in volume
Ma crescono
gli introiti
E’ l’export, invece, a mostrare una decisa frenata dovuta anche alle scarse disponibilità interne non
totalmente compensate dalle importazioni. Di contro, complice l’incremento dei listini, gli introiti sono
aumentati dell’11%.
Il lampante è forse il segmento che ha sofferto di più in termini di riduzione percentuale, mentre l’olio di
sansa è quello che ha retto meglio la flessione della domanda estera.
Tra i Paesi clienti non si può non sottolineare il risultato piuttosto negativo delle esportazioni italiane alla
volta degli Stati Uniti. Da evidenziare, comunque, che a volumi nettamente inferiori ai primi sette mesi del l
2014 (-12%) si affianca una decisa salita degli introiti (+19%) sia perché i prezzi di vendita sono aumentati sia
per l’effetto cambio Euro/$.
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Ottobre 2015
Esportazioni italiane di olio di oliva e sansa per segmento
Tonnellate
Migliaia di euro
Gen-Lug 2015
Olio di oliva
Extravergine e vergine
Lampante
Raffinato di oliva
Olio di sansa
Greggio
Raffinato di sansa
Totale complessivo
Var. %
-14,8
-13,9
-38,5
-15,2
0,9
414,6
-8,7
-13,5
196.998
154.877
3.681
38.440
20.223
2.335
17.888
217.221
Gen-Lug 2015
861.742
705.262
11.771
144.708
44.986
3.066
41.920
906.728
Var. %
11,1
11,7
-18,2
11,1
10,4
444,7
4,3
11,0
Fonte: Elaborazione Ismea su dati Istat
Per la verità sono pochi i tradizionali clienti ad avere incrementato la domanda di olio proveniente dall’Italia,
mentre la spesa è aumentata quasi per tutti. La nota positiva arriva dalla Francia che ad +42% del valore
affianca un seppur tiepido +1% dei volumi.
Da sottolineare, ma più per fini statistici, il deciso incremento delle richieste spagnole di olio italiano. Ma
non sono certo le 7 mila tonnellate spedite entro le frontiere iberiche a fare la differenza.
Frenano le
consegne
negli Usa ma
l’aumento dei
prezzi e
l’effetto
cambio fa
crescere il
valore
Principali Paesi clienti italiani di olio di oliva e sansa
Tonnellate
Mondo
Stati Uniti
Germania
Giappone
Francia
Canada
Regno Unito
Svizzera
Belgio
Spagna
Austria
Australia
Svezia
Cina
Taiwan
Brasile
Corea del Sud
Polonia
Danimarca
Paesi Bassi
Croazia
Russia
Gen-Lug 2015
217.221
65.686
27.122
14.270
19.742
11.507
7.797
4.121
4.401
6.838
2.556
3.289
2.486
2.796
2.292
2.049
2.408
2.193
1.667
1603
1887
1611
Migliaia di euro
Var. %
-13,5
-11,5
-1,5
-6,8
0,5
-35,4
-11,4
-3,7
-12,6
376,9
-19,8
-26,3
-8,6
-32,8
-28,5
-23,5
-8,8
-42,5
-19,6
-22,4
66,1
-49,4
Gen-Lug 2015
906.728
289.393
120.918
71.442
68.732
46.221
34.745
24.555
18.256
15.723
12.137
12.039
11.284
11.277
9.489
8.941
8.937
7.906
7.622
7.240
7.106
6.262
Var. %
11,0
18,9
17,4
17,9
42,0
-15,5
12,8
15,3
12,4
309,2
6,3
-11,1
12,2
-12,8
-10,7
-5,0
5,9
-27,0
4,2
-5,7
131,2
-48,9
Fonte: Elaborazione Ismea su dati Istat
___________________________________________________________________________________________________________
Ottobre 2015
I consumi nei primi nove mesi del 2015
E’ il mercato interno, nel frattempo, a dare qualche indicazione positiva dopo lunghi periodi di
flessione.
Nei format della Distribuzione moderna, infatti, secondo elaborazioni Ismea su dati Nielsen, si
ha una crescita, sebbene contenuta (+2%), degli acquisti di olio di oliva nel complesso.
Nei primi nove mesi del 2015, peraltro, è proprio il segmento degli oli extra a dettare i termini
della crescita, mentre quello che commercialmente si chiama olio di oliva e che si usa definire
“normale” cede il 3%: a volume.
Da considerare che il significativo rialzo dei prezzi al consumo, sebbene in misura decisamente
più attenuata rispetto a quanto accaduto nella fase alla produzione, ha fatto crescere la spesa
per l’acquisto sia dell’extra che del normale.
Dinamica degli acquisti di olio di oliva nella DM: I° semestre 2015 vs I° semestre 2014
25,0
20,0
20,6
18,3
23,7
19,9
15,0
8,9
10,0
5,0
2,0
5,1
3,1
0,4
0,0
-5,0
-0,8
-3,4
-6,4-7,1
-10,0
-15,0
-20,0
-17,7 -17,4
-25,0
OLIO DI OLIVA
Olio
NEL
extravergine di
COMPLESSO
oliva
Va.% Volume
Olio di oliva
normale
Va.% Valore
MARGARINA
OLIO DI SEMI
Var. % Prezzo medio
Fonte: ISMEA su dati Nielsen Market*Track
A fronte della maggior preferenza accordata all’olio di oliva da parte dei consumatori, si
evidenzia una decisa battuta d’arresto negli acquisti di alcuni dei tradizionali succedanei
come olio di semi e margarina. Questo ha portato ad una riduzione del 3% dei volumi
dell’intero comparto “grassi vegetali”, mentre in termini di spesa si registra una
progressione del 10% determinata proprio dai diversi segmenti dell’olio di oliva.
__________________________________
Direzione Servizi per il Mercato
Redazione a cura di: Tiziana Sarnari, Francesca Monduzzi
e-mail: [email protected]
www.ismeaservizi.it
www.ismea.it
___________________________________________________________________________________________________________
Ottobre 2015
Fly UP