Delocalizzare non sempre conviene: il “reshoring” di Dolcetta
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Delocalizzare non sempre conviene: il “reshoring” di Dolcetta
10-07-2014 Data NUOVAVICENZA.IT (WEB) Pagina 1/2 Foglio Home Contattaci Newsletter Cerca nel sito... Iscriviti Variati 2 un anno dopo: passi in avanti. E qualcuno indietro Facebook HOME POLITICA ‹ › Mi piace PRIMA PAGINA SOCIETA’ 2,7mila Twitter Segui @LaNuovaVicenza FOCUS ECONOMIA OGGI CULTURA BLOG RUBRICHE SPETTACOLI FIRME OPINIONI Tribunale, Ferrarin (M5S): ministro Orlando istituisca commissione d’inchiesta Delocalizzare non sempre conviene: il “reshoring” di Dolcetta Di Alessio Mannino il 10 lug 2014 Non solo Vicenza *protected email* Stampa Fiamm Gaza, la guerra si avvicina La Nuova Vicenza piace… La Nuova Vicenza Mi piace La Nuova Vicenza piace a 2.794 persone. 001832 Plug-in sociale di Facebook Articoli recenti Delocalizzare non sempre conviene: il “reshoring” di Dolcetta Codice abbonamento: Negli Stati Uniti, dove è un processo avviato da tempo grazie al basso costo dell’energia e agli incentivi statali, lo chiamano “reshoring”: è il ritorno delle produzioni delocalizzate all’estero. Ma anche in Italia qualcosa si muove: sebbene sia ancora «fenomeno contenuto, può essere il segnale di un’inversione di tendenza», ha spiegato Marco Stefano Dolcetta Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, a Repubblica-Affari&Finanza. U n o s t u d i o condotto da cinque università italiane, nell’abbracciare un periodo che va dal 2004 a oggi, ha contato 79 aziende che aveva trasferito fabbriche nei Paesi emergenti e sono tornate sul suolo italico o, in 12 casi, almeno in Europa (near-reshoring). Fra le prime c’è anche la Fiamm di Montecchio Maggiore, presidente Stefano Dolcetta. Il fenomeno è interessante, per quanto di nicchia. Anzitutto per le cause. La prima è l’aumento vertiginoso delle spese di trasporto dovuto allo schizzare del prezzo del petrolio, dai 20 dollari del Duemila ai 100 dollari al barile di oggi. La seconda è l’incremento delle retribuzioni dei lavoratori stranieri, specialmente asiatici. La terza riguarda la specificità industriale del nostro Paese, che nonostante politici da barzelletta e corruzione da Terzo Mondo gode di grande fascino internazionale come patria della manifattura d’eccellenza, di gusto “artigianale”. Ai nouveaux riches cinesi o russi piace il made in Italy se è veramente made in Italy, fatto in Italia, e storcono il naso se scoprono che invece è fatto dietro casa loro. Ecco perché il controesodo da noi è limitato ai marchi del lusso e dell’alta moda. Ma non del tutto. La multinazionale Fiamm, 600 milioni di fatturato e 12 impianti fra America Europa e Asia, produce batterie per auto: ha chiuso lo stabilimento in Repubblica Ceca e ha tenuto aperto il sito di Fucino in Abruzzo, dove ha assunto 110 nuovi dipendenti pagandoli il 20% in meno ma garantendo loro un’occupazione. «Pur avendo un costo del lavoro nettamente inferiore rispetto all’Italia», ha detto Dolcetta al Data NUOVAVICENZA.IT (WEB) Foglio settimanale economico di Repubblica spiegando la decisione di abbandonare il Paese centro-europeo, «avevamo forti inefficienze e un elevato turnover di personale che ci creva difficoltà a fare formazione, col risultato di scarti elevati e produttività bassa». La rivincita della qualità, col sacrificio salariale delle maestranze nostrane in cambio del lavoro che prima mancava: un bilancio a segno positivo, nell’immediato. Che dovrebbe indurre i nostri governanti a proteggere le nostre imprese se ri-localizzano, pensando una buona volta in termini di interessi nazionali. I nostri interessi. 10-07-2014 Pagina 2/2 Tribunale, Ferrarin (M5S): ministro Orlando istituisca commissione d’inchiesta Turismo, Vicenza tra le 10 mete più votate nel Veneto Vigile aggredito al Campiello, assessori e sindacati: più coordinamento Turetta (Cub): ordinanza anti-prostituzione inutile e dannosa per operatori *protected email* Commenti recenti Enzo Corani su Turismo, Vicenza tra le 10 mete più votate nel Veneto Elezioni, manca un anno: poteri forti e urbanistica a Vicenza | LIBERI VICENTINI su San Pio X, e la partecipazione diventò “supercazzola” | LIBERI VICENTINI su Greenway saltato? Ecco Saviabona town | LIBERI VICENTINI su Borgo Berga, come ti smonto il quartiere | LIBERI VICENTINI su Elezioni, manca un anno: poteri forti e urbanistica a Vicenza Archivi Seleziona mese Sito realizzato da Drosera.Info 001832 Copyright 2011© Liberi Editori sede legale: viale dell'industria 67 36100 Vicenza P.IVA: 03723460246 Direttore Responsabile: Alessio Mannino Codice abbonamento: Fiamm