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riforme dell`imperatore Diocleziano
LEZIONE ^ Lezione attiva riforme dell'imperatore Diocleziano Diocleziano diventa imperatore Nelfe84)iivenne imperatore D i o c l e z i a n o , u n energico^enerale nato nella provincia deirUTTrico (l'attuale Croazia). Prima d i essere n o m i n a t o imperatore dai suoi legionari, Diocleziano era capo della guardia imperiale. A differenza dei m o l t i suoi pari del periodo dell'anarchia m i l i t a r e , che regnavano solo Chi era Diocleziano? u n o 0 due a n n i , Diocleziano riuscì a g o v e r n a r e p e r 21 a n n i e a realizzare una serie d i r i f o r m e che miravano a risolvere la grave crisi dell'Impero. Rafforzare il potere dell'imperatore Diocleziano puntò p r i m a di t u t t o a r a f f o r - zare l a c a p a c i t à d i g o v e r n o d e l l ' i m p e r a t o r e . Perciò, tolse al senato quasi ogni potere e costituì a t t o r n o a sé una corte d i f u n z i o n a r i che lo aiutassero e che rispondevano d i r e t t a m e n t e a l u i . I n f i n e , proclamò che ogni sua decisione aveva valore d i legge, causando una profonda f r a t t u r a con la tradizione romana, che sempre aveva rispettato i l senato e le sue n o b i l i f a m i g l i e . Peraumentare i l suo prestigio, proclamò che i l suo potere derivava dagli dèi e che egli Sottolinea il motivo della persecuzione dei cristiani. stesso doveva esserevgnerato come u n dio. Per questo, come abbiamo imparato, D i o cleziano avviò una dura p e r s e c u z i o n e contro i cristiani, che n o n veneravano l'imperatore: proibì le loro r i u n i o n i , l i incarcerò, l i uccise. La riforma politica e militare La principale r i f o r m a d i Diocleziano f u quella a m - m i n i s t r a t i v a . Poiché l ' I m p e r o era t r o p p o vasto per essere controllato da u n unico cent r o (Roma), lo divise i n due p a r t i : l'Occidente e l'Oriente. Ciascuna parte sarebbe stata governata da u n «Augusto»: luì stesso si proclamò «Augusto dell'Oriente» e n o m i n ò Che scopo aveva dividere l'Impero? il fedele Massimiano «Augusto dell'Occidente». Ogni Augusto avrebbe affidato i l governo d i una parte dei p r o p r i t e r r i t o r i a u n «Cesare», u n collaboratore destinato a succedergli, secondo u n meccanismo che avrebbe evitato, secondo Diocleziano, le l o t t e per la successione e avrebbe reso i l governo più stabijeed efficace. Questo Disegna uno schema che rappresenti la tetrarchia. sistema, che vedeva al vertice d e l l ' I m pero q u a t t r o persone, f u chiamato t e t r a r c h i a ("governo d e ì q u a t t r o " ) . Anche l'esercito, f o n t e d i grandi spese, f u r i f o r m a t o : Diocleziano divise Le t r u p p e d i f r o n t i e r a , f o r m a t e da soldati-contadini che vivevano sul posto, dalle t r u p p e d i " p r o n t o interv e n t o " , meglio gagate e addestrate. 1 r i s u l t a t i f u r o n o p o s i t i v i : le incursioni dei barbari f u r o n o bloccate con successo • LABORA TORIA Uniti due a due In questa celebre scultura del IV secolo viene raffigurata in modo simbolico la tetrarchia. In primo piano i due Augusti, in secondo piano i due Cesari. Le figure sono rappresentate in modo non realistico, tutte uguali, tutte nello stesso atteggiamento: corona, mantello militare, una mano sulla spalla dell'altro per indicare solidarietà, la mano sull'impugnatura della spada per raffigurare prontezza al combattimento. La riforma dell'economìa L'altro settore su c u i l'imperatore i n t e r v e n n e f u l'eco- n o m ì a . Diocleziano cercò conjeggi severissime d i bloccare (senza successo) l'aumen^o^ei_prezzi delle m e r c i . M a i l problema principale era assicurare allo Stato entrate stabili, sotto f o r m a d i tasse. Fece q u i n d i registrare t u t t e le terre coltivabili dell'Impero e j l n u m e r o dei c o n t a d i n i x h e le lavoravano, e t u t t e le attività economiche delle città. assegnando a ciascuna, per ogni zona, una certa quota d i tasse che n o n poteva cambia^ re n e l corso del t è m p o T " " ' " Questo sistema costringeva i c o n t a d i n i liberi a n o n abbandonare la terra che lavoravano e g l i a l t r i lavoratori, per esempio g l i artigiani e i c o m m e r c i a n t i , a n o n cambiare mestiere. I mestieri divennero ereditari. Come i n u n sistema d i caste, i figli dei con- tadini restavano contadini, g l i artigiani, artigiani e così via. Le tasse arrivavano, perché i f u n z i o n a r i che dovevano raccoglierle usavano m e t o d i brutali, m a si creò una società bloccata e priva d i libertà. I n m o l t e p a r t i dell'Impero scoppiarono v i o l e n t e rivolte d i c o n t a d i n i . Nonostante i d i v i e t i , m o l t i a b i t a n t i c o n t i nuarono a passare al servizio dei grandi proprietari. Essi preferivano diventare c o l o n i dei grandi proprietari, che assicuravano u n m i n i m o d i protezione c o n t r o g l i esattori, piuttosto che restare liberi sotto u n sistema che li opprimeva e toglieva loro gran parte del guadagno. Limperatore diventa divino e regna con potere assoluto LImpero viene diviso fra «Augusti» e «Cesari» [tetra rcliia] La riorganizzazione dell'Impero sotto Diocleziano Con il sistema della tetrachia di Diocleziano, l'Impero fu diviso in quattro aree, ciascuna con una propria capitale, posta non troppo lontano dai confini, per poter seguire più da vicino la difesa dalle invasioni. Per l'Oriente le capitali erano NIcomedia (sede dell'Augusto Diocleziano) e Sirmio (sede del Cesare Galeno]; per l'Occidente Milano [sede dell'Augusto Massimiano] e Treviri [sede del Cesare Costanzo Cloro). Roma non aveva più funzione di centro politico, anche perché Diocleziano non voleva che le antiche famiglie dei senatori riacquistassero potere. P J /-p ^ Parole nella storia Caste In alcune società ant la collettività era organizzata un sistema rigido per cui chi ap teneva a un certo gruppo so [per esempio i sacerdoti, i guer i contadini] non poteva uscirn particolare non poteva passar un gruppo più umile a uno più portante. Questi gruppi sociali e si chiamano "caste". Era organiz così l'antica società indiana [• sguardo sul mondo, p. 44]. La parola casta viene ancora usata in senso generico, per indi un "gruppo sociale privilegiato". Per esporre la lezione Esponi le riforma di Dioclezian seguendo questa scaletta: - Diocleziano rafforza il potere imperiale: come? - Le riforme politiche: quali? - Le riforme economiche: qua effetti? Il sistema economico è bloccato e le tasse aumentano L'esercito viene riorganizzato garantire l'afflusso delle tas* ® Le riforme di Diocleziano 1 Spiega come Diocleziano cer Territorio d'Oriente ^ Parigi GALLIA Treviri • H Territorio d'Occiden Parte governata da Diocleziano (Augusto) Parte governa da Massimian (Augusto) Parte governata da Galerio (Cesare) Parte governa da Costanzo C (Cesare) O (-apitali dell'Imperò^ M a r N e r PONTO M e d i t e r r a n e o Gerusalemrti^ Alessandrig '^yyORIENTE 4 Lezione attiva Costantino e l'alleanza con i cristiani Costantino diventa imperatore Ne2^05t>iocleziano, Augusto d'Oriente, ab| dico e si ritirò nello splendido palazzo cne-si^ra f a t t o costruire a Spalato, nella sua lUiria. Lo stesso fece l'Augusto d'Occidente Massimiano. A loro dovevano subentrare i J r i s p e t t i v i Cesari, m a i l meccanismo previsto dalla tetrarchìa n o n funzionò. Invece dei due Cesari, l o t t a r o n o per i l potere u o m i n i che n o n avevano nessun d i r i t t o al t r o n o : Sottolinea la parte In cui si spiega Massenzio, figlio d i Massimiano e Costantino, figlio d i Costanzo. La guerra fra i due perché la terarchia non funzionò. durò a lungo, fino a quando, ne|[^3^Costantino sconfisse i l rivale nella battaglia d i Ponte M i l v i o , presso Roma. D o p o aver sgommato anche l'Augusto d'Oriente nella battaglia d i A d r i a n o p o l i del C o s t a n t i n o riunifìcò l'Impero, che tornò ad avere u n unico sovrano dopo la divisione operata da Diocle"ziano • LABORA TORIA La leggenda e la realtà La leggenda racconta che p r i m a della battaglia decisiva con Massenzio, a Costantino sarebbe apparso i n sogno Gesù. Indicando una croce d i p i n t a su u n vessillo. Gesù g l i avrebbe d e t t o : «Sotto questo segno vincerai». Costantino avrebbe così f a t t o porre la croce sulle sue bandiere e v i n t o i l nemico. La leggenda spiega la realtà storica: Costantino comprese che avrebbe p o t u t o rafforzare i l potere imperiale appoggiandosi ai cristiani, o r m a i numerosissimi n o n solo fra i l popolo, ma anche tra le classi colte e l'aristocrazia delle città. L'editto di Milano e l'alleanza con i cristiani N e l | ^ i 3 ^ o s t a n t i n o emanò a M i - lano u n editto, cioè una legge valida i n t u t t o l ' I m p e r o , con c u i concedeva ai cristiani Scrivi che cosa stabilì l'editto ^ di Milano del 313 lajito^^diprofessareiajor era una svolta storica. D o p o questo atto di tolleranza n o n solo t e r m i n a r o n o le persecuzioni, m a alla C h i e s a v e n n e r o concessi d i s i s i privilegi: vescovi e p r e t i erano esentati dalle tasse; i t r i b u n a l i composti da sacerdoti potevano giudicare anche cause d i carattere non^religioso; ai vescovi vennero concessi sulle città p o t e r i s i m i l i a q u e l l i dei f u n z i o n a r i s t a t a l i . I cristiani cominciarono a sentirsi parte i m p o r t a n t e dello Stato r o m a n o : n o n più estranei e osteggiati, ma, i n u n certo senso, privilegiati. Comincia con Costantino un'alleanza stretta fra Chiesa e potere p o l i t i c o che durerà per t u t t i i secoli del Medioevo. Il verbo indica la rinuncia al regno da parte di un sovrano. Abdicare [ZI^^^^E^SS Costantino e il cristianesimo Tutti coloro che hanno incarichi nell'amministrazione pubblica (come gli impiegati dei vari uffici, ìaeistrati, i docenti delle scuole Costantino ^ 1 Assicurò libertà di culto Favorì la Chiesa e le diede un ruolo nello Stato 1 Si pose come arbitro nelle questioni religiose Quadro i L'Alto Medioevo Costantino protettore della Chiesa Capitolo i L'Impero romano entra in crisi Costantino si convertì probabilmente al cristianesimo (di certo f u battezzato) e assunse i l r u o l o d i protettore dei c r i s t i a n i e d i arbitro nelle q u e s t i o n i religiose. L'imperatore volle cioè, i n u n certo qual m o d o , governare anche sulla Chiesa. Fra I I e I V secolo la d o t t r i n a cristiana n o n era ancora ben definita. Circolavano n o n solo i q u a t t r o Vangeli (Marco, Luca, M a t t e o e G i o v a n n i ) , m a m o l t i altri che oggi la Chiesa r i t i e n e n o n validi. Circolavano i n o l t r e , fra i cristiani delle varie p a r t i dell'Impero, o p i n i o n i diverse su aspetti i m p o r t a n t i della fede. Una d i queste era quella del prete egiziano Ario. Per costui Gesù n o n era anche D i o , ma solo u o m o , pur se ispirato da Dio.; A r i o f u dichiarato i n errore dal suo vescovo, ma la sua d o t t r i n a si diffuse, specialmente fra i Germani, che si convertirono alla fede cristiana " a r i a n a " . Che cosa sosteneva la dottrina di Ario? Per porre fine a questa d o t t r i n a considerata errata, cioè eresia, che creava scontri pol i t i c i fra i rristiani^ Cns^ranrinn prp<;ipflptte n e l U l g a Nicea un'assemblea, detta_!!coacilio", che stabilì la giusta d o t t r i n a (ortorfos5ia)rGesù era figlio d i D i o ma anche della "stessa sostanza d i D i o , e della stessa sostanza di_Èio è anche Io Spirito Santo. D i o pa- Sottolinea nel testo le definizioni di eresia e ortodossia. dre, il Figlio e lo Spirito Santo f o r m a n o così la^dnità?) Altre decisioni di Costantino L'imperatore continuò la politica d i Diocleziano. Cercò, senza grandi r i s u l t a t i , d i migliorare l'economia; lottò c o n u n certo successo contro le invasioni, arruolando nell'esercito m o l t i barbari. M a , s o p r a t t u t t o , fondò u n a n u o v a capitale dell'Impero, una Nuova R o m a sulle sponde del Bosforo, sui resti della città greca d i Bisanzio. Fu una capitale splendida a cui diede il suo n o m e : C o s t a n tinopoli, la "città d i Costantino". Oggi è la capitale della Turchia, col n o m e d i Istanbul. Individua la posizione di Costantinopoli su una carta geografica. t crìstlani nell'Impero / Anno 100 • 150 Numero stimato ?.500 40.000 200 21?.000 250 I.IPO.OOO 300 6.200.000 350 33.800,000 Il sogno di Costantino M pittore quattrocentesco Piero della Francesca ha ritratto in questo affresco il sogno di Costantino alla vigilia della battaglia contro Massenzio. Il futuro imperatore è immerso nel sonno dentro la sua tenda militare mentre dall'alto un angelo, raffigurato con il braccio proteso, gli preannuncia la vittoria se combatterà nel segno della Croce. ® Per esporre la lezione • Spiega quale fu la più importante decisione presa da Costantino a proposito dei cristiani. Esponi come Costantino intervenne nelle questioni religiose. Il primo imperatore (forse) cristiano Quella di Costantino è una figura storica piena di contrasti e sta è storia), in quanto la seconda moglie, l'imperatrice Fau- anche misteriosa. Per la Chiesa ortodossa è un santo, la Chie- sta, lo aveva accusato di averla insidiata [ q u é s t a " l e g g e n d a ) . sa cattolica venera invece come santa sua madre Elena. Pose Quando Costantino capì che Fausta aveva mentito per sbaraz- la croce sulle sue bandiere, difese e f a v o r ì i cristiani in tutti i zarsi di un congiunto pericoloso per le sue ambizioni - si dice modi, ma molti storici non sono certi che fosse convintamente - l'avrebbe fatta bollire viva in una vasca da bagno. Di certo cristiano, anche se in punto di morte ricevette il battesimo. fece uccidere anche Liciniano, che era sì figlio del rivale Lici- Era figlio di uno dei primi Cesari della tetrarchia, Costanzo Clo- nio, ma anche suo nipote, in quanto Licinio aveva sposato la ro. La sua data di nascita non è certa. È noto però il suo aspet- sorella di Costantino,i!:pstanza^ to: gigantesco, fortissimo, incuteva paura ai suoi nemici. Questo imperatore non proprio amabile fu il primo che con- Seppe destreggiarsi bene nei sette anni di lotte ingaggiate cesse l i b e r t à ai cristiani e d o n ò al papa il palazzo del Late- contro i suoi rivali per il potere: dal 305, anno in cui Dioclezia- rano, consegnandogli, simbolicamente, ta c i t t à di Roma, che no abdicò, al 312, quando Costantino sconfisse Massenzio e avrebbe abbandonato per fondare un'altra capitale all'estremo regnò in coppia con Licinio. Se non che, dopo averlo sconfitto, orientale dell'Impero. nel 325 Costantino si liberò anche diJ_icjnio e regnò da solo Gli storici hanno a lungo discusso se fosse davvero cristiano, j i n o alla morte, nel 33?. oppure solo interessato a diventare amico e capo dei cristia- Lassassinio di Licinio fu il primo di una lunga serie. Nel 326 ni per rafforzare il suo governo. È possibile che in quei tempi, fece uccidere il figlio Crispo. avuto da una prima moglie fque-. quando nell'Impero si diffondevano nuove religioni, Costantino avesse al tempo stesso curiosità per II cristianesimo e per il culto del dio Sole, e comunque cercasse di non scontentare neppure i pagani. Conservò infatti fino alla morte la carica di gran sacerdote degli antichi culti: quella di "pontefice massimo", che dai tempi di Augusto spettava agli imperatori. Di certo Costantino volle affermare l'idea che l'imperatore non fosse un uomo come gli altri, ma una figura quasi divina. Al suo arrivo in una città [adventus], coperto di gioielli, con la corona e lo scettro, i personaggi importanti dovevano seguire il rito dell'adorazione dell'abito dì porpora dell'imperatore. Limperatore non apriva bocca: qualcuno leggeva le sue parole e impassibile ascoltava le acclamazioni delle folle. L'inventore della domenica tantino introdusse, nella settimana _di sette giorni [nell'antica Roma il mese era in- Un ritratto -> grandioso Testa colossale di Costantino (2.60 m), oggi conservata nei Musei Capitolini di Roma. in O vece scandito In periodi di nove giorni, le_mmd/noe], ii giorno di riposo festivo che chiamò dies sotis,"giorno del sole". La paroladgmeni'cousa- ta in italiano, spagnolo, francese significa "giorno del Signore", ma "giorno del sole" resta nelle lingue germaniche: Sunday in inglese e Sontag in tedgsco— Quadro 1 L*Alto Medioevo Capitolo 1 L'Impero romano entra in crisi Leggere le immagini L'esaltazione deirimperatore Dopo la vittoria su Massenzio, Costantino fu celebrato a Roma con un arco trionfale decorato da rilievi che esaltavano le sua doti militari e politiche. Il fregio mostra l'imperatore fra la corte e il popolo (purtroppo manca proprio la sua testa]. Le due figure che guardano in avanti, ai due lati della pedana, sono statue di precedenti imperatori. Dove è collocata la figura dell'imperatore? • I suoi abiti sono diversi da quelli di tutti gli altri? • In che direzione guardano le figure della scena e perché? LEZIONE Lezione attiva Teodosio e la divisione dell'Impero Il caos dopo Costantino D o p o la m o r t e di C o s t a n t i n o , n e l 337, l ' I m p e r o r i - mase senza una guida p o l i t i c a f o r t e e ricadde i n u n periodo d i anaxcliia e d i caos p o l i t i c o . Verso i l 3 6 0 d i v e n n e i m p e r a t o r e G i u l i a n o . Q u e s t i riunificò ancora per u n breve periodo l ' I m p e r o , abbandonò i l cristianesimo (e f u perciò d e t t o « apostata ») Ripercorri le vicende successive a Costantino aiutandoti con le date: 33?, 360, 3?8. e volle che i l p a g a n e s i m o ridiventasse l'unica religione dello Stato. I n t a n t o le i n vasioni c o n t i n u a v a n o . G i u l i a n o morì c o m b a t t e n d o c o n t r o i Sasanidi, m a u n n u o v o e più serio pericolo era i n vista. Alla m e t à d e l I V secolo, u n popolo nomade della steppa asiatica, g l i U n n i , c o m i n c i ò a spostarsi verso Occidente, facendo fuggire dalle l o r o terre i G e r m a n i , che si p r e c i p i t a r o n o i n massa d e n t r o i c o n f i n i i m p e r i a l i . A p p r o f o n d i r e m o nel prossimo C a p i t o l o la vicenda delle i n v a s i o n i . Per ora basti dire che n e l 378, presso Adrianopoli, le tribù germaniche degli Ostrogoti e dei Visigoti sconfissero sanguinosamente i n una grande battaglia l'esercito i m p e r i a l e uccidendo a d d i r i t t u r a l ' i m p e r a t o r e d ' O r i e n t e Valente. L'impressione e la paura f u r o n o e n o r m i . La fine sembrava v i c i n a . Il governo di Teodosio Nel 379 divenne imperatore d'Oriente Teodosio. I I suo governo fii i m p o r t a n t e per due ragioni. I n p r i m o luogo, Teodosio riuscì a bloccare, 0 almeno a rendere m e n o catastrofiche, le Sottolinea i due elementi più importanti del governo di Teodosio. invasioni nella parte orientale dell'Impero. C i riuscì n o n t a n t o con la forza delle a r m i , m a perché stipulò c o n le tribù g e r m a n i c h e accordi politici. Accettò cioè d i pagare loro dei t r i b u t i e consentì che si installassero i n alcune r e g i o n i dell'Impero, come la Tracia o i Balcani, a condizione che le difendessero da altre invasioni. I n secondo luogo, con l'editto di Tessalonica del 380, reso operativo nel 391 dai Decreti Teodosiani, proclamò i l cristianesimo unica religione dell'Impero e la proibizione dei c u l t i pagani. C o n Teodosio e i suoi successori, n e l l ' I m p e r o d ' O r i e n t e l ' i m p e r a t o r e diventò i l p r o t e t t o r e della Chiesa e la sua autorità f u , i n u n certo senso, superiore a quella d e i vescovi. Nel 3 9 4 Teodosio riunifìcò ancora e per l ' u l t i m a volta t u t t o l'Impero sotto d i sé. M a dalla sua m o r t e (395) l ' I m p e r o f u definitivamente diviso come egli aveva disposto:' una parte occidentale, affidata al figlio O n o r i o , e una parte orientale, affidata al figlio Arcadio. Questa parte f u chiamata anche I m p e r o b i z a n t i n o perché ebbe come capitale Costantinopoli, l'antica Bisanzio \B A p o s t a t a È "colui che si allontana", cioè che rinnega la propria religione. Il rinnegamento della fede si chiama opostos/o. ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ I fedeli dei culti romani tradizionali furono definiti pagani ("abitanti dei villaggi", in latino pagi] dai cristiani, poiché tali culti avevano conservato pochi fedeli nelle città e molti nelle campagne. Il cristianesimo nell'Impero romano Dalla morte di Cristo (33 d.C.) al 313: diffusione dei cristianesimo e persecuzione anticristiane Dall'Editto di Costantino (313] al 391: libertà di culto per i cittadini dell'Impero e cristianesimo consentito Dai Decreti Teodosiani (391) in poi: il cristianesimo diviene religione ufficiale dell'Impero Quadro 1 L'Alto Medioevo Due storie diverse per Oriente e Occidente Dalla fine del iv secolo, ovvero dalla m o r t e d i Teodosio, le due p a r t i d e l l ' I m p e r o presero strade m o l t o diverse. I n Oriente, l ' I m p e r o romano resistette, tra p e r i o d i d i rinascita e periodi d i decadenza, Capitolo i L'Impero romano entra in crisi Annota le differenze: in Oriente ancora m i l l e a n n i , cioè fino al 1453, quando C o s t a n t i n o p o l i fij conquistata dai Turchi. A l riparo dalle invasioni, l'Oriente conservò diverse caratteristiche della civiltà dell'Impero romano: una economia abbastanza solida, basata n o n solo sull'agricoltura ma anche sui c o m m e r c i e la m a n i f a t t u r a ; grandi città i n c u i si svolgeva una v i t a sociale e culturale ricca e raffinata. Q u i g l i imperatori si posero a capo della Chiesa con un'autorità anche superiore a quella dei vescovi. La lingua dell'Impero d'Oriente f u i l greco. in Occidente I n Occidente, invece, come vedremo [•L 7], nel giro d i alcuni decenni nuove ondate di invasioni posero fine all'autorità dell'imperatore. Sui t e r r i t o r i occidentali d e l l ' I m pero nacquero n u o v i regni con a capo i G e r m a n i . M a l'intera v i t a dell'Occidente, economica, sociale, culturale, cambiò: essa divenne più p r i m i t i v a e dura; la popolazione diminuì, colpita da carestie e epidemie; le città decaddero, i c o m m e r c i si ridussero. L'agricoltura divenne quasi l'unica fonte d i ricchezza. I l latino rimase la lingua della cultura, ma coloro capaci d i leggere e scrivere si ridussero a una piccola minoranza. I n Occidente, nella Chiesa acquistò una particolare autorità i l vescovo di R o m a . Le strade diverse dì Oriente e Occidente Teodosio ferma i barbari in Oriente In Oriente: l'Impero continua per mille anni In Occidente: nuove invasioni e fine dell'Impero L'imperatore e il vescovo Teodosio fece del cristianesimo la religione ufficiale dell'Impero. In questo quadro del pittore Camillo Procaccini (XVI secolo), però, l'Incontro fra l'imperatore cristiano e uno dei più celebri padri della Chiesa, jl vescovo di Milano Ambrogio, non è pacifico. Teodosio, che aveva punito con una strage il popolo di Tessalonica colpevole di aver ucciso un suo generale, giunse a Milano, ma Ambrogio gli impedì di entrare in chiesa finché non si fosse pentito. ® Per esporre la lezione Spiega che cosa accadde dopo la morte di Costantino e perché l'Impero conobbe un periodo drammatico. Spiega perché, a causa dei provvedimenti di Teodosio, l'Oriente e l'Occidente presero strade diverse. LABORA Leggerei documenti Editti a confronto Proponiamo di leggere e confrontare i due editti del IV secolo, quello di Milano, emesso da Costantino, di cui abbiamo parlato nella L 4 e quello di Tessalonica, promulgato da Teodosio, spiegato in questa Lezione. Abbiamo evidenziato in colore le frasi più importanti. E d i t t o d i M i l a n o (313) Editto di Tessalonica (380) « Q u a n d o noi, Costantino Augusto e Licinio Augusto, felicemente « Vogliamo c h e t u t t e le n a z i o n i c h e s o n o sot- ci incontrammo nei pressi di Milano e discutemmo di t u t t o c i ò che to n o s t r o d o m i n i o , grazie alla n o s t r a carità, ri- attiene al bene pubblico e alla pubblica sicurezza, questo era quello m a n g a n o fedeli a questa r e l i g i o n e , che è stata che ci sembrava di maggior giovamento alla popolazione, soprattutto trasmessa da Dio a Pietro apostolo, e che egli ha che si dovessero regolare le cose concernenti il culto della d i v i n i t à , e trasmesso personalmente ai Romani [...1; c i o è di concedere a n c h e a i cristiani, c o m e a t u t t i , la libertà di seguire la dobbiamo credere conformemente con l'inse- religione p r e f e r i t a , a f f i n c h é qualsivoglia sia la d i v i n i t à celeste possa gnamento apostolico e del Vangelo nell'unità esser benevola e propizia nei nostri confronti e i n quelli di t u t t i i no- della natura divina di Padre, Figlio e Spirito San- stri sudditi. to, che sono uguali nella m a e s t à e nella Santa Tri- Ritenemmo pertanto con questa salutare decisione e corretto giudi- n i t à . Ordiniamo che i l nome di Cristiani Cattolici zio, che n o n si debba v i e t a r e a c h i c c h e s s i a l a libera facoltà di aderi- avranno coloro Ì quali non violino le affermazio- re, v u o i alla fede dei cristiani, v u o i a quella religione che ciaschedu- ni di questa legge. G l i a l t r i l i c o n s i d e r i a m o c o m e no r e p u t i la più adatta a se s t e s s o . C o s ì che la somma d i v i n i t à , il cui persone s e n z a i n t e l l e t t o e o r d i n i a m o d i c o n - culto osserviamo i n piena l i b e r t à , possa darci completamente i l suo d a n n a r l i alla p e n a d e l l ' i n f a m i a c o m e e r e t i c i . favore e la sua benevolenza. e alle loro riunioni non attribuiremo il nome di Perciò è opportuno che si sappia fchel, abolite del tutto l e ' ^ W P chiesa; costoro devono e s s e r e c o n d a n n a t i dalla d e n t i disposizioni i m p e r i a l i c o n c e m e n t i i c r i s t i a n i , oia, invece, in assoluta t r a n q u i l l i t à , t u t t i coloro che vogliano osservare la religione cristiana possano farlo senza alcun timore 0 pericolo di m o l e s t i e » . v e n d e t t a d i v i n a p r i m a , e p o i dalle n o s t r e p e n e , alle quali siamo stati autorizzati dal Giudice Celeste». Che cosa concede ai cristiani l'editto di Milano? Secondo l'editto di Milano, i non cristiani potrebbero professare la loro religione? • Nell'editto di Tessalonica, che cosa dice di volere l'imperatore? • Chi sono «gli altri» di cui si parla nell'editto del 380, e come vengono definiti? • Ouale dei due editti "concede" e quale "impone" qualcosa? • Rileggi nella L 2 la definizione di tolleranza e spiega quali dei due testi si può definire "tollerante" e perché. Quadro 1 L'Alto Medioevo Capitolo i L'Impero romano entra in crisi C i v i l t à e vita quotidiana •'- Palazzo dell'imperatore La Nuova Roma Il centro dell'Impero d'Oriente era Costantinopoli, la città che Costantino fece edificare a partire dal 330 ampliando il porto di una città greca esistente, Bisanzio, rasa al suolo nel III secolo dall'imperatore Gallieno nel corso di una guerra. Per la sua capitale, Costantino scelse un luogo strategico: all'incrocio di buone vie terrestri che la collegavano all'Adriatico, e in una posizione che le permetteva di dominare gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli. Posta alla fine di una penisola, aveva tre lati affacciati sul mare, difesi da una forte flotta, e solo un lato terrestre, che fu cinto da poderose mura. La superficie iniziale della città era di ?00 ettari e contava poco meno di 100.000 abitanti, ma nel giro di un secolo la superficie raddoppiò e nel momento della sua massima espansione, nel VI secolo, la città contava forse 5 o 600.000 abitanti. Nella città, tutto doveva ricordare Roma: vi fu portato il Palladio, la statua che secondo la tradizione Enea aveva sottratto a Troia; c'erano sette alture che dovevano richiamare alla memoria i sette colli; vi furono edificati palazzi modellati su quelli di Roma e uno stadio simile al Circo Massimo. Il nome dato ufficialmente alla città che l'imperatore aveva scelto come sua sede e simbolo dell'Impero era appunto Novo Roma, ma fin dall'inizio tutti la chiamarono Costantinopoli, la c i t t à [in grecopó//s] di Costantino. ^ -' — — - ^> \ 2 ^ i d 0 rara la mappa L'Occidente e la \M del capitolo — I al Parola chiave Il capitolo per punti BARBARI Q Gii invasori Nel nostro linguaggio, barbaro vuol dire Fra illV e il V secolo d.C, le "incivile, rozzo, violento". La storia di questa popolazioni germaniche che parola è interessante perché ci fa capire che vivevano al di là del limes ogni cultura imnnagina di essere la migliore. Gli entrarono in massa nell'Impero, antichi Greci chiamavano faarbor/tutti i popoli in fuga dagli attacchi degli Unni, non greci. Poiché questi non conoscevano la provenienti dell'Asia. loro lingua, i Greci li definivano "balbuzienti" Le infiltrazioni di cui abbiamo [che parlavano facendo "bar-bar"]. Nella lingua parlato nel precedente capitolo dei Romani, il latino, barbaro si usava con molti diventarono l'invasione di significati: semplicemente "straniero", che non massa di interi popoli che si faceva parte della civiltà romana, ma anche spostavano in cerca di rifugio, "incivile", appunto perché la civiltà romana era, di terre e di ricchezza. peri Romani, la sola vera. Ci ricorda qualcosa? In particolare, i Romani chiamavano barbare le popolazioni germaniche che vivevano al di là del times e che non avevano raggiunto il livello di civilizzazione dell'Impero. Nei confronti dei barbari i Romani avevano un atteggiamento non costante: a volte li disprezzavano, ma anche ne ammiravano i costumi semplici, il coraggio, il fatto che non fossero ancora "rammolliti" dal lusso e dalle comodità, simili a come erano loro quando erano partiti alla conquista del mondo. Nei secoli dell'Impero con i barbari si commerciava e molti di loro erano Q La caduta dell'Impero d'Occidente LImpero non riuscì ad arrestare le loro incursioni. Limperatore d'Oriente fece in modo che gli invasori si dirigessero verso l'Impero d'Occidente. Nel 4 P 6 u n capo barbaro depose dal trono l'ultimo imperatore d'Occidente. entrati nei territori di Roma, diventando anche soldati e ufficiali dell'esercito [oggi diremmo che si "integravano"). In questo capitolo studieremo come i barbari, a seguito di una serie complessa di eventi, fecero irruzione nei territori occidentali dell'Impero in crisi e vi si stabilirono non più come sudditi in cerca di ospitalità, ma come nuovi padroni. 568 Inizio dell'invasione dei Longobardi Da questa "invasione" nasce una nuova civiltà, che non è più né tutta romana, né tutta barbara. I 535-553 Guerre di Giustiniano in Italia 52?-5G5 Giustiniano imperatore d'Oriente 476 Fine dell'Impero d'Occidente 451-452 Invasione e sconfitta degli Unni 410 Saccheggio di Roma ad opera dei Visigoti 3?8 Battaglia di Adrianopoli La linea del tempo 492-526 Regno di Teodorico fine dell'Impero \ 0 I nuovi regni dell'Occidente CONTENUTI INTEGRATIVI DIGITALI In tutto l'Occidente l'Impero non esisteva più. Sorsero al suo Perla LIM e non solo posto nuovi regni, detti carta attiva "romano-barbarici", nei quali gli invasori e ^ o j immagine attiva 1 Romani costruirono mappa nuove forme di società e di convivenza. zoom video Per approfondire testi e documenti ||l I percorso iconografico Per esercitarsi Q ^ L'impero continua a Oriente A Oriente l'Impero, più solido economicamente e politicamente, proseguì la sua storia, destinata a durare ancora mille anni. Era però una storia diversa. Di "romano", l'Impero di Costantinopoli aveva solo il nome: la sua lingua era il greco e la esercìzi attivi competenze digitali (D verifiche con tutor Accessibilità audio sua civiltà si separò nettamente da quella che si costruì nell'Europa occidentale. LABORA TORIA fadlet ^[ 774 Firìe del regno longobardo nell'Italia centro-settentrionale 643 Editto di Rotari 728 Donazione di Sutri alta leggibilità LEZIONE Lezione attiva I Germani Chi erano i Germani N e l capitolo precedente abbiamo spesso parlato delle popo- lazioni germaniche che si spingevano all'interno dell'Impero per saccheggiare, oppure per insediarsi su certi t e r r i t o r i con l'accordo delle autorità romane. Cerchiamo d i capirne caratteristiche e civiltà •igJMiityj^nirTH. Leggi il testo e segui sulla carta la posizione dei Germani. I G e r m a n i (l'origine del n o m e è poco chiara, forse viene da Wher-mann: " u o m o d i guerra", " g u e r r i e r o " ) erano u n insieme d i tribù che parlavano lìngue i n d o e u r o p e e , stanziate i n una vasta area geografica che andava dall'attuale Scandinavia e dalla Germania settentrionale - probabilmente le loro zone d i origine - fino all'Europa centrale e orientale, a est dei fiumi Reno, D a n u b i o e Vistola. Erano tribù germaniche i G o t i (Vi- L i n g u e i n d o e u r o p e e Gruppo a cui appartengono molte delle lingue parlate sul continente eurasiatico da! Il millennio a.C: quelle germaniche, quelle celtiche, il greco, il latino, molte lingue dell'India e della Persia. sigoti e Ostrogoti), i Vandali, g l i Svevi, gli Angli e i Sassoni, i F r a n c h i e i Burgundi, g l i A l a m a n n i e i Longobardi. I R o m a n i , n e l corso della loro lunga storia, l i avevano conosciuti bene. F i n dal I I secolo a.C. c'erano stati c o n t a t t i e scambi, m a più spesso scontri m i l i t a r i . Augusto aveva t e n t a t o d i conquistare i loro t e r r i t o r i o l t r e i l Reno, senza successo. Grandi c o n d o t t i e r i , come Cesare, e storici l a t i n i , come Tacito, ne descrissero le caratteristiche e ne a m m i rarono i l valore. L'economia Sottolinea le principali attività economiche dei Germani. I p o p o l i germanici n o n avevano t u t t i lo stesso livello d i civilizzazio- ne. M o l t i d i essi erano prevalentemente stanziali, ossia occupavano u n t e r r i t o r i o ben d e f i n i t o ; altre tribù erano semi-nomadi, ossia si spostavano n e l corso dell'anno per accompagnare le m a n d r i e . I G e r m a n i praticavano i n f a t t i l'allevamento, la pastorizia e un'agricoltura abbastanza p r i m i t i v a : sfruttavano u n terreno fino a quando n o n si esauriva p o i lo abbandonavano i n cerca d i terre ancora f e r t i l i . La guerra e la razzia a danno dei p o p o l i v i c i n i era una caratteristica tipica dei German i . Essi n o n avevano c o s t i t u i t o I m p e r i o Stati organizzati, n é conobbero la scrittura, almeno fino al I I o I I I secolo d.C. Gli insediamenti del Germani prima delle invasioni Mare del Come si vede dalla carta, le tribù germaniche Nord occupavano aree territoriali dalla Scandinavia ( dall'attuale Olanda fino alle coste del Mar Nero.j Loimm M ar M ES1 A TRACIA \/ o MACEDONM BITINIA EPIRO ASIA SARDEGNA SICILIA NUMIDIA ACAIA PONTÓ>^ LICIA E PANFILIA CRETA Mediterraneo CIPRO Quadro 1 L'Alto Medioevo Uorganizzazìone sociale La s o c i e t à dei Gerinani era organizzata i n m o d o sem- plice e aveva t r a t t i c o m u n i ai vari popoli. All'interno d i ciascun popolo (gau) o tribù, la s t r u r t u r a p i ù i m p o r t a n t e era i l clan, o sippe, che raccoglieva diverse famiglie patriar- cali . La p r o p r i e t à Capitolo 2 L'Occidente e la fine dell'Impero Che cosa era il clan? della terra era i n comune fra i vari m e m b r i del clan. Le decisioni i m p o r t a n t i venivano prese dall'assemblea di t u t t i gli u o m i n i liberi d i una t r i b ù , formata da adalingi (guerrieri p i ù i m p o r t a n t i ; oggi d i r e m m o "nobili") e arimanni (guerrieri liberi d i livello p i ù basso). Nella s o c i e t à dei Germani i l guerriero era la figura p i ù i m p o r t a n t e e rispettata. Talvolta l'assemblea eleggeva u n capo, una sorta d i re, s o p r a t t u t t o durante i l periodo delle guerre. M a i l re rispondeva sempre d i c i ò che Oual era la figura più importante della società? faceva all'assemblea: n o n decideva da solo. A l d i sotto dei guerrieri c'erano g l i u o m i n i obbligati a lavorare la terra, gli aldii (sem i l i b e r i : qualcosa d i simile ai servi o ai coloni delle p r o p r i e t à romane). A l p u n t o p i ù basso della gerarchia sociale c'erano gli schiavi, i p r i g i o n i e r i c a t t u r a t i i n guerra. I Germani avevano una religione politeista, come era stata quella dei Greci e dei Romani. G l i d è i impersonavano spesso forze naturali. N o n c'erano sacerdoti d i professione, ma sciamani, persone r i t e n u t e i n grado di comunicare con gli d è i e i l m o n d o dei m o r t i . 11ega mi dì sa ngue e Ia f edeIt à pers0n a Ie Nella s o c i e t à dei Germani erano m o l - F a m i g l i a p a t r i a r c a l e Una famiglia composta da coppie imparentate e di più generazioni - nonni, genitori, figli, nipoti - che vivono insieme. La famiglia patriarcale riconosce la s u p e r i o r i t à di un capostipite maschio anziano ed è tipica di molte civiltà primitive e contadine. to i m p o r t a n t i i legami di sangue (all'interno del clan) e i r a p p o r t i d i fedeltà personale che legavano i guerrieri al capo. I l capo riceveva dai suoi guerrieri aiuto i n guerra e in cambio l i ricompensava col b o t t i n o . C'era i n o l t r e l'uso, per i giovani delle famiglie m e n o alrolocate, d i diventare "com- Spiega che cosa si intende per «legami di sangue». pagni" (comites) dei guerrieri p i ù i m p o r t a n t i . Anche i n questo caso la f e d e l t à veniva premiata con parte dei b o t t i n i . È i m p o r t a n t e tenere a m e n t e questo genere di legami tra guerrieri, p e r c h é essi diventeranno u n elemento i m p o r t a n t e dell'organizzazione sociale del Medioevo, nei regni sorti dopo l'arrivo dei Germani i n Occidente. Qualcosa in piìj r Sempre meno "barbari" Fra il I secolo e il IV secolo Romani e Germani si fronteggiarono sul limes. Ma questo non vuol dire che si combattessero e basta. Attorno al limes si scambiavano usi, oggetti, abitudini. I Romani acquistavano pelli, legname, schiavi; i Germani impararono l'uso dell'aratro e della moneta, conobbero il vino (oltre alla loro bevanda tipica, la birra), la metallurgia e, dal III secolo, elaborarono una scrittura detta "runica". Anche le tecniche di guerra dei Germani cambiarono con il tempo: dai nomadi delle steppe impararono a usare di piij i cavalli: dai Romani, p o i c h é molti Germani erano arruolati nelle legioni, una migliore organizzazione in battaglia. L'alfabeto runico Detto anche futhark. dal nome delle prime 6 rune, consiste di 24 segni tramandati in un ordine abbastanza preciso e completamente diverso da quello alfabetico. ni^hKxmti^ F U T A R K G W H N I G E P A S T B E M L Z O O Per esporre la lezione Riordina le idee ed esponi le caratteristiche dei popoli germanio^ seguendo questa scaletta: - da dove provenivano; - come si procuravano da vivere; - qual era la loro organizzazione sociale. LABOR Due caratteristiche germaniche ben presto passate al resto dell'Europa medievale: le "brache", cioè i pantaloni che fasciavano le gambe, che i Romani non avevano, e i calzari chiusi. I C i v i l t à e vita quotidiana Vita e cultura dei popoli germanici Che aspetto avevano Lo storico romano Tacito nel 98 d.C. li descriveva così: «Il tipo fisico [... è uguale in tutti: occhi azzurri, chiome rossicce, corporature gigantesche adatte soltanto all'assalto». I Germani erano più alti dei Romani, ma non immaginiamoci dei giganti: le ossa ritrovate indicano una statura media di 1,70 cm. Quella media dei Romani era di 10-15 cm. più bassa. Che armi avevano La loro arma principale era ìaframea, una lunga asta da urto, non da lancio, ma era usata anche la spada o, presso i Franchi, l'ascia o la mazza ferrata. I Germani non avevano invece molta familiarità con l'arco. Nel combattimento i soldati appiedati si mescolavano ai cavalieri, che spesso scendevano a terra per combattere. I Romani erano colpiti dalla furia di cui i Germani davano prova in combattimento. Dove abitavano I villaggi e gli insediamenti dei Germani, spesso ai margini della foresta, erano composti da case di legno. Per le normali abitazioni non usavano pietra né tegole o metallo. Gli archeologi però hanno scoperto che nelle zone di confine queste popolazioni erano capaci di erigere insediamenti fortificati detti, in lingua germanica, burg. La parola, da cui deriva i termine italiano "borgo", resta in molti nomi di città tedesche [Magdeburgo, Amburgo] e, un po' modificata, inglesi [Canterbury, Salisòury) I II I II 1 à Quadro 1 L'Alto Medioevo Capitolo 2 L'Occidente e la fine dell'Impero Come facevano giustizia I Germani non avevano un codice di leggi scritte sempre valido per tutti. La giustizia era piuttosto un affare privato fra chi subiva il torto e chi lo provocava. Lonore del clan obbligava a punire l'offesa con la vendetta [faida], le faide potevano durare anni e colpire anche membri non colpevoli del clan di chi aveva offeso. Se c'era un caso controverso e non era chiaro chi fosse colpevole, si ricorreva al "giudizio di Dio", l'ordalia, poteva trattarsi di un duello, oppure di prove fisiche estreme, come infilare un braccio nell'acqua bollente o attraversare il fuoco senza bruciarsi. Chi le superava era considerato innocente. La religione: gli dèi mortali I Germani seguivano una religione politeista. I loro dèi impersonavano forze naturali, come Thor, il dio del tuono, o aspetti essenziale della vita, come Odino-Wotan, dio della guerra, della magia e della sapienza. Anche molti elementi della natura erano considerati sacri, per esempio alberi, boschi e fonti. I miti religiosi germanici sono affascinanti ma rispecchiano una società guerriera e violenta. Odino accoglie i guerrieri morti in battaglia nel banchetto eterno del Valhalla. Alla fine dei tempi Odino guiderà dèi e uomini nella battaglia finale contro il lupo Fenrir. Fenrir inghiottirà, uccidendoli, Odino e gli altri dèi [che non sono immortali) ma sarà a sua volta ucciso e gli dèi vendicati. Nel IV secolo il vescovo ariano Ulfila convertì molti Goti al cristianesimo e tradusse per loro in gotico la Bibbia. ora lavora tu Nel testo si dice che i Germani abitavano in villaggi. Rileggi la lezione e, con l'aiuto del dizionario, spiega il significato di questi termini: nomade semi-nomade stanziale Che cosa vuol dire "codice di leggi"? Pensa a qualche esempio attuale in cui la parola "codice" è collegata all'idea di legge 0 regola. f?/' spazi delle invasioni^ ^ Il dio Thor Il dio Thor è associato, nei miti nordici, a molteplici elementi: al tuono, alla tempesta, alle querce, alla forza, alla distruzione, ma anche alla guarigione, alla fertilità e alla protezione degli uomini. LEZIONE Lezione attiva Gli Unni e la fine dell'Impero d'Occidente 7 ] Il popolo delle steppe L'altro i m p o r t a n t e protagonista dell'epoca delle invasioni f u i l popolo degli U n n i . G l i U n n i erano una popolazione nomade originaria delle steppe asiatiche ai c o n f i n i s e t t e n t r i o n a l i della Cina. A l c u n i ritengono che fossero di etnìa mongolica, ma n o n è certo. Secondo alcuni storici (ma m o l t i n o n sono d'accordo) erano tribù d i U n n i anche i cosiddetti ydongnu che già nel I I I secolo a.C. m i nacciavano la Cina e c o n t r o i quali l'imperatore [• C i , " L o sguardo sul m o n d o " , p. 4 4 ] aveva cominciato a erigere f o r t i f i c a z i o n i . A differenza dei Germani, che praticavano anche l'agricoltura, g l i U n n i erano n o m a d i : Descrivi le differenze e le analogie tra Unni e Gernnani. n o n agricoltori, m a pastori e guerrieri. Si spostavano a cavallo lungo le grandi distese erbose della steppa, trasportando le famiglie su carri coperti che fungevano da abitazione e praticavano la razzìa ai danni delle popolazioni più deboli. Come i Germani, e come m o l t e popolazioni p r i m i t i v e , anche g l i U n n i erano organizzati i n clan. E t n i a I Gruppo umano fondato su comuni caratteri fisici e somatici, culturali, linguistici e storico-sociali. Dal p u n t o d i vista m i l i t a r e , la forza degli U n n i stava nell'abilità di combattere a c a vallo senza smontare, scagliando frecce da u n arco piccolo, leggero m a particolarm e n t e potente, con una gittata più lunga degli archi usati dai loro n e m i c i . Gli Unni in marcia verso ovest Nel l secolo d.C. g l i U n n i subirono una grave sconfitta m i l i t a r e da parte d e l l ' I m p e r o cinese. M o l t e tribù dovettero s o t t o m e t t e r s i ai v i n c i t o r i , altre tribù decisero d i migrare verso Occidente. G l i U n n i minacciarono i Individua sulla carta della pagina a fronte il percorso degli Unni. regni dell'India, della Persia, fino a che, verso i l I V secolo d . C , n o n vennero a contatto con i G e r m a n i . Nelle regioni poste a n o r d del M a r Nero, l'attuale C r i m e a , colpirono i p o p o l i degli A l a n i e dei G o t i . A quell'epoca, g l i U n n i avevano c o s t i t u i t o una specie d i vastissimo d o m i n i o che si estendeva dal Caucaso all'Europa centrale, s o t t o m e t t e n do m o l t e tribù germaniche. L'inizio delle invasioni: r"effetto domino" Che cosa vuol dire "effetto domino"? Un popolo guerriero Grandi guerrieri e abilissimi cavalieri, gli Unni usavano un micidiale piccolo arco, arma ideale per gli assalti sui veloci cavalli delle steppe. Fu la migrazione, niente affatto pacifica, degli U n n i a creare un vero e p r o p r i o " e f f e t t o d o m i n o " : così come i l m o v i m e n t o d i una p r i m a tessera fa cadere i n successione le altre, si verificò una serie d i e v e n t i ognuno causato dal precedente. Le tribù u n n e s i abbatterono sulle pianure dell'Europa c e n t r o - o r i e n t a l e abitate dalle tribù germaniche che, anche se composte da guerrieri valorosi, n o n riuscirono a fronteggiare i t e m i b i l i arcieri a cavallo. Per i G e r m a n i c'erano solo due possibilità: assoggettarsi ai n u o v i padroni 0 spostarsi verso ovest. Fra la fine del I V secolo e i p r i m i anni del V secolo, le tribù germaniche, terrorizzate dagli U n n i , s i riversarono i n massa dentro i confini dell'Impero d'Occidente. Stavolta n o n si trattava, come nei due secoli precedenti, d i scorrerie isolate 0 d i i n i z i a t i v e d i questo 0 quel popolo, ma d i una migrazione di massa d i intere popolazioni: guerrieri, vecchi, donne, b a m b i n i . Iniziava la grande invasione che avrebbe posto t e r m i n e al potere d i Roma •! Alarico e il sacco di Roma LABORA TORIA Dalla Crimea, spinte da- g l i U n n i , tribù visigote - come abbiamo anticipato nella L5 - si erano mosse verso l ' I m p e r o . I Visigoti avevano sconfitto nel 378 ad Adrianopoli l'esercito romano i n una battaglia campale e i Romani, le cui difese erano sempre più deboli, avevano accettato che si insediassero i n Tracia e nei Balcani purché ne difendessero i c o n f i n i . I l loro capo Alarico divenne comandante delle t r u p p e d i quelle r e g i o n i . Quadro 1 L*Alto Medioevo Capitolo 2 L'Occidente e la fine dell'Impero Le vicende degli Unni GII Unni, abitatori delle steppe asiatiche, cercarono a più riprese di conquistare i territori civilizzati dei grandi Stati organizzati eurasiatici: quello cinese, quello indiano, quello persiano e quello romano. M0 0 M a Alarico cercava nuove conquiste e si spinse c o n i suoi soldati verso Occidente. R o m a n o n trovò la forza d i opporsi e nel 410 i Visigoti la cinsero d'assedio e la saccheggiarono. Era dal I V secolo a . C , cioè dall'invasione dei Galli d i Brenno che Roma n o n veniva colpita. Da qualche anno, essa n o n era più capitale, perché la corte imperiale si era spostata a Ravenna, ma era pur sempre u n simbolo e i l suo saccheggio creò Chi saccheggiò Roma, e quando? u n ' e n o r m e impressione: Roma n o n era più i n v i n c i b i l e . Guidati dal successore d i Alarico, Ataulfo, i Visigoti si spostarono nella Gallia m e r i dionale e i n Spagna, dove fondarono u n proprio regno. I Vandali Per t u t t a la p r i m a m e t à del V secolo nuove invasioni si abbatterono sull'Occidente, o r m a i del t u t t o indifeso. G l i Svevi giunsero fino i n Spagna, così come i Vandali, che passarono p o i i n Africa settentrionale, u n a regione che fino a quel m o m e n t o n o n aveva conosciuto invasioni. La l o t t a i n Africa f u durissima, ma i Vandali ebbero la meglio. Con una loro flotta (fu r o n o g l i u n i c i G e r m a n i a usare una Dove si insediarono i Vandali? Controlla con la carta di pagina seguente. flotta) controllarono i l Mediterraneo orientale occupando anche Sardegna e Corsica. Attila e gli Unni Verso i l 451 g l i U n n i , guidati dal p o t e n t e re Attila, si mossero anch'essi verso le ricche terre dell'Occidente e arrivarono i n Gallia, seminando t e r r o re e devastazione, t a n t o che egli f u soprannominato «flagello d i Dio». A t t i l a guidava u n esercito d i c u i facevano parte anche m o l t i guerrieri germanici che, come abbiamo visto, aveva sottomesso. GÌ U n n i f u r o n o però s c o n f i t t i n e l 4 5 2 presso i C a m p i C a t a l a u n i c i (oggi Chalon) nella Gallia del n o r d , da u n esercito d i R o m a n i e di Visigoti comandato da Ezio. Secondo alc u n i storici, sarebbe stata u n a battaglia fra le più decisive della storia: se A t t i l a avesse v i n t o , dicono, l'Occidente europeo sarebbe stato d o m i n a t o dagli U n n i e avrebbe imboccato una strada diversa da quella che conosciamo. M a è solo un'ipotesi. Sempre nel 452, co mun que , riorganizzate le forze, g l i U n n i scesero i n Italia saccheggiando la Pianura padana e i l Veneto. Le popolazioni i n fuga dalla terraferma si rifugiarono sulle isole fondando i l p r i m o nucleo d i quella che sarebbe diventata Venezia. L'invasione unna: associa date ed eventi. 451 452 453 • LEZIONE ^ ? Gli Unni e la fine dell'Impero d'Occidente Alle spalle dei due schieramenti, paesaggi simbolici: sereno e luminoso quello a sinistra; tempestoso e pieno di incendi quello a destra. Nella parte sinistra, il papa quasi immobile in atto di ammonire, circondato dal suo seguito. Nella parte destra, lo schieramento degli Unni, in movimento concitato, con i cavalli che si impennano. Attila, sul cavallo nero, sembra spaventato dall'apparizione nel cielo dei santi Pietro e Paolo, con le spade sguainate. ^ Il barbaro e il Leone Gli U n n i n o n giunsero però a Roma. La leggenda dice che papa Leone I , i n c o n t r a n d o In un suo celebre affresco delle Stanze Vaticane, Raffaello {secolo XVI) dipinge la scena in cui Papa Leone Magno ferma Attila. A t t i l a presso M a n t o v a , riuscisse a f e r m a r l o con la forza della sua parola ispirata da D i o . Più p r o b a b i l m e n t e , gli U n n i si trovavano i n difficoltà: temevano l'arrivo d i nuove t r u p pe i m p e r i a l i ed erano stati c o l p i t i da una pestilenza che l i aveva d e c i m a t i . L'anno dopo ( 4 5 3 ) , A t t i l a m o r i v a e la minaccia unna sull'Occidente t e r m i n a v a . La fine dell'Impero d'Occidente N e l 4 5 5 l'imperatore d'Occidente, V a l e n t i n i a - no I I I , f u assassinato. Lo stesso anno i Vandali guidati da Genserico sbarcarono alle foci del Tevere e saccheggiarono n u o v a m e n t e R o m a . Stavolta papa Leone n o n riuscì a f e r m a r l i , m a si adoperò u g u a l m e n t e per proteggere, nei l i m i t i del possibile, g l i abiL'Impero e leinvasiorìi i Le invasioni fra IV e V secolo Come si vede, nel IV secolo gli Unni attaccarono le tribù germaniche e queste penetrarono massicciamente all'interno dell'Impero d'Occidente. LOriente, dopo il grande assalto visigoto e la battaglia di Adrianopoli, fu risparmiato dalle invasioni. In Occidente invece non ci fu nessun territorio che non conobbe il passaggio dei Germani e poi degli Unni. t a n t i i n e r m i . I n u n a città priva d i autorità p o l i t i c h e , i l vescovo d i Roma restava una delle poche figure a u t o r e v o l i su c u i la popolazione poteva fare affidamento. Impero romano d'Oriente SCOTI BF^TAm Nord .^^J^' Impero romano d'Occidenle SASSONfJé'-Ti^^i^i,N,(^f'^^ ^ UNNI • VISIGOTI Rom^>^,^\ ^ M ar N e r 0 ^^ Adrianopolio''^costa[itìfÌop' I l . Atene \ a r ^ M e d i t e r r a ne oAntiocfiìa Cipro ,. oGerusalemme ' Quadro 1 L'Alto Medioevo Capitolo 2 L'Occidente e la fine dell'Impero Nei v e n t i a n n i successivi si alternarono sul t r o n o d'Occidente diversi imperatori deboli, p r i v i d i esercito e d i potere. Nel 475, i l p a t r i z i o romano Oreste fece acclamare imperatore i l figlio Romolo Augustolo (che v u o l dire "piccolo A u g u s t o " ) . Questo imperatore che, ironia della storia, si chiamava come i l p r i m o re d i Roma, f u anche l'ultimo. Nel 476 f u deposto dal coman- Chi fu l'ultimo imperatore e quando venne deposto? dante barbaro delle m i l i z i e i m p e r i a l i , l'erulo Odoacre, e mandato i n esilio. Odoacre rinviò all'imperatore Zenone, a C o s t a n t i n o p o l i , le insegne i m p e r i a l i e chiese, e o t t e n ne, d i governare l'Italia i n n o m e dell'Impero d'Oriente. Qualcuno lo sostituì? L'ultimo imperatore d'Occidente fia dunque Romolo Augustolo e all'anno della sua deposizione, il 476, si fa risalire la fine dell'Impero d'Occidente. I n una parte dell'Europa t e r m i nava un'epoca iniziata oltre quattrocento anni prima e se ne apriva una nuova. meccanismo delle invasioni In Oriente vengono fermati Gli Unni premono sui Germani Germani si spostano in massa verso l'Impero Dilagano in Occidente r Qualcosa in piìJ Il pìccolo padre terrìbile Non ci sono immagini attendibili di Attila, il re unno nato intorno al 406 e morto nel 4 5 3 . Una moneta lo raffigura con tratti inquietanti: occhi obliqui, zigomi pronunciati, naso camuso, barba caprina. La stessa descrizione tramandata dallo storico Pnsco di Panion: « B a s s o di statura, con un largo torace e una testa grande; i suoi occhi erano piccoli, la sua barba sottile e brizzolata e aveva un naso piatto e una carnagione scura che metteva in risalto la sua o n g i n e » . La sua fama di ferocia è diventata proverbiale, anche nei modi di dire, per esempio "Attila, flagello di DiO", ovvero la frusta con cui Dio avrebbe punito gli uomini per i loro peccati. Eppure lo stesso Prisco di Panion racconta di un Attila sobrio e morigerato, e di un pngioniero romano che si era trovato così bene presso gli Unni da non voler più tornare fra i suoi. Nell'antico poema dei Nibelunghi (XII secolo) Attila, chiamato in tedesco EtzeI, è raffigurato come nobile e generoso alleato dei Germani. Di certo, oltre ad essere un valoroso guerriero, era un politico abile, sempre capace di intuire quando era momento di fermarsi e trattare, come testimonia il leggendario incontro con papa Leone Magno; abile anche nel far pagare letteralmente a peso d'oro la rinuncia a guerreggiare 0 le sue alleanze. Infine, il suo nome. Secondo alcuni, attila in lingua gota significherebbe "piccolo atta", cioè piccolo padre. "Padre" si dice atta anche in turco e atya in ungherese. E in Ungheria ancora oggi il nome Attila è molto frequente. Unni e Germani a confronto Compieta la mappa concettuale. Germani Prevalentemente stanziali 0 seminomadi Praticavano l'agricoltura Combattevano per lo più appiedati Unni Per esporre la lezione • Riassumi a voce quanto detto In questa lunga lezione. Questi i punti da seguire: - le caratteristiche degli Unni; - i movimenti degli Unni e i loro effetti a catena; - le tappe delle invasioni e la fine dell'Impero d'Occidente.