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Consulting RetaiLabİt Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro LUGLIO-AGOSTO 2013 Pagina 1 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt EXECUTIVE SUMMARY Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro 1. Il mercato dell’abbigliamento • 2. Prospettive previsionali del mercato nel biennio 2012-2013 (risultati aggregati di un panel di 13 aziende italiane) negli ultimi 10 anni Aumento valore della produzione Consumi popolazione italiana per abbigliamento > Aumento costo materie prime Fatturato comparto abbigliamento = • nel biennio 2012-2013 (previsioni) Fatturato italiano: contrazione dal 2011 al 2012; stabilità dal 2012 al 2013 Pagina 2 Luglio-Agosto 2013 Fatturato estero: crescita dal 2011 al 2012; stabilità dal 2012 al 2013 Reddito Operativo Aziendale Reddito Netto: 2011-2012 2012-2013 Cassa positiva e stabile Posizione Finanziaria Netta negativa (= passivo finanziario – liquidità immediate) Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt Il presente studio sulle performance passate e previsionali Fig. 1 - Consumi italiani abbigliamento del retail abbigliamento si articola in due parti. (% di spesa mensile famigliare in abbigliamento sul totale di spesa, base 2005=100) La prima sezione riguarda il mercato dell’abbigliamento, il quale viene esaminato alla luce delle dinamiche consuntive del comparto italiano (mercato interno ed esportazioni verso i mercati esteri) e delle proiezioni per 6,00% 5,50% 5,00% il biennio 2012-2013 (vendite in Italia e all’estero per un panel aggregato di aziende, sull’unica base di dati storici consuntivi del fatturato del comparto). 4,99% 4,85% 4,88% 4,77% 4,82% 4,75% 4,51% 4,54% 4,51% 4,50% 4,30% 4,14% 4,11% 4,00% 3,73% La seconda sezione si articola in un’analisi dei risultati passati del settore dell’abbigliamento, mediante l’osservazione aggregata del trend consuntivo di un campione di tredici società italiane del comparto in 3,50% 3,00% 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat oggetto, e nell’utilizzo di variabili di stampo macroeconomico per l’esecuzione di una proiezione economica, diminuire del -4,30% dal 2011 al 2012, per poi crescere patrimoniale e finanziaria dell’intero panel di aziende dell’1,13% dal 2012 al 2013; al contrario, il fatturato selezionate, in ipotesi di perfetta linearità strategica e estero aumenta del +2,19% nel primo biennio e cala del operativa. -0,13% nel secondo. Queste variazioni percentuali Conclude il lavoro un approfondimento sull’e-commerce annuali sono state applicate alle vendite aggregate di un e le aziende dell’online shopping di abbigliamento. panel selezionato di aziende italiane (Figura 2). Le vendite generate in Italia, passate dai 734.018.377 euro nel 2009 ai 893.877.232 euro nel 2011, sono previste pari a 1. Il mercato dell’abbigliamento I consumi del mercato italiano relativi all’abbigliamento risultano in progressiva diminuzione. Esaminando, infatti, la quota di spesa degli italiani destinata al gruppo di acquisto abbigliamento dal 1999 al 2011 (Figura 1) si nota che – ad eccezione del balzo dal 2000 al 2001 e del leggero aumento dal 2005 al 2006 – il valore relativo dei consumi della tipologia in oggetto è sempre diminuito da un anno con l’altro. Focalizzandosi sugli ultimi anni, si segnala una progressiva riduzione di 855.466.413 euro nel 2012 e 865.156.566 euro nel 2013. Il fatturato originato all’estero, cresciuto dai 342.736.569 euro nel 2009 ai 455.266.034 nel 2011, risulta raggiungere, secondo le previsioni, i 465.244.186 euro nel 2012 e i 464.629.564 euro nel 2013. Fig. 2 - Fatturato consuntivo e previsionale di un panel selezionato di aziende italiane (Dati in euro) 1.500.000.000 1.349.143.266 0,78 punti percentuali dal 2007 al 2011. In questo arco temporale si riscontrano le quote più basse di tutto il periodo considerato, annualmente in costante calo. Proiettando poi nel futuro (da dicembre 2012 a dicembre 1.320.710.598 1.329.786.131 1.229.329.805 1.300.000.000 1.076.754.946 1.100.000.000 900.000.000 2013 compresi) l’andamento storico degli indici mensili del fatturato interno ed estero del comparto (da gennaio 2002 a novembre 2012 compresi) mediante un 700.000.000 500.000.000 modello statistico che tiene conto della stagionalità dei dati, si è dedotta la variazione media annuale degli anni 2012 e 2013: il fatturato italiano del comparto è previsto Pagina 3 Luglio-Agosto 2013 300.000.000 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt 2. Le prospettive economiche, patrimoniali e finanziarie L’osservazione aggregata del trend 2009-2011 di un Una delle variazioni che incidono maggiormente sul campione di tredici società italiane del settore parziale drenaggio di cassa negli anni consuntivi è la dell’abbigliamento, insieme all’utilizzo di variabili di crescita del magazzino, fonte di vantaggio competitivo, ma stampo macro-economico, permette l’esecuzione di una anche di rischio potenziale, per gli operatori del business proiezione economica, patrimoniale e finanziaria del della moda. Il flusso di cassa previsto (al netto del flusso di panel aggregato per il biennio 2012-2013, in ipotesi di mezzi propri) appare negativo nel 2012 e nel 2013, ma in perfetta continuità strategica e operativa. miglioramento rispetto al 2011 (-990.483 euro nel 2012 e -5.992.529 euro nel 2013, contro i -35.285.224 euro nel 2011). Il conto economico aggregato fotografa un aumento del La rettifica di questo valore con la variazione annuale del valore della produzione dal 2011 al 2013 maggiore passivo finanziario permette il calcolo della cassa, il cui rispetto a quello del costo delle materie prime, che si ammontare negli anni previsionali è positivo e in linea con traduce in una crescita prevista del primo margine del quello del 2011 (6.147.211 euro nel 2012 e 3.845.690 euro nel 5,94% (aumento di poco più di mezzo punto percentuale, 2013, rispetto ai 2.917.445 euro nel 2011). rapportando il risultato al valore della produzione). Il reddito operativo aziendale cresce in valore assoluto Per quanto attiene la dimensione della solidità patrimoniale, dell’11,92% dal 2011 al 2013 e di quasi 0,78 punti il panel si presenta come sostanzialmente solido in percentuali rapportato al valore della produzione ciascuno degli anni analizzati e la posizione finanziaria (passando dall’11,62% al 12,40%). La simulazione netta continua ad essere negativa negli anni previsionali effettuata sulle voci di bilancio del panel aggregato (Figura 4), benché in lieve diminuzione in valore assoluto conduce all’osservazione di una stabilità, sia in valore (-5,04% dal 2011 al 2013). assoluto che relativamente al fatturato, del reddito netto di gruppo dal 2011 al 2012, che si oppone ad una crescita pari al 9,84% nel biennio successivo (passando da 201,6 a 221,5 milioni di euro dal 2012 al 2013) (Figura 3). Fig. 4 - Posizione Finanziaria Netta (negativa) (Differenza tra passivo finanziario e liquidità immediate, dati in euro) 2009 2010 2011 2012 -138.654.881 -137.664.398 2013 -60.000.000 -77.972.161 -80.000.000 Fig. 3 - Valore della produzione e margini (Conto Economico aggregato) -100.000.000 (Dati in euro) -120.000.000 -131.671.869 Valore della produzione Primo margine Reddito operativo aziendale Reddito netto di gruppo [Utile (Perdita)] -140.000.000 3.000.000.000 2.750.000.000 2.802.097.299 2.500.000.000 2.859.085.136 2.937.677.237 -180.000.000 2.250.000.000 2.000.000.000 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali 1.500.000.000 1.589.454.462 1.633.480.859 1.671.940.612 1.730.583.651 In sintesi, le proiezioni sembrano dimostrare una crescita in 1.332.089.061 termini di fatturato e, per il 2013, una ripresa in termini di 1.000.000.000 750.000.000 500.000.000 326.130.351 325.466.204 333.324.190 364.272.379 160.732.169 199.509.879 196.246.657 201.619.721 221.450.523 2009 2010 2011 2012 2013 274.553.516 250.000.000 - -173.940.105 2.170.781.931 1.750.000.000 1.250.000.000 -160.000.000 2.644.979.693 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali Pagina 4 Luglio-Agosto 2013 marginalità per il panel complessivo. Inoltre, persiste nel biennio previsionale il surplus di cassa generato dal delta tra liquidità immediate e passivo finanziario (posizione finanziaria netta negativa). Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt INDICE 1. 2. Il mercato dell’abbigliamento 1.1 Introduzione pagina 6 1.2 Il mercato italiano: la situazione attuale pagina 6 1.3 Il mercato estero: la situazione attuale pagina 9 1.4 Le previsioni per il futuro pagina 11 Le prospettive economiche, patrimoniali e finanziarie 2.1 I risultati conseguiti nel triennio 2009-2011 pagina 13 2.2 Le previsioni per il biennio 2012-2013 pagina 15 2.3 Il modello di simulazione pagina 17 Approfondimento: e-commerce e aziende dell’online shopping di abbigliamento Riferimenti e note Pagina 5 Luglio-Agosto 2013 pagina 19 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt 1. Il mercato dell’abbigliamento 1.1 Introduzione Fig. 1 - Indice del fatturato del comparto italiano dell’abbigliamento Il mercato dell’abbigliamento viene esaminato in termini (medie annuali di dati mensili, base 2005=100) di dinamiche consuntive del comparto italiano, in 130 riferimento sia al mercato interno, sia alle esportazioni 125 verso i mercati esteri. 120 Nel dettaglio, il mercato italiano viene analizzato in 115 termini di: fatturato che le aziende del comparto hanno 110 generato nell’ultimo decennio; andamento dei consumi 105 della categoria abbigliamento da parte delle famiglie; 100 confronto intertemporale tra prezzi al consumo e prezzi 95 115,48 113,39 107,93 105,23 104,87 104,46 102,36 103,62 100,88 100,03 95,20 90 all’industria per la merceologia di riferimento. Per quanto riguarda il mercato estero, viene esaminato il trend storico delle esportazioni, rivolte all’interno e 85 80 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 (GenNov) all’esterno dell’Unione Europea, e ai vari continenti. Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat 1.2 Il mercato italiano: la situazione Più precisamente, il suo andamento si può dividere in tre attuale decrescita dal 2002 al 2005, l’evoluzione del periodo 2006- sviluppi, associabili ad altrettanti archi temporali: la Il valore temporale del mercato italiano dell’abbigliamento 2008, e la successiva diminuzione dal 2009 al 2012. viene misurato sulla base del fatturato generato dagli Fatta eccezione infatti per l’aumento dal 2010 al 2011, il operatori del comparto in oggetto nel periodo 2002-2012; fatturato è in “caduta” dall’anno 2008, arrivando nel nello specifico viene analizzato l’indice del fatturato totale 2012 al suo valore indicizzato più basso nel corso del delle aziende facenti parte del codice ATECO 2007 decennio analizzato (95,20 con base 100 l’anno 2005). La numero 141, che si riferisce all’attività economica negativa congiuntura economica degli ultimi anni ha “confezione dunque pesantemente influito sulle performance del di articoli di abbigliamento, escluso abbigliamento in pelliccia”. settore, e quello che sembrava essere un accenno di ripresa Osservando la Figura 1, si evince il tendenziale nell’anno 2011 è stato smentito dalla ricaduta dell’anno decremento del fatturato nel corso degli ultimi 10 anni. appena trascorso1. 1 La media annuale 2012 tiene conto degli indici dei mesi che vanno da gennaio a novembre compresi. Pertanto, si ritiene sia un valore annuale ridotto, mancando l’indice del mese di dicembre, storicamente uno dei più alti dell’anno. Pagina 6 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt L’analisi del fatturato del comparto non può prescindere categoria merceologica si mantengano stabili nel periodo dalla valutazione dei consumi del mercato italiano considerato, nel 2011 su 100 unità famigliari circa 38 relativi all’abbigliamento, i quali risultano in progressiva dichiarano di diminuirne la quantità e solo all’incirca 13 diminuzione. Esaminando, infatti, la quota di spesa degli asseriscono di ridurne la qualità. Inoltre, nello stesso anno, italiani destinata al gruppo di acquisto abbigliamento dal il 39,4% delle famiglie italiane afferma di non cambiare né 1999 al 2011 (Figura 2) si nota che – ad eccezione del la quantità né la balzo dal 2000 al 2001 e del leggero aumento dal 2005 al abbigliamento, e il 12,8% constata di diminuirle entrambe. qualità della propria spesa in 2006 – il valore relativo dei consumi della tipologia in oggetto è sempre diminuito da un anno con l’altro. L’analisi del settore prosegue con un focus sul confronto Focalizzandosi sugli ultimi anni, si segnala una tra due rilevanti dimensioni macroeconomiche: l’indice progressiva riduzione di 0,78 punti percentuali dal 2007 al dei prezzi pagati dai consumatori di generi di 2011. In questo arco temporale si riscontrano le quote più abbigliamento e quello dei prezzi sostenuti dai relativi basse di tutto il periodo considerato, annualmente in produttori. All’interno del presente studio, mentre per la costante calo. seconda misura (lato offerta) viene individuato l’indice dei L’andamento dei consumi può essere integrato con i dati prezzi all’industria relativo al già citato codice ATECO relativi al comportamento degli italiani nei confronti 2007 141, per la prima (lato domanda) si selezionano due della spesa per l’abbigliamento dal 2004 al 2011 (Figura indicatori: l’indice nazionale dei prezzi al consumo per 3). Nonostante le percentuali delle famiglie italiane che l’intera collettività (NIC) e l'indice armonizzato europeo affermano di diminuire la quantità e la qualità di questa (IPCA). Fig. 2 - Consumi italiani abbigliamento Fig. 3 - Comportamento di spesa delle famiglie circa l’abbigliamento (% di spesa mensile famigliare in abbigliamento sul totale di spesa, base 2005=100) (% di famiglie per comportamento di spesa) 6,00% 45 41,9 40,3 40 39,7 40,0 38,2 38,1 39,3 39,4 37,6 38,1 5,50% 37,5 35 5,00% 4,99% 4,85% 4,88% 4,77% 4,82% 30 31,9 37,5 36,7 31,8 31,0 non cambia né la quantità né la qualità diminuisce la quantità 4,75% 4,51% 4,54% 25 4,51% 4,50% diminuisce la qualità 4,30% 4,14% 20 4,11% 4,00% 17,7 16,0 3,73% 14,3 15 10 3,50% 10,2 11,0 diminuisce sia la quantità che la qualità 17,1 14,5 14,0 11,1 10,1 9,5 2006 2007 13,0 12,8 9,8 10,1 9,7 2009 2010 2011 5 0 3,00% 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat Pagina 7 Luglio-Agosto 2013 2009 2010 2011 2004 2005 2008 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt La comparazione tra l’indice dei prezzi alla produzione e dalle famiglie e, soprattutto, al prezzo pagato dal l’indice NIC – che si riferisce all’intera popolazione consumatore; ovvero tiene conto anche delle riduzioni presente sul territorio nazionale e all’insieme di tutti i temporanee di prezzo (saldi, sconti e promozioni), tipiche beni e servizi acquistati dalle famiglie aventi un effettivo del business della moda. prezzo di mercato – viene illustrata nella Figura 4 e mette Il grafico della Figura 5 evidenzia una doppia stagionalità in prezzi dei prezzi al consumo, in concomitanza dei pieni mesi all’industria rispetto a quelli al consumo dal 2002 fino agli estivi e invernali e dei mesi che anticipano queste stagioni, ultimi mesi dell’anno 2008, momento in cui la tendenza si periodi in cui i prezzi sono al massimo e l’indice IPCA è inverte. Questo significa sostanzialmente che le aziende sempre più alto di quello dei prezzi all’industria; nel corso produttrici assumono una funzione di “ammortizzatore dei mesi successivi, invece, i prezzi d’acquisto si sociale” per quasi sei anni, al termine dei quali la abbassano di molto (saldi di fine stagione) e si allontanano situazione si evolve. Infatti, dopo un 2009 in cui i due maggiormente – e in modo più che proporzionale rispetto indici non sono molto distanti, si registrano anni in cui i ai picchi precedenti – dai prezzi alla produzione. Si prezzi al consumo superano quelli all’industria. osserva poi che negli anni più recenti la forbice tra i prezzi L’indice IPCA, a differenza del NIC, si riferisce alla spesa “pieni” e i prezzi “di saldo” si allarga considerevolmente. risalto la superiorità quantitativa dei monetaria per consumi finali sostenuta esclusivamente Fig. 4 - Confronto tra prezzi al consumo e prezzi all’industria (1) Fig. 5 - Confronto tra prezzi al consumo e prezzi all’industria (2) (Prezzi al consumo NIC vs prezzi all’industria ATECO 2007 141, dati mensili, base 2005=100) (Prezzi al consumo IPCA vs prezzi all’industria ATECO 2007 141, dati mensili, base 2005=100) 115 115 110 110 105 105 100 Prezzi al consumo 100 Prezzi al consumo Prezzi all'industria Prezzi all'industria 90 90 85 85 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat Pagina 8 Luglio-Agosto 2013 Gen-2002 Mag-2002 Set-2002 Gen-2003 Mag-2003 Set-2003 Gen-2004 Mag-2004 Set-2004 Gen-2005 Mag-2005 Set-2005 Gen-2006 Mag-2006 Set-2006 Gen-2007 Mag-2007 Set-2007 Gen-2008 Mag-2008 Set-2008 Gen-2009 Mag-2009 Set-2009 Gen-2010 Mag-2010 Set-2010 Gen-2011 Mag-2011 Set-2011 Gen-2012 Mag-2012 Set-2012 95 Gen-2002 Mag-2002 Set-2002 Gen-2003 Mag-2003 Set-2003 Gen-2004 Mag-2004 Set-2004 Gen-2005 Mag-2005 Set-2005 Gen-2006 Mag-2006 Set-2006 Gen-2007 Mag-2007 Set-2007 Gen-2008 Mag-2008 Set-2008 Gen-2009 Mag-2009 Set-2009 Gen-2010 Mag-2010 Set-2010 Gen-2011 Mag-2011 Set-2011 Gen-2012 Mag-2012 Set-2012 95 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt 1.3 Il mercato estero: la situazione Il divario tra i due indici aumenta nel 2008, per poi svilirsi attuale nell’anno successivo (complice la riduzione drastica di entrambi). Da quel momento in poi, in seguito ad un forte La tematica delle opportunità estere del settore italiano dell’abbigliamento e delle vendite in paesi stranieri da parte di suoi player rappresentativi viene analizzata mediante gli indici del fatturato generato all’interno e all’esterno dell’Italia e i quantitativi delle esportazioni per area geografica. aumento delle vendite all’estero e malgrado una leggera ripresa del mercato interno nel 2011, la differenza tra la crescita del fatturato Italia e di quella del fatturato extraItalia aumenta, fino a diventare massima al termine del 20121. Le esportazioni totali del comparto vengono studiate, Il calo della domanda italiana della categoria merceologica abbigliamento viene confermato osservando i dati del già citato indice del fatturato del comparto italiano, suddiviso in due indicatori specifici sulla base del quantitativo originato all’interno e all’esterno del mercato nazionale (Figura 6). Con il 2005 come base per entrambi, si registra infatti che il mercato estero sia cresciuto in percentuale di più di quello interno a partire dal 2007. come mostrano le Figure 7 e 8, rispettivamente a valore e a peso. L’andamento delle due diverse serie appare tendenzialmente proporzionale, eccezion fatta per gli anni 2007 e 2008, periodo in cui le vendite all’estero aumentano rispetto al 2006 in termini di euro, ma diminuiscono in riferimento ai relativi chilogrammi. L’anno peggiore del decennio in quanto ad esportazioni del settore è il 2003 per entrambe le unità di misura, mentre l’anno migliore è il 2008, tenendo a riferimento il loro valore, e il 2011, considerando il loro peso. Focalizzandosi sull’arco temporale 2009-2011, le esportazioni crescono secondo Fig. 6 - Indice del fatturato interno ed estero del comparto italiano dell’abbigliamento (Medie annuali di dati mensili, base 2005=100) entrambe le dimensioni, ma raggiungono il loro massimo – al termine di questo periodo – valutate in chilogrammi. 130 Le vendite all’estero del settore abbigliamento possono poi 125 120,32 essere scomposte nei 5 continenti, e il dettaglio geografico 120 114,94 115 110 110,49 112,51 106,32 108,69 103,08 100,02 100 98,81 95 dell’unità considerata – euro e chilogrammi – (Figure 9 e 107,43 105,56 105 del loro andamento dal 2001 al 2011 varia a seconda 113,62 112,74 109,26 100,03 interno 104,48 estero 101,03 101,94 101,37 verso i paesi europei costituiscono più dei 2/3 di quelle 98,83 98,15 10). In termini di valore, le esportazioni del comparto totali e raggiungono la quota massima nell’anno 2009 90 85 84,77 (74,41%), per poi calare nei due anni successivi. La quota relativa del valore delle vendite verso i paesi asiatici, 80 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat 1 La 2012 (Gen-Nov) invece, non ha mai smesso di crescere dal 2004 al 2011 (dal 12,62% al 18,21%). Il rapporto tra il valore delle esporta- media annuale 2012 tiene conto degli indici dei mesi che vanno da gennaio a novembre compresi. Pertanto, si ritiene sia un valore annuale ridotto, mancando l’indice del mese di dicembre, storicamente uno dei più alti dell’anno. Pagina 9 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt Fig. 7 - Esportazioni del comparto abbigliamento in euro Fig. 8 - Esportazioni del comparto abbigliamento in kg (Dati ATECO 2007 141) (Dati ATECO 2007 141) 13.863.105.945 14.000.000.000 360.000.000 341.205.413 13.500.000.000 340.000.000 13.000.000.000 320.000.000 12.500.000.000 300.000.000 12.000.000.000 11.203.562.634 11.500.000.000 275.178.636 280.000.000 11.000.000.000 260.000.000 10.500.000.000 240.000.000 10.000.000.000 220.000.000 9.500.000.000 9.000.000.000 200.000.000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat zioni verso il continente americano e il loro valore alle corrispettive quote in euro. Al contrario, il peso delle complessivo, in discesa per quasi un decennio, appare in esportazioni in Africa è in crescita di quasi 10 punti leggera ripresa nel 2010 e nel 2011. In termini di volume, le percentuali dal 2003 al 2011; verso questo continente si incidenze della quantità di merce del comparto esportata vende quindi ad un prezzo più basso e, forse, anche dall’Italia in Europa, in America e in Asia si riduce rispetto l’invenduto degli anni precedenti presso altri continenti. OCEANIA E ALTRI TERRITORI 51,85% 55,08% 53,75% 59,50% 61,54% 66,40% 64,55% 71,02% 73,07% 74,41% 60,00% 73,45% 70,00% 73,18% 70,00% 72,47% 80,00% 71,74% 80,00% 72,79% 90,00% 70,92% 90,00% 69,33% 100,00% 66,51% 100,00% 66,30% (Dati ATECO 2007 141) 65,89% (Dati ATECO 2007 141) 64,85% Fig. 10 - Quota del volume (kg) delle esportazioni del comparto abbigliamento per continente 63,90% Fig. 9 - Quota del valore (euro) delle esportazioni del comparto abbigliamento per continente 60,00% OCEANIA E ALTRI TERRITORI EUROPA EUROPA 50,00% 2004 2005 2006 2008 15,07% 8,19% 7,19% 2007 29,92% 2003 29,78% 2002 28,33% 2001 26,84% 6,77% 6,57% 5,96% 5,93% 5,78% 22,27% 2011 23,73% 8,66% 2010 5,88% 8,33% 2009 21,85% 7,85% 2008 10,00% 21,72% 9,14% 2007 0,00% 20,00% 22,42% 9,85% 2006 18,21% 14,42% 10,61% 2005 16,18% 14,12% 11,60% 2004 15,25% 12,62% 12,21% 2003 15,05% 13,65% 12,87% 2002 14,61% 14,19% 13,75% 14,90% 2001 20,00% 10,00% 30,00% 15,91% 30,00% 40,00% 22,91% AFRICA 40,00% 12,27% ASIA AMERICA 8,83% ASIA 34,33% 50,00% 2010 2011 0,00% Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat Pagina 10 Luglio-Agosto 2013 2009 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat AMERICA AFRICA Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt 1.4 Le previsioni per il futuro All’analisi delle esportazioni del comparto italiano fa diviso per area geografica, ovvero Italia, altri paesi seguito uno studio sulle previsioni delle vendite dell’Unione Europea, e paesi non facenti parte dell’Unione aggregate, eseguite all’interno e all’esterno dell’Italia, di Europea (Figura 11). La media della quota di venduto in un panel selezionato di aziende italiane del settore dell’ Italia per l’intero panel è aumentata leggermente dal abbigliamento. Queste vengono svolte sull’unica base del 58,25% nel 2009 al 59,08% nel 2011, passando per il forecast dell’indice mensile del fatturato, interno ed 59,12% nel 2010. A questo si sono associate una riduzione estero, generato dalle aziende facenti parte del già citato della media del rapporto tra vendite UE (Italia esclusa) e codice ATECO 2007 141 (le cui medie annuali sono vendite totali (dal 28,27% del 2009 al 25,59% del 2011) e presenti all’interno della Figura 6); i risultati delle analisi un aumento della quota media delle vendite avvenute nel sono dunque frutto di un tentativo di proiettare nel resto del mondo (dal 13,48% nel 2009 al 15,33% nel 2011) futuro dati storici passati e prescindono da qualsiasi (Allegato 1). Inoltre, a fronte di una crescita complessiva decisione e/o avvenimento occorso all’interno delle delle vendite aggregate del panel pari al 17,4%, il fatturato aziende selezionate, il cui andamento viene ipotizzato totale italiano è cresciuto nel triennio del +19,1%, più di procedere quello generato negli altri paesi dell’UE (+6,2%), ma meno in condizioni di perfetta continuità di quello originato nel resto del mondo (+33,6%). Per strategica e operativa. completezza, il dettaglio del fatturato generato all’interno Innanzitutto, è stato analizzato il fatturato consolidato e all’esterno dell’Italia negli anni 2005-2008 dalle aziende degli anni 2009, 2010 e 2011 delle società del panel2, sud- del panel viene esposto nell’Allegato 2. Fig. 11 - Fatturato delle aziende del panel per area geografica Fig. 12 - Crescita del fatturato in Italia e all’estero delle aziende del panel (Dati in euro) Estero Resto del Mondo 120,0% Media panel Estero UE 400.000.000 100,0% 350.000.000 300.000.000 BETTY BLUE SPA LIGHT FORCE SRL 80,0% 250.000.000 60,0% 200.000.000 IMPERIAL S.P.A. 150.000.000 40,0% 100.000.000 TESSILFORM S.P.A. LIU JO SPA CRIS CONF. S.P.A. 20,0% TEDDY - S.P.A. 50.000.000 Media panel Teddy SpA LiuJo SpA Fashion Box SpA Cris Conf S.p.A. Tessilform Imap SpA Export SpA Imperial S.p.A. Light Force Betty Blue Srl SpA Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali 2 Le 2011 2010 2009 2011 2010 2009 2011 2010 2009 2011 2010 2009 2011 2010 2009 2011 2010 2009 2011 2010 2009 2011 2010 2009 2011 2010 2009 - 0,0% IMAP EXPORT SPA FASHION BOX S.P.A. -20,0% -40,0% -20,0% 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% 80,0% 100,0% 120,0% 140,0% Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali società italiane operanti nel settore dell’abbigliamento, e selezionate per l’analisi consuntiva del fatturato 2009-2011 per area geografica, sono 9: Teddy SpA; LiuJo SpA; Fashion Box SpA; Cris Conf S.p.A.; Tessilform SpA; Imap Export SpA; Imperial S.p.A.; Light Force Srl; Betty Blue SpA. Pagina 11 Luglio-Agosto 2013 Variazione fatturato ESTERO 2009-2011 Variazione fatturato ITALIA 2009-2011 Italia Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt Fig. 13 - Indice del fatturato interno del comparto italiano dell’abbigliamento Fig. 14 - Indice del fatturato estero del comparto italiano dell’abbigliamento (Andamento storico e previsionale, dati mensili, base 2005=100) (Andamento storico e previsionale, dati mensili, base 2005=100) Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Istat Scendendo nel particolare (Figura 12), le aziende del Il fatturato originato all’estero, cresciuto dai 342.736.569 panel che crescono nel triennio più della media del panel euro nel 2009 ai 455.266.034 nel 2011, risulta raggiungere, sia in Italia che all’estero (senza distinzione di intra-UE secondo le previsioni, i 465.244.186 euro nel 2012 e i ed extra-UE), sono Light Force, Betty Blue, Imperial e 464.629.564 euro nel 2013. Teddy. Proiettando poi nel futuro (da dicembre 2012 a dicembre 2013 compresi) l’andamento storico degli indici mensili del fatturato interno ed estero del comparto (da gennaio 2002 a novembre 2012 compresi) mediante un modello Fig. 15 - Fatturato consuntivo e previsionale del panel in Italia e all’estero (Dati in euro) 893.877.232 900.000.000 855.466.413 statistico che tiene conto della stagionalità dei dati, si è dedotta la variazione media annuale degli anni 2012 e 2013 800.000.000 734.018.377 (Figure 13 e 14): il fatturato italiano del comparto è previsto diminuire del -4,30% dal 2011 al 2012, per poi crescere dell’1,13% dal 2012 al 2013; al contrario, il 865.156.566 825.888.766 700.000.000 Italia 600.000.000 Estero fatturato estero aumenta del +2,19% nel primo biennio e cala del -0,13% nel secondo. Queste variazioni 500.000.000 aggregate del panel selezionato3 (Figura 15). Le vendite 403.441.039 400.000.000 342.736.569 generate in Italia, passate dai 734.018.377 euro nel 2009 ai 893.877.232 euro nel 2011, sono previste pari a 855.466.413 euro nel 2012 e 865.156.566 euro nel 2013. 3 Il 464.629.564 465.244.186 455.266.034 percentuali annuali sono state applicate alle vendite 300.000.000 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali fatturato del panel consiste nella somma dei fatturati delle seguenti 8 società italiane operanti nel settore dell’abbigliamento: Teddy SpA; LiuJo SpA; Cris Conf S.p.A.; Tessilform SpA; Imap Export SpA; Imperial S.p.A.; Light Force Srl; Betty Blue SpA. Per motivi operativi viene dunque esclusa Fashion Box SpA dalla lista di società componenti il campione, citata precedentemente. Pagina 12 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt 2. Le prospettive economiche, patrimoniali e finanziarie 2.1 I risultati conseguiti nel triennio 2009-2011 L’analisi dei risultati passati mercato (39,34%) maggiore rispetto a quello del fatturato, mentre dell’abbigliamento riguarda l’osservazione del trend quella netta si riduce per un irrigidimento della struttura economico, finanziario e patrimoniale consuntivo di un dei costi – con potenziale crescita del rischio operativo – campione di tredici società italiane4 del del settore in dovuto alla maggiore incidenza dei servizi. Questo oggetto. L’esame dell’andamento del panel comincia con andamento la misurazione della variazione della redditività del compensato dell’aumento dei ricavi accessori. capitale investito netto (RONA), scomponibile in La redditività del capitale investito netto (RONA) del redditività delle vendite (ROS) e rotazione del capitale panel di imprese cala di circa 2 punti percentuali investito (turnover). Le performance di marginalità e nell’arco di 3 anni – modificandosi da 24,35% nel 2009 redditività di a 22,39% nel 2011 – in seguito ad una flessione della ripercussioni sulla generazione di cassa e sullo stato di redditività delle vendite (ROS) e una stabilizzazione liquidità, e in relazione ai possibili impatti sul grado di della rotazione del capitale investito (turnover). solidità. La disaggregazione del RONA nei suoi indici secondari e vengono poi valutate in termini negativo viene tuttavia parzialmente l’analisi del loro andamento permette di interpretare la Come evidenziato dai valori consuntivi del conto possibile variazione della strategia commerciale di breve economico di pag. 15, il confronto tra i valori aggregati di periodo da parte dei player (Figura 16). Le aziende che fatturato e margini fa emergere una discordanza: mentre il presentano un aumento del ROS e un decremento del valore della produzione aumenta del 29,08% dal 2009 turnover dal 2009 al 2011, come Cris Conf., Miroglio, Betty al 2011 (passando da 2,1 a 2,8 miliardi di euro), la prima Blue, Fashion Box, Liu Jo, Imperial e Piazza Italia (fuori marginalità diminuisce di 3,07 punti percentuali (dal dalla matrice per un valore differenziale di turnover molto 61,36% al 58,29%) e la seconda di 2,84 (dal 10,59% al distante da quello dei competitor), lasciano intendere uno 7,75%). La marginalità di prodotto si abbassa in seguito spostamento verso una tattica di ricarico sui prodotti alla crescita del costo delle materie prime ad un tasso offerti, che si opporrebbe ad un movimento verso una tat- 4 Le società italiane operanti nel settore dell’abbigliamento e selezionate per l’analisi consolidata (2009-2011) e previsionale (2012-2013) sono 13 (in ordine di fatturato 2011): 1. Miroglio Fashion S.r.l. (marchi Elena Mirò, Motivi, Oltre, Fiorella Rubino, Luisa Viola, Per te by Krizia, Caractère, Diana Gallessi); 2. Teddy SpA (marchi Terranova, Calliope, Terranova Kids, Rinascimento, Kitana); 3. Piazza Italia S.p.A. (marchio Piazza Italia); 4. LiuJo SpA (marchio Liu.Jo); 5. Fashion Box SpA (marchi Replay, Replay & Sons, We Are Replay, Red Seal, White Seal, Replay Footwear); 6. Cris Conf S.p.A. (marchi Pinko, Toy G, Uniqueness); 7. Dama SpA (marchio Paul&Shark); 8. Luisa Spagnoli SpA (marchio Luisa Spagnoli); 9. Tessilform SpA (marchio Patrizia Pepe); 10. Imap Export SpA (marchio Original Marines); 11. Imperial S.p.A. (marchi Imperial, Please); 12. Light Force Srl (marchi Twin-Set Simona Barbieri, Scee by Twin-Set, Liviana Conti, Luciano Padovan); 13. Betty Blue SpA (marchi Elisabetta Franchi, Betty Blue). Pagina 13 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt tica di volume (crescita del turnover e diminuzione del mento è quella delle disponibilità (+67,77% dal 2009 al ROS), operata da Luisa Spagnoli, Tessilform, Dama e 2011), mentre le liquidità differite (crediti commerciali) Teddy. Infine, per Imap Export e Light Force si osserva un crescono in maniera leggermente più che proporzionale aumento sia del ROS, sia della rotazione di capitale. rispetto Ipotizzando che il prezzo possa essere uno degli commerciali). L’incremento pari a 15,83 dei giorni medi di indicatori della qualità di un prodotto di abbigliamento, il magazzino negli anni considerati, può essere fonte di posizionamento tendenziale verso una tattica di mark vantaggio competitivo, ma anche di rischio potenziale, per up per la maggior parte delle società del campione gli operatori del business della moda. alle passività correnti operative (debiti appare dunque coerente con i dati relativi al comportamento degli italiani nei confronti della spesa Procedendo con l’analisi delle dinamiche di cassa si rileva per l’abbigliamento dal 2009 al 2011 (fonte Istat), come l’indice di liquidità primaria tra il 2009 e il 2011 osservabile nella già descritta Figura 3. Resta però inteso (rapporto tra attività correnti al netto delle disponibilità e che l’aumento del ROS può anche essere legato ad passività correnti) e la monetizzazione delle vendite economie di approvvigionamento più aggressive poste in (rapporto tra flusso di cassa operativo e ricavi netti) dal essere dalle aziende oggetto di indagine. 2010 al 2011 siano sostanzialmente stabili: -0,01 per il primo e +0,51 punti percentuali per il secondo. Fig. 16 - Variazione della strategia commerciale di breve periodo delle aziende del panel Le variazioni che incidono maggiormente sul parziale drenaggio di cassa sono l’aumento degli investimenti in Variazione ROS 2009-2011 VERSO UNA TATTICA DI VOLUME immobilizzazioni materiali e immateriali e la crescita del magazzino. Mentre la prima è considerabile una fonte Media panel Variazione TURNOVER 2009-2011 1,00 0,75 di crescita sostenibile soprattutto nel medio-lungo termine, è plausibile che la seconda non sia altrettanto 0,50 LIGHT FORCE SRL benefica in ottica futura e fonte di una maggiore 0,25 LUISA SPAGNOLI S.P.A. TESSILFORM S.P.A. 0,00 IMAP EXPORT SPA TEDDY - S.P.A. DAMA SPA Media panel CRIS CONF. S.P.A. MIROGLIO FASHION S.R.L. BETTY BLUE SPA FASHION BOX S.P.A. -0,25 -0,50 LIU JO SPA Infine, per quanto attiene la dimensione della solidità IMPERIAL S.P.A. patrimoniale, il panel si presenta come sostanzialmente -0,75 -1,00 -8,00% solido in ciascuno degli anni analizzati. Tuttavia, dal VERSO UNA TATTICA DI RICARICO -6,00% -4,00% -2,00% 0,00% 2,00% rischiosità, come accennato in precedenza. 4,00% 6,00% 8,00% Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali 2009 al 2011, ad una riduzione del rapporto di indebitamento (-0,11) si associa un aumento del pay back period (+0,44), ovvero del rapporto tra debito ed EBITDA. Per il campione analizzato, la crescita di fatturato appare allineata a quella del capitale investito netto, In sintesi, l’analisi rileva una certa continuità dal punto che si incrementa del 28,95% dal 2009 al 2011, e risulta di vista patrimoniale e finanziario, contrapposta ad dunque da questo sostenuta. Approfondendo il tema, si alcune evoluzioni di natura reddituale che sembrano nota che la variazione positiva del capitale circolante essere figlie di strategie commerciali (e di acquisto) netto operativo (48,99%) è decisamente maggiore rispetto meglio definite rispetto al passato. Come queste a quella degli investimenti (l’incremento dell’attivo fisso dinamiche si combinino con le evoluzioni del contesto netto è pari al 10,89%). Analizzando poi le singole macro-economico è oggetto di riflessione della successiva variazioni delle poste del capitale circolante netto analisi previsionale. operativo, la voce contabile che mostra il maggiore auPagina 14 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt 2.2 Le previsioni per il biennio 2012-2013 Obiettivo dell’analisi previsionale del presente report è costruire, partendo dai risultati consolidati passati, una Aumento valore della produzione proiezione economica, patrimoniale e finanziaria dell’intero panel di aziende selezionate in ipotesi di > Aumento costo esatta linearità strategica e operativa. Il modello di materie prime macro-economico sulle voci del conto economico e dello previsione proietta i trend futuri di variabili di stampo stato patrimoniale aggregati. Le variabili estrinseche Cassa positiva e stabile considerate influenzano pertanto i risultati aziendali indipendentemente dal successo e dalla bontà delle azioni Operativo intraprese dalle singole realtà; l’output calcolato deriva solo Aziendale previsione completa, ad esso andrebbero sommate tutte le Reddito = dalle componenti esogene e, qualora si volesse ottenere una Posizione Finanziaria Netta negativa Reddito Netto: 2011-2012 componenti endogene di azione che possono condizionare le performance aziendali e di settore. Il conto economico aggregato fotografa un aumento del valore della produzione dal 2011 al 2013 maggiore rispetto a quello del costo delle materie prime, che si 2012-2013 traduce in una crescita prevista del primo margine del 5,94%. Il secondo margine, in seguito agli impatti delle variazioni degli indicatori esogeni, è a sua volta atteso in crescita del 15,94%. 2009 Conto Economico Valore della produzione (€) 2.170.781.931 Materie prime Variazione rimanenze Totale costi variabili di produzione Primo margine 837.822.792 870.078 838.692.870 1.332.089.061 2010 (%) 100,00% (€) 2.644.979.693 2011 (%) 100,00% (€) 2.802.097.299 2012 (%) 100,00% (€) 2.859.085.136 2013 (%) 100,00% (€) 2.937.677.237 (%) 100,00% 38,60% 1.064.181.029 0,04% 8.655.798 38,64% 1.055.525.231 61,36% 1.589.454.462 40,23% 1.198.481.207 -0,33% 29.864.767 39,91% 1.168.616.440 60,09% 1.633.480.859 42,77% 1.217.482.788 -1,07% 30.338.264 41,71% 1.187.144.524 58,29% 1.671.940.612 42,58% 1.237.941.662 -1,06% 30.848.076 41,52% 1.207.093.586 58,48% 1.730.583.651 42,14% -1,05% 41,09% 58,91% Costi per servizi Oneri diversi di gestione Ammortamenti e accantonamenti 477.250.348 207.545.165 109.275.600 21,99% 9,56% 5,03% 595.679.932 243.573.720 129.868.444 22,52% 9,21% 4,91% 656.385.672 258.794.463 110.532.686 23,42% 9,24% 3,94% 673.451.699 265.523.119 112.780.652 23,55% 9,29% 3,94% 686.920.733 270.833.581 115.880.828 23,38% 9,22% 3,94% Manodopera Totale costi fissi di produzione Secondo Margine Ricavi accessori 308.089.400 1.102.160.513 229.928.548 33.870.615 14,19% 50,77% 10,59% 1,56% 369.377.017 1.338.499.113 250.955.349 49.727.718 13,97% 50,61% 9,49% 1,88% 390.505.445 1.416.218.266 217.262.593 54.844.572 13,94% 50,54% 7,75% 1,96% 397.118.160 1.448.873.630 223.066.982 55.959.977 13,89% 50,68% 7,80% 1,96% 405.058.527 1.478.693.670 251.889.980 57.498.236 13,79% 50,34% 8,57% 1,96% 10.754.353 274.553.516 11.165.617 263.387.899 0,50% 12,65% 0,51% 12,13% 25.447.284 326.130.351 10.308.747 315.821.604 0,96% 12,33% 0,39% 11,94% 53.359.039 325.466.204 11.932.493 313.533.711 1,90% 11,62% 0,43% 11,19% 54.297.231 333.324.190 11.314.902 322.009.069 1,90% 11,66% 0,40% 11,26% 54.884.163 364.272.379 11.709.625 352.562.513 1,87% 12,40% 0,40% 12,00% 4.753.938 258.633.961 97.839.883 160.794.078 -0,22% 11,91% 4,51% 7,41% 526.419 315.295.185 113.391.458 201.903.727 -0,02% 11,92% 4,29% 7,63% 15.468.737 298.064.974 100.274.090 197.790.884 -0,55% 10,64% 3,58% 7,06% 15.783.333 306.225.735 103.019.508 203.206.227 -0,55% 10,71% 3,60% 7,11% 16.217.194 336.345.319 113.152.244 223.193.074 -0,55% 11,45% 3,85% 7,60% 61.909 160.732.169 0,00% 7,40% 2.393.848 199.509.879 0,09% 7,54% 1.544.227 196.246.657 0,06% 7,00% 1.586.507 201.619.721 0,06% 7,05% 1.742.551 221.450.523 0,06% 7,54% Proventi finanziari Reddito operativo aziendale Oneri e interessi finanziari Reddito lordo di competenza Risultato della gestione straordinaria Reddito prima delle imposte Imposte di competenza Reddito netto [Utile (Perdita)] Utile (perdita) di terzi Reddito netto di gruppo [Utile (Perdita)] - Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali Pagina 15 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt Tuttavia, rapportando della lieve diminuzione in valore assoluto (-5,04% dal 2011 al produzione, la prima marginalità aumenta di poco più 2013). Questa voce corrisponde alla differenza tra passivo di mezzo punto percentuale, e la seconda di 0,82 punti. finanziario e liquidità immediate, che risulta negativa nei 5 Il confronto tra il bilancio consuntivo e quello previsionale anni complessivi analizzati, in quanto il primo termine è mostra poi un calo dell’incidenza delle voci di costo inferiore rispetto al secondo. Il presente valore risulta essere materie prime e servizi sulla prima riga del conto un surplus di liquidità, che va dunque ad alimentare il economico dal 2011 al 2013, rispetto al periodo 2009-2011, capitale investito netto complessivo – che cresce dal 2011 al e la leggera ma progressiva diminuzione dell’impatto del 2013 del 7,91% – e non il totale del passivo. costo della manodopera sul fatturato, che nel quinquennio Il flusso di cassa previsto (al netto del flusso di mezzi complessivo cala di 0,4 punti percentuali. propri) appare negativo nel 2012 e nel 2013, ma in Il reddito operativo aziendale cresce in valore assoluto miglioramento rispetto al 2011 (-990.483 euro nel 2012 e dell’11,92% dal 2011 al 2013 e di quasi 0,78 punti -5.992.529 euro nel 2013, contro i -35.285.224 euro nel 2011). percentuali rapportato al valore della produzione La rettifica di questo valore con la variazione annuale del (passando dall’11,62% al 12,40%). Si segnalano poi nel passivo finanziario permette il calcolo della cassa, il cui triennio del ammontare negli anni previsionali è positivo e in linea con quantitativo di oneri e interessi finanziari pagato dal quello del 2011 (6.147.211 euro nel 2012 e 3.845.690 euro nel panel aggregato, ma una stabilità della sua incidenza 2013, rispetto ai 2.917.445 euro nel 2011). una i riduzione risultati prevista al valore (-1,87%) sul fatturato, e una crescita del reddito lordo di competenza del 12,45%, che arriva a pesare sulla prima In sintesi, attenendosi alle sole previsioni di natura macro- riga del conto economico con una quota del 12% nel 2013. economica, e ipotizzando una sostanziale continuità La simulazione effettuata sulle voci di bilancio del panel strategica di ciascun operatore indagato, le proiezioni aggregato conduce all’osservazione di una stabilità, sia in sembrano dimostrare una crescita in termini di fatturato e, valore assoluto che relativamente al fatturato, del reddito per il 2013, una ripresa in termini di marginalità per il netto di gruppo dal 2011 al 2012. Questa si oppone ad panel complessivo. Inoltre, persiste nel biennio previsionale una crescita della stessa posta pari al 9,84% nel biennio il surplus di cassa generato dal delta tra liquidità immediate successivo (passando da 201,6 a 221,5 milioni di euro dal e 2012 al 2013), che raggiunge l’identica soglia relativa sul negativa). passivo finanziario (posizione finanziaria netta valore della produzione, ottenuta nel 2010: 7,54%. Fig. 17 - Posizione Finanziaria Netta (negativa) Per stimare la variazione dei proventi e degli oneri finanziari negli anni di forecast rispetto a quelli consuntivi, si è proceduto con la previsione dei valori della cassa e della posizione finanziaria netta per il 2012 e il 2013, eseguibile mediante la simulazione delle singole voci di stato patrimoniale e, di rimando, di rendiconto finanziario (i cui prospetti sono rappresentati all’interno (Differenza tra passivo finanziario e liquidità immediate, dati in euro) 2009 2010 2011 2012 -138.654.881 -137.664.398 2013 -60.000.000 -77.972.161 -80.000.000 -100.000.000 -120.000.000 -131.671.869 -140.000.000 degli Allegati 3 e 4). La posizione finanziaria netta continua ad essere negativa negli anni previsionali (Figura 17), benché in -160.000.000 -180.000.000 -173.940.105 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali Pagina 16 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt 2.3 Il modello di simulazione Segue ora un’analisi circa l’impatto delle variabili esterne disponibile, grazie all’utilizzo di modelli statistici sulle voci di conto economico unificato per gli anni 2012 e previsionali. 2013. L’aumento stimato dei prezzi al consumo del 2,54% dal 2011 al 2012 viene negativamente corretto dalla contrazione 1] Il valore della produzione viene ritenuto modificarsi attesa del volume/mix all’interno dello stesso arco nel tempo, secondo un tasso derivante dalla somma della temporale, pari al -0,50%; la variazione totale del valore variazione annuale dei prezzi al consumo della della produzione consta dunque del +2,03% circa. categoria di acquisto (fonte Istat, Figura 18) e del delta Per quanto riguarda lo scarto tra gli anni successivi, di volume e/o delta mix (inteso come variazione della entrambe le variazioni previste degli indicatori macro- spesa media mensile famigliare per il gruppo di spesa in economici appaiono essere positive: +1,52% per i prezzi al oggetto – fonte Istat, Figura 19). Entrambi gli indicatori consumo e +1,23% per il volume/mix, per uno scostamento sono stati proiettati nel futuro, oltre il periodo più recente totale del valore della produzione dal 2012 al 2013 del +2,75%. Fig. 18 - Prezzi al consumo (Prezzi al consumo NIC, andamento storico e previsionale, dati mensili, base 1995=100) 2] La proiezione sulla voce di costo materie prime viene effettuata sulla base della modifica attesa dei prezzi all’industria per l’abbigliamento (previsioni statistiche DGM Consulting su dati Istat, Figura 20): il costo del venduto è dunque previsto in aumento dell’1,59% tra il 2011 e il 2012 e dell’1,68% dal 2012 al 2013. 3] I costi per servizi e gli oneri diversi di gestione sono intesi variare nel futuro in riferimento all’inflazione prevista nel mercato italiano (fonte Commissione Fonte: elaborazione e previsione statistica di DGM Consulting su dati Istat Europea, Figura 21): +2,60% per il 2011-2012 e +2,00% per il biennio 2012-2013. Fig. 19 - Volume/Mix Fig. 20 - Prezzi all’Industria (Spesa media mensile famigliare per l’abbigliamento, €/mese) (Prezzi all’industria ATECO 2007 141, andamento storico e previsionale, dati mensili, base 2005=100) Fonte: elaborazione e previsione statistica di DGM Consulting su dati Istat Pagina 17 Luglio-Agosto 2013 Fonte: elaborazione e previsione statistica di DGM Consulting su dati Istat Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt Fig. 21 - Inflazione Fig. 22 - Costo del lavoro (Andamento storico e previsionale al 19/10/2012, variazione % annuale, valuta locale) (Andamento storico e previsionale al 19/10/2012, indice del costo nominale di una unità di personale, dati annuali, valuta locale, 2005=100) 3,5 130,0 3,1 3,0 2,8 2,8 2,6 2,8 2,6 2,6 118,2 116,4 117,3 120,0 2,6 113,4 112,9 113,9 2,5 2,2 2,0 108,4 110,0 2,2 2,0 1,5 1,7 100,0 1,5 95,9 97,8 100,0 102,0 103,6 91,8 1,0 90,0 88,8 0,5 80,0 0,0 -0,1 -0,5 70,0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Commissione Europea Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Commissione Europea 4] Il costo della manodopera si suppone che si modifichi, municati dalla Banca d’Italia (in data 08/02/2013) e ai debiti da una parte in conseguenza dell’indice atteso del costo finanziari a breve e a lungo periodo previsti per il 2012 e il nominale totale del lavoro per il mercato italiano (che 2013. Il tasso di finanziamento a breve termine (BT), pari al varia del +2,19% e del +0,77% negli intervalli considerati – 4,88%, viene calcolato facendo la media dei tassi mensili del fonte Commissione Europea, Figura 22), dall’altra in 2012, considerando come periodo di determinazione iniziale relazione alla variazione dei volumi di vendita, scorporati del tasso quello compreso tra i 3 mesi e 1 anno; il tasso a dall’effetto prezzo: la variazione attesa totale del costo lungo termine (LT), invece, pari al 6,07%, viene computato contabile del lavoro è dunque pari al +1,69% dal 2011 al eseguendo la media dei tassi mensili del 2012, tenendo a 2012 e al +2,00% dal 2012 al 2013. riferimento un periodo di determinazione iniziale del tasso superiore ai 5 anni. Per ognuno degli anni di forecast viene 5] Le voci ammortamenti e accantonamenti, ricavi accessori, e risultato della gestione straordinaria, vengono fatte variare in modo proporzionale al fatturato alla fine dell’anno 2011, rispettivamente 3,94%, 1,96%, e 0,55% . dunque eseguita la seguente operazione: 𝑇𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑎 𝐵𝑇 × 𝐷𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑟𝑖 𝑎 𝐵𝑇 + + (𝑇𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑎 𝐿𝑇 × 𝐷𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑟𝑖 𝑎 𝐿𝑇) 6] La previsione relativa ai proventi finanziari viene svolta 8] L’aliquota per il calcolo delle imposte di competenza mediante due step: il calcolo del rapporto tra l’ammontare degli anni 2012 e 2013 viene assunta essere quella dell’anno dei proventi finanziari e quello delle liquidità immediate 2011, pari al 33,64%, ottenuta dividendo le imposte di (somma di cassa e attività finanziarie non immobilizzate) quell’anno per il reddito prima delle imposte dello stesso per l’anno 2011, pari a 15,26%; la moltiplicazione di questo anno. tasso per il valore delle liquidità immediate del 2012 e per quelle del 2013. La presente voce del conto economico 9] L’utile di terzi per gli anni previsionali viene calcolato corrisponde dunque in ciascuno dei due anni previsionali al ipotizzando fissa la percentuale di incidenza di questa voce 15,26% delle liquidità immediate dello stesso anno. sul reddito netto di gruppo nel 2011, pari allo 0,79%. Per completezza, la simulazione eseguita sulle voci di stato 7] Gli oneri e interessi finanziari vengono fatti variare in patrimoniale aggregato per gli anni 2012 e 2013 viene relazione ad elaborazioni eseguite su tassi di interesse co- presentata in maniera riassuntiva nell’Allegato 5. Pagina 18 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt Approfondimento La crescita dell’e-commerce in Italia, sia in termini di 43,1 milioni. Inoltre, nello stesso periodo, il numero di generazione di fatturato sia di propensione di acquisto da acquirenti online attivi nei 3 mesi precedenti il mese di parte dei clienti, induce a verificare l’evoluzione della rilevazione passano da 9 a 12,3 milioni. forza di questo canale in relazione al mercato A questi dati si affianca la misurazione della crescita del dell’abbigliamento e a confrontare le performance fatturato e-commerce in Italia, la quale simula la economiche delle società specializzate nella vendita di traiettoria di una curva esponenziale: le vendite effettuate capi tramite internet. online passano da poco più di 1,6 miliardi di euro nel 2004, transitando per circa 6,3 miliardi nel 2008, a L’E-COMMERCE E LA MODA: quasi 19 miliardi di euro nel 2011. COMPORTAMENTI E FATTURATO La tendenza delle vendite online in Italia e le sue performance vengono indagate sia in termini comportamentali, sia finanziari. La Figura 23 illustra la crescita vertiginosa delle abitudini di consumo degli italiani che acquistano online: nell’arco di 6 mesi (aprile 2011-ottobre 2012), le transazioni online intercorse nei 3 mesi precedenti il mese di rilevazione crescono da 29,5 a Del sistema e-commerce fa parte anche un microcosmo, sui cui si stanno progressivamente concentrando le attenzioni di produttori/venditori e acquirenti italiani, quello dell’abbigliamento. Vengono in questa sede esposti alcuni risultati di un’indagine field (svolta da Casaleggio Associati), la quale restituisce dati annuali, separati per settori merceologici, del fatturato online business-to-consumer generato da un campione di aziende italiane, la cui numerosità varia dalle 2000 alle 3000 unità (i soggetti partecipanti ad interviste Fig. 23 - Atti di acquisto online effettuati nei 3 mesi precedenti il mese di rilevazione sono titolari di azienda, amministratori delegati, direttori (Dati in milioni) generali, responsabili marketing, responsabili e-commerce 45,0 43,1 43,0 40,7 41,0 39,6 40,0 commerce in Italia dal 2005 al 2011 per il settore moda e 39,0 36,7 37,0 per alcuni altri: il rapporto tra il fatturato e-commerce 35,0 35,0 di settore e quello totale italiano aumenta e diminuisce 33,3 33,0 32,3 33,3 31,1 30,5 31,0 29,0 31,0 29,9 29,5 a seconda dei comparti analizzati. 32,2 29,9 Mostrano di essere in caduta – in termini relativi – i 28,7 28,0 e responsabili internet). La Figura 24 mostra la distribuzione del fatturato e- 41,3 business editoria (anche se in lieve ripresa) e moda (intesa 27,0 25,0 Apr 2011 Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Gen 2012 Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott 2012 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Netcomm (“DIGITAL FASHION Multicanalità, eCommerce e Customer Engagement per le aziende della Moda” del 7/11/2012 ) Pagina 19 Luglio-Agosto 2013 come insieme di abbigliamento, calzature, gioielli e occhiali), mentre appare in ripresa negli ultimi anni il comparto dei centri commerciali online. Infine mostrano un andamento tendenzialmente stazionario i settori assicurazioni, salute e bellezza, e casa e arredamento. Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt Fig. 24 - Distribuzione del fatturato e-commerce in Italia dal 2005 al 2011 Fig. 25 - Fatturato e-commerce del settore moda in Italia (% sul fatturato totale italiano e-commerce) (Dati in euro) 4,0% 3,8% 250.000.000 3,5% 208.675.544 3,2% 3,0% 3,0% 2,7% 2,5% 200.000.000 150.563.160 2,3% 2,3% Editoria 2,0% 1,8% 1,9% 1,7% 1,5% 2,0% 0,8% 1,0% 0,6% 0,5% 0,4% 0,5% 0,4% 0,4% 0,5% 0,5% 0,4% 0,4% 2006 2007 2008 2009 Salute e bellezza 100.000.000 Casa e arredamento 1,1% 120.933.233 87.630.048 75.583.129 58.050.000 50.000.000 1,0% 0,3% 0,3% 0,0% 2005 Centri commerciali online 1,8% 1,2% 150.000.000 Moda 1,9% 1,5% 1,5% 1,0% 172.291.068 2,6% 2010 0,3% 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 0,2% 2011 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Casaleggio Associati Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati Casaleggio Associati (“E-COMMERCE IN ITALIA 2012”) Sebbene il fatturato e-commerce relativo di quasi tutti i canale negli Stati Uniti, vedono meno problemi in termini settori considerati (moda compresa) è in calo nell’arco dei di conflitti di canale. Nel 2009, in seguito all’apertura alle 6 anni considerati, tutti questi comparti crescono nel vendite online da parte delle principali marche italiane di tempo in valore assoluto, complice l’aumento del fatturato moda, tutte le altre società seguono questo esempio, totale dell’e-commerce italiano, che avanza annualmente vincendo le resistenze interne dovute alla paura di dal 2005 al 2011 ad un tasso medio del 44,42%. conflitti di canale distributivo. Successivamente, nel 2010 Il fatturato della moda – Figura 25 – cresce mediamente quasi tutti i grandi marchi della moda fanno ingresso nel ogni anno meno del mercato totale (24.03%), ma passa mercato e-commerce (anche se spesso esternalizzando il da 58.050.000 a 208.675.544 euro dal 2005 al 2011 processo di vendita a terzi) e prevedono per l’anno (+259,48%) e da 150.563.160 a 208.675.544 euro dal successivo maggiori sforzi nella gestione dei social media e 2009 al 2011 (+38,60%). Ripercorrendo analiticamente gli nell’ottimizzazione degli stock con le vendite istantanee. ultimi 4 anni del business online della moda da un punto Infine, nel 2011 tutte le grandi case di moda si avvalgono di di vista qualitativo, nella ricerca si afferma che nel 2008 un proprio store e-commerce e molte sfruttano in prende piede l’ingresso di sempre più produttori, contemporanea partnership con siti di vendite istantanee soprattutto di alta gamma che, dopo aver sperimentato il o private outlet. Pagina 20 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt AZIENDE DELLO SHOPPING ONLINE DI derato e Luisa Via Roma del 157,81%; Bon Prix è l’unica ABBIGLIAMENTO società del campione che vede calare nel 2011 il proprio valore della produzione rispetto a quello dell’anno Alle analisi relative all’e-commerce italiano del settore precedente. La marginalità delle aziende selezionate moda viene affiancato uno studio che confronta le non mostra però generalmente livelli molto elevati, e performance che non è sempre in crescita. Il rapporto tra EBIT e valore commercializzano online in Italia (anche, se non della produzione di Yoox è del 7% nel 2010 ed è esclusivamente) capi di abbigliamento, siano esse leggermente in calo nell’anno successivo (5,64%), mentre italiane (come Yoox e Luisa Via Roma) o straniere con quello di Luisa Via Roma aumenta in tre anni di quasi 9 una sede legale e una ragione sociale italiane (come Bon punti percentuali. Appare costante, ma più bassa di quella Prix, Privalia e Groupon5). dei due competitor appena citati, la marginalità di Bon Come osservabile nella Figura 26, il valore della Prix, cha passa dal 2,37% al 2,75%. Infine, Privalia nel 2011 produzione appare registra un EBIT positivo e in crescita rispetto ai due anni tendenzialmente in crescita dal 2009 al 2011. Ad precedenti, e Groupon mostra una buona marginalità esempio, Yoox è in crescita del +91,30% nel triennio consi- (10,82%) nel suo secondo esercizio di attività. economiche delle di realtà 5 aziende analizzate Fig. 26 - Confronto tra aziende di e-commerce (focus abbigliamento) in Italia (Dati in euro) Valore della produzione EBIT 300.000.000 250.000.000 200.000.000 150.000.000 10,82% 11,59% 8,12% 2,85% 0,75% -7,85% -23,70% 2,75% 2,63% 2,37% 5,64% 7,00% 50.000.000 5,81% 100.000.000 0 2009 2010 YOOX S.p.A. 2011 2009 2010 2011 BON PRIX S.R.L. 2009 2010 2011 PRIVALIA VENDITA DIRETTA SRL 2009 2010 2011 LUISA VIA ROMA - S.P.A. 2010 2011 GROUPON S.R.L. A SOCIO UNICO -50.000.000 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali 5 La società italiana del Gruppo Groupon (Groupon Srl a socio unico) è stata costituita nel marzo 2010, pertanto si riportano solo le analisi dei dati contabili degli anni 2010 e 2011. Pagina 21 Luglio-Agosto 2013 www.dgmco.it Appendice Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro - Appendice www.dgmco.it RetaiLabİt Allegato 1: Dettaglio del fatturato delle aziende del panel per area geografica 2009 Italia (€) Teddy SpA LiuJo SpA Fashion Box SpA Cris Conf S.p.A. Tessilform SpA Imap Export SpA Imperial S.p.A. Light Force Srl Betty Blue SpA Totale Panel 134.300.000 176.799.000 47.816.000 111.453.000 57.345.535 115.438.931 53.097.065 30.807.832 54.777.013 781.834.377 Estero Resto Estero Resto del Mondo (€) del Mondo (%) Italia (%) Estero UE (€) Estero UE (%) 44,50% 81,23% 18,01% 77,17% 55,10% 97,61% 68,00% 64,00% 85,19% 58,25% 84.100.000 30.168.000 179.440.000 26.460.000 27.163.675 1.125.179 12.493.427 12.997.054 5.553.311 379.500.646 27,87% 13,86% 67,60% 18,32% 26,10% 0,95% 16,00% 27,00% 8,64% 28,27% 83.400.000 10.695.000 38.206.000 6.520.000 19.566.172 1.700.074 12.493.427 4.332.351 3.968.899 180.881.923 27,63% 4,91% 14,39% 4,51% 18,80% 1,44% 16,00% 9,00% 6,17% 13,48% Totale (€) Totale (%) 301.800.000 217.662.000 265.462.000 144.433.000 104.075.382 118.264.184 78.083.919 48.137.238 64.299.223 1.342.216.946 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% Totale (€) Totale (%) 340.800.000 233.854.000 235.620.000 156.832.000 118.550.071 121.517.515 96.693.129 74.955.851 86.127.239 1.464.949.805 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% Totale (€) Totale (%) 367.400.000 242.407.470 226.717.000 161.759.000 129.912.672 140.294.922 103.020.527 102.936.248 101.412.427 1.575.860.266 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 2010 Italia (€) Teddy SpA LiuJo SpA Fashion Box SpA Cris Conf S.p.A. Tessilform SpA Imap Export SpA Imperial S.p.A. Light Force Srl Betty Blue SpA Totale Panel 147.900.000 187.005.000 40.205.000 121.086.000 66.269.490 119.323.202 63.817.465 49.470.862 71.016.748 866.093.766 Italia (%) Estero UE (€) Estero UE (%) 43,40% 79,97% 17,06% 77,21% 55,90% 98,19% 66,00% 66,00% 82,46% 59,12% 92.400.000 34.702.000 172.105.000 27.781.000 31.534.319 743.704 15.470.901 18.738.963 7.646.990 401.122.876 27,11% 14,84% 73,04% 17,71% 26,60% 0,61% 16,00% 25,00% 8,88% 27,38% Estero Resto Estero Resto del Mondo (€) del Mondo (%) 100.500.000 12.147.000 23.310.000 7.965.000 20.746.262 1.450.609 17.404.763 6.746.027 7.463.501 197.733.162 29,49% 5,19% 9,89% 5,08% 17,50% 1,19% 18,00% 9,00% 8,67% 13,50% 2011 Italia (€) Teddy SpA LiuJo SpA Fashion Box SpA Cris Conf S.p.A. Tessilform SpA Imap Export SpA Imperial S.p.A. Light Force Srl Betty Blue SpA Totale Panel 162.100.000 189.209.902 37.148.000 120.432.000 66.385.375 137.505.787 65.933.137 71.026.011 81.285.019 931.025.232 Italia (%) Estero UE (€) Estero UE (%) 44,12% 78,05% 16,39% 74,45% 51,10% 98,01% 64,00% 69,00% 80,15% 59,08% 93.900.000 39.608.931 155.436.000 27.128.000 37.025.112 883.487 16.483.284 22.645.975 10.077.443 403.188.231 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali Pagina 23 Luglio-Agosto 2013 25,56% 16,34% 68,56% 16,77% 28,50% 0,63% 16,00% 22,00% 9,94% 25,59% Estero Resto Estero Resto del Mondo (€) del Mondo (%) 111.400.000 13.588.637 34.133.000 14.199.000 26.502.185 1.905.648 20.604.105 9.264.262 10.049.965 241.646.803 30,32% 5,61% 15,06% 8,78% 20,40% 1,36% 20,00% 9,00% 9,91% 15,33% Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro - Appendice www.dgmco.it RetaiLabİt Allegato 2: Dettaglio del fatturato delle aziende del panel in Italia e all’estero1 Teddy SpA LiuJo SpA Cris Conf S.p.A. Tessilform SpA Imap Export SpA Imperial S.p.A. Light Force Srl Betty Blue SpA Totale Italia (€) 123.842.544 68.384.573 77.623.000 47.097.213 72.977.733 51.010.828 9.937.359 16.174.218 467.047.468 Teddy SpA LiuJo SpA Cris Conf S.p.A. Tessilform SpA Imap Export SpA Imperial S.p.A. Light Force Srl Betty Blue SpA Totale Italia (€) 120.061.382 131.769.427 104.457.000 59.272.743 92.066.883 48.697.408 17.508.151 38.992.983 612.825.977 2005 Estero (€) 132.426.140 15.174.420 22.861.000 34.104.879 1.465.537 13.559.840 7.939.541 3.876.484 231.407.841 2007 Estero (€) 148.975.978 32.428.691 32.753.000 48.495.881 1.953.143 20.870.318 9.921.848 6.604.569 302.003.427 Totale (€) 256.268.684 83.558.993 100.484.000 81.202.092 74.443.270 64.570.668 17.876.900 20.050.702 698.455.309 Italia (€) 134.108.097 109.443.634 84.571.000 54.536.165 82.072.905 51.254.394 17.392.717 23.413.365 556.792.277 Totale (€) 269.037.360 164.198.118 137.210.000 107.768.624 94.020.026 69.567.725 27.429.999 45.597.552 914.829.404 Italia (€) 119.941.404 162.234.951 110.703.000 59.137.576 104.051.128 48.630.947 24.136.317 50.124.170 678.959.493 2006 Estero (€) 150.367.699 22.049.177 36.491.000 39.491.705 1.355.646 20.934.894 9.051.053 7.866.933 287.608.107 2008 Estero (€) 171.493.760 32.110.823 35.453.000 52.865.409 2.441.104 20.841.835 14.175.297 11.080.751 340.461.979 Totale (€) 284.475.796 131.492.811 121.062.000 94.027.870 83.428.551 72.189.288 26.443.770 31.280.298 844.400.384 Totale (€) 291.435.164 194.345.774 146.156.000 112.002.985 106.492.232 69.472.782 38.311.614 61.204.921 1.019.421.472 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali 1 Si fornisce il dettaglio del fatturato per area geografica dal 2005 al 2008 di 8 e non 9 aziende del panel per l’impossibilità di individuare la separazione geografica delle vendite di questo periodo per la società Fashion Box SpA. Pagina 24 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro - Appendice www.dgmco.it RetaiLabİt Allegato 3: Stato Patrimoniale aggregato consuntivo e previsionale (Dati in euro) Crediti commerciali Altri crediti Ratei e risconti attivi Imm. Fin. (crediti a breve termine) TOTALE LIQUIDITA' DIFFERITE DISPONIBILITA' TOTALE ATTIVITA' CORRENTI Debiti commerciali Altri debiti Ratei e risconti passivi TOTALE PASSIVITA' CORRENTI CAPITALE CIRCOLANTE NETTO OPERATIVO (CCNO) Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni finanziarie ATTIVO FISSO NETTO (AFN) TFR Fondi per rischi e oneri CAPITALE INVESTITO NETTO (CIN) Crediti a medio-lungo periodo Altri debiti non onerosi medio-lungo termine Posizione Finanziaria Netta (PFN) negativa CAPITALE INVESTITO NETTO (CIN) complessivo Capitale sociale Riserve Utile/perdite a nuovo Utile d'esercizio PATRIMONIO NETTO Cassa Att. Fin. non immobilizzate LIQUIDITÀ IMMEDIATE Banche e altri debiti fin. correnti Banche e altri debiti fin. medio-lungo termine PASSIVO FINANZIARIO TOTALE PASSIVO 2009 487.781.501 227.144.310 27.521.472 1.814.159 744.261.442 280.769.036 1.025.030.478 332.270.049 157.189.192 5.752.248 495.211.489 529.818.989 2010 550.275.008 283.236.932 39.459.984 8.289.364 881.261.288 379.513.167 1.260.774.455 425.792.076 155.037.935 5.189.358 586.019.369 674.755.086 2011 581.097.545 286.444.953 39.206.428 11.610.339 918.359.265 471.054.763 1.389.414.028 454.928.930 138.031.636 7.092.328 600.052.894 789.361.134 2012 592.915.654 292.270.546 40.003.791 11.846.465 937.036.457 478.523.203 1.415.559.660 462.141.700 141.620.459 7.204.775 610.966.933 804.592.727 2013 609.214.045 300.304.639 41.103.437 12.172.107 962.794.229 486.564.422 1.449.358.651 469.907.640 144.452.868 7.325.846 621.686.353 827.672.298 171.552.430 214.974.676 57.757.846 444.284.952 41.518.848 18.306.435 914.278.658 16.735.842 3.969.891 77.972.161 1.005.016.770 339.991.343 293.985.429 210.245.920 160.794.078 1.005.016.770 304.332.860 4.210.002 308.542.862 120.725.875 109.844.826 230.570.701 1.005.016.770 171.031.937 183.865.096 90.603.680 445.500.713 42.375.730 40.582.562 1.037.297.507 32.184.569 6.425.588 173.940.105 1.236.996.593 359.417.211 423.492.214 252.183.441 201.903.727 1.236.996.593 341.992.280 4.708.827 346.701.107 122.677.480 50.083.522 172.761.002 1.236.996.593 174.060.826 200.116.485 103.213.812 477.391.123 38.976.193 52.427.445 1.175.348.619 33.817.610 3.930.006 138.654.881 1.343.891.104 363.579.868 489.611.883 292.908.469 197.790.884 1.343.891.104 284.752.853 64.865.699 349.618.552 146.556.191 64.407.480 210.963.671 1.343.891.104 175.338.039 194.480.685 139.744.318 509.563.041 39.636.205 53.493.692 1.221.025.871 34.505.378 3.992.315 137.664.398 1.389.203.332 363.579.868 489.611.883 332.803.915 203.207.665 1.389.203.332 290.900.064 64.865.699 355.765.763 162.004.081 56.097.284 218.101.365 1.389.203.332 176.624.623 189.003.603 189.204.079 554.832.306 40.428.730 54.964.156 1.287.111.718 35.453.881 4.059.403 131.671.869 1.450.178.065 363.579.868 489.611.883 373.791.954 223.194.360 1.450.178.065 294.745.754 64.865.699 359.611.453 179.080.270 48.859.314 227.939.583 1.450.178.065 Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali Pagina 25 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro - Appendice www.dgmco.it RetaiLabİt Allegato 4: Rendiconto Finanziario aggregato consuntivo e previsionale (Dati in euro) REDDITO OPERATIVO -IMPOSTE RISULTATO OPERATIVO DOPO LE IMPOSTE AMMORTAMENTI, SVALUTAZIONI E ACCANTONAMENTI FLUSSO DI CASSA OPERATIVO LORDO -/+Aumento/Diminuzione Liquidità differite +/-Aumento/Diminuzione Passivo Corrente Operativo -/+Aumento/Diminuzione Magazzino FLUSSO DI CCNO FLUSSO DI CASSA OPERATIVO NETTO +/-Disinvestimenti/Investimenti mat. e imm. 2010 326.130.351 113.391.458 212.738.893 129.868.444 342.607.337 -136.999.846 90.807.880 - 98.744.131 -144.936.097 197.671.240 - 98.238.371 +/-Disinvestimenti/Investimenti imm.fin. Variazione altri impieghi/Fonti FREE CASH FLOW OPERATIVO Gestione Straordinaria FLUSSO DI CASSA DOPO COMPONENTI STRAORD. Oneri e Interessi Finanziari FLUSSO DI CASSA -Flusso di Mezzi Propri FREE CASH FLOW TO THE FIRM - 32.845.834 - 12.610.132 - 36.530.506 - 49.459.762 10.139.979 4.316.723 1.100.800 1.381.574 76.727.014 83.012.379 184.001.243 184.152.221 526.419 - 15.468.737 - 15.783.333 - 16.217.194 76.200.595 67.543.642 168.217.909 167.935.026 10.308.747 11.932.493 11.312.954 11.707.929 65.891.848 55.611.149 156.904.955 156.227.098 - 30.076.096 90.896.373 157.895.438 162.219.626 95.967.944 - 35.285.224 990.483 - 5.992.529 Calcolo CASSA FREE CASH FLOW TO THE FIRM - Debiti fin a BT iniziali Debiti fin a BT finali - Debiti fin a LT iniziali 38.158.245 2.917.445 6.147.211 3.845.690 95.967.944 - 35.285.224 990.483 - 5.992.529 - 120.725.875 - 122.677.480 - 146.556.191 - 162.004.081 122.677.480 146.556.191 162.004.081 179.080.270 -109.844.826 - 50.083.522 - 64.407.480 - 56.097.284 Debiti fin a LT finali Fonte: elaborazione di DGM Consulting su dati aziendali Pagina 26 Luglio-Agosto 2013 50.083.522 2011 325.466.204 100.274.090 225.192.114 110.532.686 335.724.800 - 37.097.977 14.033.525 - 91.541.596 -114.606.048 221.118.752 -129.812.964 64.407.480 2012 333.324.190 103.020.237 230.303.953 112.780.652 343.084.605 - 18.677.192 10.914.039 - 7.468.440 - 15.231.593 327.853.012 -108.422.064 56.097.284 2013 364.272.379 113.152.896 251.119.483 115.880.828 367.000.311 - 25.757.772 10.719.420 - 8.041.219 - 23.079.571 343.920.740 -111.690.331 48.859.314 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro - Appendice www.dgmco.it RetaiLabİt Allegato 5: Dati utilizzati per la previsione dello Stato Patrimoniale Voce di Stato Patrimoniale Calcolo per la previsone 2012 Crediti commerciali Altri crediti Ratei e risconti attivi Imm. Fin. (crediti a breve termine) (Valore della produzione 2012 / 360) * gg medi Crediti commerciali 2011 (Valore della produzione 2012 / 360) * gg medi Altri crediti 2011 Crediti commmerciali 2012 * (Ratei e risconti attivi 2011/Crediti commerciali 2011) (Valore della produzione 2012 / 360) * gg medi Crediti a breve termine 2011 Disponibilità (Materie prime 2012 / 360) * gg medi Rimanenze 2011 Debiti commerciali Altri debiti Ratei e risconti passivi (Materie prime 2012 / 360) * gg medi Debiti commerciali 2011 [Costi per servizi 2012 + Oneri diversi di gestione 2012) / 360] * gg medi Altri debiti 2011 Debiti commerciali 2012 * (Ratei e risconti passivi 2011 / Debiti commerciali 2011) Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni finanziarie Immobilizzazioni immateriali 2011 * (1 + Media del tassi di crescita annuali della voce dal 2009 al 2011) Immobilizzazioni materiali 2011 * (1 + Media del tassi di crescita annuali della voce dal 2009 al 2011) Immobilizzazioni finanziarie 2011 * (1 + Media del tassi di crescita annuali della voce dal 2009 al 2011) TFR Fondi per rischi e oneri (TFR 2011 / Manodopera 2011) * Manodopera 2012 (Fondi per rischi e oneri 2011 / Ammortamenti e accantonamenti 2011) * Ammortamenti e accantonamenti 2012 Crediti a medio-lungo periodo Altri debiti non onerosi medio-lungo termine (Crediti a medio-lungo periodo 2011 / Crediti commerciali 2011) * Crediti commerciali 2012 (Altri debiti non onerosi medio-lungo termine 2011 / Debiti commerciali 2011) * Debiti commerciali 2012 Capitale sociale Riserve Utile (perdite) a nuovo Capitale sociale 2011 Riserve 2011 Utile (perdite) a nuovo 2011 + Utile d'esercizio 2012 * (1 - Tasso distribuzione utili 2011) Cassa Att. Fin. non immobilizzate Cassa 2011 + Differenziale di cassa 2011-2012 Att. Fin. non immobilizzate 2011 Banche e altri debiti fin. correnti Banche e altri debiti fin. medio-lungo termine Banche e altri debiti fin. correnti 2011 * (1 + Media del tassi di crescita annuali della voce dal 2009 al 2011) Banche e altri debiti fin. medio-lungo termine 2011 * (1 + Media del tassi di crescita annuali della voce dal 2009 al 2011) Voce di Stato Patrimoniale Crediti commerciali Altri crediti Ratei e risconti attivi Imm. Fin. (crediti a breve termine) Calcolo per la previsone 2013 (Valore della produzione 2013 / 360) * gg medi Crediti commerciali 2011 (Valore della produzione 2013 / 360) * gg medi Altri crediti 2011 Crediti commmerciali 2013 * (Ratei e risconti attivi 2011 / Crediti commerciali 2011) (Valore della produzione 2013 / 360) * gg medi Crediti a breve termine 2011 Disponibilità (Materie prime 2013 / 360) * gg medi Rimanenze 2011 Debiti commerciali Altri debiti Ratei e risconti passivi (Materie prime 2013 / 360) * gg medi Debiti commerciali 2011 [Costi per servizi 2013 + Oneri diversi di gestione 2013) / 360] * gg medi Altri debiti 2011 Debiti commerciali 2013*(Ratei e risconti passivi 2011/Debiti commerciali 2011) Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni finanziarie Immobilizzazioni immateriali 2012 * (1 + Media del tassi di crescita annuali della voce dal 2009 al 2011) Immobilizzazioni materiali 2012 * (1 + Media del tassi di crescita annuali della voce dal 2009 al 2011) Immobilizzazioni finanziarie 2012 * (1 + Media del tassi di crescita annuali della voce dal 2009 al 2011) TFR Fondi per rischi e oneri (TFR 2012/Manodopera 2012) * Manodopera 2013 (Fondi per rischi e oneri 2012 / Ammortamenti e accantonamenti 2012) * Ammortamenti e accantonamenti 2013 Crediti a medio-lungo periodo Altri debiti non onerosi medio-lungo termine (Crediti a medio-lungo periodo 2012 / Crediti commerciali 2012) * Crediti commerciali 2013 (Altri debiti non onerosi medio-lungo termine 2012 / Debiti commerciali 2012) * Debiti commerciali 2013 Capitale sociale Riserve Utile (perdite) a nuovo Capitale sociale 2011 Riserve 2011 Utile (perdite) a nuovo 2012 + Utile d'esercizio 2013 * (1 - Tasso distribuzione utili 2011) Cassa Att. Fin. non immobilizzate Cassa 2012 + Differenziale di cassa 2012-2013 Att. Fin. non immobilizzate 2011 Banche e altri debiti fin. correnti Banche e altri debiti fin. medio-lungo termine Banche e altri debiti fin. correnti 2012 * (1 + Media del tassi di crescita annuali della voce dal 2009 al 2011) Banche e altri debiti fin. medio-lungo termine 2012 * (1 + Media del tassi di crescita annuali della voce dal 2009 al 2011) Pagina 27 Luglio-Agosto 2013 Retail Abbigliamento: dalle performance passate alle previsioni per il futuro www.dgmco.it RetaiLabİt Riferimenti e note Le tabelle e i grafici riportati nel presente documento sono il frutto di rielaborazioni di DGM Consulting sulla base di dati provenienti da fonti differenti quali istituzioni, società di analisi, bilanci pubblicati, ecc. Per ragioni di spazio sono state presentate solo alcune delle evidenze emerse dallo studio del campione di aziende e del mercato dell’abbigliamento retail. I dati quantitativi di mercato sono disponibili con l’aggregazione prevista alla fonte (mese, trimestre, anno) e con la possibilità di effettuare aggregazioni o disaggregazioni differenti e maggiormente specifiche rispetto a quelle presentate. È stata inoltre sviluppata un’analisi di bilancio completa sul piano economico, patrimoniale e finanziario per ciascuna delle aziende del panel analizzato. Sono a disposizione dei soggetti che ne facciano esplicita richiesta a DGM Consulting tutti i dati sia societari che di mercato relativi agli anni 2009-2011, e tutti i dati utilizzati a fini previsionali per gli esercizi 2012-2013. Lo studio effettuato all’interno della presente documentazione può essere replicato e approfondito nei confronti di ulteriori società operanti nel business esaminato. (IT) DISCLAIMER: Tutti i loghi ed i trademarks in questo documento, appartengono ai rispettivi proprietari. La grafica, le foto ed i contenuti, ove non diversamente specificato, appartengono a DGM Consulting srl. Testi, foto, grafica e materiali inseriti nel documento non potranno essere pubblicati, riscritti, commercializzati o distribuiti, da parte degli utenti e dei terzi in genere, in alcun modo e sotto qualsiasi forma salvo preventiva autorizzazione da parte dei responsabili della DGM Consulting srl. I contenuti offerti dal presente documento sono gratuiti, redatti con la massima cura/diligenza, e sottoposti ad un accurato controllo. La DGM Consulting srl, tuttavia, declina ogni responsabilità, diretta e indiretta, nei confronti degli utenti e in generale di qualsiasi terzo, per eventuali imprecisioni, errori, omissioni, danni (diretti, indiretti, conseguenti, punibili e sanzionabili) derivanti dai suddetti contenuti. Pagina 28 Luglio-Agosto 2013 www.dgmco.it RetaiLabİt in sintesi... I 2 COS’È RetaiLabİt nasce nel 2010 per approfondire la conoscenza del settore retail tramite l’applicazione di tecniche di misurazione delle performance, che permettano la valutazione di risultati passati e la previsione dei trend futuri II DI COSA SI OCCUPA Studi, analisi, progetti aventi a riferimento il mondo della Grande Distribuzione (Organizzata e Specializzata) Indagini teoriche ed empiriche sui legami tra le leve di Customer Relationship Management, la qualità delle relazioni con i clienti, le performance aziendali III PROGETTI E PUBBLICAZIONI (2011-2013) Report sul Retail Abbigliamento GDO Report (I, II, III) Pubblicazioni su Riviste Specialistiche della Grande Distribuzione (Largo Consumo, GDO News, Beverage & Grocery), amplificate dal blog RetailWatch.it IV PROSSIME USCITE (2014-2016) GDO Report 2014: settembre-novembre 2014 GDO Report 2015, focus on Customer Satisfaction Index nel B2C: settembre-novembre 2015 GDO Report 2016, focus on Customer Satisfaction Index nel B2B: settembre-novembre 2016 CHI SIAMO: DGM Consulting nasce nel 2003 per volontà dei due soci fondatori, Andrea Dossi e Consulting Gianluca Meloni, con l'obiettivo di costruire un luogo in cui convogliare e sviluppare il bagaglio di conoscenze professionali, di ricerca e didattiche maturate nel corso degli anni nell'area del Planning, Control & Performance Evaluation. Nel tempo DGM è cresciuta ampliando progressivamente le competenze chiave attraverso una continua e sistematica attività di ricerca. Grazie a questo impegno, DGM ha avviato e concluso un numero crescente di progetti che ne testimoniano la sua evoluzione anche in termini di servizi offerti e di settori presidiati. Oggi DGM, pur volendo rimanere una realtà capace di garantire un servizio customizzato e rispettoso delle esigenze dei propri clienti, si propone come community professionale nel campo della Consulenza Direzionale a tutto tondo. RetaiLabİt Riccardo Arcioni [email protected] Tel: 327.4519135 DGM Consulting Via Ripamonti, 44 - 20141 Milano Tel. 02 45495568 - [email protected] www.dgmco.it Pagina 2 Copyright © DGM Consulting. Tutti i diritti riservati. E' proibita la riproduzione, anche parziale, in ogni forma o mezzo, senza l’esplicita concessione scritta da parte degli autori.