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Nuova politica regionale: «Ora entriamo in scena noi

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Nuova politica regionale: «Ora entriamo in scena noi
GIORNALEdelPOPOLO
SABATO 30 LUGLIO 2011
TICINO 3
+
PROMOZIONE ECONOMICA
Le aspettative del presidente dell’ERS Lugano
INCONTRO CON GOBBI
Nuova politica regionale:
«Ora entriamo in scena noi»
Le strutture
militari
si presentano
Secondo Giovanni
Bruschetti il Cantone
avrebbe dovuto – e
dovrebbe – promuovere
una comunicazione più
incisiva. «Non si riesce
ancora a comprendere
fino in fondo la nuova
legge».
Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, e Tiziano Scolari, capo della Sezione del Militare e della Protezione della popolazione, nei giorni scorsi hanno incontrato alcuni comandanti delle Scuole e dei corsi presenti in Ticino, il direttore del Centro logistico del Monte Ceneri e il comandante del Centro di reclutamento. Incontri che fanno parte
della serie di visite nel primo periodo dopo
l’insediamento del nuovo direttore del DI.
Il colonnello André Mudry, comandante del
Comando Granatieri 1, ha spiegato che dal 1
gennaio 2012 il nuovo “Comando Forze Speciali” riunirà sotto il suo cappello le attuali formazioni, cui si aggiungerà un distaccamento
speciale della Polizia Militare. Sotto l’attuale
guida del colonnello SMG Laurent Michaud,
le Scuole granatieri ed esploratori paracadutisti contribuiranno alla nascita del centro di
formazione delle forze speciali. Questo nuovo Comando andrà a consolidare e rafforzare
la presenza e la formazione di truppe speciale in quello che è definito il settore “IsoneMonteceneri-Locarno/Magadino”.
Il direttore Gobbi ha pure approfondito le attività svolte dalla Base Aerea di Locarno/Magadino, i cui benefici non si limitano al militare. Il colonnello SMG Martino Righetti ha
presentato il Centro di reclutamento della Svizzera Italiana. Da parte sua Fulvio Chinotti, direttore del Centro Logistico di Monteceneri, ha
accolto Gobbi e Scolari nella nuova struttura
comprensiva anche dell’integrazione del Centro infrastrutture di Andermatt.
Sono trascorsi quasi due anni da
quando il Parlamento ha approvato
la legge cantonale sulla Nuova politica regionale, in sostituzione della
legge sull’aiuto agli investimenti nelle regioni montane (LIM). Tutto però
appare ancora molto astratto. Questa
settimana abbiamo appreso che il totale dei contributi di Cantone e Confederazione per il prossimo quadriennio potrebbero oltrepassare i 60
milioni di franchi. Il Consiglio di Stato ha indicato a Berna le sue priorità
tematiche, ma il programma che
traccia le linee dei futuri investimenti in materia di politica regionale resta ancora “top secret”. Abbiamo
chiesto a Giovanni Bruschetti, presidente dell’Ente regionale del Luganese,
di spiegarci in che misura sono stati
coinvolti nell’allestimento del dossier.
«Fino ad oggi è stato soprattutto il
Cantone ad avere voce in capitolo –
racconta –. Il lavoro dal basso inizia
adesso. Nel corso dell’ultima riunione che abbiamo avuto con il Dipartimento ci siamo pronunciati proprio
su questo aspetto».
Cosa intende?
La Nuova politica regionale dovrà essere davvero il riflesso delle esigenze del territorio. Dovrà premiare tutti quei progetti che avranno il merito di incrementare la competitività
territoriale, valorizzando i potenziali locali delle singole regioni. Qualche
giorno fa il Consiglio di Stato ha inviato a Berna il “Programma d’attuazione 2012-2015”, che si concentra su
12 campi di attività. Tuttavia si fa ancora fatica a comprendere il “fil rouge” che lega le varie proposte individuate a livello cantonale. In futuro
sarà importante che queste tematiche possano essere eventualmente riviste e corrette, in funzione delle esigenze che emergeranno dalle varie
regioni.
Il programma del prossimo quadriennio, dunque, per certi versi, rimane ancora un cantiere aperto...
Ed è un bene che sia così. Noi abbiamo chiesto soprattutto flessibilità. È
importante non “sbilanciarsi” troppo
con temi puntuali, lasciare ancora un
certo margine di intervento. Il Cantone ha fatto la sua parte, ma ora
spetta ai quattro nuovi Enti entrare in
azione.
Un concetto sul quale si continua a di-
IN SCENA
Entro la fine dell’anno tutti e 4 gli Enti saranno operativi.
scutere è che la nuova Legge, a differenza della LIM, non sosterrà più tutti i progetti in grado di creare occupazione nelle zone periferiche, ma solo le
iniziative che stimoleranno la competitività di un’intera regione.
Questo è il concetto fondamentale.
Distribuire contributi e sussidi a
TRASPORTI
pioggia come in passato era controproducente. La novità è che qualsiasi progetto, sia esso di natura rurale
o urbana, dovrà essere visto e seguito secondo una chiave di lettura di
territorio unico. Unito. Il Luganese
sembra aver ben compreso questo
discorso di complementarietà, e il
Vendite in continuo aumento
consenso generalizzato sulla costituzione dell’Ente ne è la conferma.
Ma nella costituzione di altri Enti il discorso non è stato così semplice...
Credo che il Cantone avrebbe dovuto – e dovrebbe – promuovere una comunicazione più incisiva. Far capire
chi sono e a cosa servono questi nuovi Enti, qual è il loro potenziale. La
Nuova politica regionale dovrà determinare, a mio avviso, un nuovo rapporto tra enti superiori e Comuni.
Dovranno essere gli Enti regionali
l’interfaccia con il Cantone, e non altre istituzioni che nel frattempo hanno perso forza e significato, come
ACUTI e Co.Re.Ti. Purtroppo il Cantone ha un po’ nicchiato in quest’ambito, creando non poca confusione.
Si riferisce anche alla parte di finanziamenti del passato quadriennio che
non è stata utilizzata?
Su questo aspetto credo che spendere soldi solo perché li si hanno a disposizione sia illogico. I crediti devono essere investiti in maniera mirata e in progetti forti. Prima di tutto è
necessario un cambio di mentalità a
livello regionale. Abbiamo una nuova “governance” territoriale che potrebbe rappresentare un’occasione
straordinaria per tutti coloro che
hanno spirito d’iniziativa. Peccato
non si riesca ancora a comprender(C.B.)
la fino in fondo.
30 OPERAI ATTIVI A SIGIRINO
Arcobaleno al 50%
compie 10 anni
AlpTransit,
arrivano i primi
licenziamenti
Compie dieci anni Arcobaleno al
50% ma non li dimostra. L’abbonamento mensile per i trasporti pubblici – promosso annualmente dal
2002 nei mesi di luglio e agosto dal
Cantone, in stretta collaborazione
con la Comunità tariffale Ticino e
Moesano – è sempre più attrattivo.
Nelle prime tre settimane di luglio
(prevendita del mese di giugno inclusa) le vendite di questo prodotto,
che rappresenta una delle misure
contemplate dal Piano di risanamento dell’aria 2007-2016 a favore
di una mobilità maggiormente sostenibile e di una migliore qualità
dell’aria, sono aumentate del 3.2%
rispetto allo stesso periodo del 2010.
L’incremento è dovuto alla maggior
vendita di abbonamenti della categoria adulti, cresciuta del 5.2%.
Complessivamente 13.500 persone
hanno sostenuto la campagna di
sensibilizzazione “L’aria cambia”
acquistando un abbonamento Arcobaleno mensile scontato a metà
prezzo. Gli introiti sono aumentati
dell’8.9%: ciò indica che sono state
L’apertura del tunnel di base del San Gottardo è prevista nel 2017, quella della galleria del
Ceneri nel 2019. E visto che i lavori sono ormai
a buon punto gli operai – 600 minatori sono attivi tra Bodio e Faido e altri 200 sono impiegati a Sigirino – cominciano ad essere troppi. Alptransit ha dunque deciso di iniziare a disdire i
primi contatti di lavoro. Le prime 30 lettere, ha
riferito ieri la RSI, sono già partite. E giungeranno a destinazione nei prossimi giorni. Entro ottobre altri 200 licenziamenti sono previsti al
cantiere AlpTransit di Bodio-Faido. In sostanza si tratterà di disdire dei contratti a tempo indeterminato, una cosa già preventivata da un
anno e che segue l’andamento dei lavori ormai
in dirittura d’arrivo. Sorprendono invece le lettere di licenziamento consegnate alla trentina
di operai del consorzio Condotte Cossi attivo,
come detto, al cantiere di Sigirino. Preoccupano soprattutto alcuni casi tra i licenziati, di persone prossime al pensionamento. Un aspetto
sul quale intendono intervenire sia l’Organizzazione cristiano sociale ticinese (OCST) che il
sindacato UNIA. Al momento il cantiere è fermo per le ferie dell’edilizia. Incontri e trattative tra le parti sociali riprenderanno quanto prima per stabilire – se il licenziamento sarà confermato come collettivo – un piano sociale.
Un successo crescente.
acquistate più zone. L’economicità
e il successo crescente di questo titolo di trasporto sono il risultato anche dell’importante ulteriore contributo finanziario offerto da numerosi Comuni che partecipano alla
campagna di promozione concedendo un’ulteriore riduzione ai propri domiciliati.
La lista aggiornata dei Comuni si trova sul sito www.ti.ch/aria.
in breve
DONATI 243MILA FRANCHI IN UN ANNO
Svizzera italiana
generosa con i ciechi
La popolazione della Svizzera italiana si è
attivata in favore delle persone cieche e
malate agli occhi che vivono nelle regioni
povere del pianeta. Nel 2010 la nostra regione ha donato 243mila franchi alla CBM
Missioni cristiane per ciechi nel mondo: l’equivalente di 4.870 operazioni alla cataratta. Circa il 90% dei 39 milioni di non vedenti che si contano al mondo vive nei paesi in via di sviluppo. Tra loro, uno su due
ha perso la vita a causa della cataratta e
rischia di rimanere cieco per sempre, ancorché un intervento di un quarto d’ora e
cinquanta franchi siano sufficienti per
asportare il cristallino opaco e sostituirlo con uno artificiale. Grazie alle donazioni, la CMB ha reso possibile l’intervento su
oltre 900mila occhi. Negli ultimi 40 anni,
sono stati eseguiti più di 10 milioni di operazioni. La cura della cataratta è uno dei
fulcri della campagna mondiale di prevenzione della cecità “Vision 2020-Il diritto
alla vista”. Lo scopo di questa campagna,
lanciata nel 1999 dall’Organizzazione
mondiale della sanità e di cui la CBM è promotrice, è quello di fare in modo che dal
2020 nessuno debba più perdere la vista
per cause evitabili. La CMB, in una nota
stampa, ringrazia tutti i sostenitori della
Svizzera italiana per il prezioso contributo fornito l’anno scorso.
Attori in scena,
alcuni con
handicap, altri
no. Per superare
qualsiasi
atteggiamento
pietistico.
Una nuova produzione con interpreti ticinesi, russi e tedeschi
Per un “Teatro senza frontiere”
di MARGHERITA COLDESINA
Un attore bravo. Un attore bello. Uno
preparato. L’attore autodidatta. Inezie,
perché se non è sincero non “buca”, non
convince. Ricordo bene lo spettacolo Promenade,punto linea movimento: debuttò
nel 2007 in Ticino, poi emigrò in Russia.
Si sanciva una collaborazione internazionale di teatro integrato fra l’associazione
Giullari di Gulliver di Arzo e i russi di Perspektiviy, che lavorano nell’internato Peterhof di San Pietroburgo, dove vivono
persone con handicap. La condizione di
cui parlavo, l’onestà in scena, l’ho riconosciuta quattro anni dopo, giovedì sera al
Cinema Teatro di Chiasso negli interpreti de La stagione senza parole (una produzione Teatro Senza Frontiere creata in Germania nel 2009, quando al gruppo si sono aggregati gli attori del Lebenshilfe di
Brakel). Alcuni disabili, alcuni no, altri non
saprei dire. La loro sfida? Scampare alla
pietà affrettata. Buttando nella fossa dei
leoni (palco) attori professionisti e non;
poco importa se infermi, loquaci, canterini o seduti in carrozzina. Hanno vinto la
sfida Svetlana Alyabina, Lorenzo Bernasconi,
Serge Bratz, Martin Brüggermann, Mario Cavallo, Anna Ernst, Marion Jochheim, Andrei Kasatkin, Caterina Longchamp, Ljubov Logvinenko, Marina Manevskaya, Svetlana Metkina,
Ilgar Nadzhafov, Andrea Pizzamiglio, Claudio Riva, Bruno Santin, Kyrill Schmyrkov, Martir
Schröder, Elena Sibirjakova, Natascia Tettamanti e Ekaterina Truchina. Il tutto regge e fa ridere di gusto. Una dozzina di quadri, armonizzati dai registi-attori Antonello Cecchinato, Prisca Mornaghini e Lena Schiffer, in cui c’è di tutto. Una g’mischte
Salad, ripercorrendo una battuta che ha
steso la platea: il corteggiamento, la lotta
con le spade, la preparazione del borsh –
popolare minestra russa cucinata qui
con ortaggi umani, la polenta (idem, con
un pizzico del nostro dialetto), i pugni e
la tirannia, il morire di chi è debole. Tra le
scene memorabili di questo spettacolo
(poco) parlato in italiano, russo e tedesco:
la mungitura della mucca – con le mosche,
attrici, a distrarre l’operazione, il mago seduto che faceva volare sedie e tavoli, i fuochi d’artificio in versione onomatopeica a
celebrare un nuovo amore, il finale: quando due attrici si fanno barca sfruttando
due lembi di camicia e danno inizio a un
mare di barchette fatte di giornali. Esercizi di stile trainati con leggerezza da tutti gli
attori e cullati, forse, dalle parole di Pina
Baush («Ciò che cerco non va disturbato
con le parole...») e Fabio Pusterla: «Dopo
verrà la lingua,/ le cose avranno nomi e
forse meno/ intensità, meno splendore».
Concludiamo con una dichiarazione su
questo tipo di lavoro del Collettivo Giullari di Gulliver: «l’incontro tra queste
esperienze diverse è stato caratterizzato
dal comune obiettivo di creare degli spettacoli che avessero un valore artistico in
virtù della forza intellettuale ed espressiva delle attrici e degli attori, superando così ogni implicazione assistenziale e pietistica; in altre parole, il risultato creativo deve avere un valore artistico in sé (...) Vediamo in questo modo di intendere il teatro,
una forma di resistenza contro ogni tentativo di imporre inutili divisioni fisiche,
conseguenza di una chiusura mentale ottusa e meschina; e come un’occasione per
non perdere di vista il senso della parola
«umanità».
Replica domenica 31 allo Spazio Aperto di
Bellinzona, martedì 2 agosto al Nuovostudiofoce di Lugano e giovedì 4 a Piazzale alla
Valle di Mendrisio (in caso di brutto tempo
all’OSC di Casvegno), ore 21.
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