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APPUNTI - ENTRIAMO ATTRAVERSO L`USCIO

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APPUNTI - ENTRIAMO ATTRAVERSO L`USCIO
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria – Servizi Educativi del Museo e del Territorio
Museo Archeologico per la Preistoria e Protostoria del Tigullio – Sezione didattica
Incontro con i docenti - Chiavari 16 novembre 2002
APPUNTI
- ENTRIAMO ATTRAVERSO L’USCIO
Lo scritto che segue costituisce uno schema a carattere puramente indicativo e sintetico di quanto potrà emergere nel corso
dell’incontro con i docenti. I testi citati in nota e in bibliografia sono stati scelti ove possibile in base ai criteri della
reperibilità/famigliarità e della adattabilità alle esigenze dei docenti.
I. Introduzione
Il Castellaro di Uscio, oggetto del lavoro che proponiamo in quest’occasione, costituirà proprio una sorta
di… ingresso, introduzione, al modo di seguito esemplificato di intendere la visita al Museo e l’inserimento
di questa all’interno del curricolo scolastico; riteniamo tale modo portatore di valenze didattiche efficaci in
profondità e a lungo termine 1 . Il discorso, naturalmente, potrebbe adattarsi a qualsiasi altro sito archeologico
esposto al pubblico del MAPPT.
Lo sforzo della Sezione didattica del MAPPT è rivolto prima di tutto a trasmettere informazioni e dati ma
anche, a seconda dei casi e dei momenti, suggestioni e spunti per approfondimenti, sulla Preistoria nel
Tigullio e su che cosa sono un Bene Culturale e un Museo. Consapevoli del fatto che la visita al Museo possa
costituire un’esperienza cognitiva assai complessa 2 , si ambisce non solo a contribuire alla costruzione di una
competenza specifica del ragazzo nel settore disciplinare della Paletnologia, ma anche a indurre una
competenza di fruitore, che gli fornisca gli strumenti di base per orientarsi all’interno di qualsiasi ambiente
museale, anche quando non inerente alle discipline archeologiche 3 .
Fino a questo punto, però, ci si muove all’interno del settore d’intervento direttamente collegato alla
mediazione culturale; oggi mi si è chiesto e vi si chiede di fare un nuovo passo ancora: individuare i modi
per una lettura trasversale del Museo, operata prima di tutto da voi, dai docenti.
Il Museo si può fare strumento per la conoscenza del territorio nei molteplici suoi aspetti: archeologico ma
anche vegetazionale, delle attività economiche, idro-geologico, onomastico, paesaggistico, faunistico,
1
Si ricordi lo “slogan” proposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in occasione della Settimana per la Cultura: Una cultura da vivere.
Ved. inoltre ad esempio Maria Grazia Trenti Antonelli (direttrice della Sezione didattica della Soprintendenza per i Beni artistici e Storici di Firenze)
in M. Di Rienzo (a cura di), Tutti al Museo. Intervista a M. G. Trenti Antonelli: “La gente deve essere coinvolta nella tutela del territorio: dobbiamo
far sì che si innamori delle opere che ha. E questo avviene se riusciamo a trasmettere il senso del valore delle cose stesse: estetico, culturale e anche
religioso.”, in La vita scolastica n. 5 1998, p. 14.
2
Numerosi, da più parti e per diverse finalità gli interventi a favore di una formazione specifica per i cosiddetti “educatori museali” o “mediatori
culturali”. Ad es. ved. E. Borsellino, Problemi e prospettive della didattica museale. Chi fa didattica a chi?, in E. Nardi (a cura di), Imparare al
Museo. Percorsi di didattica museale, Napoli 1996, pp. 40-1; M. Xanthoudaki, La visita guidata nei musei: da monologo a metodologia di
apprendimento, in Nuova Museologia, n. 2 (2001), pp.10-13; E. Nardi, Imparare al Museo. Dalla Wunderkammer al museo sineddoche. 3. Didattica
museale tra storia dell’arte e pedagogia, in Cadmo. Giornale Italiano di Pedagogia Sperimentale, Didattica, Docimologia, Tecnologia
dell’Istruzione, anno II n. 4 1994, pp. 33-5; S. Santoro, Funzioni formative-didattiche dei musei locali. Le attività formative: la professionalità e la
riconversione, in A. Roncaccioli (a cura di), L’azienda museo. Problemi economici, gestionali e organizzativi, Padova 1996, in particolare pp. 113-4;
M.T. Balboni Brizza, Acchiappasorci o pifferaio magico?, in Nuova Museologia n. 6 (2002), pp. 19-20. Per la rivista Nuova Museologia ved.
Biblio/webgrafia: CD-rom – siti internet in fondo al presente scritto.
3
È il caso, per esempio, dell’educazione alla scelta consapevole delle “cose da vedere”, per non abbandonarsi da un lato alle visite “di prammatica”,
compiute solo perché un Museo “si trova nella zona” ed è più facilmente raggiungibile di altri, dall’altro al turbinio delle Mostre-evento, di enorme
risonanza grazie ai mezzi di comunicazione di massa ma spesso affrontate dal pubblico con superficiale preparazione; quest’ultima forma di
“consumismo culturale”, assai poco proficua per una personalità in formazione, contribuisce ad alimentare fuorvianti interpretazioni del concetto di
bene culturale. Cfr. B. Vertecchi, Prospettive dello sperimentalismo nella didattica museale, in E. Nardi (a cura di), Imparare al Museo. Percorsi…
op. cit., pp. 113-26. Il rischio insito in qualsiasi visita museale di stampo “tradizionale” è quello di prendere in esame singoli oggetti, peraltro già
estrapolati dal contesto di provenienza ai fini espositivi, caricandoli di smisurata eccezionalità e proprio per questo privandoli della possibilità di
rientrare nella visione d’insieme del luogo d’originaria collocazione: C. Laneve, “Un’opera aperta” tra passato e futuro, in P. Poldi Allai (a cura di),
Pedagogie del Museo, Genova 1991, p. 24, parla di “realtà bianchificata”.
1
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria – Servizi Educativi del Museo e del Territorio
Museo Archeologico per la Preistoria e Protostoria del Tigullio – Sezione didattica
Incontro con i docenti - Chiavari 16 novembre 2002
artistico…, del passato e del presente 4 , consentendo così di chiamare in gioco contemporaneamente tutti gli
ambiti disciplinari dei programmi scolastici 5 . Ogni singolo reperto o sito, passato sotto il filtro delle diverse
discipline, può esser scelto per spostare gradatamente l’attenzione dal Museo al territorio e dal passato al
presente, su “le soluzioni che gli uomini e le società hanno dato nel tempo ai loro problemi” 6 , cioè al
prodotto storico del rapporto tra spazio e uomo. Partendo dallo stupore e dall’emozione provocati
dall’antichità o dall’originalità di un reperto, si può indurre nello studente lo sviluppo del senso critico circa
gli interventi antropici sul territorio, attraverso una nuova consapevolezza del fatto che ciò che ad uno
sguardo distratto o disinformato appare reperto di origine naturale in realtà è manufatto che può spiegare
determinati aspetti del paesaggio attuale 7 . Questa innovativa potenzialità di lettura del bene-museo è
sicuramente agevolata dal modo diverso rispetto al passato di intendere lo studio archeologico e, soprattutto,
l’oggetto di questo 8 .
L’operazione qui delineata parrebbe in linea con le disposizioni per la Scuola dell’autonomia e la riforma dei
cicli, che invitano i docenti a porre maggior accento rispetto al passato sulle metodologie piuttosto che sui
contenuti, ad esempio svincolandosi dall’ormai superata, pericolosamente rassicurante idea di “sussidiario”,
improntato a rigidi schematismi cronologici, per inserire motivatamente e programmaticamente nel curricolo
informazioni, strategie e i più svariati interventi didattici che riguardino le ricerche archeologiche e la storia
di un territorio. Non occorrerà attendere la terza classe elementare e poi la prima media inferiore per
affrontare tematiche legate alla Preistoria, in quanto i risultati dell’azione dell’uomo preistorico sono non
4
Cfr. quanto affermato sia nel cosiddetto Ipertesto dei Saggi del 1997, nella parte introduttiva: “(finalità della scuola deve essere)… assumere un
impianto formativo che riconosca il valore imprescindibile della tradizione storica, e lo ponga in relazione con la contemporaneità e con il contesto
culturale e sociale”; sia nel documento seguito nel 1998, Contenuti essenziali per la formazione di base nella sezione che riguarda il fare Storia:
“…puntando a sviluppare competenze generali di inquadramento e ricostruzioni dei fatti storici, ma anche a promuovere capacità di lettura dei segni
che variamente caratterizzano il paesaggio rurale e urbano del nostro Paese” (corsivo della Scrivente). Se il documento non fosse facilmente
rintracciabile a scuola, ved. il cd-rom allegato a R. Maragliano, Nuovo manuale di didattica multimediale, Bari 1998. Cfr. quanto affermato da un
diverso ma non poi così lontano punto di vista: “Se i beni culturali sono tali in quanto testimonianze di “sistemi di cultura” e di stratificazioni di
civiltà, e non come astratti portatori di presunti valori estetici universali, essi acquistano il loro pieno valore e significato come beni culturali solo, o
più compiutamente, entro la prospettiva di contesti storico-territoriali ben determinati”: M. Lombardo, I beni culturali tra conoscenza e fruizione.
Prospettive e problemi, in R. Grossi, S. Debbia (a cura di), Cantiere cultura. Beni culturali e turismo come risorsa di sviluppo locale: progetti,
strumenti, esperienze, Milano 1998, pp. 11-16; le dimensioni culturale, istituzionale, economica spesso s’intrecciano.
5
Si è consapevoli, d’altronde, del fatto che il docente possa scegliere di puntare il cono di luce del riflettore su altri ambiti di ricerca rispetto
all’archeologia che, in questo senso, non ha certo pretesa di costituire l’unico valido approccio allo studio del territorio.
6
P.M. di Storia per la Scuola Media inferiore (!) del 1979.
7
In relazione a quanto osservato al MAPPT, si pensi ad esempio a Prato Mollo (S. Stefano d’Aveto – GE), oggi interpretato come luogo per gite in
un ambiente “naturale”, ove oltre cinquemila anni fa furono intenzionalmente “costruiti” pascoli mediante incendi programmati e circoscritti. Ved. R.
Maggi, Sussistenza e insediamenti e Prato Mollo, in Dal diaspro al bronzo. L’Età del Rame e l’Età del Bronzo in Liguria: 26 secoli di storia fra 3600
e 1000 anni avanti Cristo, La Spezia 1998, pp. 20-3 e 129-31.
8
Ved. R. Maggi, Archeologia del territorio delle statue-stele, in Antenati di pietra. Statue stele della Lunigiana e archeologia del territorio, Genova
1994, in particolare p. 27; T. Mannoni, E. Giannichedda, Il reperto archeologico come prodotto dell’uomo, in Archeologia della produzione, Torino
1996, pp. 25-40, e L’archeometria fa parte dell’archeologia, ibidem, pp. 49-54. Ibidem, p. 227, si fa preciso riferimento al passaggio “dalla
monografia del sito alla storia del territorio”, se pur non nella specifica ottica di una finalizzazione didattica dei risultati di una ricerca così impostata.
Cfr. E. W. Tizzi, Archeologia, memoria storica, educazione. L’intreccio dei segni, in M. Gennari (a cura di), Estetiche dell’ambiente. Linguaggi per
l’educazione, Genova 1988, p. 73. La nuova definizione di patrimonio archeologico, che ingloba non più solo manufatti ma anche le modificazioni
fisiche dell’ambiente operate dall’uomo in base alle sue conoscenze sulle risorse locali nelle diverse epoche, sta producendo interventi di gestione
integrata del territorio, basati su considerazioni storiche e ambientali che oltrepassano i limiti posti da confini amministrativi e/o burocratici in vista di
interventi rigorosi ma anche convenienti (economicamente, culturalmente, qualitativamente); ved. R. Maggi, Tra scavo e tutela. Archeologia
preventiva e archeologia di salvataggio, in Archeologia preventiva lungo il percorso di un metanodotto. Il tratto Genova-derivazione per Recco,
Quaderni della Soprintendenza Archeologica della Liguria n. 4, Chiavari 1992, pp. 9-20. Per un esempio di progetto recente, elaborato a seguito di
ricerche interdisciplinari e basato su diverse fasi conoscitive, ved. LAM - Laboratorio di Archeologia Montana - Studio per la conservazione,
valorizzazione e gestione turistico-culturale del patrimonio archeologico dell’Alta Val di Vara, 1997; inoltre ved. M. Quagliuolo, Il Parco storicoarcheologico e ambientale d’Europa. Prospettive di managerialità per i Beni Culturali, in Cantiere cultura...op. cit., pp. 181-3.
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Museo Archeologico per la Preistoria e Protostoria del Tigullio – Sezione didattica
Incontro con i docenti - Chiavari 16 novembre 2002
solo percepibili con immediatezza ma spesso direttamente vissuti dal ragazzo, formano parte costituente del
suo ambiente di vita 9 .
Il MAPPT è disponibile a rivestire tale stimolante ruolo ma è necessario che il docente acquisisca sensibilità
a cogliere le potenzialità educative di ogni Museo oltre i suoi contenuti specifici.
Suggerisco una preliminare selezione degli argomenti da trattare in prima persona e una attenta
programmazione assieme ai colleghi degli altri ambiti 10 , al fine di concertare/escludere eventuali
sovrapposizioni nei diversi interventi educativi, costruire i momenti e i criteri per una produttiva valutazione
dei risultati, dare un ritmo e una struttura portante ad un lavoro altrimenti dispersivo e banalizzato nei
contenuti. Certo sarà irrinunciabile un fattivo contributo di tutti i docenti di una classe e la reciproca costante
collaborazione.
Consigliabile, direi inevitabile una impostazione pluriennale ad un approccio al Museo così programmato e
calibrato.
II. Spunti di lavoro
Gli spunti di lavoro che seguono sono solo piccola parte rispetto a ciò che ogni docente, che conosca la propria classe e le sue
potenzialità, potrà progettare e proporre. Si attendono volentieri, pertanto, critiche e suggerimenti.
Il docente può scegliere di proporre lo studio
del solo sito in esame,
della relazione tra siti della stessa zona ed epoca 11 ,
delle relazioni con siti analoghi ma distanti geograficamente.
» Il programma didattico
W Otto Mappt!
Pluriennale e multidisciplinare – fascicolo in visione presso il MAPPT e presso la Direzione Didattica di
Cicagna. Improntato su diversi livelli: Preistoria – Museo e lavoro dell’archeologo – altri Musei e siti.
» Uno strumento inconsueto: le “schede-vignette”
Uno strumento utile alla strategia didattica qui illustrata può esser rappresentato da “schede-vignette” quali
quelle di seguito riportate a titolo d’esempio. Loro funzione potrebbe essere da una lato di ribadire quanto
9
Ved. M. Xanthoudaki, op. cit.: “La ricerca indica che l’apprendimento nel Museo dipende dall’esistenza di opportunità che rendano possibile
l’interazione tra immaginazione, emozioni e concetti derivati dalla conoscenza attraverso partecipazione attiva – ma tali connessioni funzionano
efficacemente solo se si riferiscono al mondo specifico del bambino o dell’adulto”.
10
Si sottolineano le potenzialità insite nell’evento-visita al Museo anche per quel che riguarda l’applicazione dello strumento dell’osservazione
etologica degli alunni, sicuramente facilitata dalla co-presenza di almeno due docenti nelle sale espositive. Su tale strumento ved. E. Catarsi,
L’osservazione a scuola, in La vita scolastica n. 7, 1999, pp.17-9.
11
Interessante il punto di vista presentato in T. Mannoni, E. Giannichedda, Dal sito al territorio, op. cit., pp. 226-32.
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Incontro con i docenti - Chiavari 16 novembre 2002
illustrato nel Museo secondo canoni e schemi comunicativi più “tradizionali” in ambiente scolastico e
dall’altro quella di incoraggiamento, o meglio, di rinforzo. Utilizzando forme rappresentative più immediate
e vicine al mondo infantile, quelle del disegno e dei fumetti, la loro utilità dovrebbe ben presto mostrarsi su
due versanti: quello dei contenuti strettamente disciplinari da trasmettere e quello piuttosto
dell’atteggiamento psicologico nei confronti del lavoro proposto. I ragazzi avranno la concreta, appagante
sensazione di padroneggiare a tal punto la materia da potersi permettere di scherzarvi su consapevolmente.
Se ancora necessario, si sottolinea il carattere d’interdisciplinarietà di un tale lavoro. Le vignette che seguono
sono state raggruppate a seconda del modo di affrontare i contenuti proposti, trattati con diverse “sfumature
di scientificità”.
a) Divertiamoci in totale libertà: vignetta del pastore addormentato nella conta delle pecore e vignetta dei
raddrizzatori di frecce
Il primo esempio fa riferimento alla pratica della pastorizia sul Castellaro di Uscio ma potrebbe anche aver
vita a sé. Soggetto parlante è un cane da pastore. Sarebbe interessante, in questo ma anche in altri casi, poter
far uso di fotografie panoramiche del sito.
1
2
3
Nel secondo caso si è utilizzato materiale fotografico tratto da pubblicazioni scientifiche, sul quale è stata
effettuata al computer una rielaborazione grafica. Si è giocato sulla controversa attribuzione d’uso dei
manufatti presentati 12 , interpretati dagli archeologi perlopiù come raddrizzatori di frecce, per fornire una
scherzosa quanto del tutto inattendibile interpretazione: i solchi sui frammenti litici sarebbero stati una sorta
di corsia in una pista per… carrini (visto che… le macchinine… ancora non esistevano nella Preistoria…). I
frammenti di arenaria rinvenuti sarebbero derivati da una accidentale rottura della pista.
b) Gli oggetti si animano e parlano della loro funzione: vignetta fusaiola e peso da telaio
Anche in questo caso si è fatto ricorso a fotografie di reperti presenti nel Museo e illustrati ai ragazzi nel
corso della visita, una fusaiola 13 e un peso da telaio 14 . Nella vignetta, però, tali oggetti sono stati
12
I reperti sono presentati nella pubblicazione sullo scavo del Castellaro di Uscio: R. Maggi (a cura di), Archeologia dell’Appennino Ligure. Gli
scavi del Castellaro di Uscio: un insediamento di crinale occupato dal Neolitico alla conquista romana, Bordighera 1990, foto 79 e 81 p. 126,
spiegazioni pp. 113-6.
13
Ibidem, foto 295 p. 166, spiegazioni p. 153.
14
Ibidem, foto 182 p. 168, spiegazioni p. 148.
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“reinventati” e umanizzati; le foto, abbastanza grandi da facilitare il riconoscimento degli oggetti, sono state
ritoccate al computer per creare due personaggi che parlano tra loro. Il contenuto delle due nuvolette presenta
riferimenti precisi alle destinazioni d’uso degli oggetti nella realtà: la fusaiola gira e gira per consentire di
avvolgere il filo di lana attorno all’asticciola su cui è innestata; la pedanteria del peso da telaio è metafora
della sua funzione effettiva nel lavoro di tessitura. Al di là del sorriso che può derivare dall’osservazione di
questa vignetta, i ragazzi possono essere sollecitati a illustrare ciò che vedono a dimostrazione dell’effettivo
riconoscimento dei reperti e del loro utilizzo.
c) Scherziamoci su ma… non troppo: vignetta scambio formaggettaperlina vetro
Questa scheda presenta un’interpretazione scherzosa dei contenuti
esposti nel Museo ma, fra le presentate, è quella che conserva il
maggior grado di verosimiglianza: è ambientata sul Castellaro di Uscio
all’epoca del suo utilizzo per un insediamento stabile, nell’Età del
Bronzo Finale (circa 3000 anni fa). Compaiono diversi degli elementi
4
attestati dalle ricerche archeologiche: i muri di terrazzamento, il
recinto per il bestiame posto sulla fascia più alta, un telaio, una
fusaiola innestata sul fuso, alcuni dolî per derrate alimentari. Le
perline di vetro erano un bene di prestigio, sicuramente non prodotto
direttamente nell’abitato ma giunto qui a seguito di scambi,
nell’ambito di un’economia che ormai era improntata ben oltre la mera
sussistenza.
Sappiamo bene che la persistenza di quanto il ragazzo apprende è legata in modo diretto alla possibilità di
utilizzare le competenze conquistate per produrre un proprio contributo 15 . Una volta chiari anche ai ragazzi i
criteri alla base dello strumento didattico costituito dalle schede-vignette, questi potrebbero esser chiamati a
idearne delle proprie, motivando opportunamente le scelte operate, magari utilizzando fotografie e/o disegni
eseguiti da loro direttamente sul sito.
» Il CED MAPPT, Catalogo Elaborati Didattica del MAPPT
Il Catalogo è stato istituito a titolo sperimentale per dare un seguito e un significato alla cospicua massa dei
cosiddetti “lavoretti” prodotti dal pubblico in età scolare a seguito della visita al MAPPT, operando
nei confronti dei ragazzi, per fornire agli elaborati una funzione
didattica;
nei confronti del Museo, per ottenere spunti per riflessioni sui modi
e sulle ragioni dell’azione didattica attuata da questo;
15
In relazione alla qualità dell’intervento didattico museale ved. B. Vertecchi, Prospettive... op. cit., in particolare pp. 120-3.
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nei confronti del pubblico generico, per far conoscere i risultati di
tale azione. 16
Fondamentale la collaborazione dei docenti che, d’altro canto, potranno cogliere i benefici di tale operazione
soprattutto nel caso di progetti pluriennali o che comunque coinvolgano a più riprese il Museo.
» I pannelli interattivi per ragazzi nel MAPPT e a scuola
Si ricorda che, in occasione della Mostra tenutasi in chiusura d’anno scolastico presso il Centro espositivo
del Chiapparino, sono stati consegnati alla Direzione Didattica di Cicagna due pannelli didattici dal titolo La
vegetazione che viviamo è un manufatto archeologico e Filastroccia… delle rocce. Quest’ultimo in
particolare potrà rivelarsi utile per lo studio dei materiali litici rinvenuti sul Castellano di Uscio. Entrambi i
pannelli sono consultabili, ovviamente, anche nelle sale del MAPPT. Le copie per Cicagna sono state munite
dei relativi testi su floppy e su carta, per un più agevole utilizzo da parte dei docenti.
» Esempi per le singole materie
Storia
La SRR, Scheda di Rilevazione-Rielaborazione del MAPPT
La SRR, in visione al MAPPT e distribuita nei diversi plessi che partecipano al progetto Valorizzazione
delle scuole di montagna, si ripropone da un lato di fornire spunti “alternativi” al Docente, per vivificare la
materia introdotta in classe, e dall’altro di educare lo Studente ad un corretto approccio non solo al Museo
come Istituto culturale di ricerca avanzata, ma soprattutto ai metodi della ricerca archeologica stessa.
Si è scelta, pertanto, la forma dell’intervista chiusa per far sì che lo Studente rifletta ed operi scelte guidate,
all’interno di una serie predeterminata di risposte. Parallelamente, però, egli può personalizzare il proprio
lavoro con fotografie, disegni e risposte aperte dove potersi esprimere “a ruota libera”: gli si chiede di render
conto dei criteri del lavoro di ricerca attuato e gli si forniscono spazi per avvicinare il reperto prima di tutto
in modo diretto, senza i preconcetti dovuti alla mediazione di libri, pannelli del Museo o Insegnante.
Compaiono, peraltro, anche domande che presuppongono la conoscenza di dati meramente nozionistici, base
irrinunciabile ma non meta finale del lavoro.
Non sono previste varianti diverse della SRR in relazione all’età dei ragazzi, in quanto starà al Docente
stesso stabilire il grado di preparazione e le effettive capacità operative della propria classe. Inoltre le
16
In corso di stampa un articolo della Scrivente sull’argomento, che uscirà negli Atti del Convegno Il Museo come terra dei sogni, tenutosi a Cuneo
nel maggio 2001.
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domande della SRR sono indipendenti l’una dall’altra, per consentire all’Insegnante che lo ritenga opportuno
di eliminarne una o più, senza stravolgere il lavoro d’indagine dei ragazzi.
Il tono con cui ci si rivolge allo Studente si mantiene colloquiale nell’arco dell’intera SRR; viene adoperata,
però, la terminologia tecnica dell’archeologia.
Come si può osservare scorrendo il Sommario della SRR, sono individuabili tre principali direzioni
d’indagine:
• il Museo, Istituto dipendente dalla Soprintendenza Archeologica, in cui lo Studente deve imparare
quantomeno ad aggirarsi, conscio del complesso lavoro che si trova “dietro” una vetrina;
• il Reperto, preso in esame anche a prescindere dal contesto archeologico del quale è parte e sotto
diversi punti di vista;
• lo Scavo archeologico che ha restituito il reperto esaminato dallo Studente.
Tutte le categorie delle domande prevedono due momenti di risoluzione, uno immediato, in itinere,
strettamente legato a ciò che si vede nel Museo, l’altro di raccoglimento e di riflessione su ciò che non si
vede nel Museo. Ciò in analogia con quanto avviene in archeologia: ad una fase di scavo e recupero di dati e
materiali segue una serie di analisi e di studi “a tavolino”.
Domande su cui riflettere
Che tipo di vita conducevano gli abitanti del Castellaro di Uscio? Possiamo dire che erano ricchi? Se sì, in
che accezione?
Quali pratiche e saperi mettevano in atto?
Quale grado di conoscenza delle materie prime del territorio avevano?
Quale grado di conoscenza delle potenzialità delle zone più distanti (es. rocce importate)?
Tutto ciò corrisponde al nostro modello mentale di uomo preistorico?
Si possono condurre i bimbi nel prato di una fascia vicina all’edificio scolastico e far loro descrivere quello
che vedono, aiutandoli a capire a che cosa servono i muri di contenimento e passando poi a parlare
dell’insediamento di Uscio.
Quali segni possiamo cogliere noi oggi delle trasformazioni operate al Castellaro di Uscio dall’uomo
preistorico? Esistono altre località in cui oggi si possono vedere terrazzamenti? Sono numerose? Come mai?
Il Castellaro di Zignago (SP). Il Castellaro di Camogli (GE). Insomma, che caratteristiche ha un Castellaro?
Noti differenze nel modo di esporre i risultati delle ricerche effettuate a Uscio tra il MAPPT e la Mostra
Permanente Fontanabuona Archeologia e Storia di Cicagna?
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Studi sociali
Organizzazione economica del territorio.
Beni di lusso a Uscio, beni di lusso oggi.
Come viaggiavano le merci nell’Età del Bronzo Finale? E oggi, come giungono nei negozi della Val
Fontanabuona?
Scienze
Erbario. Come sono fatti il faggio, il carpino, il maggiociondolo…
Assaggiamo se possibile faggiole, maggiociondolo (contiene alcaloide velenoso!), ghiande, mele selvatiche,
carne di cinghiale, miele...
Il ciclo di produzione del formaggio.
Materiali organici e inorganici. Loro conservazione nel sottosuolo. Esperimento con bucce di mela sotterrate
nel giardino della scuola.
Dalla pecora al maglione.
Osserva quanto crescono di dimensioni le fave e le lenticchie secche se si lasciano in acqua per una notte
intera. Come mai?
Perché i legumi secchi sono molto nutrienti?
La fabbricazione del vetro.
Che cos’è l’ambra?
Il ferro arrugginisce, il rame e il bronzo si ossidano, l’oro…
Ed. fisica
Gioco: il lupo rincorre le pecore del gregge; se le cattura, devono sedersi a terra e brucare l’erba. L’ultima
che resta deve toccare sulla schiena il maggior numero di compagne per liberarle, senza farsi prendere a sua
volta.
Correre dietro al gregge su un declivio, seguirlo sulle piane… Cercare un punto di un terreno in cui siano
presenti e possibilmente affiancati sia scalini sia un passaggio in salita. Far percorrere il passaggio ai ragazzi
e far notare loro le differenze, in salita e in discesa.
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Lingua italiana
Romanzi per ragazzi ambientati nella Preistoria o nella “Preistoria” (ved. Bibliografia).
Cerca tutte le parole derivate da CASTELLO.
La favola della Bella addormentata nel bosco.
Fusaiola: che sfumatura di significato dà il suffisso –iolo?
Pensa ai nomi propri derivati da materiali preziosi: Ambra, Agata, Giada, Esmeralda…
Macinelli e pestelli: triturare, sminuzzare, tritare, tagliuzzare, pestare, sfibrare, affettare, spezzettare,
sbriciolare, grattugiare…
Perché il maggiociondolo si chiama così?
Inventa una storia ambientata tra le greggi del Castellaro di Uscio.
Matematica
Problema
Il pastore Puzzdicapprr riceve la visita inaspettata dell’amico Puzzdipecc e vorrebbe regalargli qualcuna
delle sue deliziose formaggette di latte di capra. Corre nella capanna, prende un terzo di quelle che trova e le
consegna all’amico. “Caspita, ben 5, un bel regalo! Grazie, Puzzdicapprr! Non resterai mica senza?” “Ma no,
non ti preoccupare, Puzzdipecc, ne ho ancora…”. Quante formaggette restano a Puzzdicapprr?
Problema
Se Uscia, moglie del pastore Puzzdicapprr, ha usato kg 6 di argilla per fabbricare un dolio per conservare le
fave secche, quanta ne dovrà raccogliere sulla riva del ruscello per ottenere 5 doli? E se poi li volesse
vendere alla vicina di casa in cambio di 2 matasse di lana per ogni vaso, quante matasse dovrà filare nelle
sere seguenti?
Esercizio per acquisire scioltezza con il righello
Servendoti del righello, disegna un rettangolo di cm 12 per 5. Suddividilo in rettangolini di cm 2 di
lunghezza per 1 di altezza, in modo da ottenere l’immagine schematizzata di un muretto di pietre dei
terrazzamenti di Uscio.
» Sopralluogo al sito
Eco per comunicare.
Rumori nel silenzio.
Vento………colture esposte…….odori e profumi.
Acqua dove?
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Trasporto beni sin qua.
Controllo del territorio da qua.
Scattiamo fotografie.
Disegna il panorama.
Riconosciamo le località e i monti che ci circondano.
Raccogliamo erbe per l’Erbario.
III. Biblio/webgrafia
Testi specialistici di archeologia
R. Maggi, N. Campana, Museo Archeologico per la Preistoria e Protostoria del Tigullio, in R. Maggi, F.
Martini, L. Sarti (a cura di), Guide archeologiche. Preistoria e Protostoria in Italia, n. 6 - Toscana e Liguria,
A.B.A.C.O. Forlì 1995, pp. 138-45
A. Del Lucchese, R. Maggi (a cura di), Dal diaspro al bronzo. L’Età del Rame e l’Età del Bronzo in Liguria:
26 secoli di storia dal 3600 al 1000 avanti Cristo, La Spezia 1998
R. Maggi (a cura di), Archeologia dell’Appennino ligure. Gli scavi del Castellaro di Uscio: un insediamento
di crinale occupato dal Neolitico alla conquista romana, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Collezione
di Monografie preistoriche ed archeologiche VIII, Bordighera 1990
R. Maggi, Aspetti di archeologia del territorio in Liguria: la formazione del paesaggio dal Neolitico all’Età
del Bronzo, in Istituto “A. Cervi” - Annali, 19 1997 Ambienti e storie della Liguria. Studi in ricordo di
Emilio Sereni, Ed. Dedalo Bari 2000, pp. 143-62
N. Campana, R. Maggi (a cura di), Archeologia in Valle Lagorara. Diecimila anni di storia intorno a una
cava di diaspro, Origines Firenze, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria (in fase di stampa, uscita
imminente)
T. Mannoni, E. Giannichedda, Archeologia della produzione, Einaudi Torino 1996
Testi divulgativi e per ragazzi
Può rivelarsi utile il sintetico ma dettagliato depliant edito in occasione dell’apertura al pubblico della Mostra
Fontanabuona Archeologia e Storia di Cicagna.
T. Deary, Puzzolenti primitivi, Milano 2000
P. Bourgeois, V. Wyatt, Sporcarsi è bello. Tutte le meraviglie di terra, fango, sabbia, polvere…, Trieste
1993
Louis-René Nougier, Veronique Ageorges, La conquista del fuoco, Torino 1997
Sulzenbacher Gudrun, La mummia dei ghiacci. Con Oetzi alla scoperta del Neolitico, Folio Editore
Bolzano/Vienna 2000
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Beaumont È. Il tuo primo libro dei dinosauri e della Preistoria, Edizioni Larus Bergamo 1999
Grier Katherine Crono detective. Misteri del passato e del presente, Editoriale Scienza Trieste 1997
Chabot Jean-Philippe, Joly Dominique La Preistoria, Edizioni EL Un libro da scoprire Trieste 1997
McIntosh J. L’Archeologia, Istituto Geografico De Agostini Novara 1995
Benevelli G. Dalla pietra all’ago, Rizzoli Milano 1983
Romanzi
Roy Lewis, Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, Milano 1992
Derek Sampson, Brontolone e il mammut peloso, Casale Monferrato 1994
Mary Pope Osborne, Tramonto con la tigre dai denti a sciabola, Casale Monferrato 2000
Pommier Maurice La grotta del toro, Edizioni EL Trieste 1998
Malmusi Luciano A teatro con Neandertal Boy Città Nuova Ed. Serie Dietro il sipario1999
Didattica museale
P. Poldi Allai (a cura di), Pedagogie del Museo, Genova 1991
B. Vertecchi, Prospettive dello sperimentalismo nella Didattica museale, in E. Nardi (a cura di), Imparare al
Museo. Percorsi di Didattica museale. Atti dell’Incontro di Studio (Roma, 23-24 marzo 1995), Roma 1996,
pp.113-26
Flavia Fiori, Primi passi nei musei, in Corriere Salute 17/3/2002, p.27
Suggerimenti
A proposito della sfumatura di significato del suffisso –iolo in fusaiola: L. Serianni, A. Castelvecchi,
Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi, Milano 1997, pp. 444-5 (La formazione delle parole. Suffissi nominali
denominali)
Altre esperienze didattiche
Giuliano Falco, A lezione dalla Preistoria, in La Vita Scolastica n. 2 (2001), pp.37-40
Liborio Mingoia, Salvina Fiorilla, Fare storia con i Beni Culturali, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta
2001
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CD-ROM - Siti internet
Ministero per i Beni e le Attività Culturali: www.beniculturali.it In particolare ved. il “numero 0” di
S’ed, Giornale elettronico del Centro per i Servizi Educativi del Ministero.
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria: www.archeoge.arti.beniculturali.it
Nel sito web della Casa Editrice ADN Kronos: www.museionline.com è riportata una scheda (se pur non
aggiornata) sul MAPPT.
Per sintetiche info sul MAPPT, sulle sue offerte alle scuole e sulla normativa scolastica che coinvolge anche
la progettazione con altre agenzie culturali del territorio ved. il sito del Centro Intermedio Servizi, con sede
a Genova e succursale a Chiavari: www.cisgenova.it (La C.M. n. 312 del 16/7/98 che riporta l’Accordo
quadro 20/3/98 tra Ministero dell’Istruzione e Ministero dei Beni Culturali si può trovare anche nel sito
www.edscuola.it nella Sezione Archivio).
Nel Museo è consultabile a richiesta un CD-ROM realizzato, in occasione della Mostra Dal Diaspro al
Bronzo, da Claudio Arias e Alessandra Giampietri - Università di Pisa, Dipartimento di Scienze
Archeologiche, Laboratorio di Informatica Archeologica (Fausto Gabrielli per l’elaborazione delle immagini,
Simone Gabrielli per la composizione delle musiche) - con la consulenza e la collaborazione di R. Maggi e
A. Del Lucchese. Una scheda in esso presente è dedicata al Castellaro di Uscio.
Riviste di Archeologia on-line: www.archeo.it e www.archeonews.it/preistoria.html: in quest’ultima è
presente un elenco, corredato di sintetico e utile commento, di ben 71 siti dedicati alla Preistoria.
Può senz’altro rivelarsi utile e divertente la consultazione del sito www.archeologiasperimentale.it, dal
linguaggio facilmente comprensibile, che offre immagini semplici ma piuttosto chiare e brevi filmati
esplicativi sulle tecniche di produzione degli strumenti preistorici e sul loro utilizzo. Presenta, inoltre, un
elenco di siti web dedicati all’archeologia sperimentale e alla Preistoria, nonché ai parchi preistorici.
www.ifrance.com/prehisto/AA.htm (in lingua francese): è un sito utile se si è alla ricerca di immagini
sulla vita dell’uomo preistorico; benché queste siano di dimensioni un po’ troppo piccole, sono
accompagnate da sintetiche spiegazioni. In un’apposita sezione del sito sono citati i volumi dai quali sono
tratte le immagini.
Disegni e suoni che riguardano le fasi più antiche della Preistoria si trovano all’indirizzo
http://users.iol.it/ram640k/preistoria .
International Council of Museum: www.icom.org sito dell’ICOM (organo dell’UNESCO) che raccoglie
informazioni a livello mondiale sui Musei. Un’altra raccolta di indirizzi di siti attinenti a Musei (non solo
preistorici) si trova nel sito: www.bambini.it nella sezione Enciclopedie e Musei.
Il sito Il portale mondiale sui Musei e sui Beni Culturali (www.museumland.com), attualmente in fase di
costruzione/completamento, fornirà 9100 links da 118 nazioni.
Esiste un sito dedicato a chi vuole intraprendere un viaggio con bambini e renderlo loro meno noioso e
impegnativo possibile: www.quantomanca.com. Presenta alcuni links utili nelle Sezioni Musei in Italia e
Musei nel mondo.
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www.iipp.it è il sito dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria che ha sede a Firenze. Ved. in
particolare la Sezione Biblioteca Fototeca.
Università degli Studi di Roma Tre – Laboratorio di Pedagogia Sperimentale – Centro di Didattica
Museale http://rousseau2.educ.uniroma3.it/didamus: presenti le Sezioni Iniziative, Archivi, Bacheca
del Centro, Collegamenti ai siti museali (Siti dei musei che hanno partecipato alla nostra indagine; Siti di
altri musei italiani; Siti generali sui musei; Una finestra sul mondo).
La rivista on-line Nuova Museologia, consultabile all’URL www.nuovamuseologia.org, è il Giornale
Ufficiale del Comitato Italiano dell’ICOM International Council of Museums e dell’ANMLI Associazione
Nazionale dei Musei di Enti Locali e Istituzionali. Ha come obiettivo il rilancio di un dibattito sui Musei in
termini di Museologia intesa come studio dei Musei, della loro storia, della filosofia che sta alla loro base,
del loro significato politico e sociale, delle loro finalità educative e culturali e dei metodi che essi utilizzano
per raggiungerli. Scaricabile gratuitamente (ved. nota 2 presente scritto).
Attraverso il sito http://freeweb.aspide.it/freeweb/amarsano/ si può accedere ad un elenco
ragionato di siti utili per l’insegnamento della Storia.
Un sito analogo si trova all’URL: www.dienneti.it/risorse/direct/storia.htm (Sezione Preistoria).
Anche se non direttamente legato ai contenuti del progetto della Direzione didattica di Cicagna, si consiglia
una “visita” al suggestivo sito che invita a un’avventura interattiva multimediale sull’eccezionale scoperta
archeologica della mummia dell’Uomo del Similaun o Uomo dei Ghiacci, avvenuta nel 1991 in Val Senales
(BZ): http://www.lamummia.it Ved. pure, sul medesimo ritrovamento, www.iceman.it, a cura del Museo
Archeologico dell’Alto Adige.
Può rivelarsi proficuo visitare le pagine web costruite grazie al lavoro di ragazzi e docenti di altre scuole
italiane.
A titolo esemplificativo si riportano i seguenti URL: comune.ferrara.it/secondocircolo/untuffo.html;
www.ddpm.it/blu/preistorial.htm;
Laura Bergamino
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Chiavari, ottobre 2002
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