Pieghevole Orso di Segale_web - Parco Naturale Alpi Marittime
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Pieghevole Orso di Segale_web - Parco Naturale Alpi Marittime
tempo degli scherzi quaresima, l’orso e il fuoco La questua dell’Orso e dei Frati era l’occasione per raccogliere uova, soldi e cose buone con cui far festa, anche se il piatto forte del carnevale di Valdieri rimanevano gli gnocchi, distribuiti in piazza e consumati a casa. Nota particolare: gli gnocchi venivano serviti dentro a vasi da notte! La questua era accompagnata da una litania, l’Epistola dei paesi della Valle Gesso che si prendeva gioco degli abitanti delle frazioni e dei paesi vicini. Non si salvava nessuno: Mentre i frati declamano le Epistule, l’Orso si aggira per le strade del paese in cerca di cibo, tallonato dal domatore. Ringhia e tormenta chiunque si pari sul suo cammino. Al termine della questua, dopo una lunga lotta con il domatore, talvolta l’Orso balla con una bella ragazza dal volto pallido: è Quaresima, che doma l’Orso e pone fine al tempo del Carnevale. In ogni caso, l’Orso riesce sempre a fuggire alle catene del domatore e scompare: al suo posto, sulla piazza inizia a bruciare il “ciciu”, un fantoccio di paglia che si trasforma in un gran falò. I nanu ‘d Cuni I taijagorge du Burg I gutré ’d Rucaviun I mangiacastagne faie ‘d Neradu I cjàstre d’Endon I bijerd ‘d Vaudier I santet dal Coulét I servage di Pret I mangialentie ‘d l’Infernet I litigaire d’Entraighe I cavagnier ‘d San Lurens I scarsabres ’d Zartet I grusier ded Blangier I nani di Cuneo I lattonieri di Borgo San Dalmazzo I gozzuti di Roccavione I mangia-castagne di scarto di Aradolo I trasandati di Andonno I bugiardi di Valdieri I santarellini di Tetti Colletto I selvatici di Tetti Pret I mangia-lenticchie dell’Infernetto I litigiosi d’Entracque I cestai di San Lorenzo I braghe-rotte di Desertetto I grossolani di Sant’Anna Talvolta si proseguiva, senza risparmiare le valli vicine: A Aisun i fol i sun, a Demunt i n’ia en perfunt, a Vinai i mancun mai, al Sambuc i n’ia per truc, a l’Argentera a fan la fera. Ad Aisone ci sono gli stupidi, a Demonte ce ne sono tantissimi, a Vinadio non mancano mai, a Sambuco ce n’è dappertutto, all’Argentera fanno sempre baraonda. contatti Ecomuseo della Segale [email protected] - www.ecomuseosegale.it tel. + 39 0171 97397 - fax +39 0171 97542 l’orso si risveglia! Dopo un letargo durato circa cinquant’anni, grazie al ricordo di un anziano del paese che da giovane aveva interpretato l’Orso di segale, la festa popolare legata a questa mitica figura è stata riproposta a Valdieri, in Valle Gesso, su iniziativa dell’Ecomuseo della Segale, in collaborazione con il Parco Alpi Marittime e il Comune di Valdieri. la brau, brau, brau saut, saut, saut ouv, ouv, ouv Il periodo del Carnevale era insieme tempo di attesa e di risveglio: tempo dello scatenarsi di energie e forze rimaste a giacere per mesi sotto la neve, come le sementi nei campi. L’orso che esce dal letargo è insieme simbolo del ritorno della bella stagione e personificazione dell’inverno che se ne va: per questo in molti carnevali veniva percosso, rasato o addirittura ucciso e bruciato. All’avvicinarsi della Pasqua, la brutta stagione non faceva più paura, era ormai domata e prossima alla fine... G. Bernardi il orso di segale e il carnevale di valdieri l’ orso selvatico, mitico e lunare orso e le altre maschere del carnevale di valdieri La tradizione della questua dell’Orso di segale di Valdieri ha origini molto antiche: si hanno testimonianze della festa già nel Quattrocento, per esempio negli affreschi della chiesa di San Fiorenzo a Bastia di Mondovì. Prima dell'interruzione, la tradizione è stata attiva fino agli anni Quaranta del Novecento. Nell’immaginario popolare, il risveglio dell’orso mitico Il mascheramento dell’Orso di segale richiede una lunga preparazione. Si formano lunghissimi legacci di paglia di segale ritorta, simili a corde, con i quali si avvolge tutto il corpo della persona scelta per interpretare l’orso. All’attore locale, così “impagliato”, si aggiunge un copricapo e, sempre con un legaccio di paglia, si modella la lunga coda dell’animale. l’ a carnevale si fanno tutti gli scherzi possibili. non so chi abbia sognato questo: di fare un orso, un orso vestito in paglia. Bernardino Giraudo, “Din del Papa” è associato alla comparsa nel cielo notturno della luna invernale che annuncia il sopraggiungere della Pasqua. In occasione del Carnevale, l’orso esce dalla grotta e, in funzione della fase lunare, pronostica le sorti della nuova annata agraria. Se l’orso esce in luna piena o in luna vecchia, la Pasqua è ancora lontana, se viceversa si sveglia in luna nuova, la Pasqua è vicina e la stagione dei lavori dei campi ormai alle porte. La figura dell’orso è parallela a quella dell’uomo selvatico. L’Uàrs e il Servàn sono mediatori fra il mondo della selva e quello delle case: entrambi ci raccontano di un tempo in cui il confine fra domestico e selvatico era più aleatorio. Mani e volto sono anneriti con un turacciolo bruciato. Al termine della vestizione, l’Orso esce dal luogo segreto dove è avvenuta la vestizione e irrompe in mezzo alla folla. Incatenato dal domatore e circondato da un corteo di ragazzini vestiti di stracci e coperti di fuliggine che impersonano i “perulìer”, l’Orso e gli altri figuranti danno inizio alla questua, la ricerca di cibo e di doni. Al seguito del corteo questuante ci sono le maschere dei religiosi: le “fantine”, il Prete o il Papa, e i “Frà”, finti frati che declamano le “Epistule”, componimenti scherzosi che canzonano gli abitanti di Valdieri e della valle su fatti personali esagerati di proposito o addirittura inventati.