intanto sale la tensione - Gazzetta del Sulcis Iglesiente
by user
Comments
Transcript
intanto sale la tensione - Gazzetta del Sulcis Iglesiente
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione A.P. D.L. 24/12/2003, n. 353, conv. in L. 27/02/2004 n. 46 - Cagliari · · Carbonia Anno XXIII numero 599 del 4 Ottobre 2012 Euro 1,00 SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DELLA PROVINCIA SULCIS-IGLESIENTE www.gazzettadelsulcis.it · e-mail: [email protected] ROMA MATRIGNA DEI SARDI Massimo Carta CRONISTORIA DELLA TRATTATIVA RICOSTRUITA DA CARLO LOLLIRI RAPPRESENTANTE GLENCORE Alcoa O rmai il quadro è chiaro: i Ministri Corrado Passera e il Vicesegretario Claudio De Vincenti, complice anche il Presidente della Regione sarda Ugo Cappellacci, intendono creare ponti d’oro ad Alcoa che fugge. Lo stanno facendo mettendo in piedi la sceneggiata dell’impossibilità di accedere alle richieste delle tariffe energetiche proposte da Glencore International, unico soggetto seriamente impegnato per l’acquisizione dello smelter alluminio di Portovesme. I due uomini di Governo hanno, in forma scandalosa, comunicato che Glencore International ha rinunciato a proseguire qualsiasi trattativa in merito, in quanto la richiesta della multinazionale svizzera (Glencore) “implica una tipologia differente di intervento governativo che non sarebbe compatibile con la normativa europea. In merito a ciò, il Governo, ha dichiarato con chiarezza che non può né ha intenzione di derogare alla disposizioni stabilite dall’Unione Europea”. Il vero problema, invece è che PasseraDe Vincenti, al servizio di Alcoa, non vogliono che altro soggetto subentri nell’impianto di FORMUFFICIO.IT Rag. Francesco Manca Concessionario Buffetti Forniture articoli per ufficio Libri giuridici e per corsi Vendita assistenza personal computer Via Gramsci, 31 - Carbonia Tel. 0781.671162 Fax 0781.675299 Portovesme per evitare concorrenti sulle produzioni di alluminio. “Gazzetta del Sulcis Iglesiente” è riuscito ad entrare in possesso dell’originale documento Glencore, a firma di Dear Mr Goldberg, il quale nella sua comunicazione al Mise del 29 settembre scorso afferma: “Con una volontà meramente propositiva, desideriamo semplicemente sottolineare che con l’applicazione dei meccanismi illustrati arriviamo ad un costo finale dell’energia pari a 35 euro Mwh, prezzo che si è rivelato insufficiente a garantire anche la continuità produttiva di Alcoa. Siamo certi che capirete che l’operazione di acquisizione dello stabilimento Alcoa di Portovesme si possa definire solo ed esclusivamente a condizioni economicamente sostenibili e ci spiace dovere rilevare che il costo dell’energia a 35 euro Mwh evidenzia una diseconomia non sostenibile. Non intendiamo, e non intendevamo, richiedere al Governo violazioni alla legislazione europea esistente, ma semplicemente “suggerire” percorsi alternativi certi che, ove praticabili, avrebbero potuto portare a riequilibrare quei fattori produttivi non sostenibili economicamente. Prendiamo atto del fatto che le strade proposte non incontrerebbero i favori della Comunità Europea e, pertanto, vi confermiamo che allo stato attuale e in queste situazioni non siamo interessati a proseguire il discorso anche in ragione del fatto che l’attuale gestore dell’impianto, alle stesse condizioni, accumula perdite rilevanti che hanno portato alla decisione di chiudere lo stabilimento. Qualora fossero possibili soluzioni alternative atte a creare condizioni economiche sostenibili e certe, la Glencore International è a vostra disposizione per un confronto”. Pertanto Glencore Internationale non solo ha proposto un piano serio, ma ha anche affermato che è sempre pronto, ove emergessero presupposti seri, a riprendere Noi siamo stati richiamati dal Ministero, dopo il fallimento della trattativa Aurelius, il 6 agosto 2012 ed abbiamo fatto l’incontro il 31 agosto al Ministero, dove abbiamo nuovamente chiesto con forza un tavolo tecnico per capire i costi energetici e l’applicazione delle tariffe. Il 18 e 19 settembre c’è stato il nuovo incontro e il Ministero ci ha dato le linee per poter valutare le condizioni. Le linee erano le seguenti: per il triennio 2013-2015 la superinterrompibilità sulla quale tuttavia è chiamata a pronunciarsi la U.E. e solo dopo il Governo potrà autoil confronto. Ma vi è di più. rizzare con decreto; dopo il 2015 “si spera” che la supePerché finora nella trattativa rinterrompibilità diventi strutturale. E questo sarebbe non è emerso, malgrado richiequanto di più auspicabile. Però non si è sicuri e allora sto, il prezzo dell’energia eletper gli altri sei anni, dal 2016 al 2022, è stato proposto trica pagata da Alcoa? Se è vel’interconnector più l’interrompibilità semplice. Ma, Carlo Lolliri ro, come si dice, che esso sia tra niente impegni scritti. 26 e 28 euro a Mwh, perché ad Questi elementi servivano per fare una valutazione noaltri Passera-De Vincenti vostra e poter poi decidere se fare o meno la lettera d’impegno ad Alcoa. Ci siamo lasciati il giorgliono imporre 35 euro a Mwh? no 19, dicendo che è stata una riunione positiva in quanto avevamo acquisito gli elementi per Altra domanda: “Se Alcoa col valutare, riservandoci di dare una risposta. prezzo 26-28 euro vuole chiuIl giorno 25 settembre abbiamo scritto al Ministro Passera e al Sottosegretario De Vincenti fadere per presunte diseconomie, cendo un excursus della situazione e abbiamo supposto, poiché nessuno ci ha mai detto quanto perché altri dovrebbero assupaga Alcoa l’energia attualmente e quanto l’abbia pagata fino al 31 dicembre 2011, che Alcoa mersi impegni a costi più graabbia pagato l’energia a euro 34,96 a Mwh. Abbiamo inoltre chiesto se 34,96 sia comprensivo vosi?”. degli oneri bilaterali. Il Ministero, a riguardo, ci ha risposto che si tratta di un problema tra E’ evidente che il quadro non è aziende. Al che abbiamo richiamato l’accordo sottoscritto il 27 marzo 2012 tra Governo, Alcoa, chiaro. “Se ci sono altri pretenRegione, Provincia, Confindustria e Sindacati nel quale è esplicitamente evidenziato l’impegno denti, perché non si va avanti del Ministero a fare in modo che queste cose avvengano e se ci sono degli ostacolo di toglierli. con essi? Dei due uno: o sta Tuttavia noi siamo partiti per le valutazioni dal presupposto che Alcoa chiude la fabbrica perbluffando il duo governativo ché ha un’energia a euro 34,96, supponendo che il prezzo di mercato dell’energia sia di euro (con il resto delle istituzioni che 74. Se ci aggiungiamo i vantaggi degli accordi bilaterali che noi potremmo stimare in qualche euro in meno, dovremmo arrivare a 32-33 euro a Mwh. finora hanno retto il bandolo), Dopo il 2015 c’è l’interconnector, sei anni di interconnector con l’interrompibilità semplice. oppure è la Glencore che vuole Chiaramente interconnector signfica che noi dobbiamo fare investimenti, perché dobbiamo acspecularci. Però, per dimostrare quistare energia dall’estero e dobbiamo partecipare a dei bandi. quest’ultima ipotesi occorre Nell’accordo sottoscritto al Ministero, con Regione, Provincia, Confindustria e sindacato è staportare allo scoperto il prezzo to riportato che “Alcoa chiude per ragioni di ordine economico e di mercato”; e ancora “in energetico pagato fino all’anno ogni caso lo smelter potrà continuare ad operare a condizioni economicamente sostenibili anscorso da Alcoa. Su questi inche in altri contesti societari”. Economicamente sostenibili vuol dire che ci devono essere costi terrogativi dovranno dare rispoenergetici praticabili, se no siamo punto e capo. ste, visto l’atteggiamento silenNoi in quest’analisi fatta e riportata nelle lettera del 25 settembre scorso abbiamo detto al Gozioso delle istituzioni locali, i verno “stanti quelle condizioni non si capisce perché si chiude un impianto e perché io lo debba sindacati che hanno firmato lo prendere alle stesse condizioni”. scandaloso documento di chiuAllora, per dare a quell’impianto continuità, poiché nello smelter alluminio occorre molta enersura Alcoa il 27 marzo 2012. gia, abbiamo stimato di poterci inserire nel discorso con l’energia 25 euro per dieci anni, un peSulla loro coscienza ci saranno riodo, dunque, ben stabilito, che consente di fare un piano industriale serio per dare rilancio e 1200 famiglie legate, direttasviluppo a quell’impianto. mente o indirettamente ad AlNon è pensabile che venga proposto un piano della durata di tre anni e “poi vedremo”. Quindi coa, in procinto di perdere la dobbiamo avere certezza sul costo dell’energia, mentre possiamo soprassedere sulle infrastrutbusta paga. ture e gli organici sui quali con Regione e Provincia e sindacati potremo trovare un terreno comune. Noi abbiamo detto al Gover“E’ bene che il governo ne sia consapevole: se non arriveranno segnali concreti e positivi nella verno che dagli studi fatti, noi tenza Alcoa, i lavoratori manifesteranno davanti a Palazzo Chigi, il luogo naturale dove deve risolnon possiamo assolutamente versi questa vicenda”. Lo ha dichiarato Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm, che polemizza proporre una lettera ad Alcoa col ministro Corrado Passera.”Il responsabile del dicastero dello Sviluppo economico - sottolinea se l’energia rimane a 35 euGhini - ha parlato delle fortune dei lavoratori Alcoa e dell’indotto collegato rispetto alle diverse mulro, in quanto, non perché lo tinazionali che sarebbero interessate all’acquisto del sito sardo. Invece tutte quelle persone che vivodiciamo noi, ma è l’Alcoa che no della produzione di alluminio soffrono disagi.70 di loro dall’altro giorno sono rimasti senza stiha detto al Ministero che pendio, senza ammortizzatori sociali, senza prospettive, solo perché titolari di un contratto di lavoro chiude la fabbrica col prezzo somministrato”. “Venga il ministro di persona a dire che sono soggetti fortunati. Si rendono conto i energetico a circa 35 euro. componenti dell’esecutivo che rispetto al caso in questione non è il caso di parlare di fortuna? BisoIl Ministero, con la lettera del gnerebbe, invece, indicare concrete linee di politica industriale utili al rilancio della politica mani28 settembre, in risposta ci fatturiera nazionale”, chiede il sindacalista. dice che “non c’è alcuna pos“Nel caso di Alcoa questa lacuna è evidente e non bastano delle ventilate manifestazioni di interesse sibilità di scendere sotto il a sopperirla. Se non giungeranno concreti segnali per la salvaguardia dei livelli produttivi ed occuprezzo di 35 euro a Mwh”. pazionali per lo stabilimento di Portovesme, i lavoratori sardi ritorneranno a Roma per manifestare Queste parole si commentano davanti al portone di Palazzo Chigi. Se le cose continuano così, è in quelle stanze che si dovrà risolda sole. vere la vertenza Alcoa”, conclude Ghini. INTANTO SALE LA TENSIONE 2 Regione numero 599 del 4 Ottobre 2012 IL TURISMO NON PUO’ PRESCINDERE DA UN SINERGICO PIANO TRASPORTI Bosa ‘Bene il Piano di rilancio, ma non c’è turismo senza trasporti’. La Regione Sardegna ha posto con forza all’attenzione del ministro del Turismo Piero Gnudi il problema del trasporto da e verso l’Isola nel corso della presentazione, nei giorni scorsi a Roma, del Piano strategico di rilancio del Turismo, portato all’attenzione degli assessori competenti di ciascuna Regione. L’assessore Luigi Crisponi, durante la presentazione, ha chiesto che all’interno degli oltre quaranta punti, che compongono il documento, sia inserito un chiaro riferimento alla risoluzione delle problematiche legate ai collegamenti, che stanno fortemente danneggiando l’intera Isola non solo sotto il profilo turistico. ITER PIANO STRATEGICO. La fondamentale osservazione della Regione Sardegna, decisiva nelle strategie di sviluppo turistico dell’Isola, e quelle delle altre Regioni saranno sottoposte entro fine mese all’attenzione del ministro Gnudi, in modo che il Piano, una volta ‘emendato’, possa giungere sul tavolo del premier Mario Monti nei primi dieci giorni di ottobre. METODO DI CONDIVISIONE. I vari assessori regionali hanno apprezzato il metodo di condivisione attuato dal governo e la qualità del lavoro di analisi e ricerca delle condizioni e criticità del settore svolto, lo stesso ministro del Turismo ha messo in chiaro che “il Piano strategico si trasformerà in azioni efficaci solamente se sarà riconosciuto dal sistema delle Regioni come uno strumento comune e condiviso”. PIANO TRASPORTI PER LA SARDEGNA. “Apprezziamo il clima di collaborazione instaurato dal governo - ha sottolineato l’assessore Luigi Crisponi - e la possibilità di un concreto apporto al Piano da parte di ciascuna Regione, proprio per questo riteniamo irrinunciabile che la nostra istanza sia presa nella dovuta considerazione. Non è concepibile – ha aggiunto Crisponi - parlare di Piano del turismo senza un piano trasporti, risulterebbe ‘monco’, si tratta di una componente esiziale per tutta l’attività nazionale di settore e, in particolare, per le isole. Chiediamo al ministro Gnudi di farsi carico di portare all’attenzione del governo una possibile soluzione del nodo trasporti, da inserire nel novero dei punti che compongono il Piano”. Approvato dalla Giunta, su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Angela Nonnis, il programma di spesa per le opere di interesse degli enti locali regolato dalla legge numero 6 del 15 marzo 2012. Con uno stanziamento di 3 milioni di euro saranno soddisfatte le istanze di finanziamento di 44 comuni, soprattutto per quanto riguarda lavori urgenti di ampliamento e messa in sicurezza dei cimiteri e di consolidamento degli edifici di culto. “Il provvedimento varato oggi dall’esecutivo fa fronte a esigenze improcrastinabili dei Comuni, al fine di garantire un adeguato livello di servizi - dice l’assessore Nonnis - sarà possibile intervenire per migliorare le precarie condizioni igienico sanitarie in cui spesso versano i cimiteri e la grave situazione delle chiese, talvolta strutture di pregio con seri problemi di staticità”. Riguardo alle risorse per gli anni 20142017 pari a 17 milioni, inoltre, la Giunta ha approvato un avvi- FINANZIAMENTO PER LAVORI CIMITERI E EDIFICI DI CULTO so che sarà pubblicato sul portale web della Regione attraverso il quale gli enti locali potranno avanzare le proprie richieste di finanziamento per tutte le opere pubbliche prioritarie già inserite nel programma triennale dei Direttore Responsabile: MASSIMO CARTA e-mail: [email protected] www.gazzettadelsulcis.it Edizioni Sulcis di Salis Rosanna & C. sas Sede legale: Via Dalmazia 135 - Carbonia registrazione Tribunale Cagliari: decreto 15/1990 Iscriz. Registro Nazionale della Stampa n. 5184 del 10 Giugno 1996 ROC 3802 Settimanale del Sulcis - Iglesiente CCIAA Reg. Imprese REA 217220 - P. IVA 02691930925 Abbonamento Annuo (48 numeri) ITALIA: Euro 40 - PAESI CEE: Euro 80 - PAESI EXTRACOMUNITARI: Euro 160 CC. n° 43296169 Edizioni sulcis sas - Via Bandiera, 1 - 09010 CORTOGHIANA Hanno collaborato a questo numero: Gianni Podda, Alessandro Carta, Sergio Rombi, Armando Cusa, Marco Massa, Alfio Gessa, Elena Cossu, Sabrina Carta, Pino Piras, Giovanni Fiabane, Marcello Murru, Claudio Moica. Direzione - Redazione - Pubblicità: Via Gramsci, 199 - Carbonia (CA) Tel. 333.6077645 0781.675289 Fax 178.2282316 Foto e articoli inviati al giornale, anche via e-mail, sono da intendersi a titolo gratuito. La Direzione ne diviene proprietaria e si riserva la facoltà di pubblicarli. Responsabile Pubblicità: ROBERTO CARTA tel. 338.3592915 Grafica, impaginazione, stampa e allestimento: CTE Iglesias Z.Ind. Sa Stoia Tel. e fax 0781.21086 Distribuzione: Fantini - Agenzia di distribuzione stampa s.r.l. - Km 2.400 str. Prov. 120 Sestu Elmas - Tel. 070.262 699 Comuni. Le domande dovranno essere spedite all’assessorato dei Lavori pubblici entro il termine di 30 giorni dalla pubblicazione e potranno riguardare un solo intervento di importo non superiore a 500mila euro. GASOLIO AGRICOLO PORTA AUMENTO DI SPESA PER 18 MILIONI DI EURO AGLI OPERATORI SARDI La Regione chieda alla SARAS un’azione calmierante sul prezzo del gasolio agricolo per le imprese Sarde. E’ quanto richiesto dai vertici della Coldiretti Sardegna, Marco Scalas e Luca Saba, in una nota indirizzata al Presidente della Giunta Cappellacci ed all’Assessore dell’Agricoltura Oscar Cherchi. La richiesta nasce dalla forte preoccupazione per i rincari senza precedenti registrati per il gasolio agricolo. Nell’ultimo anno infatti, il carburante, indispensabile per la gestione delle pratiche colturali, ha subito aumenti dell’ordine di 18 centesimi al litro, passando dai 0.85 euro del 2011 ai 1.03 euro del 2012. Un aumento che pesa sui conti dell’agricoltura Sarda per oltre 18.000.000 di euro. Si tratta di un aumento insostenibile – spiega Marco Scalas, Presidente di Coldiretti Sardegna – che porterà le nostre aziende all’impossibilità di svolgere anche le semplici arature. Gli effetti si allargheranno a diversi comparti: dalla serricoltura alla viticoltura infatti, il caro gasolio si innesta in un contesto di continua crescita dei costi di produzione e di riduzione dei prezzi di vendita. Il dato assume connotati ancora più gravi – prosegue Luca Saba, Direttore di Coldiretti Sardegna – se analizzato su un piano prospettico di 10 anni: dal 2002 al 2012 il prezzo del gasolio è salito di ben 59 centesimi, con un maggior costo per sistema agricolo Sardo di oltre 60.000.000 di euro. Si tratta di una progressiva erosione di risorse che, unita all’aumento generalizzato dei costi, espone al rischio default l’intera agricoltura isolana. In un momento in cui la Sardegna perde pezzi importanti della propria economia – concludono Scalas e Saba – con i poli chimici avviati verso un difficile percorso di riconversione, diventa ancora più attuale la necessità di un piano di rinascita che punti su un sistema produttivo sostenibile. Il caro gasolio, allora, rappresenta uno dei nodi da sciogliere per evitare il default del nostro settore primario, senza il quale è difficile immaginare un futuro per l’intera Sardegna. Per questo chiediamo al Presidente Cappellacci, ed all’Assessore Cherchi, un impegno concreto per creare un accordo con la SARAS per calmierare il prezzo del gasolio agricolo. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA SICUREZZA LA SEGRETERIA REGIONALE SARDEGNA Da qualche mese a questa parte, sugli organi di stampa e telecomunicazione si leggono e si sentono delle notizie che per la gran parte non rispecchiano la realtà del sistema penitenziario isolano, e questo possiamo affermarlo con certezza noi della FNS Cisl che giornalmente viviamo, realmente, il carcere e tutto ciò che ne consegue a 360°. Ultime le notizie mandate in onda dall’emittente Videolina in data 27 c.m. e sul quotidiano La Nuova Sardegna in data di oggi dove addirittura si vuole gettare il terrore nel territorio oristanese, come tempo fa è stato fatto in Gallura in vista dell’apertura del nuovo complesso penitenziario di Nuchis a Tempio Pausania. Tutto questo non lo condividiamo spiegandone i motivi. Fino a ieri il sistema penitenziario isolano viveva una situazione veramente critica che per certi versi ha sfiorato il punto di non ritorno, una situazione che col passare dei giorni sta migliorando, vedasi l’apertura di nuovi Istituti penitenziari all’avanguardia con moderni impianti di sicurezza, quindi istituti pronti ad accogliere detenuti di alta sicurezza, e negli istituti di Massama e di Nuchis siamo certi non saranno assegnati detenuti a regime del 41 bis O.P. ma solo detenuti di alta sicurezza e noi che siamo del mestiere conosciamo la differenza al contrario di qualche politico che da mesi non fa altro che mandare avanti una campagna che non rispecchia certo la realtà. Forse bisogna recuperare voti ma di certo non è questo il modo corretto, ognuno lo fa con quello che ha e noi lo facciamo con cognizione di causa perché siamo responsabili e consapevoli del nostro mestiere. Le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria sono professionalmente preparati alla custodia di qualsiasi tipo di utenza ma forse questo non rientra nel pensiero del politico di turno. Dove era la politica quando protestavamo per avere Personale in più, dove era la politica quando chiedevamo mezzi adeguati, dove era la politica quando chiedevamo di lavorare con un pizzico di sicurezza in più. Oggi che stiamo vivendo l’apertura di nuove strutture penitenziarie, ribadiamo modernissime, oggi che abbiamo avuto un incremento di Personale per Massama e per Nuchis di circa 160 agenti ci si scandalizza perché stanno arrivando i detenuti di alta sicurezza? ma invece di creare allarmismi inutili che non portano a nulla, visto che a Massama andranno a essere custoditi 125 detenuti di media sicurezza e altri 125 di alta sicurezza, e comunque non nel breve periodo, in un Istituto che ha a disposizione circa 140 agenti. Perché non si sostengono con forza le giuste rivendicazione delle OO.SS. e cioè, lo sblocco del turnover, il riordino delle carriere, i giusti stanziamenti economici contrattuali, la previdenza complementare e il riconoscimento della specificità dei Corpi di Polizia e del Soccorso Pubblico ma tutto questo a quanto pare non interessa, forse perché non fa notizia ! l’importante, come al solito, per il politico è apparire, ancora meglio se al fianco di qualche organizzazione Sindacale... di certo non la nostra, noi portiamo avanti cose concrete, reali e pensiamo ogni giorno ai sacrifici dei colleghi che giornalmente e per moltissimi anni hanno lavorato in modo non dignitoso all’interno di carceri che dire fatiscenti è riduttivo. Il sistema penitenziario isolano sta cambiando in meglio e questo è dovuto all’impegno dell’Amministrazione Penitenziaria Regionale e tutte le OO.SS., come la FNS Cisl, serie e costruttive e che sempre mettono in primo piano le donne e gli uomini in divisa. E ora di dire basta, e lo diciamo a gran voce specialmente dopo aver letto che è una scelta non gradita dalla Sardegna e dai sardi, bene anche noi siamo sardi e non abbiamo nessuna remora a lavorare con l’utenza che l’Amministrazione Penitenziaria destinerà nei nuovi Penitenziari. Pensiamo che se la scelta è quella di inviare detenuti di media e alta sicurezza o 41bis O.P. aumenterà la sicurezza e questo significa più Personale, più sardi che rientreranno, dopo anni e anni di penisola, nella loro amata terra la Sardegna, significa più famiglie oneste, significa più entrate per i territori, e significa anche aumento degli altri Corpi di Polizia. Condividiamo quanto detto dal Sindaco di Oristano: bisogna avere piena fiducia nelle Forze dell’Ordine!!! NOI AGGIUNGIAMO CHE I SARDI E LA SARDEGNA DEVONO AVERE PIENA FIDUCIA NELLA POLIZIA PENITENZIARIA Il Segretario Generale Aggiunto Regionale Giovanni Villa GRANDE LIBRO SUI COMUNI DEL SULCIS IGLESIENTE CHIEDI AL TUO EDICOLANTE LA COPIA DI OGNI GIOVEDI A CASA TUA Provincia Carbonia Iglesias AI CONTROLLI PRIVATI SUI FUMI D’ACCIAIERIA SI UNIRANNO QUELLI PUBBLICI DELLA PROVINCIA Portale Radiometrico PV La delicatezza delle problematiche relative al controllo di radioattività sui fumi di acciaieria destinati alla società Portovesme S.r.L., ha indotto la Provincia di Carbonia Iglesias a programmare una serie di interventi destinati ad un controllo pubblico dei livelli di radioattività. La Giunta, infatti, pur valutando validi e approfonditi i controlli svolti dal soggetto privato, ritiene doveroso, al fine della tutela del territorio e della salute dei lavoratori e dei cittadini, creare un sistema autonomo gestito da parte pubblica. Per tali ragioni, la Giunta provinciale ha così deliberato: In accordo con la società, verrà immediatamente predisposto un collegamento da remo- to col portale radiometrico della Portovesme S.r.L., in modo tale che gli uffici provinciali abbiano piena cognizione della movimentazione, in termini numerici e qualitativi, del materiale in ingresso alla Portovesme S.r.L. Saranno ulteriormente specificate, in sede di AIA (Autorizzazione integrata ambientale), prescrizioni relative ai limiti di radioattività tollerati sui carichi in ingresso, che dovranno sempre e comunque rispettare la legislazione italiana, se pure più restrittiva rispetto a quella dei Paesi di provenienza. Tale limitazione, continuerà ad essere indicata anche nei documenti autorizzativi al trasporto transfrontaliero e quindi all’ingresso nel nostro paese (anche questi ultimi emessi dagli uffici provinciali). Verrà svolta, in collaborazione con altri soggetti, una valutazione sulla necessità di svolgere ulteriori indagini analitiche e controlli su diversi vettori (acqua ed emissioni convogliate), in fasi intermedie di produzione e per il materiale in uscita dallo stabilimento. Saranno immediatamente attivate le procedure amministrative necessarie all’installazione di un portale radiometrico a totale gestione pubblica. PIU’ EFFICIENZA NELLA DEPURAZIONE LA PROVINCIA SOLLECITA ABBANOA Impianto Depurazione Abbanoa - Bau Pressiu Nella sede dell’Assessorato provinciale all’Ambiente, ad Iglesias, si è tenuta una nuova riunione, indetta dall’assessore, Carla Cicilloni, con i sindaci del territorio interessati alle problematiche inerenti il malfunzionamento degli impianti di depurazione gestiti da Abbanoa. “L’incontro – spiega l’assessore Cicilloni - è stato convocato per individuare, in modo univoco, possibili soluzioni con il gestore Abbanoa, presente alla riunione, e gli altri soggetti principalmente interessati, Regione e Autorità AL VIA IL PROGETTO PROVINCIALE “SULCIRCUS” PER SVILUPPARE LA CULTURA DELLA “STREET ART” L’iniziativa si svolge in collaborazione con i Comuni di Carbonia, Gonnesa, Masainas, Narcao e San Giovanni Suergiu che vi hanno aderito anche formalmente incentivando l’esercizio dell’ Arte di Strada tramite un’ordinanza comunale che ha liberalizzato le aree nelle quali gli artisti si potranno esibire liberamente. Il Progetto propone laboratori dedicati a diverse discipline del teatro di strada, trampoli, funambulismo, giocoleria, clownerie, acrobatica elementare, equilibrismo, mimo/statua. La frequenza dei laboratori è gratuita e libera si può quindi partecipare a più laboratori e anche ai corsi che si svolgono negli altri Comuni anche diversi da quello di appartenenza. I laboratori si pongono come ulteriore finalità anche quella di realizzare una parata conclusiva che verrà rappresentata in tutti i comuni coinvolti. Il numero di partecipanti massimo per ogni laboratorio è di 20allievi. Il proget- to è nato grazie alla sensibilità e all’attenzione dell’ Assessore alle Politiche sociali, giovanili e della salute della Provincia di Carbonia Iglesias, Luca Pizzuto, che ne ha reso possibile la realizzazione con la finalità di incentivare la pratica delle arti di strada e riconoscere i diritti degli artisti. “L’obiettivo, è stato spiegato, è quello di valorizzare l’espressione artistica in tutte le sue forme anche attraverso la creazione di un albo da cui attingere per eventuali manifestazioni ed eventi nel territorio del Sulcis Iglesiente creando così anche un’opportunità lavorativa futura per i giovani del territorio che, anche a partire da questi laboratori, intenderanno approfondire e sviluppare le pratiche delle Arti di Strada , oltre a rappresentare una forma di intrattenimento, interessante, gradevole e coinvolgente”. Il valore del Teatro di strada come mezzo d’intervento sociale è qualcosa di molto utilizzato e ormai com- 3 numero 599 del 4 Ottobre 2012 provato, più recentemente va diffondendosi anche l’esperienza del Circo Sociale, che mette in relazione l’arte di strada con le abilità circensi e con queste esperienze il progetto SULCIRCUS si propone in continuità. Il Teatro del Sottosuolo, impegnato da tempo nella diffusione del linguaggio teatrale contemporaneo nel territorio del Sulcis Iglesiente, ha sempre dato ampio spazio anche al teatro di strada nelle sue programmazioni, valorizzandolo sia nelle attività sociali, laboratoriali e di formazione che in quelle di produzione e distribuzione di spettacoli. Le iscrizioni sono ancora aperte in tutti i Comuni che aderiscono al progetto – per informazioni e iscrizioni 339 4067169 – [email protected] , www.teatrodelsottosuolo.com IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA CHERCHI AI LAVORI DI GIUNTA A VILLAMASSARGIA Nel corso della riunione si è dato atto: 1) che è stato completato il lavoro di ampliamento e potenziamento dei servizi della Scuola Agraria; 2) che i lavori di manutenzione della Strada provinciale 2 Pedemontana, saranno rapidamente completati con ulteriori interventi di messa in sicurezza 3) che nel corso della settimana iniziano i lavori di manutenzione degli alvei dei corsi d’acqua; 4) che la rotatoria sostitutiva del semaforo all’ingresso del Paese sarà inviata in appalto non appena l’ufficio paesaggistico regionale rilascerà il nulla osta; 5) che si studierà la fattibilità di una rotatoria al servizio dell’ingresso ovest del cen- d’Ambito, che, tuttavia, non hanno partecipato, dimostrando, così, un loro disinteresse alla risoluzione del problema”. A conclusione della riunione, l’assessore Cicilloni e i sinda- ci intervenuti hanno convenuto di intraprendere tutte le azioni possibili nei confronti del gestore degli impianti, a salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente. IL CONSIGLIO PROVINCIALE SULLA VERTENZA LAVORO Il Consiglio provinciale ha condiviso la relazione del Presidente, Salvatore Cherchi, che ha fatto il punto sulla vertenza per il settore industriale, per l’energia e per il Piano Sulcis. Il Consiglio provinciale, preoccupato per gli effetti fortemente negativi sul piano sociale, provocati dalla chiusura in atto della fabbrica Alcoa, chiede che il Governo e la Regione agiscano, finalmente, con la decisione necessaria. Al Governo è reiterato l’invito perché una delegazione di Ministri venga nel territorio, per rendersi direttamente conto della situazione. Il Consiglio ha condiviso la proposta sostenuta dall’assemblea di Portovesme, dello scorso 20 settembre, di organizzare una manifestazione a Roma di protesta popolare. PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS SEDE DI CARBONIA 09013 Via Mazzini, 40 - Tel. 0781.6726 telefax 0781.6726 SEDE DI IGLESIAS 09016 Via Argentaria, 14 - Tel. 0781.6726 e-mail: [email protected] Presidente: Salvatore Cherchi ASSESSORI: ALBERTO PILI: Politiche del lavoro-Attività Produttive-Form.Profes. GUIDO VACCA: Pianificazione territoriale e settoriale CARLA CICILLONI: Ambiente e Protezione civile MARCO SIMEONE: Lavori Pubblici-Viabilità- Manutenzioni MARINELLA GROSSO: Turismo-Eventi-Sport LUCA PIZZUTO: Politiche sociali e giovanili ALESSANDRA PINTUS: Istruzione-Alta Formazione-Università Salvatore Cherchi tro abitato; 6) che la Provincia trasferirà al Comune le risorse stanziate per il miglioramento dell’accesso a Orbai e alle aziende agricole vicine. Posta elettronica certificata: ANNA MARIA CONGIU (Dir. Servizi amministrativi) [email protected] SPERANZA SCHIRRU (Dir. Servizi per il lavoro, cultura e socialità) [email protected] FULVIO BORDIGNON (Dir. Servizio tecnico) [email protected] PALMIRO PUTZULU (Dir. Servizi ambientali) [email protected] MAURO MANCA (Resp. Servizi finanziari) [email protected] ALBERTO SECHI (Resp. Servizio gestione personale) [email protected] La Sede legale della Provincia è in Via Mazzini, 39 – 09013 Carbonia (CI) 4 Lavoro numero 599 del 4 Ottobre 2012 2004-11 PERSI NELL’INDUSTRIA SARDA OLTRE 30 MILA POSTI DI LAVORO Il crollo del sistema produttivo della Sardegna, in questi anni, è confermato da alcuni dati sui posti di lavoro persi dal 2004 al 2011. “Una crisi dell’economia isolana, scrive il Segretario regionale Cisl Mario Medde, sintetizzata da alcuni indicatori, e che richiamano l’urgenza di una profonda e diffusa strategia di cambiamento nelle politiche dello sviluppo e per il rilancio delle attività produttive e industriali. Si tratta, infatti, di difendere il tessuto produttivo esistente dentro una strategia che individui un nuovo modello di sviluppo nei settori e nei territori. Alla Regione Sardegna compete, dunque, l’onore e la responsabilità di promuovere questa fase di cambiamento e di predisporre nuove politiche di settore. È questa la sollecitazione che la Giunta regionale deve accogliere se vuole evitare una lunga fase di recessione e di costante riduzione degli occupati. La difesa dell’esistente, pur indispensabile, deve tenere conto però di una realtà isolana drammatica, soprattutto sul versante occupazionale. Un’inversione di rotta va messa in campo garantendo una soluzione tempestiva ai problemi strutturali che limitano la competitività del sistema Sardegna (insularità, trasporti, energia e infrastrutture) e l’individuazione dei comparti e dei settori da sostenere”. I numeri consistenti della caduta occupazionale dan- Mario Medde no l’idea dell’entità della crisi in Sardegna, ma anche della necessità di non attestarsi solo nella trincea, promuovendo al contrario misure e interventi utili a favorire un nuovo periodo di crescita economico e sociale. In sette anni, dal 2004 al 2011, l’industria sarda ha perso 30.496 occupati, di cui 14.266 nell’industria in senso stretto e 16.230 nelle costruzioni. In agricoltura, sempre nello stesso periodo, il numero degli occupati è sceso di 5.266 unità. A questi dati è necessario aggiungere 20.000 lavoratori circa in cassa integrazione, ancora con un rapporto di lavoro dipendente, ma in organico presso aziende in crisi. “Solo questi numeri attestano un dramma personale, economico e collettivo, che deve essere affrontato e risolto sia sul versante assistenziale, rafforzando il sistema di sicurezza sociale regionale, sia con una politica che valuti la dimensione e la portata regionale del dramma”. DIBATTITO APERTO IL MISE RIESCE A FARE SCAPPARE GLI ACQUIRENTI NELLA COMPLICATA TRATTATIVA IMPIANTI ALCOA PARERE DI STEFANO LAI RSU ALCOA PORTOVESME «Alcoa non vuole cedere lo Smelter di Portovesme a un diretto concorrente, ma ha come unico scopo quello di ridurre la capacità produttiva globale dello stabilimento. Di contro il MiSE sta dimostrando tutta la sua incapacità di gestire con autorevolezza questa vertenza e di imporre una strategia in grado di salvare la filiera dell’alluminio in Sardegna: anzi, pare si sia specializzato nel far scappare i possibi- li nuovi acquirenti». Così il responsabile Lavoro dell’Idv Sardegna, Stefano Lai, rsu Alcoa, commenta l’abbandono della trattativa per l’acquisizione dello stabilimento sulcitano da parte di Glencore, che ha annunciato al MiSE la sua uscita di scena per via della poca chiarezza nella definizione delle tariffe energetiche legate allo strumento dell’interconnector. «Si tratta dell’ennesimo fallimento del dicaste- Bar Ristorante Pizzeria Argentaria di Cosimo e Giovanni Cui NUOVI LOCALI CON SALA RICEVIMENTI SINO A 300 POSTI (Matrimoni - Sala da Thé - Convegni - Riunioni di vario genere) Tabacchi - Lotto - Totocalcio ARGENTARIA - Via Tasso Goldoni - Tel. 0781.30216 - IGLESIAS (angolo retro Ospedale CTO) ro gestito dal ministro Passera e dal sottosegretario De Vincenti - attacca Lai -. Nella lettera inviata al Mise, Glencore, la più accreditata tra i soggetti in gara, rappresenta problematiche legate alle infrastrutture portuali, agli organici e agli investimenti necessari per rendere competitivo l’impianto al riavvio. Il problema maggiore - precisa Lai - sembra però essere quello legato alla tariffa energetica che si vorrebbe intorno ai 25? a Mwh per la durata minima di 15 anni e che il MiSE non è in grado di garantire. Persino la proposta del ministero di una tariffa intorno ai 35/37 ? a Mwh parrebbe non essere una certezza. In un simile contesto di incertezze è ovvio che la soluzione si allontana aggiunge l’esponente dipietrista -. E’ evidente cheretario De Vincenti non riescono a imporre la giusta spinta, autorevolezza e determinazione nei confronti di Alcoa ed Enel e non sono in grado di tessere strategie di medio e lungo termine finalizzate alla fornitura di energia elettrica a tariffa concorrenziale in modo da attrarre nuovi e seri soggetti, alternativi ad Alcoa. Purtroppo – aggiunge - il MiSE è incapace di proporre una strategia industriale tale da poter salvare una produzione strategica per il paese qual e’ quella dell’alluminio. Ormai – conclude Lai - anziché attrarre nuovi soggetti industriali il Dicastero dello Sviluppo Economico pare si sia specializzato nel far scappare i probabili acquirenti. I lavoratori di Alcoa, quelli degli appalti e i numerosi lavoratori interinali faranno sentire il loro disappunto con iniziative forti, decise ed eclatanti». UN SERIO PIANO ENERGETICO CON FONTI ALTERNATIVE DAREBBE UNA MANO ALLE INDUSTRIE ENERGIVORE Il nostro Paese stenta a programmare e ad intraprendere politiche di avanguardia, nel settore delle energie, ma anche in quelle di riconversione industriale. I recenti casi di Carbosulcis ed Alcoa sono esempi di mancata programmazione. “Negli ultimi anni in Italia si è registrato un aumento esponenziale di richieste (oltre 100 negli ultimi due anni) per nuovi permessi di ricerca di risorse geotermiche per la produzione di energia elettrica, stimata in alcune centinaia di MW di nuova potenza, da parte di imprese italiane e straniere, per l’installazione. Il potenziale produttivo legato a queste iniziative potrebbe addirittura superare nell’arco di soli 10 anni le previsioni del Piano di Azione italiano per le fonti rinnovabili (PAN)”. Lo ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Gli sviluppi in termini di capacità installata vanno oltre quanto previsto dal PAN – ha proseguito Graziano - che pure individua un aumento della capacità di circa 170 MW, dal 2010 al 2020, e della produzione annua di circa 1100 GWh, quali obiettivi per lo sviluppo dell’uso della risorsa geotermica nel settore elettrico. Dunque un quadro assolutamente positivo sotto questo profilo, che testimoniano un grande interesse del mercato verso la geotermia. Le stime, anche quelle più prudenti, rilevano che nel settore geotermoelettrico potrebbero essere attivati investimenti per circa un miliardo di euro nell’arco del prossimo decennio. A differenza di quelle fonti rinnovabili per le quali abbiamo necessità di reperire all’estero le relative tecnologie, l’investimento nel settore della geotermia, con il coinvolgimento di professionisti, dell’impresa del settore delle perforazioni e della realizzazione di impianti di generazione, potrebbe attrarre investimenti sia interni che esteri, con ricadute evidenti sull’economia nazionale”. Attenzione però perché “non si potrà conseguire il potenziale legato a queste risorse senza un quadro chiaro e definito di regole – ha continuato Graziano - e senza superare le attuali criticità, rappresentate dalla definizione dei regimi di incentivazione, dalla semplificazione delle procedure autorizzative, dall’accettabilità sociale degli impianti connessa con la riduzione del rischio minerario. Sono necessari dunque sistemi di incentivazione adeguati, regimi autorizzativi chiari, insomma una nuova politica di valorizzazione delle risorse geominerarie (la geotermia è una risorsa geomineraria). Nel recente passato i comparti dell’eolico prima e del fotovoltaico dopo si sono fortemente avvantaggiati in virtù degli incentivi loro concessi. E’ ora che anche al geotermico si concedano i giusti incentivi, anche in funzione del mutato quadro di interesse. “Purtroppo il nostro Paese stenta a programmare e ad intraprendere politiche di avanguardia, nel settore delle energie – ha concluso Graziano anche in quelle di riconversione industriale (i recenti casi di Carbosulcis ed Alcoa sono esempi di mancata programmazione), di recupero ambientale, di valorizzazione delle materie prime ed anche delle materie prime seconde, che consentirebbero di non inviare più a discarica una enorme quantità di materie prime. Insomma mentre il mondo si avvia da tutt’altra parte, l’Italia sembra ingranare la retromarcia. Mentre il rapporto sulle energie rinnovabili e sui cambiamenti climatici prodotto, su mandato dell’ONU, dagli scienziati dell’IPCC (Intergovernmental Panel of Clinate Change) segnala che l’80% dell’approvvigionamento energetico mondiale potrebbe essere soddisfatto entro il 2050 da fonti rinnovabili, a condizione che esse vengano sostenute da “politiche pubbliche corrette”, l’ Italia punta ancora prevalentemente sul petrolio, continuando ad offrire il nostro mare e royalties non da poco alle compagni petrolifere”. TUTTA LA VERITA’ SU MISE-ALCOA-GLENCORE Gianni Podda Mise e Alcoa gestiscono la farsa della vendita degli impianti di cui la multinazionale americana Alcoa dice di volersi disfare. In pratica però entrambi questi soggetti vogliono impedire che alcun altro soggetto si impossessi degli impianti, preferendo che 1000-1200 capifamiglia vadano ad ingrossare l’esercito di cassintegrati. Com’è noto Glencore ha manifestato interesse ad acquisire lo smelter alluminio di Portovesme a condizioni, però, che sia chiaro il quadro dei costi energetici. Il Mise ha proposto per soli tre anni 35-37 euro a Mwh, nascondendosi dietro il fumoso impegno di 6 anni più 6 anni di superinterrompibilità, ma senza nulla di scritto. Il che non può costituire impegno di alcun genere in quanto la partita si deve giocare in sede UE. Ora Glencore, pur di stanare i veri nemici dell’auspicato accordo sulla compravendita, ha proposto, provocatoriamente, la corrente al costo di 25 euro al Mwh per almeno 10 anni. La reazione è stata di risentimento: conati di vomito al Mise e in casa Alcoa dove si è gridato persino allo scandalo, arrivando a rilanciare la notizia che Glencore si è dissociata dal proseguire gli incontri. La verità invece è un’altra. Alcoa, come sottolineato anche da qualche sindacalista, non vuole che sia Glencore ad acquistare lo smelter di Portovesme in quanto diretto concorrente sui mercati internazionali. Di contra il Mise non vuole cedere la corrente a prezzo concordato e pari a quello praticato nel resto d’Europa, perché d’accordo con i potenti americani. Non solo: tutto questo avviene malgrado il Governo italiano sia ancora (al 31%) il maggiore azionista di Enel (quindi potrebbe ancora decidere) e nonostante la fonte produttrice di corrente viaggi su linee gestite dalla controllata Terna che vorrebbe far pagare il Mwh , prodotto a circa 400 metri di distanza, come per gli utenti che distano dalla fonte decine di chilometri, e per i quali sostiene pesanti impegni manutentivi lungo rete. Invece, un contratto bilaterale tra Glencore e Enel-Terna taglierebbe la testa al toro e gli impianti dell’alluminio continuerebbero a produrre come hanno sempre fatto, mantenendo in piedi la base occupativa che oggi è fortemente preoccupata. In questa vicenda appare alquanto strano anche l’atteggiamento dei sindacati che finora hanno capeggiato la protesta, ma non hanno studiato alcuna strategia da discutere con Governo e Alcoa. L’unica novità, seria, è la provocazione di Glencore che ha chiesto per almeno dieci anni la corrente a 25 euro il Mwh, contro le evanescenti “interrompibilità” di dubbio valore politico. E senza alcun impegno scritto. Lavoro ALLARME IMPRESE D’APPALTO ALCOA LANCIATO DA CONFAPI A CARBONIA Lavoratori appalti e presidente Provincia Cherchi “Il problema che si sta generando con le imprese dell’indotto Alcoa sono un’emergenza esattamente quanto Alcoa: queste aziende, che contano oltre cinquecento lavoratori, vedono seriamente compromesso il proseguo della loro attività, in particolare questo vale per le ditte che lavorano in regime di monocommittenza. “Le imprese rappresentate dalla Confapi - dice il presidente Francesco Lippi, nel corso di un incontro con le aziende associate che si è svolto oggi a Carbonia - , valgono l’80 per cento degli appalti Alcoa, con professionalità interne che in tutti questi anni, hanno garantito efficienza e continuità alle lavorazioni dello stabilimento. Stiamo parlando dunque di una seconda Alcoa, con una differenza sostanziale: non si tratta di una multinazionale che sceglie di chiudere uno stabilimento, ma di un tessuto di piccole e medie imprese sarde che operano in un territorio già martoriato e penalizzato e alla luce di quanto sta avvenendo rischiano di scomparire”. Sulla base di questi presupposti, prosegue Lippi, “chiediamo alla Regione di assumere, anche nei confronti di queste aziende, impegni precisi riguardo alla continuità dei contratti che dovranno legare queste imprese a qualunque nuovo acquirente, ma allo stesso tempo ad un loro diretto coinvolgimento in tutte le azioni di sviluppo nel territorio programmate dalla Giunta regionale. Sia chiaro, prosegue Lippi, “per le aziende associate di Confapi Sardegna, la soluzione a questa emergenza non può passare solo dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali, che in ogni caso dovranno essere assicurati a tutte quelle aziende che riterranno di utilizzarli”. “Le imprese - ha concluso Lippi - vogliono continuare a lavorare e stare sul mercato con i loro dipendenti. Occorre creare le condizioni perché questo avvenga. A livello regionale i piani ci sono, i denari pure. É arrivato il momento di passare all’azione”. DISEGNO DI LEGGE SUL COMMERCIO PER EVITARE DISPOSIZIONI DI DIVIETI Adeguare le norme regionali sul commercio al mutato quadro legislativo nazionale e comunitario, istituire i Distretti economici territoriali per dare nuovo impulso a un comparto in sofferenza e, soprattutto, evitare una ‘deregulation’ commerciale. Sono questi i provvedimenti salienti del disegno di legge ‘Interventi urgenti in materia di commercio’ approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore Luigi Crisponi. Il ddl abroga la legge regionale 5 del 2005; modifica e integra la legge regionale 5 del 2006 (eliminando i riferimenti alla tipologia di esercizio basata sul rapporto tra metri quadri di superficie di vendita e popolazione comunale), conformando- si così alle disposizioni contenute nell’articolo 31 del decreto legge n. 201 del 6 dicembre scorso (poi convertito nella legge n. 214 del 22 dicembre 2011); istituisce, inoltre, nuovi organismi in grado di valorizzare, animare e riqualificare i centri urbani, cioè i Distretti economici territoriali. DISTRETTI ECONOMICI TERRITORIALI. “Si tratta di poli commerciali - spiega l’assessore Crisponi - localizzati in ambito urbano e prevalentemente composti da piccole entità commerciali, turistiche, artigianali e di servizi, distinte fra loro o anche riunite in centri commerciali naturali, che svolgono attività integrate di ‘rivitalizzazione’ dei centri urbani, di rigenerazione del tessuto cittadino e di supporto allo sviluppo delle imprese localizzate al proprio interno, valorizzando le produzioni identitarie del territorio attraverso l’integrazione delle risorse pubbliche e di quelle private”. ADEGUAMENTO NORME IN ATTESA GIUDIZIO CONSULTA. La Giunta ha adottato il disegno di legge sul commercio, dopo che, con delibera n.7/11 del 16 febbraio scorso, aveva predisposto il ricorso per la dichiarazione di illegittimità di alcuni articoli del decreto 201, tra i quali proprio l’articolo 31, per violazione dello Statuto della Regione Sardegna, della Costituzione e del principio di leale collaborazio- ISTITUITA LA FLOTTA SARDA “L’approvazione della nuova legge per la flotta sarda è la prosecuzione di un’autentica battaglia di liberazione dei Sardi dalla soggezione al sistema Tirrenia, che ancora oggi continua a violare i diritti dei cittadini e a calpestare le regole del libero mercato”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, dopo l’approvazione del testo normativo. “É la legge - ha aggiunto il governatore - di un popolo che non risponde con l’inchino ai soprusi degli armatori, ma si ribella e rende attiva, forte e determinata la propria rivendicazione. Quella che difendiamo anche con le navi-quattro mori é un’istanza che stiamo sostenendo - ha proseguito il presidente - sia in sede politica che giurisdizionale, a livello nazionale e comunitario. Andremo avanti con tutti i mezzi a nostra disposizione fino a quando non sarà garantito il pieno ed effettivo diritto alla mobilità dei sardi, l’assoluta libertà di accesso ai mercati extra-regionali per le nostre imprese ed il diritto della Sardegna a decidere in materia di collegamenti marittimi”. Saremar 5 numero 599 del 4 Ottobre 2012 ROBERTO FORRESU ELETTO SEGRETARIO DELLA FIOM CGIL SULCIS IGLESIENTE Il 27 settembre 2012 il Direttivo della FIOM CGIL, alla presenza della Segreteria Nazionale e Regionale della FIOM, della Segreteria della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, ha eletto, all’unanimità, Roberto Forresu, nuovo Segretario Generale della Categoria. Il nuovo segretario, dipendente del Gruppo Di Bartolo di Portoscuso, succede nell’incarico a Franco Bardi che ha guidato la Fiom CGIL dal 2004. “Un passaggio di consegne alla Guida della Federazione, ha spiegato Roberto Puddu segretario generale CGIL Sulcis Iglesiente, che da una parte consegna una fortissima responsabilità al complesso della FIOM e della CGIL ad ogni livello, ma che va anche a riconfermare la caratteristica e la storia della nostra Organizzazione che la vede operare il rinnovamento del suo quadro dirigente, nel rispetto delle regole che definiscono i limiti di mandato negli incarichi esecutivi ad ogni livello organizzativo”. Per Roberto Forresu il massimo incane, di ragionevolezza e di uguaglianza. La Corte costituzionale si pronuncerà a novembre: “In attesa del pronunciamento – afferma l’assessore Crisponi – abbiamo agito in misura strettamente necessaria e sufficiente a evitare eventuali interventi sostitutivi da parte del governo e prevenire gli effetti distorsivi di una disciplina di totale deregolamentazione commerciale. Perciò abbiamo adottato interventi abrogativi e innovativi per tutte quelle disposizioni che pongono divieti e restrizioni alle attività economiche in osservanza delle norme nazionali e comunitarie in materia di concorrenza, libertà di stabilimento e libera prestazione di servizi”. GARANZIA DI CONCORRENZA ED EQUILIBRIO DI MERCATO. “Tuttavia – aggiunge l’esponente della Giunta - appare opportuno evidenziare che la tutela della concorrenza come principio costituzionale e del diritto dell’Unione Europea non può essere identificato con l’assenza di regole, ma anzi proprio le regole e le prescrizioni hanno l’effetto di promuovere un mercato concorrenziale, equilibrato e capace di svolgere la sua ‘funzione sociale’”. A seguito del pronunciamento della Corte si procederà a un nuovo intervento più puntuale e generalizzato sul commercio. Ora il disegno di legge proseguirà il suo iter in Aula consiliare. rico nella Federazione dei Metalmeccanici del Sulcis Iglesiente, arriva a seguito della sua pluriennale esperienza nella Segreteria della Categoria e la lunga militanza nell’organizzazione nei vari ruoli di delegato di base, di Rappresentante Sindacale Unitario e componente negli organismi direttivi della Categoria e della Confederazione. La Segreteria della Camera del Lavoro, la Segreteria nazionale e regionale della FIOM a nome di tutto il gruppo dirigente del territorio, hanno espresso il più grande ringraziamento a Franco Bardi, al quale è stato riconosciuto l’impegno profuso in anni di sacrifici per la sua totale disponibilità verso l’Organizzazione e verso le lavoratrici e i lavoratori. A Franco Bardi, che non termina la sua esperienza nella CGIL, è stato riconosciuto: la grande capacità di analisi, di contrattazione, di proposta; di aver contribuito alla crescita della Fiom e della CGIL attraverso un’azione attenta ai temi della confederali- tà con l’interazione con le altre categorie; la sua proverbiale generosità nella tutela dei lavoratori come nella mobilitazione e nel confronto con le controparti; infine, e non per ultimo, il lasciare l’Organizzazione in salute ed in crescita di consensi. “Roberto Forresu, ha aggiunto Roberto Puddu, ha assunto l’incarico in questo momento di epocale emergenza economica ed occupazionale che vede a rischio l’intero apparato produttivo del territorio. Avrà un impegno gravoso per le tante vertenze aperte di importanza vitale per la nostra terra; sia in quelle in cui è direttamente coinvolta la categoria, che in quelle più generali che interessano tutti gli altri settori quotidianamente minati dall’azione del Governo, dall’inazione della Regione e dalla mancanza di investimenti da parte delle Imprese. Situazioni che impongono la prosecuzione dello straordinario impegno nella mobilitazione, che saranno garantiti dal Nuovo Segretario unitamente a tutto il gruppo dirigente”. OGNI GIOVEDÌ IN EDICOLA 6 Politica numero 599 del 4 Ottobre 2012 STA PER APRIRE I CANCELLI LA PORT.AL. LADDOVE C’ERANO CENERI DELLA EX ILA Sergio Rombi Entro il corrente anno i tecnici dell’ex Ila di Portovesme, con indosso la tuta “Port.Al.”, rivarcheranno i cancelli dell’impianto per seguire la messa a punto e preavviare i macchinari dell’arrugginito stabilimento dei laminati sottili d’alluminio. Allo stato attuale squadre esterne stanno mettendo in sicurezza i capannoni, mentre altri stanno procedendo alla ristrutturazione degli ambienti così da essere pronti nel momento in cui gli ex Ila verranno chiamati al lavoro. Nei giorni scorsi l’imprenditore Ninetto Deriu, che ha rilevato lo stabilimento, si è incontrato Ninetto Deriu con i sindacalisti territoriali e confederali ai quali sono stati illustrati i programmi che s’intendono mettere in cantiere per ridare a questo stabilimento una sua dignità e operatività produttiva. “E’ stato un incontro assai sereno ed abbiamo illustrato i nostri programmi, ha detto l’imprenditore Ninetto Deriu a “Gazzetta”. Le squadre esterne stanno per concludere la fase di messa in sicurezza e di ristrutturazione degli ambienti, dopodiché procederemo, con una certa gradualità, a far rientrare le maestranze che già facevano parte degli organici di questo stabilimento. A riavviare i macchinari saranno i tecnici che già conoscono questa realtà”. Nessuno nasconde l’emozione che potrà viversi nel momento in cui le maestranze ex Ila metteranno piede dentro questo stabilimento ormai chiuso da quattro-cinque anni. “Se la burocrazia non ci ostacolerà, ha aggiunto Ninetto Deriu, verso febbraio-marzo 2013 contiamo di rimetterci in produzione. Nel frattempo speriamo di entrare in possesso delle autorizzazioni per il nostro parco eolico (tre+tre aerogeneratori) che ha come esclusiva finalità l’autoproduzione per abbattere i costi dell’energia elettrica”. Dalle parole del più qualificato imprenditore privato locale, che da oltre quarant’anni si trova sulla scena industriale supportandosi con soldi propri, dall’inizio della prossima primavera Portovesme dovrebbe poter contare sui rigenerati laminati sottili d’alluminio, cui si aggiungeranno anche altri tipi di produzione. “Come già annunciato in altre occasioni, ha detto Deriu, le produzioni dei laminati andranno in due direzioni: laminati sottili e laminati pesanti destinati alla nautica. Questi ultimi, con la dotazione di particolari macchinari, potranno essere presagomati per le industrie nautiche, senza escludere che anche noi si possa arrivare a costruire imbarcazioni di varia stazza se avremo la disponibilità di spazi adeguati e di accesso al porto”. Quello di accesso al porto è un capitolo che merita attenzione, perché rasenta l’assurdo. La Re.No., sempre di proprietà Ninetto Deriu, è impedita di portare a terra i natanti che hanno necessità di manutenzioni, perché il Consorzio Industriale, pur disponendo dei fondi necessari, dall’inizio dell’anno non ha proceduto a realizzare un ponticello, d’una decina di metri, la cui mancanza impedisce ai mezzi pesanti di accedere alle banchine per caricare e trainare i natanti da portare nei cantieri di manutenzione. “Il problema sarà ancora più evidente, ha aggiunto Deriu, quando entreremo in produzione di pezzi presagomati per la cantieristica navale e che necessariamente dovremo imbarcare nello scalo di Portovesme. Certamente la grande industria và salvata, sia per mantenere le produzioni e sia per garantire una basa occupativa che porta reddito nel territorio. “Port.Al.” (Portovesme Alluminio) è una realtà che intende verticalizzare il prodotto alluminio di base, finora in mano ad Alcoa e del quale intende servirsi acquistando metallo allo stato liquido. “Per le nostre produzioni, ha spiegato l’imprenditore Ninetto Deriu, il metallo allo stato liquido costituisce un valore aggiunto che ci consente di attivare subito le produzioni dei laminati sottili, in attesa di poter avviare anche i laminati più pesanti destinati a parti di sagome per cantieri nautici. Tuttavia, anche nell’eventualità che il mercato non ci consenta l’utilizzo del metallo allo stato liquido, i nostri programmi andranno avanti, sia pure con metallo acquistato all’estero, ma che dovrà essere rifuso per dar seguito alle nostre esigenze. Appare chiaro che in questa seconda ipotesi i costi produttivi saliranno Port. Al. Le imprese non possono perdere tempo rincorrendo e sollecitando le istituzioni perché rimuovano le fasi burocratiche che sono il nemico numero uno di qualsiasi imprenditore. Ci auguriamo che i nostri progetti vengano guardati con attenzione, perché il territorio ha bisogno di lavoro”. NON TUTTO IL SULCIS E’ MURO DEL PIANTO Portovesme per cui saremo costretti a trovare elementi di economia aggiuntiva. Ma vogliamo andare avanti”. Le dichiarazioni di Ninetto Deriu testimoniano che non tutto il Sulcis è un muro del pianto. C’è anche chi vuole, pur di fronte ad oggettive difficoltà, continuare ad operare, portando il contributo alla causa del territorio. “Mi rifiuto di credere che il Sulcis Iglesiente sia la Provincia più povera d’Italia”. Certamente il periodo delle vacche grasse è terminato e le istituzioni, ma anche gli imprenditori, dovranno capire che occorre snellire le fasi burocratiche, adottando il sistema della Conferenza di Servizi per abbattere i tempi concessori. Anche gli incentivi non possono essere dati a pioggia e a occhi chiusi, magari perché amico di partito, ma solo dietro fidejussioni. Il “Piano Sulcis” deve partire con questi presupposti. CON L’AVVIO DELLA BONIFICA RIO SAN GIORGIO TROVERANNO IMPIEGO PARTE DEGLI EX ROCKWOOL Port. Al. Con il via libera del cantiere per le bonifiche della zona del Rio San Giorgio, una parte dei lavoratori della Rockwool sarà ricollocata presso l’Igea, società partecipata della Regione, per la realizzazione del progetto di recupero ambientale. E’ quanto emerso dal vertice tra Regione, Igea e sindacati, svoltosi nel pomeriggio in viale Trento, per fare il punto della situazione sull’applicazione del contratto di programma stipulato lo scorso dicembre. “La Giunta conferma la volontà di ottemperare agli accordi sottoscritti ha spiegato il presidente, Ugo Cappellacci - e questo rimane un punto fermo, ma non vogliamo mettere sul tavolo ipotesi di potenziali percorsi finchè non saranno definiti”. Accogliendo la richiesta dei sindacati, il Governatore ha fissato il prossimo incontro per il 15 ottobre. Il mantenimento degli impegni è stato anche ribadito (‘’abbiamo apposto la nostra firma ad un documento e non verremo meno ai patti sottoscritti”) dal presidente di Igea, Giovanni Battista Zurru. “La Regione - ha aggiunto l’assessore regionale dell’industria, Alessandra Zedda - sta lavorando ad una soluzione che coinvolga altre società private che operano nel territorio”. COMUNE DI CARBONIA BANDO DI GARA “FORNITURA ED INSTALLAZIONE DI POSTAZIONI PER SISTEMA DI BIKE SHARING” – PROGETTO CARBONIA CITTA’ SOSTENIBILE –II LOTTO FUNZIONALE L’appalto prevede la fornitura, il trasporto e l’installazione dei seguenti elementi nonché i servizi ad essi correlati: n. 32 cicloposteggi automatizzati singoli, da distribuirsi in n. 8 stazioni di distribuzione; n. 8 cicloposteggi automatizzati singoli per la ricarica elettrica delle biciclette a pedalata assistita, da distribuirsi in n. 8 stazioni di distribuzione; n. 8 stele di indicazione e segnalazione delle stazioni; n. 3 biciclette a pedalata assistita personalizzate; n. 14 biciclette tradizionali personalizzate; n. 29 tessere elettroniche personalizzate; n. 5 cavi antifurto codificati; n. 2 copertura fotovoltaica; n. 1 copertura con cristallo di sicurezza; piano di comunicazione e marketing; software di gestione per il primo anno di gestione; progetto costruttivo e di dettaglio delle singole stazioni; formazione del personale; servizi di avvio, gestione e manutenzione del sistema per il primo anno. Importo a base d’asta: Euro 168.000,00 - oltre ad Euro 800,00 per oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza non soggetti a ribasso d’asta - oltre IVA di legge. Termine di ricezione delle offerte: ENTRO E NON OLTRE LE ORE 12 DEL GIORNO 11/10/2012. Indirizzo a cui inviare le offerte: Comune P.zza Roma, 1 – 09013 Carbonia. Il Dirigente del IV Servizio (Dott. Livio Sanna) Politica Sul pied-a-terre della vecchia industria un nuovo progetto economico che tenda a valorizzare le risorse locali. Tutto ciò, però, presuppone anche una differente mentalità politica, soprattutto nel rimuovere i pesi morti della burocrazia, sollecitando la promozione e stimolando i giovani a saper individuare nuovi percorsi economici ed occupativi. Su queste linee sembra orientata la seconda edizione del mandato amministrativo del Sindaco Mario Corongiu a Sant’Antioco, forte dell’immenso patrimonio archeo-ambientale e turistico. La più antica realtà demografica del Sulcis Iglesiente, quella che conobbe tutte le dominazioni antiche e che ivi lasciarono tracce della loro civiltà, oggi guarda alle sue potenzialità, riproponendo persino il recupero dell’agricoltura viticola, che fu un tempo florida e ripagante. D) Sindaco Corongiu, servizi, cultura e turismo: sembra questo l’orientamento del nuovo percorso economico e sociale del comune di Sant’Antioco. Fino adesso la programmazione in che misura è stata impostata in questa direzione? R) Abbiamo impostato di entrare nelle nuove direttrici economiche quali i turismi, anche perché sappiamo bene che la monocultura, in termini di economia, non paga. Basterebbe vedere cosa sta succedendo nel territorio. Se si punta in una sola direzione e questa va male, per qualunque motivo, poi tutto il territorio ne risente. Allora bisogna trovare diverse direttrici in modo tale che se va male una, ci siano le altre che tengono. A noi pare che una buona risposta di miglioramento scaturisca dai turismi, soprattutto il turismo culturale. E’ un turismo che guarda anche al territorio, perché il territorio oggi è stato abbandonato. Sembra quasi che stiamo vivendo l’ennesima rivoluzione industriale, perché tutte le persone hanno abbandonato le campagne e invece bisogna recuperarle. Tra Mario Corongiu 7 numero 599 del 4 Ottobre 2012 SANT’ANTIOCO SERVIZI CULTURA E TURISMO NELLA NUOVA ECONOMIA DEL COMUNE CON PIU’ LARGHE POTENZIALITA’ DI CRESCITA Massimo Carta l’altro noi andavamo abbastanza bene con l’indirizzo economico qual era la viticultura che è stata abbandonata per diverse motivazioni. Non certo riguardanti i viticoltori, ma riguardanti, per esempio in questo caso, la cantina sociale. Per risollevare questo settore bisogna fare un discorso nuovo che tenda a rifidelizzare i viticoltori, perché sono sfiduciati, e fare un discorso nuovo per la cantina che forse oggi non è più neanche adatta ai tempi. Bisogna fare qualcosa di più piccolo che però possa dare le stesse risposte che dava diversi anni fa. Noi siamo passati forse dai mille ettari di terreno vitato ai circa centocinquanta ettari attuali. Quindi sono state abbandonate proprio le campagne: molto dovuto alle normative della Comunità Europea che ha incentivato l’espianto della vite. Noi, tuttavia, continuiamo a dare i servizi perché con il bilancio comunale non si possono fare più investimenti. Bisogna trovare soldi altrove. Continuiamo a puntare sui servizi in particolare con i turismi: il turismo culturale; il turismo che guarda il territorio. Ma anche in questo ci sono grossi problemi. Soprattutto quest’anno abbiamo avuto dei tagli, intorno al milione di euro. Allora bisogna vedere dove tagliare i servizi o se il caso di fare altri ragionamenti. Non quello di aumentare le tasse che sono già abbastanza gravose e il territorio oggi non si può permettere l’aumento di tasse, per carità! Però bisogna eventualmente guardare dove ci sono fasce di evasione. Pensi che per l’Imu noi avevamo uno storico di cento, invece entrerà duecento. Però la fregatura c’è: perché l’eccesso a cento lo prende lo Stato togliendocelo dai trasferi- Sant’Antioco menti. Quindi ci sono grosse problematiche. Ai Comuni si tende a dare delle competenze scarica barile: c’è aumento delle competenze, ma senza le risorse. Anzi le risorse diminuiscono sempre di più e quindi ci sono grosse difficoltà di bilancio. D) Due capitoli: uno è la valorizzazione delle aree ex Sardamag, e l’altro Porto Turistico e Porto Commerciale. R) Per quanto riguarda le aree ex Sardamag, ho dovuto fare un’ordinanza per imporre alla Regione di far togliere quei cumuli di ghiaia che sono li. Però è un argomento che è stato troppo trascurato. Secondo me la Giunta Regionale, Presidente in testa, potevano dare delle alternative con le aree Sardamag: bastava fare i bandi, e li possono fare anche oggi, bandi internazionali che tendano a portare gli imprenditori. Io spesso ho detto non servono tanti soldi, servono autorizzazioni in questo territorio, perché si rischia di avere un sacco di soldi e non poterli spendere. Adesso c’è il “Piano Sulcis” che destinerà molti soldi soprattutto a Sant’Antioco. Però se non ci si pone oggi il problema di come spendere in fretta questi soldi, ma solo di destinarli, non serve a niente. Secondo me ci sono le leggi, ci sono le possibilità, bisogna tener conto che nel territorio questo periodo è successo il terremoto a non usare quelle leggi. Leggi che prescindano dal patto di stabilità per una volta. Usare per esempio le conferenze dei servizi che diano le autorizzazioni in un’unica soluzione e solo così si possono spendere i soldi. Per quanto riguarda il porto c’è lo studio di fattibilità. Io diversi anni fa parlando con Salvatore Cherchi dissi: ” Secondo me non si può Emporio di artigianto Sardo FRANCESCO MASCIA - VIA GRAMSCI 195- CARBONIA ASSORTIMENTO D’ARTIGIANATO ANTICO DEI NONNI O PEZZI MODERNI DA REGALARE AI VOSTRI AMICI (SEGGIOLE SARDE - MASCHERE MAMUTHONES OGGETTI IN SUGHERO - PEZZI IN FILIGRANA E CORALLO - QUADRI - FIGURANTI E COSTUMI SARDI ARTISTICHE BOTTIGLIE RIVESTITE IN SUGHERO PER MIRTO E VINO) VALE LA PENA PASSARE IN VIA GRAMSCI 195 A CARBONIA E FERMARSI A VISITARE L’EMPORIO D’ARTIGIANATO SARDO DI FRANCESCO MASCIA. I prezzi sono eccezionali e la cortesia è garantita a tutti! SU NURAGHE - V.le Gramsci, 195 - 09013CARBONIA -CI - tel. 329.8839715 tel. 0781.674480 pensare solo all’industria, bisogna tamponarla certamente, però bisogna trovare altre direttrici”. Da lì penso sia nato il Piano Strategico della Provincia, lo studio di fattibilità fatto dall’università di Cagliari. Adesso siamo arrivati al punto: questo studio di fattibilità ha dato luogo al “Piano Sulcis”. Ci sono i finanziamenti, il Ministero dello Sviluppo Economico ne darà altri, bisogna metterli in atto, con leggi che già esistono. Occorre trovare una soluzione che permetta di spendere immediatamente i soldi. In queste situazioni spesso si tende a suddividere queste cifre spezzettandole in tante parti. Occorre invece istituire una cabina di regia unica in modo tale che possa gestire tutta la partita del piano. D) Altri problemi per Sant’Antioco? Tipo depurazione acque? R) Diciamo che sul depuratore finanziato stiamo valutando per linee politiche altre soluzioni. Il progetto oggi direbbe di fare un depuratore a fianco a quello che esiste. Ma noi stiamo tentando, come prima soluzione, di utilizzare il depuratore consortile di San Giovanni Suergiu, così com’è avvenuto per le discariche. Non esistono più le discariche comunali, sono cose che si fanno a livello consortile. Semmai si possono usare i finanziamenti per ingrandire il depuratore di San Giovanni Suergiu, oppure fare il depuratore unico dell’isola. Queste sono soluzioni che secondo noi si devono adottare anche per dare respiro alla spiaggia di Is Pruinis che era una spiaggia di Sant’Antioco. Se non si dovesse riuscire in quest’intento, ci accontenteremo di fare un depuratore nuovo nello stesso sito, ben dimensionato e che comunque funzioni bene. D) Si è sempre sostenuto che Sant’Antioco è l’unico centro del territorio Sulcis Iglesiente, in grado di vivere del turismo culturale 365 giorni l’anno, perché ha tutte le peculiarità per tale finalità. R) Io non so se può vivere 365 giorni l’anno, di sicuro è una valvola di sfogo in un periodo di crisi economica. D) Manca la promozione però. R) Effettivamente la promozione è debole, anche perché non entra nella mentalità delle persone. Io credo che la cultura per noi sia una voce che riguarda l’investimento, non è una spesa corrente. C’è la letteratura tecnica che dice come vanno fatte le promozioni e in che misura. Se non si capisce questo e non si da ai paesi costieri con tanta cultura, la possibilità di considerare la promozione turistica un investimento, vuol dire che stiamo perdendo quello che intendiamo perseguire. D) E il coinvolgimento con i privati in questo settore. R) Con i privati ci abbiamo provato, ma è un territorio in ginocchio e quindi non sono molti i privati disposti a spendere, o comunque non capiscono ancora il valore della cultura. Noi ci abbiamo puntato in modo importante e abbiamo anche i risultati. Credo che in un momento di crisi italiana, della Sardegna e addirittura di questa Provincia, Sant’Antioco possa, nonostante tutto, giocare le sue carte che, se sapute giocare, possono essere tutte vincenti. Sant’Antioco Museo Archeologico APERTO TUTTO L’ANNO SALA CONFERENZE CLIMATIZZATA CON 100 POSTI E SALETTE ATTIGUE DOTATE DI ACCESSORI E COMFORT POSSIBILITÀ DI SOGGIORNO E RISTORAZIONE SALE RICEVIMENTI LOCALITÀ SPIAGGIA GRANDE- CALASETTA (CA) - SARDEGNA ITALIA Tel. 0781.810188 - 0781-810153 - 0781.810189 - Fax 0781.810148 e-mail: [email protected] - www.hotelstelladelsud.com Comune di Domusnovas Provincia di Carbonia Iglesias P.zza Caduti di Nassirya, 1 - Tel. 0781 70771 - Fax 0781 72368 8 Politica numero 599 del 4 Ottobre 2012 I SARDISTI RIATTUALIZZANO LE ZONE FRANCHE PROGETTO COLPEVOLMENTE ABBANDONATO Giovanni Angelo Colli La gravissima crisi che oggi più che mai attraversa tutti i settori dell’economia, rende ormai indifferibile l’adozione di scelte di politica fiscale ed economica che superino la logica dell’emergenza e consentano di intervenire alla radice delle vere cause del mancato sviluppo della Sardegna. Per questo il Psd’az sostiene da sempre l’istituzione della Zona Franca Fiscale su tutto il territorio sardo. Essa darebbe, con la riduzione o eliminazione di imposte e gravami soffocanti, nuovo impulso alle produzioni, all’industria, al commercio, ai servizi, alle esportazioni, mitigando gli effetti nefasti di una fiscalità ormai non più sostenibile dal nostro tessuto economico. Perché ciò sia possibile è tuttavia necessario che la Sardegna, senza tentennamento alcuno, porti avanti una duro confronto politico con il governo italiano affinché si legiferi in tal senso, sulla scia di quanto già avviene in Europa per altre realtà insulari. Sotto questo profilo, l’azione della Regione Sarda è stata però, sino a questo momento, debole, inadeguata, se non del tutto inesistente, nonostante già dal 1999 sia stata sottoscritta con il Via Su Pranu, 12 09010 Santadi (CA) tel. 0781.950127 fax 0781.950012 www.cantinasantadi.it Governo italiano una intesa di programma che prevedeva l’istituzione di una commissione paritetica al fine di realizzare, compatibilmente con la normativa comunitaria adottata per altre regioni europee, la Zona Franca Fiscale sul territorio della Sardegna. L’inerzia alla quale assistiamo è dunque inaccettabile ed è in contraddizione con le stesse dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione che pure, sul punto, aveva recepito l’impostazione sardista. Ancora più inaccettabile ed incomprensibile è che, al di là del confronto con il Governo centrale e nell’attesa della Zona Franca integrale, si ometta di dare concreta attuazione alle norme che già oggi consentono in alcune aree la creazione di zone franche. Mi riferisco al Decreto Legislativo n. 75 del 1998 che, in attuazione dell’art. 12 del nostro Statuto di Autonomia, ha istituito le zone franche nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax, ed in altri porti ed aree industriali ad essi funzionalmente collegati o collegabili. La loro delimitazione territoriale (ad eccezione di Cagliari) e “la determinazione di ogni altra disposizione necessaria per la loro operatività” doveva infatti essere effettuata su proposta della Regione Sarda ma, da allora ad oggi, e nonostante il succedersi di maggioranze di diverso colore politico, il Governo regionale è rimasto colpevolmente inerte, privando il nostro sistema portuale dei vantaggi fiscali ai quali avrebbe avuto diritto. Ecco perché è indispensabile dare impulso a una grande mobilitazione dal basso capace di creare un ampio e diffuso dibattito su questi temi. LE GIORNATE EUROPEE CELEBRATE A CARBONIA OCCASIONE PER CONOSCERE MEGLIO LA CITTA’ In occasione dell’edizione 2012 delle Giornate Europee del Patrimonio, previste per il 29 e 30 settembre, l’Amministrazione Comunale di Carbonia, in collaborazione con il Museo Archeologico Villa Sulcis, con la cooperativa Mediterranea, con la soprintendenza Archeologica e con il Centro Italiano della Cultura del Carbone, ha promosso l’accesso all’offerta culturale della Città. Sabato 29 settembre, presso il museo Archeologico di Villa Sulcis, è stato inaugurato Carbonia Foto Rossi l’evento “La lunga storia di Cannas di Sotto”. Presso l’area deposito sono stati esposti reperti inediti della necropoli urbana di Cannas di Sotto e della tomba n. 3 di Monte Crobu, arricchiti da documenti fotografici d’archivio. E’ stato possibile apprezzare le trasformazioni della necropoli e del “Medau Sa grutta”. “La lunga storia di Cannas di Sotto” resterà visitabile sino 14 ottobre 2012 (orari: dalle ore 10.00 alle ore 15.00). Inoltre, sia Sabato 29 che domenica 30 settembre, attraversando il ponte sul Rio Cannas, che collega il Museo Archeologico con il Parco Archeologico di Cannas di Sotto, è stata promossa una Passeggiata Guidata dal titolo “il Paesaggio Storico della città di Fondazione”. Sono state raccontate le fasi edificatorie della moderna Carbonia osservando dall’alto i quartieri e le strade dell’area attorno al Rio Cannas. E’ stato inquadrato il progetto del sistema urbano della Città, all’interno di un più vasto progetto di modifica del territorio sulcitano e dei suoi paesaggi, in funzione dell’estrazione del carbone. Durante il percorso è stata evidenziata la continuità di vita del territorio in cui è nata Carbonia, dal VI millennio a.C. fino all’età contemporanea. La passeggiata sul ponte si è conclusa nel Parco urbano di Cannas di Sotto “Medau sa Grutta”, dove negli spazi espositivi, attraverso le immagini di archivio, è stata ripercorsa la vita più recente del Medau. Nei due giorni di programma, inoltre, presso la Grande Miniera di Serbariu, si è tenuta la terza edizione della mostra temporanea “Strumenti e Ricordi” dedicata alla ricostruzione dei luoghi riservati al riposo e alla famiglia. Anche in questa occasione, l’esposizione prevedeva la ricostruzione di diversi ambienti: la casa (con la cucina, il soggiorno, la camera da letto e l’orto); l’albergo operaio (con le semplici brande e gli armadietti). Per tutti c’è stata la possibilità di visitare le galleria sotterranea che costituisce un unicum del suo genere in Sardegna. TORNA TRA I BANCHI FISCO & SCUOLA Parte la nona edizione di “Fisco & Scuola”, il progetto portato avanti dall’Agenzia delle Entrate per diffondere tra le giovani generazioni i valori della legalità fi- scale e della solidarietà civile e sociale. Il programma. Il progetto si articola in due momenti principali: l’incontro in classe con i funzionari dell’Agenzia e la visita delle scolaresche presso gli uffici finanziari. Il concorso. La Direzione Regionale della Sardegna propone, anche per questa edizione, l’iniziativa facoltativa del concorso che premierà le classi – una per ogni ordine e grado - che meglio avranno saputo illustrare il messaggio di “Fisco e Scuola” con la realizzazione di un elaborato inedito. Come partecipare. Per aderire al progetto le scuole dovranno presentare il modulo d’iscrizione (scaricabile dal sito Internet della Direzione regionale dell’Agenzia http://sardegna.agenziaentrate.it) entro il 10 novembre 2012. Sempre sul sito sono reperibili notizie e informazioni ulteriori sulle modalità di invio delle domande. I dati. Fisco & Scuola è un progetto nato nel 2004 dall’Intesa fra l’Agenzia delle Entrate e il Ministero dell’Istruzione integrato, in Sardegna, da un accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale rinnovato nello scorso mese di luglio. Il progetto educativo costituisce in Sardegna una presenza familiare nella programmazione scolastica: l’ultima edizione ha registrato la partecipazione di 94 e scuole e 4.500 studenti, portando così a 13.600 il numero degli studenti delle 252 scuole dell’isola coinvolte nell’ultimo triennio. Le iniziative, fra incontri e visite, hanno raggiunto quota 428. Per saperne di più. Sul sito Internet regionale http://sardegna.agenziaentrate.it, nel box Comunicazione - “Fisco e Scuola”, si trovano i resoconti delle iniziative e la galleria fotografica delle precedenti edizioni, i lavori premiati, la rassegna stampa, i contributi multimediali e gli eventi collaterali. SINDACO 0781.887811 (Prov. Carbonia Iglesias) 0781.887828 UFFICIO TURISMO SERVIZI SOCIALI SPORT SPETTACOLO 0781.887813 UFFICIO ASSESSORI 0781.887827 CALASETTA - Piazza Belly - Centralino - 0781.88780 www.comune.calasetta.ca.it GCS srl - Sa Stoia - 09016 Iglesias (CI) - Tel. 0039.0781.260031 - 260074 Fax 0039.0781.260765 www.maredigrano.com - [email protected] - [email protected] COSACEM • INGEGNERIA - FORNITURE • ENGINEERING - SUPPLIES • MONTAGGI MECCANICI ED ELETTROSTRUMENTALI • MECHANICAL AND ELECTRICAL INSTRUMENTATION ASSEMBLIES • MANUTENZIONI • MAINTENANCE • GLOBAL SERVICE • GLOBAL SERVICES Vice SINDACO Costruttori soc. coop. PORTOSCUSO Zona Industriale Strada per Paringianu Tel. +39.0781.510065 - Fax +39.0781.510604 e-mail: [email protected] Realtà Locale Con le miniere ormai morte e sepolte e l’industria sempre più in crisi, il turismo, insieme alla piccola impresa, all’artigianato e all’agricoltura potrebbe essere un reale sbocco occupazionale per lo sviluppo del Sulcis Iglesiente ed in particolare di Iglesias. Tutti da tempo ne parlano, sono anni che la città è stata dichiarata, solo a parole, città turistica, ma nella realtà non si vedono che briciole. L’impressione è che non ci si renda conto delle incredibili potenzialità che Iglesias ed il suo territorio hanno in questo senso. La Sardegna è molto ambita in tutta Europa e nonostante i problemi legati alla crisi economica globale e ai costi dei traghetti lievitati a dismisura, l’isola attrae sempre molto per le sue peculiarità culturali, per le sue bellezze paesaggistiche e per le sue splendide spiagge. La nostra zona in aggiunta possiede una carta in più da giocare che è quella delle sua storia mineraria, così affascinante, così unica nel suo genere da non trovare riscontri se non in pochissime altre aree europee. I siti minerari attraggono notevolmente i pochi, aimè visitatori che raggiungono la nostra città; così come attirano le nostre belle chiese, di cui andiamo tanto fieri, e che danno il nome alla nostra città; così come attira il nostro bel mare per un turismo all’aria aperta che ha fatto il bene di tante zone della Sardegna tramite i numerosi campeggi; così come attira il nostro vento per un turismo giovane e sportivo; così come attirano i nostri sentieri immersi nel verde per un turismo attivo fatto di trekking e di mountain bike. E’ perfettamente inutile che si continui a parlare di turismo, quando non abbiamo la benchè minima coscienza Cattedrale numero 599 del 4 Ottobre 2012 DIBATTITO CURIA IGEA E COMUNE GROSSO FRENO ALLO SVILUPPO TURISTICO DI IGLESIAS Iglesias - Panorama delle nostre enormi potenzialità. Ci sono veramente tantissime cose che possono essere fatte subito. Partiamo dalle chiese. La chiesa locale, fa molto per tamponare la povertà sempre più dilagante in città, bisogna dargliene atto, si prodiga per fornire cibo e vestiario ai bisognosi, è sempre vicino a chiunque chieda aiuto, ma quando potrebbe incidere concretamente nello sviluppo economico della città, si tira indietro. E’ quindi inutile fare le fiaccolate e le maratone di preghiera, quando non si agisce concretamente per favorire il turismo che, ripetiamo, deve essere uno degli sbocchi economici naturali per Iglesias. Le chiese, che consideriamo uno dei nostri fio- ri all’occhiello, sono quasi sempre chiuse. Il museo della Curia, di cui si parla da anni e del quale sono arrivate anticipazioni di magnificenza per la presenza di stupendi pezzi antichi, non solo è ancora chiuso, ma neanche si intravvede una possibile data di apertura. Per non parlare dello “scandalo” della Cattedrale, ripetiamo stiamo parlando di una “Cattedrale”, chiusa da dodici anni per un restauro che sembra non avere mai fine. Con un piccolo sforzo, facendosi aiutare dai tanti bravi volontari che frequentano le parrocchie, si potrebbero tenere le chiese aperte un pò di più, e pensare seriamente al museo che tanto potrebbe portare ad Iglesias ed in particolare al suo centro storico. I siti minerari. Se le chiese sono il nostro orgoglio, le miniere sono la nostra peculiarità, il nostro asso nella manica. Se è vero che in Sardegna si viene soprattutto per il mare, i nostri siti minerari sono il nostro valore aggiunto. E’ incredibile come in una città che continua ad autocelebrarsi per il suo glorioso passato minerario, non abbia neanche un sito o un museo permanentemente aperto al pubblico, che ne possa celebrarne l’epopea. Bisogna dare atto all’Igea di aver fatto un egregio lavoro quando sono stati messi in sicurezza, rendendoli fruibili al pubblico, siti come Porto Flavia, la Galleria Villamarina e la grotta di S.Giovanni, ma bisogna anche che si renda conto non può occuparsi anche della loro apertura al pubblico. Siti così importanti devono essere aperti tutto l’anno compresi i giorni di festa, così come succede in tutto il mondo. Gli orari devono essere certi ed essere gli stessi per sempre, per poter essere inseriti nelle guide turistiche di tutta Europa, e non soggetti a variazioni continue a seconda delle varie disponibilità dell’azienda se non addirittura della buona volontà dei dipendenti. Le guide devono parlare le lingue straniere od almeno l’inglese in genere conosciuto da tutti. Un valore aggiunto dovrebbero essere i servizi esterni per il ristoro e l’acquisto di souvenir che, oltre che creare un ulteriore reddito indotto, renderebbero più confortevole la permanenza dei visitatori. Sappiamo di turisti che non sono potuti entrare a Porto Flavia, perchè gli impiegati non avevano il resto da dare per il pagamento del biglietto di ingresso. Una qualunque gestione privata, sempre supportata da Igea, risolverebbe in un attimo questi problemi gestionali per il bene di tutto lo sviluppo turistico di Iglesias. E il Museo Mineralogico, da chi dipende? Dalla scuola? Dalla Provincia? Dal Comune? E’ incredibile che una “perla” come quella, continui a rimanere tristemente chiusa. Il Comune E che dire del Comune. Sembra che sia più occupato a tappare le falle dovute alla crisi economica, che a creare reale sviluppo. Il Caso Cala Domestica è emblematico. Ci si scanna con Buggerru per la proprietà della meravigliosa cala, quando nel nostro territorio non siamo stati in grado di creare proprio nulla. Speriamo fortemente che il tutto non sia solo per avere la gestione dei parcheggi, come se la ricaduta economica del turismo in questa zona dipendesse da quattro posti stagionali di 9 stri del museo archeologico della città, ma quanti anni servono perchè un’amministrazione pubblica possa realizzare qualcosa di concreto? In Sardegna poi i turisti vengono soprattutto per la sua bellezza e per la natura incontaminata, e molti di questi appassionati viaggiano con camper, tende e roulotte. Ma ci vuole così tanto a fare un campeggio che non necessita di altro se non di acqua, corrente elettrica e servizi igienici? Possibile che non si sia ancora pensato a creare una area di sosta per i sempre più numerosi camper che arrivano nel periodo estivo? Possibile che non si riesca a tenere aperto l’ufficio turistico tutto l’anno, magari spostandolo in un posto un pò meglio raggiungibile da chi arriva in città per la prima volta? Questo documento vuole essere una denuncia di immobilismo perchè siamo convinti che tante di queste cose si potrebbero fare con poche risorse economi- Porto Flavia parcheggiatore. Non riusciamo a volare alto? Non possiamo pensare che investire nell’apertura permanente dei siti di interesse culturale potrebbe davvero aiutare la nostra città ad uscire dal baratro? Abbiamo visto all’estero come si sfruttano quattro ruderi medioevali per attirare la gente con giostre equestri, spettacoli e rivisitazioni del medioevo. E’ così difficile, anche con l’aiuto delle tante associazioni, pensare ad una cosa del genere nel nostro castello? Sentiamo parlare da lu- che ma con tanta buona volontà delle varie parti. Ma vuole anche essere uno stimolo perchè si ragioni in tempi brevissimi del tempo che la città sta perdendo. Vorremmo che Comune, Igea e Curia, che riteniamo siano le parti responsabili dei ritardi rispetto allo sviluppo turistico della città, si incontrino e trovino delle soluzioni per risolvere questi problemi. Gruppo di Cittadin ed Operatori commercial di Iglesias 10 Sul versante Nord-Est del rio Corongiu, in località “Serra Abis” nel territorio comunale di Iglesias, in una collina inserita nella valle carsica di Corongiu de Mari, si apre la “Grotta del Cancello”. La cavità è inserita in un’area nella quale sono presenti una cinquantina di ipogei carsici, molti dei quali di grande interesse biologico, archeologico e idrogeologico. Attualmente dopo la grotta di Santa Barbara è indubbiamente l’ambiente carsico sotterraneo più bello del territorio comunale di Iglesias, essendo ricco di colonne, stalattiti ed eccentriche di aragonite di eccezionale bellezza. Pur essendo in passato stata oggetto di attenzione da parte di tanti commercianti di minerali che hanno asportato dalle pareti svariate concrezioni, mantiene sempre il suo fascino, grazie alla presenza di colonne, colate di alabastro e altre concrezioni massive che mai potranno essere asportate. In periodi molto piovosi si viene a formare all’interno della grotta, proveniente dal rio Gutturu Xeu, un corso d’acqua temporaneo le cui acque fuoriuscendo con forza nella piana di Corongiu de Mari, e attraversando un grosso solco fluviale NELL’AREA DI CORONGIU DE MARI AD IGLESIAS SPETTACOLARE BENE NATURALE-LA GROTTA DEL CANCELLO Roberto Curreli Foto Nicola Tocco Foto Walter Simeone si congiungono ad un’altro corso d’acqua originatosi dal troppo pieno delle grotta di Cuccuru Tiria; in questa seconda cavità è presente un impianto di pompaggio per alimentare parzialmente l’acquedotto di Iglesias. Il cancello, che è posizionato attualmente all’ingresso della grotta, ha dato appunto il nome alla cavità. Tale manufatto è stato sistemato dai proprietari dell’area in cui è sito l’ipogeo, per proteggerlo ed impedire il continuo flusso di persone che per accedere alla grotta attraversavano la proprietà privata in genere coltivata. Una volta giunti all’ingresso ed averlo superato ci si immette in un ambiente stretto e lo si percorre sino ad arrivare ad una parete inclinata che viene risalita con qualche difficoltà; oltrepassatala ci si immette in un ambiente abbastanza largo, seguendo il greto del fiume sotterraneo che prosegue da questo punto circa centosettanta metri e che termina in una zona impraticabile. Sul lato sinistro del restringimento a circa centoventi metri di distanza, è presente un vasto ambiente molto apprezzato per Realtà Locale numero 599 del 4 Ottobre 2012 la presenza di spettacolari eccentriche di bianca aragonite. Il luogo più affascinante della cavità si raggiunge in un ramo alto, costituito da un salone della lunghezza di circa cento metri, la cui bellezza lascia stupiti i visitatori. Questo è caratterizzato da un’eccezionale concentrazione di bianche colonne, stalattiti e colate d’alabastro combinate a formazioni di eccentriche di aragonite, che determinano un incredibile ambiente fiabesco. La cavità si sviluppa per circa seicento metri e presenta un dislivello verso l’alto di circa quaranta metri. Il primo rilievo della grotta fu realizzato dal CISSA nel 1980, in occasione di una ricerca idrogeologica effettuata per individuare eventuali fonti di approvvigionamento idrico per il comune di Iglesias. Ad esso è stato attribuito il numero 1423 del Catasto Regionale delle Grotte della Sardegna. Sono stati inoltre effettuati studi sulla fauna cavernicola, da quali si è evinta la presenza di pseudoscorpioni della famiglia Neobisiidae, di Diplopodi “Polydesmidi”,Callipodi, Chilopodi e vari altri in- setti, tra i quali Collemboli, Campodeidi, Psocopteri e Stafilinidi, pubblicati da Graffiti e Merella negli Atti del XX Congresso Nazionale di Speleologia nel 2008. La cavità non può essere visitata in periodi di pioggia perché l’ingresso è praticamente occluso dall’acqua che fuoriesce creando il torrente esterno. La grotta, situata lungo la sinistra idrografica del rio Corongiu è inserita in un sito d’interesse comunitario (SIC), per la presenza di particolari endemismi, tra i quali i geotritoni “Atylodes genei” e il pipistrello “Rinolofo euriale”, presenti, solo in questa parte della Sardegna. Ultimamente è in corso l’allargamento del S.I.C. anche alla zona compresa sulla destra idrografica del rio Corongiu, per via delle numerose cavità ubicate in quest’area. Nelle vicinanze sono presenti valenze archeologiche quali, una capanna nuragica, un tempio a pozzo ed un muro sempre dello stesso periodo,che sicuramente aveva funzione di difesa del territorio, poiché permetteva il controllo della gola di Gutturu Xeu. Non lontana dalla Grotta del Cancello è presente un altro gioiello speleologico, rappresento dalla grotta di Pitzu è Crobis, che risulta costituito da una depressione di circa cinquanta metri, caratterizzato da un laghetto la cui acqua scorre verso la grotta di Cuccuru Tiria, e va ad alimentare il bacino idrogeologico dal quale il Comune di Iglesias attinge l’acqua. La maestosità delle altissime colate di alabastro e le maestose colonne, rendono quest’altra cavità unica nel suo genere. Grazie alla sensibilità dei proprietari del fondo che hanno chiuso l’ingresso della grotta con un cancello, la si è potuta salvare dalla devastazione da parte dei tagliatori di concrezioni che negli anni passati hanno deturpato quasi tutte le grotte del Sulcis-Iglesiente. “La grotta del Cancello”, per la presenza al suo interno di alte valenze non solo paesaggistiche ma soprattutto scientifiche, meriterebbe più attenzione da parte degli studiosi che si occupano di questi argomenti” afferma Luciano Cuccu, Presidente del Centro Studi Speleo Archeologici (CISSA), “ e gli speleologi con la loro passione, cercano di fornire il maggior numero di elementi che possano essere utili ad una più profonda conoscenza di questi ambienti”, conclude Cuccu. Anche la grotta del Cancello, così come tutta l’area di Corongiu de Mari, merita indubbiamente più attenzione da parte degli Enti preposti alla valorizzazione e lo studio del territorio Sulcitano-Iglesiente. Foto Nicola Tocco Foto Walter Simeone Realtà Locale numero 599 del 4 Ottobre 2012 RIUSCITA SERATA DI CULTURA PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE AUSER DI CALASETTA Cirronis - Biggio - Busonera - Scopelliti 1 Euro per la Poesia: Banscigu “noi e Mariatina navigando tra le righe”. Circa una settantina di persone, nonostante la giornata lavorativa e le operazioni della vendemmia in corso, hanno potuto gustare giovedì 20 settembre, il ritorno in pubblico della poetessa calasettana Mariatina Biggio nella sua cittadina natale. E’ stata una serata in crescendo. Dopo una presentazione sia della nascita dell’evento, che del rapporto che lega Mariatina all’Auser, ma soprattutto a Calasetta, il presidente Toni Cirronis ha spiegato come proprio da una proposta di Mariatina sia nata questa serie di serate dedicate alla Poesia, oramai giunta alla 2^ edizione. Lo stesso Toni Cirronis col professor Attilio Busonera, si sono alternati nella lettura delle traduzioni delle poesie; il primo con commenti di pancia e di cuore, visto anche il legame che da decenni lo lega alla poetessa, mentre il secondo ha offerto dei commenti tecnici che hanno contribuito a scoprire dei lati di Mariatina nascosti a molti. Ma la regina incontrastata è stata proprio Mariatina; ogni qualvolta leggeva un testo in lingua tabarchina, si potevano sentire autentiche vibrazioni nella sala, tanto da restarne tutti emotivamente coinvolti. Il presidente ha voluto sottolineare come dalla prima raccolta “Sulle ali del gabbiano” a “Banscigu”, con l’intermezzo di “ ‘Na fia d’aiga”, da uno stile quasi fanciullesco, la poetessa ha man mano maturato linguaggio ed espressività, coinvolgendo sempre più il lettore nelle sue emozioni. Oramai Maria Tina Biggio è conosciuta in tutta la Sardegna per la sua caparbietà nel- l’imporre la lingua tabarchina nei concorsi letterari in lingua sarda, e anche per averne vinti diversi.L’Auser di Calasetta si onora di annoverarla tra gli iscritti e vuole renderle un gradito omaggio con questa serata a lei dedicata, auspicando un “volo” oltre i lidi sardi, ai quali può certamente mirare. La serata è terminata davanti ad un aperitivo, mentre Mariatina autografava dediche nelle ultime copie di Banscigu che il vicesindaco e assessore alla Cultura Remigio Scopelliti, amico ed estimatore della poetessa, ha voluto offrire ai presenti che ancora non l’avevano. La raccolta è stata pubblicata per volontà dell’Amministrazione Comunale di Calasetta, nell’ambito delle iniziative intraprese per la tutela, la valorizzazione e la divulgazione della lingua tabarchina. 11 ALCOOL CORRELATI E COMPLESSI NASCE AD IGLESIAS UN CENTRO D’ASCOLTO E’ partito ufficialmente il 3 settembre il Centro d’ascolto a disposizione di famiglie con problemi alcool correlati e complessi, al servizio di tutta la comunità. Sito in via A.M. Melis Devilla n°3 di Iglesias, l’associazione senza scopo di lucro, denominata ARCAT SARDEGNA (associazione regionale club alcoologici territoriali) si pone come obiettivi: l’aiuto e la solidarietà tra le famiglie; la sensibilizzazione della popolazione al problema, sviluppando il concetto ecologico sociale che si basa sul lavoro del Club e la promozione dei servizi messi a disposizione dagli operatori. Il centro d’ascolto, inoltre, diventerà sede operativa per un anno di sei giovani sulcitani inseriti in un progetto finanziato esclusivamente dalla regione Sardegna. All’interno del gruppo la formazione professionale è varia ma valida per sviluppare al loro interno una cultura diversa rispetto ai problemi della vita, tutti uniti nello stesso intento: quello di mettersi a disposizione. Si rammenta che territorialmente è presente l’ACAT SULCISIGLESIENTE (associazione club alcoologici territoriali) ai seguenti numeri telefonici: 0781/872567, fax 0781/872565. Il settimanale di casa tua TUTELA MINORANZE LINGUISTICHE durre direttamente od autorizzare, con norme di attuazione dello statuto, il legislatore regionale ad introdurre norme derogatorie rispetto al contenuto della Legge n. 482/1999. Al comma 2, si attribuisce la potestà legislativa ripartita in materia di istruzione, ex articoli 117, terzo comma, della Costituzione e 10 della Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, nella disciplina dell’esercizio delle funzioni di coordinamento dei compiti attribuiti alle istituzioni scolastiche autonome ai sensi dell’articolo 4 della Legge n. 482/1999, in materia di uso della lingua della minoranza nella scuola materna e in materia di insegnamento della lingua della minoranza nelle scuole elementari e secondarie di primo grado, nel rispetto dei principi stabiliti in materia dalla legislazione statale. Infine, l’articolo 5 prevede il trasferimento delle risorse relative all’esercizio delle funzioni amministrative trasferite, disponendo la riserva annuale a favore della Regione di una speciale assegnazione finanziaria a valere sugli stanziamenti autorizzati dal bilancio statale a norma degli articoli 9 e 15 della Legge n. 482/1999. Di seguito, si richiama il procedimento con cui viene effettuata la ripartizione dei fondi, ai sensi dell’articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 2001, n. 345. Schema di decreto legislativo recante norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Autonoma della Sardegna in materia di tutela delle minoranze linguistiche. Relazione Il presente Decreto, nel prevedere l’applicazione delle disposizioni più favorevoli della Legge 15 dicembre 1999, n. 482 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”, ai sensi dell’articolo 18 della medesima, disciplina il trasferimento delle funzioni amministrative in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze sarda e catalana nella Regione, nonché l’attribuzione di specifiche competenze legislative. Il Decreto si compone di 5 articoli che di seguito si illustrano nel dettaglio.ì L’articolo 1 individua l’oggetto delle presenti norme nella tutela, promozione e valorizzazione della lingua e della cultura sarda e catalana e precisa, al secondo comma, che il Decreto consente l’applicazione delle disposizioni più favorevoli previste dalla Legge 15 dicembre 1999, n. 482 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche). L’articolo 2 individua l’ambito territoriale di applicazione delle disposizioni in esame, in ossequio a quanto previsto dall’articolo 3 della predetta Legge e secondo il procedimento di delimitazione ivi disciplinato. L’articolo 3 prevede il trasferimento delle funzioni amministrative connesse all’attuazione delle disposizioni previste dagli articoli 9 e 15 della Legge n. 482/1999, in considerazione del progressivo assottigliamento del fondo stanziato a carico del bilancio statale ai fini del finanziamento delle predette funzioni, che ha indotto, peraltro, la Regione a prevedere, negli articoli 2, comma 13 e 4, comma 40, della Legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione. Legge finanziaria 2012), stanziamenti integrativi delle ridotte assegnazioni statali destinate alla realizzazione e gestione dei progetti degli enti locali per la tutela delle minoranze linguistiche, con la conseguente difficoltà di coordinare la gestione statale e regionale dei rispettivi stanziamenti per il raggiungimento delle medesime finalità. L’articolo 4 prevede, al comma 1, la competenza del legislatore regionale a disciplinare, anche in deroga alla normativa statale, l’esercizio La prenotazione potrà delle suddette funzioni amministrative trasferite ai sensi dell’articolo 3. Al riessere fatta esclusivamente guardo, la Corte Costituzionale, con la via mail: sentenza n. 159 del 2009, ha riconosciuto che le Regioni a statuto speciale [email protected] sono, in attuazione dell’art. 6 della Costituzione, che pone in capo alla “Repubblica”, da intendersi come comprenÈ UN INIZIATIVA EDITORIALE siva, nelle sue varie componenti ex art. DI “GAZZETTA DEL SULCIS IGLESIENTE” 114 della Costituzione, anche delle regioni, l’obbligo di tutelare con apposite COL PATROCINIO norme le minoranze linguistiche, intro- PRENOTA LA COPERTINA LA STORIA DEI COMUNI SULCIS IGLESIENTE OPERA ESCLUSIVA DI EDIZIONI SULCIS SAS ASSESSORATO CULTURA PROVINCIA CARBONIA IGLESIAS 12 Realtà Locale numero 599 del 4 Ottobre 2012 “L’OTTAVA NOTA” DI GIANCARLO DALMONTE USCITO IN LIBRERIA IN TUTT’ITALIA SPAZIO AGLI EMIGRATI SVILUPPO SOCIO ECONOMICO DELLA SARDEGNA IN UNA CONFERENZA DI FEDERICO FRANCIONI TENUTA AL CIRCOLO “LOGUDORO” DI PAVIA Giacomo Ganzu Dai primi di Settembre sta giungendo nelle librerie italiane il saggio di teoria musicale L’ottava nota, di Giancarlo Dalmonte. Lo ha pubblicato la casa editrice Pendragon di Bologna, che lo ha incluso nella collana “Studi e Ricerche” del proprio catalogo di saggistica. Il libro si avvale della presentazione scritta dal musicista sardo Paolo Fresu. Il jazzista di fama internazionale ha scritto, tra l’altro, che il libro è “talmente lucido e profondo da diventare un saggio a 360° nella storia della musica e della fisica acustica, senza mai tralasciare l’aspetto emozionale dell’arte dei suoni che Giancarlo Dalmonte, da musicista appassionato, affronta con trasporto”. Il musicista Giancarlo Dalmonte, 71 anni, di Iglesias, pensionato, ex insegnante ed ex giornalista, propone una nuova scala musicale a 8 note e 24 quarti di tono. Propone che l’ottava nota si chiami NU (come le prime due lettere della parola “nuova”) e che sia collocata tra il SOL e il LA. Ottiene i 24 quarti di tono con l’ausilio delle alterazioni musicali ^ (su) e v (giù). Detto in “musicalese”, si tratta di una scala 24tet (toni equamente temperati), che incorpora al suo interno tutti i suoni dell’attuale sistema, per cui è garantita la salvaguardia dell’inestimabile patrimonio musicale composto fin qui. La proposta di una nuova scala si regge sul presupposto secondo cui:l’attuale sistema musicale è in piena fase di saturazione, per esaurimento delle combinazioni sonore ancora possibili tra quelle artisticamente significative. Insomma: il sistema tonale (o temperato che dir si voglia), per dirla grossolanamente, sta finendo. L’autore del libro, inoltre, colloca la sua innovativa proposta nell’attuale contesto di cultura musicale del mondo occidentale, per consentire al lettore un confronto con altri sistemi musicali, al fine di dimostrare che la sua scala ha una propria unicità e utilità, tale da garantirle il diritto di esistere. Tant’è che è già inclusa in due elenchi internazionali, sia delle scale esistenti in tutto il mondo (ormai più di duemila) e sia delle scale ventiquattresimali (un centinaio). Ecco infine quel che l’editore ha scritto nel retro di copertina del libro L’OTTAVA NOTA. “E’ possibile ipotizzare un nuovo sistema tonale o contribuire perlomeno alla ricerca di nuove ed eventuali note non ancora esplorate? […] Se musica è da sempre sinonimo di geografie e caleidoscopiche declinazioni sonore, L’ottava nota non è solo una bizzarra teoria ma uno strumento di crescita e di approfondimento all’interno del vasto – e forse non ancora sufficientemente esplorato – mondo della musica”. L’ABBONAMENTO A È LA MIGLIORE FORMA PER RESPIRARE SEMPRE ARIA E PROBLEMI DI CASA Ingurtosu - Chiesa Per le prenotazioni telefonare al servizio visite: tel. 0781.491300 - fax 0781.491395 o via e-mail: [email protected] www.igeaspa.it Da sn - Gesuino Piga - Federico Framncioni - Paolo Pulina Nel pomeriggio di sabato 22 settembre, presso la sala conferenze del Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia, lo storico Federico Francioni ha svolto una brillante relazione su “Economia e società nella Sardegna dell’Ottocento fra centralismo e istanze federaliste”. Il relatore è uno dei maggiori conoscitori e divulgatori della storia della Sardegna moderna e contemporanea; è coordinatore di due importanti riviste sassaresi (dal 2002 “Camineras”, periodicu de politica e de cultura; dal 2003 “Mathesis. Dialogo tra saperi”, che si occupa di filosofia e scienza); è promotore di diversi gruppi di studio sui temi del Federalismo e dell’Autonomia; dal 1997 fa parte del comitato organizzatore delle manifestazioni regionali per “Sa Die de sa Sardigna”. Dopo i saluti di Gesuino Piga, presidente del “Logudoro”, il relatore ha fatto chiarezza su alcuni termini quali Confederazione, Federazione di Stati, Stato federale, Stato decentrato su base regionale ecc. Tali differenziazioni sono fondamentali se si vuole affrontare un argomento così spinoso come quello delle origini e dello sviluppo del pensiero autonomistico in Sardegna. Francioni si è soffermato in particolare sulla mancanza di risorse in Sardegna a causa delle spoliazioni perpetrate attraverso i secoli - nei confronti della popolazione prima dai feudatari locali, poi dai printzipales, poi dai colonizzatori continentali. Usiamo pure le dovute cautele – ha precisato il relatore – ma la Sardegna nel periodo post assolutistico può essere considerata una sorta di “colonia”. Il relatore ha ben evidenziato come i problemi attuali che affliggono l’economia e la società dell’isola di Sardegna hanno le loro radici nel passato, anche in secoli molto lontani. Sfruttamento delle miniere, espropriazione dei terreni: in questi ambiti un numero limitato di “colonizzatori” esterni, appoggiati da gruppi dirigenti locali, si è arricchito a man bassa. Questo non vuol dire che in Sardegna si sia sempre vissuti solo ed esclusivamente di pastorizia. In realtà nell’isola ha operato anche una classe autonoma di imprenditori, non venduti allo “straniero” e decisi a far valere le loro capacità di suscitatori d’impresa. Un Dizionario biografico di questi imprenditori, di prossima pubblicazione, darà conto del loro importante ruolo per quanto riguarda l’ampliamento delle opportunità di impiego e quindi di miglioramento socio- economico delle mae- stranze locali. Nell’ ultima parte della sua relazione Francioni ha evidenziato l’assenza oggi in Sardegna di personalità politiche dello spessore di Antonio Gramsci e di Emilio Lussu, valorizzatori delle proposte federalistiche – teoriche e pratiche – di un altro grande filosofo, scrittore e politico: Giovanni Battista Tuveri (Collinas, 1815 –1887), di idee repubblicane, che difese a spada tratta dagli attacchi degli intellettuali monarchici e conservatori. Questi uomini politici sardi dell’OttocentoNovecento facevano politica non mossi dal tornaconto personale ma da passione disinteressata per la risoluzione dei problemi cronici della Sardegna. La stessa che animò i tanti sardi emigrati nell’Italia continentale che si diedero appuntamento nel maggio 1914 a Castel Sant’Angelo in Roma nel Primo Congresso Nazionale dei Sardi operanti fuori dell’isola per proporre soluzioni tecniche ai mali secolari della Sardegna. “Purtroppo nessuna di quelle indicazioni progettuali provenienti da oltre Tirreno fu particolarmente valorizzata nell’isola”, ha commentato amaramente, nel corso del dibattito, Paolo Pulina, vicepresidente vicario del “Logudoro” e componente dell’Esecutivo Nazionale della FASI, confermando quanto anticipato da Francioni (da tempo in contatto sull’argomento con la presidente FASI Serafina Mascia) e cioè l’impegno della Federazione delle 70 Associazioni Sarde in Italia a organizzare a Roma, nel 2014, a cent’anni di distanza, un similare Congresso delle intelligenze sarde fuori dell’isola. Sullo stesso tema Gesuino Piga ha ricordato l’importante contributo dato dai sardi-pavesi a quelle assise romane di un secolo fa. Nel vivace dibattito che ha fatto seguito alla relazione di Francioni (ricchissima di informazioni storiche e di contenuti di riflessioni politicoculturali) sono intervenuti diversi soci, anziani e giovani. Si è avuta una ulteriore conferma che iniziative culturali di questo tipo servono ai soci dei circoli ma soprattutto ai giovani di seconda e di terza generazione (senza l’impegno motivato dei quali le storiche associazioni degli emigrati non resisterebbero a lungo) per recuperare le idee che hanno spinto i loro antenati ad essere tanto legati alla terra di origine. Storia e Personaggi numero 599 del 4 Ottobre 2012 13 TRIBUTO DI RICONOSCENZA A CESARE VECELLI IDEATORE E PROGETTISTA DI PORTO FLAVIA Marco Massa Iglesias - Presentazione libro su Cesare Vecelli Nel diadema dei siti dell’epopea mineraria, certamente il carato di maggior valore è rappresentato da Porto Flavia, scalo portuale interamente scavato nella roccia a picco sul mare di Masua, davanti allo scenario mozzafiato di Pandizucchero. Stando agli esperti quest’opera di alta ingegneria mineraria, è unica del suo genere al mondo ed è stata la preziosità più corteggiata dai Commissari Unesco, alla vigilia del loro riconoscimento del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna “Patrimonio dell’Umanità”. La bellezza e l’unicità di Porto Flavia, inaugurato nel 1926, si devono all’ingegnere Cesare Vecelli il quale, da tecnico della società mineraria belga Vieille Montagne che aveva cantieri a Masua, Montecani e Acquaresi, progettò una galle- ria nel cuore della roccia per trasportare il minerale nel punto di raccolta in ampi silos, anch’essi scavati nella roccia. Il tutto per “alleviare, con inconsueto rispetto e con innovazioni tecnologiche appositamente concepite, le penose condizioni di lavoro in cui erano costretti ad operare le maestranze della miniera”. Quel porto La scomparsa del cardinal Martini ha evidenziato una coscienza collettiva di aver perso un grande, pari ai grandi che la Chiesa di S. Ambrogio ha avuto nella sua storia. E questo per molte ragioni. Una delle principali è la temperie di problemi sconosciuti e impensabili in cui egli ha dovuto tenere il timone della sua chiesa durante i venti anni di arcivescovo di Milano. Una caldera dalla quale andavano emergendo di volta in volta tanti interrogativi e dubbi dell’uomo odierno, che addirittura coinvolgono la Chiesa intera. La risposta della sua vita è da profeti. I profeti, si sa, sono sempre avanti agli altri e non sempre sono riconosciuti immediatamente da tutti. Il card. Martini ha avuto la potenza dei profeti: ha saputo viaggiare in paesaggi umani inesplorati per aprire nuove vie, mostrando con mano sicura come si può bonificare efficacemente l’uomo nella visione cristiana. Il materiale umano riportato da quelle esplorazioni continuerà, per lungo tempo ancora, ad essere oggetto di riflessione per la Chiesa intera. Perché anche la Chiesa impiega tempo per riflettere e approfondire la Verità. Nella sua ultima famosa intervista alla BBC, Martini ebbe a dire che “The Church is 200 years behind”, ma in realtà non è la Chiesa indietro, è lui in avanti di 200 anni. Le sue sono davvero pagine scritte domani, da profeta. La sua intensa vita pastorale, ma specialmente la sua scomparsa, hanno innescato una batracomiomachía sterile e rissosa tra chi lo voleva fare bandiera di questo o simbolo di quello. Ma, su tutti, vale l’imprimatur testificato dal Papa, che di certe cose se ne intende: è sta- TESTIMONIANZA LE PAGINE SCRITTE DOMANI interno nella montagna venne intitolato a Flavia, la figlia dell’ingegnere Cesare Vecelli che, nativo di Venezia ma residente con la famiglia per un certo periodo a Cimadolmo (TV), visse più in Sardegna (oltre 40 anni) che nella sua terra d’origine. Ebbene, grazie alla sensibilità del rotariano iglesiente Giorgio Coghe, di questo grande tecnico sono state recuperate le memorie storiche, riordinate, per quanto sia stato possibile rintracciarle, e realizzato un libro (“Cesare Vecelli ingegnere minerario-Una storia che attraversa l’Italia”), cui ha dedicato grande impegno Amalia Donatella Basso che ha curato la pubblicazione, con il patrocinio del Comune di Cimadolmo. Al libro hanno portato il loro contributo anche Claudio Spagnol, Leopoldo Sorrentino, Vitale Scanu Carlo Maria Martini to un “instancabile servitore del Vangelo e della Chiesa”. S’e fatto un gran parlare, ad esempio, del suo rifiuto di un accanimento terapeutico, che sarebbe in contrasto con l’insegnamento della Chiesa. Ma è proprio così? Bisogna chiarire i termini prima di discutere, come ci insegnavano i nostri prof ai bei tempi. Per accanimento terapeutico s’intende la somministrazione di cure mediche di documentata inefficacia per la salute del paziente, alla quale si aggiunge un rischio elevato e ulteriore sofferenza. Il risultato è solo un penoso prolungamento della vita vegetativa del malato terminale. La somministrazione di nutrimento e di acqua non rientra nell’accanimento terapeutico. La Chiesa, nonostante la sua riconosciuta difesa assoluta della vita e del valore della persona umana, mai ha asseverato un dovere morale di accanimento terapeutico, ma unicamente quello del semplice sostegno del malato con l’essenzialità dei mezzi naturali. Come papa Giovanni Paolo II, una delle cui ultime parole furono: “Lasciatemi tornare alla casa del Padre”, così pensava anche il card. Martini (con altri uomini illustri della Chiesa) rifiutando un accanimento terapeutico. L’altissimo livello di gradimento che ha circondato in vita e in morte la persona del card. Martini - in questo nostro tempo di fortissima domanda, ma non di altrettanta offerta, di guide sicure - è indice di grande apprezzamento e condivisione della sua forma moderna di porgere il messaggio del Vangelo all’uomo d’oggi: non calando automaticamente sull’esistenza umana forme e regole di comportamento già codificate, ma partendo dalla condizione esistenziale per trovare la risposta evangelica adeguata; un evangelizzare, sempre perfettibile, che egli fondava sulla sua eccezionale conoscenza delle Sacre Scritture, delle scienze umane, sull’aderenza all’esempio di Gesù, e che osava chiamare “relativismo cristiano”. Parlava la stessa lingua dell’uomo d’oggi, per questo lo capivano. “Cattedra dei non credenti”, l’originale iniziativa di dialogo con i non credenti (ispirata dall’allora card. Ratzinger), iniziata nel 1987 dal card. Martini nella sua diocesi di Milano, ne dà viva testimonianza. L’impressione collettiva è che “il profeta” Martini sia stato un maestro di una qualità misteriosa: la capacità di “parlare col cuore” all’uomo. Manuela Cattarin, Giampaolo Atzeni, Valentina Grimaldi e Luciano Ottelli. Nelle scorse settimane, facendo seguito a quanto già fatto a Cimadolmo qualche mese fa e di cui “Gazzetta” trattò in ampio servizio, il libro è stato presentato ad Iglesias, grazie alla Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario della Sardegna, all’Amministrazione comunale, alla locale sezione del Rotary Club, all’Associazione Mineraria Sarda di cui lo stesso Cesare Vecelli, a suo tempo, era stato Presidente. Presenti alla cerimonia anche i Sindaci di Cimadolmo Giancarlo Cadamuro e di Iglesias Ginetto Perseu. Il libro è stato illustrato dagli estensori, cui si è aggiunto il contributo di coloro che hanno mostrato largo interesse alla figura, di tecnico e di uomo, di Cesare Vecelli. L’aspetto più evidenziato, nel corso della cerimonia, è stata proprio la “scoperta” di Cesare Vecelli che a molti risultava quasi “un illustre sconosciuto”. Tutti, infatti, conoscono Porto Flavia, ma molti di me- Cesare Vecelli no chi sia stato l’ideatore e il progettista di quest’opera che rimane ancora oggi unica al mondo. “Capolavoro d’ingegneria, ha evidenziato Amalia Donatella Basso, con cui si risolse le difficoltà connesse al trasferimento dei minerali dall’entroterra al mare, e quindi quelle relative al carico delle navi che li avrebbero trasportati ai luoghi di destinazione. Ma anche raggiunse lo scopo di migliorare le condizioni di lavoro degli uomini addetti al trasporto e quindi salvaguardare la loro salute. Nessun’altra costruzione legata all’industria mineraria eguagliò mai quel risultato potente ed efficace”. 14 Cultura numero 599 del 4 Ottobre 2012 A SALVATORE SILVANO NIGRO IL PREMIO “GIUSEPPE DESSI’” PER LA NARRATIVA PER LA POESIA PREMIO A GILBERTO ISELLA Chiunque riguardasse dal promontorio dell’oggi l’importante carriera di Salvatore Silvano Nigro, critico letterario e storico della letteratura, saggista e filologo, professore universitario di fama internazionale, non rimarrebbe sorpreso solo dalla smisurata apertura di compasso dello studioso e filologo. Da Masuccio Salernitano a Torquato Accetto, da Manzoni a Giorgio Manganelli e Mario Soldati, ma anche dalla qualità stilistica e immaginativa della sua scrittura che, a partire almeno da un libro sorprendente come L’orologio di Pontormo (1998) ha assunto un passo sempre più narrativo. Il suo saggismo, inoltre, affonda nella tradizione più elegante e più inventiva (quello di Longhi, Praz, Macchia, Garboli) della prosa nostrana e che si accende di febbre intellettuale soprattutto in presenza delle patologie e delle infezioni della vita. Ulteriore e bellissima conferma di questa sua vocazione è Il Principe fulvo. Si poteva sperare di dire qualcosa di più e di nuovo d’un libro così tanto studiato e tra i più amati del Novecento italiano? Che si poteva - eccome se si poteva -, Nigro l’ha dimostrato con quel suo specialissimo modo di inventare il vero e ciò che già c’è, ma che prima di lui, però, nessuno aveva visto. E ha fatto capire che il celebrato anti-Risorgimento del romanzo è soltanto nel mastice isolante dentro cui brucia il fuoco bianco di un romanzo «fantastico e allegorico», gremito di simboli. Forte d’una conoscenza di primissima mano di tutta l’opera di Tomasi di Lampedusa, Nigro ci restitui- sce ora il racconto avvincente d’una vicenda umana (si pensi solo al tutt’altro che lineare rapporto dello scrittore col fascismo e Mussolini) e letteraria assolutamente eccezionale, che abbisognava, in effetti, d’una strumentazione e una sensibilità altrettanto eccezionali. Dickens e Il Circolo Pickwick. Il rapporto tra un romanzo disperso di Tomasi, e del suo noto racconto La Sirena col suo capolavoro postumo. I segreti, in ordine allo statuario don Fabrizio del romanzo, dell’Ercole Farnese della Favorita di Palermo o degli affreschi della Sala d’Ercole nel Palazzo dei Normanni. E persino un film mancato di Soldati sul Gattopardo. Scrive Nigro: «Conviene, qualche volta, mettersi alle spalle di uno scrittore». E proprio in questa capacità di mettersi alle spalle - per spiare inosservati ogni decenza, ogni indecenza - sta, di sicuro, uno dei segreti della grand’arte di Nigro. E per quest’arte eminentemente romanzesca gli è stato assegnato quest’anno il Premio Dessì per la narrativa. La giuria, inoltre, ha assegnato il premio per la poesia dell’anno 2012 alle Mappe in controluce di Gilberto Isella. L’autore, il cui esordio molto sperimentale e audace, risale ai tardissimi anni Ottanta con la raccolta Vigilie incustodite (1989), si è ormai da tempo distinto come una delle voci più interessanti della poesia in lingua italiana ed ha anche avuto modo di mostrare una finissima coscienza autocritica compilando un’Autoantologia (Tellus, 2006). Il libro, articolato in quattro sezioni, si apre con una signi- GIULIO RAPETTI MOGOL VINCITORE PREMIO SPECIALE Oggi, 29 settembre…; Se stasera sono qui; La prima cosa bella; Che colpa abbiamo noi; Una lacrima sul viso; Stessa spiaggia stesso mare…; La senti questa voce…, e si potrebbe continuare con sintagmi, con titoli legati a tanti momenti della nostra vita, con parole che hanno segnato stagioni, sentimenti, combinandoli ai ritmi e alle voci di cantanti diventati lo specchio di un’epoca. Ma al di là dei volti visibili (Battisti, Bella, Bobby Solo, Mogol e Paola Saluzzi Celentano, Lauzi, Mina, Morandi, Tenco, Vanoni, l’Equipe 84…) un nome, quello di Giulio Rapetti trasformato ad arte in Mogol, è diventato familiare, ad accompagnare, per i più in modo quasi misterioso, quegli altri posti subito alla ribalta. Ché tutte quelle canzoni di successo (bisogna ricordare che ne ha scritte oltre un migliaio, per non dire delle traduzioni dall’inglese dei traditionals di Bob Dylan, di David Bowie…) in effetti dovevano gran parte della loro fortuna alle parole che Mogol aveva saputo trarre, con attento ascolto, dalla musica: lui, ‘nato’, si potrebbe dire, in una casa editrice musicale, rispettoso da sempre dell’autonomia e dell’importanza degli spartiti. Né i suoi meriti, e quanto si è detto sarebbe già largamente sufficiente - e non a caso gli è valso, proprio in questo 2012, il premio Una vita per l’italiano (assegnato prima di lui da Ca’ Foscari a due storici della lingua dell’importanza di Tullio De Mauro e Francesco Sabatini) - sono di tipo solamente artistico. Anche a lui si deve la creazione della Nazionale italiana cantanti (ove ha continuato a segnare, come nella sua attività di autore di canzoni, indimenticabili gool); a lui si deve soprattutto la creazione (nel quadro di un’attività no profit finanziata dai suoi diritti d’autore) del Centro Europeo di Toscolano che da anni si occupa di cultura e di musica, diplomando giovani musicisti (2.000 ormai gli allievi usciti da corsi che hanno ottenuto il riconoscimento, con specifici crediti, anche dalle università statali). Se dal 2008 il premio Mogol da lui voluto segnala miglior testo musicale in lingua italiana dell’anno, è parso giusto e doveroso alla Giuria del Premio Dessì segnalare chi per la musica, sua e degli altri, tanto ha fatto, con la capacità, l’impegno, la serietà del grande professionista. Per questo il premio speciale 2012 viene assegnato all’unanimità, il 23 di settembre - con anticipo di quasi una settimana rispetto a un suo testo famoso - a Giulio Rapetti Mogol. ficativa epigrafe tratta dalla Teogonia di Esiodo che ci pone immediatamente dinanzi una grande questione antropologica, quella del trionfo della ‘modernità’ sul corpo resistente del passato: «Sapeva … di essere destinato a soccombere un giorno davanti al proprio figlio, per quanto potente egli fosse». E la declinazione esiodea del mito di Saturno, rispetto alla più complessa tradizione che giunge fino a noi – evocando un Dio che prevale sul padre togliendogli la possibilità di generare e che soccombe dinanzi a uno dei figli – serve proprio a enfatizzare la necessità di una transizione intergenerazionale e a ricondurre tutta la nostra attenzione su una realtà contemporanea segnata dall’incapacità di riconoscere un momento di fondazione condiviso, di pro- Villacidro momento premiazione nunciare un racconto ‘mitopoietico’ coraggioso ed efficace. Resterebbe, tuttavia, ai malinconici eredi del tempo lungo, la possibilità o la condanna di un’osservazione in controluce: cioè di una rilettura della fitta stratigrafia delle proposte di senso depositate nei secoli attraverso occhi che appartengono a un presente irreversibile. Per questa tensione del poeta che si fa interprete del suo tempo in un cortocircuito vertiginoso con la Storia, per lo spessore dell’escursione stori- co-letteraria messa in gioco nelle varie sezioni, per il raffinato controllo del verso, la giuria ha ritenuto le fitte ed enigmatiche Mappe di Isella un libro importante e perciò meritevole del Premio per la poesia della XXVII edizione. Cultura SARDEGNA IN LIBRERIA “ASIA NON ESISTE” DI EMANUELE CIOGLIA UN ROMANZO TRA NOIR E NEO VERISMO Valentina Usala Il libro è stato pubblicato da Arkadia Editore, nell’aprile 2012, inserito nella collana narrativa Eclypse. E’ Libero Solinas a tornare in scena, per mezzo della tenace biro e sfrenata fantasia di Emanuele Cioglia. Per quanti ancora non sanno chi è nello specifico, vi invito a perlustrare i sotterranei di tutto ciò, per mezzo della seguente testimonianza. Calatevi nelle fondamenta buie e misteriose, seguite i passi del commissario sardo più bizzarro e fuori dal comune che possa esistere. Così come la sua recente investigazione. Scopriamo prima chi è colui che lo ha plasmato. Chi è Emanuele Cioglia? “Emanuele Cioglia non esiste” e lì per lì strizzo gli occhi, ovvero capisco il chiaro rimando alla sua ultima opera, il cui titolo è “Asia non esiste”, ma non comprendo nell’immediato. “Questo significa?” Prosegue: “Nel senso che preferisco che la gente si concentri più su quello che ho scritto che su aspetti biografici. Comunque sono stato, mio malgrado, una persona che ha dovuto nuotare controcorrente. Ho avuto un’adolescenza critica, sono rimasto orfano di madre a 15 anni, e alcuni tra i miei parenti, tra il serio e il faceto, ancora si 15 numero 599 del 4 Ottobre 2012 meravigliano di come, io e mio fratello, abbiamo potuto evitare di essere degli sbandati cronici. Dopo aver bellamente evaso qualche anno di scuola media, randagio e spesso solitario, ho deciso di salvarmi in curva, sono rientrato a scuola, ho fatto l’anno di leva, e mi sono diplomato. Siccome volevo sposarmi, e l’ho fatto a 24 anni, mi sono messo in testa di lavorare, provandone di tutti i colori: commesso, facchino, cronista free lance de La Nuova Sardegna, pony express quando non esistevano le mail, vigile urbano a tempo determinato, fino all’estate, 1998, in cui per quattro mesi mi sono inventato (anche se avevo qualche esperienza maturata presso mio zio) fotografo presso il Forte Village Resort di Pula. L’anno successivo ho aperto una partita iva, mi sono concentrato nei servizi per le lauree, poi ho messo su uno studio fotografico etc etc … Nel frattempo mi sono iscritto in Lettere e ho sostenuto esami sino a quando gli impegni di lavoro, e di padre di famiglia, mi hanno impedito di continuare. Comunque la mia passione per la scrittura è stata, ed è, qualcosa di innato: nei temi prendevo sempre 8 … perché la mia professoressa affermava che di più lo dava soltanto agli scrittori delle antologie. Da ragazzo, enfant prodige, L’Unione Sarda di allora, che aveva una pagina culturale seria, mi pubblicò una serie di racconti che anticipavano le alienazioni tipiche del precariato. Il primo romanzo “Un rivoluzionario al bar” (penso 2005), lo pubblicai con un editore che scoprii essere a pagamento dietro vari sotterfugi, non lo pagai, quindi penso che ritirò le copie dal mercato. Nel 2006 uscì per Aipsa “Il mozza teste”, il debutto del commissario Solinas, il cui antagonista era un ex seminarista serial killer, si aggiudicò nel 2008 Il Premio Grazia Deledda, nella sezione narrativa giovani. Si trattava di un premio forse un po’ bistrattato, comunque molto affollato (visti i 6000 euro in palio per ciascuna categoria), e debbo dire che aggiudicarmelo, tra l’altro unico sardo e in concorso contro alcuni editori big come Mondadori, Einaudi, e Sellerio, mi diede una bella iniezione di fiducia. Del 2009 è Tranquillo come una salma, sempre Aipsa, sempre Solinas, questa volta perseguitato da un avvelenatore soprannominato Crotalo, altro noir, forse esistenzialista, a detta di molti più maturo de “Il mozza teste”, a detta di altri di linguaggio e tematiche troppo raffinate, a mio parere il miglior romanzo fino allora da me concepito. “Asia non esiste” (Arkadia Editore, 2012) è l’attualità … I romanzi comunque vennero accolti bene anche tra gli addetti ai lavori, a livello di mondo accademico, tanto che feci alcuni incontri in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia di Cagliari, di recente, Cagliari e Sassari, mi stanno in- serendo in un progetto di raccolta e studio degli scritti preparatori dei principali scrittori sardi, denominato FAAC (Fondo Archivistico Autori Sardi). “ Emanuele oltre ad essere scrittore sei anche fotografo. Gli pongo un quesito. L’immortalare una scena e il descriverla: fotografia e scrittura. Quale fusione trovano nelle tue opere? Alla mia domanda, non del tutto fuori luogo, intona la seguente risposta: “L’arte fotografica e quella di narrare sono molto affini, anche se la fotografia mi sembra più affine alla poesia. Elencare tutte le suggestioni e gli incroci possibili richiederebbe un trattato, proverò a darvi alcuni spunti di riflessione. Intanto entrambe sono modalità espressive, entrambe possono svelare e nascondere, raccontare, descrivere, ed inventare. Essere adottate in modo didascalico o creare arte. Io uso in letteratura la mia visione fotografica certamente in vari modi, quando mi concentro sui tratti fisici dei miei personaggi, ad esempio, faccio un primo piano. Quando ne rappresento gli aspetti psichici e caratteriali si potrebbe ire che uso la macrofotografia. Qualche volta la mia umanità inventata, specie quella dei soggetti principali, scivola nella fotografia surrealista, nella pittura impressionista, altre volte spazia nel campo di un realismo brutale e crudo. Tenete conto che i miei personaggi letterari più riusciti sono come un’emulsione stratificata, Solinas, ad esempio, è insieme un depresso cronico, un uomo allo sbando, un eroe, un giullare, un capitano coraggioso, un surrealista, un filosofo, un confusionario, un padre mancato, un misogino, un misantropo e il suo esatto contrario. Ma di lui vi parlo meglio dopo … Benissimo, ma di “Asia non esiste”, ce ne parli subito? “Asia non esiste” tecnicamente, mi dicono, sia un noir. Però è anche un libro sull’enorme forza distruttrice e rigeneratrice della ribellione. Potrebbe, se vogliamo, riprendere certe tematiche care al romanticismo, al verismo, a Victor Hugo, per esempio. Solo che, se alla fine ne I miserabili, ne L’uomo che ride gli oppressi soccombono, in Asia gli oppressi si riscattano. Ho cercato di costruire un romanzo accattivante, dai contenuti e la scrittura non banali, a tratti inquieto, a tratti poetico, a tratti comico, a tratti bruciante, a tratti leggero, in dati momenti con un ritmo incalzante, quasi ossessivo, in altri disteso, riflessivo, quasi contemplativo. Si parte da un ossimoro Suicidi Felici. Ci si può levare la vita per la felicità? Ovviamente no. Però nel romanzo succede, in continuazione. Muoiono gli spensierati, i realizzati, coloro che toccano il cielo con un dito. Perché? A Libero Solinas il compito di inoltrarsi in un caso davvero privo di soluzioni, inchiodato a una mancanza di indizi che provocherebbe l’emicrania a Sherlock Holmes, figuriamoci l’effetto per un commissario alcolizzato ormai proiettato verso la pensione. Ho letto il romanzo. La scelta dell’ambientazione nella città di Cagliari, ha un basamento preciso? Cagliari secondo me è una città molto letteraria. Intanto ricca di storia, dove convivono echi fenici, romani, medievali, barocchi, e anche tutte le oscenità, urbanistiche e non, della modernità. Una città di alti e bassi, di lussuose terrazze, ricchi palazzi secenteschi, e bassi eternamente infe- stati da urine di gatto e odore di Baygon, palazzoni periferici dove perfino i piccioni sono tossici o cirrotici, e salotti con poltrone in pelle su piattaforme galleggianti ormeggiate tra gli yacht. Una città dove l’afa può generare mostri, le folate di vento germinare follie, la crisi economica incattivire gli sguardi, una città che negli inverni tiepidi e uggiosi si confonde coi suoi stagni, le sue paludi, e può diventare deprimente ... Mi hai detto che avremmo parlato più tardi di Libero Solinas, il tuo personaggio, il commissario che indaga su questi “strani” suicidi. Che mi dici a riguardo? E’ semplicemente una testa dura o la personificazione della ribellione di una società? Il commissario rossigno, dalla testa gattesca, è innanzitutto un’anima in pena. A tratti la sua massima aspirazione consiste nell’essere lasciato in pace. Burbero, fragile, incasinato, in uno stato di decadenza fisica e morale, d’anarchia esistenziale, sempre sull’orlo del precipizio di un alcolismo cronico e della perdita delle più elementari norme che segnano il convivere e vivere civile, Solinas ha però un suo codice etico, un suo particolare modo di concepire il rispetto umano, un modo d’agire e comportarsi che paradossalmente sembra l’unica giustizia possibile. Della giustizia dei tribunali se ne infischia, anche perché, come De Andrè, ritiene che la giustizia sia un’invenzione al servizio dei più forti, e lui sta dall’altra parte. A volte il nostro Solinas è troppo riflessivo, vaneggiante, addirittura allucinato –parla a consessi di dotti fantasmi che fanno processi a gatti filosofali, scambia fiori di cappero per vescovi salmodianti-, altre volte diventa impulsivo, istintivo, rischia tutto in cambio di niente, e difende una figlia che non ha mai avuto con spirito materno. Emanuele, tra i giallisti, chi è il tuo preferito? Forse sono un giallista atipico perché non sono mai stato un lettore di genere. Però, da ragazzo, ho letto i più grandi della letteratura gialla e del brivido. Da Guy dei Maupassant a Edgar Allan Poe, da Sherlock Holmes a Nero Wolfe, passando per Agatha Christie e Simenon. Mi è molto piaciuto il primo Montalbano, il medico legale Arquazzi è un omaggio a Camilleri, e somiglia al suo Pasquano essendo però molto più cagliaritano e caustico. Ho praticato anche giallisti inconsueti come Carlo Emilio Gadda (Quer pasticciaccio brutto de via Merulana), il Pepe Carvalho di Manuel Montalban, mi ha fatto sorridere anche Sepulveda (Diario di un killer sentimentale), e, di recente, ho letto qualcosa di Fred Vargas. Giallista preferito? Non ce l’ho, però, considerato che è diversissimo dal mio stile, ma sfiora Solinas su due versanti, non disdegna l’eroina mentre il mio si sbronza, l’uno afferma: “Una volta eliminato l’impossibile, quello che resta, per improbabile che sia, dev’essere la verità” L’altro non fa che incocciare su casi impossibili, beh, ditemi voi di chi si tratta … Afferma abbozzando una mezza risata. Un ultima domanda. Come si presenterebbe Libero Solinas agli emigrati sardi? E a chi sardo non è? Libero Solinas si presenterebbe agli emigrati sardi certamente con un’Ichnusa in mano. E non disdegnerebbe affatto di sedersi a tavola per una scorpacciata di pesce, burrida, orziadas, e frutti di mare vari, annaffiata da vermentino, Torbato, o Nuragus. Ma starebbe perfettamente a suo agio anche tra sizzigorrusu, porchetto, pecorino stagionato o semi, casizzolu, salsiccia, e una bella bottiglia di Nepente. Ai continentali dico che Solinas è un sardo, mantiene alcune connotazioni tipiche, per esempio è cocciuto, indolente, agisce secondo un codice etico in qualche modo “balente”, ma è un sardo distante dagli stereotipi di genere, niente a che vedere con Niffoi e neanche coi sardi de S’Accabadora. Non dimenticatevi che Solinas è un cagliaritano, Cagliari è una città quasi creola, misto sangue, terra di scontri e d’incontri millenari, dove è impossibile trovare il prototipo del sardo, perché il sardo qui è stato fenicio, punico, cartaginese, pisano, giudicale, aragonese, piemontese, seuese, napoletano (commercianti), tedesco (La Nato). Cioè un osmosi, felice o infelice che sia. Emanuele Cioglia SULCIS - IGLESIENTE:TURNI DEL 6 & 7 OTTOBRE 2012 a cura di Franco Airi FARMACIE: IGLESIAS: SANNA, via Vivaldi, tel. 0781.24621 CARBONIA: SOTGIU, viale Trento, tel. 0781.61228 CARLOFORTE: LODDO, via Garibaldi, tel. 0781.854006 SANT’ANTIOCO: BASCIU, piazza Italia, tel. 0781.83003 MUSEI: DIANA, via Enrico Fermi, tel. 0781.71822 MASAINAS: LEDDA, via Roma, tel. 0781.964053 TEULADA: DANERO, via Umberto, tel. 070.9270014 BENZINAI: IGLESIAS: SOLO SERVIZIO 24ORE CARBONIA: Q8-PINNA, via Dalmazia ESSO-MELIS, via Nazionale IP-MAGGI, via della Vittoria VILLAMASSARGIA: Q8-PAU, provinciale per Carbonia GONNESA: ESSO-DEMURO, via Iglesias SANT’ANTIOCO: AGIP-MARONGIU, lungomare Caduti di Nassiriya CARLOFORTE: Q8-LUXORO, corso Cavour PORTOSCUSO: TAMOIL-MARONGIU, via Giulio Cesare S. GIOVANNI SUERGIU: AGIP-SECHI, via Portobotte SANTADI: TAMOIL-PORCINA, strada statale 293